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Percorso La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù

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Le Chant du Pain

Le Chant du Pain
[1848]
Una canzone che Pierre Dupont compose dopo una rivolta popolare, avvenuta a Buzançais, nella Loire, nel 1847 quando, a causa dell'aumento del prezzo dei generi alimentari di base e della disoccupazione, la gente povera attaccò le case e i negozi dei commercianti, che impedivano la distribuzione di un carico di grano. Per un signore che venne ucciso, ci furono poi 3 giustiziati e decine di condannati ai lavori forzati a vita e a lunghe pene detentive... La giustizia borghese...
Testo trovato qui
Quand dans l’air et sur la rivière
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/1/2020 - 22:53
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Työttömän Valssi (Come Around Again Waltz)

Työttömän Valssi (Come Around Again Waltz)
[1927]
Parole e musica di Arthur Kylander (1892-1968), immigrato negli States da Lieto, Finlandia, nel 1914.
Testo trovato in "Arthur Arkadius Kylander – Amerikansuomalainen kupletisti", di Juha Niemelä, 2003

Arthur Kylander fece ogni sorta di lavoro, dal bracciante al boscaiolo, al maggiordomo, all'autista, e solo dopo 30 anni di fatica e privazioni riuscì ad acquistare una fattoria, impegnandosi nella conservazione del patrimonio boschivo.
Arthur Kylander fu anche cantautore e compositore e negli anni 20 incise anche una ventina di suoi brani per l'etichetta Victor. Siccome agli inizi della sua avventura americana fu anche membro dell'IWW (Industrial Workers of The World), alcune della sue canzoni – come questa - parlano della dura vita dei lavoratori immigrati.

Trovo "Työttömän Valssi" incisa nel 1928 da Kosti Tamminen (anche nella raccolta "Proletaarit Nouskaa" del 1970) e molto più recentemente da Mikko Perkoila ("Punikin Kirjelaatikko Ja Muita Työväenlauluja", 2009).
Kun kuljin mä kulkurin lailla,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2020 - 21:43
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The Lumberjack’s Prayer

The Lumberjack’s Prayer
[1910s]
Scritta da Matti Valentin Huhta, aka T-Bone Slim (1880–1942), poeta, cantautore, vagabondo e agitatore sociale statunitense, di origine finlandese.
Sulla melodia dell'inno religioso "Praise God From Whom All Blessings Flow"
interpretata da Utah Phillips

Una canzone che circolava su foglio volante al prezzo di 10 cents. Il denaro raccolto serviva per finanziare le pubblicazioni gratuite dei Wobblies (IWW)
Testo trovato direttamente sul sito dell'Industrial Workers of the World

Lumberjacks often worked twelve hours a day, seven days a week, faced incredible dangers on the job, and lived under horrendous conditions. They were one of the most abused groups of workers in the early 20th century. The Industrial Workers of the World (IWW) was the only labor organization to pay any attention to workers in the lumber camps of the South and the Pacific Northwest. Although humorous in tone,... (continua)
I pray dear Lord for Jesus' sake,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2020 - 19:20

Harvest Land

anonimo
Harvest Land
[191?]
Testo di autori non identificati, indicati con le sigle "TD and H.". Alcuni ne attribuiscono la paternità a Matti Valentin Huhta, aka T-Bone Slim (1880–1942), poeta, cantautore, vagabondo e agitatore sociale statunitense, di origine finlandese.

Sulla melodia del popolare gospel Beulah Land (1876)
Nel libretto di canti degli Wobblies dell'IWW (Industrial Workers of the World), il "Little Red Songbook", edizione del 1923.

In 1915, the Industrial Workers of the World (IWW) established a branch union, the Agricultural Workers' Organization (AWO). The AWO organized temporary harvesters, known as “harvest stiffs,” in railroad yards, migrant camps, and shelters. At its height in 1917 the AWO had more than 70,000 members, but like the IWW it was undermined by President Woodrow Wilson’s wartime attack on dissent and by local vigilante organizations. The AWO, like its parent organization,... (continua)
The harvest drive is on again,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2020 - 00:06
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Fire in my mouth

Fire in my mouth
(2018)

Oratorio per due cori e orchestra commissionato dalla New York Philharmonic.

Testi tratti dal sito ufficiale della New York Philarmonic

Racconta la vita e della morte delle cento e passa lavoratrici, alcune immigrate dall’Italia, che perirono nel tristemente noto incendio della fabbrica Triangle di New York, nel marzo 1911.
I. Immigration
(continua)
31/12/2019 - 18:03
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Refugee

Refugee
[2017]
Lyrics and music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Delta Moon
Album: Cabbagetown
Oh my my, oh my my.
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 31/12/2019 - 00:16
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Migrant Song

Migrant Song
[2018]
Lyrics and music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Jack Warshaw
Album: Misfits Migrants and Murders
We fled our lands in time of war
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 30/12/2019 - 12:54
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La ballata del petrolchimico

La ballata del petrolchimico
2012
La città verrà distrutta domani
Lavorare non mi pesa
(continua)
inviata da Alberto Scotti 26/12/2019 - 20:51
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Il Muratore

Il Muratore
[1973]
Testo e Musica: Franco Chiaravalle, Franco Trincale
1. Album: Italian Folk Music, Vol. 14
2. 45 giri Il Muratore,lato A. Interprete : Ombretta Colli

È il testo fedele alla canzone riprodotta attraverso youtube. Il testo differisce sensibilmente da quello riportato in Deposito, piuttosto lacunoso.
Il testo qui presentato è da ritenere originale tant’è che la versione di Ombretta Colli lo ricalca integralmente, salvo che è “italianizzata”, presumibilmente per questioni di mercato. [Riccardo Gullotta]
Lu muraturi fabbrica palazzi
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 24/12/2019 - 18:54
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Prima noi

Prima noi
Prima Noi nasce da un testo scritto pochi giorni dopo l’omicidio di Emmanuel Chidi Namdi a Fermo.
Non vuole essere una canzone di accusa, ma un ribaltamento del punto di vista. Racconta di una persona che si trova nel mezzo di un comizio di piazza, di quelli che stanno riempiendo la cronaca in questi giorni. Comizi a cui spesso vediamo partecipare persone evidentemente provate da una realtà fatta di cassa integrazione, disoccupazione, perdita della sicurezza e del benessere acquisito negli ultimi 50 anni, perdita di prospettive, gente che spesso non arriva a fine mese.

Proprio come quella persona, che ha abbandonato tutto nella speranza di una vita migliore, di una rinascita, di un futuro e si trova invece caricata di colpe che non ha e che non può sostenere da persone identiche a lui ma che non hanno ancora compreso il suo coraggio e la sua forza.
Prima Noi non è solo una canzone antirazzista ma una critica mossa al sistema capitalistico, capace di guidare le nostre emozioni e annullare quella bellissima cosa chiamata empatia.
Pensavo fosse un errore
(continua)
inviata da Alberto Scotti 24/12/2019 - 02:20
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Lamento dei terremotati siciliani

Lamento dei terremotati siciliani
[1977]
Testo e musica :Franco Trincale
Album: Siamo uguali alla catena

Tra il 14 e il 15 gennaio 1968 la valle del Belice fu colpita da un terremoto di magnitudo 6,4. Gibellina, Poggioreale, Salaparuta e Montevago furono cancellate dalle carte geografiche. Santa Ninfa , Santa Margherita di Belice, Salemi e Partanna furono distrutte al 75%.
Circa 300 vittime, 600 feriti, 70.000 sfollati. Uno spettacolo da bomba atomica …. Ho volato su un inferno: queste le parole del pilota di uno degli aerei di ricognizione nei giorni immediatamente successivi alla catastrofe.
Otto anni dopo, nel 1976, i baraccati ammontavano a 47.000. Ancora oggi , 51 anni dopo, 80 famiglie sono ancora in attesa di una casa, 200 famiglie sono prive dei servizi essenziali : né acqua né fogne. Sono soltanto alcuni esempi di una lunga serie di errori di insipiente progettazione e di incapace gestione del territorio:... (continua)
O Signuri, Signuri, Signuri!
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 23/12/2019 - 10:57

La Dalha (Mai de mila ans)

anonimo
La Dalha (Mai de mila ans)
[18° secolo]
Canzone dell'Ariège, Occitania, risalente con ogni probabilità all'epoca della Rivoluzione francese.
Trovo il testo e la sua traduzione francese sul sito della corale Si bémol et 14 demis di Montreuil.

Come tanti strumenti agricoli tradizionali, ormai desueti, anche le falci – quelle piccole e quelle grandi da mietitura – sono rimaste per centinaia d'anni pressochè immutate in molte culture agricole differenti e distanti...
Mai de mila ans nos fa
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/12/2019 - 21:48
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La pulce

La pulce
[1977]
Testo e musica Franco Tringale
Album: Siamo uguali alla catena

E’ cambiato
Si, è cambiato. E’ cambiato il cartone del bagaglio: oggi è polietilene teraftalato made in China. E’ cambiato il materiale dei ponti autostradali : oggi il cemento armato è meno cemento meno armato. E’ cambiato l’emigrante : oggi la sua faccia si è scurita, ha il colore del cacao.
Anche la borghesia é cambiata,pervasiva, ha preso i connotati di Proteo.
Che strano, la musica è la sola a non essere cambiata.
La sento, sì, la sento questa pulce
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 19/12/2019 - 17:05
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Mother

Mother
Album Brutalism (2019)

Mother deconstructs the term “Mother Fucker” into its literal and metaphorical meaning.

Metaphorically, the singer’s mother was fucked over by a system that required her to work increasingly long hours, mostly unpaid, just to provide for her children.

Literally, the singer is furious at how little empathy men can have for women over sexual assault. It’s a pervasive and complex phenomenon that makes women fear for their lives. How can you mother fuckers not see how terrible mother fuckers are?

“Mother” was a song that explored the roles of my mother and, in turn, of women in my life. The lyric you plucked was inspired by a Margaret Atwood quote which opened my mind to sexual violence and led me to think of my mother’s past relationships and her vulnerability as a woman beyond her as a mum. “Men are afraid that women will laugh at them. Women are afraid that men will kill them.” I didn’t want the song to lead the listener down a certain path, but intend to open up conversations of womanhood.


genius
My mother worked 15 hours 5 days a week
(continua)
19/12/2019 - 15:53
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Li Varchi all'Orizzonti

Li Varchi all'Orizzonti
Testo e voce, Don Chrisciotte
Musiche, Diego Cofone

Questo il triste che racconta quello di cui parlo nella canzone:
Varcuni chini i genti
(continua)
inviata da Don Chrisciotte 18/12/2019 - 21:31
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Derivas

Derivas
[2012]
Nell'album "Maquina enfernala"
Testo trovato su bandcamp
La mar es larga bateu de bòsc
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/12/2019 - 21:19
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The Day That All the Lights Went Out

The Day That All the Lights Went Out
2008
Along The Miners' Rows

“(Along The Miners' Rows) summon(s) up and celebrate(s) the rich cultural history of central Scotland’s now-vanished mining communities”
The Herald
Hear the miners’ heavy tramping,
(continua)
inviata da Dq82 16/12/2019 - 10:35
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Where Can a Miner Go?

Where Can a Miner Go?
2008
Along The Miners' Rows

“(Along The Miners' Rows) summon(s) up and celebrate(s) the rich cultural history of central Scotland’s now-vanished mining communities”
The Herald
Where can a miner go?
(continua)
inviata da Dq82 16/12/2019 - 10:33
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The Miner's Widows Lament

The Miner's Widows Lament
2008
Along The Miners' Rows

“(Along The Miners' Rows) summon(s) up and celebrate(s) the rich cultural history of central Scotland’s now-vanished mining communities”
The Herald
The life has been torn out from me,
(continua)
inviata da Dq82 16/12/2019 - 10:31
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Digging Coal

Digging Coal
2008
Along The Miners' Rows

“(Along The Miners' Rows) summon(s) up and celebrate(s) the rich cultural history of central Scotland’s now-vanished mining communities”
The Herald
In nineteen hundred five, digging coal.
(continua)
inviata da Dq82 16/12/2019 - 10:30
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Along the Miners' Rows

Along the Miners' Rows
2008
Along The Miners' Rows

“(Along The Miners' Rows) summon(s) up and celebrate(s) the rich cultural history of central Scotland’s now-vanished mining communities”
The Herald
About a hundred families lived here one day,
(continua)
inviata da Dq82 16/12/2019 - 10:29
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The Dreamer

The Dreamer
(2019)

Album: Rearrange My Heart

“The Dreamer” was inspired by the stories of undocumented immigrants living in North Carolina and by the life of Moisés Serrano, an openly undocumented and queer DACA recipient and community leader. Since coming out as undocumented in 2010, Serrano has relentlessly pursued equality for his community through the sharing of his story and activism. Moisés’ advocacy was featured in the documentary, Forbidden: Undocumented & Queer in Rural America, he also wrote the script for “The Dreamer” music video.
Shepherds wouldn't roam o’er so harsh a land
(continua)
15/12/2019 - 23:19
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Canti a méte di Barbarano

Canti a méte di Barbarano
Strofe di canti di mietitura raccolta nella provincia di Roma, interpretati dal Canzoniere del Lazio nell'album "Lassa stà la me creatura", 1974.
Barbarano è un paesino in provincia di Viterbo.
Il testo si trovava originariamente su "La musica de L'Altra Italia", sito da tempo non più raggiungibile. Ho cercato di ricostruirlo all'ascolto e l'ho trovato costituito solo da 3 strofe, mentre le successive, riportate ad esempio su Il Deposito , non sono eseguite.


"Lassa stà la me creatura":
Carlo Siliotto: violino, chitarra gigante, percussioni, voce;
Francesco “Bubù” Giannattasio: organetto a due e otto bassi, sax tenore, percussioni, flauto con ancia, voce;
Gianni Nebbiosi: sax soprano, sax sopranino, percussioni, voce;
Giorgio Vivaldi: batteria, percussioni, marranzano, voce;
Luigi Cinque: sax tenore, clarinetto, percussioni, voce;
Pasquale Minieri: basso, chitarra elettrica, voce;
Piero... (continua)
E quanno vojo mète e mète vojo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/12/2019 - 20:15
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Sotto terra

Sotto terra
2014
Sempre avanti

Un ragazzo romano arriva a Bruxelles quattordici anni fa, e inizia a vivere. Conosce la musica, si diploma in chitarra jazz, fiuta l’aria, cade e si rialza. Scrive canzoni, suona, si inventa una formula vincente per farsi conoscere: girare per le case di chi voleva ascoltare un po’ di buona musica, e finanziare, con i piccoli house concerts, i suoi progetti discografici. Nasce così Colpo di sole, il secondo album del ragazzo a Bruxelles: il suo nome è Giacomo Lariccia, e il successo lo porta a suonare non più nelle case degli amici, ma in molti teatri europei, fino alla finale del Premio Tenco e del Premio De André.

Per il terzo album, Sempre avanti, Lariccia ha rifiutato quello che in Belgio si chiama lo “Statuto dell’artista”, che dà diritto ad un sostegno finanziario a chi esercita la professione artistica secondo determinate condizioni, per il pudore ad accedere... (continua)
Sotto terra
(continua)
inviata da Dq82 11/12/2019 - 15:36
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La miniera

La miniera
2014
Sempre avanti
Rumori di miniera
inviata da Dq82 11/12/2019 - 15:28
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Dallo zolfo al carbone

Dallo zolfo al carbone
2014
Sempre avanti

I minatori che emigrarono in Belgio erano in buona parte minatori in Italia. La maggior parte (il 25%) erano surfatari siciliani
La miseria aveva il colore
(continua)
inviata da Dq82 11/12/2019 - 15:23
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L'appartamento

L'appartamento
[1964]
Testo e musica: Franco Trincale
Album: Canzoni Di Lotta. LP Not On Label
E se l'Italia è una repubblica
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 10/12/2019 - 23:56
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Scuola di classe

Testo e musica: Franco Trincale
Album: Canzoni Di Lotta. LP Not On Label
A dodici anni sentirsi dire
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 9/12/2019 - 22:08
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Siamo quelli dell'Alfa Romeo

[1977]
Testo e musica Franco Tringale
Album: “siamo uguali alla catena”

Il 22 Settembre 1969 a Milano ci fu una grande manifestazione di 6.000 operai dell’Alfa Romeo, nel quadro delle lotte dei metalmeccanici, iniziate pochi giorni prima alla Fiat. Cominciava così l’autunno caldo.
Giuseppe Pinelli visse attivamente e intensamente quel periodo di lotte per due mesi e mezzo.
Siamo quelli dell'Alfa Romeo
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 9/12/2019 - 12:52
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De sfroos

De sfroos
[1992?]
Una delle prime canzoni di Davide Van De Sfroos, la sua canzone "manifesto".
Nella musicassetta autoprodotta dal gruppo "De Sfroos", intitolata "Ciulandàri"
In seguito del live demo – pure autoprodotto - "Viif" (1994) e nell'album "Manicomi" (1995)
Testo trovato su Testi e traduzioni e verificato all'ascolto (per quel che mi è possibile...)
I hènn siir che la löena la fa pagüra
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/12/2019 - 22:27
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A mezzogiorno

A mezzogiorno
[1971]
Scritta da Giorgio Gaber e Sandro Luporini
Nello spettacolo "Storie vecchie e nuove del signor G" e nel disco "I borghesi"
Testo trovato su Far finta di essere... Gaber
A mezzogiorno suona la sirena
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/12/2019 - 21:41
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אין זאַלציקן ים

אין זאַלציקן ים
In zaltsikn yam
[1901]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Semën Akimovič An-skij
Musica / Music / Musique / Sävel: [?]

Il canto che segue, scritto nel 1901 da Semën Akimovič Rappoport, più noto come “S. An-skij”, assieme a Di shvue e noto anche come In zaltsikn yam fun di mentshlekhe trern e come Tsum Bund, è l'inno riconosciuto dell'Unione Generale dei Lavoratori Ebrei della Lituania, Polonia e Russia (Algemayner Yidisher Arbeter Bund in Lite, Poyln un Rusland), più nota semplicemente come “Bund”. Movimento fondato a Vilnius il 7 ottobre 1897, che si riprometteva di unificare tutti i lavoratori ebrei dell'Impero Russo sotto un unico partito socialista, e di allearsi con il movimento socialdemocratico russo per la realizzazione di una società democratica e socialista, e per ottenere il riconoscimento giuridico degli ebrei come minoranza nazionale.

Tsum Bund WanDeRer WanDeRer-Trio... (continua)
[1] אין זאַלציקן ים פֿון די מענטשלעכע טרערן
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2019 - 03:16
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Le navi

Le navi
da "S.C.O.T.C.H." (2011)


“Qualche anno fa ho scritto una canzone breve per le persone che si lasciavano alle spalle una grande disperazione per andare incontro a una grande speranza e per farlo a volte si mettono su delle barche e affrontano viaggi disperati e difficilissimi. Mi sembrava una canzone in fondo umana, ultimamente è diventata una cosa quasi sovversiva..."
Che salpino le navi
(continua)
inviata da Dq82 18/11/2019 - 09:54

Me Johnny Mitchell Man

anonimo
Me Johnny Mitchell Man
1946
Brano raccolto da George Korson da un minatore di Antracite della Pennsylvania
Edito su CD nel 1997
Songs and Ballads of the Anthracite Miners

Sung by Jerry Byrne at Buck Run, Pennsylvania, 1946.
Re corded by George Korson.

'Me Johnny Mitchell Man ' is a product of the anthracite strike of 1902, which gave the Slavic mine workers the opportunity they had been wait· ing for to vindicate themselves. Their' existence had been extremely difficult owing to the general belief that they had been imported by the coal operators to lower wages and degrade working conditions.

The Slavs worried John Mitchell , the strike leader. When he first came into the region, Mitchell saw clearly that if he were to succeed in his mission to organize the industry, racial and national barriers must first be broken down. He made this one of his first objectives. All races, creeds, and classes he addressed... (continua)
1.For you know Joe Silovatsky.
(continua)
inviata da Dq82 12/11/2019 - 14:23
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The Avondale Mine Disaster

anonimo
The Avondale Mine Disaster
1946
Brano raccolto da George Korson da un minatore di Antracite della Pennsylvania
Edito su CD nel 1997
Songs and Ballads of the Anthracite Miners

Sung by Juhn J . Quinn at Wilkes-Barre. Pennsylvania, 1946. Recorded by George Korson.

'The Avondale Mine Disaster' recounts the anthracite industry's first major tragedy in which 110 men and boys were lost. of early collieries, the Avondale was ventilated by means of a furnace built on the bottom level , its flue running up the height of the shaft. This shaft , leading to the breaker above. was the only outlet.

The fire started early in the morning of Septem­ber 6. 1869. when the flue partition caught fire. The flames roared up the shaft and fired the breaker. Men and boys, their only avenue of escape cut off, and the air currents stopped. fought a desperate battle against gJses. Rescue work began immediately after the fire was extinguished.... (continua)
1.Good Christians all, both great and small,
(continua)
inviata da Dq82 11/11/2019 - 12:09
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Down, Down, Down

anonimo
Down, Down, Down
1946
Brano raccolto da George Korson da un minatore di Antracite della Pennsylvania
Edito su CD nel 1997
Songs and Ballads of the Anthracite Miners

Sung by William E. Keating at Pottsville, Pennsylvania, 1946. Re­ corded by George Korson.

'Down, Down, Down,' started out as a barroom ballad but its swing and charm have won it general acceptance even beyond the anthracite region. It re· lates the experiences of a miner reporting for work with a hangover. But it is more than the record of a tipsy worker's muddled thoughts. Its significance lies in its refiection of the miner's daily buffetings and the surprising good humor with which he faces them.

Originally the ballad had about forty stanzas, but because it was too long to sing without interruption, it was broken up into groups of stanzas correspond­ ing to the levels of an anthracite mine. At each level, the customers standing around... (continua)
1.With your kind attention, a song I will trill,
(continua)
inviata da Dq82 11/11/2019 - 10:01
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Open Letter (to a Landlord)

Open Letter (to a Landlord)
[1988]
Scritta da Vernon Reid con la poetessa di Brooklyn Tracie Morris
Nell'album "Vivid", micidiale esordio di questa storica band di New York

Un testo contro la gentrificazione – quella che da noi chiamano riqualificazione urbana - dell'East Side di New York City. Succede in sostanza che proprietari di condomini fatiscenti, arricchitisi per decenni con affitti esosi imposti a gente povera, ricevono offerte molto allettanti da società interessate ad acquistare per ristrutturare e vendere a prezzi molto più alti ad acquirenti facoltosi. Molto velocemente il tessuto urbano cambia e i poveri sono costretti a cambiare aria.
La canzone venne scritta da Reid partendo dai versi con cui la Morris rifletteva sul cambiamento repentino che in quegli anni stava subendo la 8th Street e la St. Mark's Place a Manhattan, subito dopo l'arrivo di catene commerciali come The Gap (abbigliamento, seconda al mondo solo a Zara)...
Now you can tear a building down
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/11/2019 - 21:28
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Working Man

Working Man
1988
Reason to Believe

Interpretata nel 1996 dai Dubliners

"Working Man" was sparked by a visit to the Princess Colliery in Sydney Mines, prompted by the stories of the miners' daily hardships. In her autobiography she notes that the tour guide was suffering from throat cancer, and she had remembered her mother's struggles with it, and as he talked the melody for the song began in her head, complete with lyrics. The song, which peaked at number 11 in the UK charts, became a worldwide sensation and the unofficial anthem for coal miners everywhere.
It's a working man l am
(continua)
inviata da Dq82 2/11/2019 - 18:10
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Down in the Mine

Down in the Mine
2010
Up on the ridge
Here in Harlan County, the choices are few
(continua)
inviata da Dq82 2/11/2019 - 17:58
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Si yo me duelo (Caracoles)

Si yo me duelo (Caracoles)
(2017)
Album: Firmamento
Parole di Isabel Escudero
Musica adattata dallo stile Caracoles del flamenco


“Antes de encargarle esta letra a Isabel Escudero, escuchamos una extraña pieza de Isidoro Valcárcel Medina. El artista había invocado el tópico que relaciona los Caracoles con los emigrantes andaluces subiendo por la madrileña calle de Alcalá, una maravilla en la garganta de Antonio Chacón. Ese como relucen que emociona a Isabel Escudero para evocar a los refugiados, los nómadas y los emigrantes. En el flamenco hay un prestigio del vagabundo, del andarríos, del trashumante. Y claro, esas almas libres que vagan por los campos de Europa son también prisioneros. Otra paradoja lacerante, claro. La alegría de vivir no disuelve los males del mundo. Baila niña baila, veras como reluce el caos bajo tus faldas”.
‘Firmamento’ de Rocío Márquez, tema a tema


Il testo della prima strofa si rifà... (continua)
Caracoles, caracoles,
(continua)
2/11/2019 - 15:40
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Chantier d'été

Chantier d'été
Vorrei aggiungere alla sentita introduzione di Riccardo che nel 1981 la sinistra va al potere in Francia e la generazione anticonformista rientra nei ranghi. L'anno precedente "L'Escargot folk" ovvero la rivista più importante del movimento dichiara morto il folk affermando che la parola era malintesa da troppa gente. La maggior parte dei gruppi musicali d'ora in poi tenderà a sostituire il termine con "trad" spogliandolo di qualsiasi contenuto ideologico o di rivendicazione. L'anno prima ancora a Bourges, in aprile, i Malicorne erano stati costretti a fare da apertura al concerto di Guy Béart, .............
poco dopo iniziò la metamorfosi che porterà all'altalena!

Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 2/11/2019 - 11:34
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Nterini

Nterini
Grazie a Riccardo Gullotta per avere inserito finalmente il testo originale.
1/11/2019 - 00:10
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Sodade

Sodade
Bernart, se ti può far piacere Blogfoolk ha pubblicato, il giorno del suo compleanno, un mio omaggio qui:

Se potessi parlare con Dio gli chiederei se può mandare la pioggia

Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 31/10/2019 - 14:13
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Sirena

Sirena
2016
Greetings from Fireland

In “Sirena” (ci sono la voce di Loredanna Carannante, il canto e i tamburi di Bifalo Kouyaté) Rossi immagina la traversata per mare di una giovane donna africana che affida alle acque una lettera di preghiera e di speranza.
blogfoolk
Una giovane donna dell'Africa Orientale
(continua)
inviata da Dq82 29/10/2019 - 14:20
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Ballata per Mira

Ballata per Mira
2012
Album: Vox Creola
Amore mio, ci fermeremo
(continua)
inviata da Alberto Scotti 28/10/2019 - 18:00
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La giraffa di Imola

La giraffa di Imola
da "Ballate per uomini e bestie" (2019)

Un'altra corsa simile nell’esito, una corsa che reclama la bellezza, una bellezza impossibile e manifesta in questa creatura fonte di meraviglia. L’apparizione di una giraffa ancora a inizio '800 viene ricordata come l’evento più eclatante del Regno di Carlo X.

E un’altra volta la violenza del mondo antropizzato e organizzato nelle sue macchine e lamiere, nel suo asfalto e cemento. La corsa di questa giovane giraffa per le strade di Imola, esprime tutta la impossibilità della coesistenza, il patto rotto con la natura, l’infanzia del mondo che urta con gli oggetti del nostro vivere quotidiano associato. Che improvvisamente si mettono a nudo in tutta la loro durezza e esclusione (sempre questi stranieri senza permesso) e nemmeno la giraffa ce l’ha il permesso di circolare.
Come una grande gabbia da dove non è possibile uscire se non da morti. Una morte... (continua)
La vide prima il fachiro e poi il facchino
(continua)
28/10/2019 - 09:22
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Lu trenu di lu suli

Lu trenu di lu suli
Compagnia Daltrocanto
2012
Ce sta sempe nu Sud

2015
Tra le pieghe di un cielo stellato

LU TRENU DI LU SULI
(continua)
inviata da Dq82 26/10/2019 - 09:09
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Il popolo è forte

Il popolo è forte
Scritta da Claudio Bernieri

Dall'album Pietre della mia gente. (1976)
Dalle mie parti se si ammazza un uomo
(continua)
inviata da ZugNachPankow 25/10/2019 - 23:55
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El pobre sigue sufriendo

El pobre sigue sufriendo
[1978]
Scritta dai portoricani Andrés Jiménez e Juan de Mata, sulla melodia di una milonga tradizionale
Nell'album "Puerto Rico: Como el filo del machete", pubblicato dalla Paredon/Folkways Records nel 1978
Desde hace tiempo, señores
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/10/2019 - 22:53
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Il bonzo

Il bonzo
Altra versione live irresistibile targata 1993 (quindi precedente di un anno alla nuova vesrione da studio de I soliti accordi).
Alberta Beccaro - Venezia 24/10/2019 - 02:19
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Velisurmaaja

Velisurmaaja
Riccardo Venturi (Rikarður V. Albertsson), 23-10-2019 01:47

Þessa þýðingu má syngja í takt við útgáfu Niekku [R.V.A.]


BRÓÐURMORÐINGINN
(continua)
23/10/2019 - 01:48




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