[1972]
Scritta da Mario Pogliotti a partire dalla poesia e dalla raccolta poetica "È fatto giorno" di Rocco Scotellaro. L'ultima strofa riprende infatti creativamente il testo originale del grande poeta della Basilicata:
È fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi
con i panni e le scarpe e le facce che avevamo.
Le lepri si sono ritirate e i galli cantano,
ritorna la faccia di mia madre al focolare.
(da "È fatto giorno. 1940-1953", 1954)
Nell'album "Maria Monti e i contrautori".
Testo trovato su YouTube
[1961]
Parole e musica di Mario Pogliotti
Nell’EP del Cantacronache intitolato “Il Cantacronache ben temperato (7)”
Poi nell’LP del 1971 “Cantacronache 2”
Parole e musica di Mario Pogliotti
scritta nell’agosto 1960 nel decimo anniversario della morte di Cesare Pavese
Un paese vuol dire non essere soli,
avere gli amici, del vino, un caffè.
Io sono della città;
riconosco le strade
dalle buche rimaste,
dalle case sparite,
dalle cose sepolte
che appartengono a me.
Al di là delle gialle colline c’è il mare,
un mare di stoppie, non cessano mai:
il mare non voglio più,
ne ho visto abbastanza;
preferisco una tampa
e bere in silenzio,
quel grande silenzio
che è la vostra virtù
E in silenzio girare per quelle colline,
le rocce scoperte, la sterilita
lavoro non serve più,
non serve schiantarsi
e le mani tenerle
dietro la schiena
non fare più nulla
pensando al futuro.
La sola freschezza è rimasta il respiro
la grande fatica è salire quassù.
Ci venni una volta quassù
e quassù son rimasto
a rifarmi le forze,
a cercarmi i compagni,
a trovarmi una terra,
a trovarmi un paese.
Chanson italienne - Questa democrazia – Mario Pogliotti
Pour mieux comprendre la fin... Faut se souvenir que l'auteur vivait dans le Val d'Aoste, région on ne peut plus montagneuse et paradis des skieurs.
Marco Valdo M.I., d'ascendance lyonnaise, et donc de parenté rabelaisienne, dans un moment de distraction avait traduit le dernier couplet d'une façon assez libre – ce qui somme toute, étant donné le sujet, s'imposait :
« La libertà più bella potete qui sfogare:
è quella di sciare sciare sciare sciare sciaaareee...
Vous pouvez ici laisser s'éclater la plus belle liberté :
C'est de skier, skier, scier, scier, chier, chiiiiiieeeer.... »
Eh bien, dit Lucien l'âne, j'en parlerai à Alessandro... Il y a là un glissement sémantique assez pervers...
Testo ripresto da: Cantacronache, Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, Crel-Scriptorium 1995, p. 171.
Cadono le famiglie - come foglie d'autunno (continua)
[1961]
Parole di Mario Pogliotti
Arrangiamento di Fausto Amodei
Nell’EP intitolato “Il Cantacronache ben temperato”, canta Mario Pogliotti.
Dal Deposito, sito gemello, riprendiamo questa canzone scritta nel periodo di Cantacronache da Mario Pogliotti, giornalista e musicista valdostano scomparso nel 2006. La canzone risente, nel verso sul "principe omosessual", ovviamente del periodo.
Scritta da Mario Pogliotti a partire dalla poesia e dalla raccolta poetica "È fatto giorno" di Rocco Scotellaro. L'ultima strofa riprende infatti creativamente il testo originale del grande poeta della Basilicata:
È fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi
con i panni e le scarpe e le facce che avevamo.
Le lepri si sono ritirate e i galli cantano,
ritorna la faccia di mia madre al focolare.
(da "È fatto giorno. 1940-1953", 1954)
Nell'album "Maria Monti e i contrautori".
Testo trovato su YouTube