22 aprile 2014
Una delle famose "saponette elettorali" della SPD, 1928.
CANZONE DEL SAPONE
(continua)
(continua)
Grazie Riccardo per la tua traduzione.
Solo una precisazione sulla nota: credo che "schwarz-rot-gold" si riferisca piuttosto al Reichsbanner Schwarz-Rot-Gold, l'organizzazione paramilitare di "centro-sinistra" che l'SPD di allora utilizzò molto contro i comunisti e molto poco contro i nazisti. Infatti si squagliò come neve al sole nel 1933.
D'altra parte l'apparato di divise e mostrine era più o meno lo stesso delle SA hitleriane...
Solo una precisazione sulla nota: credo che "schwarz-rot-gold" si riferisca piuttosto al Reichsbanner Schwarz-Rot-Gold, l'organizzazione paramilitare di "centro-sinistra" che l'SPD di allora utilizzò molto contro i comunisti e molto poco contro i nazisti. Infatti si squagliò come neve al sole nel 1933.
D'altra parte l'apparato di divise e mostrine era più o meno lo stesso delle SA hitleriane...
Bernart Bartleby 22/4/2014 - 23:22
Evidentemente mi ero confuso, nella nota; anche perché, debbo dirlo, non conoscevo l'esistenza di questa "milizia socialdemocratica" che, comunque, aveva i colori della bandiera tedesca. Tutto questo, comunque, mi ricorda la famosa esclamazione di un professore del liceo Foresi di Portoferraio, un'insegnante di mia cugina Rosalba. Costui, ogniqualvolta voleva redarguire severamente un alunno, soleva dirgli: "Sei peggio dei socialdemocratici". Si riferiva sicuramente a quelli italiani di Longo, Nicolazzi, Saragat e compagnia bella, ma tant'è...
Riccardo Venturi 23/4/2014 - 00:41
Conoscevo dell'esistenza del Reichsbanner Schwarz-Rot-Gold dalla lettura di "Come si diventa nazisti" di William Sheridan Allen ("The Nazi Seizure of Power: The Experience of a Single German Town 1930-1935"), un libro che ho già consigliato su queste pagine:
Ricordo che l'autore raccontava di come a Thalburg (nome fittizio, in realtà Nordheim), la cittadina presa in esame nella sua analisi, mentre disoccupazione, disagio e violenza crescevano giorno dopo giorno, il Reichsbanner e il NSDAP non facevano altro che sfidarsi a colpi di continui meeting di massa, dove vinceva chi portava più partecipanti e mostrava più i muscoli in termini di divise, mostrine e bastoni. Ovviamente i "militanti" venivano incoraggiati alla partecipazione dai fiumi di birra e dai grossi würstel che venivano offerti dagli organizzatori (anche meglio delle saponette, no?). Tant'è che in molti erano del SPD ma anche... (continua)
Ricordo che l'autore raccontava di come a Thalburg (nome fittizio, in realtà Nordheim), la cittadina presa in esame nella sua analisi, mentre disoccupazione, disagio e violenza crescevano giorno dopo giorno, il Reichsbanner e il NSDAP non facevano altro che sfidarsi a colpi di continui meeting di massa, dove vinceva chi portava più partecipanti e mostrava più i muscoli in termini di divise, mostrine e bastoni. Ovviamente i "militanti" venivano incoraggiati alla partecipazione dai fiumi di birra e dai grossi würstel che venivano offerti dagli organizzatori (anche meglio delle saponette, no?). Tant'è che in molti erano del SPD ma anche... (continua)
Bernart Bartleby 23/4/2014 - 09:23
d'après la traduction italienne de Riccardo Venturi d'une
Chanson allemande – Seifenlied – Julian Arendt – 1928
Texte de Julian Arendt (1895-1938), écrivain juif allemand, auteur de nombreux textes pour le cabaret pendant la République de Weimar.
Musique d'Otto Stransky (1889-1932), compositeur autrichien.
Interprétée par Ernst Busch, au « Larifari », un cabaret itinérant au contenu fortement politique fondé en 1928 à Berlin par Rosa Valetti, une célèbre actrice de cinéma et de cabaret et chanteuse, et par Erich Einegg, pianiste et compositeur.
La chanson se trouve dans les disques de Busch intitulés « Die Goldenen Zwanziger Jahre » de 1964 et d'« Ernst Busch 1 (Lieder Der Arbeiterklasse 1917-1933) » de 1970.
Une chansonnette de cabaret qui ridiculise gaiement les sociaux-démocrates allemands, dont les candidats, pendant la campagne électorale de 1928, distribuaient aux meetings des savons... (continua)
Chanson allemande – Seifenlied – Julian Arendt – 1928
Texte de Julian Arendt (1895-1938), écrivain juif allemand, auteur de nombreux textes pour le cabaret pendant la République de Weimar.
Musique d'Otto Stransky (1889-1932), compositeur autrichien.
Interprétée par Ernst Busch, au « Larifari », un cabaret itinérant au contenu fortement politique fondé en 1928 à Berlin par Rosa Valetti, une célèbre actrice de cinéma et de cabaret et chanteuse, et par Erich Einegg, pianiste et compositeur.
La chanson se trouve dans les disques de Busch intitulés « Die Goldenen Zwanziger Jahre » de 1964 et d'« Ernst Busch 1 (Lieder Der Arbeiterklasse 1917-1933) » de 1970.
Une chansonnette de cabaret qui ridiculise gaiement les sociaux-démocrates allemands, dont les candidats, pendant la campagne électorale de 1928, distribuaient aux meetings des savons... (continua)
CHANSON DU SAVON
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 24/4/2014 - 19:58
La Chanson du Savon – Marco Valdo M.I. – 2016
Seifenlied – Julian Arendt – 1928
Voici, mon cher Lucien l’âne, une chanson de cabaret qui ridiculise avec beaucoup d’ironie les sociaux-démocrates allemands, dont les candidats, pendant la campagne électorale de 1928, distribuaient aux meetings des savons estampillés « Votez SPD ».
Hola, dit Lucien l’âne, voilà bien une mauvaise idée. Il est vrai que la publicité et la propagande ne font généralement pas preuve d’énormément de subtilité. Mais quand même, c’est fort lourd un pareil symbole. De deux choses l’une en matière interprétation : soit le cadeau de savon pourrait laisser supposer que l’on considère que les électeurs à qui on les distribue sont des gens sales ; soit le SPD se prend lui-même pour une sorte de Monsieur Propre et a comme programme de tout nettoyer.
De mémoire d’âne, cette manie de la propreté est une des bases des partis... (continua)
Seifenlied – Julian Arendt – 1928
Voici, mon cher Lucien l’âne, une chanson de cabaret qui ridiculise avec beaucoup d’ironie les sociaux-démocrates allemands, dont les candidats, pendant la campagne électorale de 1928, distribuaient aux meetings des savons estampillés « Votez SPD ».
Hola, dit Lucien l’âne, voilà bien une mauvaise idée. Il est vrai que la publicité et la propagande ne font généralement pas preuve d’énormément de subtilité. Mais quand même, c’est fort lourd un pareil symbole. De deux choses l’une en matière interprétation : soit le cadeau de savon pourrait laisser supposer que l’on considère que les électeurs à qui on les distribue sont des gens sales ; soit le SPD se prend lui-même pour une sorte de Monsieur Propre et a comme programme de tout nettoyer.
De mémoire d’âne, cette manie de la propreté est une des bases des partis... (continua)
LA CHANSON DU SAVON
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 14/6/2016 - 16:54
Dolchstoß-Legende
[anni 20]
Parole di Julian Arendt
Musica di Otto Stransky (1889-1932), compositore austriaco.
Interpretata da Ernst Busch, presente in molti suoi dischi a partire da “Die Goldenen Zwanziger Jahre” del 1964.
Persa la Grande Guerra, prima ancora dell’armistizio e dell’avvento di una democrazia parlamentare al posto del governo militare, il Kaiser e i suoi generali Von Hindenburg e Ludendorff in testa) non si persero d’animo e partorirono una storiella che ebbe subito un grande successo, specie tra la classe media immiserita dalla guerra e tra i molti reduci, quella che la sconfitta non fosse stata dovuta all’inferiorità militare e strategica tedesca rispetto alla coalizione delle potenze alleate ma alla “Dolchstoß”, la “pugnalata alle spalle” ricevuta sul fronte interno.
La casta militare e i nazionalisti, anziché assumersi le proprie responsabilità e farsi da parte, cercarono di addossare... (continua)
Parole di Julian Arendt
Musica di Otto Stransky (1889-1932), compositore austriaco.
Interpretata da Ernst Busch, presente in molti suoi dischi a partire da “Die Goldenen Zwanziger Jahre” del 1964.
Persa la Grande Guerra, prima ancora dell’armistizio e dell’avvento di una democrazia parlamentare al posto del governo militare, il Kaiser e i suoi generali Von Hindenburg e Ludendorff in testa) non si persero d’animo e partorirono una storiella che ebbe subito un grande successo, specie tra la classe media immiserita dalla guerra e tra i molti reduci, quella che la sconfitta non fosse stata dovuta all’inferiorità militare e strategica tedesca rispetto alla coalizione delle potenze alleate ma alla “Dolchstoß”, la “pugnalata alle spalle” ricevuta sul fronte interno.
La casta militare e i nazionalisti, anziché assumersi le proprie responsabilità e farsi da parte, cercarono di addossare... (continua)
Wie war doch der feige Gesang
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/5/2014 - 09:35
Ballade von den Säckeschmeißern
[1932]
Versi di Julian Arendt
Musica di Hanns Eisler
Interpretata da Ernst Busch e da lui incisa in molti dischi, a cominciare dal 45 giri originale del 1932 (sul lato A, Das Solidaritätslied di Bertolt Brecht).
In seguito riproposta dalla cantante tedesca Dagmar Krause in “Panzerschlacht: Die Lieder von Hanns Eisler” del 1988.
Un altro capitolo della Guerra dei 100.000 anni – come direbbe il nostro Marco Valdo M.I. – che i ricchi fanno da sempre ai poveri…
1932. Siamo nel pieno della più tremenda crisi economica mondiale, quella scatenata dal crollo di Wall Street del 1929. E come sempre accade, sulle disgrazie dell’umanità ridacchiano e speculano i soliti profittatori, gli squali mangia-uomini. E gli scaricatori sono costretti a gettare il caffè in mare, il grano nel fuoco, a distruggere le derrate alimentari perché i prezzi restino alti e i ricchi abbiano il loro profitto, mentre... (continua)
Versi di Julian Arendt
Musica di Hanns Eisler
Interpretata da Ernst Busch e da lui incisa in molti dischi, a cominciare dal 45 giri originale del 1932 (sul lato A, Das Solidaritätslied di Bertolt Brecht).
In seguito riproposta dalla cantante tedesca Dagmar Krause in “Panzerschlacht: Die Lieder von Hanns Eisler” del 1988.
Un altro capitolo della Guerra dei 100.000 anni – come direbbe il nostro Marco Valdo M.I. – che i ricchi fanno da sempre ai poveri…
1932. Siamo nel pieno della più tremenda crisi economica mondiale, quella scatenata dal crollo di Wall Street del 1929. E come sempre accade, sulle disgrazie dell’umanità ridacchiano e speculano i soliti profittatori, gli squali mangia-uomini. E gli scaricatori sono costretti a gettare il caffè in mare, il grano nel fuoco, a distruggere le derrate alimentari perché i prezzi restino alti e i ricchi abbiano il loro profitto, mentre... (continua)
Oh, mich zieht 's nach einem fernen Lande,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/4/2014 - 09:26
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Versi di Julian Arendt (1895-1938), scrittore ebreo tedesco, autore di molti testi per il cabaret durante la Repubblica di Weimar.
Musica di Otto Stransky (1889-1932), compositore austriaco.
Interpretata da Ernst Busch, dal vivo al “Larifari”, un cabaret itinerante a contenuto fortemente politico fondato proprio nel 1928 a Berlino da Rosa Valetti, famosa attrice di cinema e di cabaret e cantante, e da Erich Einegg, pianista e compositore.
Ritrovo la canzone nei dischi di Busch intitolati “Die Goldenen Zwanziger Jahre” del 1964 e “Ernst Busch 1 (Lieder Der Arbeiterklasse 1917-1933)” del 1970.
Testo trovato qui
Una canzoncina da kabarett che prende allegramente per il culo i socialdemocratici tedeschi, i cui candidati, durante la campagna elettorale del 1928, distribuivano ai raduni saponette con su impresso “Vota SPD”. Un’iniziativa davvero “pulita” per una Germania sull’orlo... (continua)