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Percorso Razzismo e Schiavitù negli Stati Uniti d'America

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Strange Fruit

Strange Fruit
Strange Fruit
di Alessandra Daniele
da carmilla online

Durante le funeree celebrazioni per il decennale del PD, Renzi ha respinto con tono indignato l’accusa di fascismo, protestando ancora una volta la natura democratica e addirittura progressista del suo partito, che è sempre stato il principale rappresentante italiano dell’oligarchia politico-finanziaria che sta trascinando il pianeta alla rovina.
Come dice anche la Bibbia, l’albero si riconosce dai frutti.
E il sedicente centrosinistra italiano è un albero che produce strani frutti da sempre. Dalla Prima Repubblica, col consociativismo spartitorio DC-PCI e la cosiddetta solidarietà nazionale antiterrorismo che produsse le leggi speciali, alla Seconda Repubblica della definitiva fusione fra i resti di PCI e DC.
Il primo governo Prodi fruttò la precarizzazione del lavoro con la legge Treu.
Il successivo governo D’Alema (colui che... (continua)
daniela -k.d.- 23/10/2017 - 12:37
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Mercy on Me

Mercy on Me
Chanson de Champion Jack Dupree de 1962. Un texte simple et prenant à propos du racisme ordinaire, chanté à la manière d'un gospel.
Mercy on me
(continua)
inviata da D Laloë 9/9/2017 - 18:37
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Angel Down

Angel Down
(2016)
Album: Joanne

Ispirata all'assassinio del giovane Trayvon Martin, ragazzo afroamericano di 17 anni. ucciso dal vigilante George Zimmerman

[There is an] epidemic of young African Americans being murdered in this country. I was overwhelmed by the fact that people just stood around and didn’t do anything about it, and that the justice system continues to, over and over again, not seek justice for these families…[I have] my ear to the ground of my fans, young African American women and boys who are terrified… they tell me they drive in their cars, and when they hear a siren there’s a paranoia that runs through their body, that they freeze up that they can’t think. This is a tremendous anxiety. This is something I care about. This is something that has to stop, something we all need to heal from.”

Lady Gaga


Canzoni dedicate a Trayvon Martin:
Trayvon Jasiri X
Justice! Godswill
We... (continua)
I confess I am lost
(continua)
31/8/2017 - 23:04
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Mr. Wendal

Mr. Wendal
dall'album "3 Years, 5 Months and 2 Days in the Life Of..." (1992)

The song is not based on a person named Mr. Wendal at all, but it is based on some experiences that I have had in Atlanta, which is where I live, and sung to the homeless people that I had become friends with here, and just their way of looking at it. Some of them were more like hobos where they purposely were wanting to be homeless, they didn't want to play to the way society was going, and they just decided to go off another beaten path. Others were hungry, had a run of bad luck, and just couldn't survive with the competition of the real world. So they were out there. One of the people that I look to the most as the real Mr. Wendal, to me, died the year that that song came out. So he never got to hear the song and the tribute to him. We gave half of the proceeds of that song to the National Coalition For the Homeless in... (continua)
Here, have a dollar
(continua)
25/8/2017 - 22:35
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Malcolm X

Malcolm X
(1965)
Parole e musica di Bongi Makeba (1950-1985)
eseguita dal vivo in Live in Africa (1972)

Originariamente registrata nel 1965, subito dopo l'assassinio di Malcolm X. La canzone è stata scritta dalla figlia di Miriam Makeba, allora quindicenne, morta di parto a 34 anni.
Everybody seems to be preaching revolution
(continua)
23/8/2017 - 22:00
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How We Gonna Make the Black Nation Rise

How We Gonna Make the Black Nation Rise
[1980]
Scritta da Daryl Aamaa Nubyahn, in arte Brother D, docente nel South Bronx e rivoluzionario afro-americano)
In seguito nell'album “Up Against The Beast” del 1984
Interpretata dall'autore ed altri, riuniti nel Collective Effort, afferente al movimento nero National Black Science Familyhood, con sede a New York.
Il campionamento ripetuto in sottofondo è un grande successo della disco music datato 1978, “Got to Be Real”, originariamente interpretato da Cheryl Lynn.
Testo e introduzioni trovati su Genius

Da molti ritenuto il primo brano politico dell'hip hop: America was built, understand, by stolen labor on stolen land..."

“How We Gonna Make the Black Nation Rise?” is considered the first political rap record. Brother D (whose real name was Daryl Aamaa Nubyahn) was a school teacher in the South Bronx and also a member of the New York Family of Black Science, a revolutionary organization... (continua)
If you wanna know the truth, and that’s a fact
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2017 - 22:56
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Plantation Boy

Plantation Boy
[1977]
Scritta da Anthony King (songwriter e arrangiatore britannico) e Fred Jay (songwriter austriaco)
Nell'album “Love For Sale”
Il brano fu estratto come singolo, sul lato B di “Belfast” (un'altra disco song che bisognerebbe valutare se sia inseribile sulle CCG/AWS)
Lots of people walk about proud and free
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2017 - 22:01
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Dreamer

Dreamer
2009
LOtUSFLOW3R

Questa canzone è nota per essere la canzone sulle scie chimiche, e addirittura alcune tesi complottiste vorrebbero che Prince sia stato ucciso per questo. Non ci credo e trovo che il complottismo, ovvero credere che esistano dei poteri occulti che tutto governano, sia funzionale ai poteri quelli reali, perchè qualsiasi tentativo di cambiamento non va a scalfire i poteri nascosti.
Fatta questa premessa, trovo ben più interessante la parte della canzone che parla dei diritti civili degli afroamericani e delle violenze che ancora oggi subiscono solo per essere neri. Testo che Prince dichiarò essergli stato ispirato da Dick Gregory, comico e attivista per i diritti civili, morto qualche giorno fa a 84 anni

I was born, raised on a slave plantation
(continua)
inviata da Dq82 21/8/2017 - 09:38
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Hell You Talmbout

Hell You Talmbout
(2015)
feat. Deep Cotton, George 2.0, Jidenna, Roman GianArthur, and St. Beauty
rifacimento di una canzone del 2013

In questa protest song che si richiama al "chiama e rispondi" tipico delle marce per i diritti civili, la cantante rap Janelle Monáe si limita a scandire i nomi degli afroamericani uccisi dalla polizia o in violenze razziste. Su wikipedia i link ai vari nomi per approfondire le singole vicende.
[Intro]
(continua)
20/8/2017 - 21:12
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Greensboro Massacre

Greensboro Massacre
[1980s]
Parole e musica di Bob A. Feldman, songwriter di Boston, Massachusetts, che ha scritto decine di canzoni tutte di dominio pubblico.

A protest folk song from the early 1980s about the massacre of five labor-movement activists at an anti-Ku Klux Klan (KKK) rally in Greensboro, North Carolina on November 3, 1979.

[…] Lo slogan “Death to the Klan” emerse prepotentemente negli anni ’70, mentre i cavalieri del Klan si diffusero in tutti gli Stati Uniti, favorendo così l’espansione di altri gruppi del Klan, come Invisible Empire. La nuova ondata organizzativa del Klan ha giocato un ruolo rilevante nelle comunità del Sud degli States, come a Greensboro, North Carolina. Un gruppo di sinistra denominato Communist Workers’ Party nel 1979 organizzò un’opposizione militante ed antirazzista al Klan. Per coloro i quali oggi tentano di organizzare una difesa della comunità, l’eredità di Greensboro... (continua)
The Klan arrived
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/8/2017 - 21:54
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Rising Down

Rising Down
Album: Nine Pin (2015)

It’s a testament to Kaia’s skill as a lyricist that the following pair of songs, ‘Paradise Fell’ and ‘Rising Down’ – both inspired by the Black Lives Matter movement – can include thought-provoking political points within what may seem to be simple descriptive narratives. It’s a powerful combination – think of Abel Meeropol’s 1937 poem Strange Fruit, as interpreted by Billie Holiday – poverty, racism and the host of daily microaggressions inflicted on Black people the world over are all invoked with grace and subtlety. ‘Rising Down’ in particular should be enough to make any white person reflect on the part she plays in these continuing inequalities and what she can contribute to the vital process of anti-oppression work. There’s no doubt in my mind that these two songs together are the highlight of the album, more than worth the price of admission on their own.

Folkradio
Arise, Arise
(continua)
21/7/2017 - 22:13
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The Ballad of Birmingham

The Ballad of Birmingham
Questa poesia fu messa in musica da Jerry Moore, oggi dimenticato singer songwriter afroamericano, attivo nel Greenwich Village di New York negli anni 60.
Il brano si trova in quello che credo sia il suo unico album, "Life Is A Constant Journey Home", pubblicato nel 1967.
B.B. 20/7/2017 - 21:28
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Tom Moore’s Farm

Tom Moore’s Farm
[anni 30]
Scritta da due mezzadri (sharecroppers) neri in Texas, Yank Thornton e Mance Lipscomb (1895-1976), il secondo un chitarrista blues che ebbe qualche notorietà quando, ormai vecchio, venne riscoperto da Robert "Mack" McCormick (1930-2015), importante etnomusicologo bianco.
Il brano venne poi ripreso negli anni 40 da un altro bluesman riscoperto da McCormick, e ben più celebre di Mance Lipscomb, quel Samuel John Hopkins che è passato alla storia come Lightnin’ Hopkins.
Testo trovato in parte su “Strange Fruit: An Experience”, una ricerca di Héctor Martínez su musica nera e segregazionismo, e in parte in un articolo di tal Jeff Titon intitolato “Downhome Blues Lyrics Since The Second World War: A Selection” pubblicato nel 1976 sul vol. 2, num. 1 della rivista “Alcheringa: Ethnopoetics, A First Magazine of the World's Tribal Poetries”

Mack McCormick registrò entrambe le versioni... (continua)
Yeah, you know it ain't but the one thing
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2017 - 18:41
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Blue Spirit Blues

Blue Spirit Blues
[1929]
Parole e musica di Bessie Smith
In molte raccolte, a partire da “The Bessie Smith Story - Volume 4”, 1955
Testo trovato in “Strange Fruit: An Experience”, una ricerca di Héctor Martínez su musica nera e segregazionismo.

Héctor Martínez ricorda come nel 1927 la risoluta Bessie Smith affrontò coraggiosamente e con successo un gruppetto di incappucciati del KKK che erano intervenuti ad un raduno dove lei si esibiva, con l'intenzione di fare casino.
I demoni con gli occhi iniettati di sangue che tormentano la povera Bessie in sogno non sono altro che lo spettro, l'incubo dei suprematisti del Klan, sempre intenti ad angariare e linciare negri.
Héctor Martínez contribuisce poi l'immagine che segue, una foto di un linciaggio avvenuto in Texas nel 1908 e di cui venne fatta una cartolina, corredata di una minacciosa “poesia”, che venne poi distribuita agli abitanti neri di Center, Shelby County, Texas.
Had a dream last night
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2017 - 12:22
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The First Time I Met You

The First Time I Met You
[1936]
Parole e musica di Eurreal Wilford "Little Brother" Montgomery (1906-1985), afroamericano, cantante e pianista blues, jazz e boogie-woogie.
In molte raccolte, per esempio “Little Brother Montgomery - Complete Recorded Works In Chronological Order 1930-1936” pubblicata dalla Document nel 1992

Riproposta dala grande Buddy Guy nel 1965 e poi inclusa nel suo disco del 1970 intitolato “I Was Walking Through The Woods” (da un verso della canzone), con l'amico Little Brother Montgomery al pianoforte.

Testo trovato in “Strange Fruit: An Experience”, una ricerca di Héctor Martínez su musica nera e segregazionismo.

In questa canzone il blues dell'autore afroamericano è una torma di bianchi intenti alla caccia al negro. Il protagonista fugge per i boschi mentre la mob dà fuoco alla sua casa e lo cerca per linciarlo. Il motivo di tanta violenza non è esplicitato, probabilmente non c'è e non... (continua)
The first time I met the blues
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2017 - 11:48
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Saint Martha Blues

Saint Martha Blues
[2001]
Parole e musica di Otis Taylor
Nel suo album del 2001 intitolato “White African”
Testo trovato in parte su “Strange Fruit: An Experience”, una ricerca di Héctor Martínez su musica nera e segregazionismo, in parte su “Seems Like Murder Here: Southern Violence and the Blues Tradition”, un saggio di Adam Gussow pubblicato dalla Chicago University nel 2010.

Il bisnonno di Otis Taylor fu linciato in Lousiana. Taylor compose questa canzone in onore suo e della bisnonna Martha, costretta con le sue sole forze a tirare giù dall'albero dove i bianchi l'avevano impiccato il corpo del marito e a dargli sepoltura...
My great grandfather
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2017 - 21:03
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Color Blind Angel

Color Blind Angel
[2007]
Parole e musica di Robin Rogers, blues singer-songwriter di Charlotte, North Carolina, chitarrista e armonicista, scomparsa nel 2010 a soli 55 anni
Nel suo album del 2008 intitolato “Treat Me Right”
Testo trovato in “Strange Fruit: An Experience”, una ricerca di Héctor Martínez su musica nera e segregazionismo.

Una canzone dedicata a Viola Liuzzo, una donna bianca, madre di 5 figli, seguace della Chiesa Unitariana Universalista, militante antisegregazionista, che nel 1965 fu uccisa da killer del Ku Klux Klan mentre, insieme ad un giovane afromaericano, tornava in auto dalla terza delle marce da Selma a Montgomery.

Si scoprì poi che uno degli assassini era un informatore dell'FBI. Due settimane dopo il funerale di Viola Liuzzo, il Klan piazzò una croce infuocata nel giardino dell'abitazione della sua famiglia...
In quegli stessi giorni i segregazionisti uccisero anche un altro aderente alla Chiesa Unitariana Universalista, il reverendo James Reeb, sul quale si veda l'introduzione a Marching 'Round Selma.
Viola, Viola, you laid your young life down
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2017 - 13:19
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The Lonesome Death Of Hattie Carroll

Versione francese di Hugues Aufray sull'album Chante Dylan (1965)
The Lonesome Death Of Hattie Carroll
William Zanzinger a tué Hattie Carroll
(continua)
inviata da dq82 13/5/2017 - 18:44
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Let My People Go

Let My People Go
[1974]
Scritta da William Daron Pulliam, in arte Darondo (1946-2013)
Una canzone del 1974 diventata celebre soltanto nel 2006, più di trent'anni dopo, quando il dimenticato soul e funk singer Darondo fu riscoperto e divenne internazionalmente famoso.
Singolo che dà il titolo all'album del 2006.
Testo trovato su Genius

Il ritornello fa chiaro riferimento alla celeberrima ottocentesca Go down, Moses, in cui dietro alla storia della fuga degli Ebrei dall'Egitto si raccontava l'“Underground Railroad” e la fuga degli schiavi neri dal Sud degli USA.
'Said you better let my
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/4/2017 - 21:37
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Shot on James Meredith

Shot on James Meredith
Last verse should read:

I was looking at Dick Gregory this morning
He said I had to take a plane
The newspaper man asked what do you think you gonna prove
He said I'm gonna lead these people just like James Meredith do


Thanks, we updated the lyrics
7/4/2017 - 16:22
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They Don't Care About Us

They Don't Care About Us
[1995]
Parole e musica di Michael Jackson
Nell'album “HIStory” (per esteso “HIStory: Past, Present and Future - Book I”

All'epoca di “HIStory”, Michael Jackson usciva dalla prima causa giudiziaria intentagli per presunti abusi sessuali su di un minorenne. L'accusa si rivelò essere soltanto un bieco tentativo di estorsione ma segnò l'artista per tutta la vita, una vera persecuzione che ebbe termine solo nel 2005 con la piena assoluzione. E nonostante questo ancora oggi è molto diffusa l'erronea opinione che Michael Jackson sia stato uno schifoso pedofilo... Il pregiudizio accompagnò anche questa canzone, che venne accusata addirittura di antisemitismo... Niente di più falso: l'uso delle espressioni “Jew me” e “Kike me” (Kike è un termine spregiativo per ebreo) era assolutamente chiaro nel contesto, cioè, “puoi picchiarmi, puoi odiarmi, puoi trattarmi da negro o da ebreo, ma non potrai mai... (continua)
Skin head, dead head, everybody gone bad
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/4/2017 - 22:28
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My Hometown

My Hometown
Sempre bellissime le vostre note di lettura, anche per me che ho "consumato" con l'ascolto, vinili e cd del Boss
Livia 21/3/2017 - 18:18
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Better Get It Right the First Time

Better Get It Right the First Time
[2017]
Parole e musica di Rhiannon Giddens, Dirk Powell e Justin Harrington, che canta il rap finale.
Nell'album Freedom Highway

La canzone è dedicata al movimento Black Lives Matters.
Young man was a good man
(continua)
12/3/2017 - 22:10
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Killing In The Name

Killing In The Name
BOCENDI IN NOMINI DE
(continua)
inviata da anon 11/3/2017 - 03:45
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At the Purchaser's Option

At the Purchaser's Option
(2017)
dal secondo album solista di Rhiannon Giddens, Freedom Highway
Scritta dalla Giddens insieme a Joey Ryan, del duo indie-folk The Milk Carton Kids.

La canzone è ispirata ad un annuncio pubblicitario datato intorno al 1830 che pubblicizzava una giovane donna nera da vendere come schiava. La pubblicità terminava con la frase "Ha con sé un bambino di nove mesi, che è disponibile su richiesta dell'acquirente".

Last year I came across an advertisement from the 1830s for a young woman. Thinking about her, and how she had to maintain her humanity against horrific odds inspired this song named for the end of the ad: ‘She has with her a nine-month old baby, who is at the purchaser’s option.’
(Rhiannon Giddens)


Una bella recensione dell'album
I've got a babe but shall I keep him
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 9/3/2017 - 23:50
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Who Shot Ya?

Who Shot Ya?
(2016)
Cover di un celebre brano del rapper Notorious B.I.G. del 1994

Nel 2016 i Living Colour sono tornati con una interpretazione di un vecchio brano di Notorious B.I.G., generalmente interpretato in riferimento alla faida tra rapper della West Coast e della East Coast in cui furono uccisi sia il rivale Tupac Shakur che lo steosso Notorious B.I.G.

Nella versione dei Living Colour la canzone diventa una denuncia contro le violenze della polizia contro la comunità afro-americana,
[Intro: ?]
(continua)
5/3/2017 - 23:34
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Why? (Am I Treated So Bad)

Why? (Am I Treated So Bad)
[1965]
Parole e musica di Roebuck "Pops" Staples (1914–2000), il patriarca del gruppo
Nell'album intitolato “Why”

Una canzone dedicata ai cosiddetti Little Rock Nine, un gruppetto di nove studenti afroamericani che nel 1957 si iscrissero alla scuola superiore di Little Rock, Arkansas.

Il governatore segregazionista Orval E. Faubus mandò i soldati ad impedire l'ingresso ai nuovi alunni, ma il presidente Eisenhower mandò l'esercito federale a scortarli affinchè potessero entrare. Finalmente ammessi, i nove furono costretti a subire ogni sorta di violenze ed angherie inflitte loro dai compagni bianchi. Particolarmente accanite furono le ragazze, che arrivarono a gettare dell'acido in faccia a Melba Joy Pattillo, una dei nove.

Per un'introduzione più accurata alla vicenda dei Little Rock Nine rimando a State of Arkansas (My Name Is Terry Roberts) di Pete Seeger.
Why, am I treated so bad?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 21:43
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Chocolate City

Chocolate City
[1975]
Scritta da George Clinton, Bootsy Collins e Bernie Worrell
Title track dell'album del 1975
La voce nella parti recitate è quella di George Clinton
Testo ripreso da Genius

Le “Chocolate Cities” sono le città statunitensi a maggioranza nera. Quelle che George Clinton citava a metà degli anni 70 erano Washington, D.C., Newark, New Jersey, Gary, Indiana, Los Angeles, California, Atlanta, Georgia e New York City, New York.
I Parliament, alfieri del funk e del black pride, immaginavano il potere in mano agli afroamericani ed un governo con Muhammad Ali presidente, Aretha Franklin first lady e Stevie Wonder ministro della cultura..
Uh, what's happening CC?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 18:22
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Blues for Martin Luther King

Blues for Martin Luther King
[1968]
Il pianista e cantante di Chicago Otis Spann scrisse questo struggente blues all'indomani dell'assassinio di MLK
Il brano si trova in alcune raccolte, a partire da “Rare Gems” del 1977.

Otis Spann è stato uno dei più grandi pianisti blues di sempre ma nel 1970, quando se lo portò via prematuramente un cancro al fegato, venne sepolto in una tomba anonima... Ci vollero 30 anni e una colletta tra i suoi estimatori prima che il bluesman ricevesse una lapide. Fu inaugurata nel 1999 e recita: “Otis played the deepest blues we ever heard – He'll play forever in our hearts” (en.wikipedia)
Oh, did you hear the news
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 17:54
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We're a Winner

We're a Winner
[1967]
Parole di Curtis Mayfield
Musica di Curtis Mayfield e Johnny Pate
Singolo del 1967, poi title track di un album del 1968.

Il testo di questo inno fondamentale del black pride si trova in Rete riportato da un mucchio di siti di lyrics e immancabilmente con svariati strafalcioni... Sono dovuto andare sul numero del 15 febbraio 1968 della rivista musicale “Jet” (su Google Books) per trovare il testo corretto...
We're a winner
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 15:38
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The Selma March

The Selma March
[1965]
Scritta dal grande chitarrista jazz afroamericano Grant Green, prematuramente scomparso nel 1979 per un attacco cardiaco
Nel disco intitolato “His Majesty King Funk”, con Harold Vick (sax tenore), Larry Young (organo), Ben Dixon (batteria), Candido Camero (bongo, conga).

Come March on Selma di Blue Mitchell, un altro tributo di una grande maestro del jazz alle marce da Selma a Montgomery del 1965, punto di svolta nella lotta degli afroamericani per il riconoscimento dei diritti civili e la fine del segregazionismo.

[strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 11:21
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March on Selma

March on Selma
[1965]
Brano composto dal trombettista afroamericano Richard Allen "Blue" Mitchell (1930-1979)
Nel suo album intitolato “Down with It!”, con una band composta da Gene Taylor (contrabbasso), Aloysius Foster (batteria), Chick Corea (pianoforte) e Junior Cook (sax tenore).

Un pezzo di “hard bop” che celebra le tre (anzi, quattro) marce di revindicazione per i diritti civili che nel marzo del 1965 partirono da Selma in Alabama, con l'obiettivo di raggiungere Montgomery, la capitale dello Stato.

Una prima marcia pacifica per i diritti civili fu organizzata il 26 febbraio 1965 nella vicina Marion, e si concluse con la morte di Jimmie Lee Jackson, un attivista nero che fu ucciso da un colpo sparato da un poliziotto - tal James Bonard Fowler che è stato condannato (simbolicamente) per quel delitto soltanto nel 2010 (all’età di 77 anni).
Una seconda marcia fu organizzata per il 7 marzo sul percorso... (continua)
[strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 23:04
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The Freedom Rider

The Freedom Rider
[1961]
Brano composto dal batterista e bandleader afroamericano Arthur "Art" Blakey (1919-1990)
Dà il titolo al suo album con la band de The Jazz Messengers, pubblicato nel 1964 (Blue Note)
Del gruppo facevano parte Wayne Shorter (sax tenore), Lee Morgan (tromba), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso)

“The Freedom Rider” è un brano per sola batteria che celebra il convoglio del CORE (Congress of Racial Equality) che nel 1961 attraversò Virginia, Carolinas, Georgia, Alabama, Mississippi e Louisiana per denunciare che la segregazione razziale, bandita dalla Corte Suprema degli USA, continuava a persistere. Nonostante i continui, violentissimi attacchi armati da parte di segregazionisti e membri del KKK, i Freedom Riders portarono a termine con successo il loro viaggio a New Orleans.
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 21:46
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Oh Mary, Don't You Weep

Oh Mary, Don't You Weep
Aretha Franklin performes "Mary Don't You Weep" at New Temple Missionary Baptist Church, Los Angeles, January 14, 1972.

Bernart Bartleby 17/2/2017 - 21:25
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Hymn to Freedom

Hymn to Freedom
[1962]
Capolavoro del grande pianista jazz Oscar Emmanuel Peterson, detto semplicemente O.P., canadese ma figlio di genitori immigrati dai Caraibi.
Nel suo disco intitolato “Night Train”, pubblicato nel 1963, con Ray Brown al contrabbasso e Edmund Thigpen alla batteria.
“Hymn To Freedom” è il brano che chiude l'album.

Un inno alla libertà di una chiarezza e semplicità sconvolgenti, nonostante il virtuosismo della scrittura e dell'esecuzione.
Sulla copertina, realizzata dal fotografo Pete Turner, la motrice di un treno in corsa, un'immagine da sempre così importante ed evocativa per tutti quelli – come i neri d'America - allora come oggi in cerca del cambiamento e della libertà.
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 20:57
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The Black Liberation Movement Suite

The Black Liberation Movement Suite
[1970]
Composizione jazz in nove movimenti scritta da Calvin “Cal” Massey (1928-1972), trombettista e compositore afroamericano

1 - Prayer (4:01)
2 - (Hey God-damn-it) Things Have Got to Change (7:10)
3 - Man at Peace in Algiers (for Eldridge Cleaver) (5:12)
4 - The Black Saint (for Malcolm X) (3:56)
5 - The Peaceful Warrior (for Martin Luther King, Jr.) (5:31)
6 - The Damned Don’t Cry (for Huey P. Newton) (4:50)
7 - Reminiscing About Dear John (for John Coltrane) (2:14)
8 - Babylon (2:00)
9 - Back to Africa (for Marcus Garvey) (6:21)

Cal Massey è oggi sconosciuto ai più, anche perchè morì giovane – un infarto, a 43 anni – nel pieno della sua migliore stagione artistica. Inoltre – com'è chiaro da questa sua composizione – fu molto vicino ai movimenti radicali e in particolare alle Black Panthers e per questo fu blacklisted (anzi, “whitelisted”) dal mondo della produzione musicale,... (continua)
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2017 - 22:41
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The End of Silence

The End of Silence
[1969]
Parole e musica di Elaine Brown, l'unica donna ai vertici del Black Panthers Party tra il 1974 ed il 1977.
Nell'album “Seize The Time - Black Panther Party”, composto dalla Brown su richiesta del Movimento. Con The Pan-Afrikan Peoples Arkestra diretta da Horace Tapscott.

Non è certo una CCG questa, che il BPP aveva dichiarato guerra allo Stato razzista e alla sua polizia, ma è una canzone di resistenza: “Tutto questo silenzio finirà, non ci resta che prendere le armi e comportarci da uomini”. Allora era un'opzione che che divenne legittima per molti afroamericani, soprattutto dopo l'assassinio il 4 aprile del 1968 di Martin Luther King, emblema dell'altra via, quella non violenta.

Elaine Brown – abbandonata dal padre in tenera infanzia e cresciuta con grande fatica e dignità dalla madre - fu una dirigente delle Black Panthers, prima una sorta di ministro della cultura, poi la referente... (continua)
Have you ever stood
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2017 - 20:53
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This Little Light of Mine

This Little Light of Mine
“This Little Light of Mine” è un gospel per bambini scritto intorno al 1920 da Harry Dixon Loes (1895-1965), un compositore di inni cristiani, un bianco.
Ma nei primi anni 50 l'inno venne adottato dal movimento per i diritti civili, in seno al quale il testo venne elaborato da attiviste afroamericane come Zilphia Horton e Fannie Lou Hamer.
Celebri le esecuzioni di Betty Fikes, The Seekers e Odetta.

Ma ho voluto attribuire il brano a Sam Cooke – che ne diede una magnifica interpretazione nello splendido “Live at The Copa”, 1964, uno dei miei dischi preferiti – perchè il grande cantautore, troppo presto scomparso, volle portare una canzone intonata nelle marce per i diritti civili all'interno dei nightclub, facendo in modo che il movimento e le sue rivendicazioni di giustizia e di pace acquistassero un audience maggiore rispetto a quella sua propria.
Una sensibilità che l'autore di A Change... (continua)
A-amen a-amen a-amen
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2017 - 23:39
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Los Angeles

Los Angeles
[1980]
Scritta da John Doe ed Exene Cervenka
Celeberrima traccia che dà il titolo all'album di questa punk rock band losangelina, prodotto dall'ex Doors Ray Manzarek

Descrizione di una tizia in cui Exene Cervenka si era imbattuta, il prototipo dell'americano bianco di classe media, razzista integrale intollerante di ogni forma di vita che non sia la propria. La tizia in questione raccontava di non vedere l'ora di andarsene da quel per lei insopportabile crogiolo di razze e di culture, come in effetti fecero tanti bianchi statunitensi soprattutto negli anni tra i 50 e i 70, un fenomeno complesso noto come white flight che conosciamo bene anche da noi in Europa...

Iconograficamente, il testo di questo brano è tutto condensato nell'immagine in copertina, così chiaramente allusiva alle “vecchie, care” croci infuocate del Ku Klux Klan...
Già, pure loro hanno sostenuto apertamente Trump alle ultime elezioni...
She had to leave Los Angeles
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2017 - 23:07
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Black Pearl

Black Pearl
[1969]
Scritta da Irwin Levine, Phil Spector e Toni Wine
Interpretata da Sonny Charles, voce e leader di questa band R&B di musicisti bianchi e neri originaria di Fort Wayne, Indiana
Nel loro album intitolato “Love Is All We Have To Give”
Testo trovato su Songfacts
Ooh-ooh
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2017 - 18:47
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Were You There When They Crucified My Lord

anonimo
Were You There When They Crucified My Lord
[19° secolo]
Uno degli spiritual, gli inni religiosi degli schiavi afro americani, più famosi
Il testo fu trascritto per la prima volta in “Old Plantation Hymns”, raccolta realizzata e pubblicata nel 1899 da William Eleazar Barton (1861-1931), ministro della Chiesa congregazionalista (protestante, tra puritanesimo e calvinismo)
Testo trovato su en.wikipedia

Negli anni 60 e 70 del 900 “Were You There When They Crucified My Lord” divenne un inno del movimento per i diritti civili. Molti artisti afroamericani e non vi si sono cimentati, a partire dalla splendida versione di Max Roach del 1971 (in “Max Roach With The J.C. White Singers ‎– Lift Every Voice and Sing”), dedicata nel sottotitolo a “Malcolm, Martin, Medgar And Many More”, Malcolm X, Martin Luther King, Medgar Evers e tutti gli altri neri che hanno dato la vita per la loro gente.
Were you there when they crucified my Lord? (Were you there?)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/2/2017 - 18:42
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Go Tell It on the Mountain

Go Tell It on the Mountain
[1865 ca / 1963]
Parole di Fannie Lou Hamer, combinando, insieme a versi originali, le strofe dell'omonimo inno religioso natalizio ottocentesco e l'invocazione “Let my people go” tratta da un altro spiritual, “Go down, Moses”.
La melodia è quella dell'originale, il cui testo - risalente all'epoca della guerra civile o anche prima - fu trascritto per la prima volta nel volume “New Jubilee Songs and Folk Songs of the American Negro”, pubblicato nel 1907 da John Wesley Work, Jr. (1871-1925), il primo afro-americano ad occuparsi di ricerca sulle canzoni popolari ed inni religiosi dei neri d'America.
Testo ed informazioni a cura di Azizi Powell

Fannie Lou Hamer (1917-1977), famosa ed instancabile attivista per i diritti civili, scrisse questa versione a Greenwood, Mississippi, nel 1963, durante una delle campagne di registrazione dei neri finalizzate all'esercizio del diritto di voto, allora... (continua)
Go tell it on the mountain,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/2/2017 - 18:08




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