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Prima del 2005-3-31

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Un'importantissima canzone di Léo Ferré tratta da una poesia di Arthur Rimbaud: Le dormeur du val, che ha dei precisi echi nella Guerra di Piero di Fabrizio de André.
Riccardo Venturi 29/3/2005 - 19:41
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Bleed For Me

Bleed For Me
You've been hanging 'round
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/3/2005 - 23:26
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Brother, Can You Spare A Dime?

Brother, Can You Spare A Dime?
Riprendo il testo da:

http://www.ocap.ca/songs/sparedim.html

"Brother, Can You Spare a Dime?", also called "Buddy, Can You Spare a Dime?", was one of the best-known American songs of the Great Depression.

Written in 1931 by lyricist Yip Harburg and composer Jay Gorney, "Brother, Can You Spare a Dime?" was part of the 1932 musical New Americana. It became best known, however, through recordings by Bing Crosby and Rudy Vallee. Both versions were released right before Franklin Delano Roosevelt's election to the presidency and both became number one hits on the charts. The Warner Bros. Crosby recording became the best-selling record of its period, and came to be viewed as an anthem of the shattered dreams of the era. No song better captures the dark spirit of this period in time.

The song was also recorded more recently by the singer George Michael for his album Songs from the Last Century.
(Wikipedia)
They used to tell me
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/3/2005 - 23:24
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Bodyguard

Bodyguard
Scritta da David Hinds.

Riprendo il testo da:

http://www.ocap.ca/songs/bodyguard.html
Every time you meet the public
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/3/2005 - 23:21
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And We Thought That Nation-States Were a Bad Idea

And We Thought That Nation-States Were a Bad Idea
Album: Less Talk, More Rock - 1996
"Publically subsidized, privately profitable!"
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/3/2005 - 22:53
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Chicago (We Can Change The World)

Chicago (We Can Change The World)
[1971]
Da/From "Songs for Beginners" (1971)
Live version on "Four Way Street" (1971) by Crosby, Stills, Nash & Young

L'evento a cui si riferisce la canzone di Graham Nash è la convention democratica di fine agosto 1968, nella quale il partito democratico americano doveva decidere il candidato da opporre al repubblicano Richard Nixon, dopo la rinuncia a ricandidarsi da parte del presidente in carica Lyndon Johnson, travolto dalla opposizione alla guerra del Vietnam.

La partecipazione dei giovani, organizzata da David Dillinger (presidente del comitato contro la guerra), Abbie Hoffman e Jerry Rubin (capi del partito YIPPIES - Youth International Party), Tim Hayden e Rennie Davis, leader del movimento SDS (Students for a Democratic Society), Bobby Seale, leader del movimento anti-razzista radicale Black Panthers (pantere nere), aveva lo scopo di imporre una piattaforma pacifista al candidato... (continua)
So your brother's bound and gagged
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/3/2005 - 22:47
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Society's Child (Baby I've Been Thinking)

Society's Child (Baby I've Been Thinking)
(1967)

This is the song that put Janis Ian on the map. She composed it at age fifeteen, about observation she had made within her neighborhood. The original title was "Baby I've been Thinking". After the song had been turned down by twenty-two record companies, Verve/Folkaways rekeased it. Most radio stations found it too hot to handle, with its message about interracial romance. It took Leonard Bernstein's featuring Janis and the song on his show Inside Pop: A Rock Revolution for the song to take off and make its way up the Billboard charts. She remembers being a teenager and receiving numerous threats, "a lot of bomb threats, a lot of envelopes with razor blades. It was scary. I didn't understand people wanting to hurt me". It was years before she felt comfortable performing in the South.

(Jeff Place, liner notes from Classic Protest Songs from Smithsonian Folkways)

Come to my door, baby,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/3/2005 - 22:43
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Abraham, Martin And John

Abraham, Martin And John
(Dick Holler)

Abraham Lincoln is among the nation's most prized and beloved personages. A man of nobility and leadership, he grew up among the impoverished and uneducated.Through perseverance he attained great knowledge of life and love for the American people.

"Liberalism is not so much a party creed or set of fixed platform promises as it is an attitude of mind and heart, a faith in man's ability through the experiences of his reason and judgment to increase for himself and his fellow men
the amount of justice and freedom and brotherhood which all human life deserves."... (John Kennedy)

Martin Luther King Jr. was able to express the inner anxieties of the oppressed black nation of the 1950's-1960's
and stands as one of the founders of present day society.
He was driven by his belief of justice and equality for those who were given none.
Has anybody here seen my old friend Abraham?
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/3/2005 - 22:35
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Vigilante Man

Vigilante Man
Have you seen that vigilante man?
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/3/2005 - 22:25
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When The Ship Comes In

When The Ship Comes In
Dall'album "The Times They Are A-Changin'" (1964)

La canzone sembra essere stata ispirata a Dylan da una canzone dall' "Opera da tre soldi" di Bertolt Brecht, "Lied der Seeräuber-Jenny", in italiano "Jenny dei Pirati". Afferma Suze Rotolo, uno dei primi amori di Bob Dylan (nonché la ragazza che con lui appare sulla copertina di "The Freewhelin' Bob Dylan"): "Il mio interesse per Brecht costituì certamente un'influenza per Bob. Stavo lavorando per il Circle in the Square Theatre, ed egli veniva a sentire tutte le nostre rappresentazioni. Rimase molto colpito dalla canzone per la quale è divenuta famosa Lotte Lenya, Jenny dei Pirati".

(Da Maggie's Farm, il sito italiano di Bob Dylan)

When the ship comes in (Quando la nave attraccherà) è una canzone molto poco conosciuta dal pubblico italiano, nonostante sia una delle più significative e belle creazioni dell'autore nel suo primo periodo,... (continua)
Oh the time will come up
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/3/2005 - 22:23
Non perdetevi una sentita e realistica versione in livornese di Masters of War!
Riccardo Venturi 28/3/2005 - 19:29

Vrede voor de Balkan

Vrede voor de Balkan
On music from "Тебе поём", a Russian Orthodox song, one of the Strijdkoor Kontrarie choir members expressed his feelings about the war in Bosnia.

Sulla musica di "Тебе поём", un canto russo ortodosso, un membro dello Strijdkoor Kontrarie ha espresso i suoi sentimenti sulla guerra in Bosnia.
Hoe kon dat zijn? Hoe kon dat mog’lijk zijn?
(continua)
inviata da Paul Fontaine 28/3/2005 - 12:11
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We Have All The Time In The World

We Have All The Time In The World
[1966]

Testo di Hal David
Musica è di John Barry

Lyrics by Hal David
Music by John Barry

Un'altra celeberrima canzone di pace di Louis Armstrong, che davvero non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Probabilmente una delle dieci o venti canzoni più famose al mondo...
We have all, the time in the world
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/3/2005 - 21:29
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Zdravljica

Zdravljica
Inno nazionale Sloveno

Musica di Stanko Premrl

La giovane Repubblica di Slovenia - indipendente dal 1991 - ha un bell'inno, che parla di pace e di vino, ripreso da questa poesia di France Prešeren, che si intitola "Zdravljica" cioè "Un brindisi".

In realtà solo la settima strofa (quella in neretto) è l'inno nazionale vero e proprio, ma riportiamo qui l'intera poesia.

«Il Brindisi a tutte le genti di buona volontà è stato scritto nel 1844. Il poeta esprime in esso la propria libera coscienza nazionale e le proprie scelte politiche contribuendo all'affermazione dell'idea della Slovenia Unita, trasformata in programma politico nazionale dalla rivoluzione del marzo 1848.
Il Brindisi diventato parte integrante della lotta per il risveglio nazionale e sociale sloveno e dello sviluppo della coscienza nazionale e del nuovo internazionalismo.
La parte della poesia che diventata inno della... (continua)
Spet trte so rodile,
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 27/3/2005 - 19:46
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Szeretni valakit valamiért

Szeretni valakit valamiért
[1999]
Album: Az évtized dalai
Disc 1: Szerelmes dalok
("Le canzoni del decennio
Disco 1: Canzoni d'amore")


Una canzone "peace and love" nel più classico stile e con l'ancora più classico "C'è la pace! Scorda ogni guerra!" (Béke van, felejts el minden háborút!). Purtroppo nessuno sembra essersene accorto, e le guerre è difficile scordarle...ad ogni modo una canzone che, nel suo paese, è stata un grandissimo successo. [RV]
Hosszú az út, míg a kezem a kezedhez ér.
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/3/2005 - 15:30
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Ballada a fegyverkovács fiáról

Ballada a fegyverkovács fiáról
[1972]
Testo di Anna Adamis
Musica di Gábor Presser

Szavak: Adamis Anna
Zene: Presser Gábor


Un'amarissima canzone su un figlio predestinato dal padre a diventare, come lui, un fabbricante d'armi. Il figlio cresce e si ribella, in lui cresce la coscienza di quale terribile potere abbiano le armi, e di quanti lutti e dolore esse siano lo strumento. Lascia tutto, e se ne va per il mondo a predicare sottovoce pace, deriso da tutti.
Alla fine, si arrende. Torna come "figliol prodigo", disilluso e il padre gli fa "aprire gli occhi".
Quanti fabbricanti d'armi, quanti facitori di morte avranno "aperto gli occhi" nel medesimo modo? Quanti di loro, in gioventù, sognavano un mondo senz'armi? [RV]
Tél fut az éjen át, nyílik a jégvirág,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/3/2005 - 15:18

Hova száll a szürke varjú

anonimo
Hova száll a szürke varjú

Questa bella canzone contro la guerra sembra...non avere pace. Rimasta a lungo senza alcuna traduzione e di attribuzione anonima, è stata poi per errore attribuita a Péter Gerendás e infine, grazie alle ulteriori precisazioni dell'amica Laura (oramai da tempo la nostra referente per la sezione ungherese, ed alla quale dobbiamo anche un'ottima traduzione italiana) siamo in grado di situarla un po' meglio. Si tratta infatti di una canzone ("mozgalmi") del movimento operaio ungherese. Sui suoi punti di contatto con Dove vola l'avvoltoio sono in corso ricerche sia da parte nostra che di Laura.[RV]
Hova száll a szürke varjú,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/3/2005 - 15:13
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Bella Ciao

anonimo
Bella Ciao
12. Bella Ciao (Versione ungherese)
12. Bella Ciao (Hungarian version)

La Versione ungherese di "Bella Ciao" cantata tradizionalmente. E' ripresa da questa pagina.
The version of "Bella Ciao" traditionally sung in Hungary. It it reproduced from this page



Non è stato semplice reperire notizie sull'origine di questa versione ungherese. Secondo questa fonte:

“Több magyar fordítása is van, a legismertebbet - amit mi is énekelünk az előadásban - többek között a Gyermekvasút (régebbi nevén Úttörővasút) fiatal vasutasai által énekelt dalok közé tartozik, amit a vasutasképzés során elsajátítanak. Erről Hudetznét játszó Anikó mesélt, aki gyerekkorában úttörővasutas volt.”

“Esistono anche diverse traduzioni ungheresi, la più nota delle quali -che cantiamo anche nello spettacolo [si tratta della pagina dedicata allo spettacolo A végítélet napja di Ödön von Horváth messo in scena dal Föld Színház,... (continua)
Eljött a hajnal, elébe mentem,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/3/2005 - 15:10
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Régi dal

Régi dal
[1992]
Testo e musica di Zsuzsa Koncz
Szavak és zene: Koncz Zsuzsa

Una bella e commovente canzone della cantautrice ungherese. Un vecchio album di foto, un bambino e una bambina sorridenti alla vita; ma ancora non sanno che cosa li aspetta. Due guerre, e una vita durissima: sono i nonni dell'autrice. La quale si domanda che cosa ne sarà di sé, e se qualcuno, un giorno, magari, guarderà un vecchio album pensando le stesse cose...[RV]
Egy régi kép: egy kisgyerek,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/3/2005 - 15:06
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I'd Like To Teach The World To Sing

I'd Like To Teach The World To Sing
I'd like to teach the world to sing
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/3/2005 - 14:38
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The War Game

[1995]
Basata su una storia vera.
There was no note but if there was, it might have said:
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/3/2005 - 14:26
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Oh, Mother Earth

Oh, Mother Earth
[2003]
Lyrics and Music by Honey Novick
Testo e musica di Honey Novick
Chorus
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/3/2005 - 14:23

L'amour des Peuples

L'amour des Peuples
27 marzo 2005
L’AMORE DEI POPOLI
(continua)
27/3/2005 - 14:12
Ben quattro canzoni contro la guerra nel nuovo album di Francesco De Gregori, "Pezzi": Numeri da scaricare, Gambadilegno a Parigi, Il panorama di Betlemme e Il vestito del violinista. Grazie ad Antonio Piccolo che ci ha inviato i testi.
Lorenzo Masetti 26/3/2005 - 19:28
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Il vestito del violinista

Il vestito del violinista
dal'album "Pezzi" (2005)

I bambini sono quelli di Beslan.

Melodia quasi popolare, arrangiamento da rock acerbo. Il tono con cui De Gregori canta - e le sue voci sembrano venire da lontano - è neutro proprio com'è la sofferenza delle vittime di violenza. Compare in questo racconto tutta l'angoscia dell'era contemporanea; l'immagine di un vestito che vola senza il suo padrone mi ricorda il vestito rosso della bambina di "Shinderl's list", visto prima indosso a lei e poi da solo sopra un carro: sola cosa colorata in mezzo alla pellicola in bianco e nero. Ritorna "la ridondanza delle campane" come "il suono dell campane" dell'omonima canzone, visto come ricordo di tempi migliori e atteso come speranza di tempi migliori (in cui ci saranno "falegnami e filosofi / a fabbricare il futuro").
Perchè dovranno pur finire questi tempi bui.
(Antonio Piccolo)
Era il vestito del violinista che vedevamo sventolare
(continua)
inviata da Antonio Piccolo 26/3/2005 - 19:04
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Il panorama di Betlemme

Il panorama di Betlemme
dal'album "Pezzi" (2005)

La questione palestinese. Cos'è la mosca? Una pallottola? Il pensiero della morte?
Un uomo ferito alla schiena
(continua)
inviata da Antonio Piccolo 26/3/2005 - 19:03
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Gambadilegno a Parigi

Gambadilegno a Parigi
da "Pezzi" (2005)

De Gregori all'uscita l'ha presentata dicendo che oggi, l'informazione falsata, ci parla tanto dei morti (quasi sempre soldati e non civili) ma molto poco dei feriti. Gambadilegno è un ferito reduce da una guerra - probabilmente dal Vietnam, ma non lo sa nemmeno lui - che va a Parigi per farsi mettere una protesi. E sogna però di stare ad Atene, quella che immagina come culla della civiltà.

Gambadilegno è, secondo le indicazioni che lo stesso De Gregori ha fornito, un soldato ferito, reduce della guerra di Corea oppure della guerra del Vietnam. Questo soldato non è reduce – come si potrebbe pensare – della seconda guerra mondiale, «per noi troppo remota», dice De Gregori, «né più attuale, perché la sua ferita è rimarginata da tempo» (mentre le guerre di Corea e del Vietnam ci richiamano alla mente guerre più vicine). Quindi ovviamente Gambadilegno... (continua)
E allora sognò Atene
(continua)
inviata da Antonio Piccolo 26/3/2005 - 18:58
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Numeri da scaricare

Numeri da scaricare
da "Pezzi" (2005)
Guarda quel treno
(continua)
inviata da Antonio Piccolo 26/3/2005 - 18:53
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New Year's Day

New Year's Day
Dia de Año Nuevo
(continua)
26/3/2005 - 16:05
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Seconds

Seconds
SEGUNDOS
(continua)
26/3/2005 - 16:03
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Sunday Bloody Sunday

Sunday Bloody Sunday
DOMINGO SANGRIENTO DOMINGO
(continua)
26/3/2005 - 16:01
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Blowin' in the Wind

Blowin' in the Wind
LATINO / LATIN [Meredith Minter Dixon]

Versione latina di Meredith Minter Dixon
da Questa pagina.
Latin translation by Meredith Minter Dixon
from This page


SE DEDIT FLAMINI
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 25/3/2005 - 21:08
Con colpevolissimo ritardo di inserimento, una "new entry" che rientra però al primo colpo tra canzoni fondamentali: Lili Marleen, seguita da innumerevoli traduzioni.
Riccardo Venturi 25/3/2005 - 19:28
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La Ballata del milite ignoto

La Ballata del milite ignoto
I Gufi furono gli interpreti più noti di questo brano, che in realtà fu scritto da uno di loro (Lino Patruno) insieme a Walter Valdi.

La tradizione del “milite ignoto”, o “soldat inconnu”, nacque in Francia, ma fu ripresa immediatamente in altri paesi tra i quali l'Italia. Tra i caduti della I guerra mondiale che erano rimasti senza un nome, ne fu scelto uno che fu trasportato solennemente per tutto il Paese e poi tumulato nell'Altare della Patria” a Roma.

da "Non spingete scappiamo anche noi" (1969)

Non mi ricordo in quale guerra
(continua)
inviata da patchinko 24/3/2005 - 20:01




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