Uspavanka (Nini sine, spavaj sine)
Mmmmm mmmm mmmmm...
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/3/2016 - 23:12
Io ho provato a verificare il testo all'ascolto, ma se Riccardo tu avessi voglia di dargli una controllata...
Grazie!
Saluti
Grazie!
Saluti
B.B. 24/3/2016 - 23:15
Il testo va benissimo come lo hai messo, Bernart. Ma ora qui ci deve pensare Gaspard de la Nuit, lo vado a chiamare immediatamente...
Riccardo Venturi 25/3/2016 - 03:13
25 marzo 2016, ore 03.30
NINNA-NANNA [NINNA BIMBO, DORMI BIMBO]
(continua)
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March 25, 2016 03:50
LULLABY [HUSH LITTLE BABY, SLEEP LITTLE BABY]
(continua)
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Beša ti se na moru kovala: La ninna-nanna di derivazione, certi archetipi tra ninne-nanne bosgnacche e toscane e gli Intrecci della Storia Umana
Le uspavanke bosgnacche sono, come c'è perfettamente da aspettarsi, di origine turca e sono antichissime. Il motivo della “culla fabbricata in mare” è presente già in una ninna-nanna di origine probabilmente cinquecentesca intitolata appunto Beša ti se na moru kovala, che qui riportiamo data l'evidente derivazione da essa della uspavanka di questa pagina. Nel testo, i turchismi sono numerosi (tra parentesi, molti turchismi sono stati recentemente rimessi in auge per giustificare l'esistenza di una “lingua bosniaca” contrapposta al “serbo” e al “croato”, idiomi che di converso hanno teso ultimamente ad eliminare i turchismi sostituendoli con termini prettamente di origine slava).
La ninna-nanna originale (oppure: il ceppo originale della ninna-nanna)... (continua)
Le uspavanke bosgnacche sono, come c'è perfettamente da aspettarsi, di origine turca e sono antichissime. Il motivo della “culla fabbricata in mare” è presente già in una ninna-nanna di origine probabilmente cinquecentesca intitolata appunto Beša ti se na moru kovala, che qui riportiamo data l'evidente derivazione da essa della uspavanka di questa pagina. Nel testo, i turchismi sono numerosi (tra parentesi, molti turchismi sono stati recentemente rimessi in auge per giustificare l'esistenza di una “lingua bosniaca” contrapposta al “serbo” e al “croato”, idiomi che di converso hanno teso ultimamente ad eliminare i turchismi sostituendoli con termini prettamente di origine slava).
La ninna-nanna originale (oppure: il ceppo originale della ninna-nanna)... (continua)
Beša ti se na moru kovala,
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inviata da Gaspard de la Nuit 25/3/2016 - 05:18
Per Bernart. Come puoi vedere, il buon Gaspard ha dato decisamente una controllatina a questa pagina. Ora va giustamente a dormire, mentre si sveglia Riccardino. Buongiorno!
PS. Come da te suggerito, la pagina è stata messa anche nel percorso delle colonne sonore. Poi, per suggerimento sempre del Gaspard, anche tra le "Bisnonne", il percorso sulle più antiche. Ma qui, più che di antichità, si deve parlare di qualcosa anche di più.
PS. Come da te suggerito, la pagina è stata messa anche nel percorso delle colonne sonore. Poi, per suggerimento sempre del Gaspard, anche tra le "Bisnonne", il percorso sulle più antiche. Ma qui, più che di antichità, si deve parlare di qualcosa anche di più.
Riccardo Venturi 25/3/2016 - 05:44
Merci Gaspard! Muchas gracias Ricardito!
Davvero una bella pagina per una splendida canzone, grazie di averla cosi ben valorizzata.
E in culo a Karadžić e a tutti i vigliacchi massacratori di ieri e di oggi!
Un abbraccio
Davvero una bella pagina per una splendida canzone, grazie di averla cosi ben valorizzata.
E in culo a Karadžić e a tutti i vigliacchi massacratori di ieri e di oggi!
Un abbraccio
Bernart Bartleby 25/3/2016 - 10:27
Incredibile! Ma "Pati majka, udova ostala" è quasi italiano: "Patisce madre, vedova rimasta"...
B.B. 25/3/2016 - 10:41
Caro Bernart, ti do il mio benvenuto ner màggico mondo della linguistica storica indoeuropea. E certamente che quelle parole “sembrano italiane”: sono tra le più antiche del patrimonio linguistico indoeuropeo e venivano già usate in un punto imprecisato dell'Asia centrale facciamo, fra ninnoli e nannoli, un settemila e rotti anni fa. E così udova è quasi l'italiano “vedova” (in russo si dice vdovà), ma ancor più quasi il latino vidua, quasi l'inglese widow, quasi il tedesco Witwe; pati (infinito: patiti) è sì quasi l'italiano “patire” (e il latino patior), ma anche quasi il greco πάσχω (da *path-sko), aoristo ἔπαθον, sostantivo πάθος “sofferenza, pena, pathos”. Ostala è il passato femminile (un tempo un participio, però) del verbo ostati “restare, rimanere”, derivato dal verbo stati che, toh, significa “stare” (tedesco stehen, aoristo greco ἔστην “io stetti” ecc.). E non solo: nota bene che... (continua)
Riccardo Venturi 25/3/2016 - 12:03
E come non ricordare un cognome come Kowalski, strapolacco e a stesso tempo transgalattico! È il secondo cognome più diffuso in Polonia e cede il primo posto solo al più transnazionale Nowak (che si potrebbe spiegare semplicemente come Novetto, Novo e a sua volta testimonia la mobilità frenetica delle popolazioni antiche). Il cognome Kowalski deriva dal nome dato a diversi paesi, i quali Kowale, Kowalskie ed è stato creato aggiungendo al codesto nome un affisso (o formante) -ski. Mi incuriosiva sempre il fatto che anche certi cognomi albanesi in Albania e Macedonia portano lo stesso formante alla fine. Va bene, ma torniamo al dunque. Ovviamente, gli antichi nomi di paesi prendevano la sua forma dalla figura di "kowal", ovvero "maniscalco", "fabbro". E qua ci agganciamo alla dinastia dei Piast, chiamata all'appello da Rick in uno degli suoi interventi recenti, la quale (ho controllato :),... (continua)
Krzysiek Wrona 25/3/2016 - 20:07
C'è molto di più, vi assicuro :)
Da Marlon Brando della versione cinematografica della piece "A Streetcar Named Desire" di Tennessee Williams a uno dei pinguini dell'animato "Madagascar" (si veda qui).
Da Marlon Brando della versione cinematografica della piece "A Streetcar Named Desire" di Tennessee Williams a uno dei pinguini dell'animato "Madagascar" (si veda qui).
Krzysiek 25/3/2016 - 20:32
Okkei, okkei, adesso va bene la linguistica, ma finchè si rimane aderenti all’argomento...
Francamente lo scopritore d’asteroidi, Marlon Brando e i pinguini del Madagascar mi riescono stucchevoli a commento di una canzone, antica, dolente e contribuita per via della condanna (in primo grado, purtroppo) del boia di Srebrenica e di Sarajevo!
Restiamo umani, prima di tutto, e poi cerchiamo anche di restare nel seminato!
Le agenzie di stampa riportano parecchie imprecisioni sulla condanna di Radovan Karadžić.
La cosa migliore è leggersi quanto meno il comunicato stampa sul sito del Tribunale dell’Aja, in inglese, francese e bosniaco (ma quest’ultimo più stringato).
In italiano, la sintesi migliore che ho trovato (insieme a quella un po’ autoreferenziale di Amnesty International) è quella di Marina Landi su Gariwo, la foresta dei giusti, che riporto integralmente:
Il Tribunale penale internazionale... (continua)
Francamente lo scopritore d’asteroidi, Marlon Brando e i pinguini del Madagascar mi riescono stucchevoli a commento di una canzone, antica, dolente e contribuita per via della condanna (in primo grado, purtroppo) del boia di Srebrenica e di Sarajevo!
Restiamo umani, prima di tutto, e poi cerchiamo anche di restare nel seminato!
Le agenzie di stampa riportano parecchie imprecisioni sulla condanna di Radovan Karadžić.
La cosa migliore è leggersi quanto meno il comunicato stampa sul sito del Tribunale dell’Aja, in inglese, francese e bosniaco (ma quest’ultimo più stringato).
In italiano, la sintesi migliore che ho trovato (insieme a quella un po’ autoreferenziale di Amnesty International) è quella di Marina Landi su Gariwo, la foresta dei giusti, che riporto integralmente:
Il Tribunale penale internazionale... (continua)
Bernart Bartleby 25/3/2016 - 22:09
In primo luogo ti volevo ringraziare personalmente per questo contributo. È una canzone veramente bella, secondo me.
Se poi non trovo troppo gusto nel guardare un'ennesima volta la faccia di 'sto boia, e un altro fatto.
Vorrei ricordare, comunque, che qua non sono mica io a accettare o meno eventuali commenti. Se i miei, come i tuoi del resto, vengono ammessi o gestiti in questo o un altro modo, dipende dagli nostri "radiosi" admin's :)
Un salutone
Krzysiek
Se poi non trovo troppo gusto nel guardare un'ennesima volta la faccia di 'sto boia, e un altro fatto.
Vorrei ricordare, comunque, che qua non sono mica io a accettare o meno eventuali commenti. Se i miei, come i tuoi del resto, vengono ammessi o gestiti in questo o un altro modo, dipende dagli nostri "radiosi" admin's :)
Un salutone
Krzysiek
Krzysiek 25/3/2016 - 22:29
Oggi ho sentito in radio una testimonianza di Giovanna Botteri, la giornalista che è corrispondente RAI dagli USA... Tra il 1992 ed il 1996 è stata inviata speciale a seguire il conflitto in Bosnia. Ha coperto anche l’assedio di Sarajevo ed il massacro di Srebrenica... Uno dei cineoperatori con cui lavorava allora era Miran Hrovatin, poi ucciso nel 1994 a Mogadiscio insieme ad Ilaria Alpi... E come Hrovatin anche la Botteri è di Trieste, e in più è di madre montenegrina e i Balcani li conosce come le sue tasche...
Lei diceva che aver lasciato allora soli i musulmani di Bosnia è stato uno dei più gravi errori (e tanti sono, imperdonabili) fatti dai nostri “leader”, e oggi li sta pagando la nostra gente che viene fatta saltare in aria a Parigi e Bruxelles...
Lei diceva che aver lasciato allora soli i musulmani di Bosnia è stato uno dei più gravi errori (e tanti sono, imperdonabili) fatti dai nostri “leader”, e oggi li sta pagando la nostra gente che viene fatta saltare in aria a Parigi e Bruxelles...
Bernart Bartleby 25/3/2016 - 22:32
Senza sminuire le colpe di mostri come Radovan Karadžić raccomanderei di non credere neanche alla favola dei bosniaci musulmani "buoni". Ho visto un istruttivo documentario sulla morte di Gabriele Locatelli che spiegava come tra i "difensori" di Sarajevo da parte bosniaca figuravano individui come il famigerato comandante Caco, che affamavano la popolazione, trafficavano con i caschi blu e vendevano droga (prima della guerra erano criminali comuni). Il pacifista italiano fu con ogni probabilità ucciso proprio dalla banda di Caco.
Lorenzo 25/3/2016 - 23:38
Di "buoni", in questa tristissima storia di nazionalismi, di "nuovi ordini", di riassetti geopolitici e quant'altro, infatti non ce n'è proprio nessuno...
Riccardo Venturi 26/3/2016 - 09:48
Mušan "Caco" Topalović era un piccolo gangster di Sarajevo. Si fece una piccola brigata di gente come lui, rifiutando di sottostare al comando dell’armata bosgnacca. Il suo gruppo si macchiò di ogni genere di efferatezze e brutalità e quando i suoi cercarono di fermarlo lui uccise anche i poliziotti che dovevano trarlo in arresto. Poi si arrese e fu trucidato sul posto da altri poliziotti, tra cui c’erano familiari degli assassinati, bosgnacchi come lui...
Ho riletto l’intervista ad Ontanetti a commento del link da te citato sulla morte di Locatelli e non ho potuto fare a meno di pensare che fu un gravissima imprudenza da parte dei “Beati” consegnare il proprio destino nelle mani di uomini come Caco e i suoi... E Locatelli e i suoi compagni sapevano benissimo di cosa quei bastardi fossero capaci...
Qui c’è un interessante articolo sui signori della guerra nella ex Jugoslavia e sul loro... (continua)
Ho riletto l’intervista ad Ontanetti a commento del link da te citato sulla morte di Locatelli e non ho potuto fare a meno di pensare che fu un gravissima imprudenza da parte dei “Beati” consegnare il proprio destino nelle mani di uomini come Caco e i suoi... E Locatelli e i suoi compagni sapevano benissimo di cosa quei bastardi fossero capaci...
Qui c’è un interessante articolo sui signori della guerra nella ex Jugoslavia e sul loro... (continua)
Bernart Bartleby 27/3/2016 - 22:42
In origine forma di canto proprio della popolazione musulmana di Bosnia, la sevdah o sevdalinka è diventata in un certo senso un genere nazionale, in quel processo culturale di ‘creazione’ identitaria che ha prodotto la frantumazione della Jugoslavia e ha portato, con le guerre balcaniche di fine Novecento, alla nascita dello stato della Bosnia-Erzegovina. Alla radice della parola c’è forse l’arabo ‘sawda’ (bile nera, responsabile dello spleen, secondo credenze antiche) o ancora il turco ‘sevda’ (che è l’amore passionale, ma anche quello venato di tristezza), termini che rimandano comunque a un mood malinconico. Le sevdalinka si presentano sotto forme diverse di canto e d’accompagnamento; l’uso della voce piena di melismi, il ritmo libero, il rubato, gli elementi microtonali sono il lascito del mondo orientale, mentre l’ambito strumentale, con la presenza di strumenti come fisarmonica, violino... (continua)
dq82 1/4/2016 - 18:23
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Bošnjak [*] traditional lullaby
[*] Bosgnacco = musulmano bosniaco
[*] Bošnjak = Bosnian muslim
Nella colonna sonora del film “Ničija zemlja” (“No Man’s Land”) diretto nel 2001 dal regista bosniaco Danis Tanović.
Una ninna nanna interpretata dalla splendida voce di Alma Bandić, cantante bosniaca di Sarajevo che negli anni 90 era membro della corale del locale Conservatorio, la Muzička Akademija Univerziteta u Sarajevu.
Contribuisco questa incredibile canzone nel giorno in cui il tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, dopo un processo durato 6 anni, ha condannato a 40 anni di carcere l’ex Presidente della Repubblica Srpska Radovan Karadžić, riconosciuto colpevole di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra compiuti ai danni delle comunità musulmane e croate bosniache durante il conflitto in Bosnia ed Erzegovina tra il 1992 ed il 1995, in particolare per il massacro di Srebrenica e l’assedio di Sarajevo.