Οι γάτες των φορτηγών
Οι ναυτικοί στα φορτηγά πάντα μια γάτα τρέφουν,
(continua)
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 13/4/2010 - 17:06
Percorsi:
Gatti & gattacci, Guerra agli animali
Versione italiana di Gian Piero Testa
Nikos Kavvadìas (Νίκος Καββαδίας) nacque nel 1910 in Manciuria, dove il padre, nato da una importante famiglia di armatori di Cefalonia, teneva un ufficio commerciale in grado di rifornire l'esercito dello Zar. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale il padre mandò la famiglia ad Argostoli, mentre lui si trasferiva in Russia per continuare la sua attività. Con la Rivoluzione d'Ottobre, fu imprigionato e potè rientrare in patria, distrutto, solamente nel 1921.
La famiglia si trasferì allora al Pireo, dove Nikos cominciò a frequentare le scuole e a fare le prime letture di romanzi d'avventura. Al Ginnasio conobbe il medico della Marina Paolo Nirvana e cominciò a pubblicare poesie sotto pseudonimo. La morte del padre lo costrinse a rinunciare agli studi di medicina e a trovarsi un lavoro come mozzo sulle navi da carico. Nel 1934 trasferisce i familiari... (continua)
Nikos Kavvadìas (Νίκος Καββαδίας) nacque nel 1910 in Manciuria, dove il padre, nato da una importante famiglia di armatori di Cefalonia, teneva un ufficio commerciale in grado di rifornire l'esercito dello Zar. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale il padre mandò la famiglia ad Argostoli, mentre lui si trasferiva in Russia per continuare la sua attività. Con la Rivoluzione d'Ottobre, fu imprigionato e potè rientrare in patria, distrutto, solamente nel 1921.
La famiglia si trasferì allora al Pireo, dove Nikos cominciò a frequentare le scuole e a fare le prime letture di romanzi d'avventura. Al Ginnasio conobbe il medico della Marina Paolo Nirvana e cominciò a pubblicare poesie sotto pseudonimo. La morte del padre lo costrinse a rinunciare agli studi di medicina e a trovarsi un lavoro come mozzo sulle navi da carico. Nel 1934 trasferisce i familiari... (continua)
LE GATTE DEI MERCANTILI
(continua)
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 13/4/2010 - 18:17
Bellissima. Grazie Gian Piero.
(Credo che i poveri gatti morissero di infezione tetanica... crea rigidità e spasmi muscolari dolorosi prima della paralisi respiratoria...)
(Credo che i poveri gatti morissero di infezione tetanica... crea rigidità e spasmi muscolari dolorosi prima della paralisi respiratoria...)
Alessandro 14/4/2010 - 10:25
Ho avuto finalmente modo di ascoltare e leggere questa canzone, e devo dire che gli perdono all'istante tutti gli "arrosti" che ha combinato in questi giorni con gli inserimenti :-)
Naturalmente sto scherzando: non scherzo però sulla bellezza di questa canzone. Davvero sì che ha il suo posto in questo sito. Forse non sarei dirne nemmeno il perché, o forse saprei dirne centomila. C'è Nicco sul letto che dorme, e vedere un gatto che dorme sul letto da un'impressione di pace, e di casa, che in questo momento della mia vita sono cose sommamente importanti.
Grazie dunque a Gianpiero per questa canzone, e per l'altrettanto e consuetamente bella sua traduzione. Alle cose volgari come rimettere in sesto le pagine e aggiustare gli autori, ci penso io. Lui si occupi di farci conoscere queste meraviglie.
Naturalmente sto scherzando: non scherzo però sulla bellezza di questa canzone. Davvero sì che ha il suo posto in questo sito. Forse non sarei dirne nemmeno il perché, o forse saprei dirne centomila. C'è Nicco sul letto che dorme, e vedere un gatto che dorme sul letto da un'impressione di pace, e di casa, che in questo momento della mia vita sono cose sommamente importanti.
Grazie dunque a Gianpiero per questa canzone, e per l'altrettanto e consuetamente bella sua traduzione. Alle cose volgari come rimettere in sesto le pagine e aggiustare gli autori, ci penso io. Lui si occupi di farci conoscere queste meraviglie.
Riccardo Venturi 16/4/2010 - 20:19
Grazie e grazie, Riccardo. Scusami dei pasticci. Ma sto cercando di imparare.
Gian Piero Testa 16/4/2010 - 20:36
Alessandro forse si ricorderà che di Nikos Kavvadias abbiamo già avuto a parlarne qui dentro, in occasione di un'estemporanea discussione sulle isole Lofoten (dove, mi sembra, intendeva trasferirsi; a maggior ragione adesso che il Piemonte è passato alla Lega...). Nikos Kavvadias è l'autore del Pilota Nagel (Ο πιλότος Νάγκελ), forse la sua più famosa poesia che mi capitò di riportare in quella pagina...
Riccardo Venturi 16/4/2010 - 20:37
Te l'ho detto, Gianpiero: a parte che nessuno "nasce imparato" (e poi è tutto semplicissimo per me che lo faccio da anni...), quando finalmente verrai a Firenze ti metto al piccì (quello coi tasti e le lucine colorate, non il glorioso partito de' lavoratori) e in venticinque minuti hai imparato tutto quanto. Gli è che oramai sto diventando un vecchio bilioso, e che in certe cose ero un pignolo di merda a vent'anni -figurarsi ora. Ma ti assicuro che il tutto è durato 35 secondi... :-)
Riccardo Venturi 16/4/2010 - 20:43
Il "Pilota Nagel" è in "Grammès ton Orizòndon" (Linee degli Orizzonti) che, confermo, sono state musicate da Thanos Mikroutsikos. Una cosa mi spiace di Kavvadìas - che mi è simpaticissimo e di cui avrei l'intenzione di tradurre per stixoi.info, dove già ci sono 56 canzoni, tutto quello che mi capiterà di trovare- è che, mentre viveva, nessuno gli musicò niente. Non arrivò in tempo a sentire le sue poesie in musica.Poi lo fecero Mikroutsikos, Mariza Koh, gli Xembarki e altri. Quando comincerò a tradurre, naturalmente, avrei piacere che i visitatori di AWS leggessero e ascoltassero le poesie di Kavvadias: ma poche hanno contenuti esplicitamente connessi al nostro sito. A meno che Riccardo trovi qualche buona ragione...Quest'anno, ad esempio, ricorre il centenario della sua nascita, ma è una buona ragione?
Alle Lofoten era stata la mia sorella Adele, che mi manca - troppo - da sei mesi.... (continua)
Alle Lofoten era stata la mia sorella Adele, che mi manca - troppo - da sei mesi.... (continua)
Gian Piero Testa 16/4/2010 - 23:31
Per prima cosa un grosso grazie a G.P. Testa che ha pubblicato la traduzione della lirica del poeta e poi grazie a voi che date spazio, voce e lettura a testi a volte introvabili. Ho ricevuto ieri sera da un mio caro amico greco la melodia di un'altra canzone che ha dato melodia ad un'altro poema "yara yara" molto bella. cordiali asaluti Sergio
sergiocichella@tin.it 30/9/2010 - 11:10
Caro GPT e carissimi tutti,
vi segnalo questo documento pdf pubblicato dalla comunità greco orientale di trieste su Nikos Kavvadias: il poeta dei mari e dell'amore incompiuto. Spero possa interessare, io l'ho trovato molto bello.
http://www.hfc-sezioneitaliana.com/wmt...
Ciao
vi segnalo questo documento pdf pubblicato dalla comunità greco orientale di trieste su Nikos Kavvadias: il poeta dei mari e dell'amore incompiuto. Spero possa interessare, io l'ho trovato molto bello.
http://www.hfc-sezioneitaliana.com/wmt...
Ciao
Raf, lo sai che ho tradotto tutte le poesie di Kavvadias, quest'anno ? Te le mando per e-mail, Piero.
Gian Piero Testa 21/12/2010 - 01:45
Raf. Fammi sapere il tuo indirizzo di posta elettronica attraverso stixoi.info. Gian Piero.
Gian Piero Testa 21/12/2010 - 01:52
Ευχαριστω , grazie Gian Piero per le belle traduzioni
Di Kavvadias, da greco , ho per la prima volta sentito, quando il mio direttore di lavori, ad un posto sperduto in grecia centrale, e dove facevo da imprenditore lavori per una industria pubblica aeronautica, mi ha confessato che prima di essere supervisore, era una marinaio , ed aveva incontrato il poeta.
Mi è anche detto che quando il suo mercantile ha fatto scalo in genova, invece di andare ai soliti bar del porto, hanno indossato la divisa bianca ufficale , e andati alla opera.
...la storia continua , invitando le belle ragazze per dopo, ed hanno ballato sirtaki fino alla mattina!!!
che cosa devo credere non so , ma tutti in grecia conosciamo almeno questo solo verso da Nikos:
Θα μείνω πάντα ιδανικός κι ανάξιος εραστής
Των μακρυσμένων ταξιδιών και των γαλάζιων πόντων
sarò un ideale ed immeritevole amante ....di mari lontani
Di Kavvadias, da greco , ho per la prima volta sentito, quando il mio direttore di lavori, ad un posto sperduto in grecia centrale, e dove facevo da imprenditore lavori per una industria pubblica aeronautica, mi ha confessato che prima di essere supervisore, era una marinaio , ed aveva incontrato il poeta.
Mi è anche detto che quando il suo mercantile ha fatto scalo in genova, invece di andare ai soliti bar del porto, hanno indossato la divisa bianca ufficale , e andati alla opera.
...la storia continua , invitando le belle ragazze per dopo, ed hanno ballato sirtaki fino alla mattina!!!
che cosa devo credere non so , ma tutti in grecia conosciamo almeno questo solo verso da Nikos:
Θα μείνω πάντα ιδανικός κι ανάξιος εραστής
Των μακρυσμένων ταξιδιών και των γαλάζιων πόντων
sarò un ideale ed immeritevole amante ....di mari lontani
Vassilis 19/8/2011 - 15:42
Grazie, Vassilis. Kavvadias me lo suggerì un amico di web greco, Mihalis, e piano piano me lo sono tradotto tutto, amandolo ogni giorno di più. Adesso la mia traduzione la mando per email a chi me la chiede: non vado in cerca di un editore, perché non mi importa nulla di vedere il mio nome stampato. Chiedi agli amministratori, se vuoi, che ti metteranno in contatto con me. In www.stixoi.info ci sono le mie traduzioni in italiano di quanto di Kavvadias è stato musicato e pubblicato in quel sito così meritevole e indispensabile.
So che ce n'è stato un altro di poeta-marinaio greco, Dimitris Andonìou (che, di famiglia originaria di Kasos, era nato nel 1906 in Mozambico e morì nel 1994). Lui era "karavokiris", nel senso che era il padrone del suo mercantile. Elytis ne parla bene nelle sue Cronache di un decennio. Se riesco a procurarmi i testi, chissà che non ci lavori un po', anche su di lui. Na'sse kalà, file, e buona navigazione.
So che ce n'è stato un altro di poeta-marinaio greco, Dimitris Andonìou (che, di famiglia originaria di Kasos, era nato nel 1906 in Mozambico e morì nel 1994). Lui era "karavokiris", nel senso che era il padrone del suo mercantile. Elytis ne parla bene nelle sue Cronache di un decennio. Se riesco a procurarmi i testi, chissà che non ci lavori un po', anche su di lui. Na'sse kalà, file, e buona navigazione.
Gian Piero Testa 19/8/2011 - 19:01
Ciao Gian Piero,
mi sono da poco trasferita in Grecia.
Sto cercando di imparare tutto il possibile ed in ogni modo.
Adoro il mare e la poesia. kavvadias incarna perfettamente entrambi.
Per caso hai una traduzione, anche approssimativa, di yara-yara?
Grazie
Francesca
mi sono da poco trasferita in Grecia.
Sto cercando di imparare tutto il possibile ed in ogni modo.
Adoro il mare e la poesia. kavvadias incarna perfettamente entrambi.
Per caso hai una traduzione, anche approssimativa, di yara-yara?
Grazie
Francesca
Francesca 20/9/2011 - 17:53
ecco, sono stata sul sito che hai suggerito. l'ho trovata. grazieeeeeee!!!
francesca
francesca
francesca 20/9/2011 - 18:28
Per Francesca, invidiandola per il suo trasferimento (la Grecia è sempre bella e ci si sta bene, alla faccia del rating...).
Non so quanto si approssimativa, ma questa è la mia traduzione di Yara Yara. Qualche discostamento dalla lettera è dovuto al fatto che ho cercato di rispettare almeno la metrica.
Se, di Kavvadias, ti interessa anche il resto, puoi chiedere la mia e-mail agli amministratori; o individuami tra i traduttori in stixoi.info: anche da lì mi puoi comunicare il tuo indirizzo.
Ciao, Piero
Yara Yara
Dormivi e la mia guardia l'ha ridossata il capo.
Ti sei scordata a casa il mio amuleto, l'altrieri.
Tu ridi, ma a Rio ti vendei per due centavos
per ricomprarti a Beirut, e costavi assai più cara.
Ho in bocca la mia rossa conchiglia e sei protetta.
Sul braccio ho il tuo falchetto e i tuoi cani sguinzagliati.
Forza adesso, asciugami 'sto mare, ché sto grondando
e insegnami... (continua)
Non so quanto si approssimativa, ma questa è la mia traduzione di Yara Yara. Qualche discostamento dalla lettera è dovuto al fatto che ho cercato di rispettare almeno la metrica.
Se, di Kavvadias, ti interessa anche il resto, puoi chiedere la mia e-mail agli amministratori; o individuami tra i traduttori in stixoi.info: anche da lì mi puoi comunicare il tuo indirizzo.
Ciao, Piero
Yara Yara
Dormivi e la mia guardia l'ha ridossata il capo.
Ti sei scordata a casa il mio amuleto, l'altrieri.
Tu ridi, ma a Rio ti vendei per due centavos
per ricomprarti a Beirut, e costavi assai più cara.
Ho in bocca la mia rossa conchiglia e sei protetta.
Sul braccio ho il tuo falchetto e i tuoi cani sguinzagliati.
Forza adesso, asciugami 'sto mare, ché sto grondando
e insegnami... (continua)
Gian Piero Testa 20/9/2011 - 18:52
poiché sono greco, e conosco tutte e due le lingue, con immenso piacere leggo quanto scrivete su questo straordinario Greco. Mentre mi scrivo sto ascoltando le sue stupende poesie cantate da diversi cantanti e non solo da Mikrousticos. Sono uniche, ma è anche miracolo linguistico perché è la lingua dei marinai: molte, tantissime parole sono italiane. Credetemi lo sperimentato di persona!
Grazie
continuate
Grazie
continuate
giorgis 1/11/2013 - 16:10
Però rileggendo questa poesia ho un dubbio linguistico. Il greco, credo unica lingua al mondo, indica il gatto (nel senso di specie) con il femminile: η γάτα. Γάτα significa "gatto" senza specificarne il sesso. Caso mai si specifica il "gatto maschio" con γάτος. Avrei qualche remora nel tradurre "le gatte dei marinai": a bordo delle navi si prendevano solo gatte? Non so, magari era così, ma io avrei tradotto "i gatti dei marinai", non so se anche Gian Piero è d'accordo. Una sola cosa è certa: fossi stato un marinaio, prima di buttare un gatto in mare mi ci sarei buttato io...
Riccardo Venturi 2/11/2013 - 02:19
È vera la tua osservazione, ma è così femminile l immagine percepita dai marinai, come quella della scimmietta, che in questo caso lascerei la traduzione come è. Ma perché non facciamo decidere a Giorgis?
gian piero testa 2/11/2013 - 09:56
D'accordo sul lasciare la decisione a Giorgis! Per altro, figurati, se io sento parlare di gatte, orientato come sono a prendermi una micia (anzi: a farmi prendere da una micia) sempre nel ricordo del grande Redelnoir immolatosi per dare la caccia ai piccioni, le gatte mi stanno comunque benissimo...
Riccardo Venturi 2/11/2013 - 12:35
Per quanto riguarda il greco, lascio la decisione a voi. Ma Riccardo, sei sicuro che sia così raro per una lingua avere il sostantivo gatto al femminile? In ceco funziona esattamente come in greco: kočka (o se si vuole kočka domácí – gatto domestico – che è il nome scientifico della specie) è femminile, e il sostantivo kocour (che vuol dire gatto maschio) si usa soltanto quando si vuole sottolineare il sesso maschile del gatto. E se non sbaglio, anche il tedesco Katze e Kater ha lo stesso uso, almeno per come l'ho sempre percepito io. In slovacco, se mi ricordo bene, si dice mačka (sempre femminile), e anche in croato e in russo dovrebbe essere femminile. Può darsi che sia comune a tutte le lingue slave? Ora questo non sono in grado di affermarlo così su due piedi, dovrei fare una piccola ricerca. Comunque il greco η γάτα l'ho subito sentito in linea con il mio universo linguistico (com'è... (continua)
Stanislava 2/11/2013 - 22:17
Hai perfettamente ragione, Stanislava; spesso, quando c'è di mezzo il greco, mi lascio un po' prendere e dimentico anche cose che so benissimo, sparando delle gran bischerate. Assolutamente vero per il tedesco "Katze" (die Katze), che è sia "gatto" in senso generico che "gatta", mentre il gatto maschio è "Kater"; alle lingue slave (nelle quali sono notoriamente carente...) aggiungo il rumeno "pisică", che è femminile (o pisică) e indica pure il "gatto" come specie. Noto anche che lo slovacco "mačka" è riprodotto alla perfezione nell'ungherese "macska"; però l'ungherese non ha il genere grammaticale, quindi il problema non si pone. Comunque, in fondo, mi sto convincendo anche io con le gatte dei marinai, confermando che alla fine il tuffo in mare lo avrei fatto io. Quanto al mio gattone nero, sono solito dire che è sulla Luna. Fortunatamente, qui da me c'è abbondanza di prati e giardini e,... (continua)
Riccardo Venturi 2/11/2013 - 23:14
Anche in lingua sicula (e credo pure nella napoletana) il gatto è 'a hatta o 'a jatta esattamente come la gazzella, la giraffa, la lepre, la rondine, la scimmia, la serpe, la zebra, etc. in italiano. C'è pure 'u hattu ('u jattu), usato raram. e solo se si vuol specificare che l'animale è di sesso maschile. Al diminutivo usiamo 'u (j)attarèđđu, 'a (j)attarèđđa (il gattino, la gattina), con netta prevalenza di (j)attarèđđa.
giorgio 3/11/2013 - 13:22
Invece in polacco с'è "kot" al maschile, alla faccia di altre lingue slave, tedesco, greco e quant'altro. Poi, per specificare, ci sono "kotka", "kocica" per le gatte, "kocur" per grande maschio 'kot' e "kotek" al maschile per ogni piccolo gatto, oppure "kocię" di genere neutro, al plurale "kocięta". Ce l'abbiamo anche i nostri "gattoni", "gattacci" e aggetivo "gattesco". La gatta che una volta stava con me in montagna, la chiamavo "kocurka", per quanto era impavida e buona a prendere i topi. Pareva una femmina di gatto selvatico. E poi, qualche anno addietro, mi imbattei in una sentenza su gatti, tipicamente inglese :)
"...the only identification that would be inscribed on any cat's collar would be - This is the cat's cat."
Elmer Davis, "On Being Kept by a Cat"
Ho scoperto inoltre che in polacco la parola "kot" viene usata per nominare una specie di piccola ancora a quattro punte che, per quanto c'entra con il mare e la navigazione, non ha nessuna attinenza con la poesia riportata sopra, come credo :D
"...the only identification that would be inscribed on any cat's collar would be - This is the cat's cat."
Elmer Davis, "On Being Kept by a Cat"
Ho scoperto inoltre che in polacco la parola "kot" viene usata per nominare una specie di piccola ancora a quattro punte che, per quanto c'entra con il mare e la navigazione, non ha nessuna attinenza con la poesia riportata sopra, come credo :D
Krzysiek Wrona 3/11/2013 - 16:02
Ho trovato su facebook delle informazioni biografiche (e una foto che ho inserito su Discogs e quindi nella nostra biografia) su questo gruppo. Controllate che la traduzione italiana delle due righe di biografia (basata su google translate) vada bene.
Lorenzo 5/4/2020 - 00:54
d’après la version italienne de Gian Piero Testa – Le Gatte dei mercantili – 2010
d’une chanson grecque - Οι γάτες των φορτηγών (I gátes ton fortigón ) - Xembarki / Ξέμπαρκοι – 1986, poème de Νίκος Καββαδίας - Nikos Kavvadìas - 1934.
La condamnation biblique du travail s'est abattue sur l'humanité et frappe même les animaux innocents : pauvres ânes, chevaux, bœufs, chiens, dromadaires, lamas, etc. Personne ne pense, cependant, qu'il reviendrait aussi aux chats de travailler. Pourtant, ils ont été recrutés sur les navires, pour éliminer les colonies de rats. Une fois embarqués, ils ne débarquaient plus jamais. À Venise, la loi les obligeait à être là, et des sanctions étaient prévues pour le capitaine défaillant. Sur les navires marchands en fer, les chats contractaient une maladie professionnelle, liée à la poussière de rouille, que l'on appelle en Grèce "lamarina" ; et "lamarina" signifie... (continua)
d’une chanson grecque - Οι γάτες των φορτηγών (I gátes ton fortigón ) - Xembarki / Ξέμπαρκοι – 1986, poème de Νίκος Καββαδίας - Nikos Kavvadìas - 1934.
La condamnation biblique du travail s'est abattue sur l'humanité et frappe même les animaux innocents : pauvres ânes, chevaux, bœufs, chiens, dromadaires, lamas, etc. Personne ne pense, cependant, qu'il reviendrait aussi aux chats de travailler. Pourtant, ils ont été recrutés sur les navires, pour éliminer les colonies de rats. Une fois embarqués, ils ne débarquaient plus jamais. À Venise, la loi les obligeait à être là, et des sanctions étaient prévues pour le capitaine défaillant. Sur les navires marchands en fer, les chats contractaient une maladie professionnelle, liée à la poussière de rouille, que l'on appelle en Grèce "lamarina" ; et "lamarina" signifie... (continua)
LES CHATS DES CARGOS
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 23/9/2023 - 19:27
Nikos Kavvadias / Νίκος Καββαδίας: Γράμμα ενός αρρώστου
Grámma enós arróstou
[ 1933 ]
Ποίημα / Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Níkos Kavvadías
1.Μουσική / Musica / Music / Musique / Sävel:
Thános Anestópoulos [ Θάνος Ανεστόπουλος ]
Ερμηνεία / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Thános Anestópoulos [ Θάνος Ανεστόπουλος ]
'Αλμπουμ / Album:
Ως Το Τέλος [ Os To Télos ] [ 2012 ]
2.Μουσική / Musica / Music / Musique / Sävel:
Xembarki
Ερμηνεία / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Dimitra Galani
'Αλμπουμ / Album:
S/S Ιόνιον 1934 [ 1986 ]
Le canzoni
Il titolo è al plurale, le canzoni sono infatti due dato che la poesia di Níkos Kavvadías è stata musicata da Xembarki negli anni ’80 e da Thános Anestópoulos nel 2012. Si è data priorità a quest’ultima, l’interpretazione è sembrata più incisiva rispetto a quella, pure notevole, di Dimitra Galani, il cui link è il seguente:
Interessante... (continua)
[ 1933 ]
Ποίημα / Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Níkos Kavvadías
1.Μουσική / Musica / Music / Musique / Sävel:
Thános Anestópoulos [ Θάνος Ανεστόπουλος ]
Ερμηνεία / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Thános Anestópoulos [ Θάνος Ανεστόπουλος ]
'Αλμπουμ / Album:
Ως Το Τέλος [ Os To Télos ] [ 2012 ]
2.Μουσική / Musica / Music / Musique / Sävel:
Xembarki
Ερμηνεία / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Dimitra Galani
'Αλμπουμ / Album:
S/S Ιόνιον 1934 [ 1986 ]
Le canzoni
Il titolo è al plurale, le canzoni sono infatti due dato che la poesia di Níkos Kavvadías è stata musicata da Xembarki negli anni ’80 e da Thános Anestópoulos nel 2012. Si è data priorità a quest’ultima, l’interpretazione è sembrata più incisiva rispetto a quella, pure notevole, di Dimitra Galani, il cui link è il seguente:
Interessante... (continua)
Φίλε μου Αλέξη, το `λαβα το γράμμα σου
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Gullotta 25/10/2020 - 15:00
Percorsi:
Liberi uccelli
Ένας δόκιμος στη γέφυρα εν ώρα κινδύνου
Στίχοι: Νίκος Καββαδίας
Μουσική: Ξέμπαρκοι
Πρώτη εκτέλεση: Ξέμπαρκοι, 1986
"S/S Ionion 1934"
UN MARINAIO SCELTO SUL PONTE NEL MOMENTO DEL PERICOLO
Testo di Nikos Kavvadìas
Musica e prima esecuzione degli "Xembarki", 1986
Da: "S/S Ionion 1934", 1986
Οι ξέμπαρκοι (pronuncia: Xémbarki o Xébarki) è il nome di un duo di cantanti-compositori greci, Ηλίας Αριώτης e Νότης Χασάπης (Ilias Ariotis e Notis Hassapis). Ξέμπαρκος in generale significa: "sbarcato"; ma nel gergo marinaresco indica il marinaio che rimane a terra senza nuovo ingaggio, in poche parole il marinaio disoccupato. La coppia non ha un pagina web, e per questo non so molto di più di quello che scrivo. Ma aspetto notizie dalla Grecia, e mi aspetto che quest'anno ne sapremo di più, perché è il centenario di Kavvadìas. Testo- e canzone - bonario e divertente, che demitizza il "conradismo" (si dice così ?) di chi si guadagna, duramente, il pane sul mare.
Μουσική: Ξέμπαρκοι
Πρώτη εκτέλεση: Ξέμπαρκοι, 1986
"S/S Ionion 1934"
UN MARINAIO SCELTO SUL PONTE NEL MOMENTO DEL PERICOLO
Testo di Nikos Kavvadìas
Musica e prima esecuzione degli "Xembarki", 1986
Da: "S/S Ionion 1934", 1986
Οι ξέμπαρκοι (pronuncia: Xémbarki o Xébarki) è il nome di un duo di cantanti-compositori greci, Ηλίας Αριώτης e Νότης Χασάπης (Ilias Ariotis e Notis Hassapis). Ξέμπαρκος in generale significa: "sbarcato"; ma nel gergo marinaresco indica il marinaio che rimane a terra senza nuovo ingaggio, in poche parole il marinaio disoccupato. La coppia non ha un pagina web, e per questo non so molto di più di quello che scrivo. Ma aspetto notizie dalla Grecia, e mi aspetto che quest'anno ne sapremo di più, perché è il centenario di Kavvadìas. Testo- e canzone - bonario e divertente, che demitizza il "conradismo" (si dice così ?) di chi si guadagna, duramente, il pane sul mare.
Στο ημερολόγιο γράψαμε: « Κυκλών και καταιγίς ».
(continua)
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 18/4/2010 - 22:19
UN MARINAIO SCELTO SUL PONTE NELL'ORA DEL PERICOLO
(continua)
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 19/4/2010 - 10:03
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Στίχοι: Νίκος Καββαδίας
Μουσική: Ξέμπαρκοι
Πρώτη εκτέλεση: Ξέμπαρκοι
Απο το δισκο «S/S Ιόνιον 1934», 1986
Versi di Nikos Kavvadìas - 1934
Musica e interpretazione: Xémbarki
Dal disco "S/S Ionion 1934", 1986
La biblica condanna del lavoro piombò sull'uomo e fregò anche gli animali incolpevoli: poveri asini, cavalli, buoi, cani, dromedari, lama e via dicendo. Uno non pensa, però, che sia toccato anche ai gatti, di lavorare. Eppure venivano reclutati sulle navi, per sfoltire le colonie di topi. Una volta imbarcati non sbarcavano più. A Venezia dovevano esserci per legge, con pena prevista per il capitano inadempiente. Sui mercantili di ferro i gatti contraevano una malattia professionale, riconducibile al pulviscolo rugginoso, che in Grecia si chiama "lamarina"; e "lamarina" vuol dire "lamiera". Il mal della lamiera, dunque. Non conosco l'equivalente in italiano... (continua)