Beryozkele
Il testo di questa poesia yiddish viene comunemente attribuito a David Einhorn (1886–1973), oscuro poeta di fede ebraica, probabilmente originario di qualche luogo dello sconfinato impero russo.
La traslitterazione in caratteri latini potrebbe essere corretta perchè una delle fonti consultate (il libretto dello spettacolo “Jewish Cabaret in Exile” della New Budapest Orpheum Society) ne riporta come autori Menachem Kipnis (in un volume intitolato “Folkslider” edito a Varsavia) e Jaldati Lin ed Eberhard Robling nel loro volume “Es brennt Brüder, es brennt: Jiddische Lieder” edito a Berlino nel 1985. (Si veda qui.)
Per quanto riguarda l’originale in caratteri ebraici, rimando - per esempio - a “Jewish Music and Modernity” di Philip Bohlman, consultabile su Google Books
Per quanto riguarda la musica, questa fu scritta dal grande compositore ebreo austriaco Viktor Ullmann. La compose... (continua)
Nota. E' la medesima traduzione che era stata ripresa da “Jewish Cabaret in Exile” della New Budapest Orpheum Society, ma con la seconda strofa mancante. [RV]
Due parole del traduttore. Integrata con la strofa mancante (la seconda) della canzone originale. La traduzione è stata fatta il più possibile alla lettera, stavolta non rinunciando neppure a qualche diminutivo (lo yiddish, come è noto, è tra le lingue che più al mondo esprime l'affettività per mezzo di diminutivi spesso impossibili da rendere in altre lingue). In un unico caso, il "raggio rosso" dell'originale è stato reso con "raggio di sole".
Caro BB, il più lo hai fatto tu fornendo il link a Jewish Music and Modernity di Ph. Bohlman, col testo originale in caratteri ebraici che, stavolta, mi sono limitato a ricopiare. Che cosa ne è apparso? Due cose. La prima è che è redatto in un'ortografia (ebraica) diversa da quella standard, e più vicina all'ebraico biblico. Quando lo yiddish era veramente una lingua viva e diffusa nell'Europa orientale, aveva non soltanto le sue differenze dialettali (lo yiddish polacco era molto diverso da quello russo, ad esempio), ma non aveva nessuna ortografia standardizzata. Quella è venuta dopo, nel dopoguerra, quando lo yiddish è stato sterminato in Europa e ha dovuto emigrare negli Stati Uniti (e in Israele). La seconda, è che Ullmann, nella sua elaborazione, ha eliminato una strofa (la seconda), che qui ho ripristinato perché è quella da cui veramente appare la disperazione dell'esule in una terra... (continua)
Hai ragione sull'attribuzione, solo che di David Einhorn non ho trovato quasi nessuna notizia e così... Come vedi, per quanto riguarda Gideon Klein, ho attribuito le sue composizioni sempre agli autori dei testi.
Dopo magari voglio vedere se trovo qualche notizia su David Einhorn cercando in (eventuali) siti in yiddish. Qualcosa di "mitico" lo ha persino nel suo nome: significherebbe "David Unicorno". Saluti!
Qualche cosa su David Einhorn si comincia a trovare. Nell'immagine, la copertina dei suoi Gezamelte shriften (Raccolta di scritti), 1° volume (erster band). Si deve trattare di ricordi di gioventù, dato che il volume si intitola Shtile yugent, vale a dire "Gioventù tranquilla", o "serena". Da notare che nell'illustrazione ci sono palesemente due betulle che stormiscono al vento.
Secondo Kedem Auctions (in lingua ebraica) si tratta di un libro raro pubblicato attorno al 1920 e che raccoglie le poesie e le canzoni scritte tra il 1905 e il 1912.
Ieri sera al Conservatorio di Torino si è esibita Ute Lemper nello spettacolo "Songs for Eternity", in occasione della Giornata della Memoria.
Il libretto con i testi delle canzoni e le relative traduzioni in italiano è stato curato dal Consiglio Regionale del Piemonte. La più parte di essi è stato tratto dalle CCG/AWS, con traduzioni di Riccardo Venturi, Francesca Paolino, Ferdinando Albeggiani e Giacomo Magrini. Un altro paio di traduzioni sono stae curate dal Goethe Institut e dalla Comunità Ebraica di Torino.
Il Consiglio Regionale del Piemonte ringrazia espressamente per la collaborazione le CCG/AWS.
Il programma prevedeva, tra le altre:
- עס איז געװענ אַ זומער־טאָג, traslitterato come "A Zumer-Tog", di Rilke (in realtà Rikle) Glezer e H. Yablokof (in realtà Yablokoff), con la traduzione italiana di Riccardo Venturi;
- "Auf der Heide" di Willy Rosen, canzone non presente sulle CCG/AWS,... (continua)
[1943]
Una Sonata che Viktor Ullmann compose a Theresienstadt e che rielaborò in cinque versioni successive, mentre contemporaneamente scriveva la sua opera più famosa, “Der Kaiser von Atlantis”, nella quale alla fine confluirono parecchie delle intuizioni per la Sonata.
Nella prima versione, in sei movimenti, il quinto, intitolato “Notturno” è incentrato sulla prima strofa di “Vor dem Schlaf”, poesia scritta nel 1919 da Karl Kraus (nella raccolta “Ausgewählte Gedichte” pubblicata nel 1920), importantissimo scrittore satirico austriaco, ebreo anche lui, che dopo aver previsto lucidamente la mortifera parabola del nazismo si era spento nella sua Vienna nel 1936, evitandosi così anche di assistere all’Anschluss avvenuto due anni più tardi.
Ullmann non ha incluso le due strofe successive, forse perché esse non introducono elementi di contraddizione o alterazione rispetto alla prima, ma si... (continua)
[1899]
Parole di Rainer Maria Rilke (1875 - 1926), scrittore, poeta e drammaturgo austriaco di origine boema
Dal racconto “Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke”, scritto in una sola notte nel 1899 ma pubblicato solo anni più tardi.
Musica di Viktor Ullmann (1898-1944), compositore ebreo austriaco, internato a Terezín (Theresienstadt) e poi assassinato ad Auschwitz.
Fa parte di “Die Weise von Liebe und Tod (Rilke). 12 Stücke für Sprecher und Orchester oder Klavier”, 1944, una delle ultime composizioni di Ullmann.
... den 24. November 1663 wurde Otto von Rilke (continua)
Poesia di Klabund [1919]
Gedicht von Klabund [1919]
Musica di Felicitas Kukuck [1996]
Musik: Felicitas Kukuck [1996]
Da/aus ...und kein Soldat mehr sein
La poesia che dà il titolo all'intero ciclo di Lieder gegen den Krieg che Felicitas Kukuck musicò nel 1996. Klabund (pseudonimo del poeta Alfred Henschke, 1890-1928), la scrisse fingendo che si trattasse di una traduzione dal cinese, o forse sotto il preciso influsso delle poesie cinesi che traduceva in tedesco. Fa parte del dramma pacifista Der Kreidekreis ("Il cerchio di gesso", 1919, che in seguito ispirò Bertolt Brecht per Der kaukasische Kreidekreis ("Il cerchio di gesso del Caucaso"). Klabund, all'inizio della guerra fervente interventista (scrisse anche ballate patriottiche e militaristiche), nel corso di uno dei suoi frequenti ricoveri in sanatorio, nel 1916 (era ammalato di tubercolosi fin dall'età di 16 anni), si convertì... (continua)
Il testo di questa poesia yiddish viene comunemente attribuito a David Einhorn (1886–1973), oscuro poeta di fede ebraica, probabilmente originario di qualche luogo dello sconfinato impero russo.
La traslitterazione in caratteri latini potrebbe essere corretta perchè una delle fonti consultate (il libretto dello spettacolo “Jewish Cabaret in Exile” della New Budapest Orpheum Society) ne riporta come autori Menachem Kipnis (in un volume intitolato “Folkslider” edito a Varsavia) e Jaldati Lin ed Eberhard Robling nel loro volume “Es brennt Brüder, es brennt: Jiddische Lieder” edito a Berlino nel 1985. (Si veda qui.)
Per quanto riguarda l’originale in caratteri ebraici, rimando - per esempio - a “Jewish Music and Modernity” di Philip Bohlman, consultabile su Google Books
Per quanto riguarda la musica, questa fu scritta dal grande compositore ebreo austriaco Viktor Ullmann. La compose... (continua)