Fabrizio De André: Monti di Mola
In li Monti di Mola, la manzana
(continua)
(continua)
inviata da adriana 11/5/2011 - 18:10
Nota. Si tratta della traduzione in italiano corrente presente nel libretto dell'album; è con tutta probabilità opera di Fabrizio De André stesso. [CCG/AWS Staff]
MONTI DI MOLA
(continua)
(continua)
Saranno sicuramente felici i nostri amici e compagni Marco Valdo M.I. e Lucien Lane, ma crediamo che il nuovo percorso sugli Asini contro la guerra (e contro il lavoro) abbia parecchie cose da dire a tutti!
Riccardo Venturi 11/5/2011 - 10:42
'A rivoluzioni du 1848 ('U saziu nun criri a lu diunu)
[2003]
o U Sceccu
Dall’album “Banditi, Pirati e Carrettieri”
Testo trovato sul sito ufficiale dei MondOrchestra.
Un brano tradizionale, riarrangiato da Rocco Pollina dei MondOrchestra, risalente alla rivoluzione indipendentista siciliana o “Primavera dei popoli” del 1848, rivoluzione anti-borbonica che ebbe come centro propulsore Palermo. Per 16 mesi, fino al maggio del 1849, la Sicilia si governò come Stato indipendente con Ruggeru Sèttimu a capo del governo. Poi i Borboni ripresero in mano la situazione e Ruggeru Sèttimu fuggì a Malta dove morì in esilio nel 1863.
(Immagino che questa canzone piacerà a Marco Valdo M.I. e, soprattutto, al suo inseparabile Lucien Lane.)
o U Sceccu
Dall’album “Banditi, Pirati e Carrettieri”
Testo trovato sul sito ufficiale dei MondOrchestra.
Un brano tradizionale, riarrangiato da Rocco Pollina dei MondOrchestra, risalente alla rivoluzione indipendentista siciliana o “Primavera dei popoli” del 1848, rivoluzione anti-borbonica che ebbe come centro propulsore Palermo. Per 16 mesi, fino al maggio del 1849, la Sicilia si governò come Stato indipendente con Ruggeru Sèttimu a capo del governo. Poi i Borboni ripresero in mano la situazione e Ruggeru Sèttimu fuggì a Malta dove morì in esilio nel 1863.
(Immagino che questa canzone piacerà a Marco Valdo M.I. e, soprattutto, al suo inseparabile Lucien Lane.)
Nu sceccu avvezzu a traspurtari pani
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 9/5/2011 - 09:56
La canzoncina del militare in bicicletta
[2011]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Ahmed il Lavavetri
Musica / Music / Musique / Sävel :
(Per la versione russa / For the Russian version / Pour la version russe : Sergej Nikolaev
Sergej Nikolajevin venäjänkieliselle versiolle)
Ahmed il Lavavetri ci propone questa semplice canzoncina in cerca d'una musica basandosi su un divertente racconto che gli ha fatto tale R.V., uno abbastanza noto in questo sito. Pochi giorni fa, quest'ultimo è stato chiamato con l'autoambulanza per un intervento assai curioso: riportare in caserma, da un ospedale della provincia, un militare di carriera che aveva subito un incidente piuttosto singolare. La domenica prima, mentre si stava dilettando di ciclocross su un sentiero boschivo, l'ufficiale si era ritrovato all'improvviso davanti un asino che se ne stava bel bello a crogiolarsi al sole. Accorgendosene all'ultimo momento e non intendendo frenare... (continua)
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Ahmed il Lavavetri
Musica / Music / Musique / Sävel :
(Per la versione russa / For the Russian version / Pour la version russe : Sergej Nikolaev
Sergej Nikolajevin venäjänkieliselle versiolle)
Ahmed il Lavavetri ci propone questa semplice canzoncina in cerca d'una musica basandosi su un divertente racconto che gli ha fatto tale R.V., uno abbastanza noto in questo sito. Pochi giorni fa, quest'ultimo è stato chiamato con l'autoambulanza per un intervento assai curioso: riportare in caserma, da un ospedale della provincia, un militare di carriera che aveva subito un incidente piuttosto singolare. La domenica prima, mentre si stava dilettando di ciclocross su un sentiero boschivo, l'ufficiale si era ritrovato all'improvviso davanti un asino che se ne stava bel bello a crogiolarsi al sole. Accorgendosene all'ultimo momento e non intendendo frenare... (continua)
Il militare è un tipo assai sportivo,
(continua)
(continua)
20/4/2011 - 02:20
Chanson italienne – La canzoncina del militare in bicicletta – Ahmed il Lavavetri – 2011
Ahmed le Lavevitres nous propose cette chanson simple en quête d'une musique sur un récit divertissant que lui a fait R.V., un personnage assez connu de ce site. Quelques jours avant, ce dernier été appelé avec son ambulance pour une intervention assez curieuse : ramener à la caserne, d'un hôpital de province, un militaire de carrière victime d'un accident plutôt singulier. Le dimanche avant, alors qu'il se promenait en VTT sur un sentier forestier, l'officier s'était trouvé à l'improviste devant un âne qui se faisait cuire au soleil. Il s'en aperçut au dernier moment et ne pouvant freiner son erre, il buta violemment sur l'âne, lequel n'a absolument rien eu, tandis que le militaire fit une dégringolade terrible et encourut des fractures multiples. En racontant l'affaire, R.V. cachait mal ses rires ;... (continua)
Ahmed le Lavevitres nous propose cette chanson simple en quête d'une musique sur un récit divertissant que lui a fait R.V., un personnage assez connu de ce site. Quelques jours avant, ce dernier été appelé avec son ambulance pour une intervention assez curieuse : ramener à la caserne, d'un hôpital de province, un militaire de carrière victime d'un accident plutôt singulier. Le dimanche avant, alors qu'il se promenait en VTT sur un sentier forestier, l'officier s'était trouvé à l'improviste devant un âne qui se faisait cuire au soleil. Il s'en aperçut au dernier moment et ne pouvant freiner son erre, il buta violemment sur l'âne, lequel n'a absolument rien eu, tandis que le militaire fit une dégringolade terrible et encourut des fractures multiples. En racontant l'affaire, R.V. cachait mal ses rires ;... (continua)
LA PETITE CHANSON DU MILITAIRE À VÉLO.
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 20/4/2011 - 23:27
Marco Valdo, t'as fait vraiment une traduction su-per-be! :-)))
Ahmed il Lavavetri 21/4/2011 - 01:10
Η μπαλάντα του Kυρ-Μέντιου
I baláda tou Kyr-Mediou
Στίχοι: Κώστας Βάρναλης
Μουσική: Λουκάς Θάνου
Πρώτη εκτέλεση: Νίκος Ξυλούρης
'Aλμπουμ: Σάλπισμα
Lyrics by Kostas Varnalis
Music by Loukas Thanou
First performed by Nikos Xylouris
Album: Salpisma
Testo di Kostas Varnalis
Musica di Loukas Thanou
Prima interpretazione di Nikos Xylouris
Album: Salpisma
Kostas Varnalis (1883-1973), greco della diaspora (era nato a Burgas, in Bulgaria, ed in Bulgaria visse a lungo), è uno dei più grandi poeti della Grecia moderna. Ma, sebbene coltissimo di formazione, era un poeta popolare, nel senso più vero della parola; uno che, come Kavafis, faceva circolare le sue poesie su volantini stampati a sue spese. Era anche uno di quei cantori che riescono a modellare la propria lingua in un modo assolutamente vertiginoso, basandosi proprio sui modelli tradizionali più antichi; non a caso tradusse nella lingua moderna Aristofane... (continua)
Στίχοι: Κώστας Βάρναλης
Μουσική: Λουκάς Θάνου
Πρώτη εκτέλεση: Νίκος Ξυλούρης
'Aλμπουμ: Σάλπισμα
Lyrics by Kostas Varnalis
Music by Loukas Thanou
First performed by Nikos Xylouris
Album: Salpisma
Testo di Kostas Varnalis
Musica di Loukas Thanou
Prima interpretazione di Nikos Xylouris
Album: Salpisma
Kostas Varnalis (1883-1973), greco della diaspora (era nato a Burgas, in Bulgaria, ed in Bulgaria visse a lungo), è uno dei più grandi poeti della Grecia moderna. Ma, sebbene coltissimo di formazione, era un poeta popolare, nel senso più vero della parola; uno che, come Kavafis, faceva circolare le sue poesie su volantini stampati a sue spese. Era anche uno di quei cantori che riescono a modellare la propria lingua in un modo assolutamente vertiginoso, basandosi proprio sui modelli tradizionali più antichi; non a caso tradusse nella lingua moderna Aristofane... (continua)
Δεν λυγάνε τα ξεράδια
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 31/5/2007 - 23:17
1° giugno 2007
Tardiva nota alla traduzione. A rigore, Κυρ-Mέντιος andrebbe traslitterato Kyr-Mendios, poiché la sua storia ha origine nella città di Mendi. Ma data l' "evanescenza" del gruppo "-nd-" nella lingua greca, con l'elemento nasale che alcuni pronunciano ed altri no, ho preferito a suo tempo "Medios" anche perché, in italiano, ha un'assonanza con "medio" che mi sembra renda bene l'asino-uomo ordinario, sfruttato, eccetera.
Tardiva nota alla traduzione. A rigore, Κυρ-Mέντιος andrebbe traslitterato Kyr-Mendios, poiché la sua storia ha origine nella città di Mendi. Ma data l' "evanescenza" del gruppo "-nd-" nella lingua greca, con l'elemento nasale che alcuni pronunciano ed altri no, ho preferito a suo tempo "Medios" anche perché, in italiano, ha un'assonanza con "medio" che mi sembra renda bene l'asino-uomo ordinario, sfruttato, eccetera.
LA BALLATA DEL SOR MEDIOS
(continua)
(continua)
Η μπαλάντα του Κυρ-Μέντιου
Το ολόκληρο ποίημα του Κώστα Βάρναλη
La ballata del Sor Medios
La poesia completa di Kostas Vàrnalis
Το ολόκληρο ποίημα του Κώστα Βάρναλη
La ballata del Sor Medios
La poesia completa di Kostas Vàrnalis
La poesia di Kostas Varnalis nel testo completo. Presenta alcune variazioni ortografiche rispetto alla versione abbreviata cantata da Nikos Xylouris. Ovviamente, sulla stessa musica, è possibile cantare anche la poesia completa.
Η ΜΠΑΛΆΝΤΑ ΤΟΥ ΚΥΡ-ΜΈΝΤΙΟΥ
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 1/6/2007 - 00:52
Il testo della canzone in trascrizione fonetica e con assecuzione del testo cantato (secondo la pronuncia di Nikos Xylouris)
[ δe.li'γane ta.kse'raδja
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 1/6/2007 - 01:25
La storia del Sor Medios - 'Η ἱστορία τοῦ Κυρ-Μέντιου
di Gian Piero Testa
ἀπό τὸν Δζὰν Πιέρο Τέστα
Spiega il mio dizionario di Greco Moderno, del prof. Yorgos Babiniòtis, che la denominazione Mèdios, Medis e Kyr-Medios, attribuita popolarmente all'asino, ha un'origine medioevale che ci riporta all'antica città macedone di Mendi, la quale aveva coniato monete, su una faccia delle quali si mostrava una testa d'asino. Per quale motivo, o in onore di chi, il Babiniotis non dice. Dice però che già a Bisanzio ricorreva l'espressione "mèdios onos", "asino di Mendi". A Milano si diceva "asen de Barlasina", "asino di Barlassina", luogo di interscambio delle merci someggiate . E i comaschi istruiti nel Francese e sprezzanti del volgo sentenziavano : "Chacun à sa place, c'est-à-dire: i asen a Zelbi e i cavai a San Sir", dove Zelbio è un'amena ma un tempo molto rustica località montana del Triangolo... (continua)
di Gian Piero Testa
ἀπό τὸν Δζὰν Πιέρο Τέστα
Spiega il mio dizionario di Greco Moderno, del prof. Yorgos Babiniòtis, che la denominazione Mèdios, Medis e Kyr-Medios, attribuita popolarmente all'asino, ha un'origine medioevale che ci riporta all'antica città macedone di Mendi, la quale aveva coniato monete, su una faccia delle quali si mostrava una testa d'asino. Per quale motivo, o in onore di chi, il Babiniotis non dice. Dice però che già a Bisanzio ricorreva l'espressione "mèdios onos", "asino di Mendi". A Milano si diceva "asen de Barlasina", "asino di Barlassina", luogo di interscambio delle merci someggiate . E i comaschi istruiti nel Francese e sprezzanti del volgo sentenziavano : "Chacun à sa place, c'est-à-dire: i asen a Zelbi e i cavai a San Sir", dove Zelbio è un'amena ma un tempo molto rustica località montana del Triangolo... (continua)
Gian Piero Testa 25/4/2009 - 15:08
à partir de la version italienne de Riccardo Venturi
Kostas Varnalis (1883-1973), Grec de la diaspora (né à Burgas en Bulgarie où il vécut longtemps) est un des plus grands poètes de la Grèce moderne. Mais, bien que très cultivé, ce fut un poète populaire au sens le plus vrai du mot; un qui, comme Kavafis, faisait circuler ses poésies sur des feuillets imprimés à ses frais. (Note de Marco Valdo M.I. : aurait-il connu le site des Canzoni contro la Guerra, il aurait pu faire connaître ses poésies à bien des gens...). C'était aussi un de ces chanteurs qui arrivent à moduler leur langue d'une manière proprement vertigineuse, en se fondant sur les modes traditionnels les plus anciens; ce n'est pas par hasard qu'il traduisit en langue moderne Aristophane et Euripide (en plus de Molière et d'anciens poètes chinois). Ses poésies ont été définies comme « dionysiaques », en raison de leur sens... (continua)
Kostas Varnalis (1883-1973), Grec de la diaspora (né à Burgas en Bulgarie où il vécut longtemps) est un des plus grands poètes de la Grèce moderne. Mais, bien que très cultivé, ce fut un poète populaire au sens le plus vrai du mot; un qui, comme Kavafis, faisait circuler ses poésies sur des feuillets imprimés à ses frais. (Note de Marco Valdo M.I. : aurait-il connu le site des Canzoni contro la Guerra, il aurait pu faire connaître ses poésies à bien des gens...). C'était aussi un de ces chanteurs qui arrivent à moduler leur langue d'une manière proprement vertigineuse, en se fondant sur les modes traditionnels les plus anciens; ce n'est pas par hasard qu'il traduisit en langue moderne Aristophane et Euripide (en plus de Molière et d'anciens poètes chinois). Ses poésies ont été définies comme « dionysiaques », en raison de leur sens... (continua)
LA BALLADE DEL SOR MEDIOS
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 2/7/2009 - 21:42
Lo dici tu che non aggiunge né toglie niente: aggiunge ad esempio che mi ero sempre chiesto da dove Varnalis avesse preso il nome di "Sor Medios" (Kyr-Medios) per l'asino. Da quel che hai scritto si potrebbe quasi dire che "Kyr-Medios" (io preferisco dire "Medios" piuttosto che "Mendios", anche se forse sarebbe più corretto; ma sono un "greco antinasale", come sai...) stia tout court per "asino", che ne sia un'antonomasia e che, quindi, una traduzione possibile del titolo di questa canzone sia "La ballata dell'Asino"...
Riccardo Venturi 3/7/2009 - 12:27
Gli asini che restano asini non erano simpatici a Kostas Varnalis. In Grecia, la poesia che dedicò loro, "Οι μοιραίοι" ( cioè "i rassegnati", i "fatalisti"), è spesso citata come espressione dell'altra faccia della "grecità". Theodorakis nel 1964 mise in musica questa poesia di Varnalis per Πολιτεία Β , creando una bellissima, dolente canzone che amava cantare in duetto con la sua cantante prediletta, Maria Fara(n)douri.
Mando il testo della canzone (generalmente non cantato integralmente) e la mia traduzioncella, fatta per stixoi.info.
Οι μοιραίοι
Στίχοι: Κώστας Βάρναλης
Μουσική: Μίκης Θεοδωράκης
Πρώτη εκτέλεση: Γρηγόρης Μπιθικώτσης
Mες την υπόγεια την ταβέρνα,
μες σε καπνούς και σε βρισές
(απάνω στρίγγλιζε η λατέρνα)
όλ' η παρέα πίναμ' εψές·
εψές, σαν όλα τα βραδάκια,
να πάνε κάτου τα φαρμάκια.
Σφιγγόταν ένας πλάι στον άλλο
και κάπου εφτυούσε καταγής.
Ω! πόσο βάσανο μεγάλο
το... (continua)
Mando il testo della canzone (generalmente non cantato integralmente) e la mia traduzioncella, fatta per stixoi.info.
Οι μοιραίοι
Στίχοι: Κώστας Βάρναλης
Μουσική: Μίκης Θεοδωράκης
Πρώτη εκτέλεση: Γρηγόρης Μπιθικώτσης
Mες την υπόγεια την ταβέρνα,
μες σε καπνούς και σε βρισές
(απάνω στρίγγλιζε η λατέρνα)
όλ' η παρέα πίναμ' εψές·
εψές, σαν όλα τα βραδάκια,
να πάνε κάτου τα φαρμάκια.
Σφιγγόταν ένας πλάι στον άλλο
και κάπου εφτυούσε καταγής.
Ω! πόσο βάσανο μεγάλο
το... (continua)
Gian Piero Testa 3/7/2009 - 13:31
Kostas Varnalis legge “Οι μοιραιοι”:
www.snhell.gr
La prima interpretazione de “Οι μοιραιοι” musicati da Mikis Theodorakis. La voce è di Grigoris Bithikotsis:
www.snhell.gr
La prima interpretazione de “Οι μοιραιοι” musicati da Mikis Theodorakis. La voce è di Grigoris Bithikotsis:
Gian Piero Testa 3/7/2009 - 18:34
à partir de la version italienne de Gian Piero Testa - I rassegnati
d'une chanson grecque de Kostas Varnalis - Οι μοιραίοι
d'une chanson grecque de Kostas Varnalis - Οι μοιραίοι
LES RÉSIGNÉS
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 20/5/2010 - 19:47
La mula
[1989]
Album:ELLOS DICEN MIERDA NOSOTROS AMEN
Album:ELLOS DICEN MIERDA NOSOTROS AMEN
Es un general que viene a buscar sitio para disparar
(continua)
(continua)
inviata da adriana 12/12/2009 - 16:42
Noi siamo gli asini
[2007]
Testo e musica di Ascanio Celestini
Da: "Parole sante", album premiato con il Premio Ciampi 2007 come "Miglior debutto discografico dell'anno"
Ci sono due palazzi.
Uno è il centro commerciale con la sua bella insegna, il tetto iperbolico e le vetrate lucide che lo fanno sembrare un autogrill da superstrada per Marte. L'altro, un parallelepipedo dritto pensato da qualche geometra con le coliche è il call center. Uno è fatto per essere guardato e infatti lo vedono tutti. L'altro è invisibile un po' perché non fa piacere vederlo, un po' perché il gemello sgargiante che gli sta accanto si prende tutta l'attenzione. Però si fa sentire. Ci parli al telefono quando ti chiama a casa per venderti un aspirapolvere o un nuovo piano tariffario. Ci parli quando chiami il numero verde scritto sull'etichetta di una bevanda gassata o un assorbente interno. Accanto ai gemelli di cemento armato... (continua)
Testo e musica di Ascanio Celestini
Da: "Parole sante", album premiato con il Premio Ciampi 2007 come "Miglior debutto discografico dell'anno"
Ci sono due palazzi.
Uno è il centro commerciale con la sua bella insegna, il tetto iperbolico e le vetrate lucide che lo fanno sembrare un autogrill da superstrada per Marte. L'altro, un parallelepipedo dritto pensato da qualche geometra con le coliche è il call center. Uno è fatto per essere guardato e infatti lo vedono tutti. L'altro è invisibile un po' perché non fa piacere vederlo, un po' perché il gemello sgargiante che gli sta accanto si prende tutta l'attenzione. Però si fa sentire. Ci parli al telefono quando ti chiama a casa per venderti un aspirapolvere o un nuovo piano tariffario. Ci parli quando chiami il numero verde scritto sull'etichetta di una bevanda gassata o un assorbente interno. Accanto ai gemelli di cemento armato... (continua)
Noi siamo una testa senza giudizio
(continua)
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 23/12/2007 - 18:17
Chanson italienne - Noi siamo asini - Ascanio Celestini – 2007
-
« Paroles Saintes » d'Ascanio Celestini est, tout simplement, un solide album d'auteur. Sa sortie est à l'enseigne de la qualité à laquelle Celestini, connu surtout comme acteur, nous sert des « croquis » d'actualités. Il nous présente des morceaux de ceux qui n'ont aps toujours de voix : des précaires, des personnes qui sont enfermées dans les asiles, de gens qui ne se contentent pas de ce que la société sert sur le plat.
Ascanio Celestini raconte des situations tristes qui concerne notre pays. Ses textes sont à la hauteur de la situation et nous devons espérer pouvoir encore l'écouter comme musicien en plus de l'acteur...
Considéré comme un des talents littéraires et théâtraux majeurs de sa génération ... Sa capacité d'imagination, son talent vocal inné et son air satirique caractéristique resplendissent ... et se relient... (continua)
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« Paroles Saintes » d'Ascanio Celestini est, tout simplement, un solide album d'auteur. Sa sortie est à l'enseigne de la qualité à laquelle Celestini, connu surtout comme acteur, nous sert des « croquis » d'actualités. Il nous présente des morceaux de ceux qui n'ont aps toujours de voix : des précaires, des personnes qui sont enfermées dans les asiles, de gens qui ne se contentent pas de ce que la société sert sur le plat.
Ascanio Celestini raconte des situations tristes qui concerne notre pays. Ses textes sont à la hauteur de la situation et nous devons espérer pouvoir encore l'écouter comme musicien en plus de l'acteur...
Considéré comme un des talents littéraires et théâtraux majeurs de sa génération ... Sa capacité d'imagination, son talent vocal inné et son air satirique caractéristique resplendissent ... et se relient... (continua)
NOUS SOMMES DES ÂNES
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 18/12/2008 - 19:17
Volevo solo suggerire e segnalare che, a proposito di pazzia e lotta dei manicomi, c'è una canzone molto bella che non può assolutamente non essere ricordata: si intitola "Sul nido del cuculo" ed è tratta dall'omonimo disco di Mario Castelnuovo, del 1988; si tratta della storia d'amore tra due pazienti di un manicomio, un amore contrastato dall'ipocrisia della società: ci sono dei passaggi davvero molto intensi e struggenti... (il video si trova su YouTube)
Il titolo è un ovvio riferimento al film "Qualcuno volò sul nido del cuculo", di Milos Forman (1976, se non sbaglio), ispirato a sua volta dall'omonimo romanzo di Ken Kesey
Il titolo è un ovvio riferimento al film "Qualcuno volò sul nido del cuculo", di Milos Forman (1976, se non sbaglio), ispirato a sua volta dall'omonimo romanzo di Ken Kesey
Andrea 3/12/2009 - 14:47
L'âne anar
L'âne anar
Chanson française - L'âne anar – Marco Valdo M.I. et Lucien Lane – 2009
Dis Marco Valdo M.I., dit Lucien l'âne en se dressant de toute sa hauteur et en faisant miroiter son poil noir, as-tu vu le message d'Alessandro, comme il est beau ?
J'ai vu, j'ai vu et j'en suis tout content, dit Marco Valdo M.I. C'est vraiment une belle histoire qu'il nous a raconté là et c'est tout à fait conforme à l'âne que tu es. Un âne anar, mais tous les vrais ânes sont anars.
Dis Marco Valdo M.I., dit Lucien l'âne en se tortillant un peu comme s'il était embarrassé par une importune mouche, si on faisait une canzone pour Alessandro. Ce serait drôle et sans doute, cela sauverait son merveilleux récit. Mais dans la canzone, tu mettras l'âne, Séraphine et même, Alessandro.
Allons-y... , dit Marco Valdo M.I.. Et comme on dit ici, à la guerre comme à la guerre....Ça vaudra, ce que ça vaudra...
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
Chanson française - L'âne anar – Marco Valdo M.I. et Lucien Lane – 2009
Dis Marco Valdo M.I., dit Lucien l'âne en se dressant de toute sa hauteur et en faisant miroiter son poil noir, as-tu vu le message d'Alessandro, comme il est beau ?
J'ai vu, j'ai vu et j'en suis tout content, dit Marco Valdo M.I. C'est vraiment une belle histoire qu'il nous a raconté là et c'est tout à fait conforme à l'âne que tu es. Un âne anar, mais tous les vrais ânes sont anars.
Dis Marco Valdo M.I., dit Lucien l'âne en se tortillant un peu comme s'il était embarrassé par une importune mouche, si on faisait une canzone pour Alessandro. Ce serait drôle et sans doute, cela sauverait son merveilleux récit. Mais dans la canzone, tu mettras l'âne, Séraphine et même, Alessandro.
Allons-y... , dit Marco Valdo M.I.. Et comme on dit ici, à la guerre comme à la guerre....Ça vaudra, ce que ça vaudra...
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
Les ânes me sont sympathiques
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 5/11/2009 - 11:27
Grazie a voi, Marco Valdo M.I. e Lucien l'âne, per questa bella, inaspettata canzone. Grazie anche a nome dei miei vecchi. E' molto piaciuta a tutti quanti quassù, sulle montagne meta della Glorieuse rentrée valdese del 1688.
E anche allora gli asini ebbero sicuramente una parte fondamentale...
Se è vero, come dice Brecht nella sua "Domande di un operaio che legge", che nei libri di storia ci sono solo i nomi dei re e non di chi la storia l'ha fatta davvero, beh, manca anche quanto meno un giusto riconoscimento a tutti gli ignoti animali (asini, muli, cavalli, cammelli e pure gli elefanti di Annibale) che hanno aiutato tutti quegli ignoti uomini a farla davvero, la storia.
Un saluto e un raglio.
Ciao!
E anche allora gli asini ebbero sicuramente una parte fondamentale...
Se è vero, come dice Brecht nella sua "Domande di un operaio che legge", che nei libri di storia ci sono solo i nomi dei re e non di chi la storia l'ha fatta davvero, beh, manca anche quanto meno un giusto riconoscimento a tutti gli ignoti animali (asini, muli, cavalli, cammelli e pure gli elefanti di Annibale) che hanno aiutato tutti quegli ignoti uomini a farla davvero, la storia.
Un saluto e un raglio.
Ciao!
Alessandro 9/11/2009 - 22:01
Pardon... la Glorieuse rentrée dei valdesi è avvenuta nel 1689 e non nel 1688...
Alessandro 9/11/2009 - 22:25
Canzone de Lucien l'âne
Canzone de Lucien l'âne
Canzone française – Canzone de Lucien l'âne – Lucien Lane – 2009
Caro Riccardo, caro Ventu,
Bien sûr qu'on s'est souvent croisés sur les chemins de campagne, sur les sentiers de montagne, sur les routes pierreuses, aux détours des pèlerinages les plus divers... J'ai l'œil noir et vif et moi, je t'ai bien reconnu... Parfois, j'ai une croix sur le dos; parfois, je suis noir; parfois, je suis gris; parfois, je suis brun; parfois, je suis blanc... Je suis l'âne errant que tu croises sur le marché ou là-haut dans le pré. Mais passons. J'ai donc lu avec plaisir ( et Marco Valdo M.I. va la traduire) ta « Lettera ». Comme tu t'adressais à moi, je veux te répondre...
Ma come lo sai, il mio italiano è un po' scarso et poi, veramente, la mia lingua, da lontano, è il francese. Dunque, parlero francese.
D'abord, je vais lever le voile qui couvre pudiquement mes petits secrets.... (continua)
Canzone française – Canzone de Lucien l'âne – Lucien Lane – 2009
Caro Riccardo, caro Ventu,
Bien sûr qu'on s'est souvent croisés sur les chemins de campagne, sur les sentiers de montagne, sur les routes pierreuses, aux détours des pèlerinages les plus divers... J'ai l'œil noir et vif et moi, je t'ai bien reconnu... Parfois, j'ai une croix sur le dos; parfois, je suis noir; parfois, je suis gris; parfois, je suis brun; parfois, je suis blanc... Je suis l'âne errant que tu croises sur le marché ou là-haut dans le pré. Mais passons. J'ai donc lu avec plaisir ( et Marco Valdo M.I. va la traduire) ta « Lettera ». Comme tu t'adressais à moi, je veux te répondre...
Ma come lo sai, il mio italiano è un po' scarso et poi, veramente, la mia lingua, da lontano, è il francese. Dunque, parlero francese.
D'abord, je vais lever le voile qui couvre pudiquement mes petits secrets.... (continua)
Il fut un temps où j'étais un homme-fleur
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I 28/6/2009 - 22:12
Cher Lucien,
D'abord je veux te dédier cette chanson grecque qui parle d'un âne; ou plutôt, ce n'est pas la chanson qui parle de l'âne, mais c'est l'âne même qui parle et raconte sa vie et sa rage. J'espère bien que Marco Valdo M.I. va la traduire en français, parce que c'est vraiment l'hymne de nous autres les ânes. Vraiment tertous. Je vous dis, Lucien, Marco Valdo: on va faire, un très beau jour, la révolution des ânes, η επανάσταση των γαιδαριών. Je vous salue pour le moment, il faut que je fasse la vaisselle...
D'abord je veux te dédier cette chanson grecque qui parle d'un âne; ou plutôt, ce n'est pas la chanson qui parle de l'âne, mais c'est l'âne même qui parle et raconte sa vie et sa rage. J'espère bien que Marco Valdo M.I. va la traduire en français, parce que c'est vraiment l'hymne de nous autres les ânes. Vraiment tertous. Je vous dis, Lucien, Marco Valdo: on va faire, un très beau jour, la révolution des ânes, η επανάσταση των γαιδαριών. Je vous salue pour le moment, il faut que je fasse la vaisselle...
Riccardo Venturi 28/6/2009 - 23:00
Un raglio e un fischio
de Riccardo Venturi
Il faro che, ancora, sta in cima al Capo Poro e che segnala alle imbarcazioni l'ingresso al golfo di Campo, è da anni completamente automatico. Si accende e spegne a una data ora, a seconda delle stagioni, con un dispositivo di temporizzazione; ma fino almeno alla metà degli anni '80 non era così. Ogni giorno qualcuno doveva andare a accenderlo e a spegnerlo alle ore previste; ci andava, finché non è morto, il Soldatino col suo somaro.
Dico somaro perché non so se fosse un asino vero e proprio, un mulo, un bardotto o cosa. Non sono mai stato capace di distinguerli bene, ma c'è quella parola, somaro, che serve per tutti. Il Soldatino era un vecchio senza figlioli, mai stato sposato e secco come un giunco; a una cert'ora lo si vedeva partire da casa, su una delle salite che dal Vapelo vanno al Crino e poi a Galenzana, e poi tornare una volta svolto... (continua)
de Riccardo Venturi
Il faro che, ancora, sta in cima al Capo Poro e che segnala alle imbarcazioni l'ingresso al golfo di Campo, è da anni completamente automatico. Si accende e spegne a una data ora, a seconda delle stagioni, con un dispositivo di temporizzazione; ma fino almeno alla metà degli anni '80 non era così. Ogni giorno qualcuno doveva andare a accenderlo e a spegnerlo alle ore previste; ci andava, finché non è morto, il Soldatino col suo somaro.
Dico somaro perché non so se fosse un asino vero e proprio, un mulo, un bardotto o cosa. Non sono mai stato capace di distinguerli bene, ma c'è quella parola, somaro, che serve per tutti. Il Soldatino era un vecchio senza figlioli, mai stato sposato e secco come un giunco; a una cert'ora lo si vedeva partire da casa, su una delle salite che dal Vapelo vanno al Crino e poi a Galenzana, e poi tornare una volta svolto... (continua)
Cette histoire du Soldatino est véritablement remplie de tendresse, d'amitié et d'un sens profond de l'humanité; en somme, elle est fort belle. Et Lucien l'âne aux yeux plus noirs et plus luisants que le diamant d'Afrique australe a voulu que je la traduise. Il était si ému par la fin de l'ânesse... Honneur aux ânes mortes !
Comment refuser cela à l'auteur lui-même de la canzone ?
Ainsi parlait Marco Valdo M.I.
Un braiment et un sifflement
de Riccardo Venturi
Le phare qui se trouve encore à la cime du Cap Poro et qui signale aux embarcations l'entrée du golfe de Campo, est depuis des années entièrement automatique. Il s'allume et s'éteint à une heure fixée, selon les saisons, au moyen d'un dispositif de temporisation; mais jusqu'à la fin des années 80, il n'en était pas ainsi. Chaque jour quelqu'un devait aller l'allumer et l'éteindre aux heures prévues; y allait, jusqu'à sa mort, le... (continua)
Comment refuser cela à l'auteur lui-même de la canzone ?
Ainsi parlait Marco Valdo M.I.
Un braiment et un sifflement
de Riccardo Venturi
Le phare qui se trouve encore à la cime du Cap Poro et qui signale aux embarcations l'entrée du golfe de Campo, est depuis des années entièrement automatique. Il s'allume et s'éteint à une heure fixée, selon les saisons, au moyen d'un dispositif de temporisation; mais jusqu'à la fin des années 80, il n'en était pas ainsi. Chaque jour quelqu'un devait aller l'allumer et l'éteindre aux heures prévues; y allait, jusqu'à sa mort, le... (continua)
Marco Valdo M.I. 6/7/2009 - 21:25
Nous les ânes
Nous les ânes.
Canzone de révolte asinesque - Nous les ânes – Lucien Lane - 2009
Parodie de la scie sirupeuse – Vous les femmes - Julio Iglesias
Lucien Lane, comme son nom l'indique est un âne et pas n'importe lequel, c'est l'âne Lucien, celui de l'Âne d'Or, venu d'Éphèse, du fond de la plus haute antiquité grecque. Depuis ce temps en compagnie de bien des hommes, il a parcouru le monde; il a vécu toutes les grandes aventures; il a notamment connu Rossinante (une rosse, au sens strict, celle-là) - c'était au temps de Sancho et de Cervantès, on l'a croisé dans les Cévennes avec Stevenson, il a porté les marbres blancs pour Michel-Angelo, il a porté les canons pour Napoléon, il a passé les Alpes avec Hannibal et ses éléphants... Et toujours, toujours, il fut parmi les plus méprisés... Seuls certains hommes (souvent parmi les plus misérables) lui ont fait le signe de reconnaissance le plus... (continua)
Canzone de révolte asinesque - Nous les ânes – Lucien Lane - 2009
Parodie de la scie sirupeuse – Vous les femmes - Julio Iglesias
Lucien Lane, comme son nom l'indique est un âne et pas n'importe lequel, c'est l'âne Lucien, celui de l'Âne d'Or, venu d'Éphèse, du fond de la plus haute antiquité grecque. Depuis ce temps en compagnie de bien des hommes, il a parcouru le monde; il a vécu toutes les grandes aventures; il a notamment connu Rossinante (une rosse, au sens strict, celle-là) - c'était au temps de Sancho et de Cervantès, on l'a croisé dans les Cévennes avec Stevenson, il a porté les marbres blancs pour Michel-Angelo, il a porté les canons pour Napoléon, il a passé les Alpes avec Hannibal et ses éléphants... Et toujours, toujours, il fut parmi les plus méprisés... Seuls certains hommes (souvent parmi les plus misérables) lui ont fait le signe de reconnaissance le plus... (continua)
Nous les ânes, on est calmes
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 6/7/2009 - 00:34
Muri a secco
[2009]
Testo di Riccardo Venturi
Parole e musica del proletariato, quando ci saranno.
Il mio bisnonno di parte materna, Menotti Dini, era nato lo stesso giorno in cui era morto Giuseppe Garibaldi: il 2 giugno 1882. Suo padre era esperto nell'arte di fabbricare i muri a secco per le vigne terrazzate dove si faceva il vino aleatico; e quelle vigne vogliono terreno secco come i muri, pietraie, e aria. Le migliori erano sopra il Seccheto, che il nome già dice tutto, sopra Cavoli, sopra Pomonte e Chiessi; e quelle ancora migliori erano le più in alto. Bisognava prendere dei sentieri ripidi spiombati e salire su fino a sei o settecento metri.
I bambini erano pregiati per quel lavoro. Agili, piccoli, con le dita che s'infilavano nei pertugi. Quando aveva cinque anni e mezzo, il mio bisnonno dovette andare a lavorare con suo padre, a fare i muri a secco. Siamo all'Isola d'Elba attorno al 1888,... (continua)
Testo di Riccardo Venturi
Parole e musica del proletariato, quando ci saranno.
Il mio bisnonno di parte materna, Menotti Dini, era nato lo stesso giorno in cui era morto Giuseppe Garibaldi: il 2 giugno 1882. Suo padre era esperto nell'arte di fabbricare i muri a secco per le vigne terrazzate dove si faceva il vino aleatico; e quelle vigne vogliono terreno secco come i muri, pietraie, e aria. Le migliori erano sopra il Seccheto, che il nome già dice tutto, sopra Cavoli, sopra Pomonte e Chiessi; e quelle ancora migliori erano le più in alto. Bisognava prendere dei sentieri ripidi spiombati e salire su fino a sei o settecento metri.
I bambini erano pregiati per quel lavoro. Agili, piccoli, con le dita che s'infilavano nei pertugi. Quando aveva cinque anni e mezzo, il mio bisnonno dovette andare a lavorare con suo padre, a fare i muri a secco. Siamo all'Isola d'Elba attorno al 1888,... (continua)
All'alba non c'erano galli,
(continua)
(continua)
26/6/2009 - 05:28
Caro Riccardo, il tuo testo molto bello mi ha fatto venire in mente una canzone milanese d'altri tempi,non dissimili da quelli del tuo bisnonno, quando il lavoro dei padri arpionava i figlioletti appena svezzati e non li mollava più, se non quando la schiena era rotta, e il vecchio, come un cavallo spremuto, l'era dumà bon de mazzà. E' la canzone del Mulèta (L'Arrotino), che trascrivo così come ce l'ho in mente, sicuramente con molti errori. Mi pare di averla sentita, con le parole giuste, anche da Svampa.
Me pader fa el mulèta
e mi fo el muletin
quand sarà mort me pader
farò el muleta anmì.
Me pader fa el mulèta
e mi fo el muntasù
me pader toeuvi i svanzik
e mi pesciàd n' del cuu.
Gira la roeuda la gira
gira gira la roeuda la va
gira gira Giuvann che ven sira
ma la roeuda continua a girà.
Quanto ai muri a secco, ho sentito dire che è vero: non si trova più nessuno che li sappia fare. Ma gli Albanesi conoscono ancora l'arte.
Me pader fa el mulèta
e mi fo el muletin
quand sarà mort me pader
farò el muleta anmì.
Me pader fa el mulèta
e mi fo el muntasù
me pader toeuvi i svanzik
e mi pesciàd n' del cuu.
Gira la roeuda la gira
gira gira la roeuda la va
gira gira Giuvann che ven sira
ma la roeuda continua a girà.
Quanto ai muri a secco, ho sentito dire che è vero: non si trova più nessuno che li sappia fare. Ma gli Albanesi conoscono ancora l'arte.
Gian Piero Testa 28/6/2009 - 21:47
La prière [including Il n'y a pas d'amour heureux and Preghiera in gennaio]
Poème de Francis Jammes [1906]
D'après le recueil L'église habillée de feuilles
[Titre originel: Les mystères douloureux]
Musique et interprétation de Georges Brassens
1953, Disque 3, face 2
Poesia di Francis Jammes [1906]
Dalla raccolta L'églis habillée de feuilles [La chiesa vestita di foglie]
[Titolo originale: Les mystères douloureux (I misteri dolorosi)]
Musica e interpretazione di Georges Brassens
1953, Disco 3, Lato 2
Una delle massime, e più note, poesie di Francis Jammes che ha avuto un destino musicale decisamente singolare sin da quando, nel 1953, Georges Brassens la mise in musica per inserirla nel suo 3° disco. Abbreviandola di diverse strofe rispetto all'originale, ma rendendola probabilmente più altamente drammatica. Al pathos della canzone contribuisce senz'altro anche la melodia composta da Brassens, che deciderà poi addirittura di usarla, senza cambiarne... (continua)
D'après le recueil L'église habillée de feuilles
[Titre originel: Les mystères douloureux]
Musique et interprétation de Georges Brassens
1953, Disque 3, face 2
Poesia di Francis Jammes [1906]
Dalla raccolta L'églis habillée de feuilles [La chiesa vestita di foglie]
[Titolo originale: Les mystères douloureux (I misteri dolorosi)]
Musica e interpretazione di Georges Brassens
1953, Disco 3, Lato 2
Una delle massime, e più note, poesie di Francis Jammes che ha avuto un destino musicale decisamente singolare sin da quando, nel 1953, Georges Brassens la mise in musica per inserirla nel suo 3° disco. Abbreviandola di diverse strofe rispetto all'originale, ma rendendola probabilmente più altamente drammatica. Al pathos della canzone contribuisce senz'altro anche la melodia composta da Brassens, che deciderà poi addirittura di usarla, senza cambiarne... (continua)
Agonie.
(continua)
(continua)
inviata da Susana 5/1/2008 - 09:35
Il n'y a pas d'amour heureux
Poème de Louis Aragon [1946]
Musique: Georges Brassens, La Prière, 1953.
Georges Brassens dal vivo, con Pierre Nicolas al contrabbasso.
Poème de Louis Aragon [1946]
Musique: Georges Brassens, La Prière, 1953.
Georges Brassens dal vivo, con Pierre Nicolas al contrabbasso.
La poesia di Louis Aragon cantata da Brassens sulla stessa melodia de La Prière è stata da Brassens abbreviata della strofa finale. La proponiamo nel testo integrale, con la strofa finale indicata tra [parentesi quadre]. [CCG/AWS Staff]
IL N'Y A PAS D'AMOUR HEUREUX
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 6/1/2008 - 19:31
Della poesia completa di Aragon (e della canzone di Brassens)
6 gennaio 2008
6 gennaio 2008
NON ESISTE AMORE FELICE
(continua)
(continua)
Fabrizio De André: Preghiera in Gennaio
[1967] - Testo e musica di Fabrizio de André
dedicata a Luigi Tenco
[1967] - Testo e musica di Fabrizio de André
dedicata a Luigi Tenco
Lascia che sia fiorito
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 6/1/2008 - 21:11
La strana situazione di FABRIZIO DE ANDRE’ cantautore dei poveri:
LE SUE CANZONI CENSURATE DALLA RAI-TV, PIACCIONO IN VATICANO
Genova, aprile
L'ultimo dei "trovatori", il cantore dei poveri, della gente che conduce una vita normale, in un mondo maledettamente normale, il mondo della grande provincia italiana, l'ho trovato a Genova in un appartamento dalle ampie vetrate, in faccia al mare, sul corso Italia. Si chiama Fabrizio De André, ha 28 anni, è sposato ed ha un figlio di nome Cristiano, di sei anni.
Fabrizio De André è l'autore di canzoni come Marinella, Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitier, II testamento e La ballata del Miché. Tutte canzoni censurate dalla commissione d'ascolto della Televisione italiana, che le ha giudicate troppo "spinte" per il gusto degli italiani. Immorali, insomma. Tutte canzoni che raccontano storie tristi, antiche, con un gusto quasi... (continua)
LE SUE CANZONI CENSURATE DALLA RAI-TV, PIACCIONO IN VATICANO
Genova, aprile
L'ultimo dei "trovatori", il cantore dei poveri, della gente che conduce una vita normale, in un mondo maledettamente normale, il mondo della grande provincia italiana, l'ho trovato a Genova in un appartamento dalle ampie vetrate, in faccia al mare, sul corso Italia. Si chiama Fabrizio De André, ha 28 anni, è sposato ed ha un figlio di nome Cristiano, di sei anni.
Fabrizio De André è l'autore di canzoni come Marinella, Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitier, II testamento e La ballata del Miché. Tutte canzoni censurate dalla commissione d'ascolto della Televisione italiana, che le ha giudicate troppo "spinte" per il gusto degli italiani. Immorali, insomma. Tutte canzoni che raccontano storie tristi, antiche, con un gusto quasi... (continua)
Alessio 7/1/2008 - 15:01
Trovato qui
Per el fiolin ch’el moeur visin a la soa mamma
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 18/7/2008 - 13:38
Versione cantabile, fedele all'originale, anche se in parte modernizzata. Alcune immagini poetiche infatti, tipiche dei primi decenni del 900,vengono attualizzate. Così il bambino morente mentre gli altri giocano in cortile diviene il ragazzo ucciso in chissà quali tragiche circostanze e l'ubriaco che rientra alla sera diviene il padre violento.
LA PREGHIERA
(continua)
(continua)
inviata da Andrea Buriani 31/1/2009 - 19:23
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Testo e musica di Fabrizio De André e Mauro Pagani
Ai cori: Tazenda
Album : Le nuvole
"Monti di Mola: così era anticamente chiamata l'attuale Costa Smeralda." Così recita la scarna nota presente sul libretto dell’album “Le Nuvole”. A chi scrive, questa cosa ha dato sempre un po’ da pensare: il fatto è che una “Mola” esiste pure all’Isola d’Elba, subito prima di Portolongone, e che sicuramente esisterà qualche Mola anche in Corsica e nelle altre isole sparse qua e là per quel pezzo di Mediterraneo. Dev’essere, poi, una specie di destino per queste “Mola” di essere turistificate e trasformate in esclusivi “resort” per ricchi o aspiranti tali; se i “Monti di Mola” della Gallura sono diventati la “Costa Smeralda”, il Portolongone carcerario è dovuto diventare “Porto Azzurro”. Smeraldi e azzurri, insomma, per segnare il mutamento di destinazione, il cambio d’uso e di sfruttamento.... (continua)