Hombre con H
[197?]
Parole e musica di Augusto Polo Campos (1932-), liricista e compositore peruviano
Interpretata da molti artisti, come Julio Jaramillo e Jorge Cafrune
Parole e musica di Augusto Polo Campos (1932-), liricista e compositore peruviano
Interpretata da molti artisti, come Julio Jaramillo e Jorge Cafrune
Hombre con H de hacer,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/10/2017 - 15:46
El pájaro revolucionario
Versi di Óscar Alfaro (1921-1963), poeta, scrittore, giornalista e militante comunista boliviano.
Nella raccolta intitolata “Cien poemas para niños” pubblicata nel 1955.
La poesia è stata messa in musica da diversi artisti (p.e. Gauchos 4, Markama, Carmen Jesús Iñaki,...) ma chi la rese celebre è il grande Jorge Cafrune che semplicemente la recitò senza base musicale, con la sua sola possente voce, nel disco intitolato “La vuelta del montonero” del 1973.
Nella raccolta intitolata “Cien poemas para niños” pubblicata nel 1955.
La poesia è stata messa in musica da diversi artisti (p.e. Gauchos 4, Markama, Carmen Jesús Iñaki,...) ma chi la rese celebre è il grande Jorge Cafrune che semplicemente la recitò senza base musicale, con la sua sola possente voce, nel disco intitolato “La vuelta del montonero” del 1973.
Ordena el cerdo granjero:
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/1/2015 - 22:53
Minerito potosino
[1969?]
Parole di Manuel José Castilla (1918-1980), poeta argentino la cui opera è strettamente legata al Movimiento del Nuevo Cancionero.
Musica di Eduardo Falú, in un suo album del 1969.
Interpretata anche da Jorge Cafrune
La mortalità dei minatori nelle miniere di stagno boliviane era altissima non solo per la durezza del lavoro ma perché l’organismo non poteva reggere a lungo al contrasto tra la temperatura calda ed umida delle gallerie ed il freddo intenso dell’ambiente esterno. Potosí si trova infatti ad un altitudine di 3.900 metri ma gli ingressi delle miniere sul Cerro Rico (Sumac Orcko) si trovavano a 4.000/4.500 metri…
Nel 1952 in Bolivia ci fu una rivoluzione in cui anche i minatori furono protagonisti. Il loro leader, Juan Lechín Oquendo, arrivò ad essere addirittura vice presidente in uno dei governi di Víctor Paz Estenssoro, fondatore del Movimiento Nacionalista... (continua)
Parole di Manuel José Castilla (1918-1980), poeta argentino la cui opera è strettamente legata al Movimiento del Nuevo Cancionero.
Musica di Eduardo Falú, in un suo album del 1969.
Interpretata anche da Jorge Cafrune
La mortalità dei minatori nelle miniere di stagno boliviane era altissima non solo per la durezza del lavoro ma perché l’organismo non poteva reggere a lungo al contrasto tra la temperatura calda ed umida delle gallerie ed il freddo intenso dell’ambiente esterno. Potosí si trova infatti ad un altitudine di 3.900 metri ma gli ingressi delle miniere sul Cerro Rico (Sumac Orcko) si trovavano a 4.000/4.500 metri…
Nel 1952 in Bolivia ci fu una rivoluzione in cui anche i minatori furono protagonisti. Il loro leader, Juan Lechín Oquendo, arrivò ad essere addirittura vice presidente in uno dei governi di Víctor Paz Estenssoro, fondatore del Movimiento Nacionalista... (continua)
Minerito potosino
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 9/5/2013 - 13:43
El orejano
[1965]
Versi di Serafín José García (1905-1985), scrittore e poeta uruguayo, dal suo esordio letterario, la raccolta di poesie gauchesche intitolata “Tacuruses” (1936).
Musica di Braulio López e Pepe Guerra (Los Olimareños)
In alcuni EP e poi nell’album “Canciones con contenido” del 1967
“Orejano” è letteralmente il bestiame brado, privo ancora del marchio di proprietà.
“Orejano” è quindi l’animale libero, senza padrone.
Non è qundi un caso se nel 1973 Los Olimareños, poco dopo il colpo di Stato di Bordaberry (inizio della dittatura militare in Uruguay) e poco prima di essere costretti all’esilio, dedicarono questa canzone a José Joe Baxter (1940-1973), nome di battaglia “Rafael”, militante rivoluzionario argentino che aveva combattuto in Vietnam contro gli invasori statunitensi e poi con i Tupamaros uruguyani e che morì in un incidente aereo vicino a Parigi mentre... (continua)
Versi di Serafín José García (1905-1985), scrittore e poeta uruguayo, dal suo esordio letterario, la raccolta di poesie gauchesche intitolata “Tacuruses” (1936).
Musica di Braulio López e Pepe Guerra (Los Olimareños)
In alcuni EP e poi nell’album “Canciones con contenido” del 1967
“Orejano” è letteralmente il bestiame brado, privo ancora del marchio di proprietà.
“Orejano” è quindi l’animale libero, senza padrone.
Non è qundi un caso se nel 1973 Los Olimareños, poco dopo il colpo di Stato di Bordaberry (inizio della dittatura militare in Uruguay) e poco prima di essere costretti all’esilio, dedicarono questa canzone a José Joe Baxter (1940-1973), nome di battaglia “Rafael”, militante rivoluzionario argentino che aveva combattuto in Vietnam contro gli invasori statunitensi e poi con i Tupamaros uruguyani e che morì in un incidente aereo vicino a Parigi mentre... (continua)
Yo sé qu'en el pago me tienen idea
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 24/4/2013 - 09:43
Coplas de baguala
Una versione diversa nelle strofe ma identica nel “sentido”, elaborata sul tema popolare da Armando Tejada Gómez, Andino Alvarez e Ariel Gravano con arrangiamento musicale di Carlos Groisman e interpretata dal Quinteto Tiempo. Molto simile anche alla versione interpretata da Jorge Cafrune.
COPLAS POR BAGUALA
(continua)
(continua)
inviata da Dead End 22/3/2013 - 11:38
India madre
[1967]
Scritta da Eduardo Falú e Cesar Perdiguero
Nell’album “Tonada del viejo amor”
Interpretata anche da Jorge Cafrune. Che grande chitarrista, che grande cantante! Guardatevi il video…
“Madre india, i flauti andini ti piangono. Tu che fosti principessa prigioniera nel tempio del sole, amata dall’Inca che una notte cantò per te. Poi brillarono le lame delle spade e prima di morire lasciasti sulla terra figli del sole dalla pelle bruna…”
Scritta da Eduardo Falú e Cesar Perdiguero
Nell’album “Tonada del viejo amor”
Interpretata anche da Jorge Cafrune. Che grande chitarrista, che grande cantante! Guardatevi il video…
“Madre india, i flauti andini ti piangono. Tu che fosti principessa prigioniera nel tempio del sole, amata dall’Inca che una notte cantò per te. Poi brillarono le lame delle spade e prima di morire lasciasti sulla terra figli del sole dalla pelle bruna…”
India madre,
(continua)
(continua)
inviata da Dead End 21/3/2013 - 13:48
Percorsi:
Genocidio dei Nativi Americani
A Ethel Rosenberg
[1953]
Nel disco compilativo “Viento del pueblo” (Vol. 2, 2001)
Jorge Cafrune
"Yo soy sólo cantor, no soy poeta, ni músico, así que sólo soy un vocero de lo que el poeta toma de su pueblo y lo devuelvo en forma de canción."
Ed era veramente libero Jorge Cafrune, tanto libero che nel 1978, mentre intraprendeva un viaggio a cavallo in omaggio a José de San Martín, padre dell’Argentina indipendente, venne ucciso in quello che fu fatto passare per un incidente stradale, mentre è noto che la dittatura gliela aveva giurata dopo che, nel corso di un concerto a Cosquín, Cafrune aveva osato cantare una canzone proibita dal regime, Zamba de mi esperanza
E pure quest’altra canzone sarà stata certamente censurata, visto che è dedicata niente meno che alla moglie di Julius Rosenberg che con lui fu elettrificata nel 1953 dopo la condanna per spionaggio a favore dell’Unione Sovietica.... (continua)
Nel disco compilativo “Viento del pueblo” (Vol. 2, 2001)
Jorge Cafrune
"Yo soy sólo cantor, no soy poeta, ni músico, así que sólo soy un vocero de lo que el poeta toma de su pueblo y lo devuelvo en forma de canción."
Ed era veramente libero Jorge Cafrune, tanto libero che nel 1978, mentre intraprendeva un viaggio a cavallo in omaggio a José de San Martín, padre dell’Argentina indipendente, venne ucciso in quello che fu fatto passare per un incidente stradale, mentre è noto che la dittatura gliela aveva giurata dopo che, nel corso di un concerto a Cosquín, Cafrune aveva osato cantare una canzone proibita dal regime, Zamba de mi esperanza
E pure quest’altra canzone sarà stata certamente censurata, visto che è dedicata niente meno che alla moglie di Julius Rosenberg che con lui fu elettrificata nel 1953 dopo la condanna per spionaggio a favore dell’Unione Sovietica.... (continua)
Yo no sé si eras o no culpable,
(continua)
(continua)
inviata da Dead End 1/8/2012 - 10:31
El último sapukay
[1967]
Dall’album “Último momento”
Un “chamamé” (ballabile della cosiddetta “música litoraleña” argentina) composto da Oscar “Cacho” Valles, nome d’arte di Oscar Arturo Mazzanti, membro de Los Cantores de Quilla Huasi fino al 1983, compositore ed autore di centinaia di canzoni entrate a far parte della tradizione folklorica argentina.
Interpretata anche da Jorge Cafrune, Coco Diaz, Danny Martínez ed altri.
Testo trovato su El folklore argentino. Homenaje a Oscar 'Cacho' Valles.
Il “sapukay” (o “sapucai”) è il celebre “¡Ayyyyyy!”, il grido, che può essere di trionfo, di dolore, di allegria, di allerta o semplicemente di avviso o di richiamo, tipico di molti popoli indigeni – e in Argentina di quello guaraní – rimasto in parecchi generi musicali folklorici sudamericani, come appunto il “chamamé” (ma anche il huapango ed il son jarocho messicani).
"El último sapukay" di Oscar Valles è... (continua)
Dall’album “Último momento”
Un “chamamé” (ballabile della cosiddetta “música litoraleña” argentina) composto da Oscar “Cacho” Valles, nome d’arte di Oscar Arturo Mazzanti, membro de Los Cantores de Quilla Huasi fino al 1983, compositore ed autore di centinaia di canzoni entrate a far parte della tradizione folklorica argentina.
Interpretata anche da Jorge Cafrune, Coco Diaz, Danny Martínez ed altri.
Testo trovato su El folklore argentino. Homenaje a Oscar 'Cacho' Valles.
Il “sapukay” (o “sapucai”) è il celebre “¡Ayyyyyy!”, il grido, che può essere di trionfo, di dolore, di allegria, di allerta o semplicemente di avviso o di richiamo, tipico di molti popoli indigeni – e in Argentina di quello guaraní – rimasto in parecchi generi musicali folklorici sudamericani, come appunto il “chamamé” (ma anche il huapango ed il son jarocho messicani).
"El último sapukay" di Oscar Valles è... (continua)
La muerte apagó la risa
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 20/4/2011 - 15:25
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Luis Morales
Al Festival di Cosquín, nel gennaio 1978, il pubblico chiese a Cafrune di cantarla e benchè non fosse nella lista delle canzoni "autorizzate" dai militari lui lo fece.
Questo suo atteggiamento di sfida non piacque soprattutto al tenente colonello Carlos Enrique Villanueva che disse che bisognava ammazzarlo per dare un esempio a tutti gli altri...Il 1 febbraio dello stesso anno, Jorge Cafrune viene investito da un camioncino guidato da un giovane e rimane ucciso.
La giustizia ufficiale archivia il caso come incidente.