[1921]
Parole musica di Friedrich Hollaender
Interpretata da Rosa Valetti al Cabaret Größenwahn da lei creato.
Il Cabaret Größenwahn fu un cabaret politico-letterario di Berlino, aperto il 23 dicembre 1920 al primo piano del Café des Westens (centro di ritrovo delle avanguardie artistiche del tempo, e conosciuto come Café Größenwahn), all’angolo tra Kurfürstendamm e Joachimsthalerstraße. (Kabarett.it)
Interpretata anche da Ute Lemper in "Berlin Cabaret Songs", album del 1996
Purtroppo il testo si trova solo su siti generalisti.
Ho provato a sistemarlo all'ascolto ma... io non parlo il tedesco, scusatemi, pardon...
"Oh che bella era la Germania, sanguinaria!
Quando passavamo noi tremava anche l’aria!
Tuoni e lampi scatenavano le nostre ire!
Eravamo gli Unni e c’era poco da scherzare!"
(traduzione di Elisabetta Zoni, Berlin cabaret songs)
Ach, was warn wir Deutschen doch, so gierig nach dem Blut! Hei! (continua)
[1922]
Parole di Kurt Tucholsky
Musica di Friedrich Hollaender
Testo trovato su Zeno.org
Rosa Valetti è stata attrice di cinema e di cabaret e cantante. Fondatrice del celebre “Cabaret Grössenwahn” al Café des Westens di Berlino, fu interprete nella prima messa in scena dell’Opera da Tre Soldi di Brecht ed ebbe ruoli importanti in parecchie famose pellicole dell’epoca, da “L’angelo Azzurro” a “M - Il mostro di Düsseldorf”. Kurt Tucholsky scrisse appositamente per lei questa “Rote Melodie” che la Valetti eseguiva molto spesso nel corso delle sue performance teatrali.
Kurt Tucholsky, autore del testo di questa canzone, è stato scrittore, poeta, giornalista e uno dei più importanti autori satirici tedeschi. Nato nel 1890 in una famiglia ebrea di origini polacche, Tucholsky fin da giovanissimo compose testi satirici regolarmente pubblicati su importanti settimanali, quotidiani e riviste... (continua)
Für Erich Ludendorff (continua)
inviata da Bartleby 22/11/2010 - 13:44
Uno scritto assolutamente profetico di Kurt Tucholsky, firmato sotto uno dei suoi tanti pseudonimi, quello di Ignaz Wrobel, e pubblicato nel 1925 su “Die Weltbühne”, il settimanale di politica, arte ed economia che Tucholsky diresse fino al 1930, prima di abbandonare la Germania ormai quasi nazista alla volta della Svezia, lasciando il giornale alle cure dell’amico fraterno Carl von Ossietzky…
Nel 1935 Tucholsky morì suicida; nello stesso anno von Ossietzky ricevette il premio Nobel per la pace mentre si trovava prigioniero dei nazisti che non per questo lo liberarono, anzi: morì nel 1938 in seguito alle terribili condizioni di prigionia…
PER CHE COSA?
Di Ignaz Wrobel
Titolo originale:“Das Andere Deutschland”
Pubblicato su Die Weltbühne del 24 dicembre 1925.
Traduzione di Alessandra Luise e Susanna Böhme-Kuby, da L’Ospite Ingrato
“Come bambini vi lasciate ingannare,
finché lo capite... (continua)
Chanson allemande – Rote Melodie – Kurt Tucholsky – 1922
Première interprète : Rosa Valetti
Musique de Friedrich Hollander
Rosa Valetti était une actrice de cinéma et de cabaret et une chanteuse. Fondatrice du célèbre « Cabaret Grössenwahn » (Grands délires ?) au café de l'Ouest à Berlin ; elle fut l'interprète de la première mise en scène de L'Opéra de Quatre Sous de Bertolt Brecht et elle tînt un rôle important dans plusieurs films fameux de cette époque, de « L'ANGE BLEU » à « M, LE MAUDIT ». Kurt Tucholsky écrivit spécialement pour elle cette « MÉLODIE ROUGE » que Valetti présentait souvent dans ses performances théâtrales.
Kurt Tucholsky, l'auteur du texte de cette chanson, était un écrivain, poète, journaliste et un des plus importants auteurs satiriques allemands. Né en 1890 dans une famille juive d'origine polonaise, Tucholsky dès sa jeunesse composa des textes satiriques régulièrement... (continua)
[1920]
Versi di Walter Mehring (1896-1981), autore per il cabaret, poeta e scrittore.
Poesia pubblicata sulla rivista “Dada Almanach” fondata e curata da Richard Huelsenbeck (1892-1974), esponente del Dadaismo in letteratura, autore nel 1918 del manifesto di quel movimento artistico.
Successivamente messa in musica del compositore Friedrich Hollaender (1896-1976)
Interpretata da Rosa Valetti e poi da Trude Hesterberg
Una poesia dadaista del tutto profetica che racconta – in un gergo berlinese che farà la gioia del Venturi nel tradurla – non solo la Germania del primo dopoguerra, quella dell'umiliazione di Versailles e della debolezza e vulnerabilità della Repubblica e della democrazia – ma anche quella, di lì a venire ma già ben vitale, delle croci uncinate, dell'antisemitismo, dei pogrom e della nuova guerra...
[...] Negli Ufa-Film viva l’Imperatore,
già sventola al duomo la reazione,
con... (continua)
[1928]
Versi di Julian Arendt (1895-1938), scrittore ebreo tedesco, autore di molti testi per il cabaret durante la Repubblica di Weimar.
Musica di Otto Stransky (1889-1932), compositore austriaco.
Interpretata da Ernst Busch, dal vivo al “Larifari”, un cabaret itinerante a contenuto fortemente politico fondato proprio nel 1928 a Berlino da Rosa Valetti, famosa attrice di cinema e di cabaret e cantante, e da Erich Einegg, pianista e compositore.
Ritrovo la canzone nei dischi di Busch intitolati “Die Goldenen Zwanziger Jahre” del 1964 e “Ernst Busch 1 (Lieder Der Arbeiterklasse 1917-1933)” del 1970.
Testo trovato qui
Una canzoncina da kabarett che prende allegramente per il culo i socialdemocratici tedeschi, i cui candidati, durante la campagna elettorale del 1928, distribuivano ai raduni saponette con su impresso “Vota SPD”. Un’iniziativa davvero “pulita” per una Germania sull’orlo... (continua)
Parole musica di Friedrich Hollaender
Interpretata da Rosa Valetti al Cabaret Größenwahn da lei creato.
Il Cabaret Größenwahn fu un cabaret politico-letterario di Berlino, aperto il 23 dicembre 1920 al primo piano del Café des Westens (centro di ritrovo delle avanguardie artistiche del tempo, e conosciuto come Café Größenwahn), all’angolo tra Kurfürstendamm e Joachimsthalerstraße. (Kabarett.it)
Interpretata anche da Ute Lemper in "Berlin Cabaret Songs", album del 1996
Purtroppo il testo si trova solo su siti generalisti.
Ho provato a sistemarlo all'ascolto ma... io non parlo il tedesco, scusatemi, pardon...
"Oh che bella era la Germania, sanguinaria!
Quando passavamo noi tremava anche l’aria!
Tuoni e lampi scatenavano le nostre ire!
Eravamo gli Unni e c’era poco da scherzare!"
(traduzione di Elisabetta Zoni, Berlin cabaret songs)