Potentissima canzone dall'album Fever Breaks, probabilmente il più "Politico" di Josh Ritter fino ad adesso. Ritter mette a disposizione le sue straordinarie capacità di storyteller per raccontarci in maniera vivida un "interrogatorio", pieno di violenza anche senza nominare neanche una volta un gesto di violenza.
Good evening, may we say again (continua)
inviata da Lorenzo Caccianiga 18/5/2019 - 13:23
Bellissima. Inviterei Lorenzo Caccianiga a tradurla perché merita sicuramente d essere capita a fondo.
Non è di facile interpretazione, questa canzone. Credo però che sia evidente che parli di guerra, e in particolare dell'11 settembre e delle sue conseguenze, come mostrano i versi "We saw the wrecks of buildings-We saw the ghosts of angels/ That spoke of falls from tremendous heights" che rimandano immediatamente alle terribili immagini delle persone che si buttavano dalle finestre delle torri prima che crollassero.
Anche le caverne citate all'inizio potrebbero far pensare ai famigerati nascondigli di Bin Laden che hanno portato alla guerra in Afghanistan. Resta da capire che siano i "noi" e chi sia il "tu". Stando a quanto ho appena detto, il "tu" potrebbe essere lo stesso Osama Bin Laden, e di conseguenza il "noi" sarebbero gli islamici moderati, che hanno visto l'orrore compiuto dai loro stessi consimili che magari prima stimavano (We thought you were a saint/But the halo was an eye)... (continua)
Questa canzone, tratta dall'album "The Historical Conquests of Josh Ritter", narra di un amore impossibile sotto la pesante cappa della guerra fredda. Penso rappresenti egregiamente l'assurdità dei motivi delle guerre, per quanto in maniera improbabile: qua il protagonista pensa addirittura di causare una guerra termonucleare solo per costringere la persona da lui amata e non ricambiante a restare con lui per sempre, in una non-vita, virtuale, dove i missili sono Querce e si devono immaginare le stelle nel buio.
Quasi viene da vederci un'analogia con Dolcenera di Fabrizio de André, in quanto anche lì viene narrato un amore aiutato da una catastrofe.
If this was the Cold War we could keep each other warm (continua)
Per l'interpretazione del testo si veda Song Meanings:
"I interpret the song as a clear anti-war statement.
The reference to breaking the rules of the game and the “girl in the war” suggests a breaking of a “no women, no children” type of statute. In our current wars, we see our international rules of conduct being broken and civilian casualties often outnumber those of military forces.
A second reference to Laurel and Hardy (Thin Blue Line – “…even Laurel begs Hardy for vengeance”) links the two songs which support each other in their anti-war sentiment.
The need to “rock yourself a little harder” and the reference to a dove suggests to me the need to actively protest and not just believe blindly in peace (e.g. the [peace] dove). Paul suggests that you must do whatever you have to in order to get fired up and move (“pretend your feet are on fire”).... (continua)
Il personaggio che si vede qui ritratto, riportato alla sua vera consistenza anagrafica, affermò a suo tempo di avere eseguito questa traduzione “appositamente per questo sito”. Poiché, come ama a volte specificare, egli non toglie niente -foto comprese, e pur avendone la tentazione- per la sua “avversione allo stalinismo”, non saremo certamente noialtri a togliere la sua immagine (di alcuni anni fa, invero) da questa pagina.
Fever Break