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Percorso Il genocidio armeno

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Emmenez-moi

Emmenez-moi
[1968]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Music / Musique / Sävel: Georges Garvarentz

Giovedì 11 aprile 2024 esce nelle sale il nuovo film di Robert Guédiguian, E la festa continua!. In questo film, come in quelli meravigliosi che lo hanno preceduto (di cui alcuni sono attualmente visibili gratuitamente sulla piattaforma Arte Tv) si parla di resistenza e di futuro. Nella colonna sonora c'è una canzone, Emmenez-moi ed è per questo che propongo al sito di pubblicarla. Aggiungo alcune righe di commento estratte dalle recensioni sul film. [Paolo Rizzi]


E la festa continua! inizia con il ricordo di una tragedia vicina. Nel quartiere L’Estaque di Marsiglia il 5 Novembre del 2018 crollano due palazzine. Ora lì c’è un vuoto che Guédiguian inquadra più volte, come una boa narrativa per non farci perdere la rotta del suo discorso. Orientando la sguardo del presente con... (continua)
Vers les docks où le poids et l'ennui
(continua)
inviata da Paolo Rizzi 9/4/2024 - 18:08
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Մախմուր Աղջիկ

Մախմուր Աղջիկ
Makhmur Aghjik
[1960]

բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Silva Kaputikian [Սիլվա Կապուտիկյան]

Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel :
Khachatur Avetisyan [Խաչատուր Ավետիսյան]

Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1.Arpi Alto [Արփի Ալտո]

2. Varduhi Khachatryan[ Վարդուհի Խաչատրյան]

3. Ani Kharatyan [Անի Խառատյան]

I versi che seguono sono della poetessa armena contemporanea Tatev Chakhian . La traduzione in inglese è di Lucille Janinyan.



italiano
english
լեզու

RETROSPETTIVA

Un tempo vivevamo lentamente
in tempo di pace.
Ciò che era perduto alla fine fu ritrovato
la vita era un posto sicuro in cui vivere,
e anche svanire volontariamente.
Dio veniva ricordato nelle occasioni importanti,
nella sfortuna, lo invocavamo
per tenerci presenti... e Dio lo ha fatto!

La nostra vita -
un'ora guadagnata in un tempo... (continua)
Մախմուր աղջիկ,[1]
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 30/9/2023 - 22:42
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Y

Y
2021
Green Line

Ora questa cantante e compositrice nata in Libano pubblica (dopo il precedente Manifesto Anti-War del 2015 per Rosa Selvaggia (Obscure Label) il suo secondo disco intitolato Green Line. La Tekeyan in realtà è di origini armene e ha sempre avuto particolare attenzione al tema del genocidio armeno. Non a caso l’album è uscito il 24 aprile in occasione dell’anniversario dei 106 anni di questo tragico massacro. Il titolo “Green Line” si riferisce invece alla “linea verde” che divideva cristiani e musulmani nel corso della guerra civile in Libano. C’è un aspetto biografico nel suo insistere sull’argomento della guerra in quanto ha coinvolto lei e la sua famiglia. Si può dire che quello di Rita Tekeyan sia un tributo alle vittime di qualsiasi genocidio ed orrore perpetrato dalla guerra. Così la musica contenuta in Green Line cerca di dar voce alla memoria di eventi drammatici... (continua)
Bare foot, walking in the desert naked
(continua)
inviata da Dq82 27/2/2023 - 17:34
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Impressions d'Arménie

Impressions d'Arménie
Una composizione per ricordare il Grande Male, ossia il genocidio degli Armeni.
2/2/2023 - 13:54
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Բինգյօլ

Բինգյօլ
Bingyol
[1941]

բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo / Şiir:
Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակի Իսահակյան]

Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel / Müzik :
Anonimo

Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat / Tarafından gerçekleştirilen :

1. Element Band
Album: Oo

2. Haig Yazdjian
Album: Garin

3. Lusik Koshyan [Լուսիկ Քոշյան ]

4. Sarine Sagherian [Սարինա Քրոս]

5.Sona Rubenyan [Սոնա Ռուբենյան]]

6. Seven Eight Band

La canzone è la trasposizione in musica di una poesia struggente dell’armeno Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակ Իսահակյան]. Questa, come tante altre sue composizioni, ha come tema centrale il genocidio armeno. La popolazione di Bingöl fu deportata nel 1915 anche a marce forzate verso zone desertiche, gran parte morirono di stenti.

Isahakyan visse in pieno la persecuzione turca culminata nella tragedia del genocidio.... (continua)
Երբ բաց եղան գարնան կանաչ դռները, [1]
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 20/10/2022 - 09:52
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Yes kou aperet

Yes kou aperet
Եքու ափերէդ...
Yekʿu apʿered...

2015
Manifesto Anti-War EP

Original Armenian poem by Avedis Tekeyan (Extracted from his book Behesnihayut'yan koġkotan 1914-1918 – The Tragedy of Armenians of Behesni 1914-1918, published in Beirut 1956)

“Yekʿu apʿered...” è un testo poetico scritto dal nonno paterno di Rita, Avedis Tekeyan, anch’egli artista, che qui è stato messo in musica: la raffinata base formata dal piano e dal synth, le voci sommesse in lontananza, il canto accorato e partecipe, tutto questo concorre a disegnare lo scenario di un dolore senza speranza.
Ես քու ափերէդ բռնի հեռացած, [1]
(continua)
inviata da dq82 16/9/2021 - 21:58
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Պիտ պաշտպանեմ

Պիտ պաշտպանեմ

Pit Pashtpanem

2015
Hay Mna
Մանուկ հասակից լսում եմ պապերիս ձայնը*
(continua)
inviata da Dq82 3/5/2021 - 11:43
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Ապրելու Ապրիլ

Ապրելու Ապրիլ
Aprelu April
[2015]

Performers: Inga and Anush Arshakyans
Lyrics by Avet Barseghyan
Music by Mané Hakobyan
Arranged by Martin Mirzoyan
Չեն սպիանում անցած դարի վերքերս,
(continua)
inviata da Dq82 3/5/2021 - 11:26
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Ախ Ինչ Լավ Են

Ախ Ինչ Լավ Են
Ax Inčʻ Lav En
[1902]

Խոսքեր և Երաժշտություն / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Hovhannes Tumanyan [Հովհաննես Թումանյան]

Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
1. Hakob Babayan, Alin Demirdjian

2. Alina Manoukian
ալբոմ / Album: Na Mi Naz Ouni [2012]

3. Live

4. Live in Naregatsi Art Institute, Yerevan

1915: il genocidio degli Armeni

Dal racconto di Anny Romand, autrice di Mia nonna d’Armenia, basato sul diario della nonna Serpouhi Hovaghian
Aveva 22 anni, Serpouhi, quando una mattina accade l’irreparabile. Guardie turche bussano alla porta, intimano a tutti di uscire, saccheggiano la casa. Lei viene separata dal marito Karnik, che non rivedrà mai più, sarà massacrato insieme agli altri uomini. In braccio Aïda (appena nata), stretto a lei Jiraïr (quattro anni), Serpouhi si ritrova tra le carovane di donne in... (continua)
Ա՜խ, ի՜նչ լավ են սարի վըրա [1]
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 2/5/2021 - 22:50
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Կանչում եմ, արի, արի

anonimo
Կանչում եմ, արի, արի
Kanchoum em ari ari
[ tradizionale ]

Խոսքեր և Երաժշտություն / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
anonimo

Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
Vigen Hovsepyan

È una ballata tradizionale armena, di origine Hemşin[ Համշինի ], databile tra il XVII e XVIII secolo.
Da notare nell’esecuzione di Vigen Hovsepyan l’assolo di Harutyun Chkolyan al duduk , un legno presente nella musica folk armena. Lo si può vedere nella foto seguente; tra i tre rom armeni due suonano il duduk.
Կանչում եմ արի, արի [1]
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 8/10/2020 - 21:48
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Մարտիկի Երգը

Մարտիկի Երգը
Martiki ergə
[ 1944 ]

բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Gegham Saryan [Գեղամ Սարյան]

Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel :
Ashot Satyan [ աշոտ սաթյան ]

Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Arpenik Hakobyan [ Արփենիկ Հակոբյան ]

2. SHANT TV, episodio Sahmanin [ Սահմանին ] /Al confine, 2016

3. Harutyun Mkrtchyan

4. Carmen Balian

* ԹՈՂ ԵՐԲԵՔ ՊԱՏԵՐԱԶՄՆԵՐ ՉԼԻՆԵՆ, ԹՈՂ ՈՉ ՄԻ ՄԱՅՐ ՈՐԴԻ ՉԿՈՐՑՆԻ
Пусть никогда не будет войны, пусть никто мать не теряет сыновей

Mai più guerre, che nessuna madre perda un figlio

Il monumento “Mai più guerre”

Il monumento fu eretto nel Parco della Vittoria di Erevan nel 1975, in occasione del trentennale della vittoria della II guerra mondiale. Su una lapide sono incise le parole già citate in armeno e in russo. Furono 500mila gli armeni, su una popolazione di 1,5 milioni, che combatterono... (continua)
Թռչեի մտքով տուն, [1]
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 3/10/2020 - 23:15
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Millions of Lives

Millions of Lives


24 April 2015 was the 100th Anniversary of the extermination of Armenians by the Turks of Ottoman Empire. Unfortunately, on the eve of the centennial many countries haven’t yet recognized the fact of Genocide.

Being confident that our duty to our nation and to the whole humanity in general is the struggle against such violence, representatives of Armenian culture, the three friends Karen Margaryan, Tigran Petrosyan and Grisha Aghakhanyan, together with KMsounds Production and under the patronage of Armenian First Lady Rita Sargsyan, have initiated a musical project, in which outstanding representatives of international culture to remind once again the World about the verity of the Genocide and to call upon to stop coercion and any kind of violence in the world.

On April 19, 2015, the premiere of the “Millions of Lives” video clip took place, in commemoration of the 100th anniversary of... (continua)
Come and sit with me a while
(continua)
inviata da Dq82 22/8/2020 - 10:13
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Nagorny Karabach

Nagorny Karabach
Da più di trent'anni esiste, nel Caucaso meridionale, un conflitto armato "congelato", che insanguina la regione del Nagorny Karabakh, lascito dell'imperialismo russo e del caos seguito alla crisi dell'URSS.

Le ragioni storiche del conflitto risalgono alla prima metà del diciannovesimo secolo, quando l’impero russo mise in atto un processo di cristianizzazione del Caucaso meridionale, dopo la sconfitta della Persia e il conseguente trattato di pace di Turkmenchay (1828), trasferendo in maniera coatta 50.000 armeni provenienti dalla Persia nella regione, in particolare nei khanati azeri di Karabakh e Erevan.
A questa ondata migratoria seguirono altri flussi migratori favoriti dal governo russo, che cambiarono definitivamente gli equilibri demografici dell’area, con scontri su base etnica nel 1905 e nel 1919, prodromici al conflitto del Nagorny Karabakh iniziato nel 1988.

Dopo anni di... (continua)
Die Stadt liegt unter Nebel
(continua)
inviata da Gianfranco Causapruna 12/9/2019 - 23:20
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Giorni senza memoria

Giorni senza memoria
25 aprile 2019
Giorni senza memoria

Nabil Bey: voce, bouzouki, chitarra acustica, bendir
Michele Lobaccaro: basso elettrico, contrabbasso elettrico, chitarre acustiche, cori
Mirko Signorile: pianoforte
Pippo Ark D’Ambrosio: batteria, percussioni a cornice
Adolfo La Volpe: chitarra elettrica, oud, basso elettrico
Special Guest: Massimo Zamboni: chitarra elettrica

Il brano intende essere un invito a riflettere su questi temi superando visioni parziali colonialistiche ed “eurocentriche” per contribuire alla costruzione attiva di una memoria viva e sempre in dialogo con l’attualità, Il tutto in un’ottica di speranza come suggerisce il ritornello: “Per leggi incomprensibili dopo il buio sai nascerà una luce”, che forse è rappresentata proprio da quella linea che collega il cervello al cuore e che viene tracciata da una bambina nel videoclip.
Nel testo si ricordano una serie di genocidi... (continua)
Storni in aria attraversano
(continua)
inviata da Dq82 + adriana 10/6/2019 - 20:35
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Կակաչներ

Կակաչներ
Kakač’ner
Scritto prima del 1915.
Pubblicato postumo nel 1921. Dopo essere stato ritrovato tra i beni sequestrati agli armeni.
Canto del pane (Հացին երգը)

Dalla collaborazione dell’uomo con la terra e con gli animali Dio fa nascere la vita: il grano. Non contento di ciò, Egli fa crescere in mezzo ai campi del pane di domani l’amore di oggi – il papavero scarlatto – in cui si rispecchia e si arricchisce il nostro rapportocon il pane stesso: “nelle loro coppe purpuree / berremo il mistero delle spighe”. “E dalla sua bontà abbiamo tutti ricevuto, grazia su grazia”, dice San Paolo.

Questa poesia quasi sembra una profezia del poeta circa la sua morte... Portava il canto del pane in tasca e fu ritrovato solo anni dopo tra i beni sequestrati agli armeni, grazie all'investimento di ingenti somme di denaro e l'azione di una spia. La canzone è messa in musica dal gruppo occitano (in occitano) Blu L'Azard.
Nella traduzione di Antonia Arslan, la poesia viene tradotta con Papaveri, ma potrebbe anche essere Tulipani
Քո՛ւյր իմ, ցանքին մեջ կակաչներ կան, քաղե՛.[1]
(continua)
inviata da Dq82 + Adriana 4/2/2018 - 12:20
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Ցորյանի ծովեր

Ցորյանի ծովեր
C'voryan cover
Scritto prima del 1915.
Pubblicato postumo nel 1921. Dopo essere stato ritrovato tra i beni sequestrati agli armeni.
Canto del pane (Հացին երգը)

Questa poesia è quasi un testamento. I mari di grano che Varujan descrive qui crescevano, in fatti, in una nazione che egli sa prossima al martiri – ricordiamo che aveva Il Canto del Pane in tasca quando fu deportato e ucciso - una nazione quindi più simile al “capretto” soffocato dal grano, che al grano stesso che cresceva libero. Eppure benedice il grano, e nella sua benedizione dà il suo consenso al martirio. Come il capretto nella poesia, e come quello morto al posto di Isacco, egli muore in nome del Pane del domani.

2008
Armenian's Strength
Leyla Saribekyan (Լեյլա Սարիբեկյան)
Հովե՜ր կ'ացնին. [1]
(continua)
inviata da Dq82 + Adriana 4/2/2018 - 12:03
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Սիրեցի յարս տարան

Սիրեցի յարս տարան
Siretsi yares daran
On m'a enlevé ma bien aimée
[1998]
Musica di Levon Minassian, musicista francese di origine armena, virtuoso del duduk, il flauto di legno ad ancia doppia tradizionale armeno.
Nell'album (bellissimo e struggente) intitolato "The Doudouk Beyond Borders"

Il duduk (դուդուկ) è un antico strumento musicale tradizionale armeno, noto anche come tsiranapogh (ծիրանափող, letteralmente: "flauto albicocca"). Si tratta di un flauto ad ancia doppia e appartiene alla famiglia dei legni. In seguito alla diaspora armena, lo strumento si è diffuso in gran parte dell'Europa orientale e del Medio Oriente (per esempio Serbia e Bulgaria). Il nome corrente "duduk" è una deformazione di "dudka", che indica uno strumento simile appartenente alla tradizione russa.
Nel 2005 la musica per duduk è stata inserita dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell'umanità. (it.wikipedia)

"Il... (continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/1/2018 - 21:43
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Անտունի

Անտունի
1915
Andouni (Homeless)
Testo trovato qui

Armenian priest and folksong collector, Komitas Vardapet (1869-1935), wrote down the words and tunes of Armenian folksongs and those of a few other ethnic groups as well. He wrote new choral arrangements for some of them for more formal singing. He also wrote original compositions based on the traditional music that he studied. He was imprisoned during WWI and, although he was released, he never fully recovered from what he had suffered. Some of the songs he wrote or arranged have become symbolically tied to that period. “Andouni,” a song of longing for the homeland that predates WWI, is a folksong that Komitas arranged for voice. This version, sung by Ruben J. Baboyan, may be Komitas’s arrangement of the original tune. Today the song is sung to a different tune, usually in an operatic style, as it has become emblematic of the Armenian diaspora and loss of life during WWI.
blogs.loc.gov
Սիրտս նըման է էն փլած տըներ, [1]
(continua)
inviata da Dq82 7/9/2017 - 17:07
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The Promise

The Promise
(2016)
dalla colonna sonora del film di Terry George The Promise
Orchestrazione di Paul Buckmaster

L'ultima canzone registrata da Chris Cornell prima della sua morte. Pubblicata come singolo il 10 marzo 2017.

La canzone di chiusura del film The Promise, dedicato al genocidio armeno.
Quando il produttore cinematografico Eric Esrailian contattò il cantante perché scrivesse una canzone per il film, Cornell accettò subito perché l'argomento lo aveva toccato. Inoltre la famiglia della moglie di Cornell, che è di origine greca, era stata vittima delle persecuzioni ottomane, che non avevano toccato solo gli armeni ma anche altre popolazioni non turche.

All'inizio Cornell pensò che Serj Tankian dei System Of A Down (che è di origine armena e che aveva già scritto varie canzoni che parlavano del genocidio) sarebbe stata la persona più adatta a scrivere una canzone per il film. Poi si convinse... (continua)
If I had nothing to my name
(continua)
inviata da Lorenzo 19/5/2017 - 22:34
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Elle reste là

Elle reste là
[1997]
Parole e musica di Aram Sédèfian (1944-), autore, compositore, interprete francese di origine armena, della regione di Erzurum, Anatolia orientale.
Nel disco intitolato “Ces moments là”
Testo trovato sul sito dell’autore

La famiglia di Aram Sédèfian era originaria di Erzurum (Karin, nella traslitterazione dall’armeno), una provincia dove tradizionalmente risiedeva una consistente comunità armena. Ma nel 1894–96 e poi nel 1915, nel periodo dei "Tre Pascià", il triumvirato retto Ismail Enver, Ahmed Djemal e Mehmed Talat Pasha, proprio Erzurum divenne uno dei luoghi dove gli armeni furono maggiormente perseguitati e massacrati dagli ottomani. E nel 1915 i “Giovani Turchi”, autori della rivoluzione nel 1908, erano già saldamente al potere, nucleo originario di quella che, dopo la Grande Guerra, sarebbe diventata la nuova Turchia kemalista.

Una donna sola e disarmata, nel giardino... (continua)
Elle reste là, à les attendre
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/6/2016 - 13:57
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Anatolienne

Anatolienne
[1997]
Parole e musica di Aram Sédèfian (1944-), autore, compositore, interprete francese di origine armena, della regione di Erzurum, Anatolia orientale.
Nel disco intitolato “Ces moments là”
Testo trovato sul sito dell’autore

La famiglia di Aram Sédèfian era originaria di Erzurum (Karin, nella traslitterazione dall’armeno), una provincia dove tradizionalmente risiedeva una consistente comunità armena. Ma nel 1894–96 e poi nel 1915 proprio Erzurum divenne uno dei luoghi dove gli armeni furono maggiormente perseguitati e massacrati dagli ottomani, che nel 1915 erano già quei “Giovani Turchi” autori della rivoluzione nel 1908 e consolidatisi al potere come “İttihat ve Terakki Cemiyeti” (Comitato per l’Unione e il Progresso) a partire dal 1912-13, l’abbozzo di quella che, dopo la Grande Guerra, sarebbe diventata la nuova Turchia kemalista.
C'est une musique anatolienne
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/6/2016 - 11:36
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De l'autre côté de la mer

De l'autre côté de la mer
[2012]
Parole e musica di Aram Sédèfian (1944-), autore, compositore, interprete francese di origine armena, della regione di Erzurum, Anatolia orientale.
Nel disco intitolato “Instants Volés”, con Jean-Pierre Auffrédo
Testo trovato sul sito dell’autore

La famiglia di Aram Sédèfian era originaria di Erzurum (Karin, nella traslitterazione dall’armeno), una provincia dove tradizionalmente risiedeva una consistente comunità armena. Ma nel 1894–96 e poi nel 1915 proprio Erzurum divenne uno dei luoghi dove gli armeni furono maggiormente perseguitati e massacrati dagli ottomani, che nel 1915 erano già quei “Giovani Turchi” autori della rivoluzione nel 1908 e consolidatisi al potere come “İttihat ve Terakki Cemiyeti” (Comitato per l’Unione e il Progresso) a partire dal 1912-13, l’abbozzo di quella che, dopo la Grande Guerra, sarebbe diventata la nuova Turchia kemalista.
Je sais qu'il me faudra partir
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/6/2016 - 11:20
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Du côté d'Erzeroum

Du côté d'Erzeroum
[1997]
Parole e musica di Aram Sédèfian (1944-), autore, compositore, interprete francese di origine armena, della regione di Erzurum, Anatolia orientale.
Nel disco intitolato “Ces moments là”
Testo trovato sul sito dell’autore

La regione di Erzurum (Karin, in armeno traslitterato) fu epicentro sia dei massacri di armeni ed assiri di fine ottocento (1894-96), sia del genocidio armeno del 1915, entrambi ad opera dei vertici dell’impero ottomano. Quando i sovietici occuparono l’area nel 1916, dei 20.000 armeni che componevano la comunità di Erzurum non ne rimanevano che poche centinaia...
Deux vieux passeports
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/6/2016 - 21:56
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Le papier d'Arménie

Le papier d'Arménie
[2012]
Parole e musica di Erwan Séguillon, dit R.wan
Nel suo disco intitolato “Peau Rouge”
Testo trovato sul sempre interessante l'histgeobox, cui rimando per la lunga e approfondita introduzione.
Ricordo che “l'histgeobox” è una risorsa didattica francese per gli insegnanti di storia e geografia nelle scuole superiori.

Una canzone sul massacro degli armeni ad opera dei turchi ottomani, avvenuto 100 anni fa, il primo genocidio del XX° secolo.

Curiosa l’assonanza tra il nome bretone dell’autore e quello della capitale dell’Armenia, Erevan...

La “carta d’Armenia” è oggi una delle superstiti, insieme alla “carta d’Eritrea”, tra le cosiddette “carte medicinali”, ossia quei deodoranti sanificanti molto diffusi tra il XVII° e l'inizio del XX° secolo, i quali si presentano sotto forma di carta da bruciare senza fiamma.
Le papier d'Arménie, le passeport d'Aznavour (1)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2016 - 21:50
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Nel deserto armeno

Nel deserto armeno
[1984]
Parole e musica di Flavio Giurato
Nel concept album dedicato a “Marco Polo”
Testo trovato sul sito dell’autore

“Mi chiedo come suo fratello abbia fatto fortuna e lui no. Bhà, l'Italia...”
Felo, da Debaser

Flavio Giurato è sicuramente un cantautore misconosciuto. Io stesso, che pure ho contribuito alla sezione a lui dedicata su questo sito, posso dire di non conoscerlo quasi. Se poi leggo le poche recensioni a questo album esistenti in Rete mi accorgo che anche i loro autori avevano forse poco da dire, completamente spiazzati da questo poeta inclassificabile.

Non sto quindi a lanciarmi in grandi interpretazioni di questo brano. Mi viene solo da dire che è evidentemente una canzone contro la guerra, contro l’odio, contro la violenza, e che forse racconta dell’attraversamento del deserto armeno da parte di Marco Polo nel 200 come metafora del deserto italiano di quei primi anni... (continua)
Dal deserto armeno e dalle sue paure
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/1/2016 - 15:35
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Գինի լից

anonimo
Գինի լից
Gini lits
[1921?]
Canzone armena che celebra l’assassinio del Gran Visir dell’impero ottomano Mehmed Talât Pasha, avvenuto a Berlino il 15 marzo 1921 ad opera di Soghomon Tehlirian (Սողոմոն Թեհլերեան), militante rivoluzionario armeno, con la determinante collaborazione logistica dei servizi segreti britannici.

Mehmed Talât Pasha era stato uno degli uomini politici più influenti dell’impero ottomano durante la Prima guerra mondiale ed il mandante del genocidio armeno. Gli inglesi, alla fine della guerra, avrebbero voluto arrestarlo e processarlo per i suoi crimini, e non solo per il massacro della popolazione armena, ma poi, per motivi di opportunità diplomatica (Talât Pasha si era rifugiato a Berlino dove godeva di piena protezione), preferirono lasciarlo alla vendetta dei perseguitati. Mehmed Talât Pasha era infatti considerato dagli armeni come l’ “Hitler turco”, il n° 1 nella lista... (continua)
Աշխարհ սարսափ հայի ահը,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/1/2015 - 13:39
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Նազեի օրոր

Նազեի օրոր
Nazei Oror
[1894-96]
Versi di Avetis Aharonian / Աւետիս Ահարոնեան (1899-1948), scrittore e poeta armeno, militante rivoluzionario e figura di spicco del Movimento di Liberazione armeno.

Una poesia in forma di ninna nanna scritta da Aharonian ai tempi del primo massacro degli armeni, quello avvenuto alla fine dell’800 per mano del sultano ottomano Abdul Hamid II. All’epoca gli armeni nell’impero ottomano erano circa 2 milioni e, sostenuti dalla Russia, avanzavano pretese autonomiste. Il governo, dal canto suo, osteggiava l’ingerenza russa ed era andato instillando ed alimentando l’odio anti-armeno in altre etnie presenti nella regione, in primis quella curda. Sicchè quando gli armeni si rivoltarono contro la feroce imposizione fiscale ottomana e le angherie dei curdi la reazione fu feroce: centinaia di migliaia di morti.
E non fu che l’inizio. I “Giovani Turchi” furono responsabili di... (continua)
Քնի'ր, իմ բալիկ, օրոր իշ արա,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/1/2015 - 11:58
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Դլե յաման

Դլե յաման
La traslitterazione in caratteri latini
DLE YAMAN
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 17/6/2013 - 18:58
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Դլե յաման

Դլե յաման
thank you!!!

This is such a beautiful song!!!
Jenny Shliek 26/12/2012 - 19:57
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Tendre Arménie

Tendre Arménie
[2007]
Album "Colore ma vie"

Per ricordare il genocidio di cui furono vittime gli Armeni ad opera dei Turchi, iniziato alla fine dell'800 dal sultano Abdul-Hamid II e proseguito nel 1915-16 dai "Giovani Turchi" nel periodo dei "Tre Pascià", il triumvirato retto Ismail Enver, Ahmed Djemal e Mehmed Talat Pasha, che gli Armeni battezzarono "Hitler turco" per la parte da protagonista che svolse nel genocidio.
Mehmed Talat fu assassinato a Berlino nel 1921 per mano di Soghomon Tehlirian, un armeno sopravvissuto al genocidio e membro dell'Operazione Nemesis, lanciata nel 1919 dai vertici del partito armeno Dashnak, per eliminare di circa 200 tra uomini politici, funzionari turchi e ‘collaborazionisti’ armeni ritenuti direttamente o indirettamente responsabili del genocidio.

La persecuzione degli Armeni continuò comunque feroce anche dopo, negli anni della scalata al potere di Kemal Atatürk,... (continua)
Son sol est sillonné que par ses cicatrices
(continua)
inviata da Bartleby 19/2/2012 - 14:24
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Armenian Persecution

Armenian Persecution
Here is a list of musical works dedicated to the Armenian Genocide and related events:

Alexander Spendiaryan, "Take, O Armenia", opus 27, concert aria (1915, words by H. Hovhannisian)
Komitas, "Children's Prayer" (1915),
Romanos Melikian, "Zmrukhti", song cycle, (1916-1918),
Alexander Arutiunian, "Poem about the Armenian People", (1961, words by Gevork Emin),
H. Stepanian, "The Great Crime", oratoria (1964, words by Paruyr Sevak),
G. Hakhinyan, "II symphony" (1975, words by Paruyr Sevak),
Harutiun Dellalian, "The Death", symphonic poem (1978),
"A Memorial to the Martyrs", requiem cantata, by Harutiun Dellalian, Georges Garvarentz and Gostan Zarian (1984),
Yervand Yerkanyan, "The Voice of Victims", symphony (1984),
Loris Tjeknavorian, "Requiem on Memoriam of Perished People", symphonic work (1974),
E. Hayrapetyan, "Oratoria - 1915" (1977),
Aram Khachaturian, "Vorskan akhper", arrangement... (continua)
DonQuijote82 15/10/2011 - 18:05




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