Long before Bob Dylan, the 18’th century Scottish poet and song-writer Robert Burns published an anti-war anthem. Surprisingly modern sounding (video below), the song rejects contemporary war mongering and focuses on the human suffering caused by conflict. However, in order to understand the historical context of the song, we do need an expert. We asked George Mcclellan, a director of the Robert Burns Association of North America, to set the scene.
Historyradio.org: Why was “Ye Jacobites by Name” written”?
Originally to condemn the Jacobite cause. It’s necessary to understand the period following the Reformation when Great Britain became firmly anti-Catholic after years of conflict. There were two periods of Catholic rebellion, The Jacobite risings, or the Jacobite rebellions or the War of the British Succession, 1688 thru 1748, the intent... (continua)
Risposta molto tardiva: e chi se ne frega se la cantano nelle scuole militari. In certe "scuole militari" c'è il caso che ora si canti anche Imagine. Saluti.
Riccardo Venturi 3/1/2016 - 01:07
Ammettete almeno che l'attribuzione pacifista è labilissima ( come per tante altre canzoni contenute qui) . Imagine sarà pure cantata in alcune scuole militari ( sarei curioso di scoprire in quali ) ma rimane il fatto che il testo è un lampante inno alla fratellanza e al superamento dei confini in quanto tali mentre qui si tratta di un richiamo alla storia dei rapporti tra bretoni e stato francese ( che di confini ci campano)
La tua osservazione, senza che questo costituisca certamente un rimprovero, significa che forse non conosci questo sito, o lo hai conosciuto da (abbastanza) poco. Questo non è un sito esclusivamente "pacifista", ma un sito che affronta in senso parecchio lato tutte le tematiche inerenti alla guerra, anzi ai vari tipi di guerra che è possibile cogliere e immaginare (lavoro, emigrazione, ambiente, qualsiasi cosa). E' pur vero che la tua è un'osservazione che ci è stata rivolta abbastanza spesso, e naturalmente lasciamo a chiunque interpretare la presenza di alcune canzoni come più gli aggrada, secondo la sua sensibilità. Se, ad esempio, stai per caso seguendo tutto il rifacimento della "Sezione Bretone" attualmente in corso (e all'interno della quale questo brano si iscrive, pur non essendo in lingua bretone), ti sarai accorto come moltissime canzoni di quell'area siano "canti di coscritti"... (continua)
All'inizio però la canzone proveniente dalla Haute-Bretagne, si chiamava "La lettre de Pelot de Betton " (vedi "l'anthologie de la chanson française" di Marc Robine) e le parole erano tradizionali, mentre la musica fu composta da Simone Morand nel 1930. I Tri Yann hanno accellerato il ritmo e l'hanno riveduta anche nel testo. Questo era comunque quello originale:
Concordo con gli interventi di Riccardo Venturi e vorrei aggiungere che una delle più famose canzoni considerate contro la guerra, "La guerra di Piero" di De André, parla di un soldato (chissà se la cantano nelle caserme insieme a "La Ballata dell'eroe"!?), così come parlano di soldati "When Johnny Comes Marching Home" o "Johnny I Hardly Knew Ye". Forse perchè proprio attraverso la voce di chi la guerra l'ha fatta si può riflettere sulla stupidità e la mostruosità della guerra?
Io trovo una marea di commenti in arabo, sotto il video, e diverse considerazioni sull'avvenenza di Nolwenn Leroy, che io mi ricordo in Francia diversi anni fa come vincitrice della "Star Academy" (una specie di "X Factor" francese, detta familiarmente "Star Ac' "). La quale Nolwenn sarà sicuramente bretone, ma pronuncia il bretone come una che lo ha un po' imparato da due mesi per riciclarsi come bretone, giustappunto, e che canta la povera "Tri martolod" con un arrangiamentino pop sul quale sorvolo, ma parecchio in alto quasi a incontrare le oche migratrici (le hanno viste transitare tranquille sopra l'Everest).
Richar Gwenndour atristet gant ar glac'har evit ar kaezh "Tri Martolod" 27/12/2015 - 23:02
eh si, ma i tempi cambiano.....(quasi sempre in peggio purtroppo)infatti con la signorina duetta volentieri anche Stivell....
Forse è meglio specificarlo che la musica è proprio di O'Carolan. I Tre Gianni di Nantes all'epoca di Café du bon coin erano saliti proprio in cima alla vetta, io li ho visti proprio nel tempio parigino dell'Olympia presentare questo disco in uno splendido spettacolo e ancora conservo le locandine originali. Mi piacerebbe dire però che sono rimasto più affascinato dal precedente (1978) "Urba", un ellepi di un bardismo moderno evidente. Virulentemente schierato contro l'urbanizzazione delle campagne fin dai primi solchi, fin dalla copertina...una vera meraviglia/rivelazione dalla Bretagna nel solco e assolutamente all'altezza di Alan Stivell, ricordo perfettamente: acquistato da Carù a Gallarate! Un disco di soffi e sferzate, d'ispirazione "gallo" e denso di canzoni significative piene di informazioni preziose che attraversano la realtà, l'immaginazione, la storia e la leggenda di quella bellissima... (continua)
Concordo con te su Urba, album tra l'altro discretamente presente anche in questo sito. Curioso poi che tu lo abbia comprato a Gallarate...dico questo perché l'unica volta che ho visto i Tri Yann in concerto è stato non lontano da lì, a Busto Arsizio, oramai parecchi anni fa. Quanto alla presupposta "purezza", che dirti? Non mi stupisco purtroppo di certe cose, e ti parla uno cui ogni sorta di "purezza" ha sempre fatto paura (anche perché, di solito, chi ne parla ha un concetto tutto suo della cosa, legato generalmente a visioni del mondo che non mi attengono). La musica bretone è stata grandissima proprio in quel (non lunghissimo) periodo in cui coniugava una rinascita culturale con l'innovazione e la fusione (che era l'inserimento della tradizione nella modernità), la lotta con l'internazionalismo e l'antirazzismo. Per me è il confine che la separa da quello che è venuto dopo, vale a dire... (continua)
A sto' punto propongo di bombardare tutte le parti combattenti in Siria adesso(russi compresi) con i razzi contenenti i "Tri Martolod". Altrimenti ciccia...
I Tri Yann hanno da poco realizzato un disco che avevo già segnalato in un mio precedente intervento, in cui mi stupivo della censura da parte di Amazon.com all'immagine di copertina nella quale veniva "vestita" perchè offensiva "La Conception" di Georges Lacombe, dipinto di fine ottocento che si trova al Museo delle Belle Arti di Quimper, città a cui io sono particolarmente affezionato.
Nel libretto allegato al cd questa canzone purtroppo non è completa per un errore di stampa, proprio oggi la Segreteria dei Tri Yann mi ha inviato una mail con il testo integrale che condivido immediatamente con tutti Voi, sperando che oltre a Riccardo, la cosa interessi anche qualcun altro.
Flavio Poltronieri
dialogo filosofico tra un fratello e una sorellina sulle bellezze e sulle schifezze che i colori dell'arcobaleno possono rappresentare e sul posto che essi occupano nella vita terrena
Gwenola petite sœur, (continua)
inviata da Flavio Poltronieri 17/5/2017 - 22:22
CREPUSCOLO RISPLENDENTE
Tra una settimana a Lille ci sarà il primo degli ultimi 9 concerti dei TRI YANN, all'interno del cosidetto infatti KENAVO TOUR.
Dopo quello epocale del 28 di marzo a Nantes, alla Cité des Congrès, al quale cercherò di assistere, dalla luce si passerà all'ombra, seguiranno solo dei dischi.
Il gruppo compie 50 anni ed è ora, come sentenziava una canzone di Leonard Cohen: Closing Time! Oramai è chiaramente da moltissimo tempo diventato un carrozzone ma la qualità musicale è, "par chance et aussi par vouloir" rimasta salva.
1348. Nella frazione di Langolen arriva implacabile la peste. I Tri Yann interpretano solennemente questo canto a più voci con accompagnamento di organo. E' la quarta traccia di Rummadoù - 2010
La peste che nel 1348 arrivò anche nel paesino bretone di Langolen, altro non è che la celeberrima e terribile Peste Nera che, secondo le stime, tra il 1347 e il 1353 fece quasi trenta milioni di morti nella sola Europa (nell'Europa di quell'epoca, significò circa un terzo dell'intera popolazione). E', come è noto, la pestilenza descritta anche dal Boccaccio nel Decamerone: la popolazione di Firenze si ridusse di due terzi. L'area di origine della Peste Nera sembra essere stata l'Asia centrale; si dice che la peste sia portata dai topi, ma la causa scatenante sembra essere stata proprio una moria di topi per le rigide condizioni climatiche. Questo fece sì che le pulci, vettori del bacillo, affamate... (continua)
Però, Flavio, mi devi togliere un'altra curiosità. Mi spieghi come hai fatto a inserire originariamente in approvazione la sola traduzione italiana, impostando però il francese come lingua e scordandoti che la canzone è in bretone...? :-) E' grandioso: nemmeno il grande e compianto Gian Piero Testa riusciva a combinare arrosti del genere, eppure ce la metteva sempre tutta :-)))
Un'altra cosa: comunque, quando inserisci una canzone, non importa che ripeti il titolo nello spazio testo: il titolo va solo nelle traduzioni eventuali. Grazie ancora!
Certo di interpretare anche le intenzioni di Flavio Poltronieri e prevedendo qualche...obiezione all'inserimento di una canzone che parla della Peste Nera del 1348 in un paesino bretone, pregherei di leggere l'estensione all'introduzione che ho preparato.
E' curioso che questa dei Tri Yann non sia stata inserita nell'orribile "Canzoniere del Coronavirus". Comunque nel "Barzhaz Breizh" de La Villemarqué se ne trova un'altra altrettanto importante scritta nel dialetto della Cornovaglia e dal titolo "Bosenn Elliant" ovvero "La peste d'Elliant". Narra della devastante pandemia che rase al suolo appunto la cittadina di Elliant, uccidendo 7100 persone. Si salvarono una anziana donna di 60 anni e il suo figliolo. Nel cimitero i morti ammassati superavano l'altezza delle mura di cinta e anche la chiesa ne era colma, si dovettero benedire i campi per sotterrarli tutti. Era la stessa peste descritta dal Manzoni ne "I promessi sposi", la seconda delle quattro pandemie (questa compresa) che nei secoli hanno colpito l'umanità. Una leggenda aleggia su questa canzone secondo la quale il giorno del pardon nel borgo di Elliant un giovane mugnaio mentre passava... (continua)
Version modifiée après les attentats du 13 novembre 2015
Il video della canzone era presente su YouTube ed era datato 24 novembre 2015, quindi soltanto undici giorni dopo gli attentati "islamisti" a Parigi del 13 novembre 2015. Nel video si precisa che si tratta di un inedito, ma non saprei dire se i Tri Yann abbiano poi inserito il brano modificato in qualche registrazione o album. [RV]
Ai suoi tempi, vale a dire nella preistoria del sito (durante la raccolta primitiva, tra il febbraio e l'aprile del 2003, cioè qualche guerra fa), avevo inserito questa canzone su suggerimento di una persona (allora abitavo in Francia) che me la aveva interpretata in modo convinto con la storia degli annegamenti di massa nella Loira il 20 dicembre 1793; fedele, avevo messo la canzone nei files originari poi trasmigrati nel sito alla sua oramai remota nascita.
Devo dire però che, pur non avendo mai ripreso questa antica pagina, col tempo la storia degli annegamenti nella Loira mi ha convinto sempre meno; insomma, ho dei fortissimi dubbi che i fatti di Nantes del 1793 ci abbiano qualcosa a che fare. Che si tratti di una canzone popolare, ripresa o rielaborata dai Tre Giovanni di Nantes, è abbastanza chiaro, però mi ha sempre colpito la quasi identità del suo impianto... (continua)
La versione modificata dopo gli attentati era già presente come canzone autonoma: République Liberté. E' pubblicata nella raccolta "Les incontournables".
Carissimo Riccardino bello, il mio parere è che questa filastrocca non abbia riferimenti agli annegamenti di massa nella Loira del 20 dicembre 1793...non ho però informazioni alternative certe da offrirti; sarebbe stato interessante conoscere le fonti del tuo informatore francese, come sarebbe interessante conoscere il motivo per cui il gruppo la eseguiva in concerto senza inciderla in studio...comunque i Tri Yann hanno annuciato l'imminente uscita di un CD e di un DVD assieme a Alan STIVELL, CELTIC DANCES e alla BAGAD de LANN BIHOUE, registrati durante la Tournée Saint-Patrick 2016. Inoltre qualche mega direttore "illuminato" della SONY ha contattato loro e Alan Stivell, Gilles Servat, Dan ar Braz, Louis Capart, Cécile Corbel, Clarisse Lavanant, Gwennyn, le Bagad de Lan Bihoué, Raphael, Laurent Voulzy, Jane Birkin, Miossec, Renan Luce proponendo per l'estate a venire un CD sulla Bretagna... (continua)
Per Riccardo Venturi (informazione stagionata di due anni al tuo quesito):
Ti traduco quanto riferito al proposito dai Tri Yann:
"Vive la Republique, Vive la Liberté" riprende la storia della prima versione di quella che diventerà in seguito la Marsigliese, raccontando quello che fu, nella ricerca della libertà e della giustizia, il desiderio dei Bretoni di ritrovare la propria identità e autonomia sociale nella natia terra di Bretagna.
Il testo tradizionale è differente, trattasi di una canzone raccolta a Louannec nel Trégor, un'aria molto conosciuta e a cui spesso si associa il ritornello di “War vordig an enezenn”, registrata già più di 50 anni fa da Jacques Conan e dalla sua famiglia, originaria di Perros Guirec, in Bassa Bretagna, la parte più settentrionale ad ovest di St. Malo. Io l'ho trovata nel volumetto Kanomp Uhel edito dalla Coop. Breizh. I Tri Yann, aiutati da Gweltaz Ar Fur ad esprimere nel dialetto di Vannes “Ma en estren er Jermani, hag hi lara ne zay ket en dro”, cambiano il testo ed il senso del brano, convinti che le giovani bretoni della fine degli anni settanta non fossero più disposte a credere ai prìncipi azzurri e che la ricerca di un lavoro non poteva che condurre all'emigrazione.
Riccardo, tra l'altro, una curiosità: in certe parti del testo il brano seguente a questo "A matine à la télé" richiama alcune parole di "Les 7 jours de mai" dei Malicorne, brano d'apertura di "Le Bestiaire" disco tra l'altro, assolutamente assente dal sito, l'ultimo che fecero in ambito folk e in cui come fa intendere chiaramente il titolo la fanno da protagonisti gli Animali con le loro valenze simboliche e la loro magia. Mi sovviene adesso che all'epoca assistetti a un loro concerto a Milano, al Teatro Cristallo, era autunno e appunto presentavano questo disco. Erano in sette, vestiti di bianco, probabilmente per offrire una nuova identità di gruppo e presentarsi tutti allo stesso livello, dei membri originali non erano rimasti che Gabriel e Marie, curioso era che invece vennero accusati di fare setta, in Spagna addirittura in una conferenza stampa un giornalista chiese loro se appartenessero... (continua)
Riccardo, scusami, (non vorrei sembrarti esageratamente pignolo) ma l'ultima parola di questa canzone è "vermeil" (e non "merveille")? Anche perchè "collo" in francese è un sostantivo maschile e "collo meraviglioso" sarebbe "cou merveilleux" e non "cou merveille" che potrebbe forse essere una licenza poetica ma grammaticamente scorretto. "Collo vermiglio" è quel che cantano i Tri Yann comunque, rimando perfettamente: soleil/vermeil.
Scusate la domanda tecnica: perchè nell'elenco delle canzoni dei Tri Yann non compare "De Nivôse en Frimaire" che invece è stata inserita da Riccardo anni fa come extra e che io ho trovato per puro caso senza che la cercassi? Grazie di soddisfare questo che per me è un mistero...
Perché la canzone era negli extra e non conteneva il link al gruppo (come anche altri due extra dei Tri Yann). Ora ho aggiunto il link e le canzoni compaiono nell'elenco (tra le canzoni collegate)
Un ringraziamento enorme va a Flavio Poltronieri, per avere inserito il testo completo e corretto della canzone ed il rifacimento della traduzione in base ad esso. Un très grand merci, Flavio!
Riccardo Venturi 27/11/2016 - 18:39
Caro R, per farmi "perdonare" ti invio il breve, intenso testo di "Ar Vikinged" "I Vichinghi" dallo stesso disco, il quale offrirebbe in effetti parecchio materiale interessante, "Le Lamentations sur Saint-Aubin-du-Cormier" per esempio, che conclude ogni strofa con la frase:"Faites guerre à la guerre. La guerre est à damner."
Kenavo
F.
Tangwall ruz, ha tangwall du!
ha fuc'h! ha freuz! ha lazh!
int zo erruet da ouel yann vintin,
o deus hon taget pad an overn,
o deus dibennet an holl dud en iliz,
o deus drouklazhet eskob gunhard.
Incendie rouge, et incendie noir!
Et souffle de rage! Et destruction! Et meurtre!
Ils sont arrivés le matin de la fête de Saint Jean,
nous ont attaqué pendant la messe,
ont décapité tous les gens dans l'église,
ont assassiné l'évêque Gunhard.
Caro Flavio, non vedo proprio di che cosa tu avresti a fare "perdonare"; direi, anzi, che hai messo a posto questa pagina dove l'avviso di "lavori in corso" stazionava da più di tre anni. Trovare in rete i testi dei Tri Yann è sempre stata un'impresa abbastanza difficile, e le trascrizioni all'ascolto da qualsiasi lingua (ma il francese è una delle più dure da maneggiare, specie se modulata e abbinata a partiture musicali) sono sempre, e per forza di cose, labili e incerte.
Il "perdono" è per avere "osato" "correggere" il Sommo Maestro RV. Mi spiace che in effetti ci siano lacune così gravi in rete, come l'assenza di questi testi, ma a pensarci bene probabilmente sono lacune solo per 4 sparuti personaggi studiosi bretonanti (me, te e.....), non certo per una maggioranza (purtroppo neanche "silenziosa"!), comunque confermo che trascrivere ad orecchio il francese o il bretone o qualsiasi altra lingua può essere invero talvolta gran stressante (quando ero giovane trascrissi dalle registrazioni in cassetta, molti dei dialoghi col pubblico da parte di Leonard Cohen durante i suoi primi tours europei...non ti dico!!! Che tempi eroici però...quando lui mi scrisse su un foglietto il suo telefono e l'indirizzo per raggiungerlo...chissà dov'è andato adesso quell'uomo così affascinante e lento!). Comunque, tornando a noi, dopo "Rummadoù (Generations)", che è oramai di... (continua)
Siccome, nonostante la mia riluttanza per ogni tipo di farmaco, ho dovuto prendere degli antidolorifici in questo ultimo periodo, subito pensavo mi avessero somministrato degli allucinogeni, invece era proprio vero quel che vedevano i miei occhi: con quel che c'è in giro qualche potente personaggio digitale si è davvero scandalizzato dell'innocente immagine fine Ottocento de "La Conception" di Georges Lacombe, hanno truccato la copertina dei Tri Yann e l'hanno rivestita! Non ci posso credere...............
"Je vous conjure d'oublier que vous êtes Bretons pour ne vous souvenir que de votre qualité de François" (Le ministre de la Guerre Louis Charles de Saulces de Freycinet au général Émile de Kératry, à la tête de cinquante à soixante mille mobilisés bretons, formant l'armée de Bretagne).
In Bretagna, i bravissimi Tri Yann non sono stati gli unici, nè i primi a ricordare in musica gli avvenimenti di Conlie. Nel 1976, l'amico sensibile e libertario Serge Kerguiduff nel consacrare un intero Lp all'opera di Tristan Corbière, ha inserito anche una selezione di quartine dall'impressionante "La Pastorale di Conlie" che di quei scandalosi fatti è quasi un resoconto poetico scritto in contemporanea e il cui testo (e relativa mia traduzione) riporto più in basso.
La forma canzone viene preceduta dalle seguenti due strofe:
Puisque de nouveau vous faites la Bretagne
Moins par plaisir que par état... (continua)
Flavio Poltronieri 4/2/2016 - 22:31
Anche Wig a Wag, dell'omonimo gruppo, nel suo primo disco del 1999, contiene un brano intitolato "Avel Conlie" (Vento di Conlie" su un testo in bretone del cantante Loïc Chavigny.
Anche "Gwerz Goulven Salaun" dal cd "Portraits" descrive la rivolta dei “berretti rossi”, che iniziata con questo rintocco di campane, alla fine costò la vita a 30.000 Bretoni.
Il titolo del disco è l'enfatico recitato posto a conclusione del medesimo con accompagnamento musicale dei Tri Yann è opera dello scrittore nantese Morvan Lebesque. Trattasi di un piccolo estratto da pagina 18 (qui sotto tradotto in italiano) del libro "Comment Peut-On Etre Breton?" pubblicato sei anni prima, nel 1970 e sottotitolato "Essai sur la démocratie française". Qui il giornalista-scrittore si interroga sull'esistenza di una reale democrazia francese nel momento in cui non vengono rispettate e addirittura sono oppresse culturalmente le minoranze e auspica un'Europa che raggruppi i veri popoli che la costituiscono. Vengono rievocati dapprima la vergogna e in seguito l'onore di essere bretoni. I Tri Yann hanno fatto di questo testo un po' il loro manifesto. Vorrei ricordare che Nantes (Naoned) si trova nel dipartimento della Loira Atlantica, non nella Bretagna geografica, bensì in... (continua)
A riguardo la famosa rivolta guidata da Sébastien Le Balp (uno di cui fu processato, condannato e decapitato......il cadavere!!!) vorrei ricordare che la prima facciata dell'LP del caro Kerguiduff "Chansons en vrac" è interamente dedicata a questi avvenimenti: i testi delle canzoni (scritti prevalentemente dal compianto Gilles Fournel) sono davvero molto incisivi, nondimeno le melodie inventate da Serge e dall'amico (la modestia fatta persona!)Bernard Benoit. Che piacere per me, dopo tantissimi anni, riparlare di queste persone e poter condividere l'opera di, a mio parere, grandi e purtroppo in Italia misconosciuti artisti bretoni!
"Sébastien Le Balp est exhumé. On fait un procès à son cadavre qui est ensuite traîné sur une claie, rompu et exposé sur une roue. Il est décapité puis son corps est enterré à l’église de Kergloff tandis que son crane est recueilli à la chapelle de Saint-Drézouarn... (continua)
"C'est offense, Grands de France,
que de condamner leur langue au bûcher.
C'est violence (NON RIPETE OFFENSE), Grands de France,
que de condamner leur lange au bûcher."
[1978]
Testo e musica: Corbineau/Jossic/Chocun
Paroles et musique: Corbineau/Jossic/Chocun
Album: Urba
Del disastro ecologico dell'Amoco Cadiz, avvenuto il 16 marzo 1978 davanti al porticciolo bretone di Portsall si è parlato abbondantemente nell'introduzione a Kalonkadour. Ancora precedente a quella canzone, e anzi esattamente nello stesso anno del disastro, è quest'altrettanto famosa canzone dei Tri Yann, Le soleil est noir, tratta dall'album Urba. Una canzone dal tono cupissimo, scritta nell'immediatezza della marea nera che distrusse l'intero ecosistema bretone con conseguenze patite per anni e anni. Ne voglio ricordare anche qui qualche fatto e qualche cifra, che rischia di essere ancor più cupa di questo brano pur tetro e solenne.
L'Amoco Cadiz, superpetroliera di 250.000 tonnellate, transitava a meno di un miglio di distanza da Portsall, in un braccio di mare noto per la sua pericolosità.... (continua)
Due parole del traduttore. Nessun tentativo è stato fatto per cercare -seppur minimamente- di riprodurre l'andamento di questo testo, a dir poco funambolico (come nella tradizione dei Tri Yann) e dal lessico ricercatissimo. Le note vorrebbero cercare di spiegare meglio qualche punto. Una tipica "traduzione di servizio".
Eh sì Flavio, m'ero davvero magnato 'na strofa...grazie per la segnalazione! Ora la pagina dovrebbe essere a posto con la strofa mancante, l'introduzione e qualche foto...
Da notare una cosa curiosa in questa ennesima canzone bretone di coscrizione. Uno dei paesi dei coscritti si chiama in bretone "Bregel" ("Vregel" è la forma mutata), ma in francese è reso come "Brezel". Che in bretone significa, per l'appunto, "guerra". Come dire: nomen omen... Il testo della canzone è in ortografia non-standard.
Historyradio
Long before Bob Dylan, the 18’th century Scottish poet and song-writer Robert Burns published an anti-war anthem. Surprisingly modern sounding (video below), the song rejects contemporary war mongering and focuses on the human suffering caused by conflict. However, in order to understand the historical context of the song, we do need an expert. We asked George Mcclellan, a director of the Robert Burns Association of North America, to set the scene.
Historyradio.org: Why was “Ye Jacobites by Name” written”?
Originally to condemn the Jacobite cause. It’s necessary to understand the period following the Reformation when Great Britain became firmly anti-Catholic after years of conflict. There were two periods of Catholic rebellion, The Jacobite risings, or the Jacobite rebellions or the War of the British Succession, 1688 thru 1748, the intent... (continua)