Poiché questo sito non è e non deve essere terreno per nazionalismi balcanici vari (casomai l'esatto contrario), né di presupposte offese all'orgoglio etnico/linguistico con relative indignazioni, e seguendo una ben precisa richiesta della d.sa Tijana Mrkić, la versione di "Akuaduulza" da lei effettuata nella propria lingua materna è stata rimossa assieme ai relativi commenti. Per chi volesse consultarla, rimandiamo al sito originario cauboi.it. Avvertiamo che eventuali ulteriori commenti non strettamente attinenti alla canzone ed alle traduzioni ancora presenti non saranno più approvati.
ho 44 anni mi chiamo stefano e sono cresciuto con le dolci melodie di peter e company,ogni volta che li riascolto è come tuffarmi in una soave poesia trasportato dalle loro note(ora sono degnamente rinati nelle vesti dei musical box)andate a vederli sono magici..
Caro Riccardo
Scusa se ti do del "tu" ma non amo i formalismi.
Vorrei con profondo spirito d'umilta' farti conoscere il "mio" Gesu' di Nazareth,quello che :
"Ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili. (Lc 1, 52)
Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote. (Lc 1, 53)
E proprio attraverso gli umili,i poveri,i diseredati,gli emarginati che ho incontrato Cristo in tutti i Korogocho del mondo.E se Gesu' non fosse stato il primo a praticare la non violenza in quella Galilea oppressa e umiliata dall'imperialismo romano in nome di un universale concetto di fratellanza e amore ???
Certo,anche a me di fronte alle ingiustizie,alle violenze e ai soprusi di cui sono stato testimone non ho potuto fare a meno di chiedermi : Dio, ci sei, è impossibile che non intervenI di fronte ad una sofferenza così atroce ?
Ma oggi Dio è impotente, è malato,ma oggi... (continua)
Alex Zanotelli 11/11/2007 - 03:29
Caro Alex,
qui, come dire, finalmente ti vedo. Formalismi? Non mi conosci. Se potessi, eliminerei da tutte le lingue che le hanno le cosiddette "forme di cortesia", la cui vera natura non è la gentilezza, ma la distanza. Farei come in islandese, o in ebraico, dove i "lei" e i "voi" non esistono. Posso garantirti che hai a che fare con la persona meno formale di questa terra.
Dicevo che qui ti vedo, con la tua storia.
E dovremmo allora parlare della non-violenza che propugni, e che cerchi di testimoniare (quindi di vivere) con le tue azioni.
Ho rispetto della non-violenza; e non potrebbe essere altrimenti. Ne ho rispetto come metodo, come strumento di lotta, come risposta coerente alla violenza del potere. A condizione che non venga imposta come unica possibilità o addirittura come dogma. Ho purtroppo avuto a che fare, nella mia condizione di sconosciuto che a tutto aspira fuorché ad... (continua)