SE VUOI CHIAMARTI UOMO
Dal canto mio, dedico a Nelson Mandela i versi di un altro più oscuro combattente per la pace e l'umanità, rimasto più oscuro: il poeta greco Tasos Livaditis, che insegna ad essere uomini, come lo fu Madiba. La traduzione è della nostra Giuseppina Dilillo (in stixoi.info), che non sa di questo mio contributo, ma che di certo non ne sarà scontenta.
Αν θέλεις να λέγεσαι άνθρωπος
Αν θέλεις να λέγεσαι άνθρωπος
δε θα πάψεις ούτε στιγμή ν’ αγωνίζεσαι για την ειρήνη και για το δίκιο.
Θα βγεις στους δρόμους, θα φωνάξεις, τα χείλια σου θα ματώσουν απ’ τις φωνές
το πρόσωπό σου θα ματώσει από τις σφαίρες μα ούτε βήμα πίσω.
Κάθε κραυγή σου μια πετριά στα τζάμια των πολεμοκάπηλων
κάθε χειρονομία σου σαν να γκρεμίζεις την αδικία.
Και πρόσεξε: μη ξεχαστείς ούτε στιγμή.
Έτσι λίγο να θυμηθείς τα παιδικά σου χρόνια
αφήνεις χιλιάδες παιδιά να κομματιάζονται την ώρα που παίζουν... (continua)
Dal canto mio, dedico a Nelson Mandela i versi di un altro più oscuro combattente per la pace e l'umanità, rimasto più oscuro: il poeta greco Tasos Livaditis, che insegna ad essere uomini, come lo fu Madiba. La traduzione è della nostra Giuseppina Dilillo (in stixoi.info), che non sa di questo mio contributo, ma che di certo non ne sarà scontenta.
Αν θέλεις να λέγεσαι άνθρωπος
Αν θέλεις να λέγεσαι άνθρωπος
δε θα πάψεις ούτε στιγμή ν’ αγωνίζεσαι για την ειρήνη και για το δίκιο.
Θα βγεις στους δρόμους, θα φωνάξεις, τα χείλια σου θα ματώσουν απ’ τις φωνές
το πρόσωπό σου θα ματώσει από τις σφαίρες μα ούτε βήμα πίσω.
Κάθε κραυγή σου μια πετριά στα τζάμια των πολεμοκάπηλων
κάθε χειρονομία σου σαν να γκρεμίζεις την αδικία.
Και πρόσεξε: μη ξεχαστείς ούτε στιγμή.
Έτσι λίγο να θυμηθείς τα παιδικά σου χρόνια
αφήνεις χιλιάδες παιδιά να κομματιάζονται την ώρα που παίζουν... (continua)
Gian Piero Testa 6/12/2013 - 20:26
Due o tre cose su Mandela
di Riccardo Venturi
Ora lo stanno facendo passare per un „Gandhi”, Nelson Rolihlahla Mandela. Scordando magari che in galera per ventisette anni c'è stato per le sue lotte. Eppure basterebbe sfogliare un comunissimo articolo Wikipedia, non fare ricerche alla Biblioteca del Congresso; una lotta cominciata fin dagli anni '40 e radicalizzatasi nel 1952, con la campagna di resistenza dell'ANC e l'organizzazione dell'ufficio legale Mandela & Tambo per fornire assistenza a basso costo a molti neri che ne sarebbero rimasti privi. Fu arrestato per la prima volta il 5 dicembre 1956, nella stessa data che molti anni dopo sarebbe stata quella della sua morte; dopo il massacro di Sharpeville nel marzo 1960 e la successiva interdizione dell'ANC e di tutti gli altri gruppi anti-apartheid, passò ad appoggiare senza reticenze la lotta armata contro il regime razzista sudafricano.... (continua)
Osservazioni puntuali, quelle di Riccardo, che andavano fatte. Specialmente quelle sull'universale e indistinto consenso che si riversa oggi sulla figura di Mandela, travisata ad arte e in coro in una santa Teresa di Calcutta. Quanto al Mandela di lotta e al Mandela di governo, c'è pur da osservare come sino ad oggi, a memoria d'uomo, non si è mai vista una rivoluzione umanistica che, colto il potere, non si sia atrofizzata in tirannidi parareligiose o non si sia stemperata in compromessi e in corruzione. Di Mandela si può dire che, tra queste alternative, che sembrano inevitabili come le Simplegadi, abbia mantenuto una rotta per quanto possibile dignitosa, che, almeno sul piano personale e non già del sistema politico e sociale ed etico in vigore, gli fa largamente meritare il rispetto anche di chi è abituato a considerare criticamente e non miticamente qualsiasi cosa.
Gian Piero Testa 7/12/2013 - 11:35
Nella foto postata da RV, alla sinistra di Nelson Mandela è seduto Joe Slovo, un ebreo lituano che era venuto in Sudafrica a otto anni insieme con la sua famiglia, segretario del Partito comunista sudafricano e dirigente dell'ANC negli anni duri della lotta all'apartheid, sposo di Ruth First, intellettuale ebrea e comunista, originaria della Lettonia, assassinata nel 1982 dai servizi segreti di Pretoria. Joe Slovo è morto nel '95. Due belle figure da ricordare. E alla storia di Ruth First è ispirato il film Un mondo a parte (A World Apart, 1988), scritto dalla figlia Shawn Slovo e diretto da Chris Menge. Amandla.
L.L. 7/12/2013 - 20:02
Dio benedica l'Africa e il poeta
tubercolotico che scrisse Io
sono il capitano dell'anima mia
la comunista ebrea e suo marito
e i fucili della Germania Est
16 dicembre 2013
tubercolotico che scrisse Io
sono il capitano dell'anima mia
la comunista ebrea e suo marito
e i fucili della Germania Est
16 dicembre 2013
L.L. 16/12/2013 - 22:22
…per non dimenticare chi ha lottato affinché “altri fossero liberi” (senza avere nulla in cambio…)
I GUERRIERI DIMENTICATI DEL SUDAFRICA
“Se questo paese è libero -si rammaricava un ex guerrigliero – ed ha potuto organizzare eventi come la Coppa del mondo, lo deve all’MK”, Umkonto we Sizwe, il braccio armato dell’African National Congress (ANC). Ma sembra che all’epoca nessun alto dirigente si fosse recato nel misero ufficio dei reduci, con le pareti ricoperte da manifesti ingialliti, per invitare qualche veterano alle manifestazioni.
Tutto era cominciato il 21 marzo 1960. Quel giorno in diversi centri urbani della RSA si svolsero manifestazioni, organizzate dal Pan African Congress (PAC), contro l’obbligo per i neri di portare con sé un lasciapassare. Il regime rispose massacrando a Sharpeville decine di persone. Ufficialmente le vittime furono sessantanove, ma i testimoni sostengono... (continua)
I GUERRIERI DIMENTICATI DEL SUDAFRICA
“Se questo paese è libero -si rammaricava un ex guerrigliero – ed ha potuto organizzare eventi come la Coppa del mondo, lo deve all’MK”, Umkonto we Sizwe, il braccio armato dell’African National Congress (ANC). Ma sembra che all’epoca nessun alto dirigente si fosse recato nel misero ufficio dei reduci, con le pareti ricoperte da manifesti ingialliti, per invitare qualche veterano alle manifestazioni.
Tutto era cominciato il 21 marzo 1960. Quel giorno in diversi centri urbani della RSA si svolsero manifestazioni, organizzate dal Pan African Congress (PAC), contro l’obbligo per i neri di portare con sé un lasciapassare. Il regime rispose massacrando a Sharpeville decine di persone. Ufficialmente le vittime furono sessantanove, ma i testimoni sostengono... (continua)
Gianni Sartori 6/11/2014 - 17:55
“VIDI QUEL VOLTO E MI PARVE FAMILIARE…” (in memoria di Nelson Mandela)
“Il giorno dopo, con la giacca a vento e il baschetto verde, stavo in piedi davanti a un muro. Papà mi scattava una foto e io feci un’espressione simile a quella di una tigre che ruggisce o a una foca che sbadiglia. Dietro di me, il vero soggetto della foto: due manifesti formato gigante. Nel primo si vedeva una donna con due grandi ali che diceva: “Diritti per tutti”. Il secondo mostrava una faccia nera che occupava tutto il manifesto. Stavamo camminando per quelle strade larghissime di Parigi fatte apposta per far passare i carri armati. Vidi quel volto e mi parve familiare. Sotto, c’era scritto: LIBERTE’ POUR NELSON MANDELA!”. Ecco chi era! Uno di quelli della mostra. Uno dei capi di tutta la faccenda. Uno del paese senza nome. Vederlo così, con la barba e gli occhi tristi, mi faceva dispiacere. Mio papà provò a staccare... (continua)
Gianni Sartori 2/12/2014 - 16:45
Una brutta notizia: Theresa Machabane Ramashamole, la donna dei Sei di Sharpeville, ci ha lasciati. Aveva partecipato alla manifestazioni di Soweto nel 1976 (dove era anche rimasta ferita) e indirettamente anche a quella passata alla storia come la strage di Sharpeville nel 1960. Infatti vi prese parte sua madre che era incinta di lei. Una vita segnata dalla resistenza all'apartheid, dal carcere, dalle torture (botte, scariche elettriche...), dalla condanna a morte per impiccagione con l'esecuzione sospesa il giorno prima...Come per Duma Khumalo (morto qualche anno fa) possiamo dire senza ombra di dubbio che le sofferenze patite in carcere avevano minato la sua salute in maniera irreparabile (tra l'altro a causa delle torture subite non aveva potuto avere figli) e quindi la sua morte è in qualche modo uno strascico dell'apartheid.
Ora dei sei compagni passati, loro malgrado, alla Storia come "I Sei di Sharpeville" solo due rimangono in vita.
Onore a Theresa e a tutte le vittime dell'apartheid.
Gianni Sartori
Ora dei sei compagni passati, loro malgrado, alla Storia come "I Sei di Sharpeville" solo due rimangono in vita.
Onore a Theresa e a tutte le vittime dell'apartheid.
Gianni Sartori
Gianni Sartori 3/12/2015 - 19:10
Sono sicuro che oggi Charlie Haden starà festeggiando così i cento anni di Mandela:
https://www.youtube.com/watch?v=8Gfp3jh7P74
https://www.youtube.com/watch?v=8Gfp3jh7P74
Flavio Poltronieri 18/7/2018 - 17:44
Come un battito di ciglia
Testo: Franco Volpato
Sulle note della "Come sei veramente" di Giovanni Allevi
Una poesia dedicata a Marta Russo
Sulle note della "Come sei veramente" di Giovanni Allevi
Una poesia dedicata a Marta Russo
Un solo istante
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 6/9/2013 - 23:13
Percorsi:
Armi, la guerra in casa tutti i giorni
Foglie di Beslan
Dall'album "Evolution" (2008).
Strumentale.
(continua)
(continua)
inviata da Antonio Piccolo 20/7/2008 - 11:32
Percorsi:
Guerre di Cecenia
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Musica di Giovanni Allevi
Music by Giovanni Allevi
Album: Sunrise
Nelson Rolihlahla Mandela
18.7.1918 - 5.12.2013