Fila la lana
Soltanto a mo' di curiosità, e proprio per far vedere che nel nostro sito le ricerche non si fermano mai a volte sfiorando la mission impossible, siamo riusciti a reperire dopo anni un toponimo dal nome di Vly. E' però del tutto improponibile per questa canzone: si tratta infatti di una montagna (Vly Mountain) situata nella contea di Greene, nello stato USA del New York. Alta 1076 metri, è parte della catena delle Catskill Mountains. Si veda il relativo articolo di en.wikipedia. Tuttora non siamo riusciti a reperire alcun toponimo simile nella Francia attuale e storica, suffragando così l'ipotesi che il "signor di Vly" sia una pura invenzione verbale di De André dovuta a ragioni metriche.
Riccardo Venturi 22/4/2008 - 23:11
E subito ci hanno detto
[1968]
Scritta da Leoncarlo Settimelli
Dal disco "Ogni giorno in piazza"
(con la collaborazione di Francesco De Gregori e Antonello Venditti)
"Nel disco c'era anche una dolente riflessione sulla violenza che in quegli anni continuava a fare vittime tra gli operai. Ero stato ad Avola, in Sicilia, dove la polizia aveva ancora una volta sparato, uccidendo."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 40. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Scritta da Leoncarlo Settimelli
Dal disco "Ogni giorno in piazza"
(con la collaborazione di Francesco De Gregori e Antonello Venditti)
"Nel disco c'era anche una dolente riflessione sulla violenza che in quegli anni continuava a fare vittime tra gli operai. Ero stato ad Avola, in Sicilia, dove la polizia aveva ancora una volta sparato, uccidendo."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 40. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Ne hanno ammazzati due
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/4/2008 - 18:32
Consigli per una buona condotta
[1968]
Scritta da Leoncarlo Settimelli e Marco Ligini
Dal disco "Ogni giorno in piazza"
(con la collaborazione di Francesco De Gregori e Antonello Venditti
"La canzone più dura era forse quella scritta con Marco Ligini, un architetto prestato al cabaret (quello messo in scena all'Armadio) che aveva un linguaggio pungente e iconoclasta (una volta mi definì "l'Orietta Berti della Rivoluzione"). "
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 38. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Scritta da Leoncarlo Settimelli e Marco Ligini
Dal disco "Ogni giorno in piazza"
(con la collaborazione di Francesco De Gregori e Antonello Venditti
"La canzone più dura era forse quella scritta con Marco Ligini, un architetto prestato al cabaret (quello messo in scena all'Armadio) che aveva un linguaggio pungente e iconoclasta (una volta mi definì "l'Orietta Berti della Rivoluzione"). "
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 38. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Per ogni cento Vietcong massacrati
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/4/2008 - 18:25
Bella Ciao
anonimo
Mentre si ritrovano presunte antenate yiddish di "Bella Ciao", in questi modernissimi tempi dell'anno I E.B. (Era Berlusconi) giungono notizie inquietanti in vista del 25 aprile. Inizia Gianfranco Fini, e non ce ne dobbiamo stupire dato che è un fascista (a noi piace chiamarlo ancora così, sapete): dice che "la vera liberazione dell'Italia è stata il 14 aprile". La sindachessa milanese Letizia Moratti, che pure ci dovrebbe avere il "padre partigiano" in carrozzella (da lei spinta personalmente lo scorso anno) non andrà invece alla manifestazione cittadina, e in fondo nessuno se ne rammaricherà più di tanto. La notizia più incredibile, e che riguarda direttamente questa pagina, proviene però da Alghero, dove il sindaco forzaitaliota (pardon: popololibertino), tale Marco Tedde, ha vietato di cantare "Bella Ciao". Intrecciando tutto questo con le dichiarazioni pre-elettorali di Dell'Utri, c'è... (continua)
Riccardo Venturi 22/4/2008 - 16:04
Giuriam giuriam
anonimo
Il testo è ripreso da Il deposito - Canti di lotta, sito gemello.
Giuriam giuriam
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/4/2008 - 15:32
Sette fratelli
Sono d'accordo! Il buonismo porta sempre a perdonare i delinquenti e a mortificare i giusti!
Flo'
Flo'
Flo' 22/4/2008 - 14:15
Il nuovo percorso sulle stragi e eccidi nazisti in Italia e in Europa.
Riccardo Venturi 22/4/2008 - 10:45
La fiaba di Nushe
Per il percorso "Violenza sulle donne: come e peggio della guerra", una bellissima canzone da "All'improvviso nella mia stanza" (2002)
Dal foulard le spuntava
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 22/4/2008 - 08:56
Giugno'44
Niccioleta: la strage dei minatori
di Nedo Barzanti
dal Sito del Partito dei Comunisti Italiani di Grosseto
I primi di giugno del 1944, la ritirata tedesca era in pieno corso sulle strade della Maremma; il fascismo-repubblichino era in sfacelo. Il presidio fascista di Massa Marittima tagliò la corda la notte del 9. Quello stesso giorno una squadra di partigiani era entrata a Niccioleta, ma si limitò a disarmare i carabinieri e al sequestro delle armi reperite nelle case dei fascisti.
Nella massa degli operai i fascisti costituivano a Niccioleta una esigua minoranza. I repubblichini erano in tutto sedici; con loro e con le loro famiglie la popolazione evitava di avere rapporti di sorta. Consapevoli del loro isolamento i fascisti si riunivano tra loro quasi ogni sera in casa del siciliano Pasquale Calabrò, o di suo cognato Aurelio Nucciotti, o della guardia giurata Luigi Torrini. Calabrò,... (continua)
Ero con gli amici, eravamo bambini
(continua)
(continua)
inviata da adriana 21/4/2008 - 19:12
Per lasciare un segno
Carlo lotta insieme a noi
Non c'è modo migliore per lasciare un segno
(continua)
(continua)
inviata da luca 20/4/2008 - 22:53
Percorsi:
Genova - G8
Johnny Get Your Gun
(Curtiss-Pollock)
1970
Album: Life
1970
Album: Life
One day you find in the mail
(continua)
(continua)
inviata da Sun PK 20/4/2008 - 21:34
Sfulà
Stazione resistenza
Toast records 2005
(R.Cremonesi)
Toast records 2005
(R.Cremonesi)
Quand l’ultima guera l’ha quatà tuta Milan
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/4/2008 - 18:31
Revolucion
LA DANZA DEI SOGNI
Toast records 2007
Toast records 2007
Hai il sapore di terre lontane, di liberi sogni per la mia gente,
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/4/2008 - 18:11
Comandante Remo
Stazione resistenza
Toast records 2005
(M.Carassini&Trenincorsa)
Toast records 2005
(M.Carassini&Trenincorsa)
Le madri nelle notti, sconfitte nelle fredde coperte,
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/4/2008 - 18:03
Cammina nel fango
Stazione resistenza
Toast records 2005
(M.Carassini&Trenincorsa)
Toast records 2005
(M.Carassini&Trenincorsa)
Fu in un giorno strano, di sporchi presagi,
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/4/2008 - 17:58
Fino a che non cambierà
Fino a che non cambierà
Toast records 2004 (mini cd)
(M.Carassini&Trenincorsa)
Toast records 2004 (mini cd)
(M.Carassini&Trenincorsa)
Prima di partire da qui
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/4/2008 - 17:49
La ruota girerà
Fino a che non cambierà
Toast records 2004 (mini cd)
(M.Carassini&Trenincorsa)
Toast records 2004 (mini cd)
(M.Carassini&Trenincorsa)
Bruciano memorie, si spostano le idee
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/4/2008 - 17:44
Fiesta siempre
Fino a che non cambierà
Toast records 2004 (mini cd)
(M.Carassini&Trenincorsa)
Toast records 2004 (mini cd)
(M.Carassini&Trenincorsa)
La storica isola al centro del mondo,
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/4/2008 - 17:36
Aux armes etc.
tratta da Wikipedia dove si trova il testo completo e la traduzione della Marsigliese
ALL'ARMI ECC.
(continua)
(continua)
20/4/2008 - 16:49
L'unica superstite
Parlo da parte del gruppo FIGLI DELLA RESISTENZA. Siamo un trio acustico -voce,chitarra e fisarmonica- abbiamo cominciato un paio d'anni fa su richiesta del ns sindaco a suonare insieme in occasione del 61° anniversario della liberazione, e da lì abbiamo cominciato a far crescere un progetto importante. Nel 2007 abbiamo registrato un cd e uno dei pezzi inclusi è L'UNICA SUPERSTITE....
qs anno siamo stati chiamati dal comune vicino Correggio per ricordare e non dimenticare MAI i ns martiri....lo faremo per noi, per voi ma soprattutto per loro, che ci hanno dato modo di poterci essere oggi....
qs anno siamo stati chiamati dal comune vicino Correggio per ricordare e non dimenticare MAI i ns martiri....lo faremo per noi, per voi ma soprattutto per loro, che ci hanno dato modo di poterci essere oggi....
Eli 20/4/2008 - 13:55
Penelope e Ulisse
Pubblicata nel 1982.
Penelope facev’a tela
(continua)
(continua)
inviata da Renato Stecca 19/4/2008 - 17:00
Canzone di Maddalena
Un anno sull'altipiano 2006
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Maddalena ha gli occhi puri
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 13:58
Inno della brigada
Un anno sull'altipiano 2006
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Siam la porta blindata della Nazione
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 13:47
Canzone del generale Leone
Un anno sull'altipiano 2006
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Sono il generale Leone
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 12:41
Partenza al fronte
Un anno sull'altipiano 2006
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Ora che son diventato tuo amante
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 12:14
Il dio dei denari
[2009]
Album: libertAria
Album: libertAria
E' in libreria Lavorare uccide, il libro che racconta il mio viaggio in Italia attraverso le morti sul lavoro. Come exergo del libro, e in coda, una canzone che ho scritto sulle donne che perdono il loro uomo sul lavoro. Si intitola Il dio dei denari, e farà parte del repertorio del mio nuovo progetto musicale Marco Rovelli LibertAria (al quale adesso, dopo l'immersione in questo libro, torno a lavorare con costanza).
Da:SBANDATIil blog musicale di Marco Rovelli
Da:SBANDATIil blog musicale di Marco Rovelli
L'angelo schiavo, accecato, impotente
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 09:56
Il grido forte di una canzone
Il grido forte di una canzone
(testi e musica dei VIADIMEZZO - D. Nastasi )
Brano dedicato a tutti i bambini vittime delle guerre, privati della loro vita, dei loro sogni, dei loro giochi...se bastasse un grido fortissimo a porre fine all'orrore...
(testi e musica dei VIADIMEZZO - D. Nastasi )
Brano dedicato a tutti i bambini vittime delle guerre, privati della loro vita, dei loro sogni, dei loro giochi...se bastasse un grido fortissimo a porre fine all'orrore...
Prigioniero
(continua)
(continua)
inviata da Daniele Nastasi 18/4/2008 - 22:51
[Dei fatti ch'io vi narro ricordate]
[1921]
Testo di Donato Settimelli
su un motivo popolare
"Mio padre aveva studiato un po' da tenore con un maestro locale ed amava moltissimo le canzoni napoletane. Ma conosceva anche i modi popolari del paese e ricordo che sugli scontri coi fascisti e il suo arresto a Nizza (dove era fuggito) aveva anche scritto due canzoni che egli stesso cantava. La prima, eseguita su un modulo popolare molto diffuso dalle mie parti, rievocava l'arrivo al paese della squadraccia 'La disperata' comandata dal famigerato Amerigo Dumini (che nel 1924 assassinerà Matteotti) che aveva in precedenza saccheggiato la cooperativa di consumo ed era stata poi fronteggiata e respinta dagli Arditi del Popolo, del quale mio padre faceva parte."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 14. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Il paese del Porto di Mezzo si trova nel comune di Lastra a Signa, presso Firenze, al confine col comune di Scandicci.
Testo di Donato Settimelli
su un motivo popolare
"Mio padre aveva studiato un po' da tenore con un maestro locale ed amava moltissimo le canzoni napoletane. Ma conosceva anche i modi popolari del paese e ricordo che sugli scontri coi fascisti e il suo arresto a Nizza (dove era fuggito) aveva anche scritto due canzoni che egli stesso cantava. La prima, eseguita su un modulo popolare molto diffuso dalle mie parti, rievocava l'arrivo al paese della squadraccia 'La disperata' comandata dal famigerato Amerigo Dumini (che nel 1924 assassinerà Matteotti) che aveva in precedenza saccheggiato la cooperativa di consumo ed era stata poi fronteggiata e respinta dagli Arditi del Popolo, del quale mio padre faceva parte."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 14. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Il paese del Porto di Mezzo si trova nel comune di Lastra a Signa, presso Firenze, al confine col comune di Scandicci.
Dei fatti ch'io vi narro ricordate
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/4/2008 - 13:11
La Coca Cola
[1968]
Testo e musica di Leoncarlo Settimelli
"Nel 1968 ero chiaramente -agli occhi dei più- un "fuoricorso" della contestazione. Avevo 31 anni ma l'ampia calvizie, che compensavo con una barba rossiccia che mi ero fatta crescere da poco, mi faceva sembrare più vecchio. Quando per esempio bussavo al portone di una facoltà occupata, come quella di Magistero, in piazza della Repubblica a Roma, dove pure ero stato invitato, gli studenti addetti alla sorveglianza mi guardavano dallo spioncino sospettosi, osservavano l'eskimo verde e poi dicevano schifati: 'Ma tu sei un professore!'. Solo quando abbassavano gli occhi e vedevano la chitarra si decidevano ad aprire.
Quando si parla di quel fatidico anno, riesco con difficoltà ad inquadrare molti degli eventi che lo caratterizzarono, poiché essi furono tumultuosi e si sovrappongono nella mia memoria, inserendosi all'interno di un ampio percorso... (continua)
Testo e musica di Leoncarlo Settimelli
"Nel 1968 ero chiaramente -agli occhi dei più- un "fuoricorso" della contestazione. Avevo 31 anni ma l'ampia calvizie, che compensavo con una barba rossiccia che mi ero fatta crescere da poco, mi faceva sembrare più vecchio. Quando per esempio bussavo al portone di una facoltà occupata, come quella di Magistero, in piazza della Repubblica a Roma, dove pure ero stato invitato, gli studenti addetti alla sorveglianza mi guardavano dallo spioncino sospettosi, osservavano l'eskimo verde e poi dicevano schifati: 'Ma tu sei un professore!'. Solo quando abbassavano gli occhi e vedevano la chitarra si decidevano ad aprire.
Quando si parla di quel fatidico anno, riesco con difficoltà ad inquadrare molti degli eventi che lo caratterizzarono, poiché essi furono tumultuosi e si sovrappongono nella mia memoria, inserendosi all'interno di un ampio percorso... (continua)
Ho visto al cine una reclame
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/4/2008 - 12:51
Tutti parlano di Michele
Testo e musica di Leoncarlo Settimelli
(ca. 1971)
"L'emigrazione era sotto i nostri occhi, naturalmente, e a me fu la tragedia delle cosiddette 'vedove bianche' che finì per ispirarmi, e cioè la storia di quelle donne che non sapevano più niente del marito emigrato. In molti casi, ci dicevano, l'uomo aveva conosciuto una donna, magari una svizzera, o una tedesca, per di più benestante, ed aveva finito per restare a convivere con lei, non tornando più in Sicilia. La canzone che ne venne fuori era marcata da un ritmo di treno scandito su una tammorra tenuta sulle ginocchia."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 56. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
(ca. 1971)
"L'emigrazione era sotto i nostri occhi, naturalmente, e a me fu la tragedia delle cosiddette 'vedove bianche' che finì per ispirarmi, e cioè la storia di quelle donne che non sapevano più niente del marito emigrato. In molti casi, ci dicevano, l'uomo aveva conosciuto una donna, magari una svizzera, o una tedesca, per di più benestante, ed aveva finito per restare a convivere con lei, non tornando più in Sicilia. La canzone che ne venne fuori era marcata da un ritmo di treno scandito su una tammorra tenuta sulle ginocchia."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 56. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Tutti parlano di Michele
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/4/2008 - 12:34
The Union Song
This song highlights several themes and characteristics of the European Union, notably the lack of war between member countries since its creation.
The European Union’s got
(continua)
(continua)
inviata da Charles Goodger 18/4/2008 - 10:14
No me gusta la guerra
Un'assoluta chiccazza latinoamericana, una cumbia dove Rambo (interpretato da Diego Alione, il suo migliore imitatore nel mondo) depone schifato le armi e si mette a ballare con due signorine ignude porqué "A Rambo no le gusta la guerra!". Geniale!
A Rambo no le gusta la guerra
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 18/4/2008 - 08:17
We Believe
la canzone è stramitica....e il testo pieno di significato...troppo bella!!!!!!
17/4/2008 - 19:15
Timur Tengah I
In album "Aku Sayang Kamu",
released 1986.
Page Link / Link Pagina
released 1986.
Page Link / Link Pagina
An English/Italian translation of the song will be provided as soon as possible. La traduzione in italiano e inglese della canzone sarà fornita quanto prima [AWS/CCG Staff]
Ada tanya dalam kepala
(continua)
(continua)
inviata da widi 17/4/2008 - 09:48
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
×