Scritta insieme a Vincenzo Incenzo. Dall'album Non escludo il ritorno (2005).
Ormai si contano le canzoni «in morte» di Pier Paolo Pasolini: dal Lamento di Giovanna Marini a De André, De Gregori, etc. Che io sappia, ce n'è soltanto una che racconta Pasolini «vivo»: è questa, interpretata da un insospettabile Franco Califano. Un ritratto del poeta di Casarsa nei suoi primi, duri anni romani, quando insegnava nella scuola media di Ciampino. Certo tutto doveva dividere questi due uomini, così diversi sotto ogni profilo: il «cattolico apostolico romano, liberale, anticomunista» Califano e il comunista «reazionario» Pasolini. O forse no.
E il tram ti lascia qui (continua)
inviata da L.L. 14/11/2016 - 18:37
Bella, grazie L.L.
Grande Califano, tutto il resto è noia...
Sarà...ma mi perdonate se io continuo a preferire Pierpaolo il rivoluzionario...? (Salud)
(Tra l'altro, chissà che nella scelta del nome da parte degli Squallor non ci sia proprio entrato monsignor Pasolini...)
Carissimo, di anni ne ho oramai parecchi più di diciassette e mezzo e anche di diciotto; sarà anche per questo che Pasolini ha cominciato da un bel po' a puzzarmi di banale e sopravvalutata acquasantiera. In questo può starsene tranquillamente a far compagnia a Califano, che perlomeno era uno dei rari amici di Piero Ciampi, questo va detto. Naturalmente esprimo miei pareri, assai maturati nella mia evoluzione da diciassettenne e mezzo a diciottenne. Come tali sono e devono essere opinabili, ma tutte 'ste "pasolinate" mi stanno cominciando a farmi sentire il bisogno di un maalox. Ovviamente con immutata stima; sai com'è, on n'est pas serieux quand on a dix-sept ans...(Salud)
Riccardo, condivido con te l'apprezzamento per il Pierpaolo degli Squallor :-) Però mi piace anche questa canzone (e non solo questa) di Califano che, a mio parere, avrà avuto pure tanti difetti (forse altri glieli hanno anche appiccicati) ma che, sempre secondo me, era uno che con le parole ci sapeva fare. E se, come hai scritto tu, era amico di Piero Ciampi ci sarà pure stato un motivo, oltre al comune passatempo etilico.
Parole di Franco Califano
Musica di Franco Califano e Frank Del Giudice
dall'album Tac..!
Dedicata all'amico Piero Ciampi
Eppure questa bellissima canzone era già stata citata su queste pagine e non capisco perché non le fosse dedicata una pagina propria. L'ho ritrovata nell'ultima puntata della serie La vita bugiarda degli adulti tratta dal romanzo di Elena Ferrante.
Califano, ha dichiarato sia di averlo dedicato all'amico Piero ma anche di averlo scritto pensando al padre Salvatore, componente dell'Esercito Italiano, morto prematuramente quando Franco era ancora un ragazzo. Ricordando queste persone, Califano, si rappresenta in modo apparentemente freddo verso la morte di una persona, sia essa per cause naturali o per suicidio, o verso lo scoppio di una guerra ma si mostra sensibile verso ciò che provoca tali situazioni ovvero la solitudine, l'abbandono, l'indifferenza del... (continua)
"Ahò, che me la passate 'sta canzone der Califfo o ve pare brutta? O, è uno che cià pure la laura in filosofia a Niù Iorche!" [Alessandro]
Ahò, t'a'a passamo, t'a'a passamo! Però sappi che d'ora in avanti te devi tené un poster der Califfo sopra er tavolo de cucina, sàppilo! [CCG/AWS Staff]
Che so' tornato a fa'... (continua)
inviata da Alessandro 18/3/2009 - 13:34
NOOOO!!! ER POSTER DER CALIFFO NOOOO!!!
In cucina, poi, me si rimpone er pranzo e me si rinfaccia 'a cena!!!
Ma che è? 'na guera pisicologgica? Mejo annà a Guantanamo!
Er pòstere der Califano dovrebbe essere inteso come giusta ammenda per aver aperto le porte delle CCG/AWS a un personaggio del genere, che più che un fascista (lui si definisce "liberale e anticomunista") è un immenso, sesquipedale e a volte divertente cialtrone; ma se pure lui scrive 'a canzone contro 'a'a' guèra, e perché nun mèttejela?
Ad ogni modo, sono totalmente d'accordo con te sul vero "poster del Califfo" da mettere in cucina e rilancio con questo:
Il mitico "Califfone" della nostra adolescenza, almeno per chi era adolescente un po' di tempo fa!
Anzi, si potrebbe utilizzare opportunamente questa pagina per una collezione di motorini storici, ché sinceramente so' mejo de Califano, eh....
Beh, io sono affezionato al VeloSolex (qui con in sella brigitte bardot bardot, ah come avrei voluto essere quella sella!), quello smilzo, tutto nero, con il motore sulla ruota anteriore, la "Porsche di chi beve Pernod", per intenderci...
Qui a Torino, quand'ero ragazzo, ne giravano un mucchio, perchè la dipendenza italiana era in corso Trapani, nel cuore del borgo operaio San Paolo... ho visto che oggi la Solex francese lo ripropone in versione elettrica disegnato da Pininfarina...
Ah, o tempora, o mores!
Ah, Brigitte!
A proposito di Moto Beta, ecco un modello mitico costruito appositamente in base alle indicazioni, specie dimensionali, fornite a suo tempo nientepopòdimeno che da Silvio Berlusconi, che ancora oggi la custodisce gelosamente nella sua scuderia di Arcore (fra le sue mansioni, Mangano aveva anche quella di far girare ogni tanto la motoretta, perchè poi non ingrippasse sul più bello)... non a caso si trattava di una minibike e non a caso fu chiamata "Premier"... (Alessandro)
Visto il costruttore, o meglio l'indicatore di costruzione, capisco come mai il link da un bel 403 Access Denied... [RV]
Acciderbolina, ma a me la foto della moto del premier si apre benissimo!?! Non è la prima volta che fatti sì disdicevoli accadono... che la tecnologia si stia rivoltando contro di noi? Colpa tua, Riccardo! Vetero-luddista! (Alessandro)
Sono oltremodo lieto che il mio arcivetero-luddismo funzioni ancora a meraviglia! Prima o poi riuscirò a far tornare 'sto mondaccio cane alla trazione animàla e al carretto a mano...o meglio ancora ai piedi! (Ghigno diaboliko - RV)
Sulle mie montagne, i motorini non ce la facevano... i vecchi andavano - e vanno - con l'Ape (da diporto) o col Goldoni (da lavoro), i giovani con le scomodissime "trial", che in genere erano Fantic o Ossa, sempre belle luride e rumorose... i più snob, tra i giovani montagnards, c'avevano l'SWM... e con questo chiudo coi ricordi motociclistici.
Cattolico apostolico romano, liberale, anticomunista, amico di Craxi e di Alemanno... non gli è servito, è morto pure lui: "Er Califfo", "Il Maestro", Franco Califano, 14 settembre 1938 – 30 marzo 2013.
Però qualche bella canzone ce l'ha regalata, forse soprattutto quelle che ha scritto per altri: Mina, Mia Martini, Ornella Vanoni, Bruno Martino...
Caro Bernart (intervento del 30/3/2013), in effetti una canzone degna di nota l'ha scritta pure lui secondo me e si tratta di "Io non piango" nel disco "Tac..!" del 1977, dedicata a Piero Ciampi.
(Parole di Franco Califano
Musica di Franco Califano e Frank Del Giudice)
Io nun piango pe' quarcuno che more,
non l'ho fatto manco pe 'n genitore
che morenno m'ha 'nsegnato a pensare,
non lo faccio per un artro che more.
Io nun piango quanno scoppia 'na guera,
er coraggio de' l'eroi stesi in tera,
io lo premio co' du' fiori de serra,
ma nun piango quanno scoppia 'na guera.
Io piango, quanno casco nello sguardo
de' 'n cane vagabondo, perché,
ce somijamo in modo assurdo,
semo due soli ar monno.
Me perdo, nei suoi quell'occhi senza nome
che cercano padrone,
in quella faccia de malinconia,
che chiede compagnia.
Io nun piango quanno 'n omo s'ammazza,
il suo sangue nun me fa tenerezza,
neanche se allagasse tutta 'na piazza,
io nun piango quanno 'n omo s'ammazza.
Ma piango, io piango sulle nostre... (continua)
Caro Fabbio, hai perfettamente ragione... 10 anni fa, quando ancora mi firmavo col mio nome, a volte non ero così rigoroso come ho imparato nel tempo ad essere.
Il testo de "Er ritorno dalla guerra" è presente su molti siti in Rete, per esempio su LyricWiki ed è attribuito univocamente a Califano, ma parrebbe un testo inedito, comunque non presente nè nella discografia del presunto autore nè di qualcun altro...
Che si tratti in realtà di una canzone popolare romana? Forse "Er ritorno del prigioniero" interpretata da Sergio Centi nella raccolta "Romana - Antologia cronologica delle canzoni di Roma - Quinto volume" (1966)?
Per intanto, chiederei agli Admins di apporre alla pagina l'avvertenza "lavori in corso", in attesa di verificare la corretta attribuzione.
A te chiederei di continuare a cercare, se trovassi qualche traccia per dare più correttezza e consistenza a questa pagina o, anche eventualmente, per escluderla dal sito.
Ormai si contano le canzoni «in morte» di Pier Paolo Pasolini: dal Lamento di Giovanna Marini a De André, De Gregori, etc. Che io sappia, ce n'è soltanto una che racconta Pasolini «vivo»: è questa, interpretata da un insospettabile Franco Califano. Un ritratto del poeta di Casarsa nei suoi primi, duri anni romani, quando insegnava nella scuola media di Ciampino. Certo tutto doveva dividere questi due uomini, così diversi sotto ogni profilo: il «cattolico apostolico romano, liberale, anticomunista» Califano e il comunista «reazionario» Pasolini. O forse no.