Grazie per aver pubblicato anche questo brano.
È un testo bellissimo e profondo, che a mio avviso collega la tossicità delle relazioni familiari e personali con la disumanità del mondo ma in questo pessimismo trova spazio la speranza di poter costruire qualcosa di diverso attraverso la solidarietà, il rispetto e la condivisione di valori dei "compagni a venire".
Secondo me, questo brano sta benissimo in questo sito perché offre un punto di vista diverso sul tema del conflitto e delle relazioni. Sicuramente parte da un approccio intimistico (la prepotenza del padre, il vittimismo della madre, la superficialità delle relazioni affettive..) ma va oltre, sia perché penso che molti possano riconoscersi nei versi di Claudio Lolli sia perché, come dicevo all'inizio, collega l'esperienza personale a quella collettiva, aprendosi a nuove relazioni costruite sul rispetto e sul dialogo.
La versione di Claudio Lolli, dalla raccolta "La terra, la luna e l'abbondanza" del 2002, si differenzia per la musica che è più lenta e arrangiata diversamente, ma dal punto di vista testuale riprende sostanzialmente la versione di Lotta Continua.
Chanson italienne — La morte della mosca — Claudio Lolli — 1976
Texte et musique : Claudio Lolli
de « Ho visto anche degli zingari felici » (1976)
La Morte Della Mosca présente plutôt une réflexion sur la volatilité de la vie humaine, un parallélisme sur l’inefficacité de la lutte individuelle, cette erreur de la guerre entre pauvres, inhérente à la condition humaine et pour cela, autodestructrice.
Petit dialogue maïeutique
Oh, dit Lucien l’âne, je voudrais juste rappeler qu’on avait déjà croisé une mouche dans une chanson que tu avais écrite : « La Mouche au bras », une histoire où se croisaient dans le Sénat italien, un poète (par ailleurs, sénateur) et un écrivain (par ailleurs, sénateur). Le poète avait rendu sa « mouche » célèbre en la célébrant magnifiquement dans les poèmes qu’il lui consacra.
Lucien l’âne mon ami, si c’est un rébus, je le résous aisément, car j’ai encore la... (continua)
Chissà cosa avrebbe pensato Claudio di questo scambio... Ho conosciuto le sue canzoni che ero ragazzino, e l'ho sempre trovato semplice - e semplicemente, incredibilmente "altro" da tutto il resto. La sua poeticità scarna, diretta, ogni volta un pugno allo stomaco, una lacrima, una carezza. Lui, che voleva certo essere tutto tranne che una icona, filtrava la realtà - una certa realtà, con i suoi occhiali fragili e composti, fatti d'amore, ascolto, passione civile. Manca tanto oggi la sua attenzione all'altro, il suo essere mai banale e sempre diretto, in punta di piedi ma sempre in cammino. D'altronde, vivere costa fatica, o no?
16/2/2022 - 10:07
Il coro nel testo di Peter Weiss, dall'opera Il fantoccio lusitano.
Le parole nel testo di Weiss - che era una feroce critica al colonialismo portoghese in Angola (vedi Diego Cao) - erano cantate dei dominatori portoghesi. Claudio le strappa ai dominatori e le restituisce agli zingari.
Informazioni tratte da Siamo noi a far ricca la terra, romanzo di Claudo Lolli e dei suoi mondi, di Marco Rovelli
Canzone noiosa di un cantate tedioso...? Credo che veramente non sia discutibile quanto dice il lettore Sergio, sintomo di chi argomenta qualcosa che non gli interessa come ascoltatore di musica e come persona.
Se non gradisco leggere Primo Levi, per esempio, basta non farlo, ma stare lì a dire che non sa scrivere è.....indifendibile intellettualmente. L'unica cosa che possiamo dirgli è :"Buona vita"....
A cento anni di distanza si rinnova la retorica e l'ipocrisia di stato sul Milite Ignoto. Noi non abbiamo niente da aggiungere alle parole di questa canzone.
4/11/2021 - 21:21
Il mitile ignoto
Però a lui nessuno gli fa il monumento, povero piccolo. Si chiamava Piero!
Chanson italienne – Al milite ignoto – Claudio Lolli – 1975
Texte et musique : Claudio Lolli
Da « Canzoni di rabbia »
Dialogue maïeutique
L’autre jour, Lucien l’âne mon ami, quand on dialoguait à propos de ces deux chansons de Bert Brecht : Erster Bericht über den Unbekannten Soldaten unter dem Triumphbogen(Version française – PREMIER RAPPORT SUR LE SOLDAT INCONNU SOUS L’ARC DE TRIOMPHE) et Zweiter Bericht über den Unbekannten Soldaten unter dem Triumphbogen (Version française – DEUXIÈME RAPPORT SUR LE SOLDAT INCONNU SOUS L’ARC DE TRIOMPHE), j’avais énoncé l’idée suivante : « cette figure nébuleuse du soldat inconnu qui, sous les flonflons et les tralalas des commémorations – qui servent à mettre en valeur ceux qui commémorent, réduit le massacre millionnaire à une exécution capitale. Encore une fois, cet inconnu solitaire cache la forêt des assassinés. »
Chanson italienne – (Il grande poeta russo) Majakovskij e la scoperta dell'America – Claudio Lolli – 2006
Texte et musique de Claudio Lolli
Paroles et musique de Claudio Lolli
Sax soprano : Nicola Alesini
Album : La découverte de l’Amérique
Dialogue maïeutique
Voici, Lucien l’âne mon ami, une chanson dont le titre est en soi toute une histoire. Écoute-moi bien ça : « LE GRAND POÈTE SOVIÉTIQUE MAÏAKOVSKI ET LA DÉCOUVERTE DE L’AMÉRIQUE » ; du moins, c’est celui que j’ai donné à la version française. Je te dirai tout à l’heure pourquoi. Mais avançons : un des pôles de cette histoire est la découverte de l’Amérique et la belle légende des Amérindiens paradisiaques, qui tranquillement installés sur leur terre d’origine et immaculée sont un jour – censément de l’année 1492, découverts.
Oui, dit Lucien l’âne, on raconte aussi, par ailleurs, que ces mêmes Indiens – qui d’ailleurs n’en étaient... (continua)
LE GRAND POÈTE SOVIÉTIQUE MAÏAKOVSKI ET LA DÉCOUVERTE DE L’AMÉRIQUE (continua)