Zu Potsdam unter den Eichen
Zu Potsdam unter den Eichen
(continua)
(continua)
inviata da jacopo 29/8/2007 - 23:30
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Politik Kills
Trascritta all'ascolto... dall'album di prossima uscita (4 settembre), "La Radiolina"...
Politik kills
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 29/8/2007 - 22:39
Buffalo Soldier
Questa canzone è bellassima come lo è anche il cantante che l'ha scritta...Bob Marley sei stato, sei e sarai per sempre un mito...
Yle 29/8/2007 - 16:23
Cortez The Killer
Uno splendido pezzo. È vero che il ritratto fatto della società atzeca è idealizzato, ma la potenza del messaggio resta intatta. Comunque, la canzone è un lungo brivido elettrico.
marco musicbox 28/8/2007 - 14:36
Europamerica
Cantautore di grande sensibilità e umanità - interessantissimi i suoi testi e bellissime le musiche. purtroppo troppo spesso ignorato dai media
segio oneto 28/8/2007 - 12:49
Il massacro dei trecentoventi (Le Fosse Ardeatine)
anonimo
Le 335 vittime delle Fosse Ardeatine
1. Agnini Ferdinando - Studente di medicina.
2. Ajroldi Antonio - Maggiore del Regio Esercito.
3. Albanese Teodato - Avvocato.
4. Albertelli Pilo - Professore di filosofia.
5. Amoretti Ivanoe - Sottotenente in servizio permanente effettivo.
6. Angelai Aldo - Macellaio.
7. Angeli Virgilio - Pittore.
8. Angelini Paolo - Autista.
9. Angelucci Giovanni - Macellaio.
10. Annarumi Bruno - Stagnino.
11. Anticoli Lazzaro - Venditore ambulante.
12. Artale Vito - Tenente Generale d'artiglieria.
13. Astrologo Cesare - Lucidatore.
14. Aversa Raffaele - Capitano dei Carabinieri Reali.
15. Avolio Carlo - Impiegato (S.A.L.B.)
16. Azzarita Manfredi - Capitano di cavalleria.
17. Baglivo Ugo - Avvocato.
18. Ballina Giovanni - Contadino.
19. Banzi Aldo - Impiegato.
20. Barbieri Silvio - Architetto.
21.... (continua)
1. Agnini Ferdinando - Studente di medicina.
2. Ajroldi Antonio - Maggiore del Regio Esercito.
3. Albanese Teodato - Avvocato.
4. Albertelli Pilo - Professore di filosofia.
5. Amoretti Ivanoe - Sottotenente in servizio permanente effettivo.
6. Angelai Aldo - Macellaio.
7. Angeli Virgilio - Pittore.
8. Angelini Paolo - Autista.
9. Angelucci Giovanni - Macellaio.
10. Annarumi Bruno - Stagnino.
11. Anticoli Lazzaro - Venditore ambulante.
12. Artale Vito - Tenente Generale d'artiglieria.
13. Astrologo Cesare - Lucidatore.
14. Aversa Raffaele - Capitano dei Carabinieri Reali.
15. Avolio Carlo - Impiegato (S.A.L.B.)
16. Azzarita Manfredi - Capitano di cavalleria.
17. Baglivo Ugo - Avvocato.
18. Ballina Giovanni - Contadino.
19. Banzi Aldo - Impiegato.
20. Barbieri Silvio - Architetto.
21.... (continua)
Riccardo Venturi 28/8/2007 - 11:09
So Many Tears, So Many Flowers
COSI' TANTE LACRIME, COSI' TANTI FIORI
(continua)
(continua)
inviata da Kiocciolina 28/8/2007 - 05:46
Kanjon Drine
Ciao! Mi chiamo Mario, vivo a Torino sono appassionato di ogni angolo della ex-Yugoslavia (dove sono già stato 4 volte dal 1996), e ho scoperto i Zabranjeno Pušenje grazie a un viaggio recente e alla vostra bellissima traduzione di Kanjon Drine
Mi sono imbattuto di recente in un altra canzone, Fildžan viška, che merita di essere segnalata perché piena di nostalgia per la Sarajevo prima degli eventi 1992 ... un posto in cui si lasciava sempre una tazzina di caffé in più per gli ospiti o gli sconosciuti. Appartiene al primo album che gli Z.P. (intendo la parte del gruppo che è rimasta a Sarajevo, non chi ha seguito Kusturica a Belgrado) hanno scritto dopo la fine della guerra nel 1997.
Mi aiutereste molto se mi aiutaste a "ripulire" la traduzione dal serbo-croato-bosniaco (lo mastico appena e ho usato in larga parte un traduttore online ... dati i numerosi giochi di parole e i riferimenti... (continua)
Mi sono imbattuto di recente in un altra canzone, Fildžan viška, che merita di essere segnalata perché piena di nostalgia per la Sarajevo prima degli eventi 1992 ... un posto in cui si lasciava sempre una tazzina di caffé in più per gli ospiti o gli sconosciuti. Appartiene al primo album che gli Z.P. (intendo la parte del gruppo che è rimasta a Sarajevo, non chi ha seguito Kusturica a Belgrado) hanno scritto dopo la fine della guerra nel 1997.
Mi aiutereste molto se mi aiutaste a "ripulire" la traduzione dal serbo-croato-bosniaco (lo mastico appena e ho usato in larga parte un traduttore online ... dati i numerosi giochi di parole e i riferimenti... (continua)
27/8/2007 - 22:47
Drive the Yankee from Your Door
CONDUCETE GLI YANKEE FUORI DALLA VOSTRA PORTA
(continua)
(continua)
inviata da Kiocciolina 27/8/2007 - 20:26
Changes
Interpretazione di The Way It Is
Come on come on
(continua)
(continua)
inviata da Campo Oro Regna 27/8/2007 - 01:24
Ninna nanna delle dodici mamme
Grazie mille per questa magnifica canzone mia madre me la cantava quando ero piccina come ha fatto cn i miei 3 fratelli. e ora sono su questo sito per poter condividere anchio cn i miei bambini questa magnifica canzone...grazie
Chiara
Chiara
Chiara 26/8/2007 - 21:41
Le chat de la voisine
[1959]
Paroles: R. Lagary
Musique: Philippe-Gérard
© Emi Publishing France
Paroles: R. Lagary
Musique: Philippe-Gérard
© Emi Publishing France
C'è chi dice che, durante i brutti periodi -una guerra, una crisi, un frangente d'incertezza- bisognerebbe "divertirsi", magari con qualcosa di "leggero", di poco o pochissimo "impegnato". In effetti, proprio durante questi periodi è tutta una fioritura di motivetti allegri, di papaveri e papere, di margherite; cose fatte, si dice, per non pensare alle brutture che si hanno davanti agli occhi. Già ci sono, perché cantarle? Yves Montand non era uno che la pensava a questo modo. Meglio cantare la strofetta insulsa sul gatto della vicina che parlare del soldato che ha paura, dell'operaio sfruttato, della ragazza precocemente sfiorita da una vita dura? Non aveva dubbi, lui, il monsummanese di Francia. Ed ecco che ne venne fuori, con questa canzone "double face". [RV]
Le chat de la voisine
(continua)
(continua)
inviata da Silva 26/8/2007 - 19:10
Percorsi:
Gatti & gattacci
Pra não dizer que não falei das flores
sono brasiliano e vivo in italia da 20 anni, e posso dire che la traduzione fatta di "Pra nao dizer que nao falei das flores" di Geraldo Vandré e demenziale, lui ha cambiato tutta la musica a suo piacimento, non rispetta per niente l'originale, è un altra musica, la sua, e non una traduzione come dovrebe essere.
(fernando)
A quale traduzione ti stai riferendo? A quella di Sergio Endrigo? Dispiace sentire parole del genere, perché Sergio Endrigo è stato uno dei più grandi cantautori italiani (peraltro conosciutissimo anche in Brasile e in tutta l'America Latina). Non mi piace, te lo dico sinceramente, sentire rivolgere l'epiteto di "demenziale" ad una sua versione magari non troppo fedele all'originale, ma comunque bella. Non mi piace, non lo trovo giusto e, inoltre, non mi sembra, caro Fernando, che tu abbia ben presente una cosa fondamentale: quando un artista prende una canzone di un... (continua)
(fernando)
A quale traduzione ti stai riferendo? A quella di Sergio Endrigo? Dispiace sentire parole del genere, perché Sergio Endrigo è stato uno dei più grandi cantautori italiani (peraltro conosciutissimo anche in Brasile e in tutta l'America Latina). Non mi piace, te lo dico sinceramente, sentire rivolgere l'epiteto di "demenziale" ad una sua versione magari non troppo fedele all'originale, ma comunque bella. Non mi piace, non lo trovo giusto e, inoltre, non mi sembra, caro Fernando, che tu abbia ben presente una cosa fondamentale: quando un artista prende una canzone di un... (continua)
26/8/2007 - 14:12
You Can't Stop the Sun
NON POTETE FERMARE IL SOLE
(continua)
(continua)
inviata da Kiocciolina 25/8/2007 - 21:27
Aria di rivoluzione
Non avevo mai sentito questa canzone, da brividi. Neanche io sono una "battiatista" ma questa è davvero impressionante.
Alice S. 25/8/2007 - 21:01
I Can't Write Left Handed
NON POSSO SCRIVERE CON LA MANO SINISTRA
(continua)
(continua)
inviata da Kiocciolina 25/8/2007 - 21:01
The Ballad Of Sacco And Vanzetti, Part Two
Sacco e Vanzetti, una sporca faccenda nell'America della pena capitale
di Andrea Camilleri
da Repubblica Online, 24 agosto 2007
Il secolo che ci siamo lasciati alle spalle appena sette anni fa è stato brillantemente descritto dallo storico britannico Eric Hobsbawm "il secolo breve". Una definizione forse più esatta, però, sarebbe "il secolo compresso", perché mai un periodo di 100 anni ha visto così tante guerre mondiali, così tanti progressi scientifici e tecnologici, così tante rivoluzioni, così tanti eventi epocali ammonticchiati l'uno sull'altro. Il secolo passato sembra come una valigia troppo piccola per contenere tutto quello che è successo: è troppo piena di vestiti vecchi, e ce ne sono alcuni che ci impediscono di chiuderla e metterla via in soffitta una volta per tutte. Uno di questi è il caso di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Nel secolo trascorso, milioni di uomini e donne... (continua)
di Andrea Camilleri
da Repubblica Online, 24 agosto 2007
Il secolo che ci siamo lasciati alle spalle appena sette anni fa è stato brillantemente descritto dallo storico britannico Eric Hobsbawm "il secolo breve". Una definizione forse più esatta, però, sarebbe "il secolo compresso", perché mai un periodo di 100 anni ha visto così tante guerre mondiali, così tanti progressi scientifici e tecnologici, così tante rivoluzioni, così tanti eventi epocali ammonticchiati l'uno sull'altro. Il secolo passato sembra come una valigia troppo piccola per contenere tutto quello che è successo: è troppo piena di vestiti vecchi, e ce ne sono alcuni che ci impediscono di chiuderla e metterla via in soffitta una volta per tutte. Uno di questi è il caso di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Nel secolo trascorso, milioni di uomini e donne... (continua)
Riccardo Venturi 24/8/2007 - 12:05
Pitzinnos in sa gherra
Ho sentito questa canzone in un bar a Cala Gonone e mi sembrava una canzone da sempre conosciuta!!
E veramente bella da quel giorno non ho fatto altro ke ascoltarla ed ora so anke le parole e la traduzione!!
Queste sono le canzoni ke fanno grande il panorama musicale italiano!!! Grazie
Ciao a tutti
E veramente bella da quel giorno non ho fatto altro ke ascoltarla ed ora so anke le parole e la traduzione!!
Queste sono le canzoni ke fanno grande il panorama musicale italiano!!! Grazie
Ciao a tutti
Eva(ROMA) 23/8/2007 - 22:10
Theme From Schindler's List
[1993]
by John Williams
Presentiamo qui esclusivamente in video (trattandosi di un pezzo strumentale) la celebre colonna sonora del film di Steven Spielberg, vincitrice del Premio Oscar per la migliore soundtrack nel 1993. Il film non ha nessun bisogno né di presentazione, né di commento; ma chi proprio non lo conoscesse può leggersi la sua scheda su Wikipedia.
by John Williams
Presentiamo qui esclusivamente in video (trattandosi di un pezzo strumentale) la celebre colonna sonora del film di Steven Spielberg, vincitrice del Premio Oscar per la migliore soundtrack nel 1993. Il film non ha nessun bisogno né di presentazione, né di commento; ma chi proprio non lo conoscesse può leggersi la sua scheda su Wikipedia.
inviata da Silva 23/8/2007 - 21:04
Le déserteur
SVEDESE / SWEDISH / SUÉDOIS [2] - Lars Forssell
"Jag står här på ett torg" ("sto qui in una piazza") - la libera versione svedese del poeta e cantautore svedese Lars Forssell (1958). Pur mantenendo la musica originale, è piuttosto un'amara canzone contro la guerra e sulla responsabilità dei potenti (vi si nomina espressamente De Gaulle). La canzone di una donna che ha perso il suo uomo in guerra e si pone certe domande. Si noti che la canzone di Boris Vian era nota a Lars Forssell nel 1958, ovvero nel suo "periodo di oblio" dopo la censura. E' stata approntata di seguito al testo una traduzione italiana.
Lars Forssell è scomparso lo scorso 26 luglio 2007 all'età di 79 anni.
"Jag står här på ett torg" ("I am here in a square") - a free version by the Swedish folksinger and poet Lars Forssell (1958). Though keeping the original tune, it is rather a bitter meditation against war and on the... (continua)
"Jag står här på ett torg" ("sto qui in una piazza") - la libera versione svedese del poeta e cantautore svedese Lars Forssell (1958). Pur mantenendo la musica originale, è piuttosto un'amara canzone contro la guerra e sulla responsabilità dei potenti (vi si nomina espressamente De Gaulle). La canzone di una donna che ha perso il suo uomo in guerra e si pone certe domande. Si noti che la canzone di Boris Vian era nota a Lars Forssell nel 1958, ovvero nel suo "periodo di oblio" dopo la censura. E' stata approntata di seguito al testo una traduzione italiana.
Lars Forssell è scomparso lo scorso 26 luglio 2007 all'età di 79 anni.
"Jag står här på ett torg" ("I am here in a square") - a free version by the Swedish folksinger and poet Lars Forssell (1958). Though keeping the original tune, it is rather a bitter meditation against war and on the... (continua)
Jag står här på ett torg.
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/8/2007 - 17:38
Tears Are Falling Down
A great folk song with Marino Severini (Gang) as special guest
The night is full of scary sounds
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo 23/8/2007 - 16:30
Only Starlight
Songwriter: Sara Marlowe
Da/From New Songs For Peace
Da/From New Songs For Peace
How beautiful is this day, when everything familiar has changed
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/8/2007 - 15:00
Guerra di merda
Ammesso che tu sia davvero "quel" Ferretti Lindo Giovanni, mi pregio di dirti che fai cacare tu, in blocco e senza remissione.
Riccardo Venturi 22/8/2007 - 22:48
Soomalaay dirira
Somali exiles use music to slam war
NAIROBI: Upon entering a tiny recording studio in a grimy Nairobi building, Felis removes her face veil, slides headphones onto her ears and starts singing in a high voice: “Girls are raped. Warlords are to blame”.
Over a soundtrack of world music and rap, Felis Abdi and the group Waayaha Cusub, made up of some 20 young Somali refugees, crudely slam the war that has torn up their country for 16 years, almost all their lives.
“All the people have been killed. Let us repair the country. There is no school, there is no peace,” sings Waayaha Cusub, which means “New Era” in Somali.
“People listen to you more when you sing than when you speak,” says Abdiwali Ibrahim Garyare, one of the group’s singers, who has lived in Kenya for 17 years.
“We can make a difference because the young generation listens to us,” adds 17-year-old Felis, who has a gap between... (continua)
Soomalaay diriroo dagaalama
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/8/2007 - 15:03
Dhib iyo qaxar
Somali exiles use music to slam war
NAIROBI: Upon entering a tiny recording studio in a grimy Nairobi building, Felis removes her face veil, slides headphones onto her ears and starts singing in a high voice: “Girls are raped. Warlords are to blame”.
Over a soundtrack of world music and rap, Felis Abdi and the group Waayaha Cusub, made up of some 20 young Somali refugees, crudely slam the war that has torn up their country for 16 years, almost all their lives.
“All the people have been killed. Let us repair the country. There is no school, there is no peace,” sings Waayaha Cusub, which means “New Era” in Somali.
“People listen to you more when you sing than when you speak,” says Abdiwali Ibrahim Garyare, one of the group’s singers, who has lived in Kenya for 17 years.
“We can make a difference because the young generation listens to us,” adds 17-year-old Felis, who has a gap between... (continua)
Anigoon maryaha xiran aqoon oon martabad gaarin
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/8/2007 - 15:01
Dadka yaa xasuuqay
Somali exiles use music to slam war
NAIROBI: Upon entering a tiny recording studio in a grimy Nairobi building, Felis removes her face veil, slides headphones onto her ears and starts singing in a high voice: “Girls are raped. Warlords are to blame”.
Over a soundtrack of world music and rap, Felis Abdi and the group Waayaha Cusub, made up of some 20 young Somali refugees, crudely slam the war that has torn up their country for 16 years, almost all their lives.
“All the people have been killed. Let us repair the country. There is no school, there is no peace,” sings Waayaha Cusub, which means “New Era” in Somali.
“People listen to you more when you sing than when you speak,” says Abdiwali Ibrahim Garyare, one of the group’s singers, who has lived in Kenya for 17 years.
“We can make a difference because the young generation listens to us,” adds 17-year-old Felis, who has a gap between... (continua)
Dadka yaa xasuuqay
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/8/2007 - 14:58
L'Internationale
BIRMANO [2] / BURMESE [2]
Versione birmana dell'Internazionale di Billy Bragg, segnalata e contribuita da Arisztid.
Da Questo blog. La versione è riprodotta con un'immagine snapshot png data la sopravvenuta indisponibilità del font Zawgyi da utilizzare.
Burmese version of Billy Bragg's Internationale contributed by Arisztid.
From This blog. As the Zawgyi font is no more available for download, the version is displayed with a snaphsot png image.
Versione birmana dell'Internazionale di Billy Bragg, segnalata e contribuita da Arisztid.
Da Questo blog. La versione è riprodotta con un'immagine snapshot png data la sopravvenuta indisponibilità del font Zawgyi da utilizzare.
Burmese version of Billy Bragg's Internationale contributed by Arisztid.
From This blog. As the Zawgyi font is no more available for download, the version is displayed with a snaphsot png image.
inviata da Arisztid 22/8/2007 - 00:37
Le ragazze lungo il fiume
[2007]
Testo e musica di Massimiliano Larocca
Inedito
Canzone dettatami direttamente da Massimiliano, Firenze, via del Ponte alle Mosse 25 a casa dell'Eleonora, ore 23.34 del 20 agosto 2007. Farà parte di un prossimo album. Due sere fa Massimiliano così l'ha introdotta: "Ci sono molti modi per scrivere una canzone contro la guerra. Io ho immaginato un ragazzo, un giovane soldato, che per un attimo lascia il fucile e scende al canale dove ci sono delle ragazze che lavano." Un momento di tregua e di sogno per un ragazzo che guarda delle sue coetanee "scambiarsi letture e segreti", immaginare per un momento che non ci siano le armi e la guerra. Aggiungiamo: una delicata e bella canzone in pieno stile larocchiano, che rimanda dritta alle stesse atmosfere di Nel nome della bella, quella I guerra mondiale strettamente legata al discorso della civiltà contadina che è uno dei capisaldi del cantautore fiorentino caro a Dino Campana. [RV]
Testo e musica di Massimiliano Larocca
Inedito
Canzone dettatami direttamente da Massimiliano, Firenze, via del Ponte alle Mosse 25 a casa dell'Eleonora, ore 23.34 del 20 agosto 2007. Farà parte di un prossimo album. Due sere fa Massimiliano così l'ha introdotta: "Ci sono molti modi per scrivere una canzone contro la guerra. Io ho immaginato un ragazzo, un giovane soldato, che per un attimo lascia il fucile e scende al canale dove ci sono delle ragazze che lavano." Un momento di tregua e di sogno per un ragazzo che guarda delle sue coetanee "scambiarsi letture e segreti", immaginare per un momento che non ci siano le armi e la guerra. Aggiungiamo: una delicata e bella canzone in pieno stile larocchiano, che rimanda dritta alle stesse atmosfere di Nel nome della bella, quella I guerra mondiale strettamente legata al discorso della civiltà contadina che è uno dei capisaldi del cantautore fiorentino caro a Dino Campana. [RV]
Le ragazze lungo il fiume
(continua)
(continua)
20/8/2007 - 23:39
Simple Song Of Freedom
UNA SEMPLICE CANZONE DI LIBERTÀ
(continua)
(continua)
inviata da Kiocciolina 20/8/2007 - 17:15
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Text: Bertolt Brecht. Musik: Kurt Weill
Lyrics: Bertolt Brecht. Music: Kurt Weill
Testo: Bertolt Brecht. Musica: Kurt Weill
Interpreti / Performers:
Lotte Lenya
Ute Lemper
Milva
Faceva originalmente parte del Berliner Requiem (Requiem Berlinese), "piccola cantata dopo le poesie di Brecht", commissionato dalla Reichs-Rundfunkgesellschaft per essere trasmesso dalla stazione radio di Francoforte. Fu eseguito per la prima volta nel maggio del 1929. La canzone fu scritta soltanto per voci maschili, con accompagnamento di orchestra a fiati; fu poi arrangiata come "coro operaio" per le corali amatoriali (ora come allora diffusissime in Germania). Dopo la morte di Weill, il direttore d'orchestra Walter Goehr eseguì un altro arrangiamento per voce solista, espressamente per Lotte Lenya.
This piece was part of the original Berliner Requiem, "a little cantata after poems by Brecht",... (continua)