Je t'attends à Charonne
(1967)
La répression au métro Charonne de la manifestation du 8 février 1962 est un cas de violence policière qui a lieu autour et dans la station de métro Charonne à Paris, à l'encontre de personnes manifestant contre l'Organisation armée secrète (OAS) et la guerre d'Algérie, faisant finalement neuf morts.
Étant donné le contexte des plus tendus et l'état d'urgence décrété en avril 1961 après le putsch d'Alger, la manifestation, organisée par le Parti communiste français et d'autres organisations de gauche, avait en effet été interdite, et le préfet de police de Paris, Maurice Papon, avait donné l'ordre de la réprimer, avec l'accord du ministre de l'Intérieur, Roger Frey, et du président de la République, Charles de Gaulle.
Parmi les manifestants qui essaient de se réfugier dans la bouche de la station de métro, huit personnes trouvent la mort, étouffées ou à cause de fractures du crâne,... (continua)
La répression au métro Charonne de la manifestation du 8 février 1962 est un cas de violence policière qui a lieu autour et dans la station de métro Charonne à Paris, à l'encontre de personnes manifestant contre l'Organisation armée secrète (OAS) et la guerre d'Algérie, faisant finalement neuf morts.
Étant donné le contexte des plus tendus et l'état d'urgence décrété en avril 1961 après le putsch d'Alger, la manifestation, organisée par le Parti communiste français et d'autres organisations de gauche, avait en effet été interdite, et le préfet de police de Paris, Maurice Papon, avait donné l'ordre de la réprimer, avec l'accord du ministre de l'Intérieur, Roger Frey, et du président de la République, Charles de Gaulle.
Parmi les manifestants qui essaient de se réfugier dans la bouche de la station de métro, huit personnes trouvent la mort, étouffées ou à cause de fractures du crâne,... (continua)
L'automne va mourir
(continua)
(continua)
inviata da Pascal BORTOT 8/2/2024 - 13:48
Percorsi:
La guerra d'Algeria
La battaglia di Algeri [ Rue de Thèbes ]
La battaglia di Algeri [ Rue de Thèbes ]
[ 1966 ]
Film / فيلم / Movie / Elokuva:
Gillo Pontecorvo
La battaglia di Algeri / معركة الجزائر / The Battle of Algiers / La Bataille d'Alger / Taistelu Algeriasta
Musica / موسيقى / Music / Musique / Sävel:
Ennio Morricone
Al maestro Ennio Morricone
Al regista Gillo Pontecorvo
Ai 450.000 algerini morti della Rivoluzione algerina
La musica Rue de Thèbes
La Colonna Sonora è tra le prime musiche di Ennio Morricone, composta dopo le colonne sonore dei primi film di Sergio Leone. Non sono tra le più note o le più eseguite, probabilmente perché indissolubilmente legate ad un film che non concede evasioni di nessun tipo.
Il brano che proponiamo si chiama Rue de Thèbes : era il nome della strada, nella Casbah di Algeri, teatro del massacro del 10 agosto 1956. Il nome era stato dato dai Francesi dopo la colonizzazione iniziata nel 1830.... (continua)
[ 1966 ]
Film / فيلم / Movie / Elokuva:
Gillo Pontecorvo
La battaglia di Algeri / معركة الجزائر / The Battle of Algiers / La Bataille d'Alger / Taistelu Algeriasta
Musica / موسيقى / Music / Musique / Sävel:
Ennio Morricone
Al maestro Ennio Morricone
Al regista Gillo Pontecorvo
Ai 450.000 algerini morti della Rivoluzione algerina
La musica Rue de Thèbes
La Colonna Sonora è tra le prime musiche di Ennio Morricone, composta dopo le colonne sonore dei primi film di Sergio Leone. Non sono tra le più note o le più eseguite, probabilmente perché indissolubilmente legate ad un film che non concede evasioni di nessun tipo.
Il brano che proponiamo si chiama Rue de Thèbes : era il nome della strada, nella Casbah di Algeri, teatro del massacro del 10 agosto 1956. Il nome era stato dato dai Francesi dopo la colonizzazione iniziata nel 1830.... (continua)
strumentale
inviata da Riccardo Gullotta 9/7/2020 - 13:13
J'ai osé parler
[1954-57]
Una poesia compresa in “Diwân de l'état-major", che poi insieme a “Matinale de mon peuple” - da dove è tratta Le temps des mots - costituì la raccolta così intitolata pubblicata nel 1961
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Una poesia compresa in “Diwân de l'état-major", che poi insieme a “Matinale de mon peuple” - da dove è tratta Le temps des mots - costituì la raccolta così intitolata pubblicata nel 1961
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
J'ai osé parler !
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 13:54
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Le temps des mots
[1955]
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Una poesia compresa in “Matinale de mon peuple", pubblicata sulla rivista “Esprit” n. 232 del novembre 1955.
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Una poesia compresa in “Matinale de mon peuple", pubblicata sulla rivista “Esprit” n. 232 del novembre 1955.
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Cœur percé d’une hirondelle
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 13:31
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Les belles apparences
[1955]
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Una poesia compresa in “Matinale de mon peuple", pubblicata sulla rivista “Esprit” n. 232 del novembre 1955.
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Una poesia compresa in “Matinale de mon peuple", pubblicata sulla rivista “Esprit” n. 232 del novembre 1955.
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Le cœur à l'étroit
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 13:23
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Tracts
[1954]
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Nella raccolta “Poèmes", con la prefazione di René Char, curata da Albert Camus e pubblicata da Gallimard nel 1954 nella collezione "Espoir".
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
Versi di Jean Sénac (1926-1973), poeta algerino che si esprimeva in francese.
Nella raccolta “Poèmes", con la prefazione di René Char, curata da Albert Camus e pubblicata da Gallimard nel 1954 nella collezione "Espoir".
Musica di Gilles Méchin, in “Gilles Méchin chante Jean Sénac - La vie au bout de la chanson”
Testo trovato sul sito di Gilles Méchin, compositore ed interprete francese.
Jean Sénac era algerino, poeta, cristiano, socialista libertario, nazionalista, omosessuale, ammiratore della grande letteratura francese e algerina, amico di Camus e molti altri intellettuali della gauche francese.
Il poeta “che si firmava con il sole” e che, a differenza di tanti altri, non abbandonò mai la sua terra, fu barbaramente trucidato a colpi di coltello nel povero scantinato dove abitava ad Algeri, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 1973. I suoi assassini non sono mai stati individuati.
C’est un printemps de déchirures,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2018 - 13:06
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Celle que je n'aurais pas voulu faire
Paroles : Claude Vinci - Musique : Jean-Claude Petit
Album "Quarante ans de chansons (1963-2003) par Claude Vinci"
Album "Quarante ans de chansons (1963-2003) par Claude Vinci"
Celle que je n'aurais pas voulu faire
(continua)
(continua)
inviata da JJ 24/11/2017 - 19:01
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Canti di vita e d’amore: Sul ponte di Hiroshima
[1962]
Musica di Luigi Nono, per soprano, tenore e orchestra
Sui seguenti tre testi:
Günther Anders (1902-1992), “Sul punte di Hiroshima”, da “Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki” [titolo originale: “Der Mann auf der Brücke. Tagebuch aus Hiroshima und Nagasaki”, C.H. Beck, Monaco 1959], tr. it. di Renato Solmi, con una prefazione di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino 1961;
Jesús López Pacheco, “Djamila Boupacha” [titolo originale: “Esta noche”, poesia del 1962];
Cesare Pavese, “Tu”, [titolo originale: “Passerò per Piazza di Spagna”, da “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, 1950 (1951).
Testo trovato sull'Archivio Luigi Nono
La prima esecuzione di quest’opera avvenne il 22 agosto 1962 a Edimburgo. Le tre parti, dice Nono stesso, sono tre situazioni proprie del nostro tempo, diverse tra loro ma tutte riconducibili alla tematica della follia criminale e dell’oppressione... (continua)
Musica di Luigi Nono, per soprano, tenore e orchestra
Sui seguenti tre testi:
Günther Anders (1902-1992), “Sul punte di Hiroshima”, da “Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki” [titolo originale: “Der Mann auf der Brücke. Tagebuch aus Hiroshima und Nagasaki”, C.H. Beck, Monaco 1959], tr. it. di Renato Solmi, con una prefazione di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino 1961;
Jesús López Pacheco, “Djamila Boupacha” [titolo originale: “Esta noche”, poesia del 1962];
Cesare Pavese, “Tu”, [titolo originale: “Passerò per Piazza di Spagna”, da “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, 1950 (1951).
Testo trovato sull'Archivio Luigi Nono
La prima esecuzione di quest’opera avvenne il 22 agosto 1962 a Edimburgo. Le tre parti, dice Nono stesso, sono tre situazioni proprie del nostro tempo, diverse tra loro ma tutte riconducibili alla tematica della follia criminale e dell’oppressione... (continua)
I - Sul Ponte di Hiroshima
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/9/2017 - 17:03
La Déchirure
Alerta antifachista
En 1962 j'ai 16 ans, j'écris et je chante mes premières chansons. "La déchirure" est un texte sur la guerre d'Algérie. Je l'ai interprété à Lezoux (Puy de Dome) à l'occasion de la fête du village, le public l'a copieusement sifflé en geulant "Algérie Française" et à la fin du morceau certains ont entonné "La Marseillaise". Un peu plus tard trois individus me sont tombés dessus pour me corriger, des copains m'ont défendu et je m'en suis plustôt bien sorti. 41 ans plus tard je n'enlève pas une virgule à ce que j'ai écris à l'époque et comme beaucoup d'autres camarades, j'attends que la France reconnaisse le génocide des Algériens.
En octobre 61 à Paris une manifestation des opposants à la guerre se termine par une repression policière sanglante, des dizaine de cadavres d'Algériens sont repêchés dans la Seine.Le préfet de police de l'époque s'appelait Maurice Papon. Cet... (continua)
En 1962 j'ai 16 ans, j'écris et je chante mes premières chansons. "La déchirure" est un texte sur la guerre d'Algérie. Je l'ai interprété à Lezoux (Puy de Dome) à l'occasion de la fête du village, le public l'a copieusement sifflé en geulant "Algérie Française" et à la fin du morceau certains ont entonné "La Marseillaise". Un peu plus tard trois individus me sont tombés dessus pour me corriger, des copains m'ont défendu et je m'en suis plustôt bien sorti. 41 ans plus tard je n'enlève pas une virgule à ce que j'ai écris à l'époque et comme beaucoup d'autres camarades, j'attends que la France reconnaisse le génocide des Algériens.
En octobre 61 à Paris une manifestation des opposants à la guerre se termine par une repression policière sanglante, des dizaine de cadavres d'Algériens sont repêchés dans la Seine.Le préfet de police de l'époque s'appelait Maurice Papon. Cet... (continua)
Certains Français en Algérie
(continua)
(continua)
inviata da dq82 10/2/2016 - 10:10
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Chant des vauriens
[1963?]
Versi di Louis Aragon, nella raccolta intitolata “Le Fou d'Elsa” pubblicata nel 1963.
Musica di Lino Léonardi, compositore italiano naturalizzato francese.
La prima interpretazione è di Monique Morelli e risale al 1966. Seguono quelle di Catherine Sauvage (1968) e di Marc Ogeret (1974).
Considerato che quando Aragon scrisse questa poesia era appena finita la sanguinosa guerra d’Algeria e che le poesie contenute nella raccolta “Le Fou d'Elsa” sono in gran parte dedicate al processo di decolonizzazione ed al rapporto tra mondo cristiano e mondo musulmano, credo che i “vauriens” qui descritti siano i giovani immigrati maghrebini delle banlieues francesi, assimilati nella descrizione ai giovani “blusons noirs” bianchi che in quel periodo stavano già vivendo il loro declino.
Versi di Louis Aragon, nella raccolta intitolata “Le Fou d'Elsa” pubblicata nel 1963.
Musica di Lino Léonardi, compositore italiano naturalizzato francese.
La prima interpretazione è di Monique Morelli e risale al 1966. Seguono quelle di Catherine Sauvage (1968) e di Marc Ogeret (1974).
Considerato che quando Aragon scrisse questa poesia era appena finita la sanguinosa guerra d’Algeria e che le poesie contenute nella raccolta “Le Fou d'Elsa” sono in gran parte dedicate al processo di decolonizzazione ed al rapporto tra mondo cristiano e mondo musulmano, credo che i “vauriens” qui descritti siano i giovani immigrati maghrebini delle banlieues francesi, assimilati nella descrizione ai giovani “blusons noirs” bianchi che in quel periodo stavano già vivendo il loro declino.
Porteurs d’oiseaux et de poignards
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/11/2014 - 15:47
Soixante-Soixante Deux
(1987)
Dal re del rock'n'roll in salsa francese una canzoncina che ci riporta agli anni dei suoi esordi, con una certezza: l'Algeria è bella sì ma vista dal Sacro Cuore...
Dal re del rock'n'roll in salsa francese una canzoncina che ci riporta agli anni dei suoi esordi, con una certezza: l'Algeria è bella sì ma vista dal Sacro Cuore...
Saluer l'drapeau en s'levant
(continua)
(continua)
4/5/2014 - 23:11
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Quand les hommes
Les chiens sont lachés, mais pas d’jugement dernier
(continua)
(continua)
inviata da adriana 13/4/2014 - 15:13
Percorsi:
La guerra d'Algeria
La Gloire
[1957]
Versi di Pierre Seghers (1906-1987), poeta, editore, combattente nella Resistenza francese.
Musica di Jean-François Gaël
Nell’album “La guerre, la gloire, le paradis…” pubblicato nel 1968
Poesia scritta da Seghers nel pieno della guerra d’Algeria…
Versi di Pierre Seghers (1906-1987), poeta, editore, combattente nella Resistenza francese.
Musica di Jean-François Gaël
Nell’album “La guerre, la gloire, le paradis…” pubblicato nel 1968
Poesia scritta da Seghers nel pieno della guerra d’Algeria…
Mon beau dragon, mon lance-flammes
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/12/2013 - 11:47
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Je vais revoir ma blonde
[1956]
Scritta da Jacques Plante (1920-2003), liricista francese assai prolifico.
Sulla melodia della canzone popolare americana “The Yellow Rose of Texas” risalente al 1858.
Interpretata da tanti, come Yvette Giraud, Lucien Jeunesse, Charles Gentès e Dario Moreno.
La guerra in Algeria era appena iniziata e non è che tutti i coscritti fossero proprio entusiasti di andare a combattere per la “Grandeur de France”, sentimento che trapela chiaramente da questa allegra marcetta…
Scritta da Jacques Plante (1920-2003), liricista francese assai prolifico.
Sulla melodia della canzone popolare americana “The Yellow Rose of Texas” risalente al 1858.
Interpretata da tanti, come Yvette Giraud, Lucien Jeunesse, Charles Gentès e Dario Moreno.
La guerra in Algeria era appena iniziata e non è che tutti i coscritti fossero proprio entusiasti di andare a combattere per la “Grandeur de France”, sentimento che trapela chiaramente da questa allegra marcetta…
La nuit tombait dans la plaine
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 28/6/2013 - 11:17
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Djamila
Parole e musica di Bernard Joyet
Album “Grand frère, petit frère” del 2000
Canzone dedicata a Djamila Boupacha, militante del Fronte di Liberazione Nazionale algerino. Entrata giovanissima nella resistenza anticoloniale, fu arrestata nel 1960 con l’accusa di aver piazzato una bomba – che venne disinnescata – in una brasserie di Algeri. In prigione fu torturata, seviziata e violentata per oltre un mese dai militari francesi. Il suo caso trapelò e fu reso pubblico in Francia grazie ad un articolo di Simone de Beauvoir, la quale promosse anche la costituzione di un comitato (vi aderirono personaggi come Jean-Paul Sartre e Louis Aragon) per garantirle la difesa ed un processo equo in Francia. Processata a Caen, Djamila Boupacha venne comunque condannata a morte ma diede un volto e un nome a tutti i suoi aguzzini, cosicchè alla difesa fu possibile denunciare per tortura i vertici politico-militari francesi. In seguito agli accordi d'Évian, che ponevano fine alla guerra, Djamila Boupacha fu amnistiata e liberata.
Album “Grand frère, petit frère” del 2000
Canzone dedicata a Djamila Boupacha, militante del Fronte di Liberazione Nazionale algerino. Entrata giovanissima nella resistenza anticoloniale, fu arrestata nel 1960 con l’accusa di aver piazzato una bomba – che venne disinnescata – in una brasserie di Algeri. In prigione fu torturata, seviziata e violentata per oltre un mese dai militari francesi. Il suo caso trapelò e fu reso pubblico in Francia grazie ad un articolo di Simone de Beauvoir, la quale promosse anche la costituzione di un comitato (vi aderirono personaggi come Jean-Paul Sartre e Louis Aragon) per garantirle la difesa ed un processo equo in Francia. Processata a Caen, Djamila Boupacha venne comunque condannata a morte ma diede un volto e un nome a tutti i suoi aguzzini, cosicchè alla difesa fu possibile denunciare per tortura i vertici politico-militari francesi. In seguito agli accordi d'Évian, che ponevano fine alla guerra, Djamila Boupacha fu amnistiata e liberata.
C´est comme une vision divine, radieuse
(continua)
(continua)
inviata da Dead End 3/12/2012 - 13:44
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Octobre 61
[1999]
Album “Brigada Flores Magon”
Parigi 17 ottobre 1961. Ultimi atti della terribile guerra d’Algeria.
Il Fronte di Liberazione Nazionale algerino indisse una manifestazione a Parigi per l’indipendenza dell’Algeria, contro il coprifuoco imposto dal prefetto Papon e per denunciare ancora una volta la sanguinosa campagna di repressione poliziesca ai danni della comunità maghrebina di Francia.
Più di 20.000 manifestanti si ritrovarono con l’intenzione di sfilare in corteo verso gli Champs-Élysées, l’Opéra ed il quartiere latino. Ma la polizia aveva avuto carta bianca da Papon e caricò quasi subito, con estrema violenza… Non si conosce ancora oggi il numero esatto delle vittime, ma furono tra le 50 e le 200… Nei giorni successivi la Senna restituì ancora molti cadaveri… Più di 11.000 persone, oltre la metà dei manifestanti, furono arrestate e rinchiuse per giorni in... (continua)
Album “Brigada Flores Magon”
Parigi 17 ottobre 1961. Ultimi atti della terribile guerra d’Algeria.
Il Fronte di Liberazione Nazionale algerino indisse una manifestazione a Parigi per l’indipendenza dell’Algeria, contro il coprifuoco imposto dal prefetto Papon e per denunciare ancora una volta la sanguinosa campagna di repressione poliziesca ai danni della comunità maghrebina di Francia.
Più di 20.000 manifestanti si ritrovarono con l’intenzione di sfilare in corteo verso gli Champs-Élysées, l’Opéra ed il quartiere latino. Ma la polizia aveva avuto carta bianca da Papon e caricò quasi subito, con estrema violenza… Non si conosce ancora oggi il numero esatto delle vittime, ma furono tra le 50 e le 200… Nei giorni successivi la Senna restituì ancora molti cadaveri… Più di 11.000 persone, oltre la metà dei manifestanti, furono arrestate e rinchiuse per giorni in... (continua)
Je me souviens des drapeaux algériens
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 26/1/2012 - 11:34
Percorsi:
La guerra d'Algeria
L’Algérie
[1977]
Paroles et musique: Serge Lama
Testo e musica: Serge Lama
Album “L’enfant au piano”
“Al porto d’imbarco eravamo migliaia di ragazzi e non avevamo cuore di cantare delle canzoni… Algeria, un’avventura che non volevo… La sera ci giravamo le sigarette per aver meno paura… Algeria, anche con il fucile era un bel paese… Algeria, è là che sono andato a giocare ai soldatini… Un bel giorno racconterò questa storia ai miei nipoti, la storia di un viaggio dove la nostra sola gloria era di avere vent’anni…”
Paroles et musique: Serge Lama
Testo e musica: Serge Lama
Album “L’enfant au piano”
“Al porto d’imbarco eravamo migliaia di ragazzi e non avevamo cuore di cantare delle canzoni… Algeria, un’avventura che non volevo… La sera ci giravamo le sigarette per aver meno paura… Algeria, anche con il fucile era un bel paese… Algeria, è là che sono andato a giocare ai soldatini… Un bel giorno racconterò questa storia ai miei nipoti, la storia di un viaggio dove la nostra sola gloria era di avere vent’anni…”
Dans ce port nous étions des milliers de garçons
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 26/1/2012 - 11:05
Percorsi:
La guerra d'Algeria
General De Gaulle
anonimo
[1962]
Album “Songs of F.L.N. - Freedom Fighters of Algeria” (sung in arabic), Folkways Records.
Canzone satirica contro la Francia ed il suo presidente-generale, la cui linea di condotta rispetto alla questione algerina fu incomprensibile, fra strizzate d’occhio ai pied-noirs, negoziati segreti per una transizione pacifica verso l’indipendenza e feroci repressioni, salvo poi doversi arrendere all’evidenza della storia…
Album “Songs of F.L.N. - Freedom Fighters of Algeria” (sung in arabic), Folkways Records.
Canzone satirica contro la Francia ed il suo presidente-generale, la cui linea di condotta rispetto alla questione algerina fu incomprensibile, fra strizzate d’occhio ai pied-noirs, negoziati segreti per una transizione pacifica verso l’indipendenza e feroci repressioni, salvo poi doversi arrendere all’evidenza della storia…
A tree walks in the streets
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 9/3/2010 - 11:19
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Story of Today
[1962]
Album “Songs of F.L.N. - Freedom Fighters of Algeria” (sung in arabic), Folkways Records.
Testo e musica di Farid Ali (1919-1981), poeta, musicista e combattente algerino, originario della Cabilia. Infatti il testo era originariamente in cabilo, uno dei dialetti berberi parlati in Algeria.
Album “Songs of F.L.N. - Freedom Fighters of Algeria” (sung in arabic), Folkways Records.
Testo e musica di Farid Ali (1919-1981), poeta, musicista e combattente algerino, originario della Cabilia. Infatti il testo era originariamente in cabilo, uno dei dialetti berberi parlati in Algeria.
Listen to this story,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 8/3/2010 - 15:42
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Hymn Of Underground
anonimo
[1962]
Album “Songs of F.L.N. - Freedom Fighters of Algeria” (sung in arabic), Folkways Records.
Testo e musica di autore anonimo.
Eseguita da un coro di combattenti dell’F.L.N., il Fronte di Liberazione algerino.
Cantata in arabo, ma sul libretto che accompagna il disco c’è solo la traduzione in inglese… ci accontentiamo?
“It is the most famous hymn between partisan troupe, which became so important that was used as opening theme by the programs broadcasted by the "voice of Algerian Republic".
[nota introduttiva al brano dal libretto che accompagna l’album]
Album “Songs of F.L.N. - Freedom Fighters of Algeria” (sung in arabic), Folkways Records.
Testo e musica di autore anonimo.
Eseguita da un coro di combattenti dell’F.L.N., il Fronte di Liberazione algerino.
Cantata in arabo, ma sul libretto che accompagna il disco c’è solo la traduzione in inglese… ci accontentiamo?
“It is the most famous hymn between partisan troupe, which became so important that was used as opening theme by the programs broadcasted by the "voice of Algerian Republic".
[nota introduttiva al brano dal libretto che accompagna l’album]
We swear on misfortunes and destruction
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 8/3/2010 - 14:45
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Paris, Oct61
[1995]
Album “Les Choses de rien”
Testo (corredato di approfondita scheda storica) trovato sull’imprescindibile l’histgeobox
Parigi, 1961.
In Algeria la guerra era al suo culmine e, anzi, si era ormai da tempo trasferita in suolo francese, dove vivevano già all’epoca non meno di 400.000 immigrati algerini, 150.000 solo nella regione di Parigi. La comunità algerina, e per analogia con essa, tutti i nordafricani immigrati in Francia vivevano in un clima di insicurezza permanente, vessati di continuo dai controlli, dalle retate e dalle violenze della polizia e vittime del razzismo e del fascismo di molti francesi. Un paio d’anni prima, il prefetto di Parigi Maurice Papon (già funzionario di polizia durante il regime di Vichy) aveva avuto l’idea geniale di istituire una forza di polizia speciale, costituita da volontari di origine maghrebina, dedicata alla repressione delle cellule del... (continua)
Album “Les Choses de rien”
Testo (corredato di approfondita scheda storica) trovato sull’imprescindibile l’histgeobox
Parigi, 1961.
In Algeria la guerra era al suo culmine e, anzi, si era ormai da tempo trasferita in suolo francese, dove vivevano già all’epoca non meno di 400.000 immigrati algerini, 150.000 solo nella regione di Parigi. La comunità algerina, e per analogia con essa, tutti i nordafricani immigrati in Francia vivevano in un clima di insicurezza permanente, vessati di continuo dai controlli, dalle retate e dalle violenze della polizia e vittime del razzismo e del fascismo di molti francesi. Un paio d’anni prima, il prefetto di Parigi Maurice Papon (già funzionario di polizia durante il regime di Vichy) aveva avuto l’idea geniale di istituire una forza di polizia speciale, costituita da volontari di origine maghrebina, dedicata alla repressione delle cellule del... (continua)
Paris sous Paris
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/12/2009 - 12:32
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Algeri 1954
1978
L'ordine è pubblico?
L'ordine è pubblico?
Algeri Algeri Algeri ci sono i fiori c'è il mare
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/5/2007 - 11:01
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Francia Maggio 1958
Testo di Michele L. Straniero
sull'aria di "Colloquio con l'anima"
Nel maggio del 1958 ufficiali dell'esercito e coloni francesi, temendo che il governo di Parigi si stesse preparando a negoziare con i ribelli algerini, insorsero e presero il controllo di Algeri, appoggiati dai comandi militari: sull'esempio algerino, il colpo di stato militare sembrava imminente anche in Francia. In questa situazione critica il generale De Gaulle rientrò sulla scena politica come un salvatore, ma Mitterand, i comunisti e molti intellettuali, come Sartre, non esitarono a denunciare che in realtà De Gaulle era il capo del colpo di Stato fascista che si stava perpetrando in Francia. A giugno l'Assemblea nazionale gli concedette poteri straordinari per governare il paese per sei mesi e preparare una nuova Costituzione.
sull'aria di "Colloquio con l'anima"
Nel maggio del 1958 ufficiali dell'esercito e coloni francesi, temendo che il governo di Parigi si stesse preparando a negoziare con i ribelli algerini, insorsero e presero il controllo di Algeri, appoggiati dai comandi militari: sull'esempio algerino, il colpo di stato militare sembrava imminente anche in Francia. In questa situazione critica il generale De Gaulle rientrò sulla scena politica come un salvatore, ma Mitterand, i comunisti e molti intellettuali, come Sartre, non esitarono a denunciare che in realtà De Gaulle era il capo del colpo di Stato fascista che si stava perpetrando in Francia. A giugno l'Assemblea nazionale gli concedette poteri straordinari per governare il paese per sei mesi e preparare una nuova Costituzione.
Queste notti dormo male,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 11/8/2006 - 11:04
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Canzone del popolo Algerino
Testo di Michele L. Straniero
Musica di Fausto Amodei
«La canzone successiva di Straniero, che ebbi il compito di mettere in musica, fu "La canzone del popolo algerino". Nella presentazione, che Straniero stesso ne fece, riproponendola in un disco pubblicato anni dopo, scriveva fra l’altro:
Per la mia generazione, la guerra d’Algeria ha avuto il valore che ebbe per i nostri padri la guerra di Spagna, e per i più giovani quella del Vietnam: ci fece scoprire l’oppressione e la tortura, ci diede la certezza morale e l’entusiasmo di essere dalla parte giusta, ci aiutò a capire la dinamica della storia, fu quella che si dice una "presa di coscienza" che ci aiutò a diventare adulti.
L’elemento del testo, che per me ebbe più importanza, e che tesaurizzai anche per le mie successive performances da cantautore, fu il fatto che, anziché risolversi in un’invettiva contro il colonialismo e contro... (continua)
Musica di Fausto Amodei
«La canzone successiva di Straniero, che ebbi il compito di mettere in musica, fu "La canzone del popolo algerino". Nella presentazione, che Straniero stesso ne fece, riproponendola in un disco pubblicato anni dopo, scriveva fra l’altro:
Per la mia generazione, la guerra d’Algeria ha avuto il valore che ebbe per i nostri padri la guerra di Spagna, e per i più giovani quella del Vietnam: ci fece scoprire l’oppressione e la tortura, ci diede la certezza morale e l’entusiasmo di essere dalla parte giusta, ci aiutò a capire la dinamica della storia, fu quella che si dice una "presa di coscienza" che ci aiutò a diventare adulti.
L’elemento del testo, che per me ebbe più importanza, e che tesaurizzai anche per le mie successive performances da cantautore, fu il fatto che, anziché risolversi in un’invettiva contro il colonialismo e contro... (continua)
Chi ti ha mandato, soldato,
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
Percorsi:
La guerra d'Algeria
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Texte / Testo / Lyrics /Sanat:
Extrait de / Da / From / Ote kirjasta Frantz Fanon Peau noire masques blancs 1952, Editions du Seuil
Musique / Musica / Music / Sävel:
Jacques Coursil
Album : Clameurs
…Introduire l'invention dans l’existence. Dans le monde où je m'achemine, Jje me crée interminablement .
… La densité de l'Histoire ne détermine aucun de mes actes. Je suis mon propre fondement.
Et c'est en dépassant la donnée historique, instrumentale, que j'introduis le cycle de ma liberté.
… Apportare l’invenzione nella vita. Nel mondo in cui mi muovo, io mi creo senza fine.
…La consistenza della Storia non condiziona nessuno dei miei atti. Sono io il fondamento di me stesso. È nel superamento del dato storico e strumentale che posso avviare il ciclo della mia libertà. [Frantz Fanon].
E’ brano fuori dal comune, nato dall’incrocio tra uno dei più raffinati compositori... (continua)