Nun je da’ retta Roma
Nun je da’ retta Roma che t’hanno cojonato
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 19/8/2011 - 10:40
Il film è del 1973 e nella canzone vi è un chiaro richiamo alle vicende italiane di quegli anni: all' omicidio - suicidio dell'anarchico Pinelli, ai depistaggi , al potere che risponde sempre alle stesse logiche in ogni epoca.
Dq82 2/11/2020 - 07:38
il testo del primo ritornello "Vojo cantà così, fior de prato" è sbagliato perchè, invece, è "Vojo cantà così, fior de granato". Il granato è il melograno. Il testo è confermato da Tosca stessa, quando, prima di gettarsi da Castel Sant'Angelo, canta ""Per cui mo statte zitta, non di fior de granato, io me sarò sbajata ma almeno c'ho provato.
Francesco Temperanza 16/4/2024 - 12:29
Mi' padre [Mio padre è morto a 18 anni partigiano]
[1976]
Una poesia di Roberto Lerici interpretata da Gigi Proietti
Dallo spettacolo "A me gli occhi, please!"
Quando Gigi la recita, ne canta soltanto due versi, quasi alla fine; c'è una musica di sottofondo. Abbastanza per non ricorrere agli "extra" per questa straordinaria cosa scritta dal grande regista di "Nell'anno del signore", sulla quale non vogliamo aggiungere altro. Forse, rispetto al video inserito in questa pagina, si noteranno delle lievi differenze nel testo scritto; questo perché Gigi Proietti è improvvisatore nell'anima. [CCG/AWS Staff]
Come segnalatoci da Roberta Lerici, figlia di Roberto Lerici (scomparso nel 1992), suo padre è l'autore effettivo di questo testo e degli altri dello spettacolo A me gli occhi please!; ci informa sempre Roberta Lerici che "lo stesso brano è anche depositato alla Siae come pezzo autonomo dallo spettacolo (sez. Dor-monologo), sempre di Roberto... (continua)
Una poesia di Roberto Lerici interpretata da Gigi Proietti
Dallo spettacolo "A me gli occhi, please!"
Quando Gigi la recita, ne canta soltanto due versi, quasi alla fine; c'è una musica di sottofondo. Abbastanza per non ricorrere agli "extra" per questa straordinaria cosa scritta dal grande regista di "Nell'anno del signore", sulla quale non vogliamo aggiungere altro. Forse, rispetto al video inserito in questa pagina, si noteranno delle lievi differenze nel testo scritto; questo perché Gigi Proietti è improvvisatore nell'anima. [CCG/AWS Staff]
Come segnalatoci da Roberta Lerici, figlia di Roberto Lerici (scomparso nel 1992), suo padre è l'autore effettivo di questo testo e degli altri dello spettacolo A me gli occhi please!; ci informa sempre Roberta Lerici che "lo stesso brano è anche depositato alla Siae come pezzo autonomo dallo spettacolo (sez. Dor-monologo), sempre di Roberto... (continua)
Mi' padre è morto partigiano
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 4/9/2008 - 19:18
Chanson romaine (italienne) – Mio padre è morto a 18 anni partigiano – Gigi Proietti (un poème de Roberto Lerici).
Quand Gigi la récite, il en chante seulement deux vers, presque à la fin; il y a une musique de fond. Il n'est pas nécessaire de recourir à des « extras » pour cette extraordinaire chose écrite par le directeur de "Nell'anno del signore", sur laquelle nous ne voulons rien ajouter d'autre... (dit le staff)
Mais, dit Marco Valdo M.I., moi, à cette extraordinaire et stupéfiante (in italiano, commovente) chanson poétique ou ce poème venu de l'au-delà des mots, je veux ajouter quelque chose. C'est ceci, exactement ceci : à peine je l'ai lue; dans la foulée, comme si son père m'avait fait une passe, j'ai prolongé son effort, je l'ai traduite d'un coup, sans désemparer. J'en suis encore tout secoué, comme si la terre s'était mise à trembler. J'ai tout laissé là et j'ai traduit.
Pour... (continua)
Quand Gigi la récite, il en chante seulement deux vers, presque à la fin; il y a une musique de fond. Il n'est pas nécessaire de recourir à des « extras » pour cette extraordinaire chose écrite par le directeur de "Nell'anno del signore", sur laquelle nous ne voulons rien ajouter d'autre... (dit le staff)
Mais, dit Marco Valdo M.I., moi, à cette extraordinaire et stupéfiante (in italiano, commovente) chanson poétique ou ce poème venu de l'au-delà des mots, je veux ajouter quelque chose. C'est ceci, exactement ceci : à peine je l'ai lue; dans la foulée, comme si son père m'avait fait une passe, j'ai prolongé son effort, je l'ai traduite d'un coup, sans désemparer. J'en suis encore tout secoué, comme si la terre s'était mise à trembler. J'ai tout laissé là et j'ai traduit.
Pour... (continua)
MON PÈRE EST MORT A 18 ANS PARTISAN
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 6/9/2008 - 16:38
sapete se esiste una versione in inglese o in tedesco di questo testo?
grazie
grazie
louisa e 13/4/2016 - 16:06
Questo è un testo bellissimo.
Peccato che ci siano tanti errori di trascrizione.
Provo ad azzardare alcune correzioni. Dove non sono in grado, provo a interpolare. Spero di non introdurre più inaccuratezze di quante intenda correggere.
Innanzitutto, per logica, il titolo dovrebbe essere "Mi’ padre". A capo.
Peccato che ci siano tanti errori di trascrizione.
Provo ad azzardare alcune correzioni. Dove non sono in grado, provo a interpolare. Spero di non introdurre più inaccuratezze di quante intenda correggere.
Innanzitutto, per logica, il titolo dovrebbe essere "Mi’ padre". A capo.
MI’ PADRE
(continua)
(continua)
inviata da lib 16/4/2020 - 18:22
Ho provato a correggere ulteriormente il testo, con l’aiuto del video di Gigi Proietti.
Credo che la versione seguente sia abbastanza accurata.
Si tratta ovviamente di una poesia in endecasillabi canonici nella tradizione di Belli, Trilussa, Ferrara, e altri.
Le strofe - se ci sono - hanno una struttura un po' birichina, e non ho ancora capito come riorganizzarle.
Grazie per il vostro lavoro!
Credo che la versione seguente sia abbastanza accurata.
Si tratta ovviamente di una poesia in endecasillabi canonici nella tradizione di Belli, Trilussa, Ferrara, e altri.
Le strofe - se ci sono - hanno una struttura un po' birichina, e non ho ancora capito come riorganizzarle.
Grazie per il vostro lavoro!
MI’ PADRE (È MORTO PARTIGIANO A DICIOTT’ANNI)
(continua)
(continua)
inviata da lib 17/4/2020 - 00:37
La Barunissa di Carini
[1975]
Musica di Romolo Grano
Riduzione da anonimo poemetto cinquecentesco di tradizione orale del quale, nel corso del tempo, i cantastorie hanno offerto svariate versioni, poi riunite prima da Federico De Maria, nel 1942, e più recentemente da Nino Russo.
Sigla d'apertura dello sceneggiato televisivo “L'amaro caso della baronessa di Carini”, regia di Daniele D'Anza, con Ugo Pagliai, Adolfo Celi, Janet Agren, Vittorio Mezzogiorno, Paolo Stoppa.
Beh, all'epoca ero piccolo e mi ricordo che questo “romanzo popolare” in quattro puntate mi incollò al televisore e mi fece anche parecchia paura, per quell'aura di mistero ancestrale ed il continuo passaggio da un'epoca ad un'altra, dalla Sicilia violenta e brutale del 500 a quella del 1812, una terra piena di fermento e di speranza, dove si abolivano i feudi e si promulgava la prima costituzione liberale, eppure non meno violenta e brutale... (continua)
Musica di Romolo Grano
Riduzione da anonimo poemetto cinquecentesco di tradizione orale del quale, nel corso del tempo, i cantastorie hanno offerto svariate versioni, poi riunite prima da Federico De Maria, nel 1942, e più recentemente da Nino Russo.
Sigla d'apertura dello sceneggiato televisivo “L'amaro caso della baronessa di Carini”, regia di Daniele D'Anza, con Ugo Pagliai, Adolfo Celi, Janet Agren, Vittorio Mezzogiorno, Paolo Stoppa.
Beh, all'epoca ero piccolo e mi ricordo che questo “romanzo popolare” in quattro puntate mi incollò al televisore e mi fece anche parecchia paura, per quell'aura di mistero ancestrale ed il continuo passaggio da un'epoca ad un'altra, dalla Sicilia violenta e brutale del 500 a quella del 1812, una terra piena di fermento e di speranza, dove si abolivano i feudi e si promulgava la prima costituzione liberale, eppure non meno violenta e brutale... (continua)
Chianci Palermu, chianci Siracusa,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 21/2/2010 - 15:31
Un amplissimo stralcio del poemetto, con il titolo "La principessa di Carini" è leggibile, con la traduzione, nel "Canzoniere Italiano" curato da Pier Paolo Pasolini, dapprima pubblicato da Guanda, e poi ripubblicato da Garzanti nel 1972. Nell'edizione Garzanti il testo occupa le pagine da 388 a 403 del Volume secondo. Inoltre, alle pagine 510-512 si legge, a fatica per il corpo microscopico in cui è stampata, una bella nota critica.
Dei passi musicati, io ricordo due versioni interpretate da Otello Profazio: una con voce chiara e distesa, che divenne popolare; l'altra tragica e cupa, molto bella. Ma non le ho più ritrovate.
Dei passi musicati, io ricordo due versioni interpretate da Otello Profazio: una con voce chiara e distesa, che divenne popolare; l'altra tragica e cupa, molto bella. Ma non le ho più ritrovate.
Gian Piero Testa 22/2/2010 - 19:39
Grazie alla dritta di Gian Piero Testa trovo proprio sul sito del cantastorie Otello Profazio la sua versione della cantata in morte della Barunissa... E c'è pure l'mp3!
Chiangi Palermu e chiangi Siracusa…
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/2/2010 - 09:05
Beh, l'mp3 era solo un assaggio... Ma qui c'è Profazio che la interpreta per intero su RAI Uno davanti ad un attento Giorgio Gaber...
Alessandro 23/2/2010 - 09:10
... e nel 1980 Tony Cucchiara ne fece un'opera musicale il cui copione può essere letto per intero qui
Alessandro 23/2/2010 - 09:31
Grazie, Alessandro, per avere fatto tu la fatica della ricerca su Otello Profazio, che è stato un cantastorie di eccezionale bravura. Adesso tutto mi è chiaro: delle versioni che ricordavo, una è quella di Profazio; l'altra, invece, è quella di Projetti: ma non lo sapevo e l'attribuivo, per default..., al Calabrese. Anche quella di Projetti è molto bella. Io, allora come adesso non sono mai stato un grande utilizzatore della tv, e dello sceneggiato sulla Baronessa vidi solo qualche frammento: per caso la versione di Projetti era la sigla dello sceneggiato ?
Gian Piero Testa 23/2/2010 - 10:28
Ciao Gian Piero,
sì, quella di Proietti era la sigla di testa dello sceneggiato del 1975... nel "remake" del 2007 - quello di Umberto Marino - le musiche sono di Paolo Vivaldi, ma non l'ho visto (e non so nemmeno se ne valga la pena) e ignoro se sia sta riproposta una qualche versione della cantata...
Buona giornata!
sì, quella di Proietti era la sigla di testa dello sceneggiato del 1975... nel "remake" del 2007 - quello di Umberto Marino - le musiche sono di Paolo Vivaldi, ma non l'ho visto (e non so nemmeno se ne valga la pena) e ignoro se sia sta riproposta una qualche versione della cantata...
Buona giornata!
Alessandro 23/2/2010 - 10:57
"LA BARUNISSA DI CARINI"
Canto originale di Anonimo del secolo XVII
Canto originale di Anonimo del secolo XVII
I
(continua)
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inviata da giorgio 18/4/2010 - 19:50
Da : “LA BARONESSA DI CARINI” di Aurelio Rigoli
(continua)
(continua)
inviata da salvatore.borsellino@gmail.com 10/6/2012 - 16:06
Il 17 luglio di quest'anno, Salvatore Borsellino e sua figlia Stella hanno recitato "La Barunissa di Carini" durante l'inaugurazione della "Casa di Paolo" a Palermo, un progetto per onorare in maniera attiva la memoria del Giudice Paolo Borsellino.
Ecco il link al video, sottotitolato in siciliano e, a breve, anche in italiano.
https://vimeo.com/136313057
Buona visione!
Ecco il link al video, sottotitolato in siciliano e, a breve, anche in italiano.
https://vimeo.com/136313057
Buona visione!
Patricia e Guido di Gennaro 18/8/2015 - 00:22
LA BARONESSA DI CARINI: L'amaro caso, in versi e strofe
di Mimmo Mòllica.
In questa appassionata filastrocca, Mimmo Mòllica mette in versi, per la prima volta in lingua italiana, il triste caso della Signora di Carini, vicenda divenuta di dominio pubblico solo in tempi moderni. Pietro La Grua Talamanca, Barone di Carini, il 4 dicembre 1563, dava la morte alla figlia Caterina, con le proprie mani e nel suo stesso Castello di Carini, credendola "rea di fallo venereo avuto con uno di Casa Vernagallo": è «il triste Caso della figlia di Carini».
Caterina venne uccisa dal suo stesso padre e la Giustizia non ardì proferir verbo. Vincenzo Vernagallo, suo segreto spasimante, dovette nascondersi in un convento fuori dall’Isola. Il Vernagallo scampò alla morte nascosto in un quartiere di Palermo ma, poi, pentito si consacrò a Dio. Certo non rimase in Sicilia, dove il feroce Pietro Talamanca La... (continua)
di Mimmo Mòllica.
In questa appassionata filastrocca, Mimmo Mòllica mette in versi, per la prima volta in lingua italiana, il triste caso della Signora di Carini, vicenda divenuta di dominio pubblico solo in tempi moderni. Pietro La Grua Talamanca, Barone di Carini, il 4 dicembre 1563, dava la morte alla figlia Caterina, con le proprie mani e nel suo stesso Castello di Carini, credendola "rea di fallo venereo avuto con uno di Casa Vernagallo": è «il triste Caso della figlia di Carini».
Caterina venne uccisa dal suo stesso padre e la Giustizia non ardì proferir verbo. Vincenzo Vernagallo, suo segreto spasimante, dovette nascondersi in un convento fuori dall’Isola. Il Vernagallo scampò alla morte nascosto in un quartiere di Palermo ma, poi, pentito si consacrò a Dio. Certo non rimase in Sicilia, dove il feroce Pietro Talamanca La... (continua)
LA BARONESSA DI CARINI
(continua)
(continua)
inviata da Mimì 26/12/2018 - 19:08
La ninna nanna de la guerra
Interpretata da Gigi Proietti
Joe Fallisi ne dà una buona interpretazione, ma la sua dizione denota chiaramente che non è romano: ne perde la "violenza" più che giustificata di questa stupenda reprimenda della guerra e dei politici farabutti...
Vedete sul Tubo come la recita invece Gigi Proietti: per recitare Trilussa, purtroppo, bisogna esse romani!
Guido
Joe Fallisi ne dà una buona interpretazione, ma la sua dizione denota chiaramente che non è romano: ne perde la "violenza" più che giustificata di questa stupenda reprimenda della guerra e dei politici farabutti...
Vedete sul Tubo come la recita invece Gigi Proietti: per recitare Trilussa, purtroppo, bisogna esse romani!
Guido
Guido 7/6/2010 - 17:52
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Scritta da Luigi Magni.
Musica di Armando Trovajoli.
Dalla colonna sonora del film di Luigi Magni “La Tosca”, tratto dall’opera di Puccini e dal dramma di Victorien Sardou, e interpretato da Gigi Proietti e Umberto Orsini - i giacobini Mario Cavaradossi e Cesare Angelotti - Monica Vitti - La Tosca - e Vittorio Gassman, che interpreta il barone Scarpìa, il perfido persecutore capo della polizia papalina.
Questa canzone è interpretata da Mario Cavaradossi (Proietti) mentre è rinchiuso a Castel Sant’Angelo in attesa di essere giustiziato per aver dato rifugio al giacobino Angelotti il quale, pur essendosi suicidato per non cadere nelle grinfie della polizia pontificia, è stato impiccato da morto per far credere al popolo che la “giustizia” abbia fatto il suo corso.
Gigi Proietti chiude tutti i suoi spettacoli con questa canzone che, in passato, gli fu pure in parte censurata dalla... (continua)