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Prima del 2004-11-30

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Les mercenaires

Les mercenaires
30 novembre 2004
I MERCENARI
(continua)
30/11/2004 - 19:41
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Erein eta joan

Erein eta joan
30 novembre 2002
SEMINARE E ANDARE
(continua)
30/11/2004 - 14:32
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Jalàlàbàd

Jalàlàbàd
30 novembre 2004
JALALABAD
(continua)
30/11/2004 - 14:10
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Mourir pour des idées

Mourir pour des idées
La strofa mancante dalla traduzione di De André

Nella traduzione di De André manca la penultima strofa, della quale riportiamo la versione letterale di Riccardo Venturi.
Più avanti riportiamo anche la traduzione letterale dell'intera canzone - visto che la versione di De André è piuttosto libera.

«Questa è, come si può ben vedere, l'affermazione (del tutto logica nell'"ottica" brassensiana) dell'inutilità totale dei rivolgimenti [...], della morte come solo corollario di tutti i grandi mutamenti, dell'immobilismo più totale. E De André, toh, questa strofa non ce l'ha messa. Vorrà dire pure qualcosa, no?»
(Riccardo Venturi, da it.fan.musica.de-andre 26/3/2003)
Ora se bastasse qualche ecatombe
(continua)
29/11/2004 - 21:57
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Chile herido

Chile herido
[1974]
Testo di Jorge Coulón Larrañaga
Musica di Luis Advis Vitaglich
Dall'album "La nueva canción Chilena"
Una historia cuenta el viento
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/11/2004 - 10:46
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Todavía cantamos

Todavía cantamos
La canzone è del 1983 ed è dedicata ai "desaparecidos" della "guerra sucia" (1976-1983): il dolore e l'intollerabile assenza si trasformano in memoria, ricerca della verità, speranza in un futuro diverso, senza fame, senza paura e senza pianto.

Altre canzoni relative al periodo della dittatura militare in Argentina da questa pagina.
Todavía cantamos, todavía pedimos,
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 26/11/2004 - 18:18
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Creemos el hombre nuevo

Creemos el hombre nuevo
Da una poesia di Rafael Alberti
musica di Jorgé Coulón e José Seves

Si tratta di una poesia scritta da Rafael Alberti durante la guerra civile spagnola, ripresa dagli Inti Illimani dopo il golpe di Pinochet per le evidenti e terribili analogie tra i due avvenimenti, ed anche sull'onda della celebre poesia che lo stesso Rafael Alberti aveva scritto a Roma il 13 settembre 1973, due giorni dopo il colpo di stato fascista in Cile, e che era stata distribuita clandestinamente come foglio volante per le strade di una Madrid ancora sotto il giogo della dittatura franchista. La poesia era intitolata "Al presidente de Chile Salvador Allende": "No los creáis. Cubría su rostro la misma máscara...". La poesia compariva anche sul retro di copertina del primo disco degli Inti-Illimani pubblicato in Italia, "Viva Chile" (1973).
Creemos el hombre nuevo cantando,
(continua)
inviata da Adriana 26/11/2004 - 18:10
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Sabra y Chatila

Sabra y Chatila
Letra y Musica de Alberto Cortez
Nell’album intitolato “Como el primer día” pubblicato nel 1983


LA STRAGE DI SABRA E CHATILA: UN RACCONTO DI CHI C'ERA

Di Mimmo Candito
Da La Stampa del 12 gennaio 2014

L'informatrice, Rita, arrivò all'albergo poco dopo l'alba. “Pare si possa passare”, sussurò che nessuno sentisse. Lei stava con un siriano che stava con i palestinesi; e sapeva tutto. Svegliammo l'autista, partimmo subito; Rita sedeva muta in un angolo. Erano tre giorni che di Sabra e Shatila, i due più grossi campi dei palestinesi, non si sapeva più nulla; solo qualche raffica di mitra raccontava che a Beirut, comunque, si stava ancora facendo la guerra. Però da laggiù, niente.

In quell'estate calda dell'82, l'esercito di Sharon aveva attaccato con una forza d'urto massiccia, lunghe colonne di carri e di blindati, aerei, forze speciali, migliaia e migliaia di uomini che avevano chiuso... (continua)
"¿A dónde estaba el sol cuando sonaron
(continua)
26/11/2004 - 11:53
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Soldatino

Soldatino
(tratto dall'album "CONCERIE")
Testo e Musica di Ennio Rega

featuring Flavio Bucci
Bambini nelle forze armate in Afghanistan
(continua)
inviata da Carla di Francesco (Casa Editrice "Scaramuccia") 26/11/2004 - 11:51
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Whatever Happened To Peace on Earth

Whatever Happened To Peace on Earth
Willie wrote this song on Christmas, 2003, and will perform it for the first time at the Kucinich for President fundraising concert in Austin, Texas, on Jan. 3, 2004.

Country music icon Willie Nelson has written a Christmas song with an edge -- a protest against the war in Iraq that he hopes will stir passions in those who hear it.

Nelson, 70, told Reuters on Wednesday he wrote "Whatever Happened to Peace on Earth" after watching the news on Christmas Day and will play it in Austin, Texas on Saturday at a concert to benefit Democratic presidential candidate Dennis Kucinich.

His rare foray into protest music -- he said it was only the second such song he had written, after the Vietnam-era "Jimmy's Road" -- follows recent political controversies stirred by the Dixie Chicks and Steve Earle.

The Dixie Chicks, one of the biggest acts in country music, had their music boycotted by some country... (continua)
There's so many things going on in the world
(continua)
26/11/2004 - 11:28
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Happy Easter (War Is Coming)

Happy Easter (War Is Coming)
2003
Il riferimento è chiaramente Happy Xmas (War is Over) di John Lennon
Hold on to this
(continua)
26/11/2004 - 11:23
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Eroi nel vento

Eroi nel vento
[1985]
Album: Desaparecido

Riferita ai kamikaze giapponesi della seconda guerra mondiale, dato che Kami sta per Divinità o dio e Kaze soffio. Dunque Vento divino.

Gli eroi del vento giapponesi erano l'ultima risorsa dell'Impero per vincere la guerra del Pacifico contro gli Americani.

Nel testo si parla di un kamikaze che però decide di disertare.
Guerre di eroi
(continua)
25/11/2004 - 14:09
Percorsi: Disertori, Eroi
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Tex

Tex
da "Litfiba 3" (1988)
Sulla strada ci sono solo io
(continua)
25/11/2004 - 14:05
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Militarisme

Militarisme
Parole e musica di Charles d'Avray

Interpretata recentemente da Francesca Solleville
"Détruis le chien de garde et tu vaincras le maître" (Charles d'Avray)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/11/2004 - 11:40
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México 68

México 68
[1968]
Testo e musica di Angel Parra

Ancora una canzone ispirata alle lotte studentesche messicane del 1968 conclusesi con la strage di piazza delle Tre Culture.
Para que nunca se olviden
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/11/2004 - 11:35
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Me gustan los estudiantes

Me gustan los estudiantes
[1965]
Letra y música de Violeta Parra
Testo e musica di Violeta Parra

Questo brano è del 1965, e gli studenti stavano già manifestando in mezzo mondo. Poi è venuto il '68, e poi ancora il '77, e gli studenti ci sono sempre stati quando è venuto il momento. Nonostante tutto e tutti, sembra che ci siano ancora, proprio in questi frangenti; di nuovo in piazza, di nuovo a occupare, di nuovo a cercare di non avere paura davanti alle minacce del ducetto di turno, che promette, indovinate un po', repressione. Non si sa, certamente, come andrà a finire anche questa lotta, se sarà una bolla di sapone oppure se porterà a dei risultati concreti (primo fra tutti l'eliminazione di un "decreto" che meglio sarebbe chiamare "diktat", a cura del solito "ministro" che dovrebbe far riflettere -se mai ce ne fosse ancora bisogno- su cosa sia davvero la "democrazia parlamentare" che instaura la dittatura,... (continua)
¡Que vivan los estudiantes,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/11/2004 - 11:29
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Il portavoce

Il portavoce
2004
Maledetto Copernico

La tematica trattata è di critica sociale: colui che parla è un ipotetico inviato in zona di guerra che non vuole cedere alla tentazione di limitarsi a svendere il dolore altrui.
La canzone è caratterizzata dal contrasto fra la potenza della base strumentale e la rivisitazione della filastrocca per bambini “Girotondo”. Dominante è l’inserimento di elettronica, che si svincola dalla funzione di tappeto per duettare con la chitarra nell’assolo del bridge finale.
La paura è un secondo solo.
(continua)
inviata da Filippo 24/11/2004 - 15:22
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Vukovar

Vogliono scriverci il futuro
(continua)
23/11/2004 - 17:38

Nelle trincee di Baghdad

Guardando verso il cielo
(continua)
23/11/2004 - 17:35

Il ragazzo, la chitarra e la mitraglia

Il ragazzo, la chitarra e la mitraglia
Sono un ragazzo giovane e allegro
(continua)
23/11/2004 - 17:33

Stop

Scendono lacrime
(continua)
23/11/2004 - 17:31
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À tous les enfants

À tous les enfants
[1954]
Paroles de Boris Vian
Musique de Claude Vence
Testo di Boris Vian
Musica di Claude Vence


Peut-être la plus belle chanson de Boris Vian, encore plus que Le déserteur. Très connue aussi dans l'interprétation (en français) de Joan Baez et de Catherine Sauvage.

Forse la più bella canzone di Boris Vian, ancor più di Le déserteur. È nota anche nell'interpretazione (in francese) di Joan Baez e di Catherine Sauvage.

Perhaps Boris Vian's most beautiful song, still more than Le déserteur. Also performed (in French) by Joan Baez and Catherine Sauvage.

Peut-être la plus belle chanson de Boris Vian, encore plus que Le déserteur. Très connue aussi dans l'intérpretation qu'en ont donné Joan Baez (en français) et Catherine Sauvage.
A tous les enfants qui sont partis le sac à dos
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/11/2004 - 02:40
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Camelot

Camelot
Al borde de una laguna
(continua)
22/11/2004 - 21:54
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Sinuhé

Sinuhé
[2003]
Dall'album "Cita con Angeles"

''Yo creo que el mundo está muy mal y en estos instantes no veo muchas razones para ser optimistas respecto a su suerte. Pero aun así creo en la humanidad que quiere vivir en y para la libertad. Por eso también me parece que los poderosos se están metiendo en grandes líos, porque están dando muy malos ejemplos. Y así como aquella Edad Media vio su fin, esta también deberá terminar.

Es inevitable que el mundo, por más que se deba al amor, se defienda del terror inhumano.''

Entrevista a Silvio Rodriguez y sus dos nuevas canciones con motivo de la guerra contra Irak
Tomando en cuenta la santa inocencia,
(continua)
22/11/2004 - 21:50
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Addio mia bella addio

Addio mia bella addio
(2004)
dall'album "Campus Live"

È ispirata all'omonima canzone risorgimentale attribuita a C.A. Bosi

Venditti riprende solo i versi Addio mia bella addio ma riscrive il resto, con chiari riferimenti ai soldati italiani in Iraq. Una voce di donna recita in inglese una preghiera buddhista.
Un'antica canzone di guerra per parlare di pace.

"È una canzone popolare italiana, cantata dai soldati. Ho ritrovato un mio antico provino del 1974 (Antonello aveva inciso un pezzo in cui cantava il solo ritornello, ndr) in cui cantavo "Addio mia bella addio", una canzone dei soldati italiani sul Carso, nata per la verità da una poesia del 1848 (di Carlo Alberto Bosi, il riferimento è la battaglia di Curtatone e Montanara ndr). Poi mi sono accorto che una canzone popolare anglo-americana, "Waltzing Matilda", ritrovabile anche in Australia e rifatta anche da Tom Waits, ha lo stesso ceppo sonoro di "Addio... (continua)
In questa terra in ostaggio
(continua)
22/11/2004 - 16:05
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Ruba

Ruba
Un brano composto nel 1967, ripreso nel 2003.

Rispetto alla versione originale che diceva "tutto il sangue dell'Irlanda" nel 2003 Venditti dice "tutto il sangue del petrolio".

Mia Martini aveva inciso questa canzone in un provino del '73 che è stato incluso nel disco "Canzoni segrete"
Ruba il colore della luna
(continua)
22/11/2004 - 14:40
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La licenza

anonimo
La licenza
derivata dalla ballata "La sposa morta"

Una delle canzoni d'amore più commuoventi è "la licenza": la triste storia di un soldato che è partito lasciando la ragazza sul letto malata: questa canzone ci fa vedere la crudeltà della guerra che separa le persone anche nei momenti più dolorosi senza ammettere scuse! Il soldato ha abbandonato la fidanzata nel momento più difficile della sua vita: l'agonia prima della morte: la può ritrovare solo dopo che è morta e che ha promesso al suo capitano che sarebbe tornato "da bravo soldà".

(Da Questa pagina)

La canzone presenta notevoli somiglianze, ma sarebbe forse più corretto dire un'identità quasi perfetta, con la francese Pierre de Grenoble.
Trenta mesi che faccio il soldato
(continua)
22/11/2004 - 12:20
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Monte Canino

anonimo
Monte Canino
Canto degli Alpini

Da "Quel lungo treno" (2005)
Il "lungo treno" che dà il titolo all'ultimo album di Massimo Bubola sembrerebbe rimandare ad uno dei tòpos più comuni del folk e del blues americano; si tratta invece di un titolo tutto italiano, tratto da un canto degli alpini.

"Quel lungo treno" è un album dedicato alla Prima Guerra Mondiale, nel novantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, un album concept, come si diceva negli anni '70. Bubola riprende canti della tradizione popolare veneta: alcuni famosi (Era una notte che pioveva e Monte Canino) e altri meno noti: Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, riarrangiati in chiave country o addirittura tex-mex.
Nel libretto, molto curato, tutte le canzoni sono tradotte in inglese da Tim Parks.

- Recensione di Giorgio Maimone su Bielle
- Recensione di Luca Muchetti da "Cantiere... (continua)
Non ti ricordi quel mese d’Aprile,
(continua)
22/11/2004 - 12:17
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Montenero

anonimo
Montenero
Canto degli alpini

Anche questa è una canzone "nella guerra" più che "contro la guerra", ma accanto all'amor di Patria racconta le terribili condizioni della I guerra mondiale.

«Soprattutto nel corpo degli alpini troviamo altre numerose canzoni di guerra: molte parlano delle battaglie, altre sono semplicemente un inno all'Italia o al valore alpino, molte, però sono veramente tristi, mettendoci in risalto gli aspetti più crudi della guerra: la morte del capitano, il dolore dei soldati, la crudeltà degli imperatori ed infine la morte di tanti soldati: "tutti giovani sui vent'anni". Proprio questi ultimi aspetti li ritroviamo nella canzone "Montenero": una composizione che mescola dolore e coraggio nello stesso tempo.»
ITCG Montefiascone

*

Il 16 giugno 1915, durante la prima guerra mondiale, i battaglioni Exilles, Pinerolo, Susa e Fenestrelle del 3º Reggimento Alpini comandato dal colonnello... (continua)
Spunta l'alba del 16 giugno,
(continua)
22/11/2004 - 12:14
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Drugstore Truck Drivin' Man

Drugstore Truck Drivin' Man
[1968]
Testo di Roger McGuinn
Musica di Gram Parsons
Dall'album "Dr. Byrds & Mr Hyde"

Nel 1969, a Woodstock, la canzone dei Byrds fu esegiuita da Joan Baez (accompagnata da Jeffrey Shurtleff), che la dedicò, con una spassosa e feroce introduzione, ad un tizio che, allora, faceva il governatore della California; un ex attore di serie B che si chiamava Ronald Reagan, impegnato in una campagna di leva obbligatoria per la guerra nel Vietnam. Nell'occasione, Joan Baez modificò una strofa al riguardo.
(Riccardo Venturi)



[...]The flip, "Drug Store Truck Drivin' Man," showed the country side of the new Byrds. McGuinn and Gram Parsons wrote the song during their British tour, shortly before Gram Parsons's departure. It's a pointed flip-of-the-byrd to Nashville deejay Ralph Emery, a leading Nashville DJ who gave the Byrds a chilly reception when they visited his radio show in March.
The... (continua)
He's a drugstore truck drivin' man
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 02:05
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La domenica delle salme

La domenica delle salme
[1990]
Scritta da Fabrizio de André e Mauro Pagani
Written by Fabrizio De André and Mauro Pagani
Album: "Le Nuvole"




Per una presentazione/discussione più approfondita sul significato della canzone si veda questa pagina dal sito Via del Campo.

Era tutto quello che avevo dentro, e che sentivo di dover dire. È una canzone un po' rabberciata, perché la musica la abbiamo scritta dopo, la abbiamo cucita sopra il testo, e si sente. L'ho scritta in modo piuttosto colto, anche per distanziarla da Don Raffae'. Sciascia diceva che la canzone, per essere utile, deve essere scritta da un uomo di cultura che sappia, però, esprimersi in maniera popolare. Però il disco mi sembrava un po' fragilino, ed allora ho sentito il bisogno di impiegnarmi, e l'ho fatto, svolazzando anche in alto. Ci sono molti riferimenti letterari. Ho voluto anche sfoggiare un po' di cultura, perché in pochi, magari, hanno... (continua)
Tentò la fuga in tram
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:51
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Tammurriata nera

Tammurriata nera
[1945]
Testo di Edoardo Nicolardi
Musica di E.A. Mario
Neapolitan Lyrics by Edoardo Nicolardi
Music by E. A. Mario



Nel 1945 Edoardo Nicolardi è dirigente amministrativo di un ospedale di Napoli. Nel reparto maternità succede un fatto "strano": a una ragazza napoletana nasce un bambino dalla pelle nera. Qualcuno cerca delle scuse: forse c'è qualcosa che la scienza non sa spiegare? La realtà è invece chiara. L'anno prima erano entrati a Napoli i soldati americani e fra loro molti uomini di colore: da allora i casi di bambini nati con la pelle nera erano diventati frequenti. Edoardo Nicolardi (che ha già scritto i testi di canzoni napoletane di un certo successo, fra cui la celebre Voce 'e notte del 1904) va a casa e scrive il testo di Tammurriata nera. Il suo consuocero E.A. Mario, celeberrimo musicista (autore fra l'altro della Leggenda del Piave, il più famoso canto storico della... (continua)
Io nun capisco 'e vvote che succere
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:42
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Saigon Bride

Saigon Bride
[1967]
Testo di Nina Duscheck
Musica di Joan Baez
Album: Joan




"Voglio cominciare dicendo chiara una cosa. Io sento sulle mie spalle la responsabilità del mio paese, gli Stati Uniti d’America, aggressore in Vietnam.

Io intendo oppormi con tutte le mie forze a questa violenza e ad ogni altro tipo di violenza. La canzone che segue si intitola "La sposa di Saigon": qualcuno deve lasciare la sua sposa ed andare a combattere e gli stanno dicendo che lo farà per un pericolo giallo o per un pericolo rosso, ma cosa importa di che pericolo si tratta quando lui sarà morto?
(Joan Baez, live in Italy, 1967)
Farewell my wistful Saigon bride
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:21
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For Sasha

For Sasha
[1979]
Testo e musica di Joan Baez
dall'album "Honest Lullaby"
Here by my window in Germany
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:16
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China

China
[1989]

Testo e musica di Joan Baez.
dall'album "Speaking of Dreams"

La canzone è stata scritta immediatamente dopo la spietata repressione poliziesca e militare della rivolta degli studenti cinesi di Piazza Tien-an-Men (4 giugno 1989). Non si è mai saputo il numero esatto degli studenti morti quel giorno nella grande piazza e nei suoi dintorni, ma si parla di una cifra da quattro a cinquemila.
Dopo quei fatti, tutti i paesi del cosiddetto "mondo libero" (USA in testa) fecero a gara per condannare il regime cinese e proposero "pesanti sanzioni economiche".
Solo pochi mesi dopo iniziava il riciclaggio capitalista in grande stile del potere cinese. Adesso la Cina è il più grande "mercato" del mondo. Di repressione, democrazia, libertà e diritti umani non parla quasi più nessuno; sono cose molto secondarie quando c'è da fare quattrini.
E così possiamo dirlo tranquillamente: sì, quei ragazzi di piazza Tien-an-Men sono morti invano.

Riccardo Venturi.
In the month of May, in the glory of the day
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:14
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Cambodia

Cambodia
[1980]

Testo e musica di Joan Baez
We've watched them leaving, seen their ragged flight
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:09
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Bangladesh

Bangladesh
[1972]

Testo e musica di Joan Baez

Quando l'India venne divisa nel 1947, il Bengala venne spezzato in due lungo un confine religioso, con la parte occidentale, induista, rimasta sotto il governo dell'India e la parte orientale, musulmana, congiunta al Pakistan come provincia chiamata Bengala orientale (poi ribattezzata Pakistan orientale), con una propria capitale a Dacca.

La divisione del Bengala diede origine ad uno degli esodi numericamente più importanti della storia. Milioni di indù migrarono dal Pakistan orientale mentre migliaia di musulmani vi si trasferirono. L'immigrazione dei rifugiati fu la causa di una crisi abitativa e alimentare in Bengala Occidentale che durò per più di trent'anni. L'emergenza dei rifugiati fu al centro delle politiche bengalesi successive alla divisione del 1947, ma né la destra né la sinistra sono mai riuscite a risolvere completamente i problemi causati... (continua)
Bangladesh, Bangladesh
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:07
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Allons z'enfants, ou Le conscrit

Allons z'enfants, <i>ou</i> Le conscrit
[1952]
Testo di Boris Vian
Paroles de Boris Vian
Musica/Musique: Mouloudji/Assayag
Interprétation de Marcel Mouloudji

Se souvenant du roma d'Yves Gibeau 'Allons z'enfants' paru en 1952, il serait inconvenant de se poser la question du rapport pouvant exister entre ces deux œuvres. En effet, Boris Vian a revendiqué la filiation de sa chanson avec le best-seller de son ami et voisin Gibeau en la sous-titrant 'petite marche gibaldienne' et en la signant 'Simon Chalumot, pcc Boris Vian'. A été remise en musique par Mouloudji et Assayag et enregistrée par le premier d'entre eux.

Extrait de: Boris Vian. Chansons. Textes établis et annotés par Georges Unglik avec la collaboration de Dominique Rabourdin. Nouvelle édition revue, corrigée et augmentée. Christian Bourgeois Editeur, 1994 [Livres de Poche].
L'aut' jour dans mon courrier
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 17:39
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Lili Marleen (alla triestina)

anonimo
Riprendo il testo di questa canzone triestina (da cantare sull'aria di Lili Marleen) dal forum del sito Trieste mia dove si trova anche questo commento, naturalmente in dialetto, di "Kasteliz".

«Come che te vedi la xe una canzon dei ani dela fame, ‘sai poco romantica.
Ai triestini sempre ‘sai ghe ga podudo le luganighe col cren...

A proposito de questo piato soprafino, tanto che zercavo le parole de Lili Marleen ala triestina, go trovado una cartuza con altri verseti germanico-triestini, con la data 1973, sarà stà de carneval, mi calcolo:

Ich bin die frische Lola
genannt Dietrich Marlen
mir smaecht ja Coca Cola
e luganighe col cren.

Ich bin l’Angelo Azuro
von dreissig jahre fà
und halte ancora duro
fin che la va, lava.

Ich bin in Televisore
jeden mercoledì
und mit del profesore
canto kirikiki.

Questa ultima strofa la xe un poco ermetica, chisà mai perché la cantavimo cusì. Che programa i dava ogni mercoledì? Boh.»
Quando che i tedeschi
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 21/11/2004 - 15:51
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Oblaki so rudeči

anonimo
Oblaki so rudeči
Canzone popolare slovena
ca. 1915
Slovenska narodna pesem
ca. 1915
A Slovenian folksong
about 1915


La forma rudeči (al posto di quella che sarebbe la forma slovena letteraria, rdeči, da rdeč "rosso") suggerisce una provenienza dalla cosiddetta Benecija, vale a dire la zona (tuttora) slovenofona della parte nordorientale della provincia di Udine. Naturalmente, all'epoca la zona faceva ancora pienamente parte dell'Impero Austroungarico. [RV]
Oblaki so rudeči,
(continua)
21/11/2004 - 15:04
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Buon anno ragazzi

Buon anno ragazzi
1995
Fu distribuita solo su un cd promozionale distribuito con la rivista "Il Maciste n.4".

Poi ripubblicata su "Noi non ci saremo vol. 2" (2001)
Scartato il gusto del ritrovamento di un'origine inesistente
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 21/11/2004 - 14:37
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Leaving On A Jet Plane

Leaving On A Jet Plane
Lyrics and music by John Denver
Testo e musica di John Denver

"Not only was war music prevalent at home it also had a large effect in Vietnam; the soldiers had their own top forty. Many of the songs they listened to had no war theme, some where about the war, and some of the songs they listened to were not meant to be about the war but the soldiers put their own connotations into the song. For example Peter Paul and Mary’s remake of "Jet Plane" originally by John Denver, was a song about going home. The soldiers would listen to this song and imagine leaving on a Jet Plane back to their homes and families."

da/from this page

Questo remake di una canzone di John Denver che originariamente non parla di guerra, assume un significato diverso per i soldati americani nel Vietnam che ascoltando questa canzone immaginano di partire su un jet per tornare alle loro case e alle loro famiglie.
All my bags are packed, I'm ready to go
(continua)
21/11/2004 - 14:24
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Draft Morning

Draft Morning
by D. Crosby, C.Hillman and R.McGuinn

Album: The Notorious Byrd Brothers (1968)

Then there were the songs about the events happening on the home front during the Vietnam War. The scariest time for many teens during the war was the draft, which was captured by The Byrds in "Draft Morning." This song starts out slow and peaceful talking of the warmth morning sun then all of a sudden it changes to talk about killing and war. Between the verses there is a section of gun fire which is quite a juxtaposition from the serene background music. In the second verse the question is asked "why should it happen?" which was a question that probably was on the minds of many sons, mothers, fathers, sisters, and girlfriends that morning.

Dead link

*

"Draft Morning" is a song about the horrors of the Vietnam War as well as a protest against the conscription of men into the military during the conflict.[2][41]... (continua)
Sun warmth on my face
(continua)
21/11/2004 - 14:13

Frédéric le défaitiste

Frédéric le défaitiste
Manoscritto Berssous: canzone n° 05

Riportiamo il commento:

*

Alors que la bataille de Molwitz était gagnée

A partir de 1740, héritant de son père, le " roi-sergent ", une armée solide et des coffres bien remplis, Frédéric II de Prusse, en prévision de la mêlée de prétentions qu'allait engendrer la succession d'Autriche, lui laissant donc le champ libre pour ses ambitions territoriales, saisit cette occasion pour entrer à main armée en Silésie. Il y prétendait à quatre duchés dont sa maison, bien qu'y ayant renoncé par des transactions, avait été autrefois en possession. Il intervint au milieu du mois de décembre 1740, et il s'empara sans peine de presque toute la province dont Marie-Thérèse d'Autriche, toute jeune nouvelle reine succédant au trône de Charles VI, lui avait refusé la partie demandée.
https://www.antiwarsongs.org/index.php?lang=it
Comme l'écrit Voltaire " L'Europe a cru... (continua)
C'est à toi, roi de Prusse, mon cher père
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 11:41

L'Exécution du Déserteur

L'Exécution du Déserteur
Manoscritto Berssous: canzone n° 48.

Riportiamo il commento alla canzone, che è anche un'interessantissimo studio sull'origine della parola "Disertore":

*

Avant Boris Vian et Jean Giono

Le mot déserteur, au 17ème siècle jusqu'en 1680, n'avait pas le sens militaire, bien acquis au suivant à partir du verbe déserter.

Au 18ème siècle, parmi les manifestations artistiques traitant de faits de société qui émeuvent par leur conclusion dramatique la sensibilité du public, il y a désormais celui du déserteur, de sa motivation et de son exécution. En 1769, Le Déserteur, titre un opéra-comique, poème dramatique représenté par un théâtre et dans lequel le dialogue est entrecoupé de chants avec accompagnement d'orchestre, sur une musique de Monsigny. Le texte est de Sedaine (1719-1797) qui, en 1765, a fait représenter le Philosophe sans le savoir et connut, "avec cette pièce, malgré les difficultés... (continua)
Triste état que d'être soldat
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 11:05
Percorsi: Disertori
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L'amour et la guerre

L'amour et la guerre
Le P'tit Québec de Mon Coeur
1977
Ils nous ont défendu
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 10:29
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La ballade du Déserteur

La ballade du Déserteur
[1994]
dall'album "L'échapée belle"
Si je rends les armes
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 10:23
Percorsi: Disertori
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Les collines de Rabiah

Les collines de Rabiah
Una canzone dedicata al ricordo di Beirut prima della guerra civile che la insaguinò per vent'anni, riducendola ad un cumulo di macerie, e a com'è quando il cantante la rivede, distrutta, alla televisione...
J'ai la mémoire qui chante
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:30
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Merci mon dieu

Merci mon dieu
[1955]
Testo e musica di Léo Ferré
dall'album "Les années Odéon Live 1954-1957"

Non è semplice etichettare questa canzone (ma quale canzone di Léo Ferré lo è...?). Anch'essa dall'andamento di litania, sembra quasi fare da contraltare alla più celebre Thank you, Satan!, ma non è la stessa cosa. Da questa canzone la figura di Dio viene sì accusata delle più palesi ingiustizie contro l'umanità (guerra compresa), ma non ne esce poi così malconcia come in altre canzoni del Monegasco (si veda particolarmente l'ultima strofa). E' un po' la storia di tutti gli anticlericali e gli antireligiosi, anche i più convinti e feroci, che però, quasi per una sorta di « consuetudine » con il personaggio, qua e là ne sentono la fascinazione. Senza arrivare al caso estremo di Brassens, dove Dio occupa una discreta parte dei testi, certamente anche in Ferré ogni tanto c'è qualche crepa. Perlomeno, nel « sian... (continua)
De nos tanières de draps blancs
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:19
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La Marseillaise

La Marseillaise
Paroles et musique: Léo Ferré
Testo e musica: Léo Ferré

No, non è l'inno nazionale francese. Tutt'altro. Da fare il paio con "God Save the Queen" dei Sex Pistols, si direbbe...se non fosse per la particolare ironia che Léo Ferré mette nel presente la "sua" marsigliese, quella che davvero vale la pena. Ma in quel suo "fottersi la Marsigliese", senz'altro, torna in gioco tutto l'antinazionalismo dell'autore, aiutato qui dall'ovvio doppio senso. [RV]
J'connais un' grue sur le Vieux Port
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:17
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L'oppression

L'oppression
Paroles et musique de Léo Ferré
Testo e musica di Léo Ferré

Non solo una "canzone contro la guerra", ma soprattutto contro il sistema oppressivo che genera altra oppressione e si rigenera menato e fomentato da sempre nuovi, ed eterni, metodi oppressivi. Una canzone difficile sotto ogni senso, difficile da leggere, difficile da cantare, difficilissima da tradurre...e ancor più difficile da digerire. [RV]
Ces mains bonnes à tout même à tenir des armes
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:14
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Allende

Allende
[1977]
Paroles: Léo Ferré
Musique: Jean Ferrat et Maurice Vandair
Testo di Léo Ferré
Musica di Jean Ferrat e Maurice Vandair

In quel 1977 che in Italia stava riproducendo il '68, forse anche con maggior forza e creatività (come seppero riconoscere i situazionisti francesi, in primis Guy Débord) Léo Ferré, anche lui, dedicava una canzone a Salvador Allende, e da par suo. Lo andremo a risvegliare, Allende, diceva; nel Cile sotto il giogo militare e fascista, Léo rivedeva senz'altro la storia infinita dell'oppressione, e rivedeva la Spagna, la sua amata Spagna cui tante canzoni aveva dedicato. Per questa canzone scrisse soltanto il testo, affidandone la musica a Jean Ferrat che, come è noto, era un militante comunista.[RV]
Ne plus écrire enfin attendre le signal
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:11
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Pauvre Boris

Pauvre Boris
[1966]
Parole e musica di Jean Ferrat

La canzone è del 1966; e proprio nel 1966, Peter, Paul and Mary, in pieno movimento contro la guerra nel Vietnam, Le Déserteur di Boris Vian, che cantano nella versione di Marcel Mouloudji. Anche in Francia, il paese che fino ad allora la aveva proibita severamente, la canzone diviene un successo ed è interpretata persino da una "stella" della canzone commerciale come Richard Anthony; solo che Boris Vian è oramai morto da sette anni. Jean Ferrat scrive allora questa canzone ironica e indignata; una canzone impregnata di autentico antimilitarismo, dedicata proprio a Boris Vian e al "Déserteur", contro un certo essere "contro la guerra" di facciata, che fa fare ad alcuni tanti bei soldi....

(Riccardo Venturi, 20 novembre 2004)
Tu vois rien n'a vraiment changé
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 12:44
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Complainte de Pablo Neruda

Complainte de Pablo Neruda
Poesia di Louis Aragon dedicata a Pablo Neruda
Musica di Jean Ferrat
Je vais dire la légende
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 12:29
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La complainte du corsaire

La complainte du corsaire
[1946]
Testo di Henri Contet
Musica di André Grassi

La canzone è stata interpretata anche da Jean Denis.
Où es-tu camarade, où es-tu ?
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 12:20




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