[1943]
Canzone dei partigiani garibaldini della brigata “Antonio Gramsci” operante in Valnerina, Umbria, tra il 1943 e il 1944.
Comunemente attribuita a Dante Bartolini, militante comunista, comandante partigiano (fu vice-comandante del battaglione “Guglielmo Morbidoni” col nome di battaglia di “Tito”), poi operaio delle acciaierie di Terni, poeta e cantore nel gruppo de La Valnerina.
Ne “La Valnerina ternana”, raccolta di canti pubblicata da i Dischi del Sole nel 1976, a cura di Valentino Paparelli e Alessandro Portelli, ricerca ripubblicata nel 2011 in formato libro + cd dell’editore Squi[libri].
Nel marzo del 1944 i partigiani della “Antonio Gramsci” riuscirono a creare la prima zona libera d'Italia, nella zona compresa tra la Valnerina e il territorio di Cascia e Leonessa.
Registrazione effettuata da Sanro Portelli a Casteldilago (TR) nell’aprile 1972, a casa di Dante Bartolini, depositata in Archivio Sonoro “Franco Coggiola”, fondo Alessandro Portelli, serie “Terni e Valnerina”.
Mentre c’è chi costruisce mausolei, ad Affile, per celebrare le gesta del macellaio di Arcinazzo, rinfreschiamoci la memoria con queste ottave composte da Dante Bartolini, comandante partigiano della Brigata Gramsci. Le ottave furono composte in seguito alla scarcerazione di Rodolfo Graziani, viceré d’Etiopia e “leone di Neghelli”, condannato a 19 anni di reclusione per crimini di guerra. La scarcerazione fu di poco successiva all’arresto, e la dimenticanza dev’essere stata generale, visto che oggi possiamo vantare nella spesa pubblica della regione Lazio, giunta Polverini, agosto 2012, la costruzione di un “sacrario” per celebrare le gesta di tanto illustre personaggio.
Quella della mutilazione dei prigionieri e dell'evirazione in particolare era uno spauracchio dei "grandi e potenti" combattenti italiani nelle loro guerre coloniali, fin dai tempi della guerra d'Abissinia di fine 800.
Certo, nella guerra d'Etiopia certe pratiche vendicative particolarmente efferate verso l'occupante non mancarono ma soprattutto da parte di formazioni di combattenti irregolari (i cosiddetti Arbegnuoc = patriota, partigiano) dopo la fine ufficiale della guerra, dopo il 1936.
Un mio conoscente, morto parecchi anni fa, che aveva combattuto in Etiopia, raccontava che dopo uno scontro restò fino a notte sotto i cadaveri dei compagni morti perchè tra i soldati si diceva che cadere prigionieri nelle mani degli etiopi significava essere evirati...
La storia che a Graziani avessero "tagliato i coglioni" fa sicuramente riferimento all'episodio dell'uccisione del... (continua)
... c’è poi che nel 1937 Graziani rimase piuttosto gravemente ferito nel corso di un attentato, durante una cerimonia ufficiale... Le schegge di una bomba rudimentale lo colpirono su tutta la parte destra del corpo... Quando guarì, si fece ritrarre con le braghe calate per dimostrare che le “virtù” erano ancora intatte...
Nel frattempo fece massacrare alcune migliaia di etiopi, compresi - chissà perchè, forse perchè labili indizi conducevano lì i mandanti dell’attentato - tutti i monaci, le suore e i giovani diaconi del monastero e seminario cristiano copto di Debrà Libanòs...
Stornelli registrati ad Annone (Terni) da Sandro Portelli e Mariella Eboli nel 1973. Informatori Amerigo Matteucci e Dante Bartolini. Le strofette sopra sono quelle eseguite nel Canzoniere del Lazio.
Reperito in questa pagina
La canzone, presente nell'album "La Valnerina Ternana" dei Dischi del Sole, racconta dei licenziamenti di massa avvenuti nel 1953 alle Acciaierie di Terni.
Nella memoria e nella canzone, tali eventi si intrecciano con la morte del giovane operaio Luigi Trastulli, ucciso dalla Polizia il 17 marzo 1949 nel corso di una manifestazione contro l'adesione dell'Italia alla Nato.
Canzone composta dall'esecutore (Dante Bartolini) in occasione dei primi settecento licenziamenti alle Acciaierie Terni nel 1952. Nel testo sono presenti alcuni riferimenti all'uccisione dell'operaio ternano Luigi Trastulli, avvenuta durante una manifestazione nel 1949, e sono ricordati i nomi della mondina Maria Margotti e di Giuditta Lovato, uccise dalla celere durante manifestazioni di piazza nel 1949.
(dalla scheda del canto sul sito del Circolo Gianni Bosio)
Canzone popolare umbra dalla provincia di Terni.
Dall’album “La Valnerina ternana”, Dischi del Sole, 1976. Poi anche in “L’Umbria cantata” (Squilibri, 2009)
Testo trovato qua e là, precisamente qui, qui e qui e aggiustato un po’ alla brutto Dio poi corretto da Nicola.
Probabilmente sono diversi, almeno due, i canti associati in questo testo, il primo, il più antico, è uno stornello che ha origine tra i pastori transumanti dell’appennino umbro, in seguito modificato dagli operai delle acciaierie di Terni; il secondo – corrispondente alle ultime cinque strofe – risale alla Resistenza partigiana e forse era una delle canzoni della Brigata Garibaldina “Antonio Gramsci”, che operò dal settembre del 1943 al giugno del 1944 tra la Valnerina, la zona di Cascia in Umbria, e quella di Leonessa e Poggio Bustone nel Lazio.
“…Fra le canzoni che mi cantarono Dante Bartolini e gli altri... (continua)
Canzone di Dante Bartolini, operaio alle acciaierie Terni e comandante nella brigata partigiana della Valnerina. Raccolta da Maria Pia Eboli e Sandro Portelli a Castel di Lago, Rieti, 1972.
Tandurri (questo il nome esatto) era un capitano della milizia fascista che collaborava con i nazisti nel rastrellamento dei renitenti alla leva. L'intervento dei partigiani riuscì ad evitare la deportazione di molti giovani ma qualche giorno dopo il paese fu bombardato dalle artiglierie tedesche e quasi completamente distrutto.
Canzone dei partigiani garibaldini della brigata “Antonio Gramsci” operante in Valnerina, Umbria, tra il 1943 e il 1944.
Comunemente attribuita a Dante Bartolini, militante comunista, comandante partigiano (fu vice-comandante del battaglione “Guglielmo Morbidoni” col nome di battaglia di “Tito”), poi operaio delle acciaierie di Terni, poeta e cantore nel gruppo de La Valnerina.
Ne “La Valnerina ternana”, raccolta di canti pubblicata da i Dischi del Sole nel 1976, a cura di Valentino Paparelli e Alessandro Portelli, ricerca ripubblicata nel 2011 in formato libro + cd dell’editore Squi[libri].
Nel marzo del 1944 i partigiani della “Antonio Gramsci” riuscirono a creare la prima zona libera d'Italia, nella zona compresa tra la Valnerina e il territorio di Cascia e Leonessa.