Testo: estratti della poesia di Antônio de Castro Alves O Navio Negreiro (Tragédia no Mar)
Musica: Caetano Veloso
con Carlinhos Brown e Maria Bethânia
dall'album Livro (1997)
Antônio de Castro Alves (1847-1871) fu uno dei principali esponenti della poesia romantica brasiliana. Alves fu un poeta sociale, impegnato soprattutto per la causa dell'abolizionismo, ma non riuscì a vedere la fine della schiavitù. Morì a soli 24 anni di tubercolosi.
La poesia, scritta a soli ventun anni, nasce nell'atmosfera di libertà della gioventù universitaria. Fu presentata e declamata dallo stesso poeta in un teatro della città di São Paulo.
Caetano utilizza gli ultimi tre blocchi della poesia dopo aver evocato il poeta con lo stesso verso con cui comincia la poesia originale (Siamo in pieno mare...).
L'interpretazione di Veloso si avvicina quasi a un rap sopra un ritmo di batteria moderna. La sorella... (continua)
Parole e musica di Caetano Veloso
Prima interpretazione della sorella di Caetano, Maria Bethânia nel disco Memória Da Pele e in vari dischi dal vivo
Incisa dal suo autore dal vivo in Multishow Ao Vivo Abraçaço del 2013
Reconvexo, questa stupenda canzone di Caetano, ma da sempre interpretata dalla sorella Maria Bethânia, è un bellissimo inno alla diversità, alla multiculturalità, una riflessione sulla fragilità delle frontiere del cosiddetto "Occidente".
Parla dei limiti del marchio culturale europeo, puro, contrapposto al miscuglio che ha dato vita alla cultura dell'America colonizzata. Reconvexo ci ricorda che la purezza europea è limitata e ignorante quando pretende di separarsi da tutto ciò che considera impuro, il resto del mondo.
"La pioggia che lancia la sabbia del Sahara sopra le automobili di Roma" non solo provoca disagi, ma ricorda all'Europa che l'Africa è vicinissima,... (continua)
Eu sou a chuva que lança a areia do Saara (continua)
Non sapendo il portoghese mi sono basato più che altro sulla traduzione (e sulle note) in inglese ma ricontrollando il testo originale. Ogni correzione è benvenuta.
Ciao, segnalo che la parola "careta" può significare anche "reazionario", "benpensante", e credo che qui sia usata in questo senso. È una chiave per capire tutto il testo. Io sono la pioggia che lancia la sabbia del Sahara... Eccetera... E tu "careta", chi sei? Tu non mi afferri, non puoi capirmi perché la tua mentalità è rigida e limitata. Caetano usa questo termine spesso, anche in altre canzoni. È centrale in Vaca Profana
Grazie Maria! Con questa accezione della parola il significato della canzone è molto più chiaro e profondo. Notare che il traduttore inglese conferma l'ipotesi e traduce con square (slang for a person who is conventional and old-fashioned),
Lorenzo mi fa piacere che la mia segnalazione sia stata utile. Non voglio scendere in dettaglio eccessivo, il che esulerebbe dagli obiettivi del vostro sito, però continuando le ricerche su questo testo ho scoperto un'altra cosa che mi pare importante per capire: il "careta" preso di mira da Veloso non è generico, ma specifico: la canzone nasce come risposta al giornalista carioca Paulo Francis. Francis, trasferitosi a New York, era solito lanciare strali contro la cultura brasiliana, e in particolare bahiana, giungendo a definire i nordestini come "razza inferiore" (come noto il Nordeste è la parte più povera del Paese). Le sue critiche spesso erano indirizzate in modo personale contro Caetano Veloso e i tropicalisti. Su questa polemica ci sono innumerevoli fonti brasiliane. Cito solo l'audio in cui si sente confermare il legame tra la canzone e Francis dalla voce di Caetano stesso:
Maria, grazie ancora. L'avevo letta anch'io questa storia del giornalista che ha scatenato la polemica a cui Caetano rispose con Reconvexo, ed è molto interessante anche se mi pare che la canzone abbia assunto un significato molto più generale, grazie alla musica straordinaria e alla poesia delle parole. Trovo che la metafora della pioggia che porta la sabbia del Sahara sulle automobili di Roma sia molto suggestiva. Un'altra cosa: non c'è bisogno di lasciarci stare anzi se vuoi contribuire con altre canzoni o traduzioni di canzoni di Caetano o di altri sei estremamente benvenuta!
Certo Lorenzo, concordo sul fatto che la canzone abbia un significato che va ben oltre persone ed episodi specifici, e che può essere letto in diversi modi a seconda dell'esperienza e sensibilità di ciascuno come sempre quando la poesia è poesia. La canzone mi ha colpito tantissimo prima di sapere alcunché in proposito, e credo che i primi versi siano di una bellezza da lasciare secchi! Grazie e a presto
[2007]
Album "Canta Noel Rosa e Outras Raridades: 1965"
Credo che il testo riprenda in parte la poesia di Bertold Brecht "An die Nachgeborenen", "A coloro che verranno" (1939):[...] Nelle città venni al tempo del disordine,
quando la fame regnava.
Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,
e mi ribellai insieme a loro.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.
Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.
Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.
Feci all'amore senza badarci
e la natura la guardai con impazienza.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.
[...] Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,
attraverso le guerre di classe, disperati
quando solo ingiustizia c'era, e nessuna rivolta.
Eppure lo sappiamo:
anche l'odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l'ira per l'ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto... (continua)
Eu vivi na cidade (continua)
inviata da Alessandro 22/9/2009 - 08:17
Non è che questa canzone "riprenda il testo" di Brecht: ne è proprio la traduzione. Sarebbe quasi da metterla nella relativa pagina, come tale.
Caro Riccardo, quasi 10 anni dopo il tuo commento ti rispondo che sì, questa versione andrebbe proprio spostata sulla pagina di Brecht, anche perchè la traduzione non sarebbe nemmeno da attribuirsi a Maria Bethânia, piuttosto a Wilson Miranda, che per primo la incise nel 1965 nel suo album "Tempo Novo", oppure ai suoi autori, Edu Lobo e Gianfrancesco Guarnieri.
[1972]
Parole e musica di Chico Buarque de Hollanda
Scritta per la colonna sonora della commedia musicale “Quando o carnaval chegar” diretto da Cacá Diegues e interpretato dallo stesso Chico Buarque con Nara Leão e Maria Bethânia.
Poi inclusa in parecchi dischi successivi, a partire da “Caetano e Chico. Juntos e ao vivo”, sempre del 1972, insieme a Caetano Veloso.
[1965]
Scritta da José Cândido e João do Vale (1934-1996), musicista e cantautore del Maranhão.
Singolo poi nell’album d’esordio “Maria Bethânia” del 1965
Interpretata anche da Nara Leão nell’album “O canto livre de Nara”, sempre del 1965, e in seguito da molti altri artisti, ma ho preferito attribuirla a Maria Bethânia perché fu il suo primo grande successo e perché fu proprio lei, a soli 17 anni, a sostituire la Leão indisposta nello spettacolo “Opinião”, che includeva anche l’esecuzione di “Carcará”
Nel carcarà – il caracara, un grosso rapace dal becco molto forte, distribuito dall’Argentina fino agli Stati meridionali degli USA – viene in questa canzone identificato il popolo del sertão e del nordest brasiliano, un popolo che ama la sua terra difficile, che lotta per la sopravvivenza ma che è pure costretto all’emigrazione...
Chissà se Dario Fo conosceva questo testo quando scrisse la sua La poiana magnificamente interpretata da Enzo Jannacci …
[1976]
Parole e musica di Caetano Veloso
Nell’unico disco realizzato insieme da Gilberto Gil, Caetano Veloso, Maria Bethânia e Gal Costa, uniti con il nome di Doces Bárbaros, nel decimo anniversario dell’inizio delle rispettive carriere. Doveva essere semplicemente un disco realizzato in studio e invece divenne uno spettacolo dal vivo da cui furono tratti l’album e un documentario diretto dal regista Jom Tob Azulay.
Poi nell’album di caetano Veloso intitolato “Bicho” dell’anno seguente.
Testo trovato sul sito di Gal Costa
Um índio descerá de uma estrela colorida, brilhante (continua)
[1965]
Scritta da Carlos Lyra e Gianfrancesco Guarnieri (1934-2006), attore, regista, drammaturgo e poeta di origine italiana. Il padre, il direttore d’orchestra Edoardo Guarneieri, e la madre, l’arpista Elsa Martinenghi, si erano trasferiti in Brasile del 1934 per sfuggire al regime fascista.
Nell’album d’esordio “Maria Bethânia” del 1965, cantata ad introduzione di Carcará
Canzone che sempre nel 1965 fece parte dello “Show Opinião”, spettacolo musicale di protesta da contro la dittatura interpretato da Nara Leão (che si ammalò e fu sostituita proprio da Maria Bethânia), João do Vale e Zé Kéti, diretto da Augusto Boal e prodotto dal Teatro de Arena e dal Centro Popular de Cultura della União Nacional dos Estudantes (UNE), organizzazione studentesca che in quel momento era stata già dichiarata illegale dai militari.
“… E ti prego Dio di condannare e di rifiutare il perdono al padrone che si è dimenticato che gli uomini sono tutti fratelli.”
Glória a Deus Senhor nas alturas (continua)
inviata da Dead End 28/3/2013 - 12:04
Scusate, la mia identità è in transizione e quindi mi scappa ancora Dead End, ma ormai sono Bernart, accidenti!
E meno male che non si tratta di un cambiamento di sesso...
[1975]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Chico Buarque de Hollanda
Album / Albumit:
a) [1975] Chico Buarque e Maria Bethânia ao vivo
b) [1978] Chico Buarque
In quel 1974 e dintorni di cinquant’anni fa, non ci furono soltanto le canzoni provenienti direttamente dal Portogallo. Ce ne furono, e di bellissime, provenienti da tutto il mondo, e specialmente da paesi in cui erano al potere feroci dittature. Uno di questi era il Brasile; sì, perché il grande paese sudamericano già da una decina d’anni viveva sotto un regime militare terrificante, dopo il colpo di stato del 1964. Nel resto del mondo, la cosa forse veniva percepita in tono minore rispetto ad altri paesi; il Brasile è il paese della “gioia di vivere”, il “Paese del Carnevale” (secondo una storica definizione di Jorge Amado), delle belle donne, del samba, del calcio spettacolo. Non era certamente... (continua)
Musica: Caetano Veloso
con Carlinhos Brown e Maria Bethânia
dall'album Livro (1997)
Antônio de Castro Alves (1847-1871) fu uno dei principali esponenti della poesia romantica brasiliana. Alves fu un poeta sociale, impegnato soprattutto per la causa dell'abolizionismo, ma non riuscì a vedere la fine della schiavitù. Morì a soli 24 anni di tubercolosi.
La poesia, scritta a soli ventun anni, nasce nell'atmosfera di libertà della gioventù universitaria. Fu presentata e declamata dallo stesso poeta in un teatro della città di São Paulo.
Caetano utilizza gli ultimi tre blocchi della poesia dopo aver evocato il poeta con lo stesso verso con cui comincia la poesia originale (Siamo in pieno mare...).
L'interpretazione di Veloso si avvicina quasi a un rap sopra un ritmo di batteria moderna. La sorella... (continua)