Bernart, l'anno scorso una nuova splendida versione è giunta ad opera di Adeline Guéret e Marie Mazille nel cd autoprodotto "A la verticale, à l'horizontale", riproposto quest'anno nell'antologia EPM. Nel coro di questo pezzo, che dovrebbe essere votato a mio parere inno nazionale francese, si aggiungono la lingua araba, persiana e malgascia. Anche Gaston Couté ne sarebbe contento.
E’ vero quel che afferma Bernart nell'introduzione sulla difficoltà di trovare questa canzone nelle discografie attinenti Couté, la stessa Claude Antonini non la riprese nel suo “La Cuvee du Cigalier” in buona parte dedicato proprio a vigne, vendemmie e affini.
Tradurre un testo di Gaston Couté è spesso un enigma che può iniziare a volte dal titolo ma più sovente dalla prima riga o poco oltre. Ma che razza di parole è mai questa? Che razza di lingua sta scritta nell’inchiostro di ‘sta riga? Ma non erano certo intellettualismi spiccioli o vezzi di ancor meno valore le parole strane di questo grande, ribelle, acuto, anarchico, amabile poeta ragazzino. Non sono in francese, sono quasi sempre improvvise, illuminanti, rivelatrici, incendiarie, un vero e proprio “deragliamento” dei nostri sensi rispetto all’ordinaria percezione di un testo. Sono il compiersi del suo incosciente destino di veggente... (continua)
Bernart, oltre a quella citata in precedenza, un'altra splendida versione stavolta più recente (2017) di questa canzone si trova nel cd autoprodotto "La Chanson des Mauves" di Frédérique.
Centoundici anni fa, non aveva neanche compiuto trent’anni Gaston Couté il 28 giugno del 1911 quando il suo corteo funebre lasciò l'ospedale Lariboisière di Parigi verso la Gare d'Austerlitz per la sepoltura a Meung-sur-Loire nel Loiret. La triste processione transitò davanti al cantiere della metropolitana, allora in fase di costruzione, gli scavatori al suo passaggio smisero di lavorare e si offrirono di portare loro la bara. Quando il treno giunse a Meung-sur-Loire, il sindaco del paese non partecipò neppure al funerale perché era occupato ad assistere alle prove della fanfara municipale (...) eppure era addirittura suo cognato! La vita e l'opera di Gaston si riassumono entrambe prodigiosamente in questo giorno del suo interramento: l'omaggio degli operai, il disprezzo dei potenti. Ora e sempre: EVVIVA GASTON COUTE'!
Buon compleanno Gaston, padre di tutti i Brassens, piccolo ragazzo magro dallo sguardo fiammeggiante e dalle labbra serrate. Buoni 140 anni a te che odiavi qualsiasi tartuferia, magnificavi le miserie e piangevi sui reprobi con questo gergo così saporito.
Arrivano. Prima me ne ero andato a dormire. Sai, in questa vita attualmente piena di avvenimenti...
Riccardo Venturi 12/3/2020 - 19:11
All'erta!
A te non è consentito dormire!
Sennò ti vien tolta immeditamente la licenza di tradurre:
...ces malheureux gas,
Major ! mieux que tes services
Et ton ipéca
Qui ne peuv'nt rien à leur cas!
Dai, qualche ora di sonno mi sia concessa. Del resto sono un nottambulo anche in periodi normali, figurarsi in questo... comunque le note sono pronte e inserite!
....mah, considerato gli arresti domiciliari attuali e il ritmo già precedentemente "a cottimo" di questo lavoretto su Couté, almeno un cartellino giallo lo meriteresti!
Andiamoci piano coi cartellini gialli: già hanno trovato positivi tre o quattro giocatori di pallone, presto di sicuro anche qualche arbitro, e ci tengo a non beccarmi il virussino anche perché di magagne ne ho già abbastanza di mio... :-) Oggi, per andare a prendermi gli aghetti da insulina in farmacia, non avendo mascherine mi sono infilato quel che avevo a disposizione: un passamontagna da rapinatore. E pensare che "travisarsi" ultimamente era un reato..!
Considera però che se vieni espulso e quindi ufficialmente "impedito", rientri in una categoria protetta e una specie di ronda della carità ti porta i farmaci e il cibo a casa in questo periodo straordinario. Comunque, visto che mi sento un po' responsabile del tuo attuale stato di "gastoncuteismo acuto" ritiro il cartellino: sei nuovamente illibato!
Grazie a Bakunin e a Kropotkin (non spererete mica che dica "Grazie a dio...") ho la farmacia e il supermercato a 100 metri da casa. L'altro giorno (prima dell'ultimo decreto Conte), durante la fila contingentata al supermercato, ho intrattenuto la folla cantando tre antiche canzoni seicentesche, "Se bel rio, se bell'auretta", "Al fonte, al prato" e "Bella mia questo mio core". Potrei aver trovato un modo per racimolare qualche soldo: intrattenitore di file contingentate con canzoni antiche. La prossima volta provo con qualcuna medievale (ovviamente di argomento pestilenziale).
cambiano i tempi...
fino a ieri scolari e docenti guardavano preoccupati il soffitto dell'aula che sembrava crollre da un momento all'altro, ora guardano preoccupati la connessione di rete che sembra crollare da un momento all'altro.
Con la traduzione di questa canzone sono completate le canzoni di Gaston Couté presenti nel sito. Seguirà, a suggello dell'iniziativa realizzata in questo mese per tutti assai complicato, un apposito post sul blog del sito.
Maperò, se proprio dovete postare delle foto della B.B., che sia almeno maggiorenne e un po' discinta, sennò mi sento pedofilo, non mi aiuta nell'isolamento e mi deprimo ulteriormente...
A proposito di animaletti, BB (quello vecchio e brutto, non quella di 17 anni): ieri mattina, sull'Argin Grosso (cioe' a 100 metri da casa mia) c'era il pastore con 15 caprette che brucavano l'erba. Che i tuoi famosi valligiani siano arrivati pure a casa mia...?? Solo che il pastore aveva l'aria assai poco occitana, e invece parecchio albanese-montenegrina-greco-balcanica....
Chiedo scusa al Webmastro. Per farmi perdonare, dedico a tutti una famosa scena da un altrettanto famoso film; la scena, peraltro, si svolge precisamente nelle stesse strade del Vicolo del Panico. Ma proprio le stesse!
Interessante, ancorché tutt'altro che rara in questo vasto mondo, la “parabola” di Gustave Hervé, all'epoca direttore de La Guerre Sociale che bene abbiamo imparato a conoscere durante questa mesata di Couté in quarantena. Paragoni italiani non ne mancano, a partire dallo stesso Mussolini; con saltapicchiamenti vari e in varie direzioni ricorderei anche Curzio Malaparte, Nicola Bombacci e diversi altri, anche con casi ben più recenti. Certo che questo Hervé è un caso veramente singolare. Prima anarchico radicale, poi ultranazionalista, poi dichiaratamente fascista ma “filosemita” che se la prende con Hitler per “aver fatto tante cose buone rovinando tutto con l'antisemitismo” (quanto mi ricorda certi destroni italiani attuali...), poi “pétainista” autoritario ma che vitupera la Germania e Hitler, e infine ha un flirtone con De Gaulle... muore il 25 ottobre 1944. Poco prima di morire dichiara... (continua)
Flavio, ti posso chiedere due cortesie dal profondo della quarantena? La prima è, per favore, che tu aspetti a mettere altri testi di Couté (a meno che non abbia già fatto tu una traduzione) fin quando non avrò terminato di tradurre quelli già presenti nel sito (manca non molto). Mi piacerebbe terminare l'opera, come si suol dire, e così me la aumenti senza che si veda più la fine. La seconda è la seguente: d'accordo il tuo modo estremamente "fantasioso" di inserire i testi qua dentro, ma almeno la smetti di scrivere i titoli in tutte maiuscole?... Per piacere, togli il Caps Lock!!!! :-)) Un abbraccio a distanza!