Larry Beckett dice che questa non fu una canzone composta specificatamente contro la guerra nel Vietnam (come qualcuno scrisse) ma contro TUTTE le guerre, che hanno sempre una sorgente e finchè non si blocca quella, non finiranno mai, è inutile semplicemente protestare o essere contenti quando ne finisce una...
Ricordo che anche Stefano Giaccone l'ha registrata originariamente nel 2000 sul CD "Useless And A Private Joy" edito dall'etichetta anarchica Stella Nera (oltre a "Once I Was") ed è poi apparsa nel 2003 sulla raccolta "s/cartoline" sempre per Stella Nera.
Ciao Flavio, in realtà "No Man Can Find The War" è un cavallo di battaglia di Giaccone & Soci, che l'hanno sempre eseguita fin dagli anni 80. A quanto mi risulta la incisero tra fine anni 80 e inizio dei 90 già in un paio di formazioni successive alla conclusione dell'esperienza dei Franti. Si chiamavano Environs e poi Orsi Lucille, e c'erano sempre Lalli e Stefano, con Claudio Villiot, Vanni Picciuolo e altri.
a integrazione dell'intervento di B.B.
la versione degli Enviros era un 45 giri del 1988
quelle di Orsi Lucille due diverse cassette del 1991 e poi un LP del 1992
La canzone che apre l’album intitolato semplicemente “Fred Neil”, poi riedito nel 1969 con il titolo della canzone più nota di quel lavoro, “Everybody's Talkin'”, nel frattempo diventata una hit nell’interpretazione offerta da Harry Nilsson per la colonna sonora del film di John Schlesinger “Midnight Cowboy” (“Un uomo da marciapiede”). Tim Buckley riprese “The Dolphins” nel suo album del 1973 intitolato “Sefronia”.
This old world may never change the way it's been (continua)
[1967]
Parole di Larry Beckett (1947-), poeta e cantautore.
Musica di Tim Buckley
La canzone che dà il titolo al secondo, bellissimo album del grande cantante e musicista statunitense
Addio al vecchio, alla genta antica chiusa nelle torri del potere piene di crepe, addio ai drogati di velocità che non sanno viaggiare, addio al re e alla regina chiusi nel loro castello a contare il tesoro, addio ai generali che giocano a stare in equilibrio sulle tombe dei nostri figli e agli imperatori buffoni che raccontano che la guerra è pace, addio a questi assassini, addio agli uomini ed alle donne che non sanno amare, addio alla gente antica che sta agonizzando, addio alle loro maschere di morte, ai loro quotidiani compromessi, ai loro castelli di sabbia, addio…
E saluto i nuovi bambini, coloro che vivranno perché il vecchio sta morendo…
E con un gesto dico addio all’America, e con un... (continua)
The antique people are down in the dungeons (continua)
Per Bernart: ti eri dimenticato una strofa (quella che comincia con "O the new children buy"). Ho tentato io una traduzione ma non sono molto sicuro. Dacci un'occhiata...
Grazie Lorenzo, me la sono proprio volata...
"Without a dime to which they belong" forse l'avrei tradotta liberamente come "Senza avere nemmeno un centesimo in tasca" ma, a pensarci bene, forse il concetto espresso da Buckley era più forte, cioè che i nuovi bambini non hanno nulla a che fare col denaro, non appartengono nemmeno a quel centesimo che possono avere in tasca...
Quindi la tua traduzione dovrebbe andare bene...
I punti in cui io ho avuto più difficoltà sono:
- "You the strange", che infatti ho tradotto ogni volta diversamente...
- "They run from the cops of the skeleton past";
- "In that hollowest house of the opulent blind";
- "And so glad to extend Handfuls of dawn To kaleidoscope men Come from beyond The Great Wall of Skin";
- "And in secret divorce they will never survive".
Se le acque del Wolf River non l'avessero portato via undici anni fa, Jeff Buckley sarebbe stato probabilmente una delle voci più importanti della musica rock moderna. Ma forse il figlio del grande Tim Buckley lo è stato lo stesso, grazie al suo unico album, Grace, un autentico capolavoro con cui mostrava di saper passare con disinvoltura da Nina Simone a Leonard Cohen passando per i Led Zeppelin e i Nirvana.
Una canzone su tutte questa splendida "Eternal Life", che avrò ascoltato centinaia di volte senza mai accorgermi di cosa parlava... Per presentarla non c'è miglior modo che lasciar spazio alle parole di Jeff che cita, non a caso, Masters Of War:
This is a song about...its an angry song. Life's too short and too complicated for people behind desks and people behind masks to be ruining other people's lives, initiating force against other people's lives, on the... (continua)
album: "Goodbye and Hello"
Parole di Larry Beckett (1947-), poeta e cantautore.
Musica di Tim Buckley