Vesna [Ratna pjesma]
Riccardo Venturi, 19-11-2018 22:33
La traduzione è stata fatta appena possibile. NB. Il "polako polako" dello Staff non è un appello a Krzysiek Wrona: in croato significa "pian pianino". Salud.
La traduzione è stata fatta appena possibile. NB. Il "polako polako" dello Staff non è un appello a Krzysiek Wrona: in croato significa "pian pianino". Salud.
CANZONE DI GUERRA
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 22:34
Macedonia
(2012)
Album Auff!!
La traccia fluisce facilmente in “Macedonia”, che è la più dura sia in merito al testo che alla parte sonora, e accusa i potenti di finanziare e dare importanza a questioni scientifiche o belliche (e non solo) inutili in tempo di crisi economica e sociale per far finta di fare qualcosa e per distogliere l’attenzione del popolo dai veri problemi. Ciò viene fatto con riferimenti chiari e diretti a situazioni crude come un bambino che muore di fame o uno che ha perso le gambe a causa della guerra.
(dalla recensione dal blog "L'Arte e la Filosofia")
Macedonia è un pezzo graffiante ed incalzante. le guerre non sono mai servite, ma evidentemente il grido no-war non è mai bastato a fermare l'ignoranza degli eserciti. pensate che riusciremo mai a battere le frontiere della pace e della libertà combattendo con la musica?
Con la musica no. già ci hanno provato in tanti ed... (continua)
Album Auff!!
La traccia fluisce facilmente in “Macedonia”, che è la più dura sia in merito al testo che alla parte sonora, e accusa i potenti di finanziare e dare importanza a questioni scientifiche o belliche (e non solo) inutili in tempo di crisi economica e sociale per far finta di fare qualcosa e per distogliere l’attenzione del popolo dai veri problemi. Ciò viene fatto con riferimenti chiari e diretti a situazioni crude come un bambino che muore di fame o uno che ha perso le gambe a causa della guerra.
(dalla recensione dal blog "L'Arte e la Filosofia")
Macedonia è un pezzo graffiante ed incalzante. le guerre non sono mai servite, ma evidentemente il grido no-war non è mai bastato a fermare l'ignoranza degli eserciti. pensate che riusciremo mai a battere le frontiere della pace e della libertà combattendo con la musica?
Con la musica no. già ci hanno provato in tanti ed... (continua)
Che cosa me ne frega di com'è nata la terra
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 22:27
Marco il pazzo
(2017)
Album: Un incubo stupendo
Chi è “Marco il pazzo”? Esiste una storia dietro la canzone? Il fatto che la sua storia si interrompa bruscamente con l'arrivo delle divise è un messaggio di resa?
Pazzo per me è un complimento. Comunque sì, è una resa. Ho in mente di scrivere per il futuro un brano dal titolo “La merda vince sempre”. Parlerà di omologazione, di meccanismo capitalistico che viene a vincere, del diverso che pian piano viene emarginato perché da fastidio. Anche le rivoluzioni sono finite, sono tornati al potere sempre gli stessi. Per questo mi piace ripetere che il meccanismo rivoluzionario non è politico ma poetico, la rivoluzione deve tornare per fare in modo di ribadire che il sentimento rivoluzionario è in ognuno di noi. Avevamo ragione ma abbiamo perso sempre e comunque, è tornato sempre quel meccanismo che è comodo a tutti, il meccanismo della compravendita, della... (continua)
Album: Un incubo stupendo
Chi è “Marco il pazzo”? Esiste una storia dietro la canzone? Il fatto che la sua storia si interrompa bruscamente con l'arrivo delle divise è un messaggio di resa?
Pazzo per me è un complimento. Comunque sì, è una resa. Ho in mente di scrivere per il futuro un brano dal titolo “La merda vince sempre”. Parlerà di omologazione, di meccanismo capitalistico che viene a vincere, del diverso che pian piano viene emarginato perché da fastidio. Anche le rivoluzioni sono finite, sono tornati al potere sempre gli stessi. Per questo mi piace ripetere che il meccanismo rivoluzionario non è politico ma poetico, la rivoluzione deve tornare per fare in modo di ribadire che il sentimento rivoluzionario è in ognuno di noi. Avevamo ragione ma abbiamo perso sempre e comunque, è tornato sempre quel meccanismo che è comodo a tutti, il meccanismo della compravendita, della... (continua)
Questa è la storia, l'incredibile storia di Marco, un bambino iperattivo
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 22:18
Management del dolore post-operatorio: Signor Poliziotto
(2012)
Management del dolore post-operatorio
Album: Auff!!
Parte tutto da un aneddoto su Leo Ferré. Fu fermato al confine, fra Francia e Italia, epoca di brigate rosse. E mentre i poliziotti rovistavano nella macchina e non trovavano nulla disse: “Con!” che significa coglione “le bombe non sono dove le cerchi, stanno qua, nella testa!”.
La canzone fondamentalmente sviluppa un’idea che è quella che non basta aspettare che il sogno venga da te. Lo devi cercare, devi lavorare, devi proprio spaccarti il culo per qualsiasi cosa, qualsiasi idea. Per avere ragione ti devi fare un culo… una sofferenza immane, soprattutto per chi non è aiutato da nessuno, anche a livello di appoggio psicologico. Mi piace l’idea che i nostri genitori non c’abbiano appoggiato fino adesso. Non dobbiamo ringraziare nessuno. Abbiamo lavorato di più quando andava male, come i matti, perché la cosa ci piaceva tanto.... (continua)
Management del dolore post-operatorio
Album: Auff!!
Parte tutto da un aneddoto su Leo Ferré. Fu fermato al confine, fra Francia e Italia, epoca di brigate rosse. E mentre i poliziotti rovistavano nella macchina e non trovavano nulla disse: “Con!” che significa coglione “le bombe non sono dove le cerchi, stanno qua, nella testa!”.
La canzone fondamentalmente sviluppa un’idea che è quella che non basta aspettare che il sogno venga da te. Lo devi cercare, devi lavorare, devi proprio spaccarti il culo per qualsiasi cosa, qualsiasi idea. Per avere ragione ti devi fare un culo… una sofferenza immane, soprattutto per chi non è aiutato da nessuno, anche a livello di appoggio psicologico. Mi piace l’idea che i nostri genitori non c’abbiano appoggiato fino adesso. Non dobbiamo ringraziare nessuno. Abbiamo lavorato di più quando andava male, come i matti, perché la cosa ci piaceva tanto.... (continua)
Sai per sognare, amore
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 22:04
Norman
2012
Album: Auff!!
La canzone fa riferimento al fatto di cronaca accaduto all'Università di Palermo il 13 settembre 2010 quando Norman Zarcone, dottorando in filosofia, si suicidò gettandosì dal settimo piano dell'edificio.
“Norman/Primavera a Praga/il fuoco di Jan Palach te lo ricordi?” chiede la voce narrante a Norman Zarcone, nell’omonima “Norman”. Zarcone è, o meglio era, un giovane ricercatore universitario di 27 anni, morto suicida nel 2010 come Palach, non dandosi fuoco bensì gettandosi dal settimo piano dell’Università di Lettere e Filosofia di Palermo. Fu il suo modo di protestare, di scuotere un sistema marcio dominato dalle baronie. Un gesto per niente fine a sé stesso, come quello di Palach che provò a scuotere i suoi connazionali. “Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la... (continua)
Album: Auff!!
La canzone fa riferimento al fatto di cronaca accaduto all'Università di Palermo il 13 settembre 2010 quando Norman Zarcone, dottorando in filosofia, si suicidò gettandosì dal settimo piano dell'edificio.
“Norman/Primavera a Praga/il fuoco di Jan Palach te lo ricordi?” chiede la voce narrante a Norman Zarcone, nell’omonima “Norman”. Zarcone è, o meglio era, un giovane ricercatore universitario di 27 anni, morto suicida nel 2010 come Palach, non dandosi fuoco bensì gettandosi dal settimo piano dell’Università di Lettere e Filosofia di Palermo. Fu il suo modo di protestare, di scuotere un sistema marcio dominato dalle baronie. Un gesto per niente fine a sé stesso, come quello di Palach che provò a scuotere i suoi connazionali. “Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la... (continua)
Dottorando in filosofia
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 21:52
Chanson de François Quenechou
Riccardo Venturi, 19 - 11- 2018 19:52
Anne Vanderlove, "La Sirène", 1978
Anne Vanderlove, "La Sirène", 1978
CANZONE PER FRANÇOIS QUENECHOU
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 19:53
Partenza e vita dei Maremmani
anonimo
Testo reperito in questa pagina
Un saluto mi parte dal mio cuore
(continua)
(continua)
inviata da adriana 17/11/2018 - 17:41
La Pace, filastrocca che piace
[2018]
«La Pace, filastrocca che piace» di Mimmo Mòllica - Proprietà letteraria Molica Colella Domenico ©2018 –
® Tutti i diritti sono riservati –
Il 20 novembre, come ogni anno, ricorre la Giornata Universale del Bambino, per segnalare al mondo quali sono i Diritti di tutti i bambini, senza distinzione di razza, religione o nazionalità. Tra questi il Diritto alla Pace.
Dedico questa filastrocca a tutti i giovani, genitori, studenti, nonni e a tutti gli uomini del mondo, rivolgendola a istituzioni, personalità della scuola, della politica, della cultura, della scienza e della società civile, come testimonianza di volontà e contributo per la pace.
Mimmo Mòllica
«La Pace, filastrocca che piace» di Mimmo Mòllica - Proprietà letteraria Molica Colella Domenico ©2018 –
® Tutti i diritti sono riservati –
Il 20 novembre, come ogni anno, ricorre la Giornata Universale del Bambino, per segnalare al mondo quali sono i Diritti di tutti i bambini, senza distinzione di razza, religione o nazionalità. Tra questi il Diritto alla Pace.
Dedico questa filastrocca a tutti i giovani, genitori, studenti, nonni e a tutti gli uomini del mondo, rivolgendola a istituzioni, personalità della scuola, della politica, della cultura, della scienza e della società civile, come testimonianza di volontà e contributo per la pace.
Mimmo Mòllica
La pace fa molto rumore,
(continua)
(continua)
inviata da Mimmo Mòllica 17/11/2018 - 17:25
Arcobaleno di pace (Là sulla risaia è nato un bel mattino)
[1960]
Scritta da Pietro Besate e sempre interpretata dal Coro delle Mondine di Trino Vercellese
Nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Donzelli editore, 2005.
Scritta da Pietro Besate e sempre interpretata dal Coro delle Mondine di Trino Vercellese
Nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Donzelli editore, 2005.
Là sulla risaia è nato un bel mattino
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2018 - 14:58
Canzón dei coscrìti
anonimo
[fine 800/inizio 900]
Una canzone popolare precedente alla Grande Guerra. Infatti si riferisce di una ferma di tre anni, quella in vigore tra il 1875 (la riforma Ricotti, prima la durata del servizio militare obbligatorio era di quattro o addirittura cinque anni...) ed il 1910, quando la "naja" scese a due anni.
Trovo la maggior parte delle strofe su “Paròle e diti che se pèrde par strada”, una ricerca sulla parlata del paese di Bieno, il "balconcino della Valsugana", in Trentino Alto Adige. Quelle tra parentesi quadre le ho inserite traendole da questo canzoniere popolare.
Una canzone popolare precedente alla Grande Guerra. Infatti si riferisce di una ferma di tre anni, quella in vigore tra il 1875 (la riforma Ricotti, prima la durata del servizio militare obbligatorio era di quattro o addirittura cinque anni...) ed il 1910, quando la "naja" scese a due anni.
Trovo la maggior parte delle strofe su “Paròle e diti che se pèrde par strada”, una ricerca sulla parlata del paese di Bieno, il "balconcino della Valsugana", in Trentino Alto Adige. Quelle tra parentesi quadre le ho inserite traendole da questo canzoniere popolare.
Apriteci le pòrte
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2018 - 13:23
Mio fratello è figlio unico
La scrittura del rapper Anastasio, 21 anni
da XFactor
Ok la vetrina di XFactor sarà quello che è, ma questa versione ci sembra comunque degna di nota.
da XFactor
Ok la vetrina di XFactor sarà quello che è, ma questa versione ci sembra comunque degna di nota.
Mio fratello e' figlio unico perché non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato.
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 16/11/2018 - 13:58
Rosso Malpelo
2015
Disciplina Sperimentale EP
Brano tratto dal primo Ep di Nasta Mc al secolo Marco Anastasio, ora più noto come Anastasio di XFactor.
Non è questo il luogo per discutere dei talent. Ogni tanto esce anche qualche bravo artista. Questo EP è stato inciso anni fa, a soli 18 anni.
Rosso Malpelo è una novella di Giovanni Verga, che narra di un ragazzo che lavora in una cava di rena rossa.
Disciplina Sperimentale EP
Brano tratto dal primo Ep di Nasta Mc al secolo Marco Anastasio, ora più noto come Anastasio di XFactor.
Non è questo il luogo per discutere dei talent. Ogni tanto esce anche qualche bravo artista. Questo EP è stato inciso anni fa, a soli 18 anni.
Rosso Malpelo è una novella di Giovanni Verga, che narra di un ragazzo che lavora in una cava di rena rossa.
Lo chiamavano Malpelo, il tale di cui oggi scrivo
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 16/11/2018 - 13:48
The Happiest Days of Our Lives / Another Brick in the Wall Part II
ANOTHER BRICK IN THE WALL
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 16/11/2018 - 13:25
La galleria del Sempione
anonimo
[fine 800/inizio 900]
Trovo questo brano come cantato dal Coro Valdossola in un concerto del 2010 per le celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia.
Le prime tre strofe risalgono agli anni della costruzione del tunnel del Sempione, tra il 1898 ed il 1905, anno della sua inaugurazione. Si veda al proposito Un dì di maggio alle undici di notte. Ma l'ultima strofa è un'aggiunta posteriore, facendo riferimento alle battaglie sul Grappa (novembre 1917 e ottobre 1918) nel corso della Grande Guerra.
Morti in pace di lavoro, morti in guerra di mitraglia... non credo che allora molte vedovelle abbiano poi potuto consolarsi...
Trovo questo brano come cantato dal Coro Valdossola in un concerto del 2010 per le celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia.
Le prime tre strofe risalgono agli anni della costruzione del tunnel del Sempione, tra il 1898 ed il 1905, anno della sua inaugurazione. Si veda al proposito Un dì di maggio alle undici di notte. Ma l'ultima strofa è un'aggiunta posteriore, facendo riferimento alle battaglie sul Grappa (novembre 1917 e ottobre 1918) nel corso della Grande Guerra.
Morti in pace di lavoro, morti in guerra di mitraglia... non credo che allora molte vedovelle abbiano poi potuto consolarsi...
La Galleria del Sempione l'è la rovina della gioventù,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2018 - 21:40
America
anonimo
Testo reperito in questa pagina
Nell’America che siamo arrivati
(continua)
(continua)
inviata da adriana 15/11/2018 - 19:41
L'Emigrante
anonimo
Testo reperito in questa pagina
Io son partito una sera al chiaro di luna
(continua)
(continua)
inviata da adriana 15/11/2018 - 19:12
I frà 'd San Bernardin
anonimo
[1917]
Testo piemontese risalente alla Rivolta del Pane di Torino, 21-24 agosto 1917
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Sull'insurrezione operaia di Torino del 1917 contro la guerra e contro la fame si veda Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo).
Qui basti ricordare che le due strofette in piemontese si riferiscono ad un episodio contestuale a quella rivolta, quando il 23 agosto la gente assalì, saccheggiò e bruciò il convento e la chiesa di San Bernardino nel quartiere Borgo San Paolo. Ciò avvenne perchè solo qualche tempo prima i frati avevano brutalmente malmenato, e forse seviziato, alcuni ragazzini che si erano introdotti nell'orto del convento per rubare della frutta...
Questo il racconto da "Storia di Torino operaia e socialista", di Paolo Spriano, 1972, p.... (continua)
Testo piemontese risalente alla Rivolta del Pane di Torino, 21-24 agosto 1917
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Sull'insurrezione operaia di Torino del 1917 contro la guerra e contro la fame si veda Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo).
Qui basti ricordare che le due strofette in piemontese si riferiscono ad un episodio contestuale a quella rivolta, quando il 23 agosto la gente assalì, saccheggiò e bruciò il convento e la chiesa di San Bernardino nel quartiere Borgo San Paolo. Ciò avvenne perchè solo qualche tempo prima i frati avevano brutalmente malmenato, e forse seviziato, alcuni ragazzini che si erano introdotti nell'orto del convento per rubare della frutta...
Questo il racconto da "Storia di Torino operaia e socialista", di Paolo Spriano, 1972, p.... (continua)
I frà 'd San Bernardin
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2018 - 17:37
Avoir 20 ans dans les Aurès
Complete Italian translation by Riccardo Venturi
Traduction italienne intégrale de Riccardo Venturi
Täydellinen italiankielinen käännös: Riccardo Venturi
14-11-2018
Traduction italienne intégrale de Riccardo Venturi
Täydellinen italiankielinen käännös: Riccardo Venturi
14-11-2018
(continua)
14/11/2018 - 01:23
Il governo italiano prepotente come un cane
anonimo
[1914-18]
Canto raccolto da Franco Castelli nell'Alessandrino, dalla voce della madre Gemma Milanese.
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
"Canto che coniuga, in una sintesi di rara forza evocativa: la denuncia della prepotenza del potere; il senso di appartenenza alla nazione; il giudizio critico che accomuna preti, imboscati e signori; il divario sociale che la guerra ha esaltato esponendo alle atrocità dei combattimenti solo i poveretti, mandati a morire in mezzo a quei reticolati."
Canto raccolto da Franco Castelli nell'Alessandrino, dalla voce della madre Gemma Milanese.
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
"Canto che coniuga, in una sintesi di rara forza evocativa: la denuncia della prepotenza del potere; il senso di appartenenza alla nazione; il giudizio critico che accomuna preti, imboscati e signori; il divario sociale che la guerra ha esaltato esponendo alle atrocità dei combattimenti solo i poveretti, mandati a morire in mezzo a quei reticolati."
Il governo italiano
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/11/2018 - 21:59
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Ma parliamo dunque di questi imboscati
anonimo
[1914-18]
Un canto raccolto negli anni 60 a Novara e ad Arzignano (VI), presente nel volume "E non mai più la guerra", di Cesare Bermani e Antonella De Palma, pubblicato dalla Società di mutuo soccorso Ernesto de Martino nel 2015
Riportato anche in "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Nella propaganda ufficiale la figura dell'imboscato era assimilata a quella del disertore, traditori della patria. Già nelle trincee il sentimento era diverso, che gli imboscati erano gli ufficiali nelle retrovie e i signori e i ministri che tiravano i fili della guerra stando a casa "con le loro mogli sui letti di lana", come recita un'altra strofetta di quel periodo. Ma qui la coscienza di classe e insieme la lucida consapevolezza che un lavoratore non può che essere contro la guerra trasformano l'operaio/imboscato... (continua)
Un canto raccolto negli anni 60 a Novara e ad Arzignano (VI), presente nel volume "E non mai più la guerra", di Cesare Bermani e Antonella De Palma, pubblicato dalla Società di mutuo soccorso Ernesto de Martino nel 2015
Riportato anche in "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Nella propaganda ufficiale la figura dell'imboscato era assimilata a quella del disertore, traditori della patria. Già nelle trincee il sentimento era diverso, che gli imboscati erano gli ufficiali nelle retrovie e i signori e i ministri che tiravano i fili della guerra stando a casa "con le loro mogli sui letti di lana", come recita un'altra strofetta di quel periodo. Ma qui la coscienza di classe e insieme la lucida consapevolezza che un lavoratore non può che essere contro la guerra trasformano l'operaio/imboscato... (continua)
Ma parliamo dunque di questi imboscati
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/11/2018 - 21:06
Di mamme ce n'è una sola
[1973]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Francesco Guccini
Album: Opera Buffa
Una canzone serissima.
Profonda riflessione dell' Anonimo Toscano del XXI Secolo.
Devo confessare, poi che ho avuto anch'io, veramente, un periodo in cui da...insomma, da uno che pensava che Opera Buffa di Guccini Francesco fu Ferruccio, anno 1973, fosse un album di canzoni “goliardiche” o roba del genere, un divertissement che tale Pier Farri spinse il barbuto modenese a incidere con le canzoni più o meno improvvisate alla famosa & felsinea Osteria delle Dame (anche se in parte furono registrate al Folkstudio di Roma, e una, il Bello, era stata affidata tre anni prima nientemeno che a Lando Buzzanca). Niente di più errato, come il tempo ha dimostrato ampiamente. Altro che goliardia, altro che improvvisazione, altro che divertissement, altro che osterie: queste sono... (continua)
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Francesco Guccini
Album: Opera Buffa
Una canzone serissima.
Profonda riflessione dell' Anonimo Toscano del XXI Secolo.
Devo confessare, poi che ho avuto anch'io, veramente, un periodo in cui da...insomma, da uno che pensava che Opera Buffa di Guccini Francesco fu Ferruccio, anno 1973, fosse un album di canzoni “goliardiche” o roba del genere, un divertissement che tale Pier Farri spinse il barbuto modenese a incidere con le canzoni più o meno improvvisate alla famosa & felsinea Osteria delle Dame (anche se in parte furono registrate al Folkstudio di Roma, e una, il Bello, era stata affidata tre anni prima nientemeno che a Lando Buzzanca). Niente di più errato, come il tempo ha dimostrato ampiamente. Altro che goliardia, altro che improvvisazione, altro che divertissement, altro che osterie: queste sono... (continua)
Devo confessare, poi che ho avuto anch'io, veramente, un periodo in cui da... da bello di balera, cioè, non ero molto bello, in realtà, no, allora, mi ricordo, con... con agghiacciante terrore, che circolavo con una giacca di jersey blu con dei risvoltini azzurri, qui, filettati, occhiale nero e cravatta rossa con i titoli dei giornali in cima, che è una cosa... Giuro. Giuro, ho fatto anche questo, ho fatto anche questo. Ero molto giovane, però, e... no, da questo periodo però viene tutta la mia conoscenza di canzoni di... direi, d'epoca. E anch'io ho concepito un certo periodo in cui ho scritto canzoni di questo genere. E' stata una specie di crisi, no? E una di queste è una canzone che... così, direi, risolve un annoso problema, cioè quello che riguarda la mamma...
Come una capinera,
S... (continua)
Come una capinera,
S... (continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI secolo 11/11/2018 - 22:14
The Old Orange Flute
anonimo
Nella contea di Tyrone, vicino a Dungannon,
(continua)
(continua)
inviata da Io non sto con Oriana 10/11/2018 - 19:16
Lucky Man
La versione di Finardi è molto bella ma ho deciso di pubblicare questa traduzione più aderente al testo originale.
UOMO FORTUNATO
(continua)
(continua)
inviata da Giuseppe Romano 9/11/2018 - 17:48
Another Day in Paradise
UN ALTRO GIORNO IN PARADISO
(continua)
(continua)
inviata da Federico Mina 8/11/2018 - 22:28
La ballata del disertore
2017
Canzoni, danze e ballate
Canzoni, danze e ballate
Sacra maestà sciogli il mio dolore
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 8/11/2018 - 18:20
Percorsi:
Disertori
Ítaca
Roberto Vecchioni e Francesco Guccini: Ti insegnerò a volare
Infinito (2018)
La canzone mette in musica i versi di un celebre poeta greco, Costantinos Kavafis "se partirai per Itaca..." e si tratta di un testo che racconta la storia di Alex Zanardi, un uomo che "se non può correre imparerà a volare". Con Ti insegnerò a volare i due padri della canzone d’autore si rivolgono alle nuove generazioni, invitandole a sfidare l’impossibile. La storia di Alex Zanardi evocata nel testo è la metafora della "passione per la vita che è più forte del destino". “Questo brano - racconta Vecchioni - si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la 'canzone d’autore' e che non c’è, non esiste più dagli anni 70. In realtà l’intero disco è immerso in quell’atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice... (continua)
Infinito (2018)
La canzone mette in musica i versi di un celebre poeta greco, Costantinos Kavafis "se partirai per Itaca..." e si tratta di un testo che racconta la storia di Alex Zanardi, un uomo che "se non può correre imparerà a volare". Con Ti insegnerò a volare i due padri della canzone d’autore si rivolgono alle nuove generazioni, invitandole a sfidare l’impossibile. La storia di Alex Zanardi evocata nel testo è la metafora della "passione per la vita che è più forte del destino". “Questo brano - racconta Vecchioni - si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la 'canzone d’autore' e che non c’è, non esiste più dagli anni 70. In realtà l’intero disco è immerso in quell’atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice... (continua)
TI INSEGNERÒ A VOLARE (ALEX)
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 7/11/2018 - 09:51
Il censimento
[1938]
Sonetto di Guido Bedarida (Eliezer Ben David)
Dalla silloge Mare Ammarim ("Amaro degli Amari")
Pubblicata in: Guido Bedarida, Ebrei di Livorno - Tradizioni e gergo in 180 sonetti giudaico-livornesi, Firenze, Le Monnier, 1956
Cura e note di Pardo Fornaciari
Pardo Fornaciari, insegnante, etnomusicologo, capocorista, studioso e cultore di ogni tipo di tradizione livornese, formidabile détourneur, traduttore e un numero imprecisato di altre cose ancora è, oltreché un nostro antico sodale e contributore, probabilmente l'ultimo conoscitore del Bagitto, vale a dire il linguaggio giudeo-livornese. Di ebrei, a Livorno, ce ne sono ancora parecchi e, come spesso mi piace ricordare, è rimasta forse l'unica città in Italia dove gli ebrei non appartengono necessariamente agli strati elevati e borghesi della popolazione, ma anche a quelli popolari (personalmente, quando abitavo a Livorno, ho... (continua)
Sonetto di Guido Bedarida (Eliezer Ben David)
Dalla silloge Mare Ammarim ("Amaro degli Amari")
Pubblicata in: Guido Bedarida, Ebrei di Livorno - Tradizioni e gergo in 180 sonetti giudaico-livornesi, Firenze, Le Monnier, 1956
Cura e note di Pardo Fornaciari
Pardo Fornaciari, insegnante, etnomusicologo, capocorista, studioso e cultore di ogni tipo di tradizione livornese, formidabile détourneur, traduttore e un numero imprecisato di altre cose ancora è, oltreché un nostro antico sodale e contributore, probabilmente l'ultimo conoscitore del Bagitto, vale a dire il linguaggio giudeo-livornese. Di ebrei, a Livorno, ce ne sono ancora parecchi e, come spesso mi piace ricordare, è rimasta forse l'unica città in Italia dove gli ebrei non appartengono necessariamente agli strati elevati e borghesi della popolazione, ma anche a quelli popolari (personalmente, quando abitavo a Livorno, ho... (continua)
Anco in Ispagna i' re ci disse un giorno
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 6/11/2018 - 21:20
תן לי רק עוד מתנה
Riccardo Venturi, 6-11-2018 11:28
Due parole del traduttore. Rispetto alla traduzione francese già presente atavicamente in questa pagina, mi sono voluto attenere più letteralmente al testo ebraico.
Due parole del traduttore. Rispetto alla traduzione francese già presente atavicamente in questa pagina, mi sono voluto attenere più letteralmente al testo ebraico.
OFFRIMI SOLO UN ALTRO DONO
(continua)
(continua)
6/11/2018 - 11:29
Dansa de l'odi sobre la tomba de Franco
DANZA DELL'ODIO SOPRA LA TOMBA DI FRANCO
(continua)
(continua)
5/11/2018 - 21:21
La gente di Legnano
2014
Le stagioni di Anna Frank
E' dedicata a tutti i legnanesi di ieri e in particolare ai deportati nei lager nazisti, il nuovo brano “La gente di Legnano“ inserito nell'ultimo album "Le stagioni di Anna Frank" di Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones. Un brano nostalgico che sogna un futuro di speranza e che ben si presta ad accompagnare questi giorni di festa e di commemorazione.
legannonews.com
Le stagioni di Anna Frank
E' dedicata a tutti i legnanesi di ieri e in particolare ai deportati nei lager nazisti, il nuovo brano “La gente di Legnano“ inserito nell'ultimo album "Le stagioni di Anna Frank" di Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones. Un brano nostalgico che sogna un futuro di speranza e che ben si presta ad accompagnare questi giorni di festa e di commemorazione.
legannonews.com
La gente di Legnano ha tre pensieri
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 5/11/2018 - 12:18
La Badoglieide
Il Martedi Grasso di Giorgia Poponi - Pardo Fornaciari
Una certa Giorgia Meloni (in vernacolo livornese: Poponi) poco esperta della piazza, ha pensato bene di venire a farsi sentire in quel di Livorno, per Martedi Grasso, il 13 febbraio 2018. Il ricevimento è stato una carnavalata esilarante, e si è concluso con una fuga ingloriosa.
Una certa Giorgia Meloni (in vernacolo livornese: Poponi) poco esperta della piazza, ha pensato bene di venire a farsi sentire in quel di Livorno, per Martedi Grasso, il 13 febbraio 2018. Il ricevimento è stato una carnavalata esilarante, e si è concluso con una fuga ingloriosa.
IL MARTEDI GRASSO DI GIORGIA POPONI
(continua)
(continua)
5/11/2018 - 09:03
Er Borzonaro
[5 novembre 2018]
Sull'aria (più o meno) del Barcarolo romano
Sull'aria (più o meno) del Barcarolo romano
Quanta gioja c'è stasera
(continua)
(continua)
5/11/2018 - 08:38
Zucchero e thé
2002
da "L'altra faccia dell'impero"
Scritta anni fa immaginando uno sciopero della fame nelle carceri turche
da "L'altra faccia dell'impero"
Scritta anni fa immaginando uno sciopero della fame nelle carceri turche
Forse ce la farai a incontrare un altro futuro
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 4/11/2018 - 16:19
Percorsi:
Dalle galere del mondo
I bambini del mare
Ho ripreso il testo da questa pagina
I bambini del mare hanno gli occhi di conchiglia,
(continua)
(continua)
inviata da Silva 4/11/2018 - 14:02
Pigs (Three Different Ones)
PORCI (TRE TIPI DIFFERENTI)
(continua)
(continua)
inviata da Federico Mina 4/11/2018 - 11:58
Dogs
Devi essere pazzo, devi averne proprio bisogno
(continua)
(continua)
inviata da Federico Mina 4/11/2018 - 11:56
La meglio gioventù
2014
Aforismi da castagneto
Trascritta all'ascolto.
La citazione del titolo è un verso de Sul ponte di Perati bandiera nera
Aforismi da castagneto
Trascritta all'ascolto.
La citazione del titolo è un verso de Sul ponte di Perati bandiera nera
inviata da Dq82 3/11/2018 - 16:26
Preghiera
1976
Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto
testo e musica di Stefano Rosso
"Preghiera" fu scritta da Rosso per Mia Martini, che con la sua splendida voce interpretò la canzone alla grande.
In seguito lo stesso Rosso volle cimentarsi a cantarla e l'uscita della raccolta "Il meglio" nel 2001 fu un'ottima scusa per inserire questo bel brano.
Spesso nelle sue canzoni Stefano parla di Dio e ovviamente lo fa alla sua maniera, ovvero mai banalmente e spesso con un pizzico di ironia.
Nel testo in questione Rosso inserisce anche un verso che fotografa la miopia dell'uomo e la sua eterna insoddisfazione ("Ma l'uomo non capisce e cosa fa, ha il mare in tasca e l'acqua va a cercar").
Musicalmente il brano è una ballata condotta dal pianoforte.
stefanorossouniverse.blogspot.com
Interpretata anche da Graziano Romani e Michele Gazich nell'album A ruota libera / Freewheeling: the duet album (2018).
Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto
testo e musica di Stefano Rosso
"Preghiera" fu scritta da Rosso per Mia Martini, che con la sua splendida voce interpretò la canzone alla grande.
In seguito lo stesso Rosso volle cimentarsi a cantarla e l'uscita della raccolta "Il meglio" nel 2001 fu un'ottima scusa per inserire questo bel brano.
Spesso nelle sue canzoni Stefano parla di Dio e ovviamente lo fa alla sua maniera, ovvero mai banalmente e spesso con un pizzico di ironia.
Nel testo in questione Rosso inserisce anche un verso che fotografa la miopia dell'uomo e la sua eterna insoddisfazione ("Ma l'uomo non capisce e cosa fa, ha il mare in tasca e l'acqua va a cercar").
Musicalmente il brano è una ballata condotta dal pianoforte.
stefanorossouniverse.blogspot.com
Interpretata anche da Graziano Romani e Michele Gazich nell'album A ruota libera / Freewheeling: the duet album (2018).
Finché tramonta il sole
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 3/11/2018 - 15:48
Alla guerra
2014
Aforismi da castagneto
feat. Graziano Romani
Trascritta all'ascolto, con l'ausilio dei sottotitoli in italiano del video
Aforismi da castagneto
feat. Graziano Romani
Trascritta all'ascolto, con l'ausilio dei sottotitoli in italiano del video
Sun apena turnà a ca, all'usteria 'n ghera nisun
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 3/11/2018 - 15:17
Percorsi:
Disertori
The Ballad of John Henry
Chi ha ucciso John Henry, nella battaglia dei peccatori e dei santi
(continua)
(continua)
inviata da Federico Mina 3/11/2018 - 14:18
La madonna delle conchiglie
"La madonna delle conchiglie" è una canzone scritta da Vinicio Capossela e inclusa nel suo album "Marinai, profeti e balene" del 2012.
Esiste anche una versione per sola voce e conchiglie nell'album "Sea Shell - Musica per conchiglie" realizzato quest'anno dal musicista jazz, trombonista, compositore, costruttore e suonatore di strumenti a conchiglia Mauro Ottolini, che già nell'album di Capossela suonava le sue conchiglie nonchè il flicorno ed il sousafono.
(B.B.)
Esiste anche una versione per sola voce e conchiglie nell'album "Sea Shell - Musica per conchiglie" realizzato quest'anno dal musicista jazz, trombonista, compositore, costruttore e suonatore di strumenti a conchiglia Mauro Ottolini, che già nell'album di Capossela suonava le sue conchiglie nonchè il flicorno ed il sousafono.
(B.B.)
La madonna delle conchiglie
(continua)
(continua)
inviata da Donatella Leoni 3/11/2018 - 10:29
Percorsi:
Esili e esiliati
Poemino Guevara e Alì
5 ottobre 2018
Aderisco alla manifestazione che si svolge domani a Riace, aldilà dei se e dei ma, che non possono che essere molti, come ogni volta che un caso da particolare diventa simbolico. È evidente infatti che il problema trascende il sindaco, così come è evidente che un sindaco debba fare il sindaco: il problema non si porrebbe se la trasgressione non si tirasse dietro molti temi strategici. Prendo quindi l’occasione per pubblicare un poemetto che composi nell’ottobre dell’anno scorso, in coincidenza con il 50º anniversario dell’uccisione di Ernesto Che Guevara. Qui lo troviamo al Lampedusa, a conversare con i migranti…… David Riondino
David Riondino ( testi e lettura)
Fabrizio de Rossi Re (pianoforte e voce)
Leonardo Cesari ( percussioni)
Registrazione Leo Cesari - Roma 2018
Fabrizio de Rossi Re (pianoforte e voce)
Leonardo Cesari ( percussioni)
Registrazione Leo Cesari - Roma 2018
Aderisco alla manifestazione che si svolge domani a Riace, aldilà dei se e dei ma, che non possono che essere molti, come ogni volta che un caso da particolare diventa simbolico. È evidente infatti che il problema trascende il sindaco, così come è evidente che un sindaco debba fare il sindaco: il problema non si porrebbe se la trasgressione non si tirasse dietro molti temi strategici. Prendo quindi l’occasione per pubblicare un poemetto che composi nell’ottobre dell’anno scorso, in coincidenza con il 50º anniversario dell’uccisione di Ernesto Che Guevara. Qui lo troviamo al Lampedusa, a conversare con i migranti…… David Riondino
“…nati non foste a viver come bruti…”
(continua)
(continua)
inviata da adriana 3/11/2018 - 09:29
Gli imboscati
anonimo
[1918]
Sull'aria del "Bombacè" del Sor Capanna (1865-1921), forse la primissima versione de Il general Cadorna
Testo trovato su "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona, Alberto Lovatto, editore Neri Pozza
Sull'aria del "Bombacè" del Sor Capanna (1865-1921), forse la primissima versione de Il general Cadorna
Testo trovato su "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona, Alberto Lovatto, editore Neri Pozza
Non ci vuoi molto studio
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/11/2018 - 22:12
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Sui Monti Scarpazi
anonimo
Canzone militare risalente alla Prima guerra mondiale, diffusa nell'Italia settentrionale con il titolo "Addio padre e madre addio". In Trentino è invece stata documentata come: "Sui monti scarpazi" [Pedrotti 1976], "Tu ti recasti alla Serbia" e "O crudele destino di Serbia" [Morelli et al. 1983]. In alcune versioni rilevate la protagonista esprime il dolore per aver perso il marito al fronte, per essere rimasta sola con una figlia piccola e conclude con una protesta nei confronti delle classi dominanti. Altre versioni hanno invece come protagonista il soldato, che si lamenta per la partenza in guerra e racconta la sua stessa morte.
SUI MONTI SCARPAZI
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/11/2018 - 21:31
Siam prigionieri
anonimo
"Canto militare nato in prigionia fra militari trentini e giuliani che, costetti ad arruolarsi e a combattere nelle file dell'esercito austriaco, furono inviati sul fronte orientale, catturati dai russi in Galizia (a nord dei Carpazi) e inviati in Siberia". [da Canti della Grande guerra, di Savona – Straniero, 1981: 614-615].
"Il canto, nel Trentino, è famoso per molte ragioni. Dalla generazione dei padri è stato trasmesso a quella dei figli che in Russia tornarono a combattere e s'identificò talmente con la seconda situazione che finì per ignorarne le ragioni" [da Storie da quattro soldi: canzonieri popolari trentini, di Quinto Antonelli 1988: 351].
"Il canto, nel Trentino, è famoso per molte ragioni. Dalla generazione dei padri è stato trasmesso a quella dei figli che in Russia tornarono a combattere e s'identificò talmente con la seconda situazione che finì per ignorarne le ragioni" [da Storie da quattro soldi: canzonieri popolari trentini, di Quinto Antonelli 1988: 351].
SIAM PRIGIONIERI
(continua)
(continua)
inviata da B.B. 2/11/2018 - 21:12
×
Album Auff!!
E allora si è immaginato che grazie alla chirurgia estetica forse un giorno saremo tutti belli uguali e quindi finalmente tutti felici. Ma è una bugia: la bellezza naturale vince sempre laddove si dovrà scegliere un modello. Vogliamo essere tutti belli uguali, ma uguali a chi? E allora vince la più bella di tutti, vince Marilyn Monroe. Non ci sarà mai pace a causa della bellezza.
– Luca Romagnoli su DLSO