(2021)
dall'album "Ira"
Testo e musica di Jacopo Incani
In DIE mettevi un uomo e una donna in una situazione particolare, stop, qui qual è il racconto, l'idea narrativa?
Così come in DIE l'unica cosa che ho detto a proposito di una possibile narrazione è che c'è un uomo nel mare e una donna che lo aspetta a terra, e tutto il resto, ovvero la stratificazione di senso, è avvenuta sia col lavoro sul suono che con la scelta dei campionamenti specifici e con le armonie, lo stesso discorso vale per IRA. La suggestione narrativa è questa: IRA narra di una moltitudine in viaggio, di uomini e donne che attraversano terre enormi lontane dal luogo in cui sono nati. Questa cosa è restituita pienamente dal linguaggio utilizzato, un linguaggio estemporaneo, che mischia in maniera volutamente errata, improvvisata e dettata dalla necessità, più lingue, quindi si crea un linguaggio della traversata,... (continua)
(2010)
dall'album "La macarena su Roma"
Testo e musica di Jacopo Incani in arte Iosonouncane
Il titolo è un riferimento alla famosissima Summer on a Solitary Beach di Franco Battiato ma qui la spiaggia che assiste allo sbarco di un barcone di migranti è affollata di vacanzieri indifferenti a quanto accade, o al più disgustati dallo spettacolo che seguono in diretta a pochi passi da loro.
Non ho nessuna intenzione con la scrittura delle canzoni di fare pietismo o commiserazione facile, di progetti e di esperimenti di questo tipo ce ne sono in abbondanza, non si deve chiedere certo a me, quello che già altri fanno e da una prospettiva aggiungerei imbarazzante. Quando sento il bisogno, perché il tutto è stato davvero molto istintivo, di scrivere un pezzo in cui parlo dello sbarco e della morte dei migranti, la cosa che mi interessa è esorcizzare, perché di quello si tratta, capire quanto... (continua)
Chanson italienne – Summer on a spiaggia affollata – Iosonouncane – 2010
Texte et musique de Jacopo Incani, à la scène Iosonouncane
Le titre fait référence au célèbre Summer on a Solitary Beach de Franco Battiato, mais ici la plage qui assiste au débarquement d’un bateau de migrants est bondée de vacanciers indifférents à ce qui se passe, ou tout au plus dégoûtés par le spectacle qu’ils suivent en direct à quelques pas d’eux.
Dialogue maïeutique
Je vais, Lucien l’âne mon ami, commencer par une explication rétrospective et parler de la chanson qui a servi de base à cette parodie et qui n’est pas celle qui est signalée par le commentaire italien qui évoquait Franco Battiato et sa chanson « Summer on a Solitary Beach ».
Il me semble pourtant, dit Lucien l’âne, que le titre « Summer on a spiaggia affollata » renvoie assez clairement à « Summer on a Solitary Beach ».
(2010)
dall'album "La macarena su Roma"
Testo e musica di Jacopo Incani in arte Iosonouncane
La stigmatizzazione del diverso prosegue nella successiva “Il boogie dei piedi”, dove è un extracomunitario in coda alle poste a divenire il bersaglio degli astanti, una piccola folla inferocita e maligna che lo condanna al disprezzo sulla base di dettagli insignificanti.
«Ho lavorato anche sulla base delle letture di quel periodo: John Steinbeck, Ernest Hemingway, Albert Camus e Cesare Pavese, di cui ho letto e riletto in modo ossessivo il poemetto La terra e la morte». [Iosonouncane]
Anche l’inizio di Buio è spettacolare: un’ipnosi in tempo ternario cullante in una continua, Mike Oldfield-iana trasformazione di stato, entità, tono e colore. Quando entra il canto, tutto si riordina in un lento da balera in versione surreale, pur ancora imbevuto di tastiere progressive e cori di sirene, con un finale di tremula trasfigurazione strumentale.
Ero io, (continua)
inviata da Riccardo Gullotta 23/5/2020 - 21:51
Buongiorno Riccardo, ci aiuteresti a capire il testo un po' criptico e perché sia da considerare una CCG?
Buonasera a voi.
In genere rimango dubbioso quando un artista cita grandi autori per agevolare la comprensione delle proprie composizioni (cfr l'introduzione). Quando ho cercato di approfondire, ho avuto la sensazione che il riferimento a Pavese non è affatto gratuito e forse neanche quello a Camus, ma su quest’ultimo occorrerebbe un’analisi non estemporanea. Per rendere in qualche misura più riconoscibile tale mia impressione, forse è opportuno citare due recensioni.
Da rockit
[…]Se con “La macarena su Roma” aveva composto un disco fortemente politico, con "Die" Iosonouncane è andato nella direzione opposta. La politica, per lo meno nel senso più ampio, bello e puro del termine (la cronaca costringe ormai a mettere sempre le mani avanti), rappresenta l’io che rinuncia al proprio interesse individuale per mettersi al servizio dell’intera comunità, ovvero di tutto ciò che sta al di fuori... (continua)
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Jacopo Incani [ Iosonouncane ]
Album: Die
Recensione di Daniele Mengoli
[…]Die è questo: un viaggio lisergico all’interno di un istante lunghissimo e rivelatore[…]
[…] rimane fascinoso e magnetico dall’inizio alla fine, mantenendo registri prodigiosamente alti con punte di assoluta, abbacinante magia. Le liriche prendono la forma di una lunga elegia i cui versi, col pretesto di una narrazione semplice, la storia di un uomo in mare e della sua donna che ne teme la morte, raccontano invece della difficile simbiosi individuo – terra – universo, dell’armonia tiranna e violenta scaturita dal rincorrersi di albe e tramonti che invecchiano la carne, del sole (citato ventinove volte) che scava rughe e asciuga la terra, del mare e del suo sale che corrode il legno e l’anima: in definitiva, del disperato,... (continua)
I crucchi della Thyssenkrupp ed i loro sgherri nostrani...
Uniti come ai tempi della repubblica di salò...
Bastardi fino alla fine!
Sono trenta (30) i dipendenti torinesi superstiti... gli altri li hanno tutti fatti fuori, sette di loro nel senso letterale dell'espressione... li hanno uccisi quella notte tra il il 5 e il 6 dicembre 2007...
E quei 30 che ancora stanno lì si sono sentiti dire che la cassa integrazione verrà loro rinnovata solo a patto che rinuncino a costituirsi parte civile nel processo che vede imputata l'azienda per la morte dei loro compagni...
dall'album "Ira"
Testo e musica di Jacopo Incani
In DIE mettevi un uomo e una donna in una situazione particolare, stop, qui qual è il racconto, l'idea narrativa?
Così come in DIE l'unica cosa che ho detto a proposito di una possibile narrazione è che c'è un uomo nel mare e una donna che lo aspetta a terra, e tutto il resto, ovvero la stratificazione di senso, è avvenuta sia col lavoro sul suono che con la scelta dei campionamenti specifici e con le armonie, lo stesso discorso vale per IRA. La suggestione narrativa è questa: IRA narra di una moltitudine in viaggio, di uomini e donne che attraversano terre enormi lontane dal luogo in cui sono nati. Questa cosa è restituita pienamente dal linguaggio utilizzato, un linguaggio estemporaneo, che mischia in maniera volutamente errata, improvvisata e dettata dalla necessità, più lingue, quindi si crea un linguaggio della traversata,... (continua)