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Affermativo

Affermativo
[2017]
Scritta da Lorenzo Cherubini Jovanotti
Nell'album "Oh, vita!"
Pubblicato come singolo nella versione remix di Takagi & Ketra Gipsy Trap
Mi ricordo il rumore del vento
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/6/2018 - 11:20
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24 Eylül 1945

24 Eylül 1945
24 SETTEMBRE 1945
(continua)
inviata da B.B. 16/6/2018 - 14:39
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Le Soldat

Le Soldat
IL SOLDATO
(continua)
15/6/2018 - 22:12
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Les reproches de La Tulipe à Madame de Pompadour, ou Comprenez-vous?

anonimo
Les reproches de La Tulipe à Madame de Pompadour, <i>ou</i> Comprenez-vous?
15 giugno 2018 18:50
RIMPROVERI DI FANFAN LA TULIPE ALLA SIGNORA DI POMPADOUR, o LO CAPITE?
(continua)
15/6/2018 - 18:50
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Radical Chic

Radical Chic
[2013]

Album : Muddhriche
Eccoli la col bicchiere tra le mani
(continua)
inviata da adriana 15/6/2018 - 16:49
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Ellerinize ve Yalana Dair

Traduzione italiana trovata in un articolo a firma di Leoncarlo Settimelli, intitolato “Metti una sera a Istanbul… e riscopri Nazim Hikmet”, pubblicato su “Patria Indipendente”, 28 giugno 2009. Probabilmente la traduzione è ripresa da “Poesie d’amore e di lotta” (Mondadori)
Ellerinize ve Yalana Dair
LE VOSTRE MANI E LE LORO MENZOGNE
(continua)
inviata da B.B. 13/6/2018 - 13:05
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Diserta

Diserta
2014
Questa musica non fa per te
Ho scelto d'andar via, spero mi perdonerai 
(continua)
inviata da Dq82 12/6/2018 - 13:18
Percorsi: Disertori
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Disertori

Disertori
2016
Noi non rubiamo il lavoro alle nuvole
Dall'assenza a perder tutto 
(continua)
inviata da Dq82 12/6/2018 - 13:12
Percorsi: Disertori
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Warszawianka 1905 roku [Варшавянка; La Varsovienne; ¡A las barricadas!]

Warszawianka 1905 roku [Варшавянка;  La Varsovienne; ¡A las barricadas!]
2b2. La versione anonima italiana del 1937
2b2. Anonymous Italian version from 1937


Pubblicata in “Guerra di Classe” (settimanale anarcosindacalista), Barcellona, a. II, n° 9, 24 marzo 1937, p.1. L'autore della traduzione, certamente un anarchico italiano, è rimasto anonimo. Riportata in: Catanuto/Schirone, Il canto Anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, ed. 2009, edizioni Zero in Condotta, pp. 234/235. Ripresa in tempi recenti dal gruppo Berretto Frigio.

Published in “Guerra di Classe” (Anarcho-Syndicalist weekly magazine), Barcelona, a. II, nr 9, 24 March 1937, p. 1. The translator, no doubt an Italian anarchist, is unknown. Reproduced from: Catanuto/Schirone, Il canto Anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, ed. 2009, Zero in Condotta Publishing House, pp. 234/235.
Alle barricate!
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 11/6/2018 - 23:34
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Il valore del lavoro vero

Il valore del lavoro vero
[2018]

Album : Fuego y corazon
Il valore del lavoro vero, il valore del lavoro vero, il vero oro del lavoro è in un futuro meno nero!
(continua)
inviata da Dq82 11/6/2018 - 19:05
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Y'a pas de couleur

Y'a pas de couleur
NON C'È COLORE
(continua)
11/6/2018 - 17:03
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Stalker

Stalker
11 giugno 2018 02:49

Due parole del traduttore. Raro esempio, per quel che mi riguarda, di "traduzione in due fasi". La prima fase, più o meno letterale, era davvero un'emerita schifezza. La seconda fase, più libera, è probabilmente una schifezza un po' meno emerita.
STALKER
(continua)
11/6/2018 - 02:51
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Noi non vi vogliamo

Noi non vi vogliamo
(2018)

Noi non vi vogliamo. Non vogliamo il fascista Salvini che oggi chiude i porti a una nave che trasporta donne, uomini, bambini salvati in mare. Non vogliamo gli ipocriti pentastellati quelli "né di destra né di sinistra" pronti a rincorrere le peggiori istanze populiste e razziste.
10/6/2018 - 22:04

Danzica e Poznam come Detroit

Danzica e Poznam come Detroit
[anno imprecisato, forse 1971?]
Testo di Joe Fallisi, dall'archivio personale
Musica: non pervenuta

"Dicembre 1970: a Danzica, Stettino e nei grandi centri operai polacchi un possente movimento di lotta dei lavoratori scuote il paese protestando contro la politica del partito comunista al potere che ha appena concluso una serie di accordi con la Germania Occidentale per "convertire" l'economia polacca e raggiungere la competitività del MEC. Il prezzo degli accordi viene fatto pagare ai lavoratori attraverso l'intensificazione dei ritmi sui luoghi di lavoro, e un massiccio aumento dei prezzi alimentari con la decurtazione dei salari. La rivolta operaia è diretta contro la burocrazia e il capitalismo di Stato: al canto dell'Internazionale i lavoratori attaccano il quartier generale del Partito Comunista e nel corso delle manifestazioni di strada, seguite allo sciopero, la polizia spara sui... (continua)
Danzica e Poznam come Detroit
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 10/6/2018 - 21:42
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La beata

La beata
Premetto che alcune parole le ho tradotte "a naso": non è provenzale, non quello che conosco io quantomeno, quindi potrei essermi sbagliata.

Un'osservazione storica, invece: quella dei soldati di Solferino è una licenza di Berardo, che è un poeta: nulla infatti dimostra - almeno a quanto ne ho potuto sapere io - che Coda-Zabetta (Giuseppe Coda Zabetta, questo il nome completo del capobanda torinese) abbia combattuto a Solferino, 7 anni prima di essere ghigliottinato, senza contare che al momento della morte aveva 35 anni, cioè 29 all'epoca della battaglia di Solferino; un po' troppi, forse, per un soldato. I suoi due complici erano originari del torinese (forse canavesano), Antonio Quaranta e di Bari Felice Nardi.

Di sicuro c'è solo il massiccio afflusso di piemontesi nel Var durante la seconda metà dell'ottocento (ed oltre); emigravano per sfuggire alla miseria ed alcuni per sfuggire alla... (continua)
LA BEATA
(continua)
inviata da silvia 10/6/2018 - 19:14
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Dünyayı verelim çocuklara

Dünyayı verelim çocuklara
Scritta a Mosca nel 1921, quando Nazim aveva 19 anni.
DIAMO IL MONDO AI BAMBINI PER UN GIORNO
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 10/6/2018 - 18:01
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Undici

Undici
[2012]
I primi undici articoli della Costituzione italiana interpretati da Shel Shapiro.
L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e la sovranità appartiene al popolo, cioè... NOI!!!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/6/2018 - 14:10
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Torrone

Torrone
1981
Anche meglio di Garibaldi

Quando la guerra arriverà
Non ci farà un effetto strano
Perché la guerra ce l’abbiamo già
E ci faranno tutti prigionieri
Perché perché questa vita è strana
(continua)
inviata da Dq82 10/6/2018 - 11:36
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Una storia americana

Una storia americana
1981
Anche meglio di Garibaldi
Questa è la storia di una rapina
(continua)
inviata da Dq82 10/6/2018 - 11:32
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Dopo il Vietnam

Dopo il Vietnam
[1978]
Scritta da Mario De Luigi e Giovanni Del Giudice
Voce e pianoforte di Franco Nebbia
Nell'album "Punto e a capo"
Testo trovato sul blog Jons lo scudiero, a partire da uno stimolo ricevuto su Le note di Euterpe

"... Il disco si apre con Franco Nebbia, che i più forse ricordano come presentatore de "Il gambero", quiz radiofonico domenicale, ma che è stato anche musicista, collaboratore negli anni '50 di Modugno e in seguito cantautore in proprio con una vena umoristica (uno dei suoi brani più noti è "Vademecum tango", provate ad ascoltarlo); accompagnandosi con il pianoforte, propone "Dopo il Vietnam" in cui le vicende della guerra in Indocina si intersecano con quelle di una storia d'amore... Il finale del brano, di cui De Luigi è autore del testo, è amaro: 'Avevi diciott'anni e in te io mi smarrivo: / di te mi resta solo un distintivo'..." (da Le note di Euterpe)
Nel millenovecentosessantotto
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2018 - 23:16
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Sponde

Sponde
2018
nuoveCanzoni

SPONDE è la bandiera di un impegno civile e sentimentale contro l’ignoranza e la paura, i mali peggiori del nostro tempo, che ci fanno guardare agli “altri” come nemici, come se tra uomo e uomo esistessero barriere naturali.
Da questa parte del fiume sono nato
(continua)
inviata da Dq82 9/6/2018 - 22:29
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Padre Nostro

Padre Nostro
2018
nuoveCanzoni

PADRE NOSTRO è una preghiera laica, scoppiata come una tempesta in mare, un grido lacerante e necessario, quando gli occhi vedono quello che non vogliono guardare, e si cerca una ragione in una logica inesistente, e per poter sopravvivere si cercano forza e ricchezza nel dolore del nostro tempo, in attesa di un rinascimento.
Dio della tempesta dio delle barche rotte
(continua)
inviata da Dq82 9/6/2018 - 22:27
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Meldunek

Meldunek
7-9 giugno 2018

“Geniale” e “profetico” viene definito da Krzysztof Wrona questo brano di Jacek Kaczmarski. Aggiungo qualcosa: fa parte delle “rivisitazioni del mondo classico” discretamente frequenti in Kaczmarski: l'antichità ci parla. E, scritto da una cosiddetta “società socialista” (in realtà, come la storia ha ampiamente dimostrato, nient'altro che un brutale capitalismo di stato nel quale il “lavoro” e la schiavitù regnavano coi loro miti e le loro parole d'ordine identiche a quelle del peggiore capitalismo e del peggiore cattolicesimo – e come messo in luce precisamente dal Gruppo Krisis nel “Manifesto Contro il Lavoro”), non si può fare a meno di pensare a quanto la storia classica (compresa la mitologia) abbia pesato nella fabbricazione di certe immagini. Non a caso Kaczmarski, magari con in testa Nowa Huta e i cantieri Lenin -e non per niente è stato l'autore dell'inno di Solidarność,... (continua)
RAPPORTO
(continua)
9/6/2018 - 08:43
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Il carrarmato disarmato

Il carrarmato disarmato
[1973]
Scritta da Rosalino Cellamare e Gianfranco Baldazzi
Nell’album “Dal nostro livello”

Forse appena un po’ meglio di I bambini neri non san di liquerizia...

Il secondo album di Ron, "Dal nostro livello", è composto da canzoni che musicano dei temi di bambini delle elementari, adattati da Gianfranco Baldazzi alla metrica dei brani.

L'ingenuità suprema di canzoni come questa o come "I bambini neri non san di liquirizia" sarebbe imperdonabile se fosse il prodotto di una mente adulta ma secondo me è invece affascinante come approfondimento di quello che c'è nella testa di un bambino, anzi di un bambino di cinquant'anni fa.

Consiglio l'ascolto, dallo stesso album, di "Il mio papà ed io" e "La grande città industriale"
Per mare e per terra
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/6/2018 - 13:35
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I bambini neri non san di liquerizia

I bambini neri non san di liquerizia
[1973]
Scritta da Rosalino Cellamare e Gianfranco Baldazzi
Nell’album “Dal nostro livello”

Non so se musicalmente sia una ciofeca, certo che il testo è da “Bollino Bleah!”… Minchia, neanche allo Zucchino d’Oro!
I bimbi neri no, non san di liquirizia,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/6/2018 - 13:27
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Enzo Jannacci: Parlare con i limoni

Enzo Jannacci: Parlare con i limoni
[1987]
Scritta da Enzo Jannacci con Mark Harris e Riccardo Piferi
La canzone che dà il titolo all'album del 1987

"Il tempo dei limoni" è una canzone scritta da Luigi Tenco e Mogol, pubblicata l'anno seguente la tragica morte del cantautore, e "Parlare con i limoni" è dedicata da Jannacci proprio a Tenco ("al mio amico Tenco non gli han fatto vedere neanche i limoni"), a Giorgio Gaber ("al mio amico Gaber non gli han mai perdonato di aver fatto canzoni") e a se stesso ("quanta fatica per farsi accettare con le canzoni, una vita intera per rincorrere due o tre illusioni")...
Io, io e te, che guardi le mie rughe
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 21:57
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Pregare per il mondo

Pregare per il mondo
1995
Mondo
Pregare, pregare per il mondo
(continua)
inviata da Dq82 7/6/2018 - 21:55
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Mohamed

Mohamed
Adattamento di Alessio Lega di una canzone di Dario Muci

Questa canzone mi viene da Dario Muci, che considero la più bella voce (non un cantante, ma un uomo che canta) non solo del Salento. Gliel’ho sentita fare una volta, e da allora la melodia e il tema mi hanno ossessionato. Non ricordando il suo, ho scritto un mio testo che dice più o meno le stesse cose in italiano (il suo è in leccese).
L’ho fatta qualche volta nei concerti e ho visto che commuoveva il pubblico quanto me, che mi si spezza la voce ogni volta.

Oggi non riesco più a tenerla per me, e la rendo pubblica qui. È un atto d’amore per i nostri fratelli stranieri oggi in pericolo, come ieri i nostri padri. È un atto di stima per Dario. È un atto di memoria per noi che l’abbiamo persa. Spero sia un atto di speranza per tutti.
Così cacciati da queste parti
(continua)
7/6/2018 - 19:33
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Gipo Farassino: La mia gente

Gipo Farassino: La mia gente
[1977]
Parole di Gipo Farassino
Musica di Giorgio Conte
Nell’album “Per la mia gente”

Una canzone che – da türinéis - propongo come Extra, e non perchè abbia un sentore para-leghista, anzi, mi pare proprio il contrario… D’altra parte, anche Farassino fu un leghista molto sui generis...
La mia gente
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 13:47
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70 persone

70 persone
[1968]
Parole e musica di Enzo Jannacci
Nell’album “Vengo anch'io? No, tu no!
Con l’accompagnamento dell’orchestra di Luis Enriquez Bacalov
Testo trovato su LyricsWikia
Ho visto un mare di gente
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 13:23
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O desespero da piedade

La versione italiana di Enzo Jannacci dall’album “Vengo anch’io. No, tu no” del 1968
O desespero da piedade
Con l’accompagnamento dell’orchestra di Luis Enriquez Bacalov
Testo trovato su Wikitesti
LA DISPERAZIONE DELLA PIETÀ
(continua)
inviata da B.B. 7/6/2018 - 12:55
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Maria, me porten via

Maria, me porten via
[1970]
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che apre La mia gente, album del 1970.
Testo trovato su Wikitesti

“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
Maria, me porten via, ma tì dill minga ai fioeu
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 11:43
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La mia gente

La mia gente
[1970]
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che dà il titolo all’album del 1970
Testo trovato su LyricsWikia

“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
La mia gente,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 11:27
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Wojna

Wojna
7 giugno 2018 00:14
LA GUERRA
(continua)
7/6/2018 - 00:15
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Powrót

Powrót
6 giugno 2018 23:29
RITORNO
(continua)
6/6/2018 - 23:29
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Yaşamaya dair

Yaşamaya dair
A PROPOSITO DI VIVERE
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 6/6/2018 - 22:18
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Arauco tiene una pena (Levántate, Huenchullán)

Arauco tiene una pena (Levántate, Huenchullán)
Vi ringrazio. Dunque, il testo dovrebbe essere questo:

Scusate il ritardo.
Arauco ha un grande dolore
(continua)
inviata da Daniele 6/6/2018 - 19:06
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Le bistrot

Le bistrot
A' Terrazzini - La versione livornese dell' Anonimo Toscano del XXI Secolo
(6 giugno 2018)

Era forse possibile non accogliere l'invito fatto da Marco Valdo M.I. nel suo Dialogue maïeutique? Ecco quindi che l'Anonimo Toscano del XXI Secolo ci offre questa sua rivisitazione in livornese del Bistrot di Brassens ambientata in un'osteria a pochi passi da dove egli ha abitato a lungo (l'Anonimo, non Brassens). L'Enoteca Mannari di via dei Terrazzini (quartiere del Pontino) aveva il suo rispettabile nome ufficiale grecizzante (ma, in greco, si dice enopòlio: οἱνοπωλεῖον), ma poi, dal nome della strada, per tutti era l'Osteria dei Terrazzini in un quartiere, il Pontino, dove parecchie strade prendono nome da osterie (Via della Pina d'Oro) e da puttane (via Eugenia, via Adriana e la stupefacente via Pompilia). L'adattamento dell'Anonimo è ovviamente anche un omaggio ad un'antica realtà ben conosciuta,... (continua)
A' TERRAZZINI
(continua)
6/6/2018 - 17:15
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Sta terra nun fa pi mia

Sta terra nun fa pi mia
QUESTA TERRA NON FA PER ME
(continua)
inviata da B.B. 6/6/2018 - 15:42
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Nove Maggio

Nove Maggio
[1965]
Parole e musica di Ivan Della Mea
Nell’EP che si apre con “La mia vita ormai”, 1965
Accompagnamento di Gianni Zilioli e Paolo Ciarchi
Testo trovato su Il Deposito

Il 9 maggio del 1965 si tenne a Milano la commemorazione nazionale unitaria dei vent'anni della Resistenza...
E nei giorni della lotta
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 14:39

Poesia per la Palestina

Poesia per la Palestina
L’amore per la giustizia
(continua)
inviata da Ranjan Giacomo Spinadin 5/6/2018 - 14:18
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Ciappa la rocca e 'l fus

anonimo
Di origine brianzola, questa canzone sull'emigrazione è diffusissima in tutta la Lombardia e cantata ancora oggi. Specie la prima strofa entra spesso a far parte dei vari "risotti” d'osteria. Questa versione di due strofe è riportata in “Canti dell'emigrazione” (1976), curato da Anton Virgilio Savona e Michele L. Straniero.
Il problema dell'emigrazione verso un paese tanto lontano e ignoto come la California è qui affrontato scherzosamente, ma la seconda strofa indica chiaramente che i contadini pensavano sl all'emigrazione come ad una necessità, ma la consideravano un episodio temporaneo: - tornarèmm con rocca e fusa, cioè torneremo a casa, alla nostra vita di sempre. E questo un motivo comune a molti canti di emigrati di tutte le regioni italiane. Sappiamo purtroppo che per molti non fu cosí: quello che trovarono nei paesi d'oltre Oceano fu spesso solo un lavoro appena sufficiente a sopravvivere.... (continua)
Ciappa la rocca e 'l fus
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 10:57
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E ven quel més

anonimo
E ven quel més
Un brano raccolto ad Arluno, nell’Alto Milanese, e inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Végna quel més
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 09:59

O scior padrón, i cavalée van male

anonimo
O scior padrón, i cavalée van male
[1885-89?]
Canzone di protesta dei coltivatori di bachi da seta (cavalée in lombardo) della Brianza. Sembra sia nata durante il periodo delle agitazioni contadine nell'Alto Milanese (1885-1889).

Un brano inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
O scior padrón, i cavalée van male,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 08:57
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Ma va là tí contadin

anonimo
Ma va là tí contadin
[1962?]
Cantano Andreina Fortunati, Clara Benedusi ed Ebe Dalmaschio nel disco “Le mondine di Villa Garibaldi”, nella serie “Documenti originali del folklore musicale europeo”, Albatros, 1975.
Probabilmente in origine raccolto da Gianni Bosio nel 1962 a Roncoferraro in provincia di Mantova.

Un canto di braccianti agricoli raccolto nel mantovano. Il tono è al contempo di lamento e di autoderisione del contadino "giornaliero" che non ha nemmeno il vino per consolarsi delle sue fatiche. Negli ultimi due versi ritorna la figura del padrone che passeggia con "la sua sciora", comune ad altre canzoni di protesta contadina e di risaia. "El fer", cioè il ferro, è termine usato in dialetto per falce.
(nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.)
Ma va là tí contadin
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 08:26
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Przedszkole [Ballada o przedszkolu]

Przedszkole [Ballada o przedszkolu]
5 giugno 2018 00:39
L'ASILO [BALLATA DELL'ASILO INFANTILE]
(continua)
5/6/2018 - 00:39
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La leggera

anonimo
La leggera
Canzone popolare milanese che ritrovo nella raccolta di Svampa intitolata "Milanese - Antologia della canzone lombarda - Seconda parte - Antiche ballate del contado" del 1973
Il testo lo trovo in "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Nell'intruzione al brano Svampa scrive che la canzone fu incisa originariamente da Norma Midani e Mimma Torri. La prima partecipò negli anni 60 ad uno degli spettacoli "Ci ragione e canto" di Dario Fo

Io son de la ligéra e poco me ne importa che vaga in sü l’ostia, la fabrica e il padrun.

IO SON DE LA LIGÉRA (O CANZONE DEL MURATORE)
(continua)
4/6/2018 - 12:00
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Salvatore Fiumara

Salvatore Fiumara
2017
Non ascoltare in caso d'incendio
feat. Massimo Priviero

Salvatore Fiumara, cittadino del Comune di Girifalco (CZ), è stato trombettiere del 121° Reggimento Fanteria.
È caduto sul Carso per ferite riportate in combattimento il 31 ottobre 1916, durante la prima guerra mondiale.

Brano cantato a due voci da Davide Buzzi e da Massimo Priviero. Attraverso gli occhi, i pensieri e le parole del trombettiere Fiumara, la canzone cerca di esprimere le emozioni e le paure di tutti quei giovani che nel corso del primo conflitto mondiale (ma non solo) furono mandati al macello in una guerra inutile, una guerra di posizione che costò la vita ad oltre 650.000 soldati italiani, per non parlare poi delle quasi 590.000 vittime civili anche italiane.

Salvatore Fiumare, trombettiere, colui che doveva suonare la carica nel momento in cui gli ufficiali davano l'ordine d'attacco, li rappresenta tutti.
Mi chiamo Salvatore Fiumara
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 17:03
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Italiani nel mondo

Italiani nel mondo
[2018]
All'Italia (riedizione 2018)
Partimmo un bel giorno di sole non so più di quanti anni fa
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 16:49
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Lampedusa

Lampedusa
2017
Folk Stalk

L'intro recitata è la Preghiera laica di Erri De Luca
Mare nostro che non sei nei cieli
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 16:06
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1958

1958
2017
Il grande stupore

All'Expo del 1958, a Bruxelles, vennero esposti 400 Congolesi in una sorta di zoo. Per l'EXPO venne costruito l'Atomium.

Per rappresentare l'Africa si decise di portare 400 congolesi che rappresentassero le condizioni di vita primitive del Congo. Bisogna ricordare che: “Il Re del Belgio Leopoldo II che aveva trasformato il Congo in un inferno, una immensa fabbrica di una materia prima strategica che a quei tempi era il caucciù, una preziosa resina che doveva rivoluzionare l’industria europea. Proprio perché il caucciù era così prezioso il sovrano del Belgio costringeva le tribù locali a estrarne in grandi quantità e a trasportarle fino al mare per rifornire le industrie europee. Per ottenere questi livelli di produzione intere tribù venivano decimate per “convincere” i superstiti a rispettare i quantitativi richiesti dalle stazioni commerciali che Leopoldo aveva piazzato sulle sponde del fiume Congo“
E' sempre colpa di un good year
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 12:58
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La mal mariée (o Déjà mal mariée)

anonimo
La mal mariée (<em>o</em> Déjà mal mariée)


Questo per ricordare ai vari Salvini, Fontana e quanti altri che la violenza sulle donne avviene principalmente all'interno delle famiglie eterosessuali da parte di mariti, fidanzati e compagni, ma fa molto meno scalpore dei vari clandestini da rimpatriare...
LA MAL MARITATA
(continua)
inviata da Dq82 2/6/2018 - 22:48
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Siamo gli evasi

Siamo gli evasi
[1959]
Scritta da Ferdinando "Fred" Buscaglione (1921-1960) e Leo Chiosso (1920-2006)

Interpretata da Fred Buscaglione con la sua orchestra, gli Asternovas

Lato A di un 45 giri del 1959. Sul lato B, un altro capolavoro, "Criminalmente bella"

Nella colonna sonora del film "Noi siamo due evasi" di Giorgio Simonelli, con Raimondo Vianello, Ugo Tognazzi, Magali Noël, Sandra Mondaini, Maurizio Arena e lo stesso Fred Buscaglione.
Siamo gli evasi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/6/2018 - 20:44
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Mare nostro

Mare nostro
2018
Il coraggio della rivoluzione
Non lo sapevo che in Italia si potesse arrivare anche per mare
(continua)
inviata da Dq82 2/6/2018 - 10:50
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Siamo migranti

Siamo migranti
2018
Siamo da sempre una specie migrante
(continua)
inviata da Dq82 1/6/2018 - 19:58
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L'impresa

2016
E’ stata un’impresa
(continua)
inviata da Dq82 1/6/2018 - 17:07
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Viaggiatori senza memoria

Viaggiatori senza memoria
2015
Viaggiatori senza memoria
Ci vogliono raccontare una storia a lieto fine
(continua)
inviata da Dq82 1/6/2018 - 12:48
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Le pire

Le pire
IL PEGGIO
(continua)
1/6/2018 - 10:26
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La spirale senza fine

La spirale senza fine
La Spirale senza fine è una riflessione, spesso in forma metaforica, sui punti di vista della guerra.
Alcuni dicono che accada affinchè vengano tempi migliori
(continua)
inviata da Erika 1/6/2018 - 09:21
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Controinformazione

Controinformazione
Controinformazione è un brano scritto e dedicato a Peppino Impastato, vittima della mafia.

“INSCHEMICAL” è l'album d'esordio della band calabrese uscito a fine marzo 2018.

Un viaggio con bussola all’interno di un labirinto i cui spazi sono riempiti da macro e micro vicende sociali (mafia, pedofilia, rivalsa emotiva solo alcuni dei temi affrontati), che traghetterà l’ascoltatore verso una via d’uscita emozionale complessa ma appagante.

L’album “Inschemical” è il primo lavoro - composto da otto brani - della omonima band alternative rock. Si tratta di un percorso ambientato in locazioni melodiche che partono dalle sonorità distorte della prima parte del disco fino a risolversi nel sound dolce coadiuvato dagli archi dell’ultimo brano.
«Il Progetto Inschemical nasce nel 2012 con l’intento di creare melodie in chiave rock a supporto di tematiche sociali di vario genere, dalle esperienze... (continua)
Da anni, sai, leggo di quest’ uomo con pochi amici ma tante idee
(continua)
inviata da Erika 1/6/2018 - 08:08




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