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Autore Lluís Llach

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El que diuen els arbres (o Lloc 3)

El que diuen els arbres (o Lloc 3)
2005
Que no s'apague la llum (Lluís Llach - Feliu Ventura)
Em va agafar les mans (continua)
inviata da Dq82 6/4/2023 - 13:03
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Neofatxes globals

Neofatxes globals
[2002]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Lluís Llach
Album / Albumi: Jocs

La canzone ha più di vent'anni: è del 2002, inserita nell'album Jocs. Naturalmente, si riferisce in gran parte alla realtà dello stato spagnolo (e anche della Catalogna, dove comunque i fascisti non mancano di certo). Ma, a partire dal titolo, si capisce bene che ha una valenza molto più ampia, generale, globale: la tendenza era già chiara vent'anni fa -e anche prima!-, e noialtri ne sappiamo qualcosa, perlomeno a partire dal 1993-94 quando il berlusconismo italiano dettò la linea cominciando non solo a “sdoganare”, ma anche a inserire nel potere i fascisti. Dico semplicemente “fascisti” perché non mi è mai piaciuto quel “neo-” prefissato alla parola: non c'è nessun “neo-”, sono i fascisti di sempre e non hanno millenni, né secondi e né terzi. Lo vediamo bene al giorno d'oggi,... (continua)
Mireu-los com van
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 3/1/2023 - 06:13
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Et deixo un pont de mar blava

Et deixo un pont de mar blava
1993
dall'album "Un Pont De Mar Blava"
sobre un poema de Miquel Martí i Pol



Amina Alaoui
- voce (arabo)
Nena Venetsanou - voce (greco)


Una canzone di fratellanza tra tutti i popoli che si affacciano sul Mar Mediterraneo, visto come un ponte di mare per unire le popolazioni che abitano il Mare nostrum. Una canzone sorella di Mediterráneo di Serrat sicuramente da riascoltare in questi tempi in cui il Mediterraneo è diventato la fossa comune di molti che hanno tentato di attraversarlo.

Alla fine la canzone riprende, in greco e in catalano, un'altra canzone dello stesso album "Lentament comença el cant" (precedentemente cantata solo in greco da Nena Venetsanou). Riportiamo qui insieme i due testi. La trascrizione del testo greco è di Riccardo Venturi.
Et deixo un pont de mar blava
(continua)
inviata da Dq82 28/8/2020 - 04:57
Percorsi: Ponti
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Que tinguem sort

Que tinguem sort
(1974)
Album: I si canto trist

Una delle più belle canzoni di Lluís Llach, ancora oggi famosissima, una canzone di amore e di militanza.

Il pezzo non racconta una storia né allude a nessun evento particolare ma è un canto allo stesso tempo romantico e idealista in prima persona. Il protagonista, convinto nel suo impegno sociale, si rivolge alla persona amata avvertendola del costo e del rischio personale della sua militanza. Anche se comincia fornendole una via di uscita ("Ti auguro di avere fortuna...") poco a poco la canzone si trasforma in un invito a accompagnarlo nelle sue battaglie, pur avvertendola delle difficoltà. "Se vieni con me / non mi domandare un cammino facile".

Llach fonde così due potenti sentimenti, amore e lotta, che si rafforzano in un testo che chiama all'impegno con metafore di taglio epico: "per questo, nonostante la nebbia bisogna andare avanti". Rispondendo... (continua)
Si em dius adéu,
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 7/5/2019 - 22:58
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El meu país

El meu país
Versi di Miquel Martí i Pol (1929-2003), poeta e scrittore catalano.

Musica di Teresa Soler i Pi, meglio conosciuta con il suo nome d’arte di Teresa Rebull (1919-2015), comunista, internazionalista, femminista e cantautrice catalana, esule in Francia dopo la Guerra Civile.

Nell’album della Rebull intitolato “També per tu”, pubblicato nel 1981.
Ignoro se la poesia sia tratta da qualche raccolta oppure scritta apposta dal poeta per il disco.

Interpretata anche da Lluís Llach
Tots els anys que he hagut de viure
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/9/2017 - 14:48
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Vaixell de Grècia

La versione basca (euskara) di Xabier Lete Bergaretxe, eseguita da Pantxoa eta Peio nell'album Eguzkiaren musu del 1990.
Vaixell de Grècia
GREZIAKO ITSASONTZIA
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/3/2016 - 13:04
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I si canto trist

I si canto trist
MARZO 1974-MARZO 2014: UN ANNIVERSARIO DA RICORDARE


A QUARANTA ANNI DALLA MORTE DI SALVADOR PUIG ANTICH “METGE” (Gianni Sartori)

Il garrote, lo strumento che la mattina del 2 marzo 1974 spezzò le vertebre cervicali di Salvador Puig Antich (“Metge”) ponendo fine in maniera ignobile alla sua breve vita di meccanico-studente-guerrigliero (o “rapinatore” secondo lo Stato) evocava sicuramente fosche atmosfere da Santa Inquisizione, ma in realtà era quasi contemporaneo della ghigliottina e ideato con i medesimi intenti : una morte rapida che evitasse al condannato sofferenze inutili. Da questo punto di vista, bisogna dire, si dimostrò molto al di sotto delle aspettative, diventando nell’immaginario collettivo un vero e proprio strumento di tortura.

Come Praga per Jan Palach nel 1968 e Belfast per Bobby Sands nel 1981, così tutta Barcellona reagì con rabbia a questa esecuzione, interpretata... (continua)
Gianni Sartori 28/7/2014 - 15:27
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Campanades a morts

Campanades a morts
Qualcuno ha gli accordi per chitarra di questo bellissimo canto?
Luciano 24/3/2014 - 22:44




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