Versione italiana di Luca Taddia (riprende sostanzialmente la versione di Tito Schipa Jr. salvo alcune piccole modifiche, incipit in primis)
Nude (2015)
SIGNORI DELLA GUERRA (continua)
inviata da Dq82 24/10/2017 - 12:08
Oggi Radio Margherita passava una canzone della quale ho colto subito l'ispirazione da "Masters of war". Particolarmente alla strofa forse più suggestiva: "You've thrown the worst fear/ that can ever be hurled/ fear to bring children/ into the world".
Si trattava, ho poi cercato, di "Futuro", interpretata da Orietta Berti per il Festival di Sanremo del 1986, piazzatasi addirittura sesta. Uno scempio in pieno stile sanremese, specie considerando che al suo seguito si posizionarono Sergio Endrigo con "Canzone italiana" e gli Stadio con la bellissima "Canzone alla radio" scritta da Luca Carboni che rimase una perla ma che invece al Festival arrivò ultima. Beh, insomma, la canzone faceva:
"A voi russi o americani
io non delego il suo domani,
su mio figlio non metterete le vostre mani!"
Non era granché, affatto. Il testo era firmato o cofirmato da Umberto Balsamo, convintissimo almirantiano,... (continua)
BAZAR B 0771
Giugno 1977
Matrici: MC40-770A/MC40-770B, 31 maggio 1977
In etichetta non c'è indicazione dell'autore del testo delle versioni in italiano delle canzoni di Bob Dylan
Registrazioni effettuate nello studio 2M di Bologna
Missaggi di Annibale Modoni
Copertina di Daniele Giunchi
Sul retro di copertina i testi delle canzoni
e una nota di presentazione firmata da Adler Raffaelli
Fotografie di S. Obino
“In un mondo dove ci sono falsità e veleni, ci sono occhi e battiti vitali che anelano luce e gioia di purezza. Fuori del soffocamento, della prigione e dell'esistenza a una dimensione c'è una libertà che è libertà. È un movimento senza definizioni e senza collocazioni: una situazione che attrae come qualcosa che si ha bisogno di provare.
Ci sono nel mondo nevrosi, delusione da risucchio e da contrazione per atti... (continua)
Un’altra grande cover di Dylan che non è disponibile in streaming. Per ascoltarla dovete recuperare una clip del tour dei Roots del 2007, come questa registrata al Coachella. Si apre con il cantante-chitarrista “Captain” Kirk Douglas che recita il primo verso sulla melodia dell’inno americano. Poi la band si lancia in un groove violento e barcollante che esplode in un break funk-jazz basato sulla chitarra di Douglas, la batteria di Questlove e i fiati di Tuba Gooding, Jr. Insieme indirizzano la rabbia politica di Dylan in una nuova direzione. rollingstone.it
[2020]
Lyrics and Music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Bob Dylan
All'improvviso torna Bob Dylan con un brano su JFK di 17 minuti. E un appello: "State a casa e che Dio sia con voi"
Il cantautore pubblica 'Murder Most Foul', la canzone più lunga della sua carriera, a distanza di otto anni dall'ultimo album di inediti, 'Tempest'. Un brano "composto qualche tempo fa" sull'assassinio dell'amato presidente. Dove, cantando il passato, ci ricorda la fragilità del presente
di VALERIA RUSCONI
"Saluti ai miei fan e follower con gratitudine per tutto il vostro supporto e lealtà nel corso degli anni. Questa è una canzone inedita che abbiamo registrato qualche tempo fa che potreste trovare interessante. State al sicuro, state attenti e che Dio sia con voi. Bob Dylan". Il messaggio arriva all'improvviso con un post su Twitter, inatteso probabilmente anche dal management di... (continua)
Stanotte mia madre, che oramai sta sulla Luna e che non capisce più nemmeno se è giorno o se è notte, si è attaccata al telefono e mi ha fatto sei o sette chiamate a vuoto tutte in fila, circa verso le quattro. Non so nemmeno se mi riuscirà mai di rivederla, viste le sue condizioni e le attuali contingenze. Allora mi sono alzato, mi sono sciacquato la faccia, ho spalancato la porta, mi sono fatto una pinta di caffè e mi sono messo a tradurre l'ultima composizione di un Premio Nobel per la Letteratura. Può darsi anche, chissà, che sia la prima traduzione al mondo che ne viene fatta in una qualsiasi lingua, visto che Murder Most Foul è stata pubblicata ieri. Le note sono tante, ma selettive (più complete, sul testo originale, le ha fatte anche l'admin DQ82). Nel senso: non le ho messe per tutti i brani musicali e/o riferimenti culturali presenti... (continua)
Non ti preoccupare, credo che per trovare tutti i riferimenti in questa canzone ci sia bisogno di un lavoro di squadra. Ora aggiungo qualche altra nota anch'io.
Assolutamente vero. Naturalmente, e lo ripeto, vale anche per la traduzione: chiunque abbia qualcosa da dire, lo faccia ora o taccia per sempre! (Scherzo, ma erano secoli che lo volevo dire...^^)
Murder Most Foul, in realtà, parla di come la musica può darci conforto durante un trauma collettivo. Quando tutto nel mondo sembra sbagliato, una canzone può essere l’unica cosa che ha senso. La persona che canta questo pezzo vuole solo ascoltare qualcosa che parli al dolore e alla confusione del suo cuore.
Nel compilare le note ho notato un'incongruenza: Dylan canta : Play "Moonlight Sonata" in F-sharp
La sonata no. 14 detta "Moonlight Sonata" è in Do diesis minore, cioè in C-sharp
E' una ballata di congedo di un mondo che non esiste più? Una celebrazione della musica? Fahrenheit trasmette integralmente il brano diffuso poche ora fa da Dylan, comunque sia (e vale la pena, eh).
Alle 15: Ascoltiamo e commentiamo Murder Most Foul con Alessandro Portelli e Maurizio Bettelli.
da Fahrenheit, programma Rai Radio 3 la puntata di oggi con il Podcast da ascoltare
“Murder most foul”, l'inedito di Bob Dylan dedicato all'omicidio di Kennedy. La discussione con Sandro Portelli, docente di letteratura americana all’Università La Sapienza e con Maurizio Bettelli, musicologo e studioso di culture angloamericane e l'ascolto del brano, lungo quasi 17 minuti
Ottimo lavoro ma non dice "Merchant to Venice", è semplicemente la T sonora di Merchant e la F di of che cade nell'incontro con la V di Venice, dice "Merchant of Venice", confermo dopo ripetuti ascolti in cuffia.
Effettivamente ho riascoltato anch'io e hai pienamente ragione. Da notare che, nel testo pubblicato il primo giorno su "Repubblica", questo non è l'unico errore; ma gli altri li avevo corretti senza segnalarli, essendo nota da anni l'estrema sciatteria ortografica del giornalone in questione (sia della sua edizione cartacea che di quella in Rete) e i suoi sfondoni spesso clamorosi (anche e soprattutto in italiano). Ad ogni modo ho corretto sia il testo, sia la traduzione, sia la relativa nota [30] alla traduzione; come si può vedere, non di rado un semplice errore ortografico può indurre a un'interpretazione sbagliata e senza senso. Grazie ancora Michele!
sì, purtroppo non solo Repubblica, i siti dei quotidiani fanno schifo a dir poco, probabilmente hanno una redazione congiunta con un singolo stagista che fa tutto, dormendo 4 ore a settimana... e glisserò sulle castronerie su Bob, si sprecano, come quando la Venegoni fece la recensione di un concerto di Bob vaneggiando di un assolo di "arpa" (harp > armonica)... c'è anche "libertà dal bisogno", in realtà non dice "from need", bensì "over me", citando la celeberrima canzone del periodo, Oh Freedom!
Nota interpretativa e non illustrativa, perché frutto di un legame che è nella mia testa, ma dubito lo fosse in quella di Dylan quando ha scritto la canzone. A meno che non l'abbia scritta nell'ultimo mese, cosa della quale dubito.
"Ferry 'cross the Mersey" era una canzone di Gerry and the Pacemakers, gruppo del Merseyside, i primi "rivali" dei Beatles, molto prima dei Rolling Stones.
Sono stati anche gli autori di una cover di "You'll never walk alone" (Rodgers/Hammerstein). Questa song ha avuto un infinità di cover tra cui quelle Di Billy Eckstine, Elvis Presley e Frank Sinatra per citare quelle di interpreti dell'universo dylaniano) e la versione di Gerry and the Pacemakers fu subito adottata dai tifosi del Liverpool come loro inno.
Attualmente in Inghilterra, per via del testo, "You'll never walk alone" è diventata anche un inno a unirsi per superare la tempesta del coronavirus.
Questo è proprio il tipo di cose che avevano guadagnato a Dylan l'etichetta di "profeta" negli anni sessanta.
grazie per il vostro lavoro. solo una nota per quanto riguarda gli strumenti presenti nella canzone: con il piano e le percussioni non è un violino, ma quasi certamente un contrabbasso suonato con l'archetto, che ha una funzione di basso continuo
Questa chilometrica canzone, oltre a "I Contain Multitudes" e "False Prophet" (che già si possono ascoltare) sarà contenuta nel doppio disco di inediti di Dylan in uscita tra poco più di mese dal titolo "Rough and Rowdy Ways"
[1964]
Nell'album "Another Side Of Bob Dylan"
Ripresa nel 1967 da The Byrds
Memorabile la versione al 30th Anniversary Concert con Bob Dylan, Roger McGuinn, Tom Petty, Neil Young, Eric Clapton, George Harrison
Una canzone inevitabile, come la Canzone delle osterie di fuori porta di Guccini o De Gregori era morto di De Gregori stesso o, per altri versi, la Maggie’s Farm di Newport 1965 dello stesso Dylan o, analogalmente, la svolta elettrica di Muddy Waters in "Electric Mud", 1968, una pietra miliare che però venne in seguito sconfessata dal suo stesso autore, forse spaventato dalla sua creatura... Insomma, di quando il cantante di protesta è costretto a protestare contro chi lo vorrebbe sempre devoto ad un programma politico ideologico, o ad una scena musicale... E se ci sono dei conservatori feroci, più fedeli nei secoli dei "Semper Fideles", quelli sono proprio i puristi dell'idea o dello stile.
"Musica e Memoria" propone una traduzione italiana differente, cui rinvio, per chi fosse interessato.
Riporto qui alcuni passaggi di commento e note, che mi paiono significativi:
Bob Dylan usa immagini forti e metaforiche per descrivere qui il suo recente passato di convinto combattente senza dubbi nelle battaglie dei primi anni '60 per i diritti civili, la pace, il riscatto degli oppressi. Quegli ideali che gli avevano fatto scrivere celebri e forti canzoni come Masters Of War o altre beffarde prese in giro dell'establishment USA. Non è che avesse cambiato idea e fosse passato dall'altra parte, è che il suo spirito libero rifuggiva dal manicheismo e dalla necessità di irreggimentarsi dietro ad un'idea. Molto moderno come approccio e all'epoca molto poco apprezzato.
"Equality" [quarta strofa] nel senso di parità di accesso all'istruzione, le grandi battaglie per i diritti civili e la... (continua)
[1967]
Parole e musica di Bob Dylan
Nell'album "John Wesley Harding"
Celeberrima anche la versione della Jimi Hendrix Experience dell'anno seguente, poi inclusa in "Electric Ladyland"
Rimando per la complessa interpretazione di questo capolavoro dylaniano al libro di Michele Murino "Bob Dylan – Percorsi" vol.1, edito da Bastogi e ripreso su Maggie's Farm con specifico riferimento a questo brano immortale. Mi limito semplicemente a trascriverne la conclusione:
"Tutta la canzone è certamente giocata in chiave allegorica, e le diverse interpretazioni hanno tutte ragione di essere, riunite o separate, il succo e il messaggio della canzone non cambia, rimane apocalittico e terribile.
L’America contemporanea con il suo alto livello di corruzione potrebbe essere vista da Dylan come l’antica Babilonia? Meritevole della distruzione totale? A questo punto pare davvero probabile che sia questo il messaggio nascosto nella canzone."
Ma che canzone contro la guerra... È una canzone di Johnny Cash, dedicata ad una ragazza.
4/3/2018 - 21:05
non è una canzone di Johnny Cash. E' una canzone di Dylan di cui Cash ha cantato, è vero, una memorabile versione insieme alla June Carter. Comunque io preferisco la versione di Dylan (bellissima anche la versione elettrica nel Rolling Thunder Tour).
Dylan ha cantato di tutto, prefebilmente le cose che si vendevano bene al momento.
Alla fine della carriera ha preso da ricco il premo dai ricchi.
Ma fattemi il piacere...
Sarebbe il sale della terra?
Ma staimo all'assilo nido?
krzyś veramente tutto si può dire di Dylan ma non che abbia fatto le cose che "vendevano bene". Quando era un idolo del folk impegnato si è messo a fare rock, quando era una star del rock si è buttato sul country, da intellettuale ebraico è diventato cristiano, da cantante impegnato ha appoggiato Israele, ha straziato le sue canzoni più belle rendendole irriconoscibili, ha inciso un album di canzoni natalizie e uno di standard di Frank Sinatra, ha inciso album per lo più inascoltabili in cui però si nascondevano autentici capolavori. Di una cosa bisogna dargli atto: ha sempre fatto quel che gli pareva. Potrà risultare antipatico ma tacciarlo di opportunismo mi sembra assolutamente fuori luogo.
Hai enumerato tutte le cose che al suo tempo vendevano bene.
Poi, nessuno ha detto che sir Bob (je manca solo questo) non aveva il fiuto per gli affari.
Quando andava a fare i concerti in Inghilterra naei 60, disponeva delle casse che nessuno nel show buissnes si poteva permettere allora.
Leggi, leggi...
E poi fai un bel cartellino, con tanto di fiori finti, a Sir Bob.
Credo, e ripeto "credo" [la scuola che mi ha formato, mi ha insegnato a pensarlo, sempre] che una canzone, un libro, un quadro, una sinfonia sono spunti per cercare di capire se, non per criticare altro da se. Chi ha la capacità di farti pensare - o di cercare di farlo - con la tua testa è il benvenuto, su questo pianeta. Il cammino è lungo, infinito: garanzia di immortalità. Non del corpo, ma della Consapevolezza.
Il brano è presente anche nel secondo album con le canzoni di Bob Dylan tradotte in polacco, fatto uscire da Martyna Jakubowicz nel 2018 e intitolato "Zwykły włóczęga".
Come spesso accade con le canzoni di Dylan sono sicuramente possibili più interpretazioni. Al di là dei documentati riferimenti biblici, ve n'è una che mi ha convinto da subito: l'io narrante è un nativo americano alle prese con i primi coloni di lingua inglese, forse addirittura i Padri Pellegrini (tra i primi immigrati anglosassoni in America arrivati a bordo della Mayflower/fondazione di Plymouth nel 1620). Ognuno rileggendo il testo può farsene un'idea.
Cito solo:
- That man whom with his fingers cheats;
- Whose heaven is like Ironsides (il riferimento a Cromwell - primi del Seicento - mi sembra più pertinente rispetto a quello alla corazzata americana);
- Who fills his mouth with laughing (come nei casi precedenti il costrutto verbale sarebbe quello tipico dei nativi).
BAZAR B 0771
Giugno 1977
Matrici: MC40-770A/MC40-770B, 31 maggio 1977
In etichetta non c'è indicazione dell'autore del testo delle versioni in italiano delle canzoni di Bob Dylan
Registrazioni effettuate nello studio 2M di Bologna
Missaggi di Annibale Modoni
Copertina di Daniele Giunchi
Sul retro di copertina i testi delle canzoni
e una nota di presentazione firmata da Adler Raffaelli
Fotografie di S. Obino
“In un mondo dove ci sono falsità e veleni, ci sono occhi e battiti vitali che anelano luce e gioia di purezza. Fuori del soffocamento, della prigione e dell'esistenza a una dimensione c'è una libertà che è libertà. È un movimento senza definizioni e senza collocazioni: una situazione che attrae come qualcosa che si ha bisogno di provare.
Ci sono nel mondo nevrosi, delusione da risucchio e da contrazione per atti attesi ma rimasti nelle braccia valide,... (continua)
Un paese democratico e tollerante delle minoranze al suo interno non è per forza rispettoso degli altri popoli. Gli USA sono sempre in guerra, hanno basi militari in tutto il mondo mentre la Cina pur essendo una dittatura non ha una politica estera così intrusiva.
La JBS non la conosco nel dettaglio, ti sarei grato se mi linkassi i loro articoli omofobi, antisemiti e razzisti.
So però che Welch, il suo fondatore, e probabilmente quindi la maggioranza dei membri della JBS, era contrario alla guerra in Vietnam e in generali agli interventismi della macchina militare industriale americana. A differenza dei politicamente corretti democratici e repubblicani.
Quelli della JBS sono degli ultraliberisti. Sull'anti-interventismo hai ragione, si sono sempre opposti alle guerre americane, Vietnam compreso.
Per il resto, sono sempre stati accecati dal furore anticomunista, per cui hanno sempre visto il comunismo dappertutto, ovunque ci fosse qualcuno che alzava la testa e diceva di no allo status quo dei bravi WASP. Per cui si sono sempre schierati contro ogni movimento per i diritti civili.
Carissimo Sandro, pur essendo la mia traduzione oramai "atavica", avevo presente la storia di Betty Ross anche nel 2001. Ma hai ragione: forse all'epoca mi sono lasciato fuorviare un po' da una vecchia traduzione che avevo visto già in un vecchio volumetto Newton Compton degli anni '70, dove la cosa veniva tradotta con un'esclamazione generica. Invece sembra proprio che il riferimento a Betty Ross vada in qualche modo, e opportunamente, mantenuto. Guarda un po' se secondo te può andare il modo in cui l'ho modificata, pensando di coglierne il senso...e fammi sapere! Ciao e grazie per la segnalazione.
Un avvocato appassionato di storia del West l'aveva comprata per 10 dollari in una bancarella. Gli esperti sono ora arrivati a una conclusione: quella immagine originale conferma la storia dell'amicizia tra uno dei più celebri banditi dell'epoca western e lo sceriffo che poi lo uccise. Un legame leggendario che ispirò anche il film di Sam Peckinpah repubblica.it
[1965]
Parole e musica di Bob Dylan
Singolo poi contenuto nell’album “Bringing It All Back Home”
“Non c’è bisogno di ascoltare le previsioni del tempo per sapere da che parte soffia il vento”, un verso celeberrimo che, nonostante l’apparente nichilismo del brano, all’epoca venne preso in prestito addirittura dal gruppo armato rivoluzionario, la “Weather Underground Organization”(WUO), meglio conosciuta per l’appunto come “Weatherman”, nata nel 1969 nell’Università del Michigan all’interno del movimento “Students for a Democratic Society” (SDS)
Nella canzone chiari i riferimenti a Jack Keruac (il racconto del 1958 intitolato The Subterraneans e a Chuck Berry (con la sua Too Much Monkey Business). Su moltissimi siti si riferisce anche di una relazione tra alcuni versi di “Subterranean Homesick Blues” con il testo della canzone Takin' It Easy di Woody Guthrie, ma francamente né nel testo... (continua)
Johnny's in the basement (continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/9/2017 - 14:32
Visto che nell'introduzione di B.B. è citato il titolo "Give the anarchist a cigarette", c'è una canzone dei Chumbawamba dal medesimo titolo e contenuta nell'album Anarchy del 1994 che proprio a Dylan è dedicata. Il bootleg citato è successivo (2002), così come il libro di Mike Farren (2001).
A song by Chumbawamba from their album Anarchy. The title refers to Bob Dylan. Dylan was at one point in an interview told that people were referring to him as an anarchist. He replied gruffly, "Albert, give the anarchist a cigarette", essentially shrugging off the idea with a sarcastic joke. To anyone knowing the tremendous social influence and power that Dylan's early songs had, this comment is incredibly cynical, and displays a fundamental shift in Dylan's politics and outlook for his own role in society.
Albert is Dylan's manager, Albert Grossman, who also managedRitchie Havens and Peter, Paul... (continua)
Confondere o fondere l'arte o la scienza con la politica è diventata un'attività predominante in certa sinistra. Ma ne l'una né l'altra, quando sono vere, hanno a che vedere con le varie ideologie e ancor di più con la democrazia. Gli orrori ed errori commessi nella storia non hanno colore politico: vanno ripudiati da chiunque li commetta e se un artista del calibro di Dylan o di De Andre lo fa con l'onesta' intellettuale che li distingue c'è poco da dire.