Giorni senza memoria
Storni in aria attraversano
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 + adriana 10/6/2019 - 20:35
Cuore Meridiano (2024)
Chiude il disco, l’inedito “Giorni senza memoria” in cui spicca la partecipazione di Massimo Zamboni alla chitarra elettrica e nel cui testo si susseguono le immagini di Hiroshima e Nagasaki dopo la bomba atomica, lo sterminio degli armeni, le repressioni dei khmer rossi in Cambogia e l’occupazione della Palestina da parte degli israeliani. Sebbene di breve durata, “Cuore Meridiano” è un disco di bruciante attualità, un raggio di luce e di bellezza che fende questi giorni bui in cui lo spettro della guerra si aggira con insistenza nel mondo.
blogfoolk
Chiude il disco, l’inedito “Giorni senza memoria” in cui spicca la partecipazione di Massimo Zamboni alla chitarra elettrica e nel cui testo si susseguono le immagini di Hiroshima e Nagasaki dopo la bomba atomica, lo sterminio degli armeni, le repressioni dei khmer rossi in Cambogia e l’occupazione della Palestina da parte degli israeliani. Sebbene di breve durata, “Cuore Meridiano” è un disco di bruciante attualità, un raggio di luce e di bellezza che fende questi giorni bui in cui lo spettro della guerra si aggira con insistenza nel mondo.
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Dq82 16/10/2024 - 13:51
Armenian Persecution
ARMENI E CURDI UNITI PER L'AUTODETERMINAZIONE
(Gianni Sartori)
Capita ancora ogni tanto. Meno spesso di prima, ma capita.
Qualcuno “che ha studiato” – non avendo evidentemente altri argomenti per screditare la strategia adottata dai curdi in Rojava – tira fuori dal cappello la questione degli Armeni. Ed è anche capitato che mi venissero a citare una vecchia intervista del 2006 a Baykar Sivazliyan, armeno, docente universitario autore di numerosi libri sia sugli armeni che sui curdi (con cui è in ottimi rapporti da sempre).
Peccato che nell’intervista in questione le affermazioni di Baykar non andassero esattamente in quella direzione. Al contrario, intendeva riconoscere al Parlamento curdo in esilio – che aveva espresso un rammarico sincero – il merito storico di aver denunciato le responsabilità di alcuni curdi (una conseguenza indiretta dell’organizzazione feudale curda dell’epoca)... (continua)
(Gianni Sartori)
Capita ancora ogni tanto. Meno spesso di prima, ma capita.
Qualcuno “che ha studiato” – non avendo evidentemente altri argomenti per screditare la strategia adottata dai curdi in Rojava – tira fuori dal cappello la questione degli Armeni. Ed è anche capitato che mi venissero a citare una vecchia intervista del 2006 a Baykar Sivazliyan, armeno, docente universitario autore di numerosi libri sia sugli armeni che sui curdi (con cui è in ottimi rapporti da sempre).
Peccato che nell’intervista in questione le affermazioni di Baykar non andassero esattamente in quella direzione. Al contrario, intendeva riconoscere al Parlamento curdo in esilio – che aveva espresso un rammarico sincero – il merito storico di aver denunciato le responsabilità di alcuni curdi (una conseguenza indiretta dell’organizzazione feudale curda dell’epoca)... (continua)
Gianni Sartori 22/11/2020 - 09:09
TU QUOQUE, ARMENIA ?
Gianni Sartori
Cosa dire? Semplicemente uno schifo.
Il mese scorso (ma la conferma è solo di questi giorni) l’Armenia ha estradato Leheng e Alişer, due esponenti delle HPG (Forze di Difesa del popolo, braccio armato del PKK), verso la Turchia. Falsamente Ankara l’aveva mascherato come il risultato di un’operazione del MIT (i servizi segreti turchi) nel campo per rifugiati di Makhmour (nel Kurdistan del sud).
Nel comunicato delle HPG si legge che “i compagni Leheng et Alişer avevano incontrato i soldati dello Stato armeno nella zona di frontiera con l’Armenia nell’agosto del 2021 e avevano agito con prudenza per evitare situazioni negative”.
Quindi i due curdi venivano arrestati e imprigionati. A seguito di un contenzioso giuridico davanti alla Corte d’appello avevano ottenuto un verdetto favorevole alla loro rimessa in libertà il 23 febbraio 2022. Ma invece di essere... (continua)
Gianni Sartori
Cosa dire? Semplicemente uno schifo.
Il mese scorso (ma la conferma è solo di questi giorni) l’Armenia ha estradato Leheng e Alişer, due esponenti delle HPG (Forze di Difesa del popolo, braccio armato del PKK), verso la Turchia. Falsamente Ankara l’aveva mascherato come il risultato di un’operazione del MIT (i servizi segreti turchi) nel campo per rifugiati di Makhmour (nel Kurdistan del sud).
Nel comunicato delle HPG si legge che “i compagni Leheng et Alişer avevano incontrato i soldati dello Stato armeno nella zona di frontiera con l’Armenia nell’agosto del 2021 e avevano agito con prudenza per evitare situazioni negative”.
Quindi i due curdi venivano arrestati e imprigionati. A seguito di un contenzioso giuridico davanti alla Corte d’appello avevano ottenuto un verdetto favorevole alla loro rimessa in libertà il 23 febbraio 2022. Ma invece di essere... (continua)
Gianni Sartori 25/9/2022 - 11:54
IL TRADIMENTO DELL’ARMENIA NEI CONFRONTI DEI CURDI DURAMENTE STIGMATIZZATO ANCHE DA MOLTE ORGANIZZAZIONI ARMENE
Gianni Sartori
La notizia che l’Armenia aveva consegnato ai servizi segreti turchi (MIT) due militanti curdi arrestati nel 2021 è stata accolta prima con stupore e poi con indignazione da numerose organizzazioni armene, sia in Armenia che nella diaspora.
Per il deputato armeno Gegham Manukyan (esponente della Federazione Rivoluzionaria Armena) non si sarebbe “mai visto un tradimento di tale portata negli ultimi trent’anni”.
Parlando dei due curdi estradati ha detto che essi “avevano combattuto a Dersim, la regione dove molti nostri compatrioti sono stati soccorsi dai curdi all’epoca del genocidio armeno e hanno in seguito preso parte all’insurrezione di Dersim. Ora i due curdi si trovavano nel territorio della Repubblica di Armenia e sono stati prelevati e consegnati alle autorità... (continua)
Gianni Sartori
La notizia che l’Armenia aveva consegnato ai servizi segreti turchi (MIT) due militanti curdi arrestati nel 2021 è stata accolta prima con stupore e poi con indignazione da numerose organizzazioni armene, sia in Armenia che nella diaspora.
Per il deputato armeno Gegham Manukyan (esponente della Federazione Rivoluzionaria Armena) non si sarebbe “mai visto un tradimento di tale portata negli ultimi trent’anni”.
Parlando dei due curdi estradati ha detto che essi “avevano combattuto a Dersim, la regione dove molti nostri compatrioti sono stati soccorsi dai curdi all’epoca del genocidio armeno e hanno in seguito preso parte all’insurrezione di Dersim. Ora i due curdi si trovavano nel territorio della Repubblica di Armenia e sono stati prelevati e consegnati alle autorità... (continua)
Gianni Sartori 26/9/2022 - 20:40
MENTRE A EREVAN SI RICORDANO LE VITTIME DEL POGROM DEL 1988, IN IRAN GLI ARMENI MANIFESTANO A SOSTEGNO DELLA REPUBBLICA DELL’ARTSAKH
Gianni Sartori
All’epoca dell’attacco dell’Azerbaijan ai territori armeni della Repubblica dell’Artsakh (con il sostegno di Ankara a cui Baku fornisce un quinto delle sue importazioni di gas naturale, oltre a ingenti quantità di barili di petrolio dal Mar Caspio), era lecito aspettarsi un maggiore sostegno all’Armenia da parte dell’Iran, in linea con una certa tradizione. Magari paradossalmente, in quanto gli azeri sono in maggioranza sciiti come gli iraniani. In compenso, Israele non mancava di mostrare sostegno (fornendo droni presumibilmente) alle richieste azere, in chiave anti-iraniana. Misteri della geopolitica. Poi sappiamo che le cose andarono diversamente.
Vedi: https://www.rivistaetnie.com/nagorno-k...
Tuttavia in Iran gli armeni rimangono una... (continua)
Gianni Sartori
All’epoca dell’attacco dell’Azerbaijan ai territori armeni della Repubblica dell’Artsakh (con il sostegno di Ankara a cui Baku fornisce un quinto delle sue importazioni di gas naturale, oltre a ingenti quantità di barili di petrolio dal Mar Caspio), era lecito aspettarsi un maggiore sostegno all’Armenia da parte dell’Iran, in linea con una certa tradizione. Magari paradossalmente, in quanto gli azeri sono in maggioranza sciiti come gli iraniani. In compenso, Israele non mancava di mostrare sostegno (fornendo droni presumibilmente) alle richieste azere, in chiave anti-iraniana. Misteri della geopolitica. Poi sappiamo che le cose andarono diversamente.
Vedi: https://www.rivistaetnie.com/nagorno-k...
Tuttavia in Iran gli armeni rimangono una... (continua)
Gianni Sartori 27/2/2023 - 11:22
ARMENIA ABBANDONATA DA TUTTI, ANCHE DALLA RUSSIA?
Gianni Sartori
Alla fine, pressata da più parti affinché intervenisse (“Russia, se ci sei batti un colpo”), Mosca ha parlato tramite il Ministero della Difesa. Accusando Baku di aver violato gli accordi sul Nagorno-Karabakh del 2020. Meglio tardi che mai, anche se la Federazione Russa appare sempre più incerta (o disinteressata?) al destino dell’Armenia, praticamente abbandonata a se stessa (quasi da tutti sia chiaro, non solo dalla Russia; con la nobile eccezione dei Curdi).
Eppure i segnali della possibilità di un ennesimo conflitto (“guerra a bassa - relativamente bassa - intensità”) non erano mancati.
Il 5 marzo si era registrato un altro scontro armato nel corridoio di Lachin (per gli azeri di Zangezur) tra Stepanakert e Goris, bloccato ormai da tre mesi da presunti “manifestanti ecologisti” azeri. La sparatoria era avvenuta tra la... (continua)
Gianni Sartori
Alla fine, pressata da più parti affinché intervenisse (“Russia, se ci sei batti un colpo”), Mosca ha parlato tramite il Ministero della Difesa. Accusando Baku di aver violato gli accordi sul Nagorno-Karabakh del 2020. Meglio tardi che mai, anche se la Federazione Russa appare sempre più incerta (o disinteressata?) al destino dell’Armenia, praticamente abbandonata a se stessa (quasi da tutti sia chiaro, non solo dalla Russia; con la nobile eccezione dei Curdi).
Eppure i segnali della possibilità di un ennesimo conflitto (“guerra a bassa - relativamente bassa - intensità”) non erano mancati.
Il 5 marzo si era registrato un altro scontro armato nel corridoio di Lachin (per gli azeri di Zangezur) tra Stepanakert e Goris, bloccato ormai da tre mesi da presunti “manifestanti ecologisti” azeri. La sparatoria era avvenuta tra la... (continua)
Gianni Sartori 26/3/2023 - 10:17
ISTANBUL NON VUOLE CHE SI CELEBRI LA RICORRENZA DEL GENOCIDIO ARMENO
La politica turca non si smentisce. Quando si tratta di affrontare la questione del genocidio armeno del 1915 in Turchia prevale l’indifferenza o l’amnesia. Anche quest’anno, com’era prevedibile.
Gianni Sartori
Per il secondo anno consecutivo (senza contare i due precedenti sottoposti alla pandemia) l’ufficio del governatore di Istanbul ha, come previsto, deciso di proibire le commemorazioni del genocidio armeno nel distretto di Kadıköy. In quanto sarebbero “inappropriate”.
Tale decisione à stata prontamente criticata come antidemocratica dalla piattaforma della commemorazione.
Il 24 aprile per il popolo armeno non è una data qualsiasi. Quel giorno nel 1915 vennero arrestati oltre 200 intellettuali, un fatto che costituì preludio del genocidio.
La piattaforma della commemorazione ha ricordato che in anni passati (dal... (continua)
La politica turca non si smentisce. Quando si tratta di affrontare la questione del genocidio armeno del 1915 in Turchia prevale l’indifferenza o l’amnesia. Anche quest’anno, com’era prevedibile.
Gianni Sartori
Per il secondo anno consecutivo (senza contare i due precedenti sottoposti alla pandemia) l’ufficio del governatore di Istanbul ha, come previsto, deciso di proibire le commemorazioni del genocidio armeno nel distretto di Kadıköy. In quanto sarebbero “inappropriate”.
Tale decisione à stata prontamente criticata come antidemocratica dalla piattaforma della commemorazione.
Il 24 aprile per il popolo armeno non è una data qualsiasi. Quel giorno nel 1915 vennero arrestati oltre 200 intellettuali, un fatto che costituì preludio del genocidio.
La piattaforma della commemorazione ha ricordato che in anni passati (dal... (continua)
Gianni Sartori 23/4/2023 - 21:08
L’attuale violenza (massacri, deportazioni…) subita dagli Armeni rievoca fatalmente il genocidio del 1915.
E se dopo il NAGORNO KARABACH dovesse toccare all’ARMENIA?
ARMENIA, O CARA…
Gianni Sartori
I bombardamenti azeri del 19 settembre avevano riportato nella cronaca un conflitto forzatamente dimenticato.
Tuttavia l’attacco di Baku contro il Nagorno Karabach e quanto poi avvenuto ai danni del popolo armeno non è calato improvvisamente dal cielo. Come avevamo ipotizzato anche qui:
https://www.rivistaetnie.com/armeni-pe...
era perlomeno probabile.
Il Nagorno Karabakh è (ormai era ) una repubblica autoproclamata (ribattezzata con l’antico nome di Artsaj) abitata in prevalenza da armeni, ma posta forzatamente all’interno dei confini dell’Azerbaigian. Dal 1991 si batteva per la propria indipendenza.
Nel conflitto del 1988-1994 la vittoria era andata agli armeni con la conseguente espulsione... (continua)
E se dopo il NAGORNO KARABACH dovesse toccare all’ARMENIA?
ARMENIA, O CARA…
Gianni Sartori
I bombardamenti azeri del 19 settembre avevano riportato nella cronaca un conflitto forzatamente dimenticato.
Tuttavia l’attacco di Baku contro il Nagorno Karabach e quanto poi avvenuto ai danni del popolo armeno non è calato improvvisamente dal cielo. Come avevamo ipotizzato anche qui:
https://www.rivistaetnie.com/armeni-pe...
era perlomeno probabile.
Il Nagorno Karabakh è (ormai era ) una repubblica autoproclamata (ribattezzata con l’antico nome di Artsaj) abitata in prevalenza da armeni, ma posta forzatamente all’interno dei confini dell’Azerbaigian. Dal 1991 si batteva per la propria indipendenza.
Nel conflitto del 1988-1994 la vittoria era andata agli armeni con la conseguente espulsione... (continua)
Gianni Sartori 2/10/2023 - 21:50
ABBATTUTO A COLONIA IL MONUMENTO IN MEMORIA DEL GENOCIDIO ARMENO
Gianni Sartori
Sembra proprio che in passatoi la Germania abbia fornito – non solo indirettamente – alla Turchia giustificazioni politiche e culturali per il genocidio armeno.
Ai nostri giorni invece si limita ad abbattere qualche monumento scomodo.
L’uso di stereotipi per demonizzare e criminalizzare alcune popolazioni non è stato ovviamente un’esclusiva dei tedeschi, ci mancherebbe. Resta il fatto che sia nell’ottocento che nel secolo scorso in Germania vennero impiegati metodicamente. In particolare da esponenti politici, religiosi e soprattutto dalla stampa. Non solamente contro gli Ebrei, ma anche per gli Armeni descritti (oltre che con “il naso adunco”) come “più subdoli, bugiardi, usurai e traditori degli stessi ebrei”. Questo almeno è quanto emerge dagli studi di Stefan Ihrig (direttore del Centro di studi germanici... (continua)
Gianni Sartori
Sembra proprio che in passatoi la Germania abbia fornito – non solo indirettamente – alla Turchia giustificazioni politiche e culturali per il genocidio armeno.
Ai nostri giorni invece si limita ad abbattere qualche monumento scomodo.
L’uso di stereotipi per demonizzare e criminalizzare alcune popolazioni non è stato ovviamente un’esclusiva dei tedeschi, ci mancherebbe. Resta il fatto che sia nell’ottocento che nel secolo scorso in Germania vennero impiegati metodicamente. In particolare da esponenti politici, religiosi e soprattutto dalla stampa. Non solamente contro gli Ebrei, ma anche per gli Armeni descritti (oltre che con “il naso adunco”) come “più subdoli, bugiardi, usurai e traditori degli stessi ebrei”. Questo almeno è quanto emerge dagli studi di Stefan Ihrig (direttore del Centro di studi germanici... (continua)
Gianni Sartori 24/12/2023 - 17:27
LUPI GRIGI? MOLTO MEGLIO QUELLI A QUATTRO ZAMPE
Gianni Sartori
Il gesto irresponsabile di un calciatore turco riporta alla ribalta l’inquietante presenza in Europa dell’organizzazione razzista e fascista responsabile di crimini contro dissidenti e minoranze etnico-religiose
Nonostante la loro presenza non risulti gradita in Europa (la Francia li ha messi fuorilegge, in Austria il gesto del lupo può costare un’ammenda di 4mila euri) la presenza ingombrante dei “Lupi Grigi” si è ulteriormente manifestata ai primi di luglio in quel di Leipzig durante il Campionato Europeo. Quando il calciatore Merih Demiral ha creduto di poter festeggiare il gol appena segnato contro l’Austria ostentando il simbolo dell’estrema destra turca.
Al momento secondo molti osservatori la formazione ultranazionalista e razzista costituirebbe il “maggior movimento di estrema destra presente nel territorio della... (continua)
Gianni Sartori 7/7/2024 - 13:06
GIOCHI DI POTERE SULL'ARMENIA?
Gianni Sartori
La questione dell'Armenia e il genocidio vengono periodicamente evocati, magari ipocritamente, in quella che appare sempre più come una mortifera partita a scacchi geopolitica tra Stati. In cui, al solito, a rimetterci sono soprattutto i popoli.
Verso la metà di settembre il ministro degli Esteri uscente della Francia Stéphane Séjourné era approdato a Erevan.
Più che altro una tappa del suo “tour di commiato” (prima del trasferimento a Bruxelles in sostituzione di Thierry Breton) comprendente anche la Grecia e la Moldavia. E comunque non era questa la prima visita di un esponente dell'establishment francese in Armenia.
Tuttavia la faccenda sembrava aver indispettito il Cremlino (e non solo come vedremo). Pur non avendo mostrato particolare solidarietà con la piccola Armenia aggredita dall'Azerbaijan nella guerra dell'autunno 2020 e nei tragici... (continua)
Gianni Sartori
La questione dell'Armenia e il genocidio vengono periodicamente evocati, magari ipocritamente, in quella che appare sempre più come una mortifera partita a scacchi geopolitica tra Stati. In cui, al solito, a rimetterci sono soprattutto i popoli.
Verso la metà di settembre il ministro degli Esteri uscente della Francia Stéphane Séjourné era approdato a Erevan.
Più che altro una tappa del suo “tour di commiato” (prima del trasferimento a Bruxelles in sostituzione di Thierry Breton) comprendente anche la Grecia e la Moldavia. E comunque non era questa la prima visita di un esponente dell'establishment francese in Armenia.
Tuttavia la faccenda sembrava aver indispettito il Cremlino (e non solo come vedremo). Pur non avendo mostrato particolare solidarietà con la piccola Armenia aggredita dall'Azerbaijan nella guerra dell'autunno 2020 e nei tragici... (continua)
Gianni Sartori 23/9/2024 - 16:48
Emmenez-moi
[1968]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Music / Musique / Sävel: Georges Garvarentz
Giovedì 11 aprile 2024 esce nelle sale il nuovo film di Robert Guédiguian, E la festa continua!. In questo film, come in quelli meravigliosi che lo hanno preceduto (di cui alcuni sono attualmente visibili gratuitamente sulla piattaforma Arte Tv) si parla di resistenza e di futuro. Nella colonna sonora c'è una canzone, Emmenez-moi ed è per questo che propongo al sito di pubblicarla. Aggiungo alcune righe di commento estratte dalle recensioni sul film. [Paolo Rizzi]
E la festa continua! inizia con il ricordo di una tragedia vicina. Nel quartiere L’Estaque di Marsiglia il 5 Novembre del 2018 crollano due palazzine. Ora lì c’è un vuoto che Guédiguian inquadra più volte, come una boa narrativa per non farci perdere la rotta del suo discorso. Orientando la sguardo del presente con... (continua)
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Music / Musique / Sävel: Georges Garvarentz
Giovedì 11 aprile 2024 esce nelle sale il nuovo film di Robert Guédiguian, E la festa continua!. In questo film, come in quelli meravigliosi che lo hanno preceduto (di cui alcuni sono attualmente visibili gratuitamente sulla piattaforma Arte Tv) si parla di resistenza e di futuro. Nella colonna sonora c'è una canzone, Emmenez-moi ed è per questo che propongo al sito di pubblicarla. Aggiungo alcune righe di commento estratte dalle recensioni sul film. [Paolo Rizzi]
E la festa continua! inizia con il ricordo di una tragedia vicina. Nel quartiere L’Estaque di Marsiglia il 5 Novembre del 2018 crollano due palazzine. Ora lì c’è un vuoto che Guédiguian inquadra più volte, come una boa narrativa per non farci perdere la rotta del suo discorso. Orientando la sguardo del presente con... (continua)
Vers les docks où le poids et l'ennui
(continua)
(continua)
inviata da Paolo Rizzi 9/4/2024 - 18:08
Davide Cavanna (L. Trans.)
Emmenez-moi è un singolo del 1968 del cantautore francese Charles Aznavour, estratto dall'album Entre deux rêves. Del brano esiste anche una versione in inglese, intitolata Take Me Along e cantata da Aznavour, che è uscita negli Stati Uniti nel 1978. Il testo è stato scritto dallo stesso Aznavour, mentre la musica e l'arrangiamento sono di Georges Garvarentz. Il brano è composto in La minore e la sua musica è in 3/4. Emmenez-moi ("Portatemi via") esprime il desiderio del narratore di fuggire lontano, in luoghi esotici ed assolati, per sfuggire alla miseria della sua vita quotidiana ("Mi sembra che la miseria sarebbe meno dolorosa al sole").
Lo scorso 16 marzo a Caneva si è tenuto un concerto omaggio ad Aznavour di cui il prossimo 22 maggio ricorre il centenario. Lo spettacolo “Emmenez-moi” è un omaggio dedicato al grande artista di origine armene Charles Aznavour,... (continua)
Emmenez-moi è un singolo del 1968 del cantautore francese Charles Aznavour, estratto dall'album Entre deux rêves. Del brano esiste anche una versione in inglese, intitolata Take Me Along e cantata da Aznavour, che è uscita negli Stati Uniti nel 1978. Il testo è stato scritto dallo stesso Aznavour, mentre la musica e l'arrangiamento sono di Georges Garvarentz. Il brano è composto in La minore e la sua musica è in 3/4. Emmenez-moi ("Portatemi via") esprime il desiderio del narratore di fuggire lontano, in luoghi esotici ed assolati, per sfuggire alla miseria della sua vita quotidiana ("Mi sembra che la miseria sarebbe meno dolorosa al sole").
Lo scorso 16 marzo a Caneva si è tenuto un concerto omaggio ad Aznavour di cui il prossimo 22 maggio ricorre il centenario. Lo spettacolo “Emmenez-moi” è un omaggio dedicato al grande artista di origine armene Charles Aznavour,... (continua)
Portatemi
(continua)
(continua)
inviata da Paolo Rizzi 9/4/2024 - 23:06
Անտունի
1915
Andouni (Homeless)
Testo trovato qui
Armenian priest and folksong collector, Komitas Vardapet (1869-1935), wrote down the words and tunes of Armenian folksongs and those of a few other ethnic groups as well. He wrote new choral arrangements for some of them for more formal singing. He also wrote original compositions based on the traditional music that he studied. He was imprisoned during WWI and, although he was released, he never fully recovered from what he had suffered. Some of the songs he wrote or arranged have become symbolically tied to that period. “Andouni,” a song of longing for the homeland that predates WWI, is a folksong that Komitas arranged for voice. This version, sung by Ruben J. Baboyan, may be Komitas’s arrangement of the original tune. Today the song is sung to a different tune, usually in an operatic style, as it has become emblematic of the Armenian diaspora and loss of life during WWI.
blogs.loc.gov
Andouni (Homeless)
Testo trovato qui
Armenian priest and folksong collector, Komitas Vardapet (1869-1935), wrote down the words and tunes of Armenian folksongs and those of a few other ethnic groups as well. He wrote new choral arrangements for some of them for more formal singing. He also wrote original compositions based on the traditional music that he studied. He was imprisoned during WWI and, although he was released, he never fully recovered from what he had suffered. Some of the songs he wrote or arranged have become symbolically tied to that period. “Andouni,” a song of longing for the homeland that predates WWI, is a folksong that Komitas arranged for voice. This version, sung by Ruben J. Baboyan, may be Komitas’s arrangement of the original tune. Today the song is sung to a different tune, usually in an operatic style, as it has become emblematic of the Armenian diaspora and loss of life during WWI.
blogs.loc.gov
Սիրտս նըման է էն փլած տըներ, [1]
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 7/9/2017 - 17:07
Percorsi:
Il genocidio armeno
It wasn’t just WWI during which he was imprisoned. He was imprisoned during the Armenian Genocide and after witnessing all the horrors of the Genocide he went mad. Please, call things what they are.
Mariam 16/11/2023 - 00:17
Dear Mariam, we think you should address your remark to blogs.loc.gov, i.e. the website we have taken this song (and the relevant introduction) from. Anyway, we accept your remark. As you can see, this song is part of a large "song itinerary" specially focused on the Armenian genocide. Thank you.
CCG//AWS Staff 16/11/2023 - 08:10
Մախմուր Աղջիկ
Makhmur Aghjik
[1960]
բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Silva Kaputikian [Սիլվա Կապուտիկյան]
Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel :
Khachatur Avetisyan [Խաչատուր Ավետիսյան]
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1.Arpi Alto [Արփի Ալտո]
2. Varduhi Khachatryan[ Վարդուհի Խաչատրյան]
3. Ani Kharatyan [Անի Խառատյան]
I versi che seguono sono della poetessa armena contemporanea Tatev Chakhian . La traduzione in inglese è di Lucille Janinyan.
italiano
english
լեզու
RETROSPETTIVA
Un tempo vivevamo lentamente
in tempo di pace.
Ciò che era perduto alla fine fu ritrovato
la vita era un posto sicuro in cui vivere,
e anche svanire volontariamente.
Dio veniva ricordato nelle occasioni importanti,
nella sfortuna, lo invocavamo
per tenerci presenti... e Dio lo ha fatto!
La nostra vita -
un'ora guadagnata in un tempo... (continua)
[1960]
բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Silva Kaputikian [Սիլվա Կապուտիկյան]
Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel :
Khachatur Avetisyan [Խաչատուր Ավետիսյան]
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1.Arpi Alto [Արփի Ալտո]
2. Varduhi Khachatryan[ Վարդուհի Խաչատրյան]
3. Ani Kharatyan [Անի Խառատյան]
I versi che seguono sono della poetessa armena contemporanea Tatev Chakhian . La traduzione in inglese è di Lucille Janinyan.
italiano
english
լեզու
RETROSPETTIVA
Un tempo vivevamo lentamente
in tempo di pace.
Ciò che era perduto alla fine fu ritrovato
la vita era un posto sicuro in cui vivere,
e anche svanire volontariamente.
Dio veniva ricordato nelle occasioni importanti,
nella sfortuna, lo invocavamo
per tenerci presenti... e Dio lo ha fatto!
La nostra vita -
un'ora guadagnata in un tempo... (continua)
Մախմուր աղջիկ,[1]
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 30/9/2023 - 22:42
Percorsi:
Esili e esiliati, Il genocidio armeno
Y
2021
Green Line
Ora questa cantante e compositrice nata in Libano pubblica (dopo il precedente Manifesto Anti-War del 2015 per Rosa Selvaggia (Obscure Label) il suo secondo disco intitolato Green Line. La Tekeyan in realtà è di origini armene e ha sempre avuto particolare attenzione al tema del genocidio armeno. Non a caso l’album è uscito il 24 aprile in occasione dell’anniversario dei 106 anni di questo tragico massacro. Il titolo “Green Line” si riferisce invece alla “linea verde” che divideva cristiani e musulmani nel corso della guerra civile in Libano. C’è un aspetto biografico nel suo insistere sull’argomento della guerra in quanto ha coinvolto lei e la sua famiglia. Si può dire che quello di Rita Tekeyan sia un tributo alle vittime di qualsiasi genocidio ed orrore perpetrato dalla guerra. Così la musica contenuta in Green Line cerca di dar voce alla memoria di eventi drammatici... (continua)
Green Line
Ora questa cantante e compositrice nata in Libano pubblica (dopo il precedente Manifesto Anti-War del 2015 per Rosa Selvaggia (Obscure Label) il suo secondo disco intitolato Green Line. La Tekeyan in realtà è di origini armene e ha sempre avuto particolare attenzione al tema del genocidio armeno. Non a caso l’album è uscito il 24 aprile in occasione dell’anniversario dei 106 anni di questo tragico massacro. Il titolo “Green Line” si riferisce invece alla “linea verde” che divideva cristiani e musulmani nel corso della guerra civile in Libano. C’è un aspetto biografico nel suo insistere sull’argomento della guerra in quanto ha coinvolto lei e la sua famiglia. Si può dire che quello di Rita Tekeyan sia un tributo alle vittime di qualsiasi genocidio ed orrore perpetrato dalla guerra. Così la musica contenuta in Green Line cerca di dar voce alla memoria di eventi drammatici... (continua)
Bare foot, walking in the desert naked
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 27/2/2023 - 17:34
Percorsi:
Il genocidio armeno
Impressions d'Arménie
Una composizione per ricordare il Grande Male, ossia il genocidio degli Armeni.
2/2/2023 - 13:54
Percorsi:
Il genocidio armeno
Բինգյօլ
Bingyol
[1941]
բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo / Şiir:
Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակի Իսահակյան]
Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel / Müzik :
Anonimo
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat / Tarafından gerçekleştirilen :
1. Element Band
Album: Oo
2. Haig Yazdjian
Album: Garin
3. Lusik Koshyan [Լուսիկ Քոշյան ]
4. Sarine Sagherian [Սարինա Քրոս]
5.Sona Rubenyan [Սոնա Ռուբենյան]]
6. Seven Eight Band
La canzone è la trasposizione in musica di una poesia struggente dell’armeno Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակ Իսահակյան]. Questa, come tante altre sue composizioni, ha come tema centrale il genocidio armeno. La popolazione di Bingöl fu deportata nel 1915 anche a marce forzate verso zone desertiche, gran parte morirono di stenti.
Isahakyan visse in pieno la persecuzione turca culminata nella tragedia del genocidio.... (continua)
[1941]
բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo / Şiir:
Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակի Իսահակյան]
Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel / Müzik :
Anonimo
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat / Tarafından gerçekleştirilen :
1. Element Band
Album: Oo
2. Haig Yazdjian
Album: Garin
3. Lusik Koshyan [Լուսիկ Քոշյան ]
4. Sarine Sagherian [Սարինա Քրոս]
5.Sona Rubenyan [Սոնա Ռուբենյան]]
6. Seven Eight Band
La canzone è la trasposizione in musica di una poesia struggente dell’armeno Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակ Իսահակյան]. Questa, come tante altre sue composizioni, ha come tema centrale il genocidio armeno. La popolazione di Bingöl fu deportata nel 1915 anche a marce forzate verso zone desertiche, gran parte morirono di stenti.
Isahakyan visse in pieno la persecuzione turca culminata nella tragedia del genocidio.... (continua)
Երբ բաց եղան գարնան կանաչ դռները, [1]
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 20/10/2022 - 09:52
Percorsi:
Il genocidio armeno
Yes kou aperet
Եքու ափերէդ...
Yekʿu apʿered...
2015
Manifesto Anti-War EP
Original Armenian poem by Avedis Tekeyan (Extracted from his book Behesnihayut'yan koġkotan 1914-1918 – The Tragedy of Armenians of Behesni 1914-1918, published in Beirut 1956)
“Yekʿu apʿered...” è un testo poetico scritto dal nonno paterno di Rita, Avedis Tekeyan, anch’egli artista, che qui è stato messo in musica: la raffinata base formata dal piano e dal synth, le voci sommesse in lontananza, il canto accorato e partecipe, tutto questo concorre a disegnare lo scenario di un dolore senza speranza.
Yekʿu apʿered...
2015
Manifesto Anti-War EP
Original Armenian poem by Avedis Tekeyan (Extracted from his book Behesnihayut'yan koġkotan 1914-1918 – The Tragedy of Armenians of Behesni 1914-1918, published in Beirut 1956)
“Yekʿu apʿered...” è un testo poetico scritto dal nonno paterno di Rita, Avedis Tekeyan, anch’egli artista, che qui è stato messo in musica: la raffinata base formata dal piano e dal synth, le voci sommesse in lontananza, il canto accorato e partecipe, tutto questo concorre a disegnare lo scenario di un dolore senza speranza.
Ես քու ափերէդ բռնի հեռացած, [1]
(continua)
(continua)
inviata da dq82 16/9/2021 - 21:58
Percorsi:
Il genocidio armeno
Original Armenian poem by Avedis Tekeyan (Extracted from his book Behesnihayoutyan Koghkotan 1914-1918 – The Tragedy of Armenians of Behesni 1914-1918 published in Beirut 1956)
YES KOU APERET
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/9/2021 - 10:54
Մարտիկի Երգը
Martiki ergə
[ 1944 ]
բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Gegham Saryan [Գեղամ Սարյան]
Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel :
Ashot Satyan [ աշոտ սաթյան ]
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Arpenik Hakobyan [ Արփենիկ Հակոբյան ]
2. SHANT TV, episodio Sahmanin [ Սահմանին ] /Al confine, 2016
3. Harutyun Mkrtchyan
4. Carmen Balian
* ԹՈՂ ԵՐԲԵՔ ՊԱՏԵՐԱԶՄՆԵՐ ՉԼԻՆԵՆ, ԹՈՂ ՈՉ ՄԻ ՄԱՅՐ ՈՐԴԻ ՉԿՈՐՑՆԻ
Пусть никогда не будет войны, пусть никто мать не теряет сыновей
Mai più guerre, che nessuna madre perda un figlio
Il monumento “Mai più guerre”
Il monumento fu eretto nel Parco della Vittoria di Erevan nel 1975, in occasione del trentennale della vittoria della II guerra mondiale. Su una lapide sono incise le parole già citate in armeno e in russo. Furono 500mila gli armeni, su una popolazione di 1,5 milioni, che combatterono... (continua)
[ 1944 ]
բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Gegham Saryan [Գեղամ Սարյան]
Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel :
Ashot Satyan [ աշոտ սաթյան ]
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Arpenik Hakobyan [ Արփենիկ Հակոբյան ]
2. SHANT TV, episodio Sahmanin [ Սահմանին ] /Al confine, 2016
3. Harutyun Mkrtchyan
4. Carmen Balian
* ԹՈՂ ԵՐԲԵՔ ՊԱՏԵՐԱԶՄՆԵՐ ՉԼԻՆԵՆ, ԹՈՂ ՈՉ ՄԻ ՄԱՅՐ ՈՐԴԻ ՉԿՈՐՑՆԻ
Пусть никогда не будет войны, пусть никто мать не теряет сыновей
Mai più guerre, che nessuna madre perda un figlio
Il monumento “Mai più guerre”
Il monumento fu eretto nel Parco della Vittoria di Erevan nel 1975, in occasione del trentennale della vittoria della II guerra mondiale. Su una lapide sono incise le parole già citate in armeno e in russo. Furono 500mila gli armeni, su una popolazione di 1,5 milioni, che combatterono... (continua)
Թռչեի մտքով տուն, [1]
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 3/10/2020 - 23:15
Colonna sonora dell'episodio Sahmanin /Al confine della televisione armena SHANT/TV
Riccardo Gullotta 3/10/2020 - 23:23
Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
Riccardo Gullotta
CANZONE DEL SOLDATO
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 4/10/2020 - 18:50
d’après la version italienne – CANZONE DEL SOLDATO de Riccardo Gullotta – 2020
D’une chanson arménienne – Մարտիկի Երգը – Ashot Satyan / աշոտ սաթյան – ca. 1943
Poème : Gegham Saryan [Գեղամ Սարյան]
Musique : Ashot Satyan [աշոտ սաթյան]
Interprètes : 1. Arpenik Hakobyan [Արփենիկ Հակոբյան] – 2. SHANT TV, épisode Sahmanin [Սահմանին] /Al confine, 2016 – 3. Harutyun Mkrtchyan – 4. Carmen Balian
Le monument « Jamais plus de guerre »
Le monument a été érigé dans le parc de la Victoire à Erevan en 1975, à l’occasion du 30ᵉ anniversaire de la victoire dans la Seconde Guerre mondiale. Sur une plaque sont gravés les mots en arménien et en russe. Sur une population de 1,5 million d’habitants, 500 000 Arméniens ont combattu dans l’armée soviétique contre les Allemands. Environ la moitié ont été tués ou ont disparu. À titre de comparaison, l’armée américaine a compté 400 000 victimes sur une population... (continua)
D’une chanson arménienne – Մարտիկի Երգը – Ashot Satyan / աշոտ սաթյան – ca. 1943
Poème : Gegham Saryan [Գեղամ Սարյան]
Musique : Ashot Satyan [աշոտ սաթյան]
Interprètes : 1. Arpenik Hakobyan [Արփենիկ Հակոբյան] – 2. SHANT TV, épisode Sahmanin [Սահմանին] /Al confine, 2016 – 3. Harutyun Mkrtchyan – 4. Carmen Balian
Le monument « Jamais plus de guerre »
Le monument a été érigé dans le parc de la Victoire à Erevan en 1975, à l’occasion du 30ᵉ anniversaire de la victoire dans la Seconde Guerre mondiale. Sur une plaque sont gravés les mots en arménien et en russe. Sur une population de 1,5 million d’habitants, 500 000 Arméniens ont combattu dans l’armée soviétique contre les Allemands. Environ la moitié ont été tués ou ont disparu. À titre de comparaison, l’armée américaine a compté 400 000 victimes sur une population... (continua)
LA CHANSON DU SOLDAT
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 18/9/2021 - 19:18
Ախ Ինչ Լավ Են
Ax Inčʻ Lav En
[1902]
Խոսքեր և Երաժշտություն / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Hovhannes Tumanyan [Հովհաննես Թումանյան]
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
1. Hakob Babayan, Alin Demirdjian
2. Alina Manoukian
ալբոմ / Album: Na Mi Naz Ouni [2012]
3. Live
4. Live in Naregatsi Art Institute, Yerevan
1915: il genocidio degli Armeni
Dal racconto di Anny Romand, autrice di Mia nonna d’Armenia, basato sul diario della nonna Serpouhi Hovaghian
Aveva 22 anni, Serpouhi, quando una mattina accade l’irreparabile. Guardie turche bussano alla porta, intimano a tutti di uscire, saccheggiano la casa. Lei viene separata dal marito Karnik, che non rivedrà mai più, sarà massacrato insieme agli altri uomini. In braccio Aïda (appena nata), stretto a lei Jiraïr (quattro anni), Serpouhi si ritrova tra le carovane di donne in... (continua)
[1902]
Խոսքեր և Երաժշտություն / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Hovhannes Tumanyan [Հովհաննես Թումանյան]
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
1. Hakob Babayan, Alin Demirdjian
2. Alina Manoukian
ալբոմ / Album: Na Mi Naz Ouni [2012]
3. Live
4. Live in Naregatsi Art Institute, Yerevan
1915: il genocidio degli Armeni
Dal racconto di Anny Romand, autrice di Mia nonna d’Armenia, basato sul diario della nonna Serpouhi Hovaghian
Aveva 22 anni, Serpouhi, quando una mattina accade l’irreparabile. Guardie turche bussano alla porta, intimano a tutti di uscire, saccheggiano la casa. Lei viene separata dal marito Karnik, che non rivedrà mai più, sarà massacrato insieme agli altri uomini. In braccio Aïda (appena nata), stretto a lei Jiraïr (quattro anni), Serpouhi si ritrova tra le carovane di donne in... (continua)
Ա՜խ, ի՜նչ լավ են սարի վըրա [1]
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 2/5/2021 - 22:50
Percorsi:
Il genocidio armeno
Պիտ պաշտպանեմ
Pit Pashtpanem
2015
Hay Mna
Մանուկ հասակից լսում եմ պապերիս ձայնը*
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 3/5/2021 - 11:43
Percorsi:
Il genocidio armeno
Ապրելու Ապրիլ
Aprelu April
[2015]
Performers: Inga and Anush Arshakyans
Lyrics by Avet Barseghyan
Music by Mané Hakobyan
Arranged by Martin Mirzoyan
[2015]
Performers: Inga and Anush Arshakyans
Lyrics by Avet Barseghyan
Music by Mané Hakobyan
Arranged by Martin Mirzoyan
Չեն սպիանում անցած դարի վերքերս,
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 3/5/2021 - 11:26
Percorsi:
Il genocidio armeno
Nagorny Karabach
Da più di trent'anni esiste, nel Caucaso meridionale, un conflitto armato "congelato", che insanguina la regione del Nagorny Karabakh, lascito dell'imperialismo russo e del caos seguito alla crisi dell'URSS.
Le ragioni storiche del conflitto risalgono alla prima metà del diciannovesimo secolo, quando l’impero russo mise in atto un processo di cristianizzazione del Caucaso meridionale, dopo la sconfitta della Persia e il conseguente trattato di pace di Turkmenchay (1828), trasferendo in maniera coatta 50.000 armeni provenienti dalla Persia nella regione, in particolare nei khanati azeri di Karabakh e Erevan.
A questa ondata migratoria seguirono altri flussi migratori favoriti dal governo russo, che cambiarono definitivamente gli equilibri demografici dell’area, con scontri su base etnica nel 1905 e nel 1919, prodromici al conflitto del Nagorny Karabakh iniziato nel 1988.
Dopo anni di... (continua)
Le ragioni storiche del conflitto risalgono alla prima metà del diciannovesimo secolo, quando l’impero russo mise in atto un processo di cristianizzazione del Caucaso meridionale, dopo la sconfitta della Persia e il conseguente trattato di pace di Turkmenchay (1828), trasferendo in maniera coatta 50.000 armeni provenienti dalla Persia nella regione, in particolare nei khanati azeri di Karabakh e Erevan.
A questa ondata migratoria seguirono altri flussi migratori favoriti dal governo russo, che cambiarono definitivamente gli equilibri demografici dell’area, con scontri su base etnica nel 1905 e nel 1919, prodromici al conflitto del Nagorny Karabakh iniziato nel 1988.
Dopo anni di... (continua)
Die Stadt liegt unter Nebel
(continua)
(continua)
inviata da Gianfranco Causapruna 12/9/2019 - 23:20
Percorsi:
Il genocidio armeno
E ADESSO SPIEGATECI VOI 'STO CASINO (PARDON: GROVIGLIO...)
(Gianni Sartori)
La prima impressione è stata quella di trovarsi di fronte a un romanzo di fantapolitica.
O di “geopolitica surreale”.
Poi mi son chiesto: chissà ora come intendono sbrogliarsela. Riusciranno a trovare comunque un bandolo qualsiasi o scivoleranno definitivamente sui loro specchietti deformanti? Mi riferisco (e cito alla rinfusa, sorvolando sugli altrimenti doverosi - ma non qui e non ora - distinguo): rosso-bruni e antidiplomatici (al momento, pare, incerti e quindi equidistanti), stalinisti di ritorno e terceristi …
Vedi qualche aspirante ayatollah (in senso politico ovviamente) de' noantri; vedi certi filo-Assad con quei paragoni osceni tra YPG e Isis...
Perché – almeno per la gente normale – diventa un dilemma non da poco decifrare gli schieramenti che si vanno configurando nel campionato Armenia-Azerbaijan.... (continua)
Gianni Sartori 7/10/2020 - 12:48
Riccardo Gullotta 21/10/2020 - 22:17
L'articolo é di Yossi Melman, autorevole scrittore e giornalista israeliano esperto in strategia e Intelligence.
Is Israel’s forbidden cluster bombs affair making another round in Armenia and Azerbaijan
***
Riccardo Gullotta 22/10/2020 - 21:48
Un tassello significativo per capirne di più in un articolo del ricercatore israeliano Shaiel Ben-Ephraim,
Italiano
English
Israele intende mantenere la superiorità azera nella guerra del Karabakh
di Shaiel Ben-Ephraim , Asiatimes.com 14 Ottobre 2020
Israele, nonostante la solidarietà di massa per il popolo armeno, è impegnato a mantenere un sostegno fondamentale al suo alleato Azerbaigian nella guerra per il Nagorno-Karabakh.
"L'Azerbaigian non sarebbe in grado di continuare la sua operazione con l’intensità attuale senza il nostro sostegno", ha dichiarato ad Asia Times una fonte importante del ministero della Difesa israeliano a condizione di restare anonimo. Il ministero è responsabile di tutte le vendite ufficiali di armi israeliane.
Secondo l'Istituto internazionale di ricerca sulla pace [ SIPRI, ndT ] di Stoccolma, Israele ha fornito quasi due terzi (61%) di tutte le... (continua)
Italiano
English
Israele intende mantenere la superiorità azera nella guerra del Karabakh
di Shaiel Ben-Ephraim , Asiatimes.com 14 Ottobre 2020
Israele, nonostante la solidarietà di massa per il popolo armeno, è impegnato a mantenere un sostegno fondamentale al suo alleato Azerbaigian nella guerra per il Nagorno-Karabakh.
"L'Azerbaigian non sarebbe in grado di continuare la sua operazione con l’intensità attuale senza il nostro sostegno", ha dichiarato ad Asia Times una fonte importante del ministero della Difesa israeliano a condizione di restare anonimo. Il ministero è responsabile di tutte le vendite ufficiali di armi israeliane.
Secondo l'Istituto internazionale di ricerca sulla pace [ SIPRI, ndT ] di Stoccolma, Israele ha fornito quasi due terzi (61%) di tutte le... (continua)
Riccardo Gullotta 23/10/2020 - 16:41
Կանչում եմ, արի, արի
anonimo
Kanchoum em ari ari
[ tradizionale ]
Խոսքեր և Երաժշտություն / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
anonimo
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
Vigen Hovsepyan
È una ballata tradizionale armena, di origine Hemşin[ Համշինի ], databile tra il XVII e XVIII secolo.
Da notare nell’esecuzione di Vigen Hovsepyan l’assolo di Harutyun Chkolyan al duduk , un legno presente nella musica folk armena. Lo si può vedere nella foto seguente; tra i tre rom armeni due suonano il duduk.
[ tradizionale ]
Խոսքեր և Երաժշտություն / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
anonimo
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
Vigen Hovsepyan
È una ballata tradizionale armena, di origine Hemşin[ Համշինի ], databile tra il XVII e XVIII secolo.
Da notare nell’esecuzione di Vigen Hovsepyan l’assolo di Harutyun Chkolyan al duduk , un legno presente nella musica folk armena. Lo si può vedere nella foto seguente; tra i tre rom armeni due suonano il duduk.
Կանչում եմ արի, արի [1]
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 8/10/2020 - 21:48
Percorsi:
Il genocidio armeno
Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
Riccardo Gullotta
TI CHIAMO, VIENI, CARA, VIENI
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 10/10/2020 - 13:51
Millions of Lives
24 April 2015 was the 100th Anniversary of the extermination of Armenians by the Turks of Ottoman Empire. Unfortunately, on the eve of the centennial many countries haven’t yet recognized the fact of Genocide.
Being confident that our duty to our nation and to the whole humanity in general is the struggle against such violence, representatives of Armenian culture, the three friends Karen Margaryan, Tigran Petrosyan and Grisha Aghakhanyan, together with KMsounds Production and under the patronage of Armenian First Lady Rita Sargsyan, have initiated a musical project, in which outstanding representatives of international culture to remind once again the World about the verity of the Genocide and to call upon to stop coercion and any kind of violence in the world.
On April 19, 2015, the premiere of the “Millions of Lives” video clip took place, in commemoration of the 100th anniversary of... (continua)
Come and sit with me a while
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 22/8/2020 - 10:13
Percorsi:
Il genocidio armeno
Դլե յաման
Cerco disperatamente lo spartito di questo meraviglioso brano. Lo trovo incredibilmente commovente... Vorrei tanto cantarlo come un mantra, un canto mistico che porti pace oltre la sofferenza.. chi può aiutarmi?
Tiziana Portoghese 8/1/2018 - 22:34
The Promise
(2016)
dalla colonna sonora del film di Terry George The Promise
Orchestrazione di Paul Buckmaster
L'ultima canzone registrata da Chris Cornell prima della sua morte. Pubblicata come singolo il 10 marzo 2017.
La canzone di chiusura del film The Promise, dedicato al genocidio armeno.
Quando il produttore cinematografico Eric Esrailian contattò il cantante perché scrivesse una canzone per il film, Cornell accettò subito perché l'argomento lo aveva toccato. Inoltre la famiglia della moglie di Cornell, che è di origine greca, era stata vittima delle persecuzioni ottomane, che non avevano toccato solo gli armeni ma anche altre popolazioni non turche.
All'inizio Cornell pensò che Serj Tankian dei System Of A Down (che è di origine armena e che aveva già scritto varie canzoni che parlavano del genocidio) sarebbe stata la persona più adatta a scrivere una canzone per il film. Poi si convinse... (continua)
dalla colonna sonora del film di Terry George The Promise
Orchestrazione di Paul Buckmaster
L'ultima canzone registrata da Chris Cornell prima della sua morte. Pubblicata come singolo il 10 marzo 2017.
La canzone di chiusura del film The Promise, dedicato al genocidio armeno.
Quando il produttore cinematografico Eric Esrailian contattò il cantante perché scrivesse una canzone per il film, Cornell accettò subito perché l'argomento lo aveva toccato. Inoltre la famiglia della moglie di Cornell, che è di origine greca, era stata vittima delle persecuzioni ottomane, che non avevano toccato solo gli armeni ma anche altre popolazioni non turche.
All'inizio Cornell pensò che Serj Tankian dei System Of A Down (che è di origine armena e che aveva già scritto varie canzoni che parlavano del genocidio) sarebbe stata la persona più adatta a scrivere una canzone per il film. Poi si convinse... (continua)
If I had nothing to my name
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo 19/5/2017 - 22:34
Percorsi:
Il genocidio armeno
Inside Chris Cornell's Moving, Refugee-Themed Final Video
For the video, the Armenian genocide becomes a microcosm of human-rights atrocities around the world, with Cornell drawing on personal experience, research and perennially pervasive headlines about Rwanda, Cambodia, Darfur and other regions for inspiration. "Chris had the idea of, 'How can we bridge the video … with fear-inducing images of what people have to deal with as well as messages and images of hope and perseverance and resilience and survival,' which is what the song is also about," Esrailian says.
This dichotomy – scenes of reunions, rescues and marches for justice contrast with bombed-out cities, debris-filled classrooms and crying mothers – stands at the heart of the video, whose original, darker cut focused more on genocide and its effects. Avis and Smith omitted the historical and explanatory text they originally conceived... (continua)
For the video, the Armenian genocide becomes a microcosm of human-rights atrocities around the world, with Cornell drawing on personal experience, research and perennially pervasive headlines about Rwanda, Cambodia, Darfur and other regions for inspiration. "Chris had the idea of, 'How can we bridge the video … with fear-inducing images of what people have to deal with as well as messages and images of hope and perseverance and resilience and survival,' which is what the song is also about," Esrailian says.
This dichotomy – scenes of reunions, rescues and marches for justice contrast with bombed-out cities, debris-filled classrooms and crying mothers – stands at the heart of the video, whose original, darker cut focused more on genocide and its effects. Avis and Smith omitted the historical and explanatory text they originally conceived... (continua)
Կակաչներ
Kakač’ner
Scritto prima del 1915.
Pubblicato postumo nel 1921. Dopo essere stato ritrovato tra i beni sequestrati agli armeni.
Canto del pane (Հացին երգը)
Dalla collaborazione dell’uomo con la terra e con gli animali Dio fa nascere la vita: il grano. Non contento di ciò, Egli fa crescere in mezzo ai campi del pane di domani l’amore di oggi – il papavero scarlatto – in cui si rispecchia e si arricchisce il nostro rapportocon il pane stesso: “nelle loro coppe purpuree / berremo il mistero delle spighe”. “E dalla sua bontà abbiamo tutti ricevuto, grazia su grazia”, dice San Paolo.
Questa poesia quasi sembra una profezia del poeta circa la sua morte... Portava il canto del pane in tasca e fu ritrovato solo anni dopo tra i beni sequestrati agli armeni, grazie all'investimento di ingenti somme di denaro e l'azione di una spia. La canzone è messa in musica dal gruppo occitano (in occitano) Blu L'Azard.
Nella traduzione di Antonia Arslan, la poesia viene tradotta con Papaveri, ma potrebbe anche essere Tulipani
Scritto prima del 1915.
Pubblicato postumo nel 1921. Dopo essere stato ritrovato tra i beni sequestrati agli armeni.
Canto del pane (Հացին երգը)
Dalla collaborazione dell’uomo con la terra e con gli animali Dio fa nascere la vita: il grano. Non contento di ciò, Egli fa crescere in mezzo ai campi del pane di domani l’amore di oggi – il papavero scarlatto – in cui si rispecchia e si arricchisce il nostro rapportocon il pane stesso: “nelle loro coppe purpuree / berremo il mistero delle spighe”. “E dalla sua bontà abbiamo tutti ricevuto, grazia su grazia”, dice San Paolo.
Questa poesia quasi sembra una profezia del poeta circa la sua morte... Portava il canto del pane in tasca e fu ritrovato solo anni dopo tra i beni sequestrati agli armeni, grazie all'investimento di ingenti somme di denaro e l'azione di una spia. La canzone è messa in musica dal gruppo occitano (in occitano) Blu L'Azard.
Nella traduzione di Antonia Arslan, la poesia viene tradotta con Papaveri, ma potrebbe anche essere Tulipani
Քո՛ւյր իմ, ցանքին մեջ կակաչներ կան, քաղե՛.[1]
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 + Adriana 4/2/2018 - 12:20
Antonia Arslan legge "Papaveri" poesia di Daniel Varujan from chambradoc on Vimeo.
PAPAVERI
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 + Adriana 4/2/2018 - 12:23
Versione occitana cantata dai Blu L'Azard in Bal Poetic
Da la collaboracion de l’ome embe la tèrra e embe las bèstias Diu fai nàisser la vita: lo blat. Ren content d’aquò, fai crèisser al metz di champs dal pan de deman l’amor d’encuei – lo pavòt escarlat – ente se miralha e s’enrichís nòstre rapòrt embe lo pan mesme: “Dins lors copas porporaas / bèurem lo mistèri des espigas”. “E da sa bontat avem tuchi recebut, gràcia sus gràcia”, ditz Sant Paul.
PAVÒTS
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 + Adriana 4/2/2018 - 12:24
Ցորյանի ծովեր
C'voryan cover
Scritto prima del 1915.
Pubblicato postumo nel 1921. Dopo essere stato ritrovato tra i beni sequestrati agli armeni.
Canto del pane (Հացին երգը)
Questa poesia è quasi un testamento. I mari di grano che Varujan descrive qui crescevano, in fatti, in una nazione che egli sa prossima al martiri – ricordiamo che aveva Il Canto del Pane in tasca quando fu deportato e ucciso - una nazione quindi più simile al “capretto” soffocato dal grano, che al grano stesso che cresceva libero. Eppure benedice il grano, e nella sua benedizione dà il suo consenso al martirio. Come il capretto nella poesia, e come quello morto al posto di Isacco, egli muore in nome del Pane del domani.
2008
Armenian's Strength
Leyla Saribekyan (Լեյլա Սարիբեկյան)
Scritto prima del 1915.
Pubblicato postumo nel 1921. Dopo essere stato ritrovato tra i beni sequestrati agli armeni.
Canto del pane (Հացին երգը)
Questa poesia è quasi un testamento. I mari di grano che Varujan descrive qui crescevano, in fatti, in una nazione che egli sa prossima al martiri – ricordiamo che aveva Il Canto del Pane in tasca quando fu deportato e ucciso - una nazione quindi più simile al “capretto” soffocato dal grano, che al grano stesso che cresceva libero. Eppure benedice il grano, e nella sua benedizione dà il suo consenso al martirio. Come il capretto nella poesia, e come quello morto al posto di Isacco, egli muore in nome del Pane del domani.
2008
Armenian's Strength
Leyla Saribekyan (Լեյլա Սարիբեկյան)
Հովե՜ր կ'ացնին. [1]
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 + Adriana 4/2/2018 - 12:03
Percorsi:
Il genocidio armeno
Aquesta poesia es esquasi un testament. Las mars de blat que Varujan nos descriu, de fach, aicí creission dins una nacion que ele sa pròcha dal martiri – recordem qu’avia Lo chant dal Pan dins la sacòcha quora foguet deportat e tuat – una nacion, donc, pus similara al “chabrit” estofat dal blat, que al blat mesme que creissia libre. Totun benesís lo blat, e dins sa benedicion dona son consens al martiri. Coma lo chabrit dins la poesia, e coma aquel mòrt al pòst d’Isac, ele muer en nom dal Pan dal deman.
MARS DE BLAT
(continua)
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inviata da Dq82 + Adriana 4/2/2018 - 12:09
Սիրեցի յարս տարան
Siretsi yares daran
On m'a enlevé ma bien aimée
[1998]
Musica di Levon Minassian, musicista francese di origine armena, virtuoso del duduk, il flauto di legno ad ancia doppia tradizionale armeno.
Nell'album (bellissimo e struggente) intitolato "The Doudouk Beyond Borders"
Il duduk (դուդուկ) è un antico strumento musicale tradizionale armeno, noto anche come tsiranapogh (ծիրանափող, letteralmente: "flauto albicocca"). Si tratta di un flauto ad ancia doppia e appartiene alla famiglia dei legni. In seguito alla diaspora armena, lo strumento si è diffuso in gran parte dell'Europa orientale e del Medio Oriente (per esempio Serbia e Bulgaria). Il nome corrente "duduk" è una deformazione di "dudka", che indica uno strumento simile appartenente alla tradizione russa.
Nel 2005 la musica per duduk è stata inserita dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell'umanità. (it.wikipedia)
"Il... (continua)
On m'a enlevé ma bien aimée
[1998]
Musica di Levon Minassian, musicista francese di origine armena, virtuoso del duduk, il flauto di legno ad ancia doppia tradizionale armeno.
Nell'album (bellissimo e struggente) intitolato "The Doudouk Beyond Borders"
Il duduk (դուդուկ) è un antico strumento musicale tradizionale armeno, noto anche come tsiranapogh (ծիրանափող, letteralmente: "flauto albicocca"). Si tratta di un flauto ad ancia doppia e appartiene alla famiglia dei legni. In seguito alla diaspora armena, lo strumento si è diffuso in gran parte dell'Europa orientale e del Medio Oriente (per esempio Serbia e Bulgaria). Il nome corrente "duduk" è una deformazione di "dudka", che indica uno strumento simile appartenente alla tradizione russa.
Nel 2005 la musica per duduk è stata inserita dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell'umanità. (it.wikipedia)
"Il... (continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/1/2018 - 21:43
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Il genocidio armeno
Grazie, o Anonimo Armeno del XXI° secolo!
("Armeno tuuu nell'universooo...!!! Non cantava così la Mia Martini?!?)
("Armeno tuuu nell'universooo...!!! Non cantava così la Mia Martini?!?)
B.B. 20/1/2018 - 21:54
Beh dell'armeno, armeno l'arfabeto l'ho imparato. Ciò pure la grammatica de' padri Mechitaristi, che dice sònano la mechitàra!
L'Anonimo Toscano del XXI secolo 20/1/2018 - 22:55
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Giorni senza memoria
Nabil Bey: voce, bouzouki, chitarra acustica, bendir
Michele Lobaccaro: basso elettrico, contrabbasso elettrico, chitarre acustiche, cori
Mirko Signorile: pianoforte
Pippo Ark D’Ambrosio: batteria, percussioni a cornice
Adolfo La Volpe: chitarra elettrica, oud, basso elettrico
Special Guest: Massimo Zamboni: chitarra elettrica
Il brano intende essere un invito a riflettere su questi temi superando visioni parziali colonialistiche ed “eurocentriche” per contribuire alla costruzione attiva di una memoria viva e sempre in dialogo con l’attualità, Il tutto in un’ottica di speranza come suggerisce il ritornello: “Per leggi incomprensibili dopo il buio sai nascerà una luce”, che forse è rappresentata proprio da quella linea che collega il cervello al cuore e che viene tracciata da una bambina nel videoclip.
Nel testo si ricordano una serie di genocidi... (continua)