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Percorso La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù

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Salvagente

Salvagente
2019
Salvagente

Feat. Willie Peyote

Brano vincitore del premio Voci per la Libertà di Amnesty International
Portami con te
(continua)
inviata da Dq82 2/10/2019 - 11:24
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Keep the Wolves Away

Keep the Wolves Away
[2013]
Scritta da Kevin Galloway e Mike Carpenter, gli Uncle Lucius, da Austin, Texas.
Nell'album "And You Are Me"
Took my first breath, where the muddy Brazos
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/9/2019 - 22:19
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That 25¢ (That You Paid)

That 25¢ (That You Paid)
[1960s]
Una canzone scritta da Jim Garland (1905-1978), cantautore del Kentucky, strettamente imparentato con Aunt Molly Jackson e Sarah Ogan Gunning
Trovo questo brano innanzitutto nella raccolta "Come All You Coal Miners" come interpretato da Sarah Ogan. Quindi in "Mountain Songs" di Guy Carawan,1974. Infine nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs", 1984, ancora con la voce della Ogan Gunning.
Testo trovato su LyricWiki
Sad the day when I saw the steam shovels a-comin'
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/9/2019 - 13:37
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Hello, Coal Miner

Hello, Coal Miner
[1970s]
Forse una delle ultime canzoni di Sarah Ogan Gunning (1910-1983), cantautrice ed attivista per i diritti dei minatori nel Kentucky.
Un brano – un vero e proprio testamento di vita e spirituale – che non compare nella discografia dell'autrice ma solo nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs", pubblicata un anno dopo la scomparsa della Ogan Gunning.
Testo trovato su LyricWiki
Hello, coal miners, I'm so proud to be your friend
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/9/2019 - 13:11
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The Battle of Jericol

The Battle of Jericol
[1978]
Scritta da Mary Lou Layne, membro di questa band bluegrass, tutta femminile, proveniente dal Kentucky.
Nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs" del 1984.
Testo trovato su Mudcat Café

Durante scioperi come quelli di Brookside (1973) – cui si riferisce il film di Barbara Kopple "Harlan County, USA – di Stearns (1976-1979), di Jericol (1978) e altri, i gruppi organizzati di donne giocarono un ruolo fondamentale. Non solo organizzavano le riunioni ma si confrontavano fisicamente con crumiri e picchiatori delle compagnie minerarie e con poliziotti e soldati. Molte di loro hanno patito il carcere per via delle loro lotte...
Bless the fathers, bless the brothers
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/9/2019 - 16:57
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Forty-Two Years

Forty-Two Years
[1974]
Parole di Nimrod Workman (1895-1994), su di una melodia tradizionale appalachiana
Nell'album "Passing Thru The Garden", con al figlia Phyllis Boyens.

Nimrod Workman – nomen omen – trascorse 42 anni nelle miniere di carbone ad Harlan County, USA. Questa canzone non è nella colonna sonora dell'omonimo film di Barbara Kopple, premio Oscar nel 1977, ma solo perchè è interpretata dall'autore stesso nell'incipit del documentario...
For forty-two years
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/9/2019 - 23:10
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Clay County Miner

Clay County Miner
[1970s]
Una canzone scritta da Hazel Dickens, probabilmente nel 1972.
La trovo nella raccolta "Come All You Coal Miners" del 1973 e nella colonna sonora del film di Barbara Kopple "Harlan County, USA" (1976). Poi anche nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs" del 1984.
Testo trovato su West Virginia Music Hall of Fame
Clay County è toponimo molto diffuso negli USA, ma credo proprio che qui ci troviamo in Kentucky...

Della colonna sonora di "Harlan County, USA" fanno parte parecchie canzoni già presenti sul sito e altre – come questa - che inserirò trovandone i testi:

1 - Coal Tattoo
2 - Shut Up in Coal Creek Mine
3 - Come All You Coal Miners
4 - Blue Diamond Mines
5 - The Yablonski Murder (Cold Blooded Murder)‎
6 - Last Train From Poor Valley
7 - Black Lung
8 - Dark As A Dungeon
9 - Trouble Among The Yearlings
10 - Lawrence Jones... (continua)
He’s a poor man ‘cause mining’s all he’s known
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/9/2019 - 22:29
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Dream of a Miner's Child

Dream of a Miner's Child
[1920s]
Parole e musica attribuite ad Andrew W. Jenkins (1885-1957), georgiano, cieco, pastore evangelista, prolifico compositore di musica folk, sacra e non, leader della Jenkins Family, forse il primo gruppo familiare ad incidere country music negli anni 20.
La prima incisione che trovo è del 1925, ad opera di Vernon Dalhart.
Ma esistono tantissime versioni del brano, che si trova pure nella colonna sonora del film di Barbara Kopple "Harlan County, USA" (1976) – interpretata da Phyllis Boyens con suo padre, Nimrod Workman - nell'album di George Davis "When Kentucky Had No Union Men" (1967) e nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs" (1984)
Testo trovato su The John Quincy Wolf Folklore Collection

Della colonna sonora di "Harlan County USA" fanno parte parecchie canzoni già presenti sul sito e altre – come questa - che inserirò trovandone i testi:

1 - Coal... (continua)
A miner was leaving his home for his work
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/9/2019 - 13:35
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Coal Miner's Grave

Coal Miner's Grave
[1970s]
Nella colonna sonora del film "Harlan County, USA", di Barbara Kopple. In seguito nell'LP They Will Never Keep Us Down, 1984.
Testo trovato sulla Raymond's Folk Song Page

Una canzone dedicata a Francis F. Estep e Cleve Woodrum, due minatori uccisi dalle guardie della miniera Baldwin-Felts a Paint e Cabin Creek, West Virginia, durante un lungo sciopero nel 1912-13.

Il documentario, vincitore di un premio Oscar nel 1977, racconta la storia di un gruppo di minatori del carbone che, insieme alle loro famiglie, nel 1973 furono protagonisti di un lunghissimo e durissimo sciopero contro lo sfruttamento e le paghe da fame loro imposte dai padroni della Duke Power Company.

La Contea di Harlan, nel Kentucky, è stata per più di un secolo un fulcro dell'industria carbonifera americana e fin dai primi anni del XX° secolo fu teatro di scontri sanguinosi tra i lavoratori e le compagnie, sostenute... (continua)
Up there on that hillside there's an old miner's grave
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/9/2019 - 18:25
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Coal Black Mining Blues

Coal Black Mining Blues
[1972]
Parole di Nimrod Workman, sulla melodia di un paio di canzoni risalenti agli anni 20 e 30, in particolare Winnsboro Cotton Mill Blues.
Incisa per la prima volta in un EP del 1972 e poi inclusa nella colonna sonora del film "Harlan County, USA", di Barbara Kopple. In seguito nell'LP "Mother Jones' Will", 1976.
Testo trovato su Musical Traditions

Il documentario, vincitore di un premio Oscar nel 1977, racconta la storia di un gruppo di minatori del carbone che, insieme alle loro famiglie, nel 1973 furono protagonisti di un lunghissimo e durissimo sciopero contro lo sfruttamento e le paghe da fame loro imposte dai padroni della Duke Power Company.

La Contea di Harlan, nel Kentucky, è stata per più di un secolo un fulcro dell'industria carbonifera americana e fin dai primi anni del XX° secolo fu teatro di scontri sanguinosi tra i lavoratori e le compagnie, sostenute dalle autorità,... (continua)
I got the blues, got the blues Lord, Lord
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/9/2019 - 17:52
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Joint Français / E Sant-Brieg

Joint Français / E Sant-Brieg
[1972]
Paroles et musique / Testo e musica / Lyrics and music / Sanat ja sävel: Evgen Kirjuhel
Album / Albumi: a) Evgen Kirjuhel - Kemperlé-Médréac [Kelenn 1972]
b) Underdroug - Discocanar 1 - Aspects de la nouvelle chanson populaire en Bretagnbe [Disques Droug - Fay-de-Bretagne 1973]



Sullo sciopero al Joint Français di Saint-Brieuc (13 marzo-8 maggio 1972) si veda, abbondantemente, Stourmoù Breizh pubblicata sul sito il 22 dicembre 2015 (ma si veda anche pagina del sindacato SLB). Tra i numerosi artisti che portarono il loro sostegno agli scioperanti, anche il “neo-bretone” Evgen Kirjuhel che scrisse questa canzone sia in versione francese che in brezhoneg: in Bretagna, il vero maggio fu quello del 1972 e tutta quell'annata rappresenta un vero e proprio spartiacque. Fa parte del suo primo album (del 1972; in quell'anno, Kirjuhel pubblicò prima un 45 giri, Breizh kozh ha yaouank “Bretagna... (continua)
Beaucoup de jeunes et de femmes
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/9/2019 - 20:48
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L'émigrant

L'émigrant
[1954]
Testo / Paroles / Lyrics / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Musique / Music / Sävel: Marc Heyral
In album / En album / Albumissa: Charles Aznavour chante Charles Aznavour vol.2 [1956]

Շահնուր Վաղինակ Ազնավուրյան, Šahnowr Vaγinaγ Aznavowryan, Charles Aznavour; e מאַריוס הערשקאָביטש, Мариус Герсшкович, Marius Hershkovitch, Marc Heyral: un figlio di emigranti armeni e uno di emigranti ebrei russi di lingua yiddish. Sono gli autori, rispettivamente, del testo e della musica di questa canzone del 1954 e che ha, quindi, sessantacinque anni. Disgraziatamente, non sembra affatto dimostrarli. Per forza di cose, Charles Aznavour, durante tutta la sua lunghissima carriera durata praticamente fino alla morte (è scomparso un anno fa, il 1° ottobre 2018), ha sempre cantato di emigrazione e di estraneità in terra straniera (si veda, ad esempio, Les émigrants, canzone dal titolo quasi identico... (continua)
Toutes les gares se ressemblent
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/9/2019 - 09:39
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Last Train From Poor Valley

Last Train From Poor Valley
[1973?]
Scritta dal musicista folk e chitarrista bluegrass Norman Blake e registrata per la prima volta dal gruppo The Seldom Scene nel loro album "Act Two".
Poi nell'album dello stesso autore intitolato "The Fields Of November",1974

Ma soprattutto è una canzone che fa parte della bella colonna sonora di uno splendido film, "Harlan County, USA", di Barbara Kopple.

Il documentario, vincitore di un premio Oscar nel 1977, racconta la storia di un gruppo di minatori del carbone che, insieme alle loro famiglie, nel 1973 furono protagonisti di un lunghissimo e durissimo sciopero contro lo sfruttamento e le paghe da fame loro imposte dai padroni della Duke Power Company.

La Contea di Harlan, nel Kentucky, è stata per più di un secolo un fulcro dell'industria carbonifera americana e fin dai primi anni del XX° secolo fu teatro di scontri sanguinosi tra i lavoratori e le compagnie, sostenute... (continua)
It was good one time, every thing was mighty fine
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/9/2019 - 20:22

Madama Pollak

Madama Pollak
[1972]
Canzone di lotta interpretata da tal Lillo Spina per l'Unione Inquilini.
Sul lato B di un 45" pubblicato dalla I Dischi del Sole.
Testo reperibile su La Musica dell'Altra Italia, sito ormai raggiungibile solo con la WayBack Machine...

La canzone sembra parlare di emigrati italiani in Germania alla prese con una locatrice avida e cattiva... Evidentemente l'Unione Inquilini era attiva anche nelle comunità degli italiani emigrati all'estero...
Cari inquilini sentite sentite
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/9/2019 - 17:54

È giunta l'ora

È giunta l'ora
[1972]
Canzone di lotta interpretata da tal Lillo Spina per l'Unione Inquilini.
Sul lato A di un 45" pubblicato dalla I Dischi del Sole.
Testo reperibile su La Musica dell'Altra Italia, sito ormai raggiungibile solo con la WayBack Machine...
Attacchiamo di santa ragione
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/9/2019 - 17:32
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Quando l'alber comincia a fiorire

anonimo
Quando l'alber comincia a fiorire
[fine 800 / inizio 900]
Da La Musica dell'Altra Italia, oggi non più consultabile se non attraverso la WayBack Machine...

Canzone popolare di origine trentina su quel tema dell'emigrazione, dell'abbandono e dell'amore perduto che si ritrova in molte altre canzoni regionali.
Il testo si trova nel volume "Canti dell'emigrazione", a cura di M. L. Straniero e A. V. Savona, Garzanti, 1976
Il brano era anche compreso in un disco curato da Savona stesso alcuni anni prima, nel 1970, intitolato "Le canzoni degli emigranti", pubblicato dalla I Dischi dello Zodiaco, con l'interpretazione di Antonio, Giorgio e Daniela. La voce solista in questo brano sarebbe quella di Daniela Fava, ma ignoro se si tratti proprio della famosa doppiatrice, classe 1954...
Quando l’alber comincia a fiorire
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/9/2019 - 19:53
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È fatto giorno

È fatto giorno
[1972]
Scritta da Mario Pogliotti a partire dalla poesia e dalla raccolta poetica "È fatto giorno" di Rocco Scotellaro. L'ultima strofa riprende infatti creativamente il testo originale del grande poeta della Basilicata:


È fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi
con i panni e le scarpe e le facce che avevamo.
Le lepri si sono ritirate e i galli cantano,
ritorna la faccia di mia madre al focolare.

(da "È fatto giorno. 1940-1953", 1954)

Nell'album "Maria Monti e i contrautori".
Testo trovato su YouTube
Io sono meno di niente
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/9/2019 - 21:17
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Le p't'it soldat

Le p't'it soldat
Bonjour

Encore une chanson sur les gilets jaunes...
C'est vrai! Mais...
Quand la poésie s'intéresse au mouvement gilets jaunes.
Ca donne une chanson très spéciale.
Un retour vers le passé en quelque sorte... très fin XIXe.

Merçi

(photo mephisto gray)
C'est nous que v'là... les p'tits soldats
(continua)
inviata da Larella 20/9/2019 - 09:25

Werkloosheid

Werkloosheid
Poesia di / Gedicht van / A poem by / Poème de: Geert van Istendael/in runo
"Plattegronden", 1987
Musica / Muziek / Music / Musique / Sävel: Luc Wynants (Strijdkoor Kontrarie)

Geert van Istendael, nato il 29 marzo 1947 a Ukkel, si chiama in realtà Geert Maria Mauritius Julianus Vanistendael. E' uno scrittore, poeta, saggista e traduttore belga. I belgi, e ne ho conosciuti -fiamminghi o valloni che fossero-, sono in generale persone inclassificabili; è possibile classificare Jacques Brel, per esempio? Ad esempio, Geert van Istendael si definisce ed è un “reazionario” (ad esempio, lui stesso ha intitolato una sua raccolta di saggi del 1994 Bekentenissen van een reactionair “Confessioni di un reazionario”). Di famiglia e formazione cattolica, suo padre August era stato consigliere personale del cancelliere tedesco democristiano Konrad Adenauer e del cardinale Frings van Keulen. Geert van... (continua)
De dagen zijn hier grijze wegen
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 16/9/2019 - 17:49
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Cans

Cans
Una bellissima canzone sulle giornate di un barbone
Pubblicata per la prima volta nel 1991 in Francia nella raccolta Collection e ancora nel 1994 (Minus III) e in altre raccolte, con lievi differenze fra le varie versioni (ad esempio una versione live presente su Youtube)

Trascritta a orecchio, con mooolta difficoltà. E' molto probabile che necessiti di correzioni, di cui sarò grato.
homeless, helpless, hopeless
(continua)
inviata da Piersante Sestini 14/9/2019 - 22:41
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L'inizio è il confine

L'inizio è il confine
2018
Controumano

Il tema immigrazione oggi è più attuale che mai, ma la prospettiva, differente in ognuno di noi
spesso tralascia ciò che conta veramente: l'uomo.
In "L'inizio è il confine" il tema immigrazione è analizzato e raccontato con gli occhi di un
migrante. Una prospettiva insolita, che mostra la colpevole leggerezza su temi tanto delicati,
quanto la mancanza di umanità che sempre più contraddistingue la quotidianità collettiva.
il giorno che pioverà’ non potrai nasconderti siamo case in mezzo agli alberi carta bianca sopra banchi inutili
(continua)
inviata da Dq82 6/9/2019 - 19:01

Angelo Balzarini, minatore

Angelo Balzarini, minatore
[1966]

“Fine Luglio 1966. Nella cronaca dei giornali si legge che un uomo, per tre giorni, ha rantolato, allo stremo delle sue forze, in via Avogadro, al centro di Brescia. E' Angelo Balzarini, un uomo di cinquant'anni senza parenti ed amici, che ha fatto il minatore nelle cave micidiali della Valtellina. Nessuno dei passanti per tre giorni si è fermato. Le mamme dicevano ai loro bambini: non t'avvicinare, è un ubriaco. E i benpensanti aggiungevano: a che coca può ridurre il vizio! Finché un giovane udì il gemito del minatore Angelo Balzarini. Così per tre giorni (e per quanti altri ancora?), a Brescia (e in quante altre città?), un popolo cristiano strappò dal suo piccolo Vangelo la parabola del buon Samaritano. Noi non facciamo molto caso alle pagine che mancano dal nostro Vangelo. Ci accontentiamo delta sua rilegatura di lusso. Tanto Basta per la nostra etichetta di cristiani.” - Da viboldone.it... (continua)
Per tre giorni sei rimasto
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/8/2019 - 19:52

In memoria di Andrea Bergonier prete operaio

In memoria di Andrea Bergonier prete operaio
[1966]
Parole e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Fra' Galdino (Luisito Bianchi)
Voce e chitarra / Voice and guitar / Voix et guitare / Ääni ja kitara: Giorgio Pazzini
Album / Albumi: Fra' Galdino racconta e canta

"Andrea Bergonier era un giovanissimo prete che lavorava nel porto di Marsiglia. Un giorno del febbraio 1966, mentre scaricava delle casse, ebbe il cranio fracassato. La notizia della sua morte si confuse fra quelle che quotidianamente i giornali ci danno di lavoratori morti per incidenti di lavoro. Una notizia come tante altre alle quali, ormai, la nostra buona coscienza ha fatto il callo. Ricordandoti, fratello nostro Andrea, vogliamo ricordare tutti i lavoratori che perdono la vita mentre stanno guadagnando il pane per la testimonianza che non potrà essere cancellata; vogliamo ricordare a noi stessi, spesse volte piccoli borghesi in cerca di... (continua)
Tu sei morto stamattina
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/8/2019 - 17:38
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Caffè Fortuna

Caffè Fortuna
2017
Caffè Fortuna

Caffè Fortuna, il brano che dà il titolo all’album, è stato composto dopo un mini-tour in Lussemburgo. La visita alle miniere di Esch-Sur-Alzette, in cui lavoravano tanti italiani, ha fatto nascere una canzone che parla di migrazione, speranza e lavoro. Lungo la strada verso la miniera, l’insegna di un bar che portava questo nome ha evocato una melodia di fisarmonica, la visione di un valzer tra passato e presente, il dialogo sognato tra un figlio e un padre. Il videoclip è stato girato al Bois du Cazier, Museo della Miniera di Marcinelle, teatro di una grande tragedia avvenuta nel 1956 nella locale miniera di carbone.

Ludovica Valori: voce, fisarmonica, pianoforte
Paolo Camerini: contrabbasso, percussioni
Adriano Dragotta: violino
Franco Pietropaoli: chitarre
Mio padre scendeva nella miniera
(continua)
inviata da Dq82 26/8/2019 - 22:53
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Canto del servo pastore

Canto del servo pastore
[1981]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Fabrizio de André - Massimo Bubola
Album / Albumi: Fabrizio de André (1981) ["L'Indiano"]



Il servo pastore di De André è un uomo semplice che non conosce neppure il proprio nome e le proprie origini. In questa canzone scritta in lingua italiana viene adombrato, in traduzione, un termine sardo che pure (nella sua forma gallurese, ziraccu) aveva fatto capolino nei testi di Fabrizio De André (in Zirichiltaggia, per la precisione: ...e andaranu a cujuassi a qualche ziraccu “e sposeranno qualche servo pastore”). La denominazione sarda del “servo pastore” riflette strutture enormemente arcaiche anche nel suo stesso nome di etimologia sconosciuta e di evoluzione semantica particolare: theraku / theraccu / saraccu ecc. compare nei documenti più antichi nel significato di “minorenne di dipendenza tutelare” (come nella... (continua)
Dove fiorisce il rosmarino c'è una fontana scura
(continua)
inviata da Riccardo Venturi e Dq82 26/8/2019 - 20:33
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The Joke

The Joke
(2018)
Album: By the Way, I Forgive You


The song is just for people that feel under-represented, unloved or illegal.

Brandi Carlile


Un ragazzo che non rientra negli stereotipi maschilisti e per questo viene preso di mira, una donna emigrante (dalla Siria, dal Messico?) con un bambino in braccio sono i primi protagonisti di questa canzone.

Ma più in generale è una canzone per tutti coloro che non rientrano nella rappresentazione standard e omologata dei nostri tempi, che sono derisi, dichiarati illegali, emarginati. Ma persone uniche, con la loro storia e capaci di andare avanti, di ignorare quelli che ridono di loro... una canzone bellissima.
You're feeling nervous, aren't you, boy?
(continua)
inviata da Lorenzo 18/8/2019 - 00:19
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Mattanza

Dall'album Viaggio (2015).
Pi’ secula jittammu la tunnara
(continua)
inviata da Andrea 4/8/2019 - 19:48
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Capitana

Capitana
(2019)

"Capitana”
dedicato alla Capitana Carola Rackete – testo e musica di Francesco Camattini
E fischia forte il vento
(continua)
inviata da Francesco Camattini 29/7/2019 - 16:14
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All Some Kind of Dream

All Some Kind of Dream
2019
Fever Break
I saw my brother in a stranger's face
(continua)
inviata da Dq82 28/7/2019 - 22:18
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Bloody Border

Bloody Border
(2019)

nuova canzone dalla ristampa dello storico album Clandestino

Un brano dalla melodia allegra ma che tratta delle condizioni di vita nei campi per migranti in Arizona. La canzone è stata scritta dopo che l’ex frontman dei Mano Negra ha visitato lo stato americano in occasione del suo tour nel 2011.
Arizona blues no more
(continua)
24/7/2019 - 21:01
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Nero

Nero
(2019)
ft. El Bombasin & Andrea Smiderle

Sono stati i Grace N Kaos con la canzone “Nero” (sul tema dello sfruttamento del lavoro agricolo e del caporalato) a vincere il Premio Amnesty International Italia nella sezione Emergenti domenica sera a Rosolina Mare (Rovigo). Il contest si è svolto nell’ambito del festival “Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty”, evento in collaborazione con Amnesty International Italia che ospita ogni anno vari artisti, tra emergenti e affermati, che si sono contraddistinti per la loro sensibilità verso i diritti umani
Nero è il colore che sporca il lavoro su questa terra
(continua)
22/7/2019 - 22:58
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Born in a Prison

Born in a Prison
[1971-72]
Parole e musica di Yoko Ono
Nell'album con John Lennon intitolato "Some Time in New York City"
A dirla tutta i crediti vanno a "John & Yoko - Plastic Ono Band With Elephants Memory And Invisible Strings"
Testo ripreso da Genius

Bellissima canzone, interpretata da John e Yoko, con il sax di Stan Bronstein. Un album prodotto da Phil Spector (oggi quasi ottantenne, detenuto per omicidio, molto malato e quindi ricoverato nell'ospedale di un carcere californiano...)
We are born in a prison
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/7/2019 - 22:17
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Vossi Bop

Vossi Bop
(2019)
Rifacimento dell'omonima canzone di Stormzy, di cui mantiene la seconda strofa e l'outro (estrapolata dal ritornello), oltre che la produzione originale di Chris Andoh.
Testo da Genius

"Salvini dice che chi è arrivato col gommon non può stare .it ma stare .com".
Poi aggiunge: "Alla partita del Milan ero in tribuna con gente. C'era un politico fascista che annusava l'ambiente. La squadra da aiutare a casa propria praticamente. Forse suo figlio è pure fan, che mi guardava nel mentre". Sono frasi tratte da Vossi Bop, successo da 74 milioni di streaming e 46 milioni di visualizzazioni su YouTube del rapper inglese Stormzy, oggi pubblicato in una nuova versione remix con il testo di Ghali.

Sono un artista e fare politica non è necessariamente il mio compito. La mia musica racconta la mia storia e il rap, che è nato come denuncia sociale e che da sempre è il mio pane quotidiano, era il mezzo migliore per soddisfare la mia esigenza di prendere una posizione nei confronti di chi sfrutta la paura per creare un nemico.
Ghali
[Intro: Stormzy & Ghali]
(continua)
21/7/2019 - 11:20
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Työmiehen lauantai

Työmiehen lauantai
[1965]
Sävel / Music / Musica / Musique: Irwin Goodman [Antti Yrjö Hammarberg, 1943-1991]
Sanat / Lyrics / Testo / Paroles: Emil von Retee [Veikko Olavi »Vexi« Salmi, 1942-2020]
Single : 1965
Albumi / Album: Irwinismi [1966]
Viideltä saunaan ja kuudelta putkaan
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 10/7/2019 - 21:40
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Il sogno di von Hayek

Il sogno di von Hayek
Una rivisitazione dei miti greci ai tempi della cosiddetta "crisi", sia essa di carattere economico, politico, climatico nonché culturale.

La crisi... un termine utilizzato per addolcire le ripercussioni causate dal libero mercato. Anch'esso un mito, altro non è che la libertà capitalistica di poter impunemente originare contraccolpi finanziari, provocare guerre ed emigrazione, appropriarsi dei mezzi di produzione di un popolo e sfruttare i suoi lavoratori, le sue risorse, il suo territorio. La libertà incontrastata di poter aggirare le costituzioni, corrompere, disinformare e considerare l'essere umano come un individuo su cui trarre un profitto, anziché un cittadino a cui assicurare beni e servizi. La libertà di imporre consumi effimeri e di spianare la strada alla moderna spettacolarizzazione della cultura, del corpo e delle aspirazioni di ognuno. La libertà di normalizzare e illudere... (continua)
Gea ha una febbre da cavallo,
(continua)
inviata da Ivan Guillaume Cosenza 5/7/2019 - 20:04
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Ballata per Carola

Ballata per Carola
(2019)
da Il Deposito

Ballata dedicata a Carola Rackete, capitano della Sea Watch che il 26 giugno 2019 ha violato il divieto di entrare nel porto di Lampedusa per portare in salvo 42 migranti, salvati in mare 17 giorni prima.
Scritta da Alessandro Fanari e Mauro Tetti sull'aria del canto popolare "Marcellina".
Giù a sud in mare aperto
(continua)
4/7/2019 - 12:07
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Come un cocal

Come un cocal
La canzone è stata composta nel 2018 per essere presentata al 40° Festival della canzone triestina, risultando vincitrice del successivo referendum musicale cittadino con votazione popolare.
Il tema è l'abbattimento dei confini e la libera circolazione delle persone, pensato inizialmente con riferimento alle barriere costruite dai vari Trump e Orbán e dal filo spinato disseminato sul confine sloveno-croato per fermare i migranti. Purtroppo il testo ben si adatta ai nuovi deliri dei sovranisti locali che hanno minacciato perfino l'erezione di un muro sul confine italo-sloveno.
Il brano è dedicato a "Ospiti in arrivo", associazione di volontariato nata per assicurare la prima assistenza ai richiedenti asilo a Udine, ed è eseguito dallo stesso autore, Pai Benni, accompagnato da una selezione di musicisti della Banda Berimbau, noto gruppo triestino di percussioni brasiliane.
Il testo è in dialetto triestino mentre la musica è nel tipico stile del "samba de mesa" brasiliano.
Sarà anca vero, no digo de no
(continua)
inviata da Benni 2/7/2019 - 18:50
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Le Petit Navire, la Capitaine et les Réfugiés

Le Petit Navire, la Capitaine et les Réfugiés
Chanson française – Le Petit Navire, la Capitaine et les Réfugiés – Marco Valdo M.I. – 2019

Cette canzone a été écrite pour saluer la capitaine Courage – Carola Rackete, capitaine du Sea Watch 3, qui avait forcé (force majeure que ça s’appelle) le blocus des eaux territoriales italiennes imposé par le ministre de l’Intérieur d’extrême droite – catho-fasciste, dont on ne veut pas prononcer le nom qui donne la nausée – Que la honte et la peste emportent cet idiot (ce qualificatif est juste la constatation d’un fait) ! Comme chantait Georges Brassens : « Quand on est con, on est con ! » Le temps ne fait rien à l'affaire
Carola Rackete a été arrêtée dans la nuit de vendredi à samedi, avant que ne débarquent 40 migrants bloqués à bord depuis 17 jours.

Dialogue Maïeutique

J’avais déjà abordé, commence Marco Valdo M.I.

C’est le cas de le dire, dit Lucien l’âne.

Ne m’interromps pas, Lucien... (continua)
Il était un petit navire (bis)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 29/6/2019 - 18:35
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Eva era nera

Eva era nera
2019
Mondo dentro
Scusa quando dici l'Italia agli italiani
(continua)
inviata da Dq82 27/6/2019 - 12:16
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Matamoros Banks

Matamoros Banks
tratta da L'Osservatore Romano (!!)
LE RIVE DI MATAMOROS
(continua)
26/6/2019 - 21:39
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La canzon del Navili

La canzon del Navili
Chanson milanaise – italienne (Lombaro Milanese) – La canzon del Navili – Ivan Della Mea – 1974


Dialogue Maïeutique

Dis-moi, Marco Valdo M.I., d’abord, ce que sont ces naviles qui figurent dans le titre de la chanson et qui d’ailleurs, lui donnent – me semble-t-il tout son sens.

C’est bien ça, mon ami Lucien l’âne. Ils lui donnent tout son sens, mais à la vérité, que sont-ils ? Le navile, c’est d’abord une forme francisée par mes soins d’un mot italien : « naviglio », lui-même tiré du mot milanais ou lombard « naviri » ou « navili », tel qu’il apparaît dans le texte. Donc, « navile » en français.

Toute cette philologie est bien jolie, Marco Valdo M.I., mais concrètement, de quoi s’agit-il ?

Eh bien, Lucien l’âne mon ami, en bref, il s’agit de canaux sur lesquels circulent des « barconi », de grosses barques, des barges, semblables, mais pas aussi grosses que celles que fabriquait notre... (continua)
LA CHANSON DES NAVILES
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/6/2019 - 17:46
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Lettera ad Angela

Lettera ad Angela
I Suonatori Terra Terra: Lettera ad Angela (in italiano)
Istituto Ernesto De Martino, Sesto Fiorentino, 16 giugno 2019: Concerto collettivo a dieci anni dalla scomparsa di Ivan Della Mea, e a un mese da quella di Paolo Ciarchi

Riccardo Venturi 19/6/2019 - 15:54
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La canzon del Navili

La canzon del Navili
Marco Rovelli: La canzon del Navili
Sesto Fiorentino, Istituto Ernesto De Martino, 16 giugno 2019
Concerto collettivo a dieci anni dalla scomparsa di Ivan Della Mea, e a un mese da quella di Paolo Ciarchi

Riccardo Venturi 18/6/2019 - 12:10
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Unreal World

Unreal World
[1991]
La traccia che dà il titolo all'album del 1991
I heard women crying everywhere
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/6/2019 - 22:02
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Workin' Woman Blues

Workin' Woman Blues
[2012]
Nell'album "Pushin' Against a Stone", pubblicato nel 2013
I ain't fit to be no mother
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/6/2019 - 22:20
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L'Internationale

L'Internationale
KHROSKYABS [WOBZI]




This is a version of the Internationale in the Khroskyabs language. Formerly known as Lavrung, the Khroskyabs language is a Sino-Tibetan language spoken by about 10,000 people in the Sichuan region of China. It is divided into several dialects; the vernacular name of the language in the Wobzi dialect is simply bósʁæi, meaning “Tibetan language”. The Khroskyabs version of the International has been found and signalled by Arisztid (með lögum skal land byggja!), a historic friend and contributor of this website, whom we thank heartily; he is also the author of the phonemic transcription of the lyrics, reproduced from the subtitled video versions. [RV]
ʁvdʑə-j-nâ-cə̂ tə
(continua)
inviata da Arisztid + CCG/AWS Staff 8/6/2019 - 10:43
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I Pity The Poor Immigrant

I Pity The Poor Immigrant
Come spesso accade con le canzoni di Dylan sono sicuramente possibili più interpretazioni. Al di là dei documentati riferimenti biblici, ve n'è una che mi ha convinto da subito: l'io narrante è un nativo americano alle prese con i primi coloni di lingua inglese, forse addirittura i Padri Pellegrini (tra i primi immigrati anglosassoni in America arrivati a bordo della Mayflower/fondazione di Plymouth nel 1620). Ognuno rileggendo il testo può farsene un'idea.
Cito solo:
- That man whom with his fingers cheats;
- Whose heaven is like Ironsides (il riferimento a Cromwell - primi del Seicento - mi sembra più pertinente rispetto a quello alla corazzata americana);
- Who fills his mouth with laughing (come nei casi precedenti il costrutto verbale sarebbe quello tipico dei nativi).
Alexan wolf 7/6/2019 - 11:09
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Sixteen Tons

Sixteen Tons
B'at zente asut'e terra cada die traballande
(continua)
inviata da adriana 6/6/2019 - 08:56
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L'Internationale

L'Internationale
Dear Arisztid,

I would be able to extract (= copy) at least the phonemic transliteration but, sadly enough, the video is unclear and almost unreadable. I'll try anyway. Thanks for this rare and precious contribution to this page; going to put it in the "Lyricless and various videos" section for the moment, hoping I'll be able to read the transcription from the video.
Riccardo Venturi 4/6/2019 - 23:22
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Il faro

Il faro
Chanson italienne – Il faro – Petralana – 2019


The Lighthouse – Il faro – Le Phare est d’actualité, car il nous parle de l’immigration, de la traversée de l’océan qui se faisait dans le passé d’Europe vers l’Amérique, et la traversée de la mer d’aujourd’hui qui se fait d’Asie et d’Afrique vers la Grèce, vers l’Italie et vers l’Espagne.

"Eh bien, la comparaison est vite faite. Les Italiens étaient traités en Amérique exactement comme les étrangers sont traités aujourd’hui en Italie, c’est-à-dire comme des bêtes. Proposer ces questions à l’auditeur vise à le faire plus compatir à la solitude et aux réalités difficiles que vivent les étrangers qui arrivent. Le Phare raconte la solitude que les Italiens ont vécue à l’étranger, en abandonnant leur foyer et c’est une solitude que beaucoup de nos compatriotes vivent encore aujourd’hui en Europe. Je dis cela en tant qu’Italien à l’étranger. La... (continua)
LE PHARE
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 2/6/2019 - 22:15




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