Poesia di Andrea Zanzotto
Da "Idioma" (1986)
Musica di Richard Karpen - da Il Nome (1987), soprano: Judith Bettina
Maria Fresu aveva 24 anni ed era di Montespertoli, nel Chianti fiorentino. Assieme alla figlia Angela, di 3 anni, la mattina del 2 agosto 1980, alle ore 10,25, si trovava alla stazione di Bologna.
Maria Fresu fu l'unica vittima della strage fascista (appellativo che voleva essere cancellato dal "presidente della repubblica" Cossiga) il cui corpo non fu mai ritrovato; inizialmente si dubitò addirittura che non fosse tra le vittime. Invece si trovava, assieme alla figlia, talmente vicino al punto dello scoppio della bomba, che il suo corpo fu totalmente disintegrato. Non ne rimase niente; soltanto il nome. Nomina nuda tenemus.
Andrea Zanzotto scrisse, anni dopo, una poesia sul nome di Maria Fresu che volle rovesciare ogni cosa. Una poesia che sembra invece dirci che il... (continua)
Già.
Era molto più probabile che fosse la centrale termica.
Infatti, notoriamente, nelle stazioni le centrali termiche si trovano nelle sale d'aspetto.
Non lo vedete anche voi, oggi, nelle sale d'aspetto privatizzate delle stazioni privatizzate che chiudono alle ore 21 privatizzate per motivi di sicurezza privatizzata?
Un profluvio di centrali termiche. Un delirio di centrali termiche. Anzi, tutta la sala d'aspetto è una centrale termica.
Lo dice(va) il Resto del Carlino di Bologna nella sua "edizione straordinaria" del 2 agosto 1980. "Può essere una bomba, ma sembra più probabile l'ipotesi dello scoppio della centrale termica".
Secondo me, un giorno o l'altro andrà proprio così. La bomba non c'è stata. Sulla lapide in sala d'aspetto scriveranno: 2 Agosto 1980, vittime della centrale termica.
A proposito: il Resto del Carlino di Bologna... (continua)
A me invece la tua, caro Martino su Marte, sembra soltanto la solita aria fritta, grattata la quale (ed è una patina assai superficiale) esce fuori il fascista. Quindi, poiché sono abituata alla cosa, non ti mando nemmeno in culo perché con gente come te non si sprecano nemmeno gli insulti. E per liberarsi dal puzzo di aria fritta, in fondo, basta aprire un po' la finestra.
Gatta Pampalea per fortuna di gente come te ce n'è poca al mondo. (Stefania Io)
Il problema mi sembra invece che di "Stefanie Io", al mondo, ce ne siano fin troppe. Ah, peraltro ti faccio presente che la cosa di questa pagina è dedicata a una vittima di una strage fascista il cui anniversario ricorre proprio oggi, 2 agosto. E cosa ti fa la "Stefania Io"? Pensa alla Gatta Pampalea. Ma tornatene a mandare messaggini su Twitter, vai.(Gatta Pampalea)
Da "Idioma" (1986)
Musica di Richard Karpen - da Il Nome (1987), soprano: Judith Bettina
Maria Fresu aveva 24 anni ed era di Montespertoli, nel Chianti fiorentino. Assieme alla figlia Angela, di 3 anni, la mattina del 2 agosto 1980, alle ore 10,25, si trovava alla stazione di Bologna.
Maria Fresu fu l'unica vittima della strage fascista (appellativo che voleva essere cancellato dal "presidente della repubblica" Cossiga) il cui corpo non fu mai ritrovato; inizialmente si dubitò addirittura che non fosse tra le vittime. Invece si trovava, assieme alla figlia, talmente vicino al punto dello scoppio della bomba, che il suo corpo fu totalmente disintegrato. Non ne rimase niente; soltanto il nome. Nomina nuda tenemus.
Andrea Zanzotto scrisse, anni dopo, una poesia sul nome di Maria Fresu che volle rovesciare ogni cosa. Una poesia che sembra invece dirci che il... (continua)