(2017)
Album: Ison
Scritta da Sevdaliza con Mucky, produttore olandese
Una riflessione su cosa vuol dire essere umani e sull'uso voyeuristico e consumista del corpo femminile.
Il video fa probabilmente riferimento alla creatura mitologica del folklore islamico Aisha Kandisha, rappresentata come una donna bellissima ma con zampe di cammello o di capra al posto dei piedi e delle gambe.
La cantante, protagonista, danza da sola accerchiata da uomini che la guardano consumandola con gli occhi. All'inizio gli sguardi degli uomini sono freddi e arroganti, poi sempre più coinvolti e alla fine del ballo alcuni di loro iniziano ad avere paura.
A differenza loro, la donna è sempre sicura di sé dall'inizio alla fine. Sta cercando di convincerli di essere umana, è nuda e trattata come inferiore ma c'è dignità nei suoi gesti, e per qualche minuto è lei a controllarli, capovolgendo i rapporti di... (continua)
Le autorità iraniane hanno arrestato una studentessa che, in segno di protesta, si era spogliata, rimanendo in biancheria, di fronte alla sua università. La donna, che non è stata identificata, era stata molestata all'interno dell'università islamica Azad da membri della forza paramilitare Basij che le avevano strappato il velo e i vestiti, secondo quanto riportato da siti e account di social media.
Sui social è stato anche pubblicato il video della giovane che, in slip e reggiseno, cammina tra gli altri studenti di fronte l'ateneo. Sui social è stato pubblicato anche il video in cui si vedono uomini in abiti borghesi che si avvicinano e la trascinano in un'auto. Secondo alcuni siti la giovane sarebbe stata percossa durante l'arresto.
A woman without freedom is like a flower without soil. For all women who gave their life so that we could hope of freedom, I salute you.
Sevdaliza
Una donna senza libertà è come un fiore senza terreno. Per tutte le donne che hanno dato la loro vita affinché noi possiamo sperare nella libertà, vi rendo omaggio.
Sevdaliza
I wrote a song for oppressed women around the world.
I stand proud as an Iranian woman and I am supporting the fight of my sisters who shed their blood, hair, hearts and brains to give us all the hope, that one day, we will be free.
At a young age I became aware of the systematic means of forcing women into obedience through violence and intimidation.
To persuade women that their minds, bodies, and freedom do not belong to them.
Our humanity demands we stand up against the oppression of women. Now. And forever.
Sei bianca come quel muro, sarà che a forza di guardarlo, ha mangiato i tuoi respiri.
Siamo nascoste in un punto cieco qui, le tue urla sono come il silenzio, fai a pugni con la porta e calpesti le tue stesse lacrime. “AZADI! AZADI!”
Ti canto Bella ciao, e tu ti metti a piangere, altre volte mi batti le mani.
Vorrei dirti di più, ma che ti dico?
Ho paura, anche io.
“Fatimah, Athena, Mohammed”.
Continui a gridare i nomi dei tuoi figli, avranno sentito il tuo eco o l’amore non viaggia attraverso le sbarre?
Aprono quella porta perché fai troppo rumore, ma siamo carne senza vita noi, e ci schiacciano come foglie secche, ascolta, loro non hanno cuore.
Ti butti a terra con la testa tra le mani, premi con le dita contro le tue tempie, vuoi strappare i tuoi pensieri, farli uscire dalle tue orecchie, sono sabbie mobili, lo so bene.
Domani è un giorno nuovo, magari saremo libere, anche se... (continua)
Ieri sono stato alla presentazione del libro Azadi! di Alessia Piperno che racconta la sua esperienza nei 45 giorni passati nelle carceri iraniane. Condividiamo un appello per la liberazione di Louis Arnaud, francese, ancora rinchiuso in un carcere speciale in Iran a più di un anno dal suo arresto.
This song was written as a reaction to President Donald Trump’s temporary ban on refugees from several Muslim-majority countries entering the United States.
This marks the first song written and released by Sevdaliza in Farsi, her native language. According to an interview with Billboard, it only took her and Mucky, the producer, about 48 hours to create the song.
It was released on bandcamp.com and all donations will be immediately transferred towards funds that support victims of racial exclusion.
“Oh My God” is Dutch-Iranian, singer-songwriter Sevdaliza’s first release of 2020. Based on the announcement and explanation of the song that Sevdaliza shared to her Twitter, the song alludes to and reflects on the concurring tensions between the United States and Iran.
This song isn’t the first time that Sevdaliza has used music as a way to convey her message and opinions on cultural tensions between the United States and the Middle Eastern world— releasing the Persian-language single “Bebin” in 2017, as a response to President Donald Trump’s Muslim-directed travel ban, which included Iran among other countries.
Sevdaliza was born in Tehran, Iran and soon after relocated to the Netherlands where she grew up. However, her Iranian past and culture have still held a prominent presence in her music sonically and lyrically. Genius
Album: Ison
Scritta da Sevdaliza con Mucky, produttore olandese
Una riflessione su cosa vuol dire essere umani e sull'uso voyeuristico e consumista del corpo femminile.
Il video fa probabilmente riferimento alla creatura mitologica del folklore islamico Aisha Kandisha, rappresentata come una donna bellissima ma con zampe di cammello o di capra al posto dei piedi e delle gambe.
La cantante, protagonista, danza da sola accerchiata da uomini che la guardano consumandola con gli occhi. All'inizio gli sguardi degli uomini sono freddi e arroganti, poi sempre più coinvolti e alla fine del ballo alcuni di loro iniziano ad avere paura.
A differenza loro, la donna è sempre sicura di sé dall'inizio alla fine. Sta cercando di convincerli di essere umana, è nuda e trattata come inferiore ma c'è dignità nei suoi gesti, e per qualche minuto è lei a controllarli, capovolgendo i rapporti di... (continua)