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Autore Víctor Jara

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Gwerz Victor C'hara

Gwerz Victor C'hara
[1974]
Testo e musica: Gilles Servat
Paroles et musique: Gilles Servat
Album: L'Hirondelle

La canzone, in lingua bretone, è tratta da un articolo dello scrittore cileno Miguel Cabezas, testimone oculare dell'assassinio di Víctor Jara da parte dei militari golpisti cileni nel settembre del 1973 (si veda particolarmente la canzone "Estadio Chile", l'ultima scritta da Jara prima di essere ucciso). Il nome di Jara è nell'ortografia fonetica bretone (C'hara) per mantenere la pronuncia originale spagnola ("Jara" si leggerebbe come in francese). Una canzone assolutamente toccante, e splendida anche musicalmente nell'interpretazione roca del primo Servat.

La canzone può essere ascoltata integralmente (ma non scaricata) dal "radio blog" Skingomz ar frankiz ("Radio Libertà").
Ar brizionidi e sportva Chile
(continua)
inviata da Paolo Sollier

Essi vennero

Essi vennero
[1994]
Testo e musica di Marco Ciari, Stefano Giaccone, Lalli

"Verso la fine degli anni settanta, un gruppo di compagni torinesi accende la scintilla che prende il nome di Franti: …il cattivo del libro "Cuore", quello che rompe i vetri a fiondate e non ascolta il maestro, quello che ride quando il re d'italia muore.
Un manifesto, più che un nome. fanno musica semplice, che sa pensare di testa propria e non cavalca le tendenze di mercato. Per questo, e per il vizio bastardo di non prostituirsi, di essere comunque diversi, si trovano tagliati fuori da tutti i circuiti: quello tradizionale non li vuole perchè gli sputano addosso ridendo tutte le sue contraddizioni, quello alternativo neanche, in fondo per gli stessi motivi.
Solo, per la strada, Franti è cantante e pittore, saltimbanco e scrittore, sognatore e poeta. La poesia di franti è poesia da strada: canta frasi raccolte dai manifesti... (continua)
Tre streghe volando di ritorno dal sabba
(continua)
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Una bandiera di carta

Una bandiera di carta
"Verso la fine degli anni settanta, un gruppo di compagni torinesi accende la scintilla che prende il nome di Franti: …il cattivo del libro "Cuore", quello che rompe i vetri a fiondate e non ascolta il maestro, quello che ride quando il re d'italia muore.
Un manifesto, più che un nome. fanno musica semplice, che sa pensare di testa propria e non cavalca le tendenze di mercato. Per questo, e per il vizio bastardo di non prostituirsi, di essere comunque diversi, si trovano tagliati fuori da tutti i circuiti: quello tradizionale non li vuole perchè gli sputano addosso ridendo tutte le sue contraddizioni, quello alternativo neanche, in fondo per gli stessi motivi.
Solo, per la strada, Franti è cantante e pittore, saltimbanco e scrittore, sognatore e poeta. La poesia di franti è poesia da strada: canta frasi raccolte dai manifesti e dalle scritte sui muri, le parole della gente sull’autobus,... (continua)
Una bandiera di carta porterò alla festa dei pupazzi animati
(continua)
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Washington Bullets

Washington Bullets
[1980]
From the album "Sandinista!"
Dall'album "Sandinista!"



"Washington Bullets" is a song from The Clash's 1980 album Sandinista!. A politically charged song, it is a simplified version of Latin American history from the 1959 Cuban Revolution to the Nicaraguan Sandinistas of the 1980s, with mention of the Bay of Pigs Invasion, the Soviet invasion of Afghanistan, the Dalai Lama, and Victor Jara. A criticism of the foreign policy of the United States, the song is indicative of The Clash's left wing politics. The song's title is a pun on the name of the American capital city's NBA franchise, which later went on to change its name to the Washington Wizards in 1997.

The song is one of The Clash's more experimental, in the reggae style, with a xylophone and lyrics that are almost spoken rather than sung. Though the xylophone is the most prominent instrument, electric guitar riffs are still... (continua)
Oh, Mama, Mama look there
(continua)




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