(dall'album "Prendere e lasciare")
STELUTIS ALPINIS
(continua)
(continua)
Come si vede, questa traduzione mantiene la strofa finale "spuria" (che, francamente, non troviamo poi così brutta da giustificare il "purtroppo" di Sergio Piovesan)...
STELLE ALPINE
(continua)
(continua)
inviata da R.
Non credo che sia una canzone solo per i friulani, che amo e rispetto.
Anch'io, che con il Friuli condivido la mia esperienza alpina a Tarvisio, ho il cuore trafitto da queste parole.
Da queste e molte altre che si possono ascoltare in tutti quei canti che riportano alla memoria i dolori ed i sacrifici vissuti da nostri coetanei 60, 90 o chissà quanti anni fa.
Un grazie all'autore, Arturo Zardini e soprattutto un grazie a Dio per tutti coloro che questa canzone l'hanno ispirata col sangue.
Anch'io, che con il Friuli condivido la mia esperienza alpina a Tarvisio, ho il cuore trafitto da queste parole.
Da queste e molte altre che si possono ascoltare in tutti quei canti che riportano alla memoria i dolori ed i sacrifici vissuti da nostri coetanei 60, 90 o chissà quanti anni fa.
Un grazie all'autore, Arturo Zardini e soprattutto un grazie a Dio per tutti coloro che questa canzone l'hanno ispirata col sangue.
Paolo 8/5/2006 - 13:28
Tentando una traduzione che cerca di rispettare la semplicità dell'orignale e specialmente mantenere il ritmo metrico che permetta di "cantarla" in italiano.
Da S Paolo del Brasile il 9 luglio del 2006
dies niveo signanda lapillo
L'Italia é Campione del Mondo per la quarta volta.
Viva l'azzurra.
Emilio M. Boria
S.Paolo del Brasile 9 luglio 2006
Da S Paolo del Brasile il 9 luglio del 2006
dies niveo signanda lapillo
L'Italia é Campione del Mondo per la quarta volta.
Viva l'azzurra.
Emilio M. Boria
S.Paolo del Brasile 9 luglio 2006
STELLE ALPINE
(continua)
(continua)
inviata da Emilio Maria Boria 10/7/2006 - 02:01
Una bellissima canzone che cantava mio zio Luciano(friulano), morto ormai ! Mille grazie di mandarmela via Internet (in friulano, par plase!) o di dirmi dove trovarla.
Elisabeth Girard 38150 La Chapelle de Surieu (France)
Elisabeth Girard 38150 La Chapelle de Surieu (France)
Abbiamo segnalato un indirizzo dove scaricare l'mp3 nella presentazione alla canzone
girard637@laposte.net 6/1/2007 - 08:07
Le prime due “aggiuntive” quartine che ancor oggi si “trascinano” in qualche riproduzione dello spartito di “Stelutis” e che non appartengono assolutamente all’autore, ebbero origine da una richiesta fatta al maestro Zardini dal col. Vincenzo Paladini, ufficiale incaricato della sistemazione del cimitero di guerra di Timau. Egli, pur ritenendo “Stelutis” una poesia di estrema bellezza, volendola far incidere su una lapide dedicata ai soldati morti per la Patria, la trovava priva di un riferimento appunto alla Patria. A tal proposito il 29 luglio 1921 scrisse la sotto riportata lettera per chiederne una mutazione per quel tanto che bastava, al fine di raggiungerne lo scopo. Pur trovando di scarsa opportunità una simile variazione, su insistenze di amici, tra cui il Bierti, seppur malvolentieri, accettò che venissero aggiunte, e solo per tale scopo, le famose due quartine predisposte... (continua)
Giuliano Rui 7/12/2008 - 21:33
La traduzione è una libera interpretazione del poeta friulano Chino Ermacora così come la scrisse nella rivista “PICCOLA PATRIA” nel 1928
dal sito del Coro Marmolada
dal sito del Coro Marmolada
STELLE ALPINE
(continua)
(continua)
la canzone Stelutis Alpinis e' l'inno assoluto all'amore, alla vita,alla vita perduta in questo caso, il rimpianto per la dipartita ma la certezza che dopo la morte rimane questa corrispondenza di amorosi sensi come cita il poeta che "ci sofferma sul limitar di dite" questo spirito buono e ancora innamorato che protegge la sua amata circondandola di amore seppur spirituale e si identifica nella stella alpina, il sangue come nutrimento di questo splendido fiore, versato come estremo atto d'amore, inoltre e' una bellisima e commovente preghiera a suffragio per tanti giovani caduti nel fiore della vita per ideali non sempre condividibili o almeno non dal popolo che la guerra doveva farla, fra le righe leggo un invito a non sacrificare tanta gioventu' all'altare del barbaro dio della guerra, quelli che gia' abbiamo bastano ed avanzano e ci indicano la via, la pace e non la guerra l'amore e non l'odio, creare non distruggere, insegnare alle nuove generazioni il bene, la giustizia e sopra di tutto l'amore.
merlo alessio 29/6/2010 - 04:13
La premessa di questo canto non è una situazione lieta (un alpino morto in guerra e seppellito sulla montagna), ma nel testo non c' assolutamente alcun sentimento di rancore, di odio, bensì parole di pace, amore, serenità, speranza e fede nel futuro, e si comprende perché fu facile, per i friulani (ma non solo), che quella guerra avevano avuto sulla porta di casa, accoglierla come testamento spirituale, un viatico per passare oltre a quei giorni di dolore; una sorta di Inno nazionale, una preghiera, un Inno sacro da cantere in chiesa, nelle cerimonie commemorative, e tutt'ora si canta.
E' canto d'autore, ma di immediata a generale diffusione da poter essere definito, e non in senso riduttivo, "canto popolare": un po' ciò che oggi capita a "Signore delle Cime" di De Marzi, che in molte occasioni, soprattutto fuori dal Friuli, ne ha preso il posto nelle cerimonie commemorative.
L'alpino si... (continua)
E' canto d'autore, ma di immediata a generale diffusione da poter essere definito, e non in senso riduttivo, "canto popolare": un po' ciò che oggi capita a "Signore delle Cime" di De Marzi, che in molte occasioni, soprattutto fuori dal Friuli, ne ha preso il posto nelle cerimonie commemorative.
L'alpino si... (continua)
Giorgio Della Puppa 3/3/2011 - 16:31
Un tempo, in Friuli, quando veniva cantato o suonato, anche se solo da una banda paesana, gli uomini si alzavano in piedi, si scoprivano il capo e l'ascoltavano con devozione. Oggi succede meno e ci sono meno occasioni, ma i friulani non possono sentire questo canto e restarne indifferenti.
Questa versione non può rispettare la metrica né, tanto meno, la rima del testo originale: cerca soltanto di riproporne il significato in italiano (forse è solo quello che sento io).
Questa versione non può rispettare la metrica né, tanto meno, la rima del testo originale: cerca soltanto di riproporne il significato in italiano (forse è solo quello che sento io).
Verrai quassù, tra queste rocce,
(continua)
(continua)
inviata da Giorgio 3/3/2011 - 16:53
Sono sardo, conosco "Stelutis Alpinis" dal 1955 (ero Scout dell'A.S.C.I.),la canto tuttora in coro con gli amici e provo sempre delle sensazioni di quiete, di serenità e di positività nella vita futura, nonostante la spinosa e triste motivazione all'origine dei contenuti del brano che ritengo a dir poco magico.
Marcello 19/1/2013 - 15:39
La versione realizzata da Francesco De Gregori è la prima che è stata ascoltata ... sul tema. Struggente, da non poter ascoltare, perchè colpisce nel ... profondo senza respiro ... e poi CONTRO l'infame inutile strage ... la parte iniziale dell'ultima guerra dei trent'anni in Europa ... e non solo, dove a morire furono soprattutto contadini e operai... Ora ascolteremo anche ... quella in lingua friula ....
Ernesto Sattaneo 17/7/2014 - 21:22
Ho 65 anni. Ho cominciato ad ascoltare questa "Preghiera di un popolo" (e che da questa terra friulana nasce)quando avevo 6-7 anni. La cantavano gli avventori dell'osteria dei miei,nelle sere d'inverno intorno alla stufa. Contadini , operai,con qualche "Ragazzo del '99" : gente seria e dura; ma, finito il canto, un lungo silenzio continuava a "cantare" ... nel Cuore e negli Occhi.
Ed io, ancora oggi ogni volta che l'ascolto, sento in gola quel famoso "grop".
Provo anch'io una "traduzione" delle ultime due strofe.
Prendi su, prendi una stellina:
è il ricordo del nostro amore.
Tu gli darai un piccolo bacio
e poi nascondila nel seno.
Quando a casa Tu sei sola
e con il Cuore preghi per me,
Il mio spirito Ti vola attorno,
io e la stella
siamo lì con Te.
Trovo Molto Bella anche la "versione" di De Gregori.
Ed io, ancora oggi ogni volta che l'ascolto, sento in gola quel famoso "grop".
Provo anch'io una "traduzione" delle ultime due strofe.
Prendi su, prendi una stellina:
è il ricordo del nostro amore.
Tu gli darai un piccolo bacio
e poi nascondila nel seno.
Quando a casa Tu sei sola
e con il Cuore preghi per me,
Il mio spirito Ti vola attorno,
io e la stella
siamo lì con Te.
Trovo Molto Bella anche la "versione" di De Gregori.
Luigi Girardi 27/4/2015 - 12:20
E' inutile girarci attorno: STELUTIS ALPINIS DEVE ESSERE CANTATA ED ASCOLTATA NELLA SUA LINGUA ORIGINALE E BELLISSIMA CHE E' IL FRIULANO. Qualsiasi traduzione per quanto poetica o commovente sia potrà solo toglierle la sua magia. Io non sono friulano ma ho amato ed amo quella terra
come fosse la mia natale. Ma per piacere non imbastardite Stelutis.
come fosse la mia natale. Ma per piacere non imbastardite Stelutis.
Vincenzo Giudice di 90 anni e vecchio alpino. 28/3/2020 - 17:21
Vincenzo lei ha ragione!!! Si ascolta solo in friulano e non si può far altro che commuoversi. A me la cantava il mio papà, partigiano bresciano. Era l'addio a quelli che " andavano avanti"
Anna Perucchetti 20/8/2020 - 16:44
Ogni anno ci troviamo fra pensionati di una grande azienda, assistiamo ad una santa messa per ricordare i nostri colleghi che durante l'anno ci hanno lasciati. Finita la messa un coro dei nostri colleghi canta stellutis alpinis, quella originale senza aggiunte che non mi piacciono. È un momento cui tutti partecipiamo in piedi in silenzio e con tanta commozione. Quando sento oppure fra me canto stellutis alpinis non riesco a non commuovermi.
Recently at a concert after I had sung an anti-war Gaelic song called An Eala Bhan, written in the trenches in 1916 and still often sung today, an Italian lady sang for me Stelle Alpinis.
I liked the words, but the tune is actually that of a mawkish English music-hall song from the 1890s with many rude parodies. It is called She Was Poor But She Was Honest.
The writer may have heard such a version sung by British soldiers.
Sadly, it is difficult for British people to appreciate the Italian song.
I liked the words, but the tune is actually that of a mawkish English music-hall song from the 1890s with many rude parodies. It is called She Was Poor But She Was Honest.
The writer may have heard such a version sung by British soldiers.
Sadly, it is difficult for British people to appreciate the Italian song.
rgcogan 11/11/2022 - 21:19
La prejere di un disperât
1919
Invocazione
Testo e musica di Arturo Zardini
Invocazione
Testo e musica di Arturo Zardini
O Signôr plen di bontât
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 8/10/2018 - 13:21
L'emigrant
1911
Testo e musica di Arturo Zardini
Testo e musica di Arturo Zardini
Un dolôr dal cûr mi ven
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 8/10/2018 - 13:05
27 di otubar
[1917-18]
Versi di Ercole Carletti (1877-1946), poeta, drammaturgo e linguista friulano. In “Poesie friulane”, Udine, 1920 (con prefazione di Bindo Chiurlo, 1886-1943, critico letterario e poesta friulano).
Musica di Arturo Zardini, l’autore di Stelutis Alpinis, in “Canti friulani”, 1925
Un canto che fa parte del repertorio del Coro Marmolada e che infatti ho tratto da “Canti friulani di Arturo Zardini - Opera omnia”, a cura di Sergio Piovesan, gennaio 2018
Una delle conseguenze meno note della disfatta di Caporetto dell’ottobre/novembre 1917 fu l’esodo di almeno 600.000 civili friulani e veneti, parecchi dei quali morirono nella fuga scomposta e per nulla organizzata né aiutata dall’esercito italiano in rotta, una pagina di storia assolutamente negletta, per via della propaganda militare, della retorica vittoriosa del fascismo successivo e del fatto che, come in tutte le guerre, la... (continua)
Versi di Ercole Carletti (1877-1946), poeta, drammaturgo e linguista friulano. In “Poesie friulane”, Udine, 1920 (con prefazione di Bindo Chiurlo, 1886-1943, critico letterario e poesta friulano).
Musica di Arturo Zardini, l’autore di Stelutis Alpinis, in “Canti friulani”, 1925
Un canto che fa parte del repertorio del Coro Marmolada e che infatti ho tratto da “Canti friulani di Arturo Zardini - Opera omnia”, a cura di Sergio Piovesan, gennaio 2018
Una delle conseguenze meno note della disfatta di Caporetto dell’ottobre/novembre 1917 fu l’esodo di almeno 600.000 civili friulani e veneti, parecchi dei quali morirono nella fuga scomposta e per nulla organizzata né aiutata dall’esercito italiano in rotta, una pagina di storia assolutamente negletta, per via della propaganda militare, della retorica vittoriosa del fascismo successivo e del fatto che, come in tutte le guerre, la... (continua)
Vin siarât la nestre puarte,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/2/2018 - 13:40
Percorsi:
Esili e esiliati, La Grande Guerra (1914-1918)
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(Il testo proposto è quello originale e corretto dall'autore, con la grafia friulana esatta; da questa pagina.)
Questa famosissima canzone friulana, pur avendo un autore, è entrata nel repertorio popolare, tanto che anche in questo sito non era indicato l'autore (grazie a Claudia per la segnalazione).
VI RACCONTO UN CANTO
di Sergio Piovesan, dalla pagina del "Coro Marmolada".
Da pochi giorni mi trovavo presso la caserma “Chiarle” della Scuola Militare Alpina di Aosta per la seconda parte del 27° Corso AUC. Era una domenica mattina del luglio 1961 e le due compagnie di allievi si trovavano schierate nel cortile della caserma dove era celebrata la Santa Messa; all’elevazione, dopo l’usuale squillo di tromba, un gracidio, classico dei dischi a 78 giri, proveniente dall’altoparlante anticipò un improvviso “Se tu vens cassù ta’ cretis … ”, il primo verso... (continua)