Autore E.A. Mario
Tammurriata nera
Io nun capisco 'e vvote che succere
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:42
Testo italiano.
E' stata tentata una traduzione anche della parte finale della canzone, forse il primo tentativo del genere reperibile in rete (abbiamo veramente cercato in ogni dove senza ottenere alcun risultato). Ma un tentativo di traduzione completa è assolutamente imprescindibile se si vuole rendere la vera atmosfera della canzone e, soprattutto, il background della Napoli dell'immediato dopoguerra (e la sua fame: una strofa la rende senz'altro "gemella" di Fagioli 'olle 'otenne).
La traduzione, eseguita da un non napoletano, è ovviamente lacunosa e può senz'altro essere scorretta o mal compresa in diversi punti; a tale riguardo facciamo appello a tutte le amiche ed amici di Napoli che leggano o frequentino il nostro sito di volerci dare una mano. Ricordo che con il nome di tammurriata si indica la canzone accompagnata dal ritmo incessante e incalzante della tammorra, il tipico tamburo napoletano. [RV]
E' stata tentata una traduzione anche della parte finale della canzone, forse il primo tentativo del genere reperibile in rete (abbiamo veramente cercato in ogni dove senza ottenere alcun risultato). Ma un tentativo di traduzione completa è assolutamente imprescindibile se si vuole rendere la vera atmosfera della canzone e, soprattutto, il background della Napoli dell'immediato dopoguerra (e la sua fame: una strofa la rende senz'altro "gemella" di Fagioli 'olle 'otenne).
La traduzione, eseguita da un non napoletano, è ovviamente lacunosa e può senz'altro essere scorretta o mal compresa in diversi punti; a tale riguardo facciamo appello a tutte le amiche ed amici di Napoli che leggano o frequentino il nostro sito di volerci dare una mano. Ricordo che con il nome di tammurriata si indica la canzone accompagnata dal ritmo incessante e incalzante della tammorra, il tipico tamburo napoletano. [RV]
Si vedano le NOTE ALLA TRADUZIONE.
TAMMURRIATA ("tamburellata") NERA
(continua)
(continua)
Cette chanson a été écrite après la Seconde Guerre mondiale, lorsqu'à Naples, il y avait beaucoup de soldats américains de couleur qui ont laissé des ... souvenirs aux Napolitaines. Oui, des femmes blanches accouchaient d'enfants noirs.
Je ne comprends pas ce qui se passe et on ne comprend pas ce que l'on voit.
(continua)
(continua)
Una versione anonima in Esperanto (quasi completa!) da cinquantini.it, uno dei principali siti esperantisti italiani.
TAMBURADO NIGRA
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 5/5/2005 - 11:19
Io sono napoletano e posso dirti che Tammurriata Nera e 'una delle canzoni partenopee piu' popolari(con O sole mio, o surdat' innamorato etc...). A tratti sembra un po , comprensibilmente, razzista e xenofoba che denuncia uno dei molti disagi dell'occupazione statunitense.
A noi sembra tutt'altro che razzista e xenofoba, specialmente quando dice che un bambino è come grano che cresce, quale che sia il colore della pelle...e mi piace pensare che questa sia una delle più belle cose della napoletanità. Ma il bello delle opinioni è la loro varietà, va da sé. Colgo l'occasione per ricordare un grande musicista napoletano di colore, proprio uno di quei figli "nati neri" di cui si parla in "Tammurriata Nera": il sassofonista James Senese, che ha peraltro collaborato sia con Napoli Centrale che con la NCCP. [RV]
Willy 27/6/2006 - 15:02
Grande Riccardo, hai dissipato uno dei dubbi più grandi che avevo, ........per la traduzione completa della parte finale?
A proposito io sapevo che con "lu parularo" si identifica un po' il saggio del quartiere che appunto affronta la situazione con la saggezza antica dei proverbi, modi di dire etc. Grazie ancora e stiamo li ad aspettare il resto.
A proposito io sapevo che con "lu parularo" si identifica un po' il saggio del quartiere che appunto affronta la situazione con la saggezza antica dei proverbi, modi di dire etc. Grazie ancora e stiamo li ad aspettare il resto.
Caro Luigi, spero che tu apprezzi l'...immediato accoglimento della tua richiesta, contando ovviamente anche sulla collaborazione di qualche amico napoletano che dissipi qualche dubbio e integri qualche correzione. A tale riguardo vorrei dire che uno "scanning" completo della canzone napoletana di tutte le epoche è senz'altro tra le cose previste per il prossimo futuro: è una miniera inesauribile. Saluti e grazie! [RV]
Luigi Leone 19/11/2006 - 19:10
Freiburg, Switzerland, November 26, 2006
BLACK DRUMSONG
(continua)
(continua)
A questo indirizzo ho trovato un'altra traduzione della seconda parte che mi sembra confermare largamente la correttezza della tua traduzione.
Ho anche risistemato il testo originale napoletano (mancavano alcune parti).
Ho anche risistemato il testo originale napoletano (mancavano alcune parti).
Lorenzo 27/11/2006 - 11:38
Spero di esservi stato utile.
Ho lasciato Napoli un anno fa... e mi fa male sentir parlare male di lei. Sono nato e cresciuto all'ombra del Vesuvio e spero che mi possiate capire. Stateve buone ! [Willy]
Ovviamente ci sei stato utilissimo, non utile. Come ho preannunciato, ho intenzione di "scannerizzare" al massimo grado la canzone napoletana per questo sito, anche nelle sue fasi più antiche (cosa che del resto è stata già a volte fatta). Grazie ancora! [RV]
Ho lasciato Napoli un anno fa... e mi fa male sentir parlare male di lei. Sono nato e cresciuto all'ombra del Vesuvio e spero che mi possiate capire. Stateve buone ! [Willy]
Ovviamente ci sei stato utilissimo, non utile. Come ho preannunciato, ho intenzione di "scannerizzare" al massimo grado la canzone napoletana per questo sito, anche nelle sue fasi più antiche (cosa che del resto è stata già a volte fatta). Grazie ancora! [RV]
TAMMURRIATA NERA
(continua)
(continua)
inviata da Willy 28/11/2006 - 19:52
Ho appena scoperto x caso questo sito e questo progetto...che bello!!!
prima di continuare il mio giro di perlustrazione una piccola nota (da buon napoletano...)all'OTTIMA traduzione di Tammurriata Nera:il verso "'e marrucchine se vottano 'e lanze"si potrebbe rendere con "si buttano lancia in resta" o meglio ancora "si lanciano"...per il verbo "vottarse" che è buttarsi,gettarsi e "'e lanze", ovvero "(d)e lanze" cioè "di lancia"...si vede proprio il corpo proteso!
prima di continuare il mio giro di perlustrazione una piccola nota (da buon napoletano...)all'OTTIMA traduzione di Tammurriata Nera:il verso "'e marrucchine se vottano 'e lanze"si potrebbe rendere con "si buttano lancia in resta" o meglio ancora "si lanciano"...per il verbo "vottarse" che è buttarsi,gettarsi e "'e lanze", ovvero "(d)e lanze" cioè "di lancia"...si vede proprio il corpo proteso!
Grazie a te, Antonio, per i complimenti e per il suggerimento, che abbiamo immediatamente accolto! [RV]
Antonio 17/12/2006 - 01:31
Ho visto due diverse traduzioni del vocabolo parularo presente nella terza strofa. Willy Bruschi ne suggerisce la traduzione in “contadino” mentre più su nella pagina si legge “il vecchio saggio”. Ritengo che la traduzione corretta sia il contadino per un motivo semplicissimo: il vocabolo in questione non è ‘o parularo bensì ‘o parulano che sta indicare colui che viene dalla zona denominata ‘e pparùle (cioè le paludi); si tratta di una zona a ridosso di Napoli (l’attuale Ponticelli) che ancora oggi conserva quella denominazione e dalla quale partivano i venditori di frutta e ortaggi coltivati in quella zona molto fertile e vicina alla città.
Mi permetto di aggiungere che il verso “Dove si semina il grano, il grano cresce, riesce o non riesce
sempre è grano quello che esce” non sia tanto da collegare ad una visione razzista o meno (che mi sento di escludere pienamente dal significato della... (continua)
Mi permetto di aggiungere che il verso “Dove si semina il grano, il grano cresce, riesce o non riesce
sempre è grano quello che esce” non sia tanto da collegare ad una visione razzista o meno (che mi sento di escludere pienamente dal significato della... (continua)
Fabio Soriano 30/12/2006 - 12:37
QUELLA PISTOLA SFODERATA NELLA TAMMURRIATA NERA
Claudio Onorati - Santa Maria a Vico(CE)
Dottor Gargano, chissà se e quanti si sono mai chiesti il significato e l'origine del ritornello della famosa canzone
"Tammurriata nera" di Eduardo Nicolardi e E.A.Mario,che viene ripetuto alla fine di ogni strofa:
"E levate a pistulda'
Uhbe' e levate a pistulda'
E pisti pakin mama
E levate a pistulda'
Io me lo sono chiesto più volte e grazie a un amico ho trovato la risposta.
Altro non e' che la deformazione napoletanizzata di alcuni versi della canzone americana "Pistol packin' mama" del 1942 cantata da Bing Crosby e le Andre Sisters,e portata in Italia dalle truppe di occupazione alleata. Le parole,tradotte in italiano significano : "Metti giu' quella pistola, rimettila a posto"
Risposta di Pietro Gargano
Esatto,però quella strofetta non apartiene ai versi originali di Nicolardi. Di conio... (continua)
Claudio Onorati - Santa Maria a Vico(CE)
Dottor Gargano, chissà se e quanti si sono mai chiesti il significato e l'origine del ritornello della famosa canzone
"Tammurriata nera" di Eduardo Nicolardi e E.A.Mario,che viene ripetuto alla fine di ogni strofa:
"E levate a pistulda'
Uhbe' e levate a pistulda'
E pisti pakin mama
E levate a pistulda'
Io me lo sono chiesto più volte e grazie a un amico ho trovato la risposta.
Altro non e' che la deformazione napoletanizzata di alcuni versi della canzone americana "Pistol packin' mama" del 1942 cantata da Bing Crosby e le Andre Sisters,e portata in Italia dalle truppe di occupazione alleata. Le parole,tradotte in italiano significano : "Metti giu' quella pistola, rimettila a posto"
Risposta di Pietro Gargano
Esatto,però quella strofetta non apartiene ai versi originali di Nicolardi. Di conio... (continua)
Willy 8/3/2007 - 15:22
tammuriata nera è forse la canzone napoletana più bella che ci sia e levat a pistuldà!!!
lorenzo 28/6/2007 - 21:51
Siete veramente molto bravi, davvero. È da tempo che conosco questa canzone ( asilo nido ) e mai avevo afferrato con esattezza le parole, ed ora che mi sono deciso a cercare il testo, trovo tutte queste informazioni. Bravi davvero.
Un'altra cosa, c'è un pezzo della canzone che non viene cantato, e mi riferisco a
"tene ‘a zella ‘nnanze e arreto
uffa uffa e comme fete
e lle fete e cane muorto
uè pe ll’anema e chillemmuorto".
Come mai? Grazie
Un'altra cosa, c'è un pezzo della canzone che non viene cantato, e mi riferisco a
"tene ‘a zella ‘nnanze e arreto
uffa uffa e comme fete
e lle fete e cane muorto
uè pe ll’anema e chillemmuorto".
Come mai? Grazie
Alessandro 31/7/2007 - 10:55
Salve a tutti!
Qualcuno sa spiegare il significato della strofa
"E Ciurcillo 'o viecchio pazzo
s''è arrubbato 'e matarazze
e ll'America pe' dispietto
ce ha sceppato 'e pile 'a pietto"
Cosa c'entra churchill con i materassi??
Grazie mille
Antonio
Qualcuno sa spiegare il significato della strofa
"E Ciurcillo 'o viecchio pazzo
s''è arrubbato 'e matarazze
e ll'America pe' dispietto
ce ha sceppato 'e pile 'a pietto"
Cosa c'entra churchill con i materassi??
Grazie mille
Antonio
Antonio 4/9/2007 - 16:10
Ho scoperto da poco questo sito, cercavo informazioni su questa canzone in seguito ad un concerto di Eugenio Bennato..
Complimenti per tutte le informazioni che fornite!
PS: Nella traduzione io ho interpretato "'e marrucchine se vottano 'e lanze," come "i marocchini si riprendono le lancie", credo con riferimenti all'organo sessuale...sono calabrese e non napoletano però mi sembrava attinente!
Complimenti per tutte le informazioni che fornite!
PS: Nella traduzione io ho interpretato "'e marrucchine se vottano 'e lanze," come "i marocchini si riprendono le lancie", credo con riferimenti all'organo sessuale...sono calabrese e non napoletano però mi sembrava attinente!
Roberto 4/9/2007 - 16:30
secondo me ...
i marrocchini se vottene e lanze significa che si buttano con impeto (logicamente durante l'incontro amoroso);
i parulani sono i contadini delle campagne di Ponticelli, quartiere periferico di Napoli;
e ciccillo (s'è arrubbato e materaz) sta per Francesco (Ciccio).
Saluti partenopei
i marrocchini se vottene e lanze significa che si buttano con impeto (logicamente durante l'incontro amoroso);
i parulani sono i contadini delle campagne di Ponticelli, quartiere periferico di Napoli;
e ciccillo (s'è arrubbato e materaz) sta per Francesco (Ciccio).
Saluti partenopei
francesco 24/12/2007 - 01:29
finalmente grazie a voi riesco a capire il testo di tammurriata nera!
io tammuriata nera ce l'ho su un "best" in due cd della nccp, e questa canzone in questa versione ha un'altra strofa (subito dopo quella su Churchill), che voi non avete riportato nel testo. chissà cosa dice?!?
io tammuriata nera ce l'ho su un "best" in due cd della nccp, e questa canzone in questa versione ha un'altra strofa (subito dopo quella su Churchill), che voi non avete riportato nel testo. chissà cosa dice?!?
raffa 21/2/2008 - 20:52
"'E marucchine se vottano 'e lanzo" vuol dire "I marocchini si gettano con grande foga" (lett. 'di slancio').
levate 'a pissittoe' è una fonetizzazione napoletana di "levate 'a pettitoes" , cioè+ "togliti dai piedi", espressione che le prostitute nel loro americano maccheronico pronunciavano per 'mandar via' il cliente a cose fatte.
Saluti a tutti
Enzo
levate 'a pissittoe' è una fonetizzazione napoletana di "levate 'a pettitoes" , cioè+ "togliti dai piedi", espressione che le prostitute nel loro americano maccheronico pronunciavano per 'mandar via' il cliente a cose fatte.
Saluti a tutti
Enzo
enzo 8/4/2008 - 22:54
Complimenti davvero. Premetto di essere napoletano.
A mio parere quando nella strofa dice:"chillo'o fatto è niro,niro, niro niro comm'a cche"....................... ciò ha il significato che la situazione accaduta risulta essere assai, disdicevole agli occhi della gente; oltre al fatto che il criaturo lo si può chiamare in qual si voglia nome da "bianco"napoletano(Ciccio, Giro...) ma lui è così tanto( comm'a cche) scuro,(niro) di pelle che ciò risulterebbe inutile a modificare il dato di fatto.
è niro comm'a cche........
Stefano Gallo
A mio parere quando nella strofa dice:"chillo'o fatto è niro,niro, niro niro comm'a cche"....................... ciò ha il significato che la situazione accaduta risulta essere assai, disdicevole agli occhi della gente; oltre al fatto che il criaturo lo si può chiamare in qual si voglia nome da "bianco"napoletano(Ciccio, Giro...) ma lui è così tanto( comm'a cche) scuro,(niro) di pelle che ciò risulterebbe inutile a modificare il dato di fatto.
è niro comm'a cche........
Stefano Gallo
stefano gallo 12/7/2008 - 22:50
Non sono napoletano e, quindi, non entro nel merito del significato letterale delle parole. Dal senso complessivo della canzone, però, penso che non ci sia contraddizione sostanziale fra la traduzione di "parulano" con contadino piuttosto che con vecchio saggio. Sicuramente la traduzione contadino è corretta, considerato il riferimento al grano contenuto nella strofa, ma nella sua accezione di uomo saggio e non in quella di agricoltore. Ricordate il vecchio adagio: contadino scarpe grosse e cervello fino?
Sergio 30/10/2008 - 10:01
Ciao,
Questa è una versione un po' libera, senza rime, e fatta in fretta. La lingua è il portoghese del Brasile, che è diverso dal portoghese europeo e non è un dialetto, così come l'American English non è un dialetto dell'inglese britannico.
Sono brasiliano, figlio di italiani della provincia di Salerno.
Saluti.
Questa è una versione un po' libera, senza rime, e fatta in fretta. La lingua è il portoghese del Brasile, che è diverso dal portoghese europeo e non è un dialetto, così come l'American English non è un dialetto dell'inglese britannico.
Sono brasiliano, figlio di italiani della provincia di Salerno.
Saluti.
TAMBORADA PRETA
(continua)
(continua)
inviata da Angelo 10/2/2009 - 12:12
Le strofe finali, che non sono di Edoardo Nicolardi, erano inventate da quei complessini che giravano per le strade nell’immediato dopoguerra, (deformazioni della vecchia pusteggia).
Il riferimento al motivo "Pistol pakin mama” va inteso come ripresa della base musicale che viene ripetuto nella esecuzione che ne fece De Simone. Per le parole ci sono solo dei riferimento di assonanza fonetica (levate) vedi “e llevate a cammisella”. Pakin mama, riporta alle pacche, sedere, della mamma. Queste frasi erano accompagnate da gesti esplicativi del cantante di strada, in genere un femminiello.
Altre espressioni possono sembrare senza senso ma rientravano nel gioco vivace delle allusioni: La frase -’E capilli ncoppa ê rrecchie- era accompagnato dal gesto di toccarsi le orecchie (a póvere ncoppa ê rrecchie) e alludeva alla prostituzione maschile. Il decotto, -’o recotto- alludeva al marito magnaccia,... (continua)
Il riferimento al motivo "Pistol pakin mama” va inteso come ripresa della base musicale che viene ripetuto nella esecuzione che ne fece De Simone. Per le parole ci sono solo dei riferimento di assonanza fonetica (levate) vedi “e llevate a cammisella”. Pakin mama, riporta alle pacche, sedere, della mamma. Queste frasi erano accompagnate da gesti esplicativi del cantante di strada, in genere un femminiello.
Altre espressioni possono sembrare senza senso ma rientravano nel gioco vivace delle allusioni: La frase -’E capilli ncoppa ê rrecchie- era accompagnato dal gesto di toccarsi le orecchie (a póvere ncoppa ê rrecchie) e alludeva alla prostituzione maschile. Il decotto, -’o recotto- alludeva al marito magnaccia,... (continua)
Salvatore 24/3/2009 - 19:32
bellissima la canzone xò nella canzone c' erano delle parti in meno rispetto al testo cmq molto bella io sn napoletano e piu o meno le parole sapevo cosa significavano anke se ho avuto qwalke difficolta a pecepire il significato
marco 8/7/2009 - 17:01
Cioè per ogni frase ci sono tre verisoni differenti!!!!
Levate a pistuldà da cosa vine
Circillo chi è
e lanze
ecc...
DAVVERO ESAUSTIVO ma mi ha aperto anche molti dubbi,
la teoria degli artisti di strada e del femmeniello mi sembra dare maggiori spiegazioni a parecchi fatti...
in qualsiasi caso
COMPLIMENTISSI PER IL VOSTRO LAVORO
vi ho lasciato la mia mail...se ci fossero aggiornamenti sarei lieto di ricevere una mail di notifica!!!
Ciao
Levate a pistuldà da cosa vine
Circillo chi è
e lanze
ecc...
DAVVERO ESAUSTIVO ma mi ha aperto anche molti dubbi,
la teoria degli artisti di strada e del femmeniello mi sembra dare maggiori spiegazioni a parecchi fatti...
in qualsiasi caso
COMPLIMENTISSI PER IL VOSTRO LAVORO
vi ho lasciato la mia mail...se ci fossero aggiornamenti sarei lieto di ricevere una mail di notifica!!!
Ciao
Marco 19/8/2009 - 17:26
siete stati veramente molto completi nel dare spiegazioni su una delle canzoni più belle e significative del dopoguerra...un unico dubbio mi sorge : ma wiston churchill cosa centra con i materassi? secondo me è solo una metafora che identifica churchill come ciccillo (francesco) i materassi come i letti di altre signore e l'america come sua moglie..non credete? grz
michele 27/8/2009 - 10:43
Era il tentativo del popolino partenopeo di parodiare gli Alleati: "L'inglese avido e perdente" ("Ciurcìlle" o "'o zi' Ciurcille") e sua moglie ("l'Ammerica") "munifica e vincente" che lo ridicolizza.
Torillo 28/8/2009 - 12:02
Infatti originariamente Ciurcillo 'o pazzo (numero 22 della smorfia napoletana) "se venneva" 'e matarazze pe magnà.
gennaro 29/8/2009 - 12:13
Ciao a tutti,
Premetto di non essere di origini napoletane, ma essendo un appassionato studioso del periodo bellico, spero di poter dare un piccolo contributo alla comprensione di alcune strofe della seconda parte della canzone, che, come dice Salvatore, è piena di allusioni al mondo della prostituzione, sia maschile che femminile ed altrettanto piena di nomi e modi di dire che sono tipici di quell’ambiente e di quegli anni.
Partiamo da “se vottano 'e lanze” che significa letteralmente “si svuotano le lance” ed è un modo di dire di origine marinaresca basato su un doppio senso che allude al primo rapporto sessuale avuto dopo il lungo periodo di astinenza forzata dovuta alla navigazione. Per estensione, può anche figurare un rapporto che “inguaia”. All’epoca del conflitto veniva usato oltre che dai marinai anche dai militari la cui astinenza derivava dalle campagne di guerra.
Quanto... (continua)
Premetto di non essere di origini napoletane, ma essendo un appassionato studioso del periodo bellico, spero di poter dare un piccolo contributo alla comprensione di alcune strofe della seconda parte della canzone, che, come dice Salvatore, è piena di allusioni al mondo della prostituzione, sia maschile che femminile ed altrettanto piena di nomi e modi di dire che sono tipici di quell’ambiente e di quegli anni.
Partiamo da “se vottano 'e lanze” che significa letteralmente “si svuotano le lance” ed è un modo di dire di origine marinaresca basato su un doppio senso che allude al primo rapporto sessuale avuto dopo il lungo periodo di astinenza forzata dovuta alla navigazione. Per estensione, può anche figurare un rapporto che “inguaia”. All’epoca del conflitto veniva usato oltre che dai marinai anche dai militari la cui astinenza derivava dalle campagne di guerra.
Quanto... (continua)
Lorenzo Fresi 24/9/2009 - 22:33
Non essendo napoletano forse fraintendo ma a me piace moltissimo il verso
"Addò pastin' 'o grano, 'o grano cresce
riesce o nun riesce, semp'è grano chello ch'esce."
Che per me significa che, a prescindere dal colore della pelle, un bambino è sempre un bambino da amare e proteggere
"Addò pastin' 'o grano, 'o grano cresce
riesce o nun riesce, semp'è grano chello ch'esce."
Che per me significa che, a prescindere dal colore della pelle, un bambino è sempre un bambino da amare e proteggere
ferdinando 30/12/2009 - 17:41
Non sono napoletano nemmeno io, ma ho sempre inteso anch'io così quel verso e concordo sul fatto che sia di un'umanità straordinaria.
Riccardo Venturi 30/12/2009 - 18:37
Aggiungo i miei complimenti per il sito a quelli già espressi. Vorrei porre una domanda: come mai nella versione della NCCP non compare la strofa:
"A Cuncetta e a Nanninella
'e piacevan'e caramelle,
mò se presentano pe' zitelle
e vann'a fernì 'ncopp'e burdelle" ?
Grazie e complimenti
"A Cuncetta e a Nanninella
'e piacevan'e caramelle,
mò se presentano pe' zitelle
e vann'a fernì 'ncopp'e burdelle" ?
Grazie e complimenti
Lucio 9/1/2010 - 15:43
"Stomaco vacante" non significa "stomaco vuoto"? Perché è stato tradotto "stomaco vagante"?
Bianca
(Bianca)
Bianca
(Bianca)
In realtà nella prima traduzione è tradotto correttamente "pancia vuota". La versione sbagliata è nella traduzione di Willy Bruschi che, pur essendo napoletano, deve aver preso un abbaglio [CCG/AWS Staff]
Complimenti per il sito!
Sono di origini napoletane, ma non ho mai vissuto a napoli, ho sentito molte volte questa canzone da parenti e amici, pur non capendone bene il significato. Mi ha sempre trasmesso comunque l'idea dell'incontro fra i popoli e dell'antirazzismo.
Mi è capitato di trovarmi a napoli l'altroieri con i miei parenti e di aver cantato con loro questa canzone e ho sentito tutta la grandezza e la passione della cultura napoletana. Veramente un'emozione stupenda!
Volevo condividere con voi, amanti della Tammurriata nera, questo sentimento.
Sono di origini napoletane, ma non ho mai vissuto a napoli, ho sentito molte volte questa canzone da parenti e amici, pur non capendone bene il significato. Mi ha sempre trasmesso comunque l'idea dell'incontro fra i popoli e dell'antirazzismo.
Mi è capitato di trovarmi a napoli l'altroieri con i miei parenti e di aver cantato con loro questa canzone e ho sentito tutta la grandezza e la passione della cultura napoletana. Veramente un'emozione stupenda!
Volevo condividere con voi, amanti della Tammurriata nera, questo sentimento.
gius 6/4/2010 - 23:48
Salve
innanzitutto volevo segnalare che c'è una famosissima versione in italiano di "Pistol packin mama" cantata di Nino Taranto e Dolores Palumbo.
Per quanto riguarda le varie traduzioni non voglio mettere altra "carne a cuocere" come si dice a Napoli. Mi informerò meglio e ne riparleremo
Saluti
innanzitutto volevo segnalare che c'è una famosissima versione in italiano di "Pistol packin mama" cantata di Nino Taranto e Dolores Palumbo.
Per quanto riguarda le varie traduzioni non voglio mettere altra "carne a cuocere" come si dice a Napoli. Mi informerò meglio e ne riparleremo
Saluti
einemass 29/4/2010 - 16:05
Ciao, che bella pagina! Mi piace soprattutto il fatto che tra tante letture alternative venga fuori nel complesso la cultura napoletana vera...
Devo fare però un altro appunto sulla tradizione di Willi, laddove propone "uh per l'anima quello è morto". Il testo napoletano è chiaro: "all'anema e' chi t'è mmuortu", che certamente significa 'vaffanculo' o, come si dice a Roma e come è stato proposto nella prima versione italiana, "mortacci tua".
Devo fare però un altro appunto sulla tradizione di Willi, laddove propone "uh per l'anima quello è morto". Il testo napoletano è chiaro: "all'anema e' chi t'è mmuortu", che certamente significa 'vaffanculo' o, come si dice a Roma e come è stato proposto nella prima versione italiana, "mortacci tua".
Gianfranco 16/8/2010 - 17:36
Ne approfitto per suggerire una possibile lettura:
potrebbe essere che il contadino dica "non ne parliamo, perché se ragioniamo queste cose non ce le spieghiamo: la verità è semplice, il grano seminato cresce. Buono o cattivo che venga, sempre grano è".
Io, infatti, sento "'n ce spiegammo", cioè "non ce le spieghiamo". Potrebbe essere?
potrebbe essere che il contadino dica "non ne parliamo, perché se ragioniamo queste cose non ce le spieghiamo: la verità è semplice, il grano seminato cresce. Buono o cattivo che venga, sempre grano è".
Io, infatti, sento "'n ce spiegammo", cioè "non ce le spieghiamo". Potrebbe essere?
Gianfranco 16/8/2010 - 18:20
Avete dimenticato la strofa che fa:
'ndringhe 'ndrilghe a cup of Ray I used I take the Rai
until uannu she cool and now I know the serraje
(marò, che macello.. songo napulitano ma l'americano 'un 'o saccio)
'ndringhe 'ndrilghe a cup of Ray I used I take the Rai
until uannu she cool and now I know the serraje
(marò, che macello.. songo napulitano ma l'americano 'un 'o saccio)
Mario 16/8/2010 - 19:50
A proposito di quanto scrive Mario nell'ultimo commento, giusto due giorni fa stavo cercando di capire il significato di questa strofa. e credo di esserci riuscita. Premetto che non sono napoletana, ma mi sto appassionando alla cultura, alla storia e alla lingua di questa straordinaria citta'. Ho cercato dappertutto la trascrizione di questi versi cantati dalla NCCP, ma non ho trovato nulla. E alla fine sono arrivata a questo:
i quattro versi sono la napoletanizzazione (ancora!) di una strofa della gia' citata piu' volte "Pistol Packin' Mama". Una napoletanizzazione e una deformazione che nella canzone vogliono rappresentare il fatto che veniva cantata storpiata dai napoletani, che l'avevano solamente ascoltata dagli americani, e non ne conoscevano le parole.
Allora la strofa originale e':
Drinking beer in a cabaret
and was I having fun
Until one night she caught me right
and now I'm... (continua)
i quattro versi sono la napoletanizzazione (ancora!) di una strofa della gia' citata piu' volte "Pistol Packin' Mama". Una napoletanizzazione e una deformazione che nella canzone vogliono rappresentare il fatto che veniva cantata storpiata dai napoletani, che l'avevano solamente ascoltata dagli americani, e non ne conoscevano le parole.
Allora la strofa originale e':
Drinking beer in a cabaret
and was I having fun
Until one night she caught me right
and now I'm... (continua)
Elena 30/8/2010 - 01:23
Ciao, sono Napoletano, vorrei segnalare che la canzone, stupenda, è soprattutto una denuncia delle violenze subite da moltissime donne, che risultavano evidenti quando nasceva un bambino nero, dato che in molti casi queste violenze non venivano denunciate per la vergogna e per non essere "rovinate", è per questo che viene ripetuto ossessivamente "o fatt è nir' nir' nir nir comm a che", il fatto è "nero" non solo nel senso del bambino ma anche dell'evento che lo ha generato, rivelatrice da questo punto di vista è questa strofa:
Meh, dillo a mamma, meh
meh, dillo pure a me
conta 'o fatto comm'è ghiuto
Ciccio, 'Ntuono, Peppe, gGiro
chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a che...
in cui una madre chiede alla figlia di raccontarle il fattaccio che lei vuol tenere segreto, non è che la gente non sappia come si fanno i bambini...;)
tenete presente che dopo la guerra fu censurato il film... (continua)
Meh, dillo a mamma, meh
meh, dillo pure a me
conta 'o fatto comm'è ghiuto
Ciccio, 'Ntuono, Peppe, gGiro
chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a che...
in cui una madre chiede alla figlia di raccontarle il fattaccio che lei vuol tenere segreto, non è che la gente non sappia come si fanno i bambini...;)
tenete presente che dopo la guerra fu censurato il film... (continua)
Tiziano 3/9/2010 - 22:05
Per chi volesse sentire la versione originale di Pistol Packin Mama ecco il link di Youtube
Gaetano 8/9/2010 - 23:51
Sono partenopeo per il 50% e tutti gli anni passo il periodo natalizio con i miei parenti di napoli, da quando ho 12 anni (essendo già musicista in erba) era mio compito, a capodanno, riempire l'arco di tempo che corre tra la mangiata dei roccocò e l'inizio della tombolata suonando e cantando canzoni (ovviamente napoletane). pistol pakin' mama (grazie a gaetano per averla postata) me la faceva ascoltare su un vecchio giradischi mio nonno e il fatto che suoni (parlo della melodia) idendica alle quartine finali della canzone altro non è che la dimostrazione che quella parte della canzone era uno scimmiottare il parlare degli americani; della mia infanzia ricordo mio nonno che quando duveva allontare un cane o un gatto emetteva un suono onomatopeico : "uistallà" che somilgiava molto al Pistuldà della canzone e che era traducibile con un allontanati; ciò mi ha fatto sempre chredere che levati Pistuldà in realtà fosse un "levati! allontanati!"
Ivano 11/9/2010 - 23:49
Ancora qualche nota. Certamente il testo, come dice Tiziano, fa riferimento (nella sua parte originale di Nicolardi-Mario) ad un guaio occorso ad una ragazza napoletana e quindi puo' intendersi come una denuncia delle violenze subite da tante donne, anche se trattata con un certo umorismo che tende ad alleggerire la situazione, ma e' pure vero che la seconda parte, quella che si dice sia stata aggiunta da Eugenio Pragliola detto "Eugenio cu 'e llente" (Eugenio con gli occhiali), e' incentrata sulla figura delle "signurine". Questo e' vero in particolar modo quando l'autore le fa parlare direttamente nella strofa
American espresso ( o express)
ramme 'o dollaro ca vaco 'e pressa
sinò vene 'a pulisse,
mette 'e mmane addò vò isse.
E' cosi' ho due considerazioni da fare.
La prima riguarda proprio la strofa citata. Secondo me
mette 'e mmane addò vò isse
sta a rappresentare il fatto che... (continua)
American espresso ( o express)
ramme 'o dollaro ca vaco 'e pressa
sinò vene 'a pulisse,
mette 'e mmane addò vò isse.
E' cosi' ho due considerazioni da fare.
La prima riguarda proprio la strofa citata. Secondo me
mette 'e mmane addò vò isse
sta a rappresentare il fatto che... (continua)
Elena 14/9/2010 - 22:26
NON SONO NAPOLETANO, MA HO ABITATO IN CAMPANIA, LA MIA COMPAGNA E' CAMPANA E STUDIO IL NAPOLETANO. MI PONGO DELLE DOMANDE E VI PROPONGO DELLE TRADUZIONI IN ALCUNI PUNTI:
(Diego Verdegiglio, Roma dv52@libero.it)
Io nun capisco 'e vvote che succere
e chello ca se vere nun se crere.
E' nato nu criaturo, è nato niro,
e 'a mamma 'o chiamma gGiro,
sissignore, 'o chiamma gGiro.
(IN CAMPANIA SPESSO LA "C" DIVENTA "G", VEDI O' CUNGILIE, IL CONCILIO; ACCUNGIA', ACCONCIARE ECC. QUINDI IL NOME E' CIRO, NON GIRO. ANCHE PERCHE' NON MI RISULTA UN SAN GIRO)
Seh, vota e gira, seh
seh, gira e vota, seh
ca tu 'o chiamme Ciccio o 'Ntuono,
ca tu 'o chiamme Peppe o gGiro,
chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a cche...
S''o contano 'e cummare chist'affare
sti cose nun so' rare se ne vedono a migliare.
'E vvote basta sulo 'na 'uardata,
e 'a femmena è rimasta sott''a botta 'mpressiunata.
Seh,... (continua)
(Diego Verdegiglio, Roma dv52@libero.it)
Io nun capisco 'e vvote che succere
e chello ca se vere nun se crere.
E' nato nu criaturo, è nato niro,
e 'a mamma 'o chiamma gGiro,
sissignore, 'o chiamma gGiro.
(IN CAMPANIA SPESSO LA "C" DIVENTA "G", VEDI O' CUNGILIE, IL CONCILIO; ACCUNGIA', ACCONCIARE ECC. QUINDI IL NOME E' CIRO, NON GIRO. ANCHE PERCHE' NON MI RISULTA UN SAN GIRO)
Seh, vota e gira, seh
seh, gira e vota, seh
ca tu 'o chiamme Ciccio o 'Ntuono,
ca tu 'o chiamme Peppe o gGiro,
chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a cche...
S''o contano 'e cummare chist'affare
sti cose nun so' rare se ne vedono a migliare.
'E vvote basta sulo 'na 'uardata,
e 'a femmena è rimasta sott''a botta 'mpressiunata.
Seh,... (continua)
Diego Verdegiglio 21/10/2010 - 12:37
'E vvote basta sulo 'na 'uardata,
e 'a femmena è rimasta sott''a botta 'mpressiunata.
anni fa mia nonna mi raccontava che all'epoca dell'occupazione alleata era incinta e quando camminava per strada aveva sempre il capo chino per non guardare in faccia i soldati di colore... le avevano infatti raccontato che bastava solo guardarli per partorire un bimbo nero... e lei se l'era bevuta....
e 'a femmena è rimasta sott''a botta 'mpressiunata.
anni fa mia nonna mi raccontava che all'epoca dell'occupazione alleata era incinta e quando camminava per strada aveva sempre il capo chino per non guardare in faccia i soldati di colore... le avevano infatti raccontato che bastava solo guardarli per partorire un bimbo nero... e lei se l'era bevuta....
Angelo 9/12/2010 - 12:55
grandissimi. ero un po' depresso ma "you made my day" (m'avit accunciat''a nuttat) :)
solo un commento: io da piccolo quel verso l'avevo imparato cosi'(non so nemmeno come e da chi):
ll'atu juorn' a piazza dante
UOCCH CHIN E MMANE VACANT
(e non 'o stommaco mio era vacante)
è sicuramente corretta la vostra (come la canta la NCCP), ma la mia mi piace assaie...
occhi pieni e mani vuote... tutta l'amarezza di chi non ha niente e si vede davanti ogni ben di dio (immagino portato dagli americani e rivenduto al mercato nero)
ciao, e continuate cosi'
PS: chiedo scusa ai linguisti napoletani per l'ortografia certamente scorretta.
solo un commento: io da piccolo quel verso l'avevo imparato cosi'(non so nemmeno come e da chi):
ll'atu juorn' a piazza dante
UOCCH CHIN E MMANE VACANT
(e non 'o stommaco mio era vacante)
è sicuramente corretta la vostra (come la canta la NCCP), ma la mia mi piace assaie...
occhi pieni e mani vuote... tutta l'amarezza di chi non ha niente e si vede davanti ogni ben di dio (immagino portato dagli americani e rivenduto al mercato nero)
ciao, e continuate cosi'
PS: chiedo scusa ai linguisti napoletani per l'ortografia certamente scorretta.
Ruello 12/2/2011 - 01:20
Ciao, con l'aiuto di mio padre napoletano 100% vorrei anch'io contribuire a chiarire qualche strofa: innanzitutto la frase "'e marrucchine se vottano 'e lanze " significa soltanto "buttarsi a capofitto o con impeto" non ha altri significati reconditi, ma solo questo, è un pò come dire in italiano "buttarsi a pesce o a pelle d'orso" non implica l'uso di lance o pesci o orsi quindi :) poi, sempre mio padre mi ha detto che a quei tempi gli americani ai papà offrivano sigarette, alle mamme le caramelle, ai bambini i biscotti e alle signorine due dollari per fare l'amore.Le pellecchie invece sono le bucce dei pomodori di solito. Ciao a tutti!
chiara 11/4/2011 - 21:31
Willy... occupazione statunitense???? Forse non conosci la storia! Piu' preciso sarebbe "Liberazione Statunitense"!!!!!
Simone Guerriero 20/4/2011 - 20:01
@ Simone Guerriero:
Guardati questo grande film:
http://www.youtube.com/watch?v=uR042Vf48dY
Questa "belle" sequenze:
http://www.youtube.com/watch?v=6fiM4r1bXT0
http://www.youtube.com/watch?v=k3niiRpBg24
http://www.youtube.com/watch?v=iqG35TpgkIM
Per queste cose non c'è stata nessuna Norimberga...
Guardati questo grande film:
http://www.youtube.com/watch?v=uR042Vf48dY
Questa "belle" sequenze:
http://www.youtube.com/watch?v=6fiM4r1bXT0
http://www.youtube.com/watch?v=k3niiRpBg24
http://www.youtube.com/watch?v=iqG35TpgkIM
Per queste cose non c'è stata nessuna Norimberga...
Vae Victis 21/4/2011 - 13:45
Vae Victis,
Le colline italiane sono ancora bagnate con il sangue americano! Questi film li conosco bene, pero' dobbiamo anche aggiungere quelli degli sbarchi di Palermo, Salerno, Anzio, Saving Private Ryan e "il big one" Normandy!! Gli americani sono venuti a liberare l'Europa dalle schifezze di Hitler e Mussolino. Se non fosse stato della liberazione degli americani voi (italiani) oggi parlereste in Tedesco. Piangendo mio padre mi raccontavo che in soltanto venti quattro ore i Tedeschi avevano disarmato l'intero esercito italiano... Mussolino diceva Mare Nostrum invece Hitler diceva Mundo Meum.
Spero che non ho aperto una "ferita"! Ciao
Le colline italiane sono ancora bagnate con il sangue americano! Questi film li conosco bene, pero' dobbiamo anche aggiungere quelli degli sbarchi di Palermo, Salerno, Anzio, Saving Private Ryan e "il big one" Normandy!! Gli americani sono venuti a liberare l'Europa dalle schifezze di Hitler e Mussolino. Se non fosse stato della liberazione degli americani voi (italiani) oggi parlereste in Tedesco. Piangendo mio padre mi raccontavo che in soltanto venti quattro ore i Tedeschi avevano disarmato l'intero esercito italiano... Mussolino diceva Mare Nostrum invece Hitler diceva Mundo Meum.
Spero che non ho aperto una "ferita"! Ciao
Simone Guerriero 21/4/2011 - 23:50
Da romano e senza presunzione alcuna ma mi pare che il concetto sia fin troppo chiaro
'E signurine 'e Caporichino
fanno ammore cu 'e marrucchine,
'e marrucchine se vottano 'e lanze,
e 'e signurine cu 'e panze annanze.
Mi pare fin troppo chiaro di cosa si stia parlando, quali "lance"? si "vuotino" i soldati americani di origine marocchina che poi fa andare "e signurine cu 'e panze annanze" fino a fare nu criaturo niro niro
è ovvio direi ma non mi permetto di insistere difronte alla traduzione di amici "madrelingua"
'E signurine 'e Caporichino
fanno ammore cu 'e marrucchine,
'e marrucchine se vottano 'e lanze,
e 'e signurine cu 'e panze annanze.
Mi pare fin troppo chiaro di cosa si stia parlando, quali "lance"? si "vuotino" i soldati americani di origine marocchina che poi fa andare "e signurine cu 'e panze annanze" fino a fare nu criaturo niro niro
è ovvio direi ma non mi permetto di insistere difronte alla traduzione di amici "madrelingua"
Gianni 2/5/2011 - 15:48
Sono napoletano e appassionato di cose napoletane, dico la mia su alcuni punti controversi, sia della traduzione sia del contesto storico/culturale.
- "Giro" è ovviamente il corrispettivo napoletano del nome Ciro
- "Parulano" è senza alcun dubbio il contadino, che lavorava nella zona est di napoli, dove un tempo c'erano le paludi ('e parule). Sebbene la zona sia stata bonificata, il ricordo delle paludi resta nei toponomi (cfr. Chiesa di Sant'Anna alle Paludi )
- "Se vottano 'e lanzo" significa "si buttano di slancio". La traduzione "si svuotano" è totalmente sbagliata come qualsiasi parlante napoletano può confermare ("svuotare" in napoletano è "svacantare")
- "Pellecchie" significa bucce, per antonomasia le bucce di pomodoro. Per esempio "pasta cu 'e pellecchie" significa pasta con i pomodori freschi, in contrapposizione ai pomodori pelati.
- "Damme 'o dollaro". Una versione della... (continua)
- "Giro" è ovviamente il corrispettivo napoletano del nome Ciro
- "Parulano" è senza alcun dubbio il contadino, che lavorava nella zona est di napoli, dove un tempo c'erano le paludi ('e parule). Sebbene la zona sia stata bonificata, il ricordo delle paludi resta nei toponomi (cfr. Chiesa di Sant'Anna alle Paludi )
- "Se vottano 'e lanzo" significa "si buttano di slancio". La traduzione "si svuotano" è totalmente sbagliata come qualsiasi parlante napoletano può confermare ("svuotare" in napoletano è "svacantare")
- "Pellecchie" significa bucce, per antonomasia le bucce di pomodoro. Per esempio "pasta cu 'e pellecchie" significa pasta con i pomodori freschi, in contrapposizione ai pomodori pelati.
- "Damme 'o dollaro". Una versione della... (continua)
polytropos 27/6/2011 - 00:22
Ancora una cosa.
Chistu fatto 'nce 'o spiegammo.
"ce" o "nce" è il pronome "a noi / ci / ce", senza alcuna negazione.
Quindi significa "questo fatto ce lo spieghiamo".
Chistu fatto 'nce 'o spiegammo.
"ce" o "nce" è il pronome "a noi / ci / ce", senza alcuna negazione.
Quindi significa "questo fatto ce lo spieghiamo".
polytropos 27/6/2011 - 00:31
Bella la pagina, ma c'è una grossissima imprecisione dovuto a semplice conclusione immagino ma che permetto di segnalarvi cos^ che possiate correggerla:
la canzone parla chiaramente della seconda guerra mondiale mentre qui,nel secondo capoverso (?) si legge : "La canzone diventa forse la migliore testimonianza delle condizioni di vita nella Napoli del primo dopoguerra, ed in tutte le città italiane dove la vita lentamente ricomincia"...
Complimenti per il progetto!
la canzone parla chiaramente della seconda guerra mondiale mentre qui,nel secondo capoverso (?) si legge : "La canzone diventa forse la migliore testimonianza delle condizioni di vita nella Napoli del primo dopoguerra, ed in tutte le città italiane dove la vita lentamente ricomincia"...
Complimenti per il progetto!
Grazia 27/6/2011 - 13:05
A proposito di Prima guerra mondiale poi, vi segnalo una divertentissima canzone contro la guerra, riferita stavolta alla prima guerra mondiale, che vorrebbe risolvere il conflitto mondiale attraverso la bellezza e l'amore...una sorta di pacifismo edonistico. Molto bella e divertente si chiama " O piano 'e guerra" (il piano di guerra) del 1917, scritta da Ernesto Murolo, cantata la prima volta da Elvira Donnarumma e poi in seguito anche da Roberto Murolo (esiste una versione video degli anni 60 in cui questi la esegue in un programma della RAI, ed è depositata presso l'archivio storico della canzone napoletana, presso il centro di produzione RAI di Napoli)
Non riesco purtroppo a trovare il testo dal sito dell'Archivio Sonoro, perchè testi, audio, immagini, sono consultabili solo da lì...ma forse la mai segnalazione può esservi utile ugualmente.
Grazie
Non riesco purtroppo a trovare il testo dal sito dell'Archivio Sonoro, perchè testi, audio, immagini, sono consultabili solo da lì...ma forse la mai segnalazione può esservi utile ugualmente.
Grazie
Grazia 27/6/2011 - 13:23
Signora Grazia.
L'espressione "primo dopoguerra" non va inteso come riferito alla prima guerra mondiale, ma significa semplicemente "i primi anni successivi alla guerra" (in questo caso la seconda).
L'espressione "primo dopoguerra" non va inteso come riferito alla prima guerra mondiale, ma significa semplicemente "i primi anni successivi alla guerra" (in questo caso la seconda).
silva 29/6/2011 - 18:14
Scusa silva ma ha ragione Grazia: ci sono stati un Primo ed un Secondo conflitto mondiale cui sono seguiti i loro bravi Primo e Secondo dopoguerra... Detto questo, non mi pare una "grossissima imprecisione" ma cosa di poco conto.
Piuttosto devo ringraziare Grazia perchè non si è limitata ad una puntualizzazione tutto sommato inutile ma ha fornito un'indicazione di ricerca - la canzone partenopea intitolata "O piano 'e guerra", di cui non sono riuscito (ancora) a trovare il testo - seguendo la quale ho potuto scovare due belle canzoni contribuite nei giorni scorsi, All'erta, sentinella! e Priggiuniero 'e guerra.
Grazie Grazia!
Piuttosto devo ringraziare Grazia perchè non si è limitata ad una puntualizzazione tutto sommato inutile ma ha fornito un'indicazione di ricerca - la canzone partenopea intitolata "O piano 'e guerra", di cui non sono riuscito (ancora) a trovare il testo - seguendo la quale ho potuto scovare due belle canzoni contribuite nei giorni scorsi, All'erta, sentinella! e Priggiuniero 'e guerra.
Grazie Grazia!
Bartleby 29/6/2011 - 21:07
Per eliminare ogni ambiguità abbiamo corretto in "immediato dopoguerra". Grazie anche a polytropos per le sue note molto chiare ed utili.
CCG/AWS Staff 3/7/2011 - 00:18
Aggiungo ancora, per completare il quadro allusivo della seconda parte, che "pellecchia" è anche il termine volgare per indicare il prepuzio.
polytropos 4/7/2011 - 01:29
Io nun capisco 'e vvote che succere
e chello ca se vere nun se crere.
QUALCUNO DICEVA CHE LA TRADUZIONE ERA: è NORMALE SE METTI SEME NERO ESCE IL NERO. INVECE NO... SECONDO ME STA A SIGNIFICARE CHE I NAPOLETANI FINO AL QUEL MOMENTO DALLE DONNE BIANCHE AVEVANO VISTO SEMPRE NASCERE FIGLI BIANCHI ORA GLI PAREVA STRANO VEDERE UNA DONNA BIANCA PARTORIRE UN FIGLIO NERO, COME PER DIRE UNA PIANTA DI LIMONI CHE FA LIMONI ROSSI. ECCO!
VINCENZO D'ANTUONO
e chello ca se vere nun se crere.
QUALCUNO DICEVA CHE LA TRADUZIONE ERA: è NORMALE SE METTI SEME NERO ESCE IL NERO. INVECE NO... SECONDO ME STA A SIGNIFICARE CHE I NAPOLETANI FINO AL QUEL MOMENTO DALLE DONNE BIANCHE AVEVANO VISTO SEMPRE NASCERE FIGLI BIANCHI ORA GLI PAREVA STRANO VEDERE UNA DONNA BIANCA PARTORIRE UN FIGLIO NERO, COME PER DIRE UNA PIANTA DI LIMONI CHE FA LIMONI ROSSI. ECCO!
VINCENZO D'ANTUONO
'E signurine 'e Caporichino
fanno ammore cu 'e marrucchine,
'e marrucchine se vottano 'e lanze,
e 'e signurine cu 'e panze annanze.
Significa: le signorine (prostitute) fanno l'amore con i soldati marocchini per soldi, poi questi se ne ripartono per l'america e loro rimangono incinte. ovviamente non c'è stato nessuna accortezza da parte di quest'ultimi ben sapendo che la loro sosta era una cosa temporanea
fanno ammore cu 'e marrucchine,
'e marrucchine se vottano 'e lanze,
e 'e signurine cu 'e panze annanze.
Significa: le signorine (prostitute) fanno l'amore con i soldati marocchini per soldi, poi questi se ne ripartono per l'america e loro rimangono incinte. ovviamente non c'è stato nessuna accortezza da parte di quest'ultimi ben sapendo che la loro sosta era una cosa temporanea
VINCENZO D'ANTUONO 27/7/2011 - 10:12
risiedo a varese da tanti anni e suono in un gruppo formato da tre napoletani e tre lombardi per cui il gruppo si chiama "partenopei e ...parte no". facciamo la storia della canzone napoletana nei secoli con una ottantina di pezzi e quella tra le piu apprezzate c'è proprio la tammurriata.Stasera devo suonarla in un locale qua al museo.grazie per la vostra bella iniziativa. Nino Soprano.
nino soprano 13/8/2011 - 12:59
complimenti a tutti voi per questa nuvola di cultura che date bravi e vi ringrazio tanto, mi sono emozionato e mi emozionero'sempre per questo capolavoro che viene dalla nostra storia. Non sono napoletano ma spero un giorno di vedere napoli e ascoltare tammuriata nera di peppe barra.UNA GRANDE INTERPRETAZIONE CHE TRASMETTE IL DRAMMA E IL PERIODO DIFFICILE AFFRONTATO DAI CITADINI DI NAPOLI E NON IN QUEL MOMENTO STORICO.Grazie ancora a tutti voi che avete la cultura in testa come bene primario . GRAZIE PEPPE, TERESA E ALLA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE PER TENERE VIVA QUESTA SPERANZA.Certo ho fatto molta fatica per capire il testo ma spero che ci siano sempre uomini e donne che con la musica trasmettono speranze e voglia di vivere . e se posso permettermi...mi sento un po' napoletano anche io.
massimo cantelli da bologna 29/8/2011 - 23:25
Veramente esauriente per chi vuole capire il significato di questa bellissima canzone. E' la canzone dell'Italia sconfitta e martoriata che riesce comunque a sopravvivere. Ma l'esperienza a volte insegna poco quando il ricordo si cancella o la malafede grida più forte. Il signor Simone Guerriero non può camuffare la verità chiamando "liberatori" coloro che sono stati i nostri TORTURATORI e ancor oggi hanno le loro basi sul NOSTRO suolo Patrio. Il fatto che abbiano vinto non ne diminuisce la barbarie e la misera statura morale !
(Teseo Tesei)
(Teseo Tesei)
Beh, comunque la si pensi mi fa abbastanza impressione vedere su questo sito un "Teseo Tesei", dato che chi scrive è interamente di Marina di Campo da parte di madre. Un saluto! [RV]
"ce sceppai e pil a piett" i petti erano i nostri non degli inglesi o degli americani
carlo.vaiacer@email.it 1/4/2012 - 11:52
Favoloso sito e favolosa canzone.
Nei primi anni '50 abitavo a Bagnoli e ricordo perfettamente tanti 'criaturi niri niri' amati e coccolati dalle loro mamme perché a Napoli " 'e figlie so' ffiglie"
Sono perfettamented'accordo anche sulla barbarie delle truppe 'alleate' e sul concetto di invasione.
Se non avessimo avuto la posizione che abbiamo nel Mediterraneo, col cavolo che sarebbero venuti a 'liberarci'
Andrea Valente
Nei primi anni '50 abitavo a Bagnoli e ricordo perfettamente tanti 'criaturi niri niri' amati e coccolati dalle loro mamme perché a Napoli " 'e figlie so' ffiglie"
Sono perfettamented'accordo anche sulla barbarie delle truppe 'alleate' e sul concetto di invasione.
Se non avessimo avuto la posizione che abbiamo nel Mediterraneo, col cavolo che sarebbero venuti a 'liberarci'
Andrea Valente
Andrea Valente 5/8/2012 - 14:35
Volevo solo fare una piccola precisazione.....Nanninella è la versione napoletana antica del nome Anna.
Toni 23/12/2012 - 23:58
@ Elena
La seconda parte della canzone, quella aggiunta dalla NCCP, cioè da 'E signurine 'e Caporichino fanno ammore ecc" è tutta una parodia buffoneggiante di "Pistol Packin Mama", la canzone americana così in voga in quel periodo (ma anche ovviamente delle napoletane e dei napoletani stessi che si vendevano agli americani), di cui ha la stessa musica ironicamente strascicata.
La seconda parte della canzone, quella aggiunta dalla NCCP, cioè da 'E signurine 'e Caporichino fanno ammore ecc" è tutta una parodia buffoneggiante di "Pistol Packin Mama", la canzone americana così in voga in quel periodo (ma anche ovviamente delle napoletane e dei napoletani stessi che si vendevano agli americani), di cui ha la stessa musica ironicamente strascicata.
Gennaro 14/3/2013 - 09:50
Salve,
a parte la dissertazione fra liberatori e non,desideravo segnalare un'altra strofa della canzone che non ho visto e cioè:
e signurine e forerott tenen tutt a cesta rotta,una sola a teneva san e se mmise a fa a puttana
mi scuso per la scrittura ma,pur essendo napoletano al 100%,conosco solo quello parlato
saluti e complimenti
a parte la dissertazione fra liberatori e non,desideravo segnalare un'altra strofa della canzone che non ho visto e cioè:
e signurine e forerott tenen tutt a cesta rotta,una sola a teneva san e se mmise a fa a puttana
mi scuso per la scrittura ma,pur essendo napoletano al 100%,conosco solo quello parlato
saluti e complimenti
ciro acampora 14/4/2013 - 17:52
Vorrei ringraziare vivamente questo scambio musico-culturale bellissimo, mio nonno era da Avellino, venuto in Messico chi sa per quante ragioni tutte vere, di nome Gallo Alessandro mio padre figlio messicano nato nel lontano 1903 Gallo Luis, Quando io sono nato mio Padre ne aveva 51 anni, mi ha messo il nome di Francisco per Francesco d´Assisi.
Francisco 15/5/2013 - 03:22
Grazie a chi ha creato questo sito e alle preziose informazioni fornite dai commenti! Studiosi della cultura napoletana come Nelson Moe hanno fatto interessanti osservazioni sulla storia di questa famosa canzone (nella sua versione originaria) facendo notare come l'enfasi sul "nero" contrapposto ai "nativi" napoletani andrebbe discussa con un occhio critico.
Silvana 15/5/2013 - 19:07
Salve;
con molta modestia: credo che questa esegetica del testo sia interessantissima per quanto riguarda l'identificazione del substrato culturale in cui è stata concepita l'originale e si sono poi sviluppate le varie versioni della "canzone". Ma credo anche che, più semplicemente, sia le versioni originali che il testo ripreso, rielaborato o scritto tout-court dal Maestro Roberto De Simone risponda più che altro ad esigenze di rima, di metrica e di assonanze. E' facile, del resto, verificare ascendenze "nobili" di questa tecnica nelle tantissime cantate, ballate, tammurriate, postegge e quant'altro disponibile nella tradizione napoletana e campana, che fanno un uso estremamente ampio e variegato di tecniche simili. Qualche esempio si trova anche in testi popolari rielaborati sempre da De Simone e dalla NCCP, testi in cui si può leggere
""uh m'avota e giro 'a re'a,
'o cavero 'nfoca... (continua)
con molta modestia: credo che questa esegetica del testo sia interessantissima per quanto riguarda l'identificazione del substrato culturale in cui è stata concepita l'originale e si sono poi sviluppate le varie versioni della "canzone". Ma credo anche che, più semplicemente, sia le versioni originali che il testo ripreso, rielaborato o scritto tout-court dal Maestro Roberto De Simone risponda più che altro ad esigenze di rima, di metrica e di assonanze. E' facile, del resto, verificare ascendenze "nobili" di questa tecnica nelle tantissime cantate, ballate, tammurriate, postegge e quant'altro disponibile nella tradizione napoletana e campana, che fanno un uso estremamente ampio e variegato di tecniche simili. Qualche esempio si trova anche in testi popolari rielaborati sempre da De Simone e dalla NCCP, testi in cui si può leggere
""uh m'avota e giro 'a re'a,
'o cavero 'nfoca... (continua)
steno aulicino 18/7/2014 - 20:33
io sono un appassionato dei dialetti Campani, quindi complimenti x il sito
Stefano Acierno 19/4/2015 - 20:11
Grazie - Thank you very much for this website and all its comments. (And the English translation!) In 1993 I spent a summer in Italy and this was one of the sungs I learned from a group of Napolitan girls and we played it every night in the streets where there was also other kinds of traditional dancing. I still play it sometimes on the guitar, but I didn't remember any words but "niro niro comm'a cche..." :-) And I never knew what the song was about. It brings back good memories.
Jelle 13/5/2015 - 12:25
Nel 1945 doveva essere molto difficile parlare male dei così detti liberatori, si preferiva parlare di marocchini che si lanciavano sulle signorine, le quali volevano da questi solo amore.
luigi 26/12/2015 - 02:59
Un vero peccato far scadere in becera politica questa bellissima discussione su un capolavoro che per me non è solo napoletano, ma dell'Italia intera. I danni collaterali subiti dalle truppe di liberazione, sono una dura e lurida conseguenza di una sconfitta, se qualcuno è convinto che una guerra finisca al 90 e dopo la stretta di mano si va sotto la doccia, dovrebbe perlomeno ragionare un attimo. Sono sempre stati dei liberatori da chi quei soprusi e violenze le aveva generate in precedenza. La canzone lo racconta con la rassegnazione di un popolo che ha accettato meglio queste situazioni che l'orrore nazista. Bellissima reale e commovente, un pezzo di storia popolare.
mario 18/3/2016 - 08:23
Florence, 2 octobre 2016
Nous sommes en 1945. M. Edoardo Nicolardi est un cadre administratif dans l'hôpital San Loreto a Mare de Naples, quand quelque chose de très étrange se passe à la Maternité: une jeune femme napolitaine a accouché d'un bébé à la peau noire. On cherche des explications: c'est peut-être quelque chose que la science ne saurait pas expliquer? Mais l'explication est très facile: l'année avant Naples avait été occupée par les américains, et parmi les américains il y avait bien des gens de couleur. A partir de ce moment-là, les bébés noirs se multipliquent. Edoardo Nicolardi, qui a déjà écrit des chansons napolitaines parmi lesquelles la célèbre “Voce 'e notte” (Une voix dans la nuit) en 1904, rentre chez soi et écrit immédiatement “Tammurriata nera”, la Tambourade Noire. Son beau-père, E. A. Mario, est un musicien très célèbre; il est l'auteur de la “Légende du Piave”,... (continua)
Nous sommes en 1945. M. Edoardo Nicolardi est un cadre administratif dans l'hôpital San Loreto a Mare de Naples, quand quelque chose de très étrange se passe à la Maternité: une jeune femme napolitaine a accouché d'un bébé à la peau noire. On cherche des explications: c'est peut-être quelque chose que la science ne saurait pas expliquer? Mais l'explication est très facile: l'année avant Naples avait été occupée par les américains, et parmi les américains il y avait bien des gens de couleur. A partir de ce moment-là, les bébés noirs se multipliquent. Edoardo Nicolardi, qui a déjà écrit des chansons napolitaines parmi lesquelles la célèbre “Voce 'e notte” (Une voix dans la nuit) en 1904, rentre chez soi et écrit immédiatement “Tammurriata nera”, la Tambourade Noire. Son beau-père, E. A. Mario, est un musicien très célèbre; il est l'auteur de la “Légende du Piave”,... (continua)
TAMBOURADE NOIRE
(continua)
(continua)
Devo essere interrogata su questa canzone domani a scuola (visto che stiamo facendo un progetto di musica napoletana) e sia la traduzione che la spiegazione mi sono state molto utili. Grazie mille per questa pagina :)
Marty 21/3/2017 - 18:25
Grazie a te Marty, e felici che questa pagina ti sia stata utile, con un saluto alla tua classe e ai tuoi insegnanti. A risentirci (speriamo) presto!
CCG/AWS Staff 21/3/2017 - 20:57
complimenti per il sito.
Un piccolo contributo: la frase "pistol packin' mama" in una delle strofe in anglo-napoletano va (o potrebbe essere) tradotta letteralmente come "mamma impacchetta (o sta impacchettando) la pistola". il senso sarebbe che le "segnorine" intimavano ai soldati americani di depositare da una parte la pistola durante l'incontro; le madri nello stesso tempo impacchettano e fanno sparire l'arma (per venderla al mercato nero). Lay that pistol down... pistol packing mama.
Informazione raccolta "sul campo" nel 1975 da un componente della NCC, se non sbaglio da Mauriello.
Infine, e sommessamente: assoluta gratitudine a quanti hanno contribuito alla Liberazione dell'Italia; ma un'occupazione è sempre un'occupazione; le sofferenze e i soprusi, anche involontari, procurati a Napoli dalle truppe angloamericane sono stati assolutamente inenarrabili.
Grazie e saluti
steno
Un piccolo contributo: la frase "pistol packin' mama" in una delle strofe in anglo-napoletano va (o potrebbe essere) tradotta letteralmente come "mamma impacchetta (o sta impacchettando) la pistola". il senso sarebbe che le "segnorine" intimavano ai soldati americani di depositare da una parte la pistola durante l'incontro; le madri nello stesso tempo impacchettano e fanno sparire l'arma (per venderla al mercato nero). Lay that pistol down... pistol packing mama.
Informazione raccolta "sul campo" nel 1975 da un componente della NCC, se non sbaglio da Mauriello.
Infine, e sommessamente: assoluta gratitudine a quanti hanno contribuito alla Liberazione dell'Italia; ma un'occupazione è sempre un'occupazione; le sofferenze e i soprusi, anche involontari, procurati a Napoli dalle truppe angloamericane sono stati assolutamente inenarrabili.
Grazie e saluti
steno
steno 15/7/2017 - 18:00
Aieressera a piazza Dante
'o stommaco mio era vacante,
si nun era p''o contrabbando,
ì' mò già stevo 'o campusanto.
'o stommaco mio era vacante,
si nun era p''o contrabbando,
ì' mò già stevo 'o campusanto.
Rileggendo questa strofa mi viene da pensare ai mille artifizi di un popolo costretto all'illegalità quando uno Stato decide politiche monopolistiche e illiberali per lo sviluppo solo di una parte della nazione. Un esempio illuminante di quel periodo, coevo alla scrittura del testo in questione, sono la distribuzione dei fondi del piano Marshall, che previde solo briciole al cosiddetto "Meridione" a solo vantaggio dell'industria settentrionale
Fernando Luisi 17/8/2017 - 15:00
Grazie per la ricchezza di materiali e di interpretazioni.
Vorrei aggiungere qualcosa all'interpretazione della frase:
'e marucchine se vottano 'e lanze'
Ho due ipotesi:
1) potrebbe essere "se vottano e 'nanze" con ovvio riferimento allo spingersi in avanti nel rapporto sessuale
2) potrebbe derivare da 'allanziarse', nel senso di 'fare qualcosa che non è permessa' oppure 'prendersi troppa confidenza'. Esempio: 'se steva allanziando assaje'
In ultimo, la frase "Pistol packin’ mama" è presente nella stofa originale della canzone americana ed è anche il titolo di quella canzone, per cui non può avere alcun riferimento al alcuna variazione fonetica o azione che avvenisse nei bordelli. A eccezione di 'pisti' per pistol.
Fausto Passariello
Vorrei aggiungere qualcosa all'interpretazione della frase:
'e marucchine se vottano 'e lanze'
Ho due ipotesi:
1) potrebbe essere "se vottano e 'nanze" con ovvio riferimento allo spingersi in avanti nel rapporto sessuale
2) potrebbe derivare da 'allanziarse', nel senso di 'fare qualcosa che non è permessa' oppure 'prendersi troppa confidenza'. Esempio: 'se steva allanziando assaje'
In ultimo, la frase "Pistol packin’ mama" è presente nella stofa originale della canzone americana ed è anche il titolo di quella canzone, per cui non può avere alcun riferimento al alcuna variazione fonetica o azione che avvenisse nei bordelli. A eccezione di 'pisti' per pistol.
Fausto Passariello
Fausto Passariello 11/3/2018 - 15:38
Un altro commento:
- Nella canzone americana di Al Dexter "lui" è minacciato da una "lei" e per l'appunto quando se la trova di fronte "lui" le chiede di abbassare (lay) la pistola.
- Questa è la condizione diametralmente opposta a quella descritta nella canzone napoletana. Ma anche qui la non comprensione della lingua può aver avuto il suo ruolo.
Fausto Passariello
- Nella canzone americana di Al Dexter "lui" è minacciato da una "lei" e per l'appunto quando se la trova di fronte "lui" le chiede di abbassare (lay) la pistola.
- Questa è la condizione diametralmente opposta a quella descritta nella canzone napoletana. Ma anche qui la non comprensione della lingua può aver avuto il suo ruolo.
Fausto Passariello
Fausto Passariello 11/3/2018 - 16:41
Sono pugliese di Taranto,secondo me le parole e marucchine se vottano e'lanze potrebbe significare che costoro dopo aver consumato il/i rapporto con la ragazza si voltano verso la spiaggia,cioe' se ne tornano a casa.In pugliese a' lanza e' la spiaggia,non so se anche in napoletano puo' avere lo stesso significato.
MANNA ALFREDO 22/7/2018 - 11:30
Io credo che 'se vottn 'e lanze' disignifichi "si buttano di lancia", utilizzando la metafora della lancia per indicare l'organo sessuale maschile.
Lanza non viene più utilizzato come vocabolo, ma in napoletano antico significava lancia. Girarsi è s'avutà,e spiaggia si dice rena non lanza in napoletano.
Inoltre nanninella è il diminutivo di anna non di giovanna.
:)
Lanza non viene più utilizzato come vocabolo, ma in napoletano antico significava lancia. Girarsi è s'avutà,e spiaggia si dice rena non lanza in napoletano.
Inoltre nanninella è il diminutivo di anna non di giovanna.
:)
Giovanna 4/9/2018 - 13:03
Bellisima pagina che ci offre la possibilità di comprendere dal di dentro ogni simbolo che compare in questa canzone un testo baciato dalla musica di E.A.Mario e dalla NCCP. Un ringraziamento a Napoli a quel popolo che per primo in Europa settembre 1943 si scatenò per cacciare i naziafscisti dalla propria città.
Tammuriata nera un inno da portare nelle scuole d'Italia
Tammuriata nera un inno da portare nelle scuole d'Italia
drive 19/10/2018 - 00:30
"Addò pastin' 'o grano, 'o grano cresce
riesce o nun riesce, semp'è grano chello ch'esce"
riesce o nun riesce, semp'è grano chello ch'esce"
può essere inteso in modo romantico ed antirazzista dove il grano rappresenta l'umanità (dove semini quel che ne esce è pur sempre grano indipendentemente dal colore) ma potrebbe, contestualizzandolo al periodo storico, avere un'interpretazione razzista, intendendo "dove si pianta il grano, il grano cresce" come un'esclusione della possibilità che nasca ad esempio "farro", quindi in questo caso si insinuerebbe che qualcuno non si sia limitato/a a piantare solo "grano" (facendosi fecondare da individui con il colore della pelle più simile alla propria) ma dalla germogliazione d'una piantina di "farro" si svela la scelta del cereale piantato (facendosi fecondare da un simile con la pelle scura e pure caratteristiche genetiche dominanti...).
Personalmente amo la prima visione ma non posso negare che contestualizzando la canzone con la conoscenza e l'approccio alla diversità diffusi a quell'epoca mi rimangano dei dubbi.
Ma non dice i marocchini SE VOTAN'E LANZE, quanto SE VOTTANO. Quindi non è SI GIRANO (SE VOTANO) ma SE VOTTANO, si buttano addosso
Diego Verdegiglio 1/4/2020 - 13:40
Quando venni a Napoli, 1976, erano in molti a cantare in modo modificato il verso de “I marocchini se votano ‘e panza” modificandolo in “ E marrucchini senza creanza”, intendendo che i neri volevano solo rapporti completi senza crearsi nessun tipo di problema.
Maurizia Romei 11/8/2020 - 20:55
Complimenti per la passione e la dedizione che si denota da tutti i commenti. Sono un abitante del Regno di Napoli e sin dalla prima volta che ho ascoltato questa canzone mi è rimasta impressa. Ironica, triste e allegra allo stesso tempo, una grande opera letteraria, musicale e di memoria. Non mi stanco mai di ascoltarla. È la memoria tramandata in forma leggera ma non per questo futile della grande dignità del popolo napoletano, che anche nei momenti più bui e tristi riesce a trovare una via d'uscita, anche la più dolorosa
Vito Figliuolo 16/9/2020 - 21:22
Santa Lucia luntana
[1919]
Dopo essermi fatto miseramente respingere il contributo di “Munasterio 'e Santa Chiara” (canzone invero assai bigotta e conservatrice, eppure sicuramente contro i disastri della guerra e dei loro eserciti, occupanti tedeschi o liberatori americani che fossero) rilancio sulla ruota di Napoli con questa splendida canzone di emigrazione e di nostalgia che, per giunta, pur essendo all’epoca molto amata e cantata, fu piuttosto invisa al regime fascista giacchè metteva l’accento su di una delle piaghe di allora, la necessità per moltissimi, specie al sud, di andare a cercar miglior fortuna oltre oceano, per scampare alla miseria.
E, oltre tutto, questa “Santa Lucia luntana” mi viene particolarmente bene oggi, 13 dicembre, che è il giorno della vergine e martire cristiana fatta seviziare e trucidare da Diocleziano a Siracusa nel 304.
Come è stato fatto per la più celebre... (continua)
Dopo essermi fatto miseramente respingere il contributo di “Munasterio 'e Santa Chiara” (canzone invero assai bigotta e conservatrice, eppure sicuramente contro i disastri della guerra e dei loro eserciti, occupanti tedeschi o liberatori americani che fossero) rilancio sulla ruota di Napoli con questa splendida canzone di emigrazione e di nostalgia che, per giunta, pur essendo all’epoca molto amata e cantata, fu piuttosto invisa al regime fascista giacchè metteva l’accento su di una delle piaghe di allora, la necessità per moltissimi, specie al sud, di andare a cercar miglior fortuna oltre oceano, per scampare alla miseria.
E, oltre tutto, questa “Santa Lucia luntana” mi viene particolarmente bene oggi, 13 dicembre, che è il giorno della vergine e martire cristiana fatta seviziare e trucidare da Diocleziano a Siracusa nel 304.
Come è stato fatto per la più celebre... (continua)
Partono 'e bastimente
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 13/12/2011 - 11:20
sorry ho perso un'immagine. Ero distratto dal webcast sul bosone di Higgs...
Lorenzo 13/12/2011 - 15:41
Ciao Lorenzo,
l'immagine della locandina di "Napoli che canta":
http://farm3.static.flickr.com/2151/17...
Quella der busone de Igs:
Insomma, datti da fare! Quanto ti ci vuole a trovare 'sto bosone?
Se penso a tutti i soldi che abbiamo speso per farti studiare...
l'immagine della locandina di "Napoli che canta":
http://farm3.static.flickr.com/2151/17...
Quella der busone de Igs:
Insomma, datti da fare! Quanto ti ci vuole a trovare 'sto bosone?
Se penso a tutti i soldi che abbiamo speso per farti studiare...
Bartleby 14/12/2011 - 08:08
Vai vedrai che l'anno prossimo lo trovano, non può nascondersi ancora per molto... Per studiare, almeno in questi ultimi anni, i soldi li ho dati io all'università di Firenze fino a che ho deciso che era più saggio fare il PhD in Germania. Così mo' sono un Herr Doktor senza sapere una parola di tedesco.
Lorenzo 14/12/2011 - 09:53
Vi propongo una mia rilettura di questa e di altre canzoni di emigrazione:
Scimmie deforestate e richiami della giungla
Scimmie deforestate e richiami della giungla
Gaetano 'aitan' Vergara 2/5/2018 - 18:06
Il 24 maggio
Una strofa parodistica della celebre patriottica "Canzone del Piave", composta nel 1918 da E. A. Mario.
Il poeta di strada Peppe Schiera, "anarchico e antifascista senza saperlo", avrebbe voluto declamarla il 10 giugno 1940 durante una festa patronale, con l'intento di sbeffeggiare Mussolini che si dice volesse portare l'Italia in guerra. Ma fu proprio quel giorno che giunse la vociaccia del Dvce che dichiarava guerra a Gran Bretagna e Francia, il famigerato discorso de "L'ora delle decisioni irrevocabili" e del "Vincere! E vinceremo!". Così le autorità disposero che la festa non si sarebbe tenuta e tutte le luminarie rimasero spente. E il povero Peppe Schiera, che sperava di poter tirare su qualche soldo, maledisse le camicie nere, il podestà, il prefetto e Mussolini e se ne tornò a casa.
Ho tratto testo e racconto dal bel libro "Peppe e Margherita – Storia di un poeta ed artista di strada" di Roberto Ardizzone, scrittore palermitano e cultore della poesia dialettale siciliana.
Il poeta di strada Peppe Schiera, "anarchico e antifascista senza saperlo", avrebbe voluto declamarla il 10 giugno 1940 durante una festa patronale, con l'intento di sbeffeggiare Mussolini che si dice volesse portare l'Italia in guerra. Ma fu proprio quel giorno che giunse la vociaccia del Dvce che dichiarava guerra a Gran Bretagna e Francia, il famigerato discorso de "L'ora delle decisioni irrevocabili" e del "Vincere! E vinceremo!". Così le autorità disposero che la festa non si sarebbe tenuta e tutte le luminarie rimasero spente. E il povero Peppe Schiera, che sperava di poter tirare su qualche soldo, maledisse le camicie nere, il podestà, il prefetto e Mussolini e se ne tornò a casa.
Ho tratto testo e racconto dal bel libro "Peppe e Margherita – Storia di un poeta ed artista di strada" di Roberto Ardizzone, scrittore palermitano e cultore della poesia dialettale siciliana.
L’Esercito manciava scorci i favi e tinnirumi (1)
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/3/2018 - 16:53
La Leggenda della Neva
[1918]
Sull'aria de "La leggenda del Piave", di E.A. Mario (già, proprio la guerrafondaia "Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio...").
A proposito di questa canzone, nella sua autobiografia, pubblicata da "Il Nuovo canzoniere italiano" nel 1963, Raffaele Offidani, alias Spartacus Picenus, racconta:
"I miei primi versi sociali risalgono al 1914, ma sul finire del 1918, trovandomi degente in un ospedale per una grave infermità contratta in guerra, ad un bravo sanitario nazionalista che non si stancava mai di canticchiare 'La leggenda del Piave' allora molto in voga, mi venne l'idea di rispondere con delle strofe cantate sulla stessa aria, nelle quali contrapponevo al Piave la Neva, gloriosa culla della rivoluzione. Il malato mio vicino di letto, un bravo operaio torinese, che l'aveva ascoltata con entusiasmo, volle trascrivere di suo pugno le parole... (continua)
Sull'aria de "La leggenda del Piave", di E.A. Mario (già, proprio la guerrafondaia "Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio...").
A proposito di questa canzone, nella sua autobiografia, pubblicata da "Il Nuovo canzoniere italiano" nel 1963, Raffaele Offidani, alias Spartacus Picenus, racconta:
"I miei primi versi sociali risalgono al 1914, ma sul finire del 1918, trovandomi degente in un ospedale per una grave infermità contratta in guerra, ad un bravo sanitario nazionalista che non si stancava mai di canticchiare 'La leggenda del Piave' allora molto in voga, mi venne l'idea di rispondere con delle strofe cantate sulla stessa aria, nelle quali contrapponevo al Piave la Neva, gloriosa culla della rivoluzione. Il malato mio vicino di letto, un bravo operaio torinese, che l'aveva ascoltata con entusiasmo, volle trascrivere di suo pugno le parole... (continua)
La Neva contemplava
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 25/12/2008 - 18:24
In un articolo dal titolo “I borghesi cantavano 'il Piave' ma al fronte si cantava 'Gorizia'", pubblicato su Liberazione il 1 novembre 2008, Cesare Bermani riferiva un frammento di una versione satirica della nazionalista di E. A. Mario
LA LEGGENDA DEL PIAVE
Il Piave mormorava
calmo e placido al passaggio
puzzavano li piedi di formaggio.
L’esercito marciava
per raggiunger la frontiera
puzzavano li piedi di gruviera.
Muti restaron
nella notte i fanti.
Puzzavano li piedi a tutti quanti…
Il Piave mormorava
calmo e placido al passaggio
puzzavano li piedi di formaggio.
L’esercito marciava
per raggiunger la frontiera
puzzavano li piedi di gruviera.
Muti restaron
nella notte i fanti.
Puzzavano li piedi a tutti quanti…
B.B. 17/11/2017 - 16:25
Rumanzetta militare
(1914)
Versi di E. A. Mario
Musica di E. Tagliaferri
Canzone stranamente pacifista di E.A. Mario composta poco prima della partenza al fronte. E.A. Mario, politicamente interventista, produsse svariate canzoni sia a favore della guerra (Serenata All'imperatore, Canzone di trincea, Leggenda del Piave...) sia contro essa (Priggiuniero 'e guerra, Rumanzetta militare, Le rose rosse). Questa canzone di stampo narrativo racconta le avventure di un uomo che s'offre volontario per andare in guerra non per patriottismo ma perché vuole scordarsi la donna amata che l'ha ferito. In guerra quasi cerca la morte comportandosi arditamente, sempre scansandola però vedendo morire un suo commilitone solamente ventenne che progettava di sposarsi al suo ritorno. Una volta ritornato dalla guerra a cui aveva dato la gioventù ricevendo in cambio niente, esprime il proposito di riavvicinarsi con la sua amata.
Versi di E. A. Mario
Musica di E. Tagliaferri
Canzone stranamente pacifista di E.A. Mario composta poco prima della partenza al fronte. E.A. Mario, politicamente interventista, produsse svariate canzoni sia a favore della guerra (Serenata All'imperatore, Canzone di trincea, Leggenda del Piave...) sia contro essa (Priggiuniero 'e guerra, Rumanzetta militare, Le rose rosse). Questa canzone di stampo narrativo racconta le avventure di un uomo che s'offre volontario per andare in guerra non per patriottismo ma perché vuole scordarsi la donna amata che l'ha ferito. In guerra quasi cerca la morte comportandosi arditamente, sempre scansandola però vedendo morire un suo commilitone solamente ventenne che progettava di sposarsi al suo ritorno. Una volta ritornato dalla guerra a cui aveva dato la gioventù ricevendo in cambio niente, esprime il proposito di riavvicinarsi con la sua amata.
Chi vò partì, dicette 'o capitano
(continua)
(continua)
inviata da Leonardo Saponara 26/10/2017 - 00:54
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Canzone d'Albania
Scopro leggendo l'imponente volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008) che c'è ancora parecchio da dire su questa canzone...
Raffaele Offidani / Spartacus Picenus ne scrisse due versioni. La prima – quella accolta su questa pagina - risale al 1920 quando, dopo la sanguinosa campagna d'Albania nel corso della Grande Guerra, il Regno d'Italia cercò di instaurare nel paese un protettorato, contro il principio dell'autodeterminazione dei popoli sancito dagli accordi di Londra, sottoscritti dall'Italia. Quando si seppe di un accordo segreto tra Italia e Grecia per sostenere i reciproci appettiti territoriali, a Valona scoppiò una violenta insurrezione anti-italiana. Il governo Giolitti decise di mandare altri contingenti militari per sedare la ribellione ma la gente, stanca di guerra, iniziò... (continua)
Raffaele Offidani / Spartacus Picenus ne scrisse due versioni. La prima – quella accolta su questa pagina - risale al 1920 quando, dopo la sanguinosa campagna d'Albania nel corso della Grande Guerra, il Regno d'Italia cercò di instaurare nel paese un protettorato, contro il principio dell'autodeterminazione dei popoli sancito dagli accordi di Londra, sottoscritti dall'Italia. Quando si seppe di un accordo segreto tra Italia e Grecia per sostenere i reciproci appettiti territoriali, a Valona scoppiò una violenta insurrezione anti-italiana. Il governo Giolitti decise di mandare altri contingenti militari per sedare la ribellione ma la gente, stanca di guerra, iniziò... (continua)
Bernart Bartleby 18/10/2016 - 22:33
'A seggia elettrica [Mamma sfurtunata]
[1924]
Parole di Gaetano Esposito (Pasqualotto)
Lyrics by Gaetano Esposito (Pasqualotto)
Musica di E.A. Mario
Music by E.A.Mario
Prima interpretazione di Maria Rosa Liberti (Ria Rosa)
First performed by Maria Rosa Liberti (Ria Rosa)
"Mamma sfurtunata" (sottotitolata "A seggia elettrica") è un brano scritto da Gaetano Esposito (Pasqualotto) e musicato da E.A. Mario nel 1932 (come ha affermato il poeta E.A. Mario nel fascicolo musicale di Piedigrotta del 1959). Dopo diverse ricerche, invece, si è trovata la vera data di pubblicazione del motivo: 24 marzo 1924.
La canzone, scritta nel 1924, non è mai stata inserita in nessun fascicolo di Piedigrotta (in questa data), poiché la polizia americana perseguita chiunque spendesse una parola a favore di Sacco e Vanzetti. Gli stessi dischi sono considerati materiale sovversivo e quindi da tenere sotto sequestro. E.A. Mario, per paura d'eventuali... (continua)
Parole di Gaetano Esposito (Pasqualotto)
Lyrics by Gaetano Esposito (Pasqualotto)
Musica di E.A. Mario
Music by E.A.Mario
Prima interpretazione di Maria Rosa Liberti (Ria Rosa)
First performed by Maria Rosa Liberti (Ria Rosa)
"Mamma sfurtunata" (sottotitolata "A seggia elettrica") è un brano scritto da Gaetano Esposito (Pasqualotto) e musicato da E.A. Mario nel 1932 (come ha affermato il poeta E.A. Mario nel fascicolo musicale di Piedigrotta del 1959). Dopo diverse ricerche, invece, si è trovata la vera data di pubblicazione del motivo: 24 marzo 1924.
La canzone, scritta nel 1924, non è mai stata inserita in nessun fascicolo di Piedigrotta (in questa data), poiché la polizia americana perseguita chiunque spendesse una parola a favore di Sacco e Vanzetti. Gli stessi dischi sono considerati materiale sovversivo e quindi da tenere sotto sequestro. E.A. Mario, per paura d'eventuali... (continua)
Quanno liggette 'o nomme int'e giurnale
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 6/1/2006 - 13:52
Percorsi:
Sacco e Vanzetti
Viole del Carso
[1918]
Parole e musica di E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta (Napoli, 1884-1961).
I testi di questa e di altre canzoni del maestro napoletano nel 1922 verrano incluse - “Leggenda del Piave” compresa - in un volume d’impronta marcatamente patriottarda intitolato “Il Libro Grigio-Verde”... E bisogna pure aggiungere che il prolifico E. A. Mario fu amato assai durante il fascismo: per esempio, nel 1936 al Gran Teatro la Fenice a Venezia si tenne un grande concerto durante il quale vennero cantate molte sue canzoni di celebrazione del fascismo e della guerra coloniale...
Resta il fatto che “Viole del Carso” di patriottico non ha nulla e credo che possa bene essere accolta nel percorso delle “Canzoni d’amore contro la guerra”, così come a suo tempo fu accolta Le rose rosse, scritta sempre da E. A. Mario e interpretata da Carlo Buti.
Parole e musica di E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta (Napoli, 1884-1961).
I testi di questa e di altre canzoni del maestro napoletano nel 1922 verrano incluse - “Leggenda del Piave” compresa - in un volume d’impronta marcatamente patriottarda intitolato “Il Libro Grigio-Verde”... E bisogna pure aggiungere che il prolifico E. A. Mario fu amato assai durante il fascismo: per esempio, nel 1936 al Gran Teatro la Fenice a Venezia si tenne un grande concerto durante il quale vennero cantate molte sue canzoni di celebrazione del fascismo e della guerra coloniale...
Resta il fatto che “Viole del Carso” di patriottico non ha nulla e credo che possa bene essere accolta nel percorso delle “Canzoni d’amore contro la guerra”, così come a suo tempo fu accolta Le rose rosse, scritta sempre da E. A. Mario e interpretata da Carlo Buti.
Noi siamo le viole del Carso
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/7/2014 - 20:22
Priggiuniero 'e guerra
[1933]
Parole di E.A. Mario
Musica di Tito Manlio
Testo trovato su www.napoligrafia.it
L’anno è il 1933, in piena era fascista, ed il protagonista è stato per molti anni prigioniero di guerra in Siberia prima di riuscire a tornare nell’amata Napoli, solo per scoprire che la guerra gli ha portato via tutto, la famiglia, gli affetti, la vita…
La storia è piuttosto inverosimile giacchè nel primo conflitto mondiale l’Impero russo era nell’Intesa, insieme al Regno d’Italia, contro gli austro-ungarici. Di prigionieri di guerra italiani nei gulag di Stalin si parlerà solo durante e dopo la disastrosa campagna di Russia del 1941/43. A onor del vero, diverse centinaia di italiani trovarono la morte nel sistema concentrazionario sovietico a partire dalla fine del 1918, anno in cui, in seguito al fallito attentato a Lenin, prese avvio l’interminabile periodo del cosiddetto “terrore rosso”, ma non... (continua)
Parole di E.A. Mario
Musica di Tito Manlio
Testo trovato su www.napoligrafia.it
L’anno è il 1933, in piena era fascista, ed il protagonista è stato per molti anni prigioniero di guerra in Siberia prima di riuscire a tornare nell’amata Napoli, solo per scoprire che la guerra gli ha portato via tutto, la famiglia, gli affetti, la vita…
La storia è piuttosto inverosimile giacchè nel primo conflitto mondiale l’Impero russo era nell’Intesa, insieme al Regno d’Italia, contro gli austro-ungarici. Di prigionieri di guerra italiani nei gulag di Stalin si parlerà solo durante e dopo la disastrosa campagna di Russia del 1941/43. A onor del vero, diverse centinaia di italiani trovarono la morte nel sistema concentrazionario sovietico a partire dalla fine del 1918, anno in cui, in seguito al fallito attentato a Lenin, prese avvio l’interminabile periodo del cosiddetto “terrore rosso”, ma non... (continua)
Mme sóngo ricurdato 'a strada e 'o nummero
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 28/6/2011 - 13:36
Le rose rosse
[1919]
Parole e musica di E.A. Mario
Una canzone quasi antimilitarista, benchè sia stata scritta da chi solo un anno prima componeva la retorica e patriottica “La leggenda del Piave” e di lì a poco avrebbe composto “Soldato ignoto” (1922), tutta farcita di “Vincere o morire” e “Presente!”…
Una canzone quasi antimilitarista, benchè resa celebre da quel Carlo Buti che negli anni 30 sarebbe stato il più apprezzato interprete di “Faccetta nera”, l’inno per eccellenza delle guerre coloniali fasciste…
Interpretata in seguito anche da Claudio Villa e da Milva.
Parole e musica di E.A. Mario
Una canzone quasi antimilitarista, benchè sia stata scritta da chi solo un anno prima componeva la retorica e patriottica “La leggenda del Piave” e di lì a poco avrebbe composto “Soldato ignoto” (1922), tutta farcita di “Vincere o morire” e “Presente!”…
Una canzone quasi antimilitarista, benchè resa celebre da quel Carlo Buti che negli anni 30 sarebbe stato il più apprezzato interprete di “Faccetta nera”, l’inno per eccellenza delle guerre coloniali fasciste…
Interpretata in seguito anche da Claudio Villa e da Milva.
Tutte le rose di tutti i roseti
(continua)
(continua)
inviata da Dead End 29/1/2013 - 09:55
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Testo di Edoardo Nicolardi
Musica di E.A. Mario
Neapolitan Lyrics by Edoardo Nicolardi
Music by E. A. Mario
Nel 1945 Edoardo Nicolardi è dirigente amministrativo di un ospedale di Napoli. Nel reparto maternità succede un fatto "strano": a una ragazza napoletana nasce un bambino dalla pelle nera. Qualcuno cerca delle scuse: forse c'è qualcosa che la scienza non sa spiegare? La realtà è invece chiara. L'anno prima erano entrati a Napoli i soldati americani e fra loro molti uomini di colore: da allora i casi di bambini nati con la pelle nera erano diventati frequenti. Edoardo Nicolardi (che ha già scritto i testi di canzoni napoletane di un certo successo, fra cui la celebre Voce 'e notte del 1904) va a casa e scrive il testo di Tammurriata nera. Il suo consuocero E.A. Mario, celeberrimo musicista (autore fra l'altro della Leggenda del Piave, il più famoso canto storico della... (continua)