Rue des Longues-Haies
Rue des Longues-Haies l'inconnu passait
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/1/2007 - 21:38
22 gennaio 2007
VIA DELLE LUNGHE SIEPI
(continua)
(continua)
Ciao, mi fa piacere che qualcuno si ricordi ancora di père Duval, non so se lo sai o se ti interessa, che a riguardo al suo alcolismo ha scritto un libro bellissimo, forse difficile da reperire, "il bambino che giocava con la luna". Lo consiglio per un mare di motivi, dolce e delicato anche se narra di una profonda sofferenza.
Alex 8/6/2011 - 07:08
Ciao Alex, il libro di Duval edto dalle Paoline nel 1985 è fuori commercio ma si trova tranquillamente nell'usato. Fai una ricerca su http://www.comprovendolibri.it
Bartleby 8/6/2011 - 13:58
Ho ancora i tre dischi "45 giri" (in vinile) acquistati nel 1958-'59.
Sono 12 canzoni, quattro per disco.
Ho amato e riascoltato le canzoni di Duval continuamente, per 50 anni. Quei tre 45 giri sono ormai logori, scricchiolano, saltano qualche solco!
Di Aimé Duval 15 anni fa in Internet non c'era niente (tranne un tenero ricordo di lui, in francese, scritto – se non non ricordo male – da un suo nipote).
Poi, miracolosamente, (8 0 10 anni fa), è comparso tutto il suo repertorio in un sito-web di gesuiti messicani (sempre se la memoria non mi tradisce). Là c'erano (scaricabili in MP3 senza problemi) sia le 12 canzoni dei tre 45 giri (quelle che anch'io avevo) sia altre 7 canzoni registrate da radio quando Duval si era esibito dal vivo.
Mi sono fatto la traduzione in italiano di tutte le canzoni così come erano cantate, ascoltandole, parola per parola.
Trascrivo più sotto la mia traduzione... (continua)
Sono 12 canzoni, quattro per disco.
Ho amato e riascoltato le canzoni di Duval continuamente, per 50 anni. Quei tre 45 giri sono ormai logori, scricchiolano, saltano qualche solco!
Di Aimé Duval 15 anni fa in Internet non c'era niente (tranne un tenero ricordo di lui, in francese, scritto – se non non ricordo male – da un suo nipote).
Poi, miracolosamente, (8 0 10 anni fa), è comparso tutto il suo repertorio in un sito-web di gesuiti messicani (sempre se la memoria non mi tradisce). Là c'erano (scaricabili in MP3 senza problemi) sia le 12 canzoni dei tre 45 giri (quelle che anch'io avevo) sia altre 7 canzoni registrate da radio quando Duval si era esibito dal vivo.
Mi sono fatto la traduzione in italiano di tutte le canzoni così come erano cantate, ascoltandole, parola per parola.
Trascrivo più sotto la mia traduzione... (continua)
RUE DES LONGUES-HAIES [TRADUZIONE FEDELE IN ITALIANO]
(continua)
(continua)
inviata da Arnaldo Vicentini 26/4/2014 - 02:35
Ho avuto la fortuna di conoscere P. A. Duval negli anni '57/'58 ero riuscito ad avere tutti i suoi dischi.....per non usurarli li avevo registrati su nastro magnetico......poi è andato smarrito tutto. Ora finalmente posso ascoltare qualche brano con internet....Ogni volta che ascolto una sua canzone.....mi sembra di bere un sorso della mia giovinezza....ed è sempre un momento di intensa commozione.
Giovanni Lolli 27/1/2015 - 11:13
Io questa canzone la toglierei dagli Extra per inserirla come DOCCG nel percorso sulla guerra del lavoro...
Bernart Bartleby 27/1/2015 - 11:44
Sono felice che venga ricordato questo "enorme" poeta e "profeta" nel trasmettere come si fa a incontrare Gesù!
Come piacerebbe a Papa Francesco questo suo modo di annunciare il vangelo.
Perché non unire gli amici che lo hanno conosciuto per ""RIPROPORLO" ai giovani di oggi?
Ho organizzato io a Genova 4 dei suoi concerti, e proprio a Genova pochi giorni prima di morire ha tenuto il suo ultimo concerto nell'aprile del 1984.
Père Duval mi chiamava (bontà sua) il suo impresario per Italia. Questo lo ha anche scritto ne "Il Bambino che giocava con la luna" di cui ho curato la traduzione mettendo in contatto le Edizioni Paoline e trovando la traduttrice del testo originario "L'enfante che jouè avec la lune" MARINA ROBIOLIO.
Come piacerebbe a Papa Francesco questo suo modo di annunciare il vangelo.
Perché non unire gli amici che lo hanno conosciuto per ""RIPROPORLO" ai giovani di oggi?
Ho organizzato io a Genova 4 dei suoi concerti, e proprio a Genova pochi giorni prima di morire ha tenuto il suo ultimo concerto nell'aprile del 1984.
Père Duval mi chiamava (bontà sua) il suo impresario per Italia. Questo lo ha anche scritto ne "Il Bambino che giocava con la luna" di cui ho curato la traduzione mettendo in contatto le Edizioni Paoline e trovando la traduttrice del testo originario "L'enfante che jouè avec la lune" MARINA ROBIOLIO.
NRICO CHIARELLA 2/2/2016 - 15:13
Anch'io ho un filo di memoria, sottile ma tenace, che mi ricorda le canzoni di Padre Duval, ascoltate dallla sua voce in un concerto del 1961 al Metropolitan di Catania e cantate non solo durante le gite con i compagni della Scuola Apostolica, l'Istituto dei gesuiti che curava la nostra educazione. Per alcuni di noi le canzoni di Padre Duval sono state una sorta di 'manifesto musicale' di un umanesimo cristiano essenziale, concreto, immediato... Paolo Bozzaro
Paolo Bozzaro 20/4/2020 - 15:28
Grazie per questo ricordo vivo di Padre Duval. Ho amato e cantato con i miei alunni le Sue canzoni negli anni 60.
Proprio stamani ho preso in biblioteca il libro: "Il bambino che giocava con la luna" per rileggerlo ancora una volta.
Grazie a tutti coloro che ricordano e amano questo " chitarrista del buon Dio".
Agostina Viale
Proprio stamani ho preso in biblioteca il libro: "Il bambino che giocava con la luna" per rileggerlo ancora una volta.
Grazie a tutti coloro che ricordano e amano questo " chitarrista del buon Dio".
Agostina Viale
carlaorsolina@gmail.com 27/5/2021 - 12:03
La faim et la misère
[1961]
Paroles et Musique: Aimé Duval
Testo e musica: Aimé Duval
Nell'album “Récital Chaillot, 8 octobre 1961”, Volumen 1
Testo trovato su WikiParoles
Paroles et Musique: Aimé Duval
Testo e musica: Aimé Duval
Nell'album “Récital Chaillot, 8 octobre 1961”, Volumen 1
Testo trovato su WikiParoles
La faim et la misère
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/4/2014 - 20:20
Ho voluto proporre questa canzone perchè è certamente una CCG/AWS, un'invocazione a Dio contro le guerre, la fame, la miseria. E poi, pur non essendo credente (anzi, ateo, apostata e irretito dalla censura), ho un profondo rispetto per la Fede, quella con la lettera maiuscola, come in questa canzone.
Ho invece un profondo schifo per tutte le misere credenze, le ignoranti superstizioni, i dogmi funzionali al Potere, le leggende utili a mercanti, speculatori, maghi e fattucchiere.
E' lo schifo che provo in occasione di ogni canonizzazione, ma in particolare di quella imminente, in cui il Potere ecclesiastico celebra sè stesso, e addirittura raddoppia: un papa in carica e un papa emerito che santificano due loro predecessori.
Ho invece un profondo schifo per tutte le misere credenze, le ignoranti superstizioni, i dogmi funzionali al Potere, le leggende utili a mercanti, speculatori, maghi e fattucchiere.
E' lo schifo che provo in occasione di ogni canonizzazione, ma in particolare di quella imminente, in cui il Potere ecclesiastico celebra sè stesso, e addirittura raddoppia: un papa in carica e un papa emerito che santificano due loro predecessori.
Bernart Bartleby 26/4/2014 - 21:05
L'ultimo "miracolo" degli ormai Santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
(Da Il Messaggero del 24 aprile 2014)
Dramma in Valcamonica.
Un giovane disabile di 21 anni è morto a Cevo, nel bresciano, schiacciato dal Cristo Redentore, la croce realizzata dall'artista Enrico Job in occasione della visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel settembre del 1998.
Ironia della sorte: pare che la vittima abitasse in un paese del bergamasco in via Papa Giovanni XXIII...
[Speriamo che questi due nuovi Santi non ci portino troppa sfiga!... ndr]
(Da Il Messaggero del 24 aprile 2014)
Dramma in Valcamonica.
Un giovane disabile di 21 anni è morto a Cevo, nel bresciano, schiacciato dal Cristo Redentore, la croce realizzata dall'artista Enrico Job in occasione della visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel settembre del 1998.
Ironia della sorte: pare che la vittima abitasse in un paese del bergamasco in via Papa Giovanni XXIII...
[Speriamo che questi due nuovi Santi non ci portino troppa sfiga!... ndr]
Bernart Bartleby 27/4/2014 - 13:31
Capisco il naturale sorriso a leggere la notizia, m'è venuto anche a me per l'assurdità della situazione, però dopo me ne sono vergognato visto che è morto un povero ragazzo che fra l'altro non è riuscito a mettersi in riparo in tempo perché affetto da una lieve disabilità motoria. Cioè se nessuno si fosse fatto male sarebbe stata una coincidenza esilarante, ma così mi sembra un po' di cattivo gusto scherzarci sopra.
Comunque come i famosi miracolati sarebbero guariti lo stesso senza andare a Lourdes o dal papa o santone di turno, così il monumento - se costruito male - sarebbe cascato lo stesso anche se in cima invece del crocifisso ci fosse stata la stella rossa, il sol dell'avvenire, la faccia di Che Guevara, Buddha, Maometto o quello che ti pare...
Comunque come i famosi miracolati sarebbero guariti lo stesso senza andare a Lourdes o dal papa o santone di turno, così il monumento - se costruito male - sarebbe cascato lo stesso anche se in cima invece del crocifisso ci fosse stata la stella rossa, il sol dell'avvenire, la faccia di Che Guevara, Buddha, Maometto o quello che ti pare...
Lorenzo 27/4/2014 - 18:32
Non ho affato scherzato sul ragazzo morto.
Scherzavo sui "miracoli", uno degli elementi fondanti di ogni processo di canonizzazione.
Comunque, se ritenete che qualcuno possa offendersi, rimuovete pure i commenti.
Scherzavo sui "miracoli", uno degli elementi fondanti di ogni processo di canonizzazione.
Comunque, se ritenete che qualcuno possa offendersi, rimuovete pure i commenti.
Bernart Bartleby 27/4/2014 - 18:44
No, ma capisco che non volevi scherzare sul ragazzo morto, e sono d'accordo sull'ironia del fatto che nei processi di canonizzazione andrebbero considerati allora anche i miracoli all'incontrario... :) questo è in effetti assurdo e fa ridere, ha poco da ridere però chi era responsabile della sicurezza di quel posto visto che non crediamo agli interventi divini né nel bene né nel male.
Comunque non tolgo niente, volevo solo specificare che non volevamo fare ironia sulla tragedia di quella morte.
Comunque non tolgo niente, volevo solo specificare che non volevamo fare ironia sulla tragedia di quella morte.
Lorenzo 27/4/2014 - 18:59
Lo confesso. Anch'io, che sono uomo naturaliter compassionevole - e che, tra l'altro, stavo svernando in bergamasca - ho dovuto registrare che la mia prima reazione è stata quella di pensare che lassù Qualcuno avesse voluto rovinare una indecorosa, insopportabile festa pagana. E magari proprio di questo si è trattato. Ma poi - quasi subito - ho pensato a quel povero figlio -incolpevole -, a quei poveri genitori che l'avevano perso a dispetto di tutta la loro confidenza nel loro buon Dio, e ho preferito attribuire al cieco caso, che normalmente ci governa, questo triste episodio che è fin troppo facile caricare beffardamente di reconditi sensi. Insomma, se non ci sono miracoli, non devono nemmeno esserci antimiracoli: e allora assolviamo il buon Dio, sempre che sia un dio, e sempre che sia buono, da una atrocità che si giustificherebbe solo ad majorem sui gloriam, senza concludere che... (continua)
Gian Piero Testa 27/4/2014 - 22:14
Lo ripeto, anche se mi sembrava evidente: non era mia intenzione ironizzare sulla morte di un povero ragazzo.
L'ironia, piena di indignazione, era per i "miracoli" a fondamento della canonizzazione di due semplici uomini come tanti altri, con le loro grandezze e le loro miserie, santificati nemmeno in virtù di una certificazione "ISO 900*" da parte di un soggetto super partes ma dai loro stessi "compagni di merende" e successori. Un sistema paramafioso che andrebbe denunciato per truffa e abuso della credulità popolare.
Che i "miracoli" che hanno fatto sì quei quei due papi assurgessero alla gloria degli altari sono due guarigioni spontanee, una di una suora, con tanto d'imposizione di reliquia e conseguente visione, e l'altra di una laica, quasta addirittura via TV (per modernità).
Ho trovato quindi che fosse ben più pregnante, come prova che di miracoli e di santi non si tratta affatto,... (continua)
L'ironia, piena di indignazione, era per i "miracoli" a fondamento della canonizzazione di due semplici uomini come tanti altri, con le loro grandezze e le loro miserie, santificati nemmeno in virtù di una certificazione "ISO 900*" da parte di un soggetto super partes ma dai loro stessi "compagni di merende" e successori. Un sistema paramafioso che andrebbe denunciato per truffa e abuso della credulità popolare.
Che i "miracoli" che hanno fatto sì quei quei due papi assurgessero alla gloria degli altari sono due guarigioni spontanee, una di una suora, con tanto d'imposizione di reliquia e conseguente visione, e l'altra di una laica, quasta addirittura via TV (per modernità).
Ho trovato quindi che fosse ben più pregnante, come prova che di miracoli e di santi non si tratta affatto,... (continua)
Bernart Bartleby 28/4/2014 - 00:20
Penso che Bernart abbia avuto l'intenzione di mettere un po' alla luce certi mecchanismi che portino alla superstizione. Ho passato la notizia a qualche amico proprio in quel senso. Una tragedia rimane una tragedia, sempre e ovunque. Ma ci ricorda anche come può essere beffardo, percepito dagli antichi, cosidetto destino.
Krzysiek Wrona 28/4/2014 - 00:49
«Le superbe porte egizie del grandissimo tempio erano spalancate, come suolsi nelle feste solenni, e dall'immenso colonnato perittero si poteva scorgere il modesto erede del povero pescatore di Palestina, assiso sul suo trono d'ebano, tempestato di diamanti e d'oro, e vestito con tanto lusso quanto ne poté inventare l'orientale magnificenza.
Civettava, il massimo dei sacerdoti, squadrandosi nella ricchissima sua tenuta con donnesca compiacenza, sorrideva alla stupida moltitudine, massime quando lo sguardo lascivo posavasi su qualche bella figura.
Polpute eminenze e monsignori formavano la destra e sinistra, su tre di fondo e seduti pure sui banchi riccamente adorni in anfiteatro.
All'aria compunta e solenne di tutti questi magnati della malizia, avresti creduto eglino nell'atto di decidere qualche opera benefica a profitto dell'umanità sofferente - quando invece quei perversi eran lì... (continua)
Civettava, il massimo dei sacerdoti, squadrandosi nella ricchissima sua tenuta con donnesca compiacenza, sorrideva alla stupida moltitudine, massime quando lo sguardo lascivo posavasi su qualche bella figura.
Polpute eminenze e monsignori formavano la destra e sinistra, su tre di fondo e seduti pure sui banchi riccamente adorni in anfiteatro.
All'aria compunta e solenne di tutti questi magnati della malizia, avresti creduto eglino nell'atto di decidere qualche opera benefica a profitto dell'umanità sofferente - quando invece quei perversi eran lì... (continua)
Gian Piero Testa 28/4/2014 - 14:49
Il s'en va par le pont
[1961]
Paroles et Musique: Aimé Duval
Testo e musica: Aimé Duval
Nell'album “Récital Chaillot, 8 octobre 1961”, Volumen 1
Testo trovato su WikiParoles
Paroles et Musique: Aimé Duval
Testo e musica: Aimé Duval
Nell'album “Récital Chaillot, 8 octobre 1961”, Volumen 1
Testo trovato su WikiParoles
Il s'en va par le pont qui conduit vers la ville
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/4/2014 - 21:21
Percorsi:
Ponti
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Paroles et Musique: Aimé Duval
Testo e musica: Aimé Duval
Una sera di qualche tempo fa, a casa di Alessio Lega. Si parla del più e del meno (non mi ricordo se più del più o più del meno), quando il discorso cade sul padre Duval, quello sbeffeggiato da Brassens ne "Les trompettes de la rénommée" e nel "Mécréant", la "calotte chantante" (ma sembra che i due fossero quasi amici). "Ma guarda che il padre Duval scriveva delle canzoni bellissime", mi dice Alessio; imbraccia la chitarra e si mette a cantarmi "Rue des Longues-Haies". L'anarchico che canta il prete. In realtà non c'è di che stupirsi, se si considera quel che dice questa canzone nella quale non si va per il sottile: vi si parla, nientepopodimeno, che di Gesù Cristo. Ma il padre Duval dice una cosa semplicissima: Gesù Cristo non va cercato nei cieli, ma in terra (sembra quasi di sentir riecheggiare lo "Spiritual" di Fabrizio... (continua)