Penelope e Ulisse
Pubblicata nel 1982.
Penelope facev’a tela
(continua)
(continua)
inviata da Renato Stecca 19/4/2008 - 17:00
Canzone di Maddalena
Un anno sull'altipiano 2006
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Maddalena ha gli occhi puri
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 13:58
Inno della brigada
Un anno sull'altipiano 2006
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Siam la porta blindata della Nazione
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 13:47
Canzone del generale Leone
Un anno sull'altipiano 2006
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Sono il generale Leone
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 12:41
Partenza al fronte
Un anno sull'altipiano 2006
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu
Ora che son diventato tuo amante
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 12:14
Il dio dei denari
[2009]
Album: libertAria
Album: libertAria
E' in libreria Lavorare uccide, il libro che racconta il mio viaggio in Italia attraverso le morti sul lavoro. Come exergo del libro, e in coda, una canzone che ho scritto sulle donne che perdono il loro uomo sul lavoro. Si intitola Il dio dei denari, e farà parte del repertorio del mio nuovo progetto musicale Marco Rovelli LibertAria (al quale adesso, dopo l'immersione in questo libro, torno a lavorare con costanza).
Da:SBANDATIil blog musicale di Marco Rovelli
Da:SBANDATIil blog musicale di Marco Rovelli
L'angelo schiavo, accecato, impotente
(continua)
(continua)
inviata da adriana 19/4/2008 - 09:56
Il grido forte di una canzone
Il grido forte di una canzone
(testi e musica dei VIADIMEZZO - D. Nastasi )
Brano dedicato a tutti i bambini vittime delle guerre, privati della loro vita, dei loro sogni, dei loro giochi...se bastasse un grido fortissimo a porre fine all'orrore...
(testi e musica dei VIADIMEZZO - D. Nastasi )
Brano dedicato a tutti i bambini vittime delle guerre, privati della loro vita, dei loro sogni, dei loro giochi...se bastasse un grido fortissimo a porre fine all'orrore...
Prigioniero
(continua)
(continua)
inviata da Daniele Nastasi 18/4/2008 - 22:51
[Dei fatti ch'io vi narro ricordate]
[1921]
Testo di Donato Settimelli
su un motivo popolare
"Mio padre aveva studiato un po' da tenore con un maestro locale ed amava moltissimo le canzoni napoletane. Ma conosceva anche i modi popolari del paese e ricordo che sugli scontri coi fascisti e il suo arresto a Nizza (dove era fuggito) aveva anche scritto due canzoni che egli stesso cantava. La prima, eseguita su un modulo popolare molto diffuso dalle mie parti, rievocava l'arrivo al paese della squadraccia 'La disperata' comandata dal famigerato Amerigo Dumini (che nel 1924 assassinerà Matteotti) che aveva in precedenza saccheggiato la cooperativa di consumo ed era stata poi fronteggiata e respinta dagli Arditi del Popolo, del quale mio padre faceva parte."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 14. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Il paese del Porto di Mezzo si trova nel comune di Lastra a Signa, presso Firenze, al confine col comune di Scandicci.
Testo di Donato Settimelli
su un motivo popolare
"Mio padre aveva studiato un po' da tenore con un maestro locale ed amava moltissimo le canzoni napoletane. Ma conosceva anche i modi popolari del paese e ricordo che sugli scontri coi fascisti e il suo arresto a Nizza (dove era fuggito) aveva anche scritto due canzoni che egli stesso cantava. La prima, eseguita su un modulo popolare molto diffuso dalle mie parti, rievocava l'arrivo al paese della squadraccia 'La disperata' comandata dal famigerato Amerigo Dumini (che nel 1924 assassinerà Matteotti) che aveva in precedenza saccheggiato la cooperativa di consumo ed era stata poi fronteggiata e respinta dagli Arditi del Popolo, del quale mio padre faceva parte."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 14. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Il paese del Porto di Mezzo si trova nel comune di Lastra a Signa, presso Firenze, al confine col comune di Scandicci.
Dei fatti ch'io vi narro ricordate
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/4/2008 - 13:11
La Coca Cola
[1968]
Testo e musica di Leoncarlo Settimelli
"Nel 1968 ero chiaramente -agli occhi dei più- un "fuoricorso" della contestazione. Avevo 31 anni ma l'ampia calvizie, che compensavo con una barba rossiccia che mi ero fatta crescere da poco, mi faceva sembrare più vecchio. Quando per esempio bussavo al portone di una facoltà occupata, come quella di Magistero, in piazza della Repubblica a Roma, dove pure ero stato invitato, gli studenti addetti alla sorveglianza mi guardavano dallo spioncino sospettosi, osservavano l'eskimo verde e poi dicevano schifati: 'Ma tu sei un professore!'. Solo quando abbassavano gli occhi e vedevano la chitarra si decidevano ad aprire.
Quando si parla di quel fatidico anno, riesco con difficoltà ad inquadrare molti degli eventi che lo caratterizzarono, poiché essi furono tumultuosi e si sovrappongono nella mia memoria, inserendosi all'interno di un ampio percorso... (continua)
Testo e musica di Leoncarlo Settimelli
"Nel 1968 ero chiaramente -agli occhi dei più- un "fuoricorso" della contestazione. Avevo 31 anni ma l'ampia calvizie, che compensavo con una barba rossiccia che mi ero fatta crescere da poco, mi faceva sembrare più vecchio. Quando per esempio bussavo al portone di una facoltà occupata, come quella di Magistero, in piazza della Repubblica a Roma, dove pure ero stato invitato, gli studenti addetti alla sorveglianza mi guardavano dallo spioncino sospettosi, osservavano l'eskimo verde e poi dicevano schifati: 'Ma tu sei un professore!'. Solo quando abbassavano gli occhi e vedevano la chitarra si decidevano ad aprire.
Quando si parla di quel fatidico anno, riesco con difficoltà ad inquadrare molti degli eventi che lo caratterizzarono, poiché essi furono tumultuosi e si sovrappongono nella mia memoria, inserendosi all'interno di un ampio percorso... (continua)
Ho visto al cine una reclame
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/4/2008 - 12:51
Tutti parlano di Michele
Testo e musica di Leoncarlo Settimelli
(ca. 1971)
"L'emigrazione era sotto i nostri occhi, naturalmente, e a me fu la tragedia delle cosiddette 'vedove bianche' che finì per ispirarmi, e cioè la storia di quelle donne che non sapevano più niente del marito emigrato. In molti casi, ci dicevano, l'uomo aveva conosciuto una donna, magari una svizzera, o una tedesca, per di più benestante, ed aveva finito per restare a convivere con lei, non tornando più in Sicilia. La canzone che ne venne fuori era marcata da un ritmo di treno scandito su una tammorra tenuta sulle ginocchia."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 56. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
(ca. 1971)
"L'emigrazione era sotto i nostri occhi, naturalmente, e a me fu la tragedia delle cosiddette 'vedove bianche' che finì per ispirarmi, e cioè la storia di quelle donne che non sapevano più niente del marito emigrato. In molti casi, ci dicevano, l'uomo aveva conosciuto una donna, magari una svizzera, o una tedesca, per di più benestante, ed aveva finito per restare a convivere con lei, non tornando più in Sicilia. La canzone che ne venne fuori era marcata da un ritmo di treno scandito su una tammorra tenuta sulle ginocchia."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 56. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.
Tutti parlano di Michele
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/4/2008 - 12:34
The Union Song
This song highlights several themes and characteristics of the European Union, notably the lack of war between member countries since its creation.
The European Union’s got
(continua)
(continua)
inviata da Charles Goodger 18/4/2008 - 10:14
No me gusta la guerra
Un'assoluta chiccazza latinoamericana, una cumbia dove Rambo (interpretato da Diego Alione, il suo migliore imitatore nel mondo) depone schifato le armi e si mette a ballare con due signorine ignude porqué "A Rambo no le gusta la guerra!". Geniale!
A Rambo no le gusta la guerra
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 18/4/2008 - 08:17
We Believe
la canzone è stramitica....e il testo pieno di significato...troppo bella!!!!!!
17/4/2008 - 19:15
Timur Tengah I
In album "Aku Sayang Kamu",
released 1986.
Page Link / Link Pagina
released 1986.
Page Link / Link Pagina
An English/Italian translation of the song will be provided as soon as possible. La traduzione in italiano e inglese della canzone sarà fornita quanto prima [AWS/CCG Staff]
Ada tanya dalam kepala
(continua)
(continua)
inviata da widi 17/4/2008 - 09:48
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
Breva e Taiwan
2005
Dall'album "Bala e fa balà "
Una canzone dei Luf che, nel titolo, fa chiaramente il verso a Breva e tivàn di Davide Van De Sfroos.
Dall'album "Bala e fa balà "
Una canzone dei Luf che, nel titolo, fa chiaramente il verso a Breva e tivàn di Davide Van De Sfroos.
Si parte coi container si vola coi comballi
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 16/4/2008 - 18:48
Un Cavaliere
Testo e musica di Salvatore Azzaro
Una vita di battaglie, di lotte; sangue che scorre al suo passaggio e che gli lascia alle spalle il silenzio del buio e della morte. Una fuga verso la luce una vita mai vissuta, lasciandosi andare nei ricordi, vagando con i pensieri, succedersi visioni di buio e di luce, che proclamerà la sua vittoria nell’alba della nuova vita”.
Una vita di battaglie, di lotte; sangue che scorre al suo passaggio e che gli lascia alle spalle il silenzio del buio e della morte. Una fuga verso la luce una vita mai vissuta, lasciandosi andare nei ricordi, vagando con i pensieri, succedersi visioni di buio e di luce, che proclamerà la sua vittoria nell’alba della nuova vita”.
Un Cavaliere nella notte è aggrappato alla sua spada
(continua)
(continua)
inviata da Giuseppe 16/4/2008 - 18:24
Death & Destruction
Album: "The Last Sucker" (2007)
You go to war without a care in the world
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 16/4/2008 - 09:53
No Glory
Album: "The Last Sucker" (2007)
Un brano che non ha bisogno di molti commenti.
Un brano che non ha bisogno di molti commenti.
Greed
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 16/4/2008 - 09:51
The Last Sucker
Sempre da "The Last Sucker" (2007), la canzone che dà il tiolo all'album... dedicata, com'è ovvio, al Re dei Suckers: George W. Bush.
Born and raised in the USA
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 16/4/2008 - 09:48
The Dick Song
Sempre da "The Last Sucker" (2007), una canzone che non è dedicata al cazzo, ma a quel cazzaro guerrafondaio di Dick Cheney.
I've got something to get off my chest
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 16/4/2008 - 09:44
Life Is Good
Dall'album "The Last Sucker" (2007)
What do you say to the ones you love
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 16/4/2008 - 09:41
Let's Go
Dall'album "The Last Sucker" (2007)
Let’s go to the edge of disaster
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 16/4/2008 - 09:37
Cimitero di guerra
[1972]
Parole di Vito Paradiso
Musica di Gilberto Trama e Matteo Vitolli
Nell'LP intitolato “Io non so da dove vengo e non so dove mai andrò, uomo è il nome che mi han dato”
Parole di Vito Paradiso
Musica di Gilberto Trama e Matteo Vitolli
Nell'LP intitolato “Io non so da dove vengo e non so dove mai andrò, uomo è il nome che mi han dato”
Cimitero di guerra nel sole,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 15/4/2008 - 15:22
Why Can't We Be Friends?
IN QUELLA DI SMASHMOUTH NON E' VERO CHE OGNI DUETTO C'E' UNA QUARTINA DI "WHY CAN'T WE BE FRIENDS"
15/4/2008 - 13:20
Demain sera un autre jour
Demain sera un autre jour,
(continua)
(continua)
inviata da Carles Viadel 14/4/2008 - 11:40
Everybody Dreams On...
Everybody dreams on something,
(continua)
(continua)
inviata da Carles Viadel 14/4/2008 - 11:16
In The Middle Of A Volcano's Eye
I’m in the middle
(continua)
(continua)
inviata da Carles Viadel 14/4/2008 - 11:11
Fratello sole sorella luna
L'anno di pubblicazione è il 1972, gli autori sono Benjamin (testo) e Riz Ortolani (musica).
Il brano - il cui titolo ufficiale è "Fratello sole sorella luna" - fa parte della colonna sonora originale dell'omonimo film di Franco Zeffirelli, nella quale fu, per l'appunto, interpretato da un allora ventenne Claudio Baglioni, al pari degli altri due brani - composti dallo stesso tandem di autori - intitolati "Preghiera semplice" (altra CCG) e "Canzone di San Damiano".
Il testo di Benjamin si pone, a sua volta, come un libero adattamento del Cantico delle Creature.
Questa è la copertina del 45 giri:
Questa è invece la copertina - apribile - del 33 giri, completa di credits, tratta dal sito ufficiale di Claudio Baglioni:
http://www.baglioni.it/otmain.htm
La versione originale da studio si può ascoltare su YouTube al seguente link:
http://it.youtube.com/watch?v=caXDwPLi-ls
Eccone invece... (continua)
Il brano - il cui titolo ufficiale è "Fratello sole sorella luna" - fa parte della colonna sonora originale dell'omonimo film di Franco Zeffirelli, nella quale fu, per l'appunto, interpretato da un allora ventenne Claudio Baglioni, al pari degli altri due brani - composti dallo stesso tandem di autori - intitolati "Preghiera semplice" (altra CCG) e "Canzone di San Damiano".
Il testo di Benjamin si pone, a sua volta, come un libero adattamento del Cantico delle Creature.
Questa è la copertina del 45 giri:
Questa è invece la copertina - apribile - del 33 giri, completa di credits, tratta dal sito ufficiale di Claudio Baglioni:
http://www.baglioni.it/otmain.htm
La versione originale da studio si può ascoltare su YouTube al seguente link:
http://it.youtube.com/watch?v=caXDwPLi-ls
Eccone invece... (continua)
Alberta Beccaro - Venezia 14/4/2008 - 02:49
L'Italia di Piero
cristicchi 6 1 grande mi fai impazire e poi questa canzone............è splendida.LA SO A MEMORIA
fave46 12/4/2008 - 18:30
Bella Ciao
anonimo
Da ballata yiddish a inno partigiano il lungo viaggio di Bella ciao
di JENNER MELETTI da Repubblica Online
BORGO SAN LORENZO - In fin dei conti, svelare un segreto è costato solo due euro. "Nel giugno del 2006 ero al quartiere latino di Parigi, in un negozietto di dischi. Vedo un cd con il titolo: "Klezmer - Yiddish swing music", venti brani di varie orchestre. Lo compro, pagando appunto due euro. Dopo qualche settimana lo ascolto, mentre vado a lavorare in macchina. E all'improvviso, senza accorgermene, mi metto a cantare "Una mattina mi son svegliato / o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao...". Insomma, la musica era proprio quella di Bella ciao, la canzone dei partigiani. Mi fermo, leggo il titolo e l'esecutore del pezzo. C'è scritto: "Koilen (3'.30) - Mishka Ziganoff 1919". E allora ho cominciato il mio viaggio nel mondo yiddish e nella musica klezmer. Volevo sapere come... (continua)
12/4/2008 - 10:48
Yo vivo en un tiempo de guerra
IO VIVO IN UN TEMPO DI GUERRA
(continua)
(continua)
inviata da Kiocciolina 12/4/2008 - 07:22
Cruel War
[Testo di Peter, Paul and Mary]
GUERRA CRUDELE
(continua)
(continua)
inviata da Kiocciolina 12/4/2008 - 07:12
Brigante se more
La molla e' stata l'invsione peimontese...ti ricordo che
fu' il popolo che consegno' volontariamente i 2 celebri mazziniani,i fratelli bandiera,venuti per far insorgere
i contadini ai borboni,ad essere consegnati dagli stessi
popolani alle autorita' !!!
fu' il popolo che consegno' volontariamente i 2 celebri mazziniani,i fratelli bandiera,venuti per far insorgere
i contadini ai borboni,ad essere consegnati dagli stessi
popolani alle autorita' !!!
DuoSiciliano 11/4/2008 - 23:44
Mediterráneo
Questa la bella traduzione di Gino Paoli, di certo non letterale ma molto suggestiva come la sua interpretazione...
Da: Gino Paoli canta Serrat (1974)
Da: Gino Paoli canta Serrat (1974)
Mediterraneo
(continua)
(continua)
inviata da ninosk 11/4/2008 - 19:38
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