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Autore Peter Gabriel

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Live and Let Live

Live and Let Live
(2023)
Album: i/o
ultimo dei 13 brani del nuovo disco che esce il 1 di dicembre

Il nuovo singolo, di cui sarà disponibile anche il Bright-Side Mix di Mark 'Spike' Stent e l'Atmos In-Side Mix di Hans-Martin Buff, è stato l'ultimo a essere scritto per l'album.
La canzone, come tutte quelle che l’hanno preceduta, è accompagnata dalla cover firmata da un artista. In questo caso si tratta di 'Soundsuit', opera dell'artista di Chicago Nick Cave.

Scritto e prodotto da Peter Gabriel, "Live and Let Live" è una canzone sul perdono, la tolleranza e l'ottimismo. Una gioiosa e positiva nota finale per l'album.

Come al solito le parole di Peter Gabriel accompagnano e illustrano la canzone.

"La musica - dice Gabriel - può essere come una scatola di pillole dell'umore che possiamo usare per trattare noi stessi e molto del lavoro del progetto Reverberation è focalizzato su quel tipo di idea". Reverberation... (continua)
Just how much does it have to hurt
(continua)
inviata da Paolo Rizzi 28/11/2023 - 23:36
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Birdy [Slow Marimbas]

Birdy [Slow Marimbas]
[1984]
Slow Marimbas
Movie / Film / Elokuva :
Alan Parker
Birdy / Birdy- Le ali della libertà
Music / Musica / Musique / Sävel:
Peter Gabriel

E’ la traccia #8 della colonna sonora di Birdy.

da wikipedia
Al Columbato è un reduce della guerra in Vietnam, dove ha riportato numerose ferite tra cui varie ustioni al viso. Durante la convalescenza gli viene richiesto di presenziare in un ospedale psichiatrico militare dove da tempo è ricoverato il suo amico di infanzia Birdy, anch'egli militare in Vietnam, chiamato così per la sua passione per il volo e i volatili.
Birdy è ridotto ad uno stato schizofrenico e chiuso in un silenzio catatonico a causa degli orrori della guerra. Così il dottor Weiss, lo psichiatra militare che lo ha in cura, spera che la vicinanza di Al possa in qualche modo giovargli.
I due erano diventati amici nei primi anni sessanta nei sobborghi poveri di Filadelfia;... (continua)
strumentale
inviata da Riccardo Gullotta 19/9/2019 - 20:12
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Lungile Tabalaza

Lungile Tabalaza
[1978]
Parole di Roger Lucey, cantautore sudafricano, bianco.
Musica di Roger Lucey e della sua band, gli Zub Zub Marauders
Nell’album intitolato “The Road is Much Longer”, pubblicato nel 1979

Nel 2000 Roger Lucey ha pubblicato una raccolta dal titolo "21 Years Down The Road", con la stessa copertina di “The Road is Much Longer”


Tabalaza, Lungile, age 19.
Was detained on 10 July 1978 in connection with arson attacks and the robbery and burning of a delivery van. He died the same day in custody at the Sanlam Building, Strand Street, Port Elizabeth. Police claimed he had committed suicide by jumping from the fifth floor of the Sanlam Building. At the inquest in October 1978, the government pathologist acknowledged that several bruises and lacerations could have been sustained before he fell. The inquest held found no one responsible for his death. (dal sito della Truth Commission sudafricana)... (continua)
Some men take the hard line and some take none at all
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/11/2015 - 11:52
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Down to Earth

Down to Earth
[2008]
Parole di Peter Gabriel.
Musica di Peter Gabriel e Thomas Newman.
Con l’accompagnamento del Soweto Gospel Choir.
Dalla colonna sonor del film d’animazione “WALL-E”, diretto da Andrew Stanton e prodotto dalla Walt Diney e dalla Pixar.

In mezzo a tante canzoni “distopiche” sul destino della Terra, eccone finalmente una che lascia trasparire un po’ di ottimismo, a patto che noi bipedi la smettiamo di incasinare il nostro mondo, ridefinendo una volta per tutte le priorità per la vita (e non solo la sopravvivenza) futura.
Did you think that your feet had been bound
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/8/2014 - 13:29

Wallflower

Antiwar Songs Blog
Wallflower
Oggi è il compleanno di Peter Gabriel. Vabbé, direte, mica lo conoscete, non siete invitati alla festa. D’accordo, è solo un pretesto per tirare fuori una vecchia canzone del 1982. Si intitola Wallflower (Tappezzeria) e c’è chi dice sia stata scritta per Nelson Mandela, secondo altri invece è basata sul trattamento riservato ai prigionieri politici […]
Antiwar Songs Staff 2014-02-13 22:35:00
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Shosholoza

anonimo
Shosholoza
Canto popolare Ndebele
(ca. II metà XIX secolo)
Ndebele folksong
(about 2nd half of 19th century)

Qualcuno dice che Shosholoza è il “secondo inno nazionale del Sudafrica”. Può essere; in effetti, a prescindere dalla sua valenza di “inno”, è sicuramente un simbolo della nazione sudafricana oltre ad essere conosciuto in tutto il mondo. Quel che più interessa (e deve interessare) a questo sito è però la sua origine, che è quella di un canto di lavoro e, molto spesso, di prigionieri.

In origine, Shosholoza era un canto popolare Ndebele in stile “chiama e rispondi”, nato nello Zimbabwe, ma divenuto popolare in Sudafrica. Le sue origini sono da ricercare nei lavoratori migranti Ndebele che si recavano nelle miniere sudafricane a bordo di treni. L'autore è sconosciuto; in breve divenne la canzone principale dei minatori che emigravano nelle miniere d'oro e di diamanti. Gli Ndebele vivono principalmente... (continua)
Shosholoza
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 2/1/2014 - 11:44
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We Do What We're Told (Milgram's 37)

We Do What We're Told (Milgram's 37)
(1986)
Album: "So"

Nel 1961 lo psicologo statunitense Stanley Milgram ideò e condusse un celebre esperimento che si prefiggeva di studiare il comportamento di soggetti a cui un'autorità (nel caso specifico uno scienziato) ordina di eseguire delle azioni che confliggono con i valori etici e morali dei soggetti stessi.

L'esperimento cominciò tre mesi dopo l'inizio del processo a Gerusalemme contro il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann. Milgram concepiva l'esperimento come un tentativo di risposta alla domanda: "È possibile che Eichmann e i suoi milioni di complici stessero semplicemente eseguendo degli ordini?".

I partecipanti alla ricerca furono reclutati tramite un annuncio su un giornale locale o tramite inviti spediti per posta a indirizzi ricavati dalla guida telefonica. Il campione risultò composto da 40 soggetti maschi fra i 20 e i 50 anni di varia estrazione sociale. Fu... (continua)
We do what we're told
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 13/4/2013 - 23:04
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Sun City

Sun City
[1985]
Scritta da Steven Van Zandt

Erano gli anni di carrozzoni come il Band Aid ("Do They Know It's Christmas") e, soprattutto USA for Africa ("We Are The World", meritato bollino "bleah" su questo sito), e anche Little Steven fece - solo un po' più autenticamente degli altri - la sua parte.
Il titolo di questo progetto artistico per sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale contro l'apartheid in Sudafrica venne a Van Zandt dopo aver visitato la città-casinò sudafricana di Sun City. L'italo-americano Stefano Lento, in arte "Little" Steven Van Zandt, non potè fare a meno di notare il parallelismo tra il sistema dell'apartheid e quello delle riserve indiane statunitensi, dove pure spesso sorgono immensi casinò, gestiti da un'élite di bianchi e nativi "collaborazionisti", in mezzo a comunità assolutamente povere e degradate in cui vive la moltitudine dei discendenti dei pellerossa...
Questa... (continua)
We're rockers and rappers united and strong
(continua)
inviata da Alessandro 2/2/2010 - 08:55
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Supper's Ready

Supper's Ready
[1972]
Tony Banks/Phil Collins/Peter Gabriel/Steve Hackett/Michael Rutherford
Da/From Foxtrot

"There was one particular incident that gave me the inspiration for Supper's Ready. There was this room at the top of Jill's [his wife] parents' house. The room was the coldest part of the house. I always used to get the shivers when I went in there. It was covered in strong purple and turquoise wallpaper. Everything was bright purple and turquoise. Anyway, we had this strange evening up there which ended with Jill feeling like she'd been possessed. It was extremely frightening. I don't know how to explain it - it was as if she had had a fit, or something. I experienced a sense of evil at that point - I saw another face in her face. I don't know how much of this was going on inside my head and how much was actually happening, but it was an experience I could not forget and was the starting point... (continua)
1. Lovers' Leap
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/7/2006 - 01:59
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Heroes

Heroes
[1977]
Testo di/Lyrics by David Bowie
Musica di/Music by David Bowie e Brian Eno
da/from "Heroes"

Bowie ha dichiarato che la canzone gli fu ispirata da una giovane coppia che si incontrava segretamente sotto la torretta di guardia del Muro di Berlino e che lui spiava dalla finestra dello studio di registrazione. Secondo Tony Visconti, il suo produttore, la coppia in questione era lui stesso ed una ragazza con cui Visconti aveva una storia durante la registrazione, la corista Antonia Maass.
(da Velvet Goldmine - il fanclub italiano di David Bowie)

This was inspired by a German couple who met every day under a gun turret on The Berlin Wall. Bowie, who was living in Berlin at the time, watched them and was impressed by their determination to be together.

Il titolo del brano è un riferimento alla traccia Hero presente sull'album Neu! '75 della band tedesca Neu!, che Bowie ed Eno ammiravano.... (continua)
I, I will be king
(continua)
27/8/2005 - 23:39




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