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Titanic

Titanic
da Titanic [1982]
Testo e musica di Francesco De Gregori
Lyrics and Music by Francesco De Gregori

Festaiola, irriverente, metà rumba, metà fox trot, intrisa della stessa falsa allegria che circola fra i saloni del "Titanic" è la canzone che dà titolo all'album. Anche qui si procede per contrasti evidenti, anche qui due sono le umanità rappresentate, quella di terza classe e quella di lusso. Gran parte della narrazione è occupata dai pensieri liberi del "cafone", dell'emigrante che in felice ironia, quasi non si accorge del trattamento spaventoso che sta subendo, emozionato com'è per cose che non ha mai visto e per la prospettiva di un futuro migliore ("Ma chi l'ha detto che in terza classe si viaggia male? Questa cuccetta sembra un letto a due piazze ci si sta meglio che in ospedale"); più la descrizione va avanti e più appare fantozziana, grottesca da un lato, patetica dall'altro ("A... (continua)
La prima classe costa mille lire,
(continua)
inviata da Renato Stecca 6/5/2007 - 23:26
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L'abbigliamento di un fuochista

L'abbigliamento di un fuochista
[1982]
dal disco "Titanic"
Testo e musica di Francesco De Gregori
Interpretata assieme a Giovanna Marini



[...]De Gregori si sofferma ancora su quella notte calma è tranquilla all'apparenza, prima della tragedia, con Centocinquanta stelle, "una notte così amichevole da dormire in un sacco a pelo" recita la canzone; ma più di tutte rende l'idea la bellissima L'abbigliamento di un fuochista, che fa il verso alle grandi canzoni popolari dell'Italia d'inizio secolo: "Ma mamma a me mi rubano la vita quando mi mettono a faticare per pochi dollari le caldaie sotto il livello del mare" dell'illusione di un ragazzo "in questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare" alla disperazione di una madre "in questo Atlantico cattivo figlio mai dimenticato". Un vero capolavoro che de gregori canta quasi sempre nei suoi concerti.

Dalla recensione di T.V. su DeBaser

Tre, si è detto, sono... (continua)
Figlio con quali occhi,
(continua)
inviata da Renato Stecca 6/5/2007 - 23:21
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L'altro giorno andando in Francia

anonimo
Un altro canto che fa parte storicamente del repertorio di Gualtiero Bertelli.
L’altro giorno andando in Francia
(continua)
inviata da Renato Stecca 6/5/2007 - 22:52
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Trenta giorni di nave a vapore

anonimo
Trenta giorni di nave a vapore
Un famoso canto che fa parte storicamente del repertorio di Gualtiero Bertelli. Ne ha dato un'interpretazione in italiano anche Caetano Veloso. Recentissima l'interpretazione dei Del Sangre nell'album Vox Populi.

"La prima grande emigrazione di massa (1876-1900) parte dalle zone più povere dell’Italia del Nord-Est: Veneto, Friuli e soprattutto da tutta la zona alpina. In inverno molti contadini, non potendo trovare lavoro nelle campagne, partivano per il Sud America affrontando un viaggio di parecchi giorni con la nave a vapore. In Argentina e in Brasile venivano assunti come stagionali per la raccolta del caffè e per la mietitura. Non pochi finivano per stabilirsi definitivamente in questi paesi fondando colonie con lingua e cultura italiane. Questa canzone popolare, di quel secolo, esprime con molta semplicità gli stati d’animo di questa gente: il disagio dell'emigrante misto all'orgoglio per il contributo dato allo sviluppo di quel paese lontano." - Francesco Senia.

Trenta giorni di nave a vapore
(continua)
inviata da Renato Stecca 6/5/2007 - 22:48
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Let Me Bleed

Let Me Bleed
Da:Piazza Carlo Giuliani.org
Luca Francesconi su testi di Attilio Bertolucci
Let meBleed
Quasi un Requiem per Carlo Giuliani
Opera per coro a cappella eseguito dal Coro della Radio Svedese
(Luca Francesconi)
Let Me Bleed per coro misto
Quasi un Requiem per Carlo Giuliani, assassinato dai carabinieri a Genova - 20 luglio 2001
su testi di Attilio Bertolucci e dell'autore
Let me bleed
(continua)
inviata da adriana 6/5/2007 - 18:22
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Achille

Achille
[17 settembre 2005]
Testo di Paolo Talanca
Lyrics by Paolo Talanca

Musica di Marco Di Pasquale
Music by Marco di Pasquale

"Intervengo solo incidentalmente alla tua mail.
Te la ricordi questa?

Nacque da quel tuo pezzo in prosa sul muro israeliano. Bene, il testo ha finalmente una musica ed è diventata una canzone a tutti gli effetti, secondo me pure bella :-), però ovviamente sono di parte.

Nei prossimi tempi provvederò a registrarla "a modino" - perdona il mio livornese ma è mutuato unicamente dai film di Virzì - e ad arrangiarla in modo almeno decente. Poi mi piacerebbe trovasse posto nel sito delle CCG. In fondo, è, credo, il primo caso di una canzone nata ad opera di persone che non si sono mai viste :-)

A presto dunque
Paolo Talanca, da una mail alla mailing list "Fabrizio", 6 maggio 2007. [RV]
Ti scrivo, Ettore caro, da una casa
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 6/5/2007 - 13:59




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