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Percorso La Comune di Parigi, 1871

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La canaille (La chanson des gueux)

La canaille (La chanson des gueux)
Le Cri du Peuple - Chansons de la Commune

Valentino Stacciarini 9/8/2014 - 00:54
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Resolution der Kommunarden

Resolution der Kommunarden
translated by Robert Stiller
I
(continua)
inviata da sok 30/5/2014 - 22:17

L’invasion

L’invasion
[1874]
Versi di Jean-Baptiste Clément, scritti durante l’esilio a Londra dovuto alla sua partecipazione alla Comune di Parigi. Proprio nel 1874 Clément, come molti altri comunardi in vista fuggiti all’estero o nascostisi, fu condannato a morte in contumacia. Poi l’amnistia generale nel 1880.
Musica di Marcel Legay (1851-1951), chansonnier.

In questa canzone Clément tuona contro i Bonaparte che portarono la Francia alla sconfitta nelle guerre del 1812-14, del 1815 e del 1870-71. Ma poi il risentimento repubblicano si ampia e diventa “internazionalista”: “Siete voi che parlate di patria, che dividete l’universo, siete voi, re e imperatori, che ci portate al massacro, che ci riducete in ceppi! Corriamo tutti alla conquista dei nostri diritti e da schiavi diventiamo uomini, unendoci contro i tiranni!”
En moins d'un siècle d'existence
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2014 - 22:07

Mon homme (Souvenir de mai 71)

Mon homme (Souvenir de mai 71)
[1874]
Versi di Jean-Baptiste Clemént, pubblicati in “Chansons de Jean-Baptiste Clemént”, Parigi, 1885.
Musica prima di Marcel Legay (1851-1915), celebre chansonnier, più tardi (1899) di Pierre Forest, compositore e militante socialista.

Una canzone dedicata alla memoria de La semaine sanglante, della feroce repressione della Comune parigina, che Jean-Baptiste Clemént scrisse nell’esilio londinese, mentre in patria era stato condannato a morte in contumacia. Clemént fece ritorno a Parigi solo nel 1880, dopo l’amnistia generale.
Au citoyen Martin
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2014 - 14:50
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Dimmi buon giovine, o Dimmi bel giovane [Esame di ammissione del volontario alla Comune di Parigi]

La versione più nota, di quattro strofe, raccolta da Leoncarlo Settimelli e ripubblicata nel volume Il pensiero anarchico di F.Pani e S. Vaccaro, Verona, Demetra, 1997, p. 55. È alla base di tutte le interpretazioni successive, compresa quella di Vinicio Capossela e quella delle De' Soda Sisters
Dimmi buon giovine, <i>o</i> Dimmi bel giovane [Esame di ammissione del volontario alla Comune di Parigi]

Interpretata da Vinicio Capossela e Neri Marcorè
Dimmi bel giovane,
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini + CCG/AWS Staff 30/6/2013 - 23:07

Guillaume et Paris

Guillaume et Paris
‎[Novembre 1870]‎
Versi di Eugène Pottier, da i suoi “Chants révolutionnaires” (prima edizione, 1887; seconda ‎edizione accresciuta, 1908)‎
Pubblicata sul giornale “Le Combat” fondato da Félix Aimé Pyat (1810-1889), giornalista e ‎personalità di spicco della Comune.‎


‎Guillaume è l’imperatore Guglielmo I di Germania, re di Prussia, le cui truppe ‎assediavano Parigi dal settembre del 1870.‎
‎Cambronne - l’esclamazione della città di Parigi che resiste all’assediante – è il ‎generale Pierre Jacques Étienne Cambronne (1770-1842), quello che – leggenda vuole - alla fine ‎della battaglia di Waterloo del 1815 al generale britannico Colville, che gli intimava la resa, rispose: ‎‎“La garde meurt mais ne se rend pas!” o, più semplicemente, “Merde!”… Nella realtà gli inglesi ‎spazzarono via l’ultima resistenza francese e Cambronne, ferito, fu fatto prigioniero ma “Merde!” ‎rimane ancora oggi... (continua)
[Guillaume]
(continua)
inviata da Dead End 13/3/2013 - 14:16

N’en faut plus‎

N’en faut plus‎
‎[Dopo il 1871]‎
Versi di Eugène Pottier, da i suoi “Chants révolutionnaires” (prima edizione, 1887; seconda ‎edizione accresciuta, 1908)‎
Ignoro su quale melodia fosse intonata.‎
Con dedica “À J. Joffrin, conseiller ‎municipal”. Si tratta di Jules Joffrin (1846-‎‎1890), sostenitore della Comune, riparato poi in Gran Bretagna come lo stesso Pottier. Socialista, fu ‎in seguito un acerrimo oppositore del nazionalismo boulangista bellicista e antisemita (e fu grande ‎nemico dell’Henri Rochefort cui Pottier dedicò, come abbiamo visto, un’altra sua canzone, ‎‎Tu ne sais donc rien ?‎).‎

Chissà se Rino Gaetano aveva letto il testo di questa canzone di Pottier prima di scrivere la sua ‎celebre invettiva Nun te reggae ‎più?‎

Qui, poco dopo l’assedio prussiano e La semaine sanglante, è l’operaio della periferia di Parigi (“le ‎fabourien”), quello che ha lottato “Senza-Sentire-Freddo-agli-Occhi”,... (continua)
Pas-Froid-aux-Yeux, le faubourien,
(continua)
inviata da Dead End 22/1/2013 - 14:25

Tu ne sais donc rien ?‎

Tu ne sais donc rien ?‎
‎[1871]‎
Versi di Eugène Pottier, da i suoi “Chants révolutionnaires” (prima edizione, 1887; seconda ‎edizione accresciuta, 1908)‎
Ignoro su quale melodia fosse intonata.‎
Con dedica “À Henri Rochefort”‎



Una canzone scritta da Pottier nell’estate del 1871 quando, riuscito miracolosamente a scampare al ‎massacro della Comune, si trovava esule in Gran Bretagna, a Gravesend. Ed è all’immobile ed ‎indifferente foresta che circonda la cittadina inglese che il poeta rivoluzionario si rivolge ancora ‎incredulo per l’enormità di quanto appena accaduto: tutto quel sangue versato, tutta quella ‎inenarrabile violenza, tutte quelle speranze tradite…‎



La dedica è a Henri Rochefort (1831-1913), giornalista, polemista, direttore di pubblicazioni ‎satiriche, autore di teatro. Sostenne l’esperienza della Comune ma ne fu anche un feroce critico, ‎tanto da inimicarsi sia i comunardi che il governo... (continua)
La mort a fait double saignée ;
(continua)
inviata da Dead End 22/1/2013 - 12:10

Les transportés

Les transportés
‎[1872]‎
Sulla melodia de “Les sapins” di Pierre Dupont (1821-1870), cantautore, poeta e “goguettier” ‎francese, lo stesso de “Les carriers” sulla cui melodia durante La semaine sanglante fu composta La Commune.‎


Abbiamo già incontrato Jean Allemane nella dedica che gli fece Jean-Baptiste Clément della ‎canzone Le capitaine “Au mur”‎. Comunardo, membro della Guardia nazionale nella difesa di Parigi, alla caduta ‎della Comune fu arrestato e condannato ai lavori forzati a vita. Questa canzone fu da lui scritta a ‎proposito della deportazione in un bagno penale della Nuova Caledonia dove era stato destinato. Lì ‎Jean Allemane continuò a dimostrare di essere un irriducibile e non si piegò mai nonostante le ‎durissime condizioni di prigionia, per lui ancora più feroci visti i suoi continui atti di ‎insubordinazione e i diversi tentativi di evasione. La coerenza del suo ideale rivoluzionario... (continua)
Vaste Océan, tes vagues écumantes,
(continua)
inviata da Dead End 21/1/2013 - 10:20
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Quand viendra-t-elle ?‎

Quand viendra-t-elle ?‎
21 dicembre 2012


Nell'edizione originale dei Chants Révolutionnaires (1887) si trova a pagina 129. Si ignora chi sia il "cittadino Mijoul" cui è dedicata ("Mijoul" è un cognome tipico dell'Alvernia), ma era abitudine di Pottier dedicare le sue canzoni a semplici cittadini che condividevano le sue idee e le sue speranze. Pottier la chiamò una "canzone d'amore"; l'autore stesso la datò al 1870, ma in realtà la aveva già scritta nel 1858, intitolandola simbolicamente Jacques et Marianne (Marianna, come è noto, è figura simbolica della Francia rivoluzionaria). In questo appello al futuro appare chiarissimo che la "bella fanciulla" tanto attesa non è né la libertà, né la pace, bensì la Rivoluzione. [RV]
QUANDO VERRA' ?
(continua)
21/12/2012 - 17:50
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Le Moblot

Le Moblot
21 dicembre 2012



Nell'immagine sopra: uniformi della guerra civile francese del 1871. Quella a sinistra è la "Garde Mobile" volontaria comunarda: i "Moblots" di questa canzone. Si noti la sua forzata semplicità "proletaria", in confronto alla Guardia Nazionale (al centro) e all'esercito regolare al soldo dei Versagliesi (a destra), vale a dire "quelli con l'elmetto" nominati in questo canto. Abbastanza curioso che i "casqués" dell'esercito francese, dopo la batosta presa dai Prussiani portassero comunque un elmetto di foggia germanica.

Curiosamente, Les Moblots non fa parte della prima edizione dei Chants Révolutionnaires; secondo alcuni, non è certa l'attribuzione a Eugène Pottier (parecchi canti tendevano ad essergli attribuiti). Si trova comunque nella seconda edizione del volume, pubblicata nel 1908. [RV]
IL « MOBILOTTO »
(continua)
21/12/2012 - 17:30




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