NUOVA TOPO(DIFOGN)ONOMASTICA CAPITOLINA
da ‘Eκβλόγγηθι Σεαυτόν! (Sblògga te stesso)
Lo scorso 2 febbraio sono stato profeta. Avevo infatti proposto di intitolare via Fra' Silvestro Maruffi, a Firenze, dove si trova la sede cittadina di una certa organizzaziunciella di gggiòvani, a Mario Carità, noto torturatore nazifascista; e lo avevo fatto con una fittizia lettera dove lo stesso fra' Maruffi protestava dichiarando di non voler avere nulla a che fare con quei simpatici ragazzotti (che ora, per altro, hanno preso a imbrattare la città con manifesti dove si propaganda la loro Casaggì, centro sociale di destra [!!!!]. Ora che il neosindaco dell'Vrbe, Gianni Alemanno in Rauti, vuole intitolare una piazza ad un altro torturatore fascista e razzista, tale Giorgio Almirante, e che gli stessi ragazzotti della capitale già sembrano aver provveduto autonomamente a farlo, mi pregio di svggerire al... (continua)
Così scriveva Almirante sulla rivista "La difesa della razza":
« il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l'Italia abbia mai tentato. Chi teme ancor oggi che si tratti di un'imitazione straniera non si accorge di ragionare per assurdo: perché è veramente assurdo sospettare che il movimento inteso a dare agli italiani una coscienza di razza […] possa servire ad un asservimento ad una potenza straniera »
(Giorgio Almirante, 1938)
« Noi vogliamo essere, e ci vantiamo di essere, cattolici e buoni cattolici. Ma la nostra intransigenza non tollera confusioni di sorta […] Nel nostro operare di italiani, di cittadini, di combattenti – nel nostro credere, obbedire, combattere – noi siamo esclusivamente e gelosamente fascisti. Esclusivamente e gelosamente fascisti noi siamo nella teoria e nella pratica del razzismo »
"Altrimenti - dice Giorgio Almirante -, finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue”." (Giorgio Almirante)
Chissà come si sentirebbe quel "grande italiano" se potesse vedere queste foto del suo figlioccio spirituale, nonché attuale presidente della camera[ta], on. Gianfranco Fini:
Ne faccio pochissime di traduzioni in spagnolo; ma per questa canzone mancava, e non poteva mancare. Ogni correzione e integrazione è ovviamente gradita.