Su patriottu Sardu a sos feudatarios [Procurad' e moderare]
1. Procurade e moderare,
(continua)
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 5/4/2007 - 18:10
La versione poetica in italiano è di Sebastiano Satta (1867-1914)
INNO DEL PATRIOTA SARDO AI FEUDATARI
(continua)
(continua)
inviata da k.d. 5/4/2007 - 18:14
Versão portuguesa de José Colaço Barreiros.
Purtroppo le mie condizioni di salute mi hanno costretto al silenzio per molto tempo, avevo dei commenti da fare che ormai non è più l'occasione di rimettere in ballo. Adesso, dopo un lunghissimo ricovero, credo di essere già in grado di farmi di nuovo sentire, e per una felice combinazione, con la mia vecchia traduzione dell'inno di Mannu. Ho avuto la fortuna, anzi: il privilegio! di averlo sentito, non solo in disco ma pure al vivo, cantato dalla sempre rimpianta, l'insostituibile Maria Carta, che vorrei ricordare ora, in quanto al travolgimento che lei mi fece - e fa ancora - sentire, devo l'ulteriore spinta a tentarne la traduzione.
(José Colaço Barreiros)
Purtroppo le mie condizioni di salute mi hanno costretto al silenzio per molto tempo, avevo dei commenti da fare che ormai non è più l'occasione di rimettere in ballo. Adesso, dopo un lunghissimo ricovero, credo di essere già in grado di farmi di nuovo sentire, e per una felice combinazione, con la mia vecchia traduzione dell'inno di Mannu. Ho avuto la fortuna, anzi: il privilegio! di averlo sentito, non solo in disco ma pure al vivo, cantato dalla sempre rimpianta, l'insostituibile Maria Carta, che vorrei ricordare ora, in quanto al travolgimento che lei mi fece - e fa ancora - sentire, devo l'ulteriore spinta a tentarne la traduzione.
(José Colaço Barreiros)
FALA DO PATRIOTA SARDO AOS FEUDATÁRIOS
(continua)
(continua)
inviata da José Colaço Barreiros 13/4/2007 - 02:35
Obrigado, José, pela sua bela tradução portuguesa (mas não pode haver dúvidas sobre as traduções de José Colaço Barreiros!). Espero que a sua saúde esteja sempre a melhorar, são os nossos sinceros desejos. Comentários, traduções e também obras originais de qualquer tipo serão sempre agradecidas neste sítio que se honra da sua colaboração. [RV]
Riccardo Venturi 13/4/2007 - 11:51
Vivissimi complimenti per il sito, sono stato molto contento di aver trovato L'inno del patriota sardo ai feudatari tradotto (esso ha per ogni sardo un forte valore patriottico-affettivo). Volevo però segnalarVi che l'unica traduzione in lingua italiana perfettamente fedele alla lingua sarda(sono madrelingua sardo), è quella dei Tenores di Neoneli; per esempio, nella 32° strofa: "nos arziaiat sa oghe finzas unu camareri, plebeu o cavalieri si deppiad umiliare" (Scrivo in sedilese) si traduce come nel testo dei Tenores, e cioè: " ci alzava la voce anche un cameriere, plebeo o cavaliere si doveva umiliare".
Nuovamente complimenti e grazie per far conoscere anche a chi non ha confidenza con la lingua sarda un poco della cultura e del folckore della "mia" splendida isola.
Mario Sedda.
Nuovamente complimenti e grazie per far conoscere anche a chi non ha confidenza con la lingua sarda un poco della cultura e del folckore della "mia" splendida isola.
Mario Sedda.
Mario Sedda 4/8/2007 - 12:21
L'amico e collaboratore Donquijote82, non accorgendosi che il Procurad'e moderare era già presente nel sito (ma con il suo vero titolo), lo ha reinviato; siamo stati quindi costretti a cancellare il suo contributo. Però lo aveva corredato di alcune ulteriori notizie sugli interpreti (che inseriamo nell'introduzione) e di un interessante commento che ci dispiaceva tralasciare. Lo riproduciamo quindi qui per intero:
Appassionato inno contro la prepotenza feudale dei proprietari terrieri. Questo canto di protesta popolare è stato composto alla fine del 1700 da Francesco Ignazio Mannu, Cavaliere e Magistrato (nato a Ozieri il 18 maggio 1758 e morto a Cagliari nel 1839).
Questo Inno è stato scritto in seguito ai drammatici eventi vissuti dal popolo sardo dopo i fatti del 28 aprile 1794, giorno in cui iniziò la rivolta guidata da Giovanni Maria Angioj. Può essere annoverato tra i canti popolari... (continua)
Appassionato inno contro la prepotenza feudale dei proprietari terrieri. Questo canto di protesta popolare è stato composto alla fine del 1700 da Francesco Ignazio Mannu, Cavaliere e Magistrato (nato a Ozieri il 18 maggio 1758 e morto a Cagliari nel 1839).
Questo Inno è stato scritto in seguito ai drammatici eventi vissuti dal popolo sardo dopo i fatti del 28 aprile 1794, giorno in cui iniziò la rivolta guidata da Giovanni Maria Angioj. Può essere annoverato tra i canti popolari... (continua)
CCG/AWS Staff 12/1/2009 - 07:04
Dal sito della Fondazione Maria Carta.
Dall'album del 1976 "Vi canto una storia assai vera"
Dall'album del 1976 "Vi canto una storia assai vera"
SU PATRIOTU SARDU A SOS FEUDATARIOS
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 13/5/2011 - 23:00
In questo librosi dovrebbero trovare le seguenti traduzioni:
in inglese da John Warre Tyndale nel 1849,
in francese da A. Boullier nel 1864
in tedesco da B. Granzer e B. Schütze nel 1979 con il titolo Die Tyrannei.
in inglese da John Warre Tyndale nel 1849,
in francese da A. Boullier nel 1864
in tedesco da B. Granzer e B. Schütze nel 1979 con il titolo Die Tyrannei.
DoNQuijote82 9/10/2011 - 00:07
Abbi pazienza caro DonQuijote
la vecchiaia incombe e i miei neuroni si suicidano
la vecchiaia incombe e i miei neuroni si suicidano
adriana 11/10/2011 - 10:14
La versione inglese di John Warre Tyndale, da The Island of Sardinia, 3 voll., London, Richard Bentley, 1849.
English version by John Warre Tyndale, from "The Island of Sardinia", 3 voll., London, Richard Bentley, 1849
John Warre Tyndale
John Warre Tyndale
Pubblicata a Londra nel 1849, l'opera "The Island of Sardinia" ebbe subito un grande successo sia in Inghilterra che in Irlanda. Il Tyndale è un londinese laureato ad Oxford in discipline umanistiche e giuridiche, che quasi per caso - per un viaggio di convalescenza - giunge in Sardegna nella primavera del 1843, dove scopre un mondo per lui nuovo e completamente sconosciuto al quale si sentirà da subito legato, alla terra così come alla sua storia: già nella prefazione egli dichiara di essersi dedicato in primo luogo alla conoscenza delle opere fondamentali della cultura sarda, sia antiche (Arquer, Cetti, Gemelli) sia contemporanee (Della Marmora, Tola, Manno, Angius) per colmare un vuoto e liberare l'isola dalle "scorie della leggenda". Su... (continua)
John Warre Tyndale
John Warre Tyndale
Pubblicata a Londra nel 1849, l'opera "The Island of Sardinia" ebbe subito un grande successo sia in Inghilterra che in Irlanda. Il Tyndale è un londinese laureato ad Oxford in discipline umanistiche e giuridiche, che quasi per caso - per un viaggio di convalescenza - giunge in Sardegna nella primavera del 1843, dove scopre un mondo per lui nuovo e completamente sconosciuto al quale si sentirà da subito legato, alla terra così come alla sua storia: già nella prefazione egli dichiara di essersi dedicato in primo luogo alla conoscenza delle opere fondamentali della cultura sarda, sia antiche (Arquer, Cetti, Gemelli) sia contemporanee (Della Marmora, Tola, Manno, Angius) per colmare un vuoto e liberare l'isola dalle "scorie della leggenda". Su... (continua)
[THE SARDINIAN PATRIOTE'S HYMN TO THE FEUDATORIES]
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 13/10/2011 - 15:08
La version française d' Auguste Boullier, d'après Le dialecte et les chants populaires de la Sardaigne, 1864.
[HYMNE DES PATRIOTES SARDES AUX FEUDATAIRES]
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 13/10/2011 - 15:17
bisognerebbe mettere un po' d'ordine a questa pagina, eliminando le prima versione in inglese, integrando gli interpreti che ho aggiunto, magari spostando anche la nota su Ai Cuddos all'inizio
DonQuijote82 15/10/2011 - 15:46
Come a suo tempo suggerito da DQ82, la pagina è stata letteralmente rimodellata. Il titolo dell'inno è stato riportato alla sua dizione sarda corretta (Su patriottu Sardu a sos feudatarios), e la storica traduzione inglese di John Warre Tyndale è stata corretta dagli innumerevoli refusi (laddove è stato possibile farlo, per le condizioni orribili del testo digitalizzato). Aggiunta anche dell'iconografia. Le note invece sono state lasciate nell'ordine che avevano.
CCG/AWS Staff 23/4/2012 - 02:50
Ελληνική μετάφραση του Ρικάντου Βεντούρη (23 Απρίλη 2012 - 11 Ιούλιου 2012)
Una specie di follia. Mi sono messo in testa di tradurre il "Procurad'e moderare" sí in greco moderno, ma in quella specie di demotico settecentesco che proprio alla fine del XVIII secolo muoveva i primi, incerti passi. Sicuramente per rendere la cosiddetta "atmosfera dell'epoca", ma sicuramente anche per una sfida personale (inutile negarlo, perché sovente è una molla che muove chiunque). Il greco demotico di quell'epoca, del tutto bandito dall'uso ufficiale, era forzatamente un ibrido in cui convivevano forme autenticamente popolari e forme della lingua scritta, sostanzialmente conformi al greco classico. Un ibrido che dipendeva in gran parte dalla volontà e dalle conoscenze di chi lo scriveva. Aderendo a tutto ciò, mi sono sforzato di arcaizzare quanto più possibile le parti "colte", e di volgarizzare quanto più... (continua)
Una specie di follia. Mi sono messo in testa di tradurre il "Procurad'e moderare" sí in greco moderno, ma in quella specie di demotico settecentesco che proprio alla fine del XVIII secolo muoveva i primi, incerti passi. Sicuramente per rendere la cosiddetta "atmosfera dell'epoca", ma sicuramente anche per una sfida personale (inutile negarlo, perché sovente è una molla che muove chiunque). Il greco demotico di quell'epoca, del tutto bandito dall'uso ufficiale, era forzatamente un ibrido in cui convivevano forme autenticamente popolari e forme della lingua scritta, sostanzialmente conformi al greco classico. Un ibrido che dipendeva in gran parte dalla volontà e dalle conoscenze di chi lo scriveva. Aderendo a tutto ciò, mi sono sforzato di arcaizzare quanto più possibile le parti "colte", e di volgarizzare quanto più... (continua)
Ο ΣΑΡΔΟΣ ΠΑΤΡΙΩΤΗΣ ΕΙΣ ΤΟΥΣ ΦΕΟΥΔΑΡΧΟΥΣ
(continua)
(continua)
Quasi tre mesi mi ci sono voluti per la traduzione integrale in greco tardo-settecentesco del "Procurade moderare"; qualche verso al giorno per quello che si prefigura come uno dei "tour de force" più laboriosi e inutili di questo sito. Puro otium. Alla fine, tutto è compiuto; e chissà che [gpt] non voglia dargli un'occhiata per qualche miglioria (nei prossimi anni, se Manitù vorrà concedermelo, non mancherò neppure io di farlo). Ma, del resto, l'otium è attualmente una delle più efficaci strategie rivoluzionarie; non donare tutto il proprio tempo al padrone, e riservarselo invece per le cose più improbabili. In quest'ottica va considerata questa cosa.
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ 11/7/2012 - 11:08
Vedo che qui c'è una versione "condensata": non ti potevi accontentare di quella? No, il Riccardo sceglie le vie più ardue e interminabili, come Nikos Kazantzakis che, volendo aggiungere qualcosa all'Odissea, ne fece una continuazione di 33.333 versi. Certamente me la leggerò, trasferiti i testi sulla carta, perché temo che la settimana prossima dovrò starmene lunghissime ore nel letto, e non al computer.
Gian Piero Testa 11/7/2012 - 17:07
Condensazioni, io? Sia mai, odiavo già i riassuntini in seconda elementare! L'Οδύσσεια di Kazantzakis la dovrò leggere prima o poi, anche perché il cretese era un tale titanico e iperdemotico creatore di vocaboli (praticamente uno psycharista all'eccesso...) che quell'opera sembra scritta in un greco inventato, fantasmagorico. Lunghe ore nel letto? Che succede?....
Riccardo Venturi 11/7/2012 - 17:19
Versione dei Tazenda (strofe 1-2-4-7-33)
Procurade de moderare
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 5/12/2014 - 09:33
solo per segnalare che una versione di 10 strofe apre, come canzone più vecchia, la raccolta "Canzoni italiane di protesta - 1794-1974" a cura di Giuseppe Vettori, Newton Compton editore
gipi 28/4/2019 - 16:37
28/04/2018
Il Consiglio regionale nella seduta di questo pomeriggio ha approvato la proposta di legge che riconosce il componimento melodico tradizionale "Su patriota sardu a sos feudatarios", noto anche come "Procurade 'e moderare" di Francesco Ignazio Mannu quale inno ufficiale della Regione sarda. Tale riconoscimento viene inserito nella legge regionale con la quale è stata adottata la bandiera della Regione. In questo modo si intende sottolineare il carattere identitario che, nell'ambito dell'unità e indivisibilità della Repubblica italiana, entrambi i simboli costituiscono per quello che l'articolo 15 dello Statuto speciale definisce "popolo sardo". Nella votazione si sono astenuti i consiglieri dei gruppi Sardegna, Forza Italia e Riformatori sardi.
Consiglio regionale Sardegna
Il Consiglio regionale nella seduta di questo pomeriggio ha approvato la proposta di legge che riconosce il componimento melodico tradizionale "Su patriota sardu a sos feudatarios", noto anche come "Procurade 'e moderare" di Francesco Ignazio Mannu quale inno ufficiale della Regione sarda. Tale riconoscimento viene inserito nella legge regionale con la quale è stata adottata la bandiera della Regione. In questo modo si intende sottolineare il carattere identitario che, nell'ambito dell'unità e indivisibilità della Repubblica italiana, entrambi i simboli costituiscono per quello che l'articolo 15 dello Statuto speciale definisce "popolo sardo". Nella votazione si sono astenuti i consiglieri dei gruppi Sardegna, Forza Italia e Riformatori sardi.
Consiglio regionale Sardegna
Dq82 1/9/2019 - 10:58
Cantone de su crabarzu de sa Costa Ismeralda
[1981]
Dalla raccolta “Poesias in duas limbas – Poesie bilingui”, Scheiwiller, Milano (2° ed. 1993, 3° ed. 2006 per i tipi de Il Maestrale di Nuoro).
Come Cantone de s'òmine in su fossu, anche questa poesia non ha una musica, eppure sì, perchè è un "cantone", una ballata, e una ballata non può non avere musica. E poi è una ballata scritta da Frantziscu Màsala, uno dei più grandi poeti in lingua sarda con Grazia Deledda, Francesco Ignazio Mannu e Peppino Mereu.
"Sono nato in un villaggio di contadini e di pastori, fra Goceano e Logudoro, nella Sardegna settentrionale e, durante l'infanzia, ho sentito parlare e ho parlato solo in lingua sarda: in prima elementare, il maestro, un uomo severo sempre vestito di nero, ci proibì, a me e ai miei coetanei, di parlare nell'unica lingua che conoscevamo e ci obbligò a parlare in lingua italiana, la "lingua della Patria", ci disse. Fu così che,... (continua)
Dalla raccolta “Poesias in duas limbas – Poesie bilingui”, Scheiwiller, Milano (2° ed. 1993, 3° ed. 2006 per i tipi de Il Maestrale di Nuoro).
Come Cantone de s'òmine in su fossu, anche questa poesia non ha una musica, eppure sì, perchè è un "cantone", una ballata, e una ballata non può non avere musica. E poi è una ballata scritta da Frantziscu Màsala, uno dei più grandi poeti in lingua sarda con Grazia Deledda, Francesco Ignazio Mannu e Peppino Mereu.
"Sono nato in un villaggio di contadini e di pastori, fra Goceano e Logudoro, nella Sardegna settentrionale e, durante l'infanzia, ho sentito parlare e ho parlato solo in lingua sarda: in prima elementare, il maestro, un uomo severo sempre vestito di nero, ci proibì, a me e ai miei coetanei, di parlare nell'unica lingua che conoscevamo e ci obbligò a parlare in lingua italiana, la "lingua della Patria", ci disse. Fu così che,... (continua)
Fizu meu est bénnidu a su mundu
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 5/1/2012 - 21:14
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L'Innu de su patriottu Sardu a sos feudatarios fu stampato clandestinamente in Corsica e diffuso in Sardegna, e divenne il canto di guerra degli oppositori sardi, passando alla storia come la Marsigliese sarda. E' composto da 376 ottonari fortemente ritmati, in lingua sarda logudorese, e ricalca contenutisticamente gli schemi della letteratura civile illuministica. L' incipit è costituito da un perentorio attacco alla prepotenza dei feudatari, principali responsabili del degrado dell'isola: Procurad'e moderare, Barones, sa tirannia… (Cercate di moderare, o Baroni, la vostra tirannia…). Il canto si conclude con un vigoroso grido d'incitamento alla rivolta, suggellato da un detto popolare di lapidaria efficacia: Cando si tenet su bentu est preziosu bentulare ("quando si leva il vento, è d'uopo trebbiare").
(Da questa pagina)
Come ci informa DonQuijote82, il canto è stato interpretato,... (continua)