Vukovar
Vogliono scriverci il futuro
(continua)
(continua)
23/11/2004 - 17:38
Percorsi:
Guerre nei Balcani negli anni '90
Nelle trincee di Baghdad
http://www.rockaparma.it/home/controguerra.htm
Guardando verso il cielo
(continua)
(continua)
23/11/2004 - 17:35
Il ragazzo, la chitarra e la mitraglia
Sono un ragazzo giovane e allegro
(continua)
(continua)
23/11/2004 - 17:33
Sinuhé
[2003]
Dall'album "Cita con Angeles"
''Yo creo que el mundo está muy mal y en estos instantes no veo muchas razones para ser optimistas respecto a su suerte. Pero aun así creo en la humanidad que quiere vivir en y para la libertad. Por eso también me parece que los poderosos se están metiendo en grandes líos, porque están dando muy malos ejemplos. Y así como aquella Edad Media vio su fin, esta también deberá terminar.
Es inevitable que el mundo, por más que se deba al amor, se defienda del terror inhumano.''
Entrevista a Silvio Rodriguez y sus dos nuevas canciones con motivo de la guerra contra Irak
Dall'album "Cita con Angeles"
''Yo creo que el mundo está muy mal y en estos instantes no veo muchas razones para ser optimistas respecto a su suerte. Pero aun así creo en la humanidad que quiere vivir en y para la libertad. Por eso también me parece que los poderosos se están metiendo en grandes líos, porque están dando muy malos ejemplos. Y así como aquella Edad Media vio su fin, esta también deberá terminar.
Es inevitable que el mundo, por más que se deba al amor, se defienda del terror inhumano.''
Entrevista a Silvio Rodriguez y sus dos nuevas canciones con motivo de la guerra contra Irak
Tomando en cuenta la santa inocencia,
(continua)
(continua)
22/11/2004 - 21:50
Addio mia bella addio
(2004)
dall'album "Campus Live"
È ispirata all'omonima canzone risorgimentale attribuita a C.A. Bosi
Venditti riprende solo i versi Addio mia bella addio ma riscrive il resto, con chiari riferimenti ai soldati italiani in Iraq. Una voce di donna recita in inglese una preghiera buddhista.
Un'antica canzone di guerra per parlare di pace.
"È una canzone popolare italiana, cantata dai soldati. Ho ritrovato un mio antico provino del 1974 (Antonello aveva inciso un pezzo in cui cantava il solo ritornello, ndr) in cui cantavo "Addio mia bella addio", una canzone dei soldati italiani sul Carso, nata per la verità da una poesia del 1848 (di Carlo Alberto Bosi, il riferimento è la battaglia di Curtatone e Montanara ndr). Poi mi sono accorto che una canzone popolare anglo-americana, "Waltzing Matilda", ritrovabile anche in Australia e rifatta anche da Tom Waits, ha lo stesso ceppo sonoro di "Addio... (continua)
dall'album "Campus Live"
È ispirata all'omonima canzone risorgimentale attribuita a C.A. Bosi
Venditti riprende solo i versi Addio mia bella addio ma riscrive il resto, con chiari riferimenti ai soldati italiani in Iraq. Una voce di donna recita in inglese una preghiera buddhista.
Un'antica canzone di guerra per parlare di pace.
"È una canzone popolare italiana, cantata dai soldati. Ho ritrovato un mio antico provino del 1974 (Antonello aveva inciso un pezzo in cui cantava il solo ritornello, ndr) in cui cantavo "Addio mia bella addio", una canzone dei soldati italiani sul Carso, nata per la verità da una poesia del 1848 (di Carlo Alberto Bosi, il riferimento è la battaglia di Curtatone e Montanara ndr). Poi mi sono accorto che una canzone popolare anglo-americana, "Waltzing Matilda", ritrovabile anche in Australia e rifatta anche da Tom Waits, ha lo stesso ceppo sonoro di "Addio... (continua)
In questa terra in ostaggio
(continua)
(continua)
22/11/2004 - 16:05
Ruba
Un brano composto nel 1967, ripreso nel 2003.
Rispetto alla versione originale che diceva "tutto il sangue dell'Irlanda" nel 2003 Venditti dice "tutto il sangue del petrolio".
Mia Martini aveva inciso questa canzone in un provino del '73 che è stato incluso nel disco "Canzoni segrete"
Rispetto alla versione originale che diceva "tutto il sangue dell'Irlanda" nel 2003 Venditti dice "tutto il sangue del petrolio".
Mia Martini aveva inciso questa canzone in un provino del '73 che è stato incluso nel disco "Canzoni segrete"
Ruba il colore della luna
(continua)
(continua)
22/11/2004 - 14:40
La licenza
anonimo
derivata dalla ballata "La sposa morta"
Una delle canzoni d'amore più commuoventi è "la licenza": la triste storia di un soldato che è partito lasciando la ragazza sul letto malata: questa canzone ci fa vedere la crudeltà della guerra che separa le persone anche nei momenti più dolorosi senza ammettere scuse! Il soldato ha abbandonato la fidanzata nel momento più difficile della sua vita: l'agonia prima della morte: la può ritrovare solo dopo che è morta e che ha promesso al suo capitano che sarebbe tornato "da bravo soldà".
(Da Questa pagina)
Una delle canzoni d'amore più commuoventi è "la licenza": la triste storia di un soldato che è partito lasciando la ragazza sul letto malata: questa canzone ci fa vedere la crudeltà della guerra che separa le persone anche nei momenti più dolorosi senza ammettere scuse! Il soldato ha abbandonato la fidanzata nel momento più difficile della sua vita: l'agonia prima della morte: la può ritrovare solo dopo che è morta e che ha promesso al suo capitano che sarebbe tornato "da bravo soldà".
(Da Questa pagina)
La canzone presenta notevoli somiglianze, ma sarebbe forse più corretto dire un'identità quasi perfetta, con la francese Pierre de Grenoble.
Trenta mesi che faccio il soldato
(continua)
(continua)
22/11/2004 - 12:20
Monte Canino
anonimo
Canto degli Alpini
Da "Quel lungo treno" (2005)
Il "lungo treno" che dà il titolo all'ultimo album di Massimo Bubola sembrerebbe rimandare ad uno dei tòpos più comuni del folk e del blues americano; si tratta invece di un titolo tutto italiano, tratto da un canto degli alpini.
"Quel lungo treno" è un album dedicato alla Prima Guerra Mondiale, nel novantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, un album concept, come si diceva negli anni '70. Bubola riprende canti della tradizione popolare veneta: alcuni famosi (Era una notte che pioveva e Monte Canino) e altri meno noti: Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, riarrangiati in chiave country o addirittura tex-mex.
Nel libretto, molto curato, tutte le canzoni sono tradotte in inglese da Tim Parks.
- Recensione di Giorgio Maimone su Bielle
- Recensione di Luca Muchetti da "Cantiere... (continua)
Da "Quel lungo treno" (2005)
Il "lungo treno" che dà il titolo all'ultimo album di Massimo Bubola sembrerebbe rimandare ad uno dei tòpos più comuni del folk e del blues americano; si tratta invece di un titolo tutto italiano, tratto da un canto degli alpini.
"Quel lungo treno" è un album dedicato alla Prima Guerra Mondiale, nel novantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, un album concept, come si diceva negli anni '70. Bubola riprende canti della tradizione popolare veneta: alcuni famosi (Era una notte che pioveva e Monte Canino) e altri meno noti: Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, riarrangiati in chiave country o addirittura tex-mex.
Nel libretto, molto curato, tutte le canzoni sono tradotte in inglese da Tim Parks.
- Recensione di Giorgio Maimone su Bielle
- Recensione di Luca Muchetti da "Cantiere... (continua)
Non ti ricordi quel mese d’Aprile,
(continua)
(continua)
22/11/2004 - 12:17
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Montenero
anonimo
Canto degli alpini
Anche questa è una canzone "nella guerra" più che "contro la guerra", ma accanto all'amor di Patria racconta le terribili condizioni della I guerra mondiale.
«Soprattutto nel corpo degli alpini troviamo altre numerose canzoni di guerra: molte parlano delle battaglie, altre sono semplicemente un inno all'Italia o al valore alpino, molte, però sono veramente tristi, mettendoci in risalto gli aspetti più crudi della guerra: la morte del capitano, il dolore dei soldati, la crudeltà degli imperatori ed infine la morte di tanti soldati: "tutti giovani sui vent'anni". Proprio questi ultimi aspetti li ritroviamo nella canzone "Montenero": una composizione che mescola dolore e coraggio nello stesso tempo.»
ITCG Montefiascone
*
Il 16 giugno 1915, durante la prima guerra mondiale, i battaglioni Exilles, Pinerolo, Susa e Fenestrelle del 3º Reggimento Alpini comandato dal colonnello... (continua)
Anche questa è una canzone "nella guerra" più che "contro la guerra", ma accanto all'amor di Patria racconta le terribili condizioni della I guerra mondiale.
«Soprattutto nel corpo degli alpini troviamo altre numerose canzoni di guerra: molte parlano delle battaglie, altre sono semplicemente un inno all'Italia o al valore alpino, molte, però sono veramente tristi, mettendoci in risalto gli aspetti più crudi della guerra: la morte del capitano, il dolore dei soldati, la crudeltà degli imperatori ed infine la morte di tanti soldati: "tutti giovani sui vent'anni". Proprio questi ultimi aspetti li ritroviamo nella canzone "Montenero": una composizione che mescola dolore e coraggio nello stesso tempo.»
ITCG Montefiascone
*
Il 16 giugno 1915, durante la prima guerra mondiale, i battaglioni Exilles, Pinerolo, Susa e Fenestrelle del 3º Reggimento Alpini comandato dal colonnello... (continua)
Spunta l'alba del 16 giugno,
(continua)
(continua)
22/11/2004 - 12:14
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Saigon Bride
[1967]
Testo di Nina Duscheck
Musica di Joan Baez
Album: Joan
"Voglio cominciare dicendo chiara una cosa. Io sento sulle mie spalle la responsabilità del mio paese, gli Stati Uniti d’America, aggressore in Vietnam.
Io intendo oppormi con tutte le mie forze a questa violenza e ad ogni altro tipo di violenza. La canzone che segue si intitola "La sposa di Saigon": qualcuno deve lasciare la sua sposa ed andare a combattere e gli stanno dicendo che lo farà per un pericolo giallo o per un pericolo rosso, ma cosa importa di che pericolo si tratta quando lui sarà morto?
(Joan Baez, live in Italy, 1967)
Testo di Nina Duscheck
Musica di Joan Baez
Album: Joan
"Voglio cominciare dicendo chiara una cosa. Io sento sulle mie spalle la responsabilità del mio paese, gli Stati Uniti d’America, aggressore in Vietnam.
Io intendo oppormi con tutte le mie forze a questa violenza e ad ogni altro tipo di violenza. La canzone che segue si intitola "La sposa di Saigon": qualcuno deve lasciare la sua sposa ed andare a combattere e gli stanno dicendo che lo farà per un pericolo giallo o per un pericolo rosso, ma cosa importa di che pericolo si tratta quando lui sarà morto?
(Joan Baez, live in Italy, 1967)
Farewell my wistful Saigon bride
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:21
Percorsi:
Guerra in Vietnam: vista dagli USA
For Sasha
[1979]
Testo e musica di Joan Baez
dall'album "Honest Lullaby"
Testo e musica di Joan Baez
dall'album "Honest Lullaby"
Here by my window in Germany
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:16
Cambodia
[1980]
Testo e musica di Joan Baez
Testo e musica di Joan Baez
We've watched them leaving, seen their ragged flight
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:09
La chanson du déserteur
anonimo
4a. La versione in lingua ceca di Hanuš Jelínek (1910)
Version en langue tchèque de Hanuš Jelínek (1910)
L'eccellente traduzione ceca di questa versione pressoché standard è dovuta al prof. Hanuš Jelínek (1878-1944), importante docente e diplomatico praghese (insegnò sia lingua e letteratura francese a praga, che lingua e letteratura ceca alla Sorbona di Parigi). Nel 1925, il prof. Jelínek pubblicò una raccolta di canti popolari francesi con traduzione ceca, intitolata Zpěvy sladké Francie (“I canti della dolce Francia”), nella quale tale traduzione è inserita; però essa risale a molti anni prima, al 1910. Il prof. Jelínek la aveva dedicata alla scrittrice Marie Majerová.
"Poète, critique dramatique et littéraire, traducteur, Monsieur Hanuš Jelínek, né en 1878, fut professeur de français à l'Ecole Supérieure de Commerce en Bohême. En 1909, invité par l'historien Ernes Denis, il devint chargé... (continua)
Version en langue tchèque de Hanuš Jelínek (1910)
L'eccellente traduzione ceca di questa versione pressoché standard è dovuta al prof. Hanuš Jelínek (1878-1944), importante docente e diplomatico praghese (insegnò sia lingua e letteratura francese a praga, che lingua e letteratura ceca alla Sorbona di Parigi). Nel 1925, il prof. Jelínek pubblicò una raccolta di canti popolari francesi con traduzione ceca, intitolata Zpěvy sladké Francie (“I canti della dolce Francia”), nella quale tale traduzione è inserita; però essa risale a molti anni prima, al 1910. Il prof. Jelínek la aveva dedicata alla scrittrice Marie Majerová.
"Poète, critique dramatique et littéraire, traducteur, Monsieur Hanuš Jelínek, né en 1878, fut professeur de français à l'Ecole Supérieure de Commerce en Bohême. En 1909, invité par l'historien Ernes Denis, il devint chargé... (continua)
Na vojnu jsem se dal
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 22:05
La java des bombes atomiques
21 novembre 2004
LA GIAVA DELLE BOMBE ATOMICHE
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 19:21
Lili Marleen (alla triestina)
anonimo
Riprendo il testo di questa canzone triestina (da cantare sull'aria di Lili Marleen) dal forum del sito Trieste mia dove si trova anche questo commento, naturalmente in dialetto, di "Kasteliz".
«Come che te vedi la xe una canzon dei ani dela fame, ‘sai poco romantica.
Ai triestini sempre ‘sai ghe ga podudo le luganighe col cren...
A proposito de questo piato soprafino, tanto che zercavo le parole de Lili Marleen ala triestina, go trovado una cartuza con altri verseti germanico-triestini, con la data 1973, sarà stà de carneval, mi calcolo:
Ich bin die frische Lola
genannt Dietrich Marlen
mir smaecht ja Coca Cola
e luganighe col cren.
Ich bin l’Angelo Azuro
von dreissig jahre fà
und halte ancora duro
fin che la va, lava.
Ich bin in Televisore
jeden mercoledì
und mit del profesore
canto kirikiki.
Questa ultima strofa la xe un poco ermetica, chisà mai perché la cantavimo cusì. Che programa i dava ogni mercoledì? Boh.»
«Come che te vedi la xe una canzon dei ani dela fame, ‘sai poco romantica.
Ai triestini sempre ‘sai ghe ga podudo le luganighe col cren...
A proposito de questo piato soprafino, tanto che zercavo le parole de Lili Marleen ala triestina, go trovado una cartuza con altri verseti germanico-triestini, con la data 1973, sarà stà de carneval, mi calcolo:
Ich bin die frische Lola
genannt Dietrich Marlen
mir smaecht ja Coca Cola
e luganighe col cren.
Ich bin l’Angelo Azuro
von dreissig jahre fà
und halte ancora duro
fin che la va, lava.
Ich bin in Televisore
jeden mercoledì
und mit del profesore
canto kirikiki.
Questa ultima strofa la xe un poco ermetica, chisà mai perché la cantavimo cusì. Che programa i dava ogni mercoledì? Boh.»
Quando che i tedeschi
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 21/11/2004 - 15:51
Oblaki so rudeči
anonimo
Canzone popolare slovena
ca. 1915
Slovenska narodna pesem
ca. 1915
A Slovenian folksong
about 1915
ca. 1915
Slovenska narodna pesem
ca. 1915
A Slovenian folksong
about 1915
La forma rudeči (al posto di quella che sarebbe la forma slovena letteraria, rdeči, da rdeč "rosso") suggerisce una provenienza dalla cosiddetta Benecija, vale a dire la zona (tuttora) slovenofona della parte nordorientale della provincia di Udine. Naturalmente, all'epoca la zona faceva ancora pienamente parte dell'Impero Austroungarico. [RV]
Oblaki so rudeči,
(continua)
(continua)
21/11/2004 - 15:04
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Buon anno ragazzi
1995
Fu distribuita solo su un cd promozionale distribuito con la rivista "Il Maciste n.4".
Poi ripubblicata su "Noi non ci saremo vol. 2" (2001)
Fu distribuita solo su un cd promozionale distribuito con la rivista "Il Maciste n.4".
Poi ripubblicata su "Noi non ci saremo vol. 2" (2001)
Scartato il gusto del ritrovamento di un'origine inesistente
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 21/11/2004 - 14:37
Leaving On A Jet Plane
Lyrics and music by John Denver
Testo e musica di John Denver
"Not only was war music prevalent at home it also had a large effect in Vietnam; the soldiers had their own top forty. Many of the songs they listened to had no war theme, some where about the war, and some of the songs they listened to were not meant to be about the war but the soldiers put their own connotations into the song. For example Peter Paul and Mary’s remake of "Jet Plane" originally by John Denver, was a song about going home. The soldiers would listen to this song and imagine leaving on a Jet Plane back to their homes and families."
da/from this page
Questo remake di una canzone di John Denver che originariamente non parla di guerra, assume un significato diverso per i soldati americani nel Vietnam che ascoltando questa canzone immaginano di partire su un jet per tornare alle loro case e alle loro famiglie.
Testo e musica di John Denver
"Not only was war music prevalent at home it also had a large effect in Vietnam; the soldiers had their own top forty. Many of the songs they listened to had no war theme, some where about the war, and some of the songs they listened to were not meant to be about the war but the soldiers put their own connotations into the song. For example Peter Paul and Mary’s remake of "Jet Plane" originally by John Denver, was a song about going home. The soldiers would listen to this song and imagine leaving on a Jet Plane back to their homes and families."
da/from this page
Questo remake di una canzone di John Denver che originariamente non parla di guerra, assume un significato diverso per i soldati americani nel Vietnam che ascoltando questa canzone immaginano di partire su un jet per tornare alle loro case e alle loro famiglie.
All my bags are packed, I'm ready to go
(continua)
(continua)
21/11/2004 - 14:24
Draft Morning
by D. Crosby, C.Hillman and R.McGuinn
Album: The Notorious Byrd Brothers (1968)
Then there were the songs about the events happening on the home front during the Vietnam War. The scariest time for many teens during the war was the draft, which was captured by The Byrds in "Draft Morning." This song starts out slow and peaceful talking of the warmth morning sun then all of a sudden it changes to talk about killing and war. Between the verses there is a section of gun fire which is quite a juxtaposition from the serene background music. In the second verse the question is asked "why should it happen?" which was a question that probably was on the minds of many sons, mothers, fathers, sisters, and girlfriends that morning.
Dead link
*
"Draft Morning" is a song about the horrors of the Vietnam War as well as a protest against the conscription of men into the military during the conflict.[2][41]... (continua)
Album: The Notorious Byrd Brothers (1968)
Then there were the songs about the events happening on the home front during the Vietnam War. The scariest time for many teens during the war was the draft, which was captured by The Byrds in "Draft Morning." This song starts out slow and peaceful talking of the warmth morning sun then all of a sudden it changes to talk about killing and war. Between the verses there is a section of gun fire which is quite a juxtaposition from the serene background music. In the second verse the question is asked "why should it happen?" which was a question that probably was on the minds of many sons, mothers, fathers, sisters, and girlfriends that morning.
Dead link
*
"Draft Morning" is a song about the horrors of the Vietnam War as well as a protest against the conscription of men into the military during the conflict.[2][41]... (continua)
Sun warmth on my face
(continua)
(continua)
21/11/2004 - 14:13
Percorsi:
Guerra in Vietnam: vista dagli USA
Frédéric le défaitiste
Manoscritto Berssous: canzone n° 05
Riportiamo il commento:
*
Alors que la bataille de Molwitz était gagnée
A partir de 1740, héritant de son père, le " roi-sergent ", une armée solide et des coffres bien remplis, Frédéric II de Prusse, en prévision de la mêlée de prétentions qu'allait engendrer la succession d'Autriche, lui laissant donc le champ libre pour ses ambitions territoriales, saisit cette occasion pour entrer à main armée en Silésie. Il y prétendait à quatre duchés dont sa maison, bien qu'y ayant renoncé par des transactions, avait été autrefois en possession. Il intervint au milieu du mois de décembre 1740, et il s'empara sans peine de presque toute la province dont Marie-Thérèse d'Autriche, toute jeune nouvelle reine succédant au trône de Charles VI, lui avait refusé la partie demandée.
https://www.antiwarsongs.org/index.php?lang=it
Comme l'écrit Voltaire " L'Europe a cru... (continua)
Riportiamo il commento:
*
Alors que la bataille de Molwitz était gagnée
A partir de 1740, héritant de son père, le " roi-sergent ", une armée solide et des coffres bien remplis, Frédéric II de Prusse, en prévision de la mêlée de prétentions qu'allait engendrer la succession d'Autriche, lui laissant donc le champ libre pour ses ambitions territoriales, saisit cette occasion pour entrer à main armée en Silésie. Il y prétendait à quatre duchés dont sa maison, bien qu'y ayant renoncé par des transactions, avait été autrefois en possession. Il intervint au milieu du mois de décembre 1740, et il s'empara sans peine de presque toute la province dont Marie-Thérèse d'Autriche, toute jeune nouvelle reine succédant au trône de Charles VI, lui avait refusé la partie demandée.
https://www.antiwarsongs.org/index.php?lang=it
Comme l'écrit Voltaire " L'Europe a cru... (continua)
C'est à toi, roi de Prusse, mon cher père
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 11:41
L'Exécution du Déserteur
Manoscritto Berssous: canzone n° 48.
Riportiamo il commento alla canzone, che è anche un'interessantissimo studio sull'origine della parola "Disertore":
*
Avant Boris Vian et Jean Giono
Le mot déserteur, au 17ème siècle jusqu'en 1680, n'avait pas le sens militaire, bien acquis au suivant à partir du verbe déserter.
Au 18ème siècle, parmi les manifestations artistiques traitant de faits de société qui émeuvent par leur conclusion dramatique la sensibilité du public, il y a désormais celui du déserteur, de sa motivation et de son exécution. En 1769, Le Déserteur, titre un opéra-comique, poème dramatique représenté par un théâtre et dans lequel le dialogue est entrecoupé de chants avec accompagnement d'orchestre, sur une musique de Monsigny. Le texte est de Sedaine (1719-1797) qui, en 1765, a fait représenter le Philosophe sans le savoir et connut, "avec cette pièce, malgré les difficultés... (continua)
Riportiamo il commento alla canzone, che è anche un'interessantissimo studio sull'origine della parola "Disertore":
*
Avant Boris Vian et Jean Giono
Le mot déserteur, au 17ème siècle jusqu'en 1680, n'avait pas le sens militaire, bien acquis au suivant à partir du verbe déserter.
Au 18ème siècle, parmi les manifestations artistiques traitant de faits de société qui émeuvent par leur conclusion dramatique la sensibilité du public, il y a désormais celui du déserteur, de sa motivation et de son exécution. En 1769, Le Déserteur, titre un opéra-comique, poème dramatique représenté par un théâtre et dans lequel le dialogue est entrecoupé de chants avec accompagnement d'orchestre, sur une musique de Monsigny. Le texte est de Sedaine (1719-1797) qui, en 1765, a fait représenter le Philosophe sans le savoir et connut, "avec cette pièce, malgré les difficultés... (continua)
Triste état que d'être soldat
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 11:05
Percorsi:
Disertori
L'amour et la guerre
Le P'tit Québec de Mon Coeur
1977
1977
Ils nous ont défendu
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 10:29
La ballade du Déserteur
[1994]
dall'album "L'échapée belle"
dall'album "L'échapée belle"
Si je rends les armes
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2004 - 10:23
Percorsi:
Disertori
Les collines de Rabiah
Una canzone dedicata al ricordo di Beirut prima della guerra civile che la insaguinò per vent'anni, riducendola ad un cumulo di macerie, e a com'è quando il cantante la rivede, distrutta, alla televisione...
J'ai la mémoire qui chante
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:30
Merci mon dieu
[1955]
Testo e musica di Léo Ferré
dall'album "Les années Odéon Live 1954-1957"
Non è semplice etichettare questa canzone (ma quale canzone di Léo Ferré lo è...?). Anch'essa dall'andamento di litania, sembra quasi fare da contraltare alla più celebre Thank you, Satan!, ma non è la stessa cosa. Da questa canzone la figura di Dio viene sì accusata delle più palesi ingiustizie contro l'umanità (guerra compresa), ma non ne esce poi così malconcia come in altre canzoni del Monegasco (si veda particolarmente l'ultima strofa). E' un po' la storia di tutti gli anticlericali e gli antireligiosi, anche i più convinti e feroci, che però, quasi per una sorta di « consuetudine » con il personaggio, qua e là ne sentono la fascinazione. Senza arrivare al caso estremo di Brassens, dove Dio occupa una discreta parte dei testi, certamente anche in Ferré ogni tanto c'è qualche crepa. Perlomeno, nel « sian... (continua)
Testo e musica di Léo Ferré
dall'album "Les années Odéon Live 1954-1957"
Non è semplice etichettare questa canzone (ma quale canzone di Léo Ferré lo è...?). Anch'essa dall'andamento di litania, sembra quasi fare da contraltare alla più celebre Thank you, Satan!, ma non è la stessa cosa. Da questa canzone la figura di Dio viene sì accusata delle più palesi ingiustizie contro l'umanità (guerra compresa), ma non ne esce poi così malconcia come in altre canzoni del Monegasco (si veda particolarmente l'ultima strofa). E' un po' la storia di tutti gli anticlericali e gli antireligiosi, anche i più convinti e feroci, che però, quasi per una sorta di « consuetudine » con il personaggio, qua e là ne sentono la fascinazione. Senza arrivare al caso estremo di Brassens, dove Dio occupa una discreta parte dei testi, certamente anche in Ferré ogni tanto c'è qualche crepa. Perlomeno, nel « sian... (continua)
De nos tanières de draps blancs
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:19
La Marseillaise
Paroles et musique: Léo Ferré
Testo e musica: Léo Ferré
Testo e musica: Léo Ferré
No, non è l'inno nazionale francese. Tutt'altro. Da fare il paio con "God Save the Queen" dei Sex Pistols, si direbbe...se non fosse per la particolare ironia che Léo Ferré mette nel presente la "sua" marsigliese, quella che davvero vale la pena. Ma in quel suo "fottersi la Marsigliese", senz'altro, torna in gioco tutto l'antinazionalismo dell'autore, aiutato qui dall'ovvio doppio senso. [RV]
J'connais un' grue sur le Vieux Port
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:17
Percorsi:
Inni e Controinni
L'oppression
Paroles et musique de Léo Ferré
Testo e musica di Léo Ferré
Testo e musica di Léo Ferré
Non solo una "canzone contro la guerra", ma soprattutto contro il sistema oppressivo che genera altra oppressione e si rigenera menato e fomentato da sempre nuovi, ed eterni, metodi oppressivi. Una canzone difficile sotto ogni senso, difficile da leggere, difficile da cantare, difficilissima da tradurre...e ancor più difficile da digerire. [RV]
Ces mains bonnes à tout même à tenir des armes
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:14
Allende
[1977]
Paroles: Léo Ferré
Musique: Jean Ferrat et Maurice Vandair
Testo di Léo Ferré
Musica di Jean Ferrat e Maurice Vandair
Paroles: Léo Ferré
Musique: Jean Ferrat et Maurice Vandair
Testo di Léo Ferré
Musica di Jean Ferrat e Maurice Vandair
In quel 1977 che in Italia stava riproducendo il '68, forse anche con maggior forza e creatività (come seppero riconoscere i situazionisti francesi, in primis Guy Débord) Léo Ferré, anche lui, dedicava una canzone a Salvador Allende, e da par suo. Lo andremo a risvegliare, Allende, diceva; nel Cile sotto il giogo militare e fascista, Léo rivedeva senz'altro la storia infinita dell'oppressione, e rivedeva la Spagna, la sua amata Spagna cui tante canzoni aveva dedicato. Per questa canzone scrisse soltanto il testo, affidandone la musica a Jean Ferrat che, come è noto, era un militante comunista.[RV]
Ne plus écrire enfin attendre le signal
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:11
Pauvre Boris
[1966]
Parole e musica di Jean Ferrat
La canzone è del 1966; e proprio nel 1966, Peter, Paul and Mary, in pieno movimento contro la guerra nel Vietnam, Le Déserteur di Boris Vian, che cantano nella versione di Marcel Mouloudji. Anche in Francia, il paese che fino ad allora la aveva proibita severamente, la canzone diviene un successo ed è interpretata persino da una "stella" della canzone commerciale come Richard Anthony; solo che Boris Vian è oramai morto da sette anni. Jean Ferrat scrive allora questa canzone ironica e indignata; una canzone impregnata di autentico antimilitarismo, dedicata proprio a Boris Vian e al "Déserteur", contro un certo essere "contro la guerra" di facciata, che fa fare ad alcuni tanti bei soldi....
(Riccardo Venturi, 20 novembre 2004)
Parole e musica di Jean Ferrat
La canzone è del 1966; e proprio nel 1966, Peter, Paul and Mary, in pieno movimento contro la guerra nel Vietnam, Le Déserteur di Boris Vian, che cantano nella versione di Marcel Mouloudji. Anche in Francia, il paese che fino ad allora la aveva proibita severamente, la canzone diviene un successo ed è interpretata persino da una "stella" della canzone commerciale come Richard Anthony; solo che Boris Vian è oramai morto da sette anni. Jean Ferrat scrive allora questa canzone ironica e indignata; una canzone impregnata di autentico antimilitarismo, dedicata proprio a Boris Vian e al "Déserteur", contro un certo essere "contro la guerra" di facciata, che fa fare ad alcuni tanti bei soldi....
(Riccardo Venturi, 20 novembre 2004)
Tu vois rien n'a vraiment changé
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 12:44
Complainte de Pablo Neruda
Je vais dire la légende
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 12:29
La complainte du corsaire
[1946]
Testo di Henri Contet
Musica di André Grassi
La canzone è stata interpretata anche da Jean Denis.
Testo di Henri Contet
Musica di André Grassi
La canzone è stata interpretata anche da Jean Denis.
Où es-tu camarade, où es-tu ?
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2004 - 12:20
La cantata rossa
Ultimo brano della Cantata rossa per Tall el Zaatar (testo completo)
«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?
"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare la tragedia del popolo palestinese, ricordando la strage del 1976, l'epilogo di un processo di vera e propria... (continua)
«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?
"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare la tragedia del popolo palestinese, ricordando la strage del 1976, l'epilogo di un processo di vera e propria... (continua)
Ma che nessuno
(continua)
(continua)
20/11/2004 - 11:18
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
Il piccolo Fadh
Dalla Cantata rossa per Tall el Zaatar (testo completo)
«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?
"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare la tragedia del popolo palestinese, ricordando la strage del 1976, l'epilogo di un processo di vera e propria "pulizia... (continua)
«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?
"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare la tragedia del popolo palestinese, ricordando la strage del 1976, l'epilogo di un processo di vera e propria "pulizia... (continua)
A occhi spalancati
(continua)
(continua)
20/11/2004 - 11:14
Percorsi:
Jazz contro la guerra, L'Olocausto Palestinese
La complainte de Louis-Marie Jossic
[2003]
Musica di Patrick Ewen
dall'album "Marines"
Ultimo grande vascello di linea in legno, varato nel 1855, il trialbero "La Bretagne" fu presto superato dagli sviluppi della guerra moderna e la sua missione più memorabile fu quella di accogliere a bordo, nel 1858, Napoleone III, l'imperatrice Eugenia e la Regina Vittoria in visita ufficiale. A partire dal 1865, la nave fu messa alla fonda nella rada di Brest e divenne la nave-scuola della marina militare francese.
Le giornate a bordo erano terribili per le reclute. E' senz'altro a bordo del "Bretagne" che fu composta, da uno dei suoi "ospiti", la famosa "Triste vie du matelot", severamente proibita dalla marina francese esattamente come, nell'esercito, un secolo dopo fu vietato il canto del Déserteur di Boris Vian.
Louis-Marie Jossic, nato a Lavau-sur-Loire nel 1859, fece il suo apprendistato di marinaio a bordo del "Bretagne" nel... (continua)
Musica di Patrick Ewen
dall'album "Marines"
Ultimo grande vascello di linea in legno, varato nel 1855, il trialbero "La Bretagne" fu presto superato dagli sviluppi della guerra moderna e la sua missione più memorabile fu quella di accogliere a bordo, nel 1858, Napoleone III, l'imperatrice Eugenia e la Regina Vittoria in visita ufficiale. A partire dal 1865, la nave fu messa alla fonda nella rada di Brest e divenne la nave-scuola della marina militare francese.
Le giornate a bordo erano terribili per le reclute. E' senz'altro a bordo del "Bretagne" che fu composta, da uno dei suoi "ospiti", la famosa "Triste vie du matelot", severamente proibita dalla marina francese esattamente come, nell'esercito, un secolo dopo fu vietato il canto del Déserteur di Boris Vian.
Louis-Marie Jossic, nato a Lavau-sur-Loire nel 1859, fece il suo apprendistato di marinaio a bordo del "Bretagne" nel... (continua)
Comme un goéland seul dans la tempête,
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 19/11/2004 - 23:09
Amna
dalla Cantata rossa per Tall el Zaatar (testo completo)
alla voce Demetrio Stratos degli AreA
«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?
"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare la tragedia del popolo palestinese, ricordando la strage del 1976, l'epilogo... (continua)
alla voce Demetrio Stratos degli AreA
«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?
"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare la tragedia del popolo palestinese, ricordando la strage del 1976, l'epilogo... (continua)
Quant'è lunga la strada di Ashrafieh!
(continua)
(continua)
19/11/2004 - 21:37
Percorsi:
Jazz contro la guerra, L'Olocausto Palestinese
I cinquantatré giorni
..questo popolo
ha sette anime
ogni volta che muore
rinasce più giovane
e bello
(Tewfiq Zayad)
Questo pezzo apriva la Cantata rossa per Tall el Zaatar (testo completo)
1977
«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?
"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare... (continua)
ha sette anime
ogni volta che muore
rinasce più giovane
e bello
(Tewfiq Zayad)
Questo pezzo apriva la Cantata rossa per Tall el Zaatar (testo completo)
1977
«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?
"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare... (continua)
Cinquantatre giorni
(continua)
(continua)
19/11/2004 - 21:14
Percorsi:
Jazz contro la guerra, L'Olocausto Palestinese
Le tourdion des manants
[Trad. XVI siècle]
Dall'album "Belle et Rebelle" (1990)
Un'antica canzone sulle rivolte contadine antinobiliari in Bretagna, nel XVII secolo; i versi risentono di una tradizione poetica anteriore, in primis a Jehan Meschinot (in nota un piccolo glossario di termini desueti).
Nel XVII secolo, la Bretagna è una regione generalmente ricca e prospera; ma Colbert, il famoso ministro delle finanze di Luigi XIV, impone nuove tasse e balzelli provocando un enorme scontento nella popolazione. Guidati da Sébastien Le Balp, i contadini bretoni si ribellano organizzando quella che sarà poi nota, spregiativamente, come jacquerie de Bretagne; seguono, nel 1645, le rivolte cittadine a Rennes, Nantes e St.Malo, che si estendono a tutta la regione (Bassa Bretagna, Pays Bigouden, Trégor, Cornovaglia Bretone, Poher). Vengono assaltati i castelli, e diversi aristocratici vengono trucidati. La reazione della monarchia francese è terribile: in Bretagna vengono inviati i dragoni del Re, che reprimono la rivolta nel sangue.
Dall'album "Belle et Rebelle" (1990)
Un'antica canzone sulle rivolte contadine antinobiliari in Bretagna, nel XVII secolo; i versi risentono di una tradizione poetica anteriore, in primis a Jehan Meschinot (in nota un piccolo glossario di termini desueti).
Nel XVII secolo, la Bretagna è una regione generalmente ricca e prospera; ma Colbert, il famoso ministro delle finanze di Luigi XIV, impone nuove tasse e balzelli provocando un enorme scontento nella popolazione. Guidati da Sébastien Le Balp, i contadini bretoni si ribellano organizzando quella che sarà poi nota, spregiativamente, come jacquerie de Bretagne; seguono, nel 1645, le rivolte cittadine a Rennes, Nantes e St.Malo, che si estendono a tutta la regione (Bassa Bretagna, Pays Bigouden, Trégor, Cornovaglia Bretone, Poher). Vengono assaltati i castelli, e diversi aristocratici vengono trucidati. La reazione della monarchia francese è terribile: in Bretagna vengono inviati i dragoni del Re, che reprimono la rivolta nel sangue.
Gourmandons en jour et nuyt
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 19/11/2004 - 18:23
×