Macché presente, questa volta donna Assunta è proprio assente.
Per gli eroici giornalisti di Repubblica: un funerale nostalgico è un funerale dove suonano 'Sapore di sale' e altri successi degli anni '60. Per definire questo tipo di funerale esiste nella lingua italiana un aggettivo preciso: "fascista".
La spettacolarizzazione del democratismo rappresentativo ha di questi effetti.
Nello stato che occupa la penisola italiana la politica rappresentativa costituisce un ambiente infrequentabile per chiunque abbia un minimo di rispetto di sé, ed è spesso l'ovvia destinazione di un'umanità che ha in essa la propria unica àncora di salvezza. Tutto sommato si tratta di una percentuale relativamente bassa della popolazione, al punto che, come nel caso di Susanna Ceccardi, le segreterie di partito apprezzerebbero molto che fosse dotata del dono della bilocazione per poter concorrere a qualsiasi carica elettiva.
Meglio detto, sono pochi quelli cui riesce il colpo. Per ogni cattolica convinta come la signorina Ceccardi, che si atteggia a integralista pur dando scandalo con la propria condotta di convivente more uxorio, esiste un numero di almeno due grandezze superiore di trentacinquenni invecchiate... (continua)
VICENZA SI SOLLEVA...ANCHE PER IL POPOLO CURDO
(Gianni Sartori)
Anche se sostanzialmente fu una sconfitta, la lotta del popolo vicentino contro la realizzazione dell'ennesima base statunitense, il movimento “NO Dal Molin”, non è stato invano.
Oltre a un degno passaggio di testimone con le lotte degli anni sessanta (vedi 19 aprile 1968 a Valdagno) e degli anni settanta (vedi la “breve estate” dell'Autonomia che ha incendiato le praterie dell'Alto Vicentino) ha rappresentato la prosecuzione, con altri mezzi, di quella Resistenza antifascista per cui la “Città del Palladio” è stata insignita di medaglia d'oro. L'altra medaglia, la prima, era per l'insurrezione del 1848.
Nelle manifestazioni contro il Dal Molin (legittimo definirle “oceaniche”, talvolta) si riversarono le energie e le esperienze sia dei soggetti e dei collettivi legati ai centri sociali (Ya Basta!), sia di alcune formazioni... (continua)
Comunicazione di servizio.
Il 21 febbraio 2016 ha salutato Ida Magli, un’altra di quelle figure che la marmaglia delle gazzette cerca di rendere presentabili definendole “voci fuori dal coro”.
Nel corso degli ultimi trent’anni, grazie proprio a mezzibusti ben nutriti, politici ben nutriti e buoni a nulla ben nutriti ma con accesso illimitato a microfoni e tastiere si è andato formando un "coro di voci fuori dal coro" coperto di considerazione e qualche volta anche di denaro, cui è stato delegato il preciso compito di insegnare a tutti come la dovevano pensare, pena -come minimo- l’accusa di coltivare nostalgie inconfessabili. Magdi Apostata Pluricondannato Allam, Oriana Fallaci, Gianpaolo Pansa ed altri.
Una specie di “soft power” che ha perso oggi uno dei suoi elementi meno rilevanti.
Io non sto con Oriana 21/2/2016 - 18:56
Direttamente dal gay pride di Firenze una proposta assolutamente condivisibile