Tu m’hai promesse quatte muccadora [Canto delle lavandaie del Vomero]
anonimo
Il canto delle lavandaie del Vomero
In realtà, si tratta di un canto molto più antico: il Canto delle lavandaie del Vomero è uno dei primi documenti della lingua napoletana, e le sue origini si perdono nella Napoli medievale e sveva. Con il suo rigore filologico, sfociato nella Nuova Compagnia di Canto Popolare, Roberto De Simone stabilì che le origini del canto devono essere fatte risalire al XII o XIII secolo; e si trattava di un “contrasto” che le lavandaie napoletane intonavano per darsi il ritmo nel duro lavoro quotidiano al Vomero, allora una collina rurale non considerata nemmeno nella cerchia cittadina napoletana vera e propria. Dalla NCCP può ascoltarsi qui il canto originale in tutta la sua bellezza. Quale che sia il periodo della sua origine, esiste comunque una testimonianza di eccezione: il canto fu udito infatti da Giovanni Boccaccio, che passò a Napoli tutta l'adolescenza... (continua)
In realtà, si tratta di un canto molto più antico: il Canto delle lavandaie del Vomero è uno dei primi documenti della lingua napoletana, e le sue origini si perdono nella Napoli medievale e sveva. Con il suo rigore filologico, sfociato nella Nuova Compagnia di Canto Popolare, Roberto De Simone stabilì che le origini del canto devono essere fatte risalire al XII o XIII secolo; e si trattava di un “contrasto” che le lavandaie napoletane intonavano per darsi il ritmo nel duro lavoro quotidiano al Vomero, allora una collina rurale non considerata nemmeno nella cerchia cittadina napoletana vera e propria. Dalla NCCP può ascoltarsi qui il canto originale in tutta la sua bellezza. Quale che sia il periodo della sua origine, esiste comunque una testimonianza di eccezione: il canto fu udito infatti da Giovanni Boccaccio, che passò a Napoli tutta l'adolescenza... (continua)
Tu m’aje prummise quatte muccatora
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/8/2014 - 11:38
Sotto il velo del cielo
[1998]
Nel disco intitolato “Pesce d' 'o Mare”.
Nel disco intitolato “Pesce d' 'o Mare”.
La terra gira da una parte e poi dall'altra,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 14:13
Tzigari
[1996]
Nel disco intitolato “Incanto acustico”
Nel disco intitolato “Incanto acustico”
Tzigari,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 14:06
Percorsi:
I Rom, il razzismo, il Porrajmos
Gli occhi di Salgado
[2001]
Nel disco intitolato “La voce del grano”.
Parole di Pasquale Ziccardi
Musica di Corrado Sfogli, Michele Signore e Pasquale Ziccardi.
Nel disco intitolato “La voce del grano”.
Parole di Pasquale Ziccardi
Musica di Corrado Sfogli, Michele Signore e Pasquale Ziccardi.
Senza parla',
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 12:08
Percorsi:
Violenza sull'infanzia
Terra bruciata
[1992]
Scritta da Carlo Faiello (Napoli, 10 ottobre 1958), cantautore e compositore italiano, membro della N.C.C.P. negli anni 90.
Nel disco intitolato “Medina”.
Terra bruciata, “terra dei fuochi”…
Scritta da Carlo Faiello (Napoli, 10 ottobre 1958), cantautore e compositore italiano, membro della N.C.C.P. negli anni 90.
Nel disco intitolato “Medina”.
Terra bruciata, “terra dei fuochi”…
Terra bruciata mille culure cunzumate
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 11:47
Percorsi:
Guerra alla Terra, Mafia e mafie
Terra
[1998]
Album: "Pesce d''o mare"
Album: "Pesce d''o mare"
Addò sta 'sta terra mia?
(continua)
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 17/11/2008 - 17:18
Simmo 'e Napule, paisà
[1944]
Testo di Peppino Fiorelli
Musica di Nicola Valente
Era il 1944, la guerra si era allontanata e Napoli si ritrovò sommersa dalle macerie e occupata da inglesi e americani. La polvere di piselli non domava la fame, la spruzzata di DDT non allontanava le malattie. Perdizione e "signorine",le donne in vendita per procurare una medicina ai genitori e un tozzo di pane ai figli. Tanti languivano,qualcuno si arricchì con il mercato nero, e lo dissero "pescecane".
Una canzone di Peppino Fiorelli, "Simme e'Napule,paisà'", si levò a esprimere la speranza. L'aveva musicata Nicola Valente sul ritmo di tarantella. Più di un libro dotto, più di un'invettiva politica, la canzone divise i napoletani, e non solo loro. I cultori (molti avevano goduto del colpo di spugna sul ventennio fascista) dissero che era un giusto appello alla rinascita. Chi aveva combatuto il regime disse che invece si trattava... (continua)
Testo di Peppino Fiorelli
Musica di Nicola Valente
Era il 1944, la guerra si era allontanata e Napoli si ritrovò sommersa dalle macerie e occupata da inglesi e americani. La polvere di piselli non domava la fame, la spruzzata di DDT non allontanava le malattie. Perdizione e "signorine",le donne in vendita per procurare una medicina ai genitori e un tozzo di pane ai figli. Tanti languivano,qualcuno si arricchì con il mercato nero, e lo dissero "pescecane".
Una canzone di Peppino Fiorelli, "Simme e'Napule,paisà'", si levò a esprimere la speranza. L'aveva musicata Nicola Valente sul ritmo di tarantella. Più di un libro dotto, più di un'invettiva politica, la canzone divise i napoletani, e non solo loro. I cultori (molti avevano goduto del colpo di spugna sul ventennio fascista) dissero che era un giusto appello alla rinascita. Chi aveva combatuto il regime disse che invece si trattava... (continua)
Tarantella, facennoce 'e cunte,
(continua)
(continua)
inviata da Willy 11/2/2007 - 21:20
'O cunto 'e Masaniello
anonimo
Interpretazione della Nuova Compagnia di Canto Popolare nell'album Li Sarracini adorano lu sole [EMI, 1974]
Un canto di poco posteriore alla figura storica di Masaniello, forse risalente ai primi anni del XVIII secolo quando già la sua figura si era trasformata in leggenda e mito. La NCCP lo propose nel suo storico album del 1974, "Li Sarracini adorano lu sole", dove pure è presente il Canto dei sanfedisti.
LA RIVOLUZIONE DI MASANIELLO
di Umberto De Fabio
Il 29 Giugno 1620 in Vico Rotto al Mercato, a Napoli, nasce Tommaso Aniello d'Amalfi (detto Masaniello) da Francesco d'Amalfi e Antonia Gargani. Va subito chiarito un fatto: d'Amalfi indica il cognome e non il luogo di provenienza. Poche, confuse ed a volte discordanti sono le descrizioni dell'aspetto fisico di Masaniello. Comunque molto probabilmente era basso di statura, bruno di carnagione, capelli castani con un piccolo codino dietro... (continua)
Un canto di poco posteriore alla figura storica di Masaniello, forse risalente ai primi anni del XVIII secolo quando già la sua figura si era trasformata in leggenda e mito. La NCCP lo propose nel suo storico album del 1974, "Li Sarracini adorano lu sole", dove pure è presente il Canto dei sanfedisti.
LA RIVOLUZIONE DI MASANIELLO
di Umberto De Fabio
Il 29 Giugno 1620 in Vico Rotto al Mercato, a Napoli, nasce Tommaso Aniello d'Amalfi (detto Masaniello) da Francesco d'Amalfi e Antonia Gargani. Va subito chiarito un fatto: d'Amalfi indica il cognome e non il luogo di provenienza. Poche, confuse ed a volte discordanti sono le descrizioni dell'aspetto fisico di Masaniello. Comunque molto probabilmente era basso di statura, bruno di carnagione, capelli castani con un piccolo codino dietro... (continua)
A lu tiempo de la malora
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 2/9/2006 - 00:06
Canto dei sanfedisti
anonimo
Ricordiamo che il canto, ospitato anche da siti come Il Deposito e La musica dell'altra Italia, è stato reso famoso dalle interpretazioni della Nuova Compagnia di Canto Popolare (NCCP) e di Peppe Barra. Nell'interpretazione di quest'ultimo artista è disponibile in libero scaricamento MP3 da questa pagina. Cosa che consigliamo di fare, perché, discussioni storico-politiche a parte, il canto è splendido. Scaricabile anche nella versione degli Aranea dal Sito della pizzica.
Ricordiamo anche il modo graffiante con cui Peppe Barra ebbe a introdurre la sua interpretazione (sottolineata dalla grande prestazione di Lino Cannavacciuolo al violino): "Sempre di grande attualità questo canto, specialmente col ritorno in Italia dei Savoia..."
"Si, in effetti il “Canto dei Sanfedisti” è un canto di lotta, ci riporta indietro nel tempo, nel periodo dei Giacobini. Naturalmente questa è una storia che... (continua)
Ricordiamo anche il modo graffiante con cui Peppe Barra ebbe a introdurre la sua interpretazione (sottolineata dalla grande prestazione di Lino Cannavacciuolo al violino): "Sempre di grande attualità questo canto, specialmente col ritorno in Italia dei Savoia..."
"Si, in effetti il “Canto dei Sanfedisti” è un canto di lotta, ci riporta indietro nel tempo, nel periodo dei Giacobini. Naturalmente questa è una storia che... (continua)
A lu suono de grancascia
(continua)
(continua)
inviata da Alfide 31/8/2006 - 22:27
Si vide all'animale
(1947)
Dall'opera "I dieci comandamenti"
Apre l'intera opera, che è possibile leggere in versione integrale su internet.
Interpretata, oltre che dallo stesso Viviani, da Nino Taranto, dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare (nel disco "11 mesi e 29 giorni" del 1977) e da Daniele Sepe (in Jurnateri [2001]).
Scritto in collaborazione con il figlio Vittorio tra il 1944 e il 1947, I dieci comandamenti è uno degli ultimi lavori di Raffaele Viviani. Ormai gravemente malato, l'autore immagina uno spettacolo che sia, in qualche modo, summa della sua ricchissima esperienza teatrale e affresco della società che va emergendo dalla Napoli del secondo dopoguerra. Ancora una volta il primo riferimento di Viviani è il "varietà" che, per spregiudicatezza e verve umoristica, ritiene si presti meglio di ogni altra forma teatrale a raccontare la vita della sua "gente".
Pulcinella introduce i... (continua)
Dall'opera "I dieci comandamenti"
Apre l'intera opera, che è possibile leggere in versione integrale su internet.
Interpretata, oltre che dallo stesso Viviani, da Nino Taranto, dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare (nel disco "11 mesi e 29 giorni" del 1977) e da Daniele Sepe (in Jurnateri [2001]).
Scritto in collaborazione con il figlio Vittorio tra il 1944 e il 1947, I dieci comandamenti è uno degli ultimi lavori di Raffaele Viviani. Ormai gravemente malato, l'autore immagina uno spettacolo che sia, in qualche modo, summa della sua ricchissima esperienza teatrale e affresco della società che va emergendo dalla Napoli del secondo dopoguerra. Ancora una volta il primo riferimento di Viviani è il "varietà" che, per spregiudicatezza e verve umoristica, ritiene si presti meglio di ogni altra forma teatrale a raccontare la vita della sua "gente".
Pulcinella introduce i... (continua)
(entra Pulcinella, prima che si alzi il sipario, e canta)
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 24/7/2005 - 15:08
Tammurriata nera
[1945]
Testo di Edoardo Nicolardi
Musica di E.A. Mario
Neapolitan Lyrics by Edoardo Nicolardi
Music by E. A. Mario
Nel 1945 Edoardo Nicolardi è dirigente amministrativo di un ospedale di Napoli. Nel reparto maternità succede un fatto "strano": a una ragazza napoletana nasce un bambino dalla pelle nera. Qualcuno cerca delle scuse: forse c'è qualcosa che la scienza non sa spiegare? La realtà è invece chiara. L'anno prima erano entrati a Napoli i soldati americani e fra loro molti uomini di colore: da allora i casi di bambini nati con la pelle nera erano diventati frequenti. Edoardo Nicolardi (che ha già scritto i testi di canzoni napoletane di un certo successo, fra cui la celebre Voce 'e notte del 1904) va a casa e scrive il testo di Tammurriata nera. Il suo consuocero E.A. Mario, celeberrimo musicista (autore fra l'altro della Leggenda del Piave, il più famoso canto storico della... (continua)
Testo di Edoardo Nicolardi
Musica di E.A. Mario
Neapolitan Lyrics by Edoardo Nicolardi
Music by E. A. Mario
Nel 1945 Edoardo Nicolardi è dirigente amministrativo di un ospedale di Napoli. Nel reparto maternità succede un fatto "strano": a una ragazza napoletana nasce un bambino dalla pelle nera. Qualcuno cerca delle scuse: forse c'è qualcosa che la scienza non sa spiegare? La realtà è invece chiara. L'anno prima erano entrati a Napoli i soldati americani e fra loro molti uomini di colore: da allora i casi di bambini nati con la pelle nera erano diventati frequenti. Edoardo Nicolardi (che ha già scritto i testi di canzoni napoletane di un certo successo, fra cui la celebre Voce 'e notte del 1904) va a casa e scrive il testo di Tammurriata nera. Il suo consuocero E.A. Mario, celeberrimo musicista (autore fra l'altro della Leggenda del Piave, il più famoso canto storico della... (continua)
Io nun capisco 'e vvote che succere
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/11/2004 - 01:42
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Di anonimo autore napoletano.
Incisa dalla NCCP nell'album "11 mesi e 29 giorni" (1977)
"Evviva l'Unità d'Itaglia!" (Italiella, Italià...)
"Italiella è una antica canzone napoletana, riproposta dalla Nuova Compagnia di canto Popolare, che il popolo napoletano riservò ai Savoia del nord quando unificarono l'Italia. Era uno sberleffo ai nuovi dominatori, ai loro degradati e degradanti costumi politici e morali... La ripropongo in questo filmato perché penso che sia molto attuale nell'epoca di Berlusconi, anzi, i costumi dei nuovi padroni settentrionali, in fatto di degrado politico e morale, non hanno proprio precedenti...." (introduzione del filmato su YouTube) (The Lone Ranger)
"Nel carnevale del 1868 uscì per le strade di Napoli un particolare carro detto 'de la sfrantumazione'. Su tale carro era visibile una Colombina con gonna tricolore circondata da una turba di Pulcinella... (continua)