El Ejército del Ebro
anonimo
Interpretazione di Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona in Folkpolitik
Stefano Saletti: oud, bouzouki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Also known as "AJ carmela" and "Viva la Quince Brigada" this is an anthem of the Republican forces of the Popular Front in the Spanish civil war of 1936 who were opposed to the Nationalists led by future dictator Francisco Franco. The melody is taken from a popular song of anonymous origin, which was sung with different words by the various Republican factions.
Conosciuta anche come "Aj carmela" e "Viva la Quince Brigada" è una canzone simbolo delle forze repubblicane del Fronte Popolare che nella guerra civile spagnola del 1936 si contrapposero ai nazionalisti guidati dal futuro... (continua)
Stefano Saletti: oud, bouzouki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Also known as "AJ carmela" and "Viva la Quince Brigada" this is an anthem of the Republican forces of the Popular Front in the Spanish civil war of 1936 who were opposed to the Nationalists led by future dictator Francisco Franco. The melody is taken from a popular song of anonymous origin, which was sung with different words by the various Republican factions.
Conosciuta anche come "Aj carmela" e "Viva la Quince Brigada" è una canzone simbolo delle forze repubblicane del Fronte Popolare che nella guerra civile spagnola del 1936 si contrapposero ai nazionalisti guidati dal futuro... (continua)
Dq82 4/4/2021 - 11:05
Un blasfemo [Dietro ogni blasfemo c'è un giardino incantato]
Interpretazione di Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona in Folkpolitik
One of Fabrizio De Andrè's masterpieces, a great song about the power of religion over people: "And not God, but someone who has invented him for us, forces us to dream in an enchanted garden". What violence - and illusions - in the name of God.
Uno dei capolavori di Fabrizio De Andrè, una grande canzone contro il potere della religione sugli uomini: "E non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato, ci costringe a sognare in un giardino incantato". Quanta violenza - e illusioni - nel nome di Dio.
Stefano Saletti: oud, bouzouki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Ambrogio Sparagna: organetto
Raffaello Simeoni: voce
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Ambrogio Sparagna: organetto
Raffaello Simeoni: voce
One of Fabrizio De Andrè's masterpieces, a great song about the power of religion over people: "And not God, but someone who has invented him for us, forces us to dream in an enchanted garden". What violence - and illusions - in the name of God.
Uno dei capolavori di Fabrizio De Andrè, una grande canzone contro il potere della religione sugli uomini: "E non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato, ci costringe a sognare in un giardino incantato". Quanta violenza - e illusioni - nel nome di Dio.
Dq82 4/4/2021 - 11:02
L'estaca
Interpretazione di Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona in Folkpolitik
"This song by Luis Llach has become a symbol of resistance to the Francoism. The dictatorship is seen as a pole to which we are all chained, but if we try hard enough, we can pull it down. There are also translations in French and Sicilian. To be sung wherever there is a pole to pull down."
Questa canzone di Luis Llach è diventata uno dei simboli della resistenza al franchismo. La dittatura viene vista come un palo a cui tutti siamo incatenati ma che, se tiriamo forte, riusciremo a far cadere. Ne esistono traduzioni in francese e anche in siciliano. Da cantare ovunque ci sia un palo da buttare giù."
Stefano Saletti: oud, bouzouki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
"This song by Luis Llach has become a symbol of resistance to the Francoism. The dictatorship is seen as a pole to which we are all chained, but if we try hard enough, we can pull it down. There are also translations in French and Sicilian. To be sung wherever there is a pole to pull down."
Questa canzone di Luis Llach è diventata uno dei simboli della resistenza al franchismo. La dittatura viene vista come un palo a cui tutti siamo incatenati ma che, se tiriamo forte, riusciremo a far cadere. Ne esistono traduzioni in francese e anche in siciliano. Da cantare ovunque ci sia un palo da buttare giù."
Dq82 4/4/2021 - 10:56
Ninna nanna di la guerra
Interpretazione di Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona in Folkpolitik
"Rosa Balistreri rediscovered this lullaby and rearranged it together with Otello Profazio. It's the desperate song of a mother cradling her son after his father has died in battle: "We were alone, alone to suffer." A universal song.
"Rosa Balistreri riscoprì questa ninna nanna e ne curò la rielaborazione insieme a Otello Profazio. E' il canto disperato di una madre che culla suo figlio dopo che ha perso il padre in battaglia: "Siamo rimasti soli, soli a soffrire". Un canto universale."
Stefano Saletti: oud, bouzouki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Jamal Ouassini: violino
Hakeem Jaleela: voce
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Jamal Ouassini: violino
Hakeem Jaleela: voce
"Rosa Balistreri rediscovered this lullaby and rearranged it together with Otello Profazio. It's the desperate song of a mother cradling her son after his father has died in battle: "We were alone, alone to suffer." A universal song.
"Rosa Balistreri riscoprì questa ninna nanna e ne curò la rielaborazione insieme a Otello Profazio. E' il canto disperato di una madre che culla suo figlio dopo che ha perso il padre in battaglia: "Siamo rimasti soli, soli a soffrire". Un canto universale."
Dq82 4/4/2021 - 10:52
Mediterraneo Ostinato
2021
Mediterraneo Ostinato
Stefano Saletti: vocals, chitarra battente, bouzouki, classic guitar, bodhran
Gabriella Aiello: vocals
Gabriele Coen: bass clarinet
Carlo Cossu: violin
Alessandro D'Alessandro: organetto
Mario Rivera: acoustic bass
Giovanni Lo Cascio: drums set
Arnaldo Vacca: tamburello
Questa nuova riflessione sul Mediterraneo abbraccia un mondo intero di immagini, sensazioni, suoni e parole, luoghi. Come e più che in passato, Stefano Saletti & Banda Ikona attraversano uno spazio sempre più denso, in cui non dobbiamo certo cercare i punti di riferimento, come si faceva un tempo, nello stupore e nella curiosità, quando si “contattava” la world music (quando si “contrattava”, allo stesso tempo, la sua forma, la sua definizione, la sua esistenza). Certo, volendo indugiare sullo stile, scopriremmo i modelli della compresenza, direi (con sincero appagamento) gli elementi... (continua)
Mediterraneo Ostinato
Stefano Saletti: vocals, chitarra battente, bouzouki, classic guitar, bodhran
Gabriella Aiello: vocals
Gabriele Coen: bass clarinet
Carlo Cossu: violin
Alessandro D'Alessandro: organetto
Mario Rivera: acoustic bass
Giovanni Lo Cascio: drums set
Arnaldo Vacca: tamburello
Questa nuova riflessione sul Mediterraneo abbraccia un mondo intero di immagini, sensazioni, suoni e parole, luoghi. Come e più che in passato, Stefano Saletti & Banda Ikona attraversano uno spazio sempre più denso, in cui non dobbiamo certo cercare i punti di riferimento, come si faceva un tempo, nello stupore e nella curiosità, quando si “contattava” la world music (quando si “contrattava”, allo stesso tempo, la sua forma, la sua definizione, la sua esistenza). Certo, volendo indugiare sullo stile, scopriremmo i modelli della compresenza, direi (con sincero appagamento) gli elementi... (continua)
Annìnnia Annina bella
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 4/4/2021 - 10:22
Canterrante
2021
Mediterraneo Ostinato
Stefano Saletti: classic guitar, cavaquinho
Lucilla Galeazzi: vocals
Gabriele Coen: sax
Riccardo Tesi: organetto
Giovanna Famulari: cello
Mario Rivera: double bass
Arnaldo Vacca: bodhran, cajon, shaker
Questa nuova riflessione sul Mediterraneo abbraccia un mondo intero di immagini, sensazioni, suoni e parole, luoghi. Come e più che in passato, Stefano Saletti & Banda Ikona attraversano uno spazio sempre più denso, in cui non dobbiamo certo cercare i punti di riferimento, come si faceva un tempo, nello stupore e nella curiosità, quando si “contattava” la world music (quando si “contrattava”, allo stesso tempo, la sua forma, la sua definizione, la sua esistenza). Certo, volendo indugiare sullo stile, scopriremmo i modelli della compresenza, direi (con sincero appagamento) gli elementi basilari della contaminazione (etnica?) in musica. Ma la densità dello... (continua)
Mediterraneo Ostinato
Stefano Saletti: classic guitar, cavaquinho
Lucilla Galeazzi: vocals
Gabriele Coen: sax
Riccardo Tesi: organetto
Giovanna Famulari: cello
Mario Rivera: double bass
Arnaldo Vacca: bodhran, cajon, shaker
Questa nuova riflessione sul Mediterraneo abbraccia un mondo intero di immagini, sensazioni, suoni e parole, luoghi. Come e più che in passato, Stefano Saletti & Banda Ikona attraversano uno spazio sempre più denso, in cui non dobbiamo certo cercare i punti di riferimento, come si faceva un tempo, nello stupore e nella curiosità, quando si “contattava” la world music (quando si “contrattava”, allo stesso tempo, la sua forma, la sua definizione, la sua esistenza). Certo, volendo indugiare sullo stile, scopriremmo i modelli della compresenza, direi (con sincero appagamento) gli elementi basilari della contaminazione (etnica?) in musica. Ma la densità dello... (continua)
Alì dagli Occhi Azzurri uno dei tanti figli di figli, scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini coi corpicini e gli occhi di poveri cani dei padri sulle barche varate nei Regni della Fame (P.P.Pasolini)
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 4/4/2021 - 10:18
Balkan trip
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Angela Aiello
Organetto: Riccardo Tesi
Le nuove rotte delle migrazioni passano per i Balcani, con antiche e nuove paure. Cantato in sabir e macedone
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Angela Aiello
Organetto: Riccardo Tesi
Le nuove rotte delle migrazioni passano per i Balcani, con antiche e nuove paure. Cantato in sabir e macedone
Aliji, Aliji, ki t’adjudar
(continua)
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:37
Sbendout
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Awa Ly
Organetto: Riccardo Tesi
A Jaffa una protesta di rabbini blocca la città. In Occidente si chiudono le frontiere. Sbendout in sabir significa bandito. E’cantato in sabir, francese e spagnolo:“Sono migrante, sono bandito, sono la paura del tuo passato, sono bianco, sono nero, non ho alcun colore”
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Awa Ly
Organetto: Riccardo Tesi
A Jaffa una protesta di rabbini blocca la città. In Occidente si chiudono le frontiere. Sbendout in sabir significa bandito. E’cantato in sabir, francese e spagnolo:“Sono migrante, sono bandito, sono la paura del tuo passato, sono bianco, sono nero, non ho alcun colore”
Refugiado, clandestino, nacido,
(continua)
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:30
Sarajevo mon amour
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Lucilla Galeazzi, Nando Citarella
Organetto: Riccardo Tesi
Il titolo è ispirato al libro di Jovan Divjak, eroe della difesa di Sarajevo nella guerra dei Balcani del 1992-1995. E’cantato in sabir e in turco
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Lucilla Galeazzi, Nando Citarella
Organetto: Riccardo Tesi
Il titolo è ispirato al libro di Jovan Divjak, eroe della difesa di Sarajevo nella guerra dei Balcani del 1992-1995. E’cantato in sabir e in turco
Questa star chita de mi
(continua)
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:21
Percorsi:
Guerre nei Balcani negli anni '90
Lampedusa andata
2016
Soundcity
“Sono partito dalle registrazioni che in questi anni ho fatto in giro nelle tante città di frontiera del Mediterraneo: Tangeri, Istanbul, Lisbona, Lampedusa, Sarajevo, Ventotene, Jaffa... Suoni, rumori, radio, voci, spazi sonori, cantanti di strada che mi hanno ispirato melodie, testi, ritmi. Come sempre nelle mie composizioni uso il Sabir, la lingua del mare, insieme al turco, all'arabo, al francese, allo spagnolo, al napoletano, allo swahili africano, al rumeno, al macedone per raccontare la ricchezza, le speranze, il dolore che attraversano le “strade” del Mediterraneo.
Infine, essendo cresciuta non è più una Piccola Banda Ikona ma la Banda Ikona, un insieme di splendidi amici e musicisti con i quali condivo questo viaggio in musica”.
Stefano Saletti
Una preghiera sul mare di Lampedusa cantata in Swahili, una lingua dell'Africa Orientale. La speranza di una nuova vita affidata al mare: "Padre nostro che sei nei cieli, amen, sia santificato il tuo nome"
Soundcity
“Sono partito dalle registrazioni che in questi anni ho fatto in giro nelle tante città di frontiera del Mediterraneo: Tangeri, Istanbul, Lisbona, Lampedusa, Sarajevo, Ventotene, Jaffa... Suoni, rumori, radio, voci, spazi sonori, cantanti di strada che mi hanno ispirato melodie, testi, ritmi. Come sempre nelle mie composizioni uso il Sabir, la lingua del mare, insieme al turco, all'arabo, al francese, allo spagnolo, al napoletano, allo swahili africano, al rumeno, al macedone per raccontare la ricchezza, le speranze, il dolore che attraversano le “strade” del Mediterraneo.
Infine, essendo cresciuta non è più una Piccola Banda Ikona ma la Banda Ikona, un insieme di splendidi amici e musicisti con i quali condivo questo viaggio in musica”.
Stefano Saletti
Una preghiera sul mare di Lampedusa cantata in Swahili, una lingua dell'Africa Orientale. La speranza di una nuova vita affidata al mare: "Padre nostro che sei nei cieli, amen, sia santificato il tuo nome"
Baba yetu, yetu uliye
(continua)
(continua)
inviata da dq82 23/4/2016 - 12:19
وين ع رام الله
anonimo
Wayn 'a Rāmallāh
Tradizionale Palestinese
A Folk-song from Palestina
الشعبية أغنية من فلسطين
Interpretazione di Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona in Folkpolitik
Stefano Saletti: oud, bouzouki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Jamal Ouassini: violino
Hakeem Jaleela: voce
"The sights and sounds of the Arab Spring arriving from the streets of Tunis, Cairo and Damascus, make the mind return to the 1970's, when a wind of freedom blew across Europe and swept away the authoritarian regimes in Spain, Greece and Portugal.
Those squares are the same: the same faces, hopes, colours, sounds, songs.
So I began a journey back in time to rediscover the different types of music that tell the stories about the suffering... (continua)
Tradizionale Palestinese
A Folk-song from Palestina
الشعبية أغنية من فلسطين
Interpretazione di Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona in Folkpolitik
Stefano Saletti: oud, bouzouki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Jamal Ouassini: violino
Hakeem Jaleela: voce
"The sights and sounds of the Arab Spring arriving from the streets of Tunis, Cairo and Damascus, make the mind return to the 1970's, when a wind of freedom blew across Europe and swept away the authoritarian regimes in Spain, Greece and Portugal.
Those squares are the same: the same faces, hopes, colours, sounds, songs.
So I began a journey back in time to rediscover the different types of music that tell the stories about the suffering... (continua)
وين ع رام الله
(continua)
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 24/9/2012 - 16:25
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
Μάνες κλαίνε (Εδώ Πολυτεχνείον)
Mánes klaíne (Edó Polytehneíon)
Στίχοι και μουσικἠ: Μιχάλης Τσαγκαράκης
'Αλμπουμ: Δεσποινιώ
Parole e musica: Mihalis Tsangarakis
Album: Δεσποινιὠ
Interpretazione di Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona in Folkpolitik
Stefano Saletti: oud, bouzouki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce
Ramya: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Desiree Infascelli: fisarmonica
"When, on November 17, 1973, the troops of the Greek regime entered the occupied Athens Polytechnic it was a massacre. Over 40 students were killed in the clashes.The Cretan lyre player and singer Mihalis Tsagarakis wrote a song that recalls the violence of those events."
"Quando le truppe del regime greco il 17 novembre 1973 entrarono al Politecnico occupato di Atene fu una strage. Oltre... (continua)
Στίχοι και μουσικἠ: Μιχάλης Τσαγκαράκης
'Αλμπουμ: Δεσποινιώ
Parole e musica: Mihalis Tsangarakis
Album: Δεσποινιὠ
Interpretazione di Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona in Folkpolitik
Stefano Saletti: oud, bouzouki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce
Ramya: voce
Mario Rivera: basso acustico
Carlo Cossu: violino, canto diplofonico
Gabriele Coen: clarinetto, sax
Rossella Zampiron: violoncello
Leo Cesari: percussioni e batteria
Desiree Infascelli: fisarmonica
"When, on November 17, 1973, the troops of the Greek regime entered the occupied Athens Polytechnic it was a massacre. Over 40 students were killed in the clashes.The Cretan lyre player and singer Mihalis Tsagarakis wrote a song that recalls the violence of those events."
"Quando le truppe del regime greco il 17 novembre 1973 entrarono al Politecnico occupato di Atene fu una strage. Oltre... (continua)
Μάνες δακρύζουνε, κλαίνε και λένε γιατί
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi, Dq82 & Ελληνικό Τμἠμα των ΑΠΤ 24/9/2012 - 14:11
Percorsi:
La Grecia dei Colonnelli, 1967-1974
Cantigas do Maio
Brano tradizionale portoghese
Tradicional português
Album: Cantigas do Maio (1971)
Josè "Zeca" Afonso è stata la voce della libertà in Portogallo. La trasmissione alla radio della sua Grândola, vila morena (fino ad allora proibita) alla mezzanotte del 25 aprile 1974 fu il segnale d'inizio della Revolução dos cravos, la Rivoluzione dei garofani, così chiamata dai fiori che una venditrice ambulante si mise a offrire ai militari la mattina della sollevazione. Fu la fine della dittatura portoghese che durava da quasi cinquant'anni.
Jose "Zeca" Afonso was the voice of freedom in Portugal. The radio broadcast of his Grândola, vila morena (hitherto forbidden) at midnight on April 25, 1974 was the signal for the beginning of the Revolução dos cravos, the Carnation Revolution, named after the flowers that a street vendor began to offer to the military on the morning of the revolt. It was... (continua)
Tradicional português
Album: Cantigas do Maio (1971)
Josè "Zeca" Afonso è stata la voce della libertà in Portogallo. La trasmissione alla radio della sua Grândola, vila morena (fino ad allora proibita) alla mezzanotte del 25 aprile 1974 fu il segnale d'inizio della Revolução dos cravos, la Rivoluzione dei garofani, così chiamata dai fiori che una venditrice ambulante si mise a offrire ai militari la mattina della sollevazione. Fu la fine della dittatura portoghese che durava da quasi cinquant'anni.
Jose "Zeca" Afonso was the voice of freedom in Portugal. The radio broadcast of his Grândola, vila morena (hitherto forbidden) at midnight on April 25, 1974 was the signal for the beginning of the Revolução dos cravos, the Carnation Revolution, named after the flowers that a street vendor began to offer to the military on the morning of the revolt. It was... (continua)
Eu fui ver a minha amada
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 24/9/2012 - 11:10
Hija Mia Querida
anonimo
Nel 1492 la cattolicissima Spagna cacciò gli stranieri dal proprio territorio. Cominciò la diaspora degli ebrei sefarditi. Una violenza per milioni di persone: ebrei e arabi uniti dallo stesso destino. Una delle tante ferite tra Oriente e Occidente.
incisa da Stefano Saletti & Piccola Banda Ikona in Folkpolitik 2012
incisa da Stefano Saletti & Piccola Banda Ikona in Folkpolitik 2012
Hija mia mi querida
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 24/9/2012 - 10:44
Su patriottu Sardu a sos feudatarios [Procurad' e moderare]
[1794]
L'Innu de su patriottu Sardu a sos feudatarios fu stampato clandestinamente in Corsica e diffuso in Sardegna, e divenne il canto di guerra degli oppositori sardi, passando alla storia come la Marsigliese sarda. E' composto da 376 ottonari fortemente ritmati, in lingua sarda logudorese, e ricalca contenutisticamente gli schemi della letteratura civile illuministica. L' incipit è costituito da un perentorio attacco alla prepotenza dei feudatari, principali responsabili del degrado dell'isola: Procurad'e moderare, Barones, sa tirannia… (Cercate di moderare, o Baroni, la vostra tirannia…). Il canto si conclude con un vigoroso grido d'incitamento alla rivolta, suggellato da un detto popolare di lapidaria efficacia: Cando si tenet su bentu est preziosu bentulare ("quando si leva il vento, è d'uopo trebbiare").
(Da questa pagina)
Come ci informa DonQuijote82, il canto è stato interpretato,... (continua)
L'Innu de su patriottu Sardu a sos feudatarios fu stampato clandestinamente in Corsica e diffuso in Sardegna, e divenne il canto di guerra degli oppositori sardi, passando alla storia come la Marsigliese sarda. E' composto da 376 ottonari fortemente ritmati, in lingua sarda logudorese, e ricalca contenutisticamente gli schemi della letteratura civile illuministica. L' incipit è costituito da un perentorio attacco alla prepotenza dei feudatari, principali responsabili del degrado dell'isola: Procurad'e moderare, Barones, sa tirannia… (Cercate di moderare, o Baroni, la vostra tirannia…). Il canto si conclude con un vigoroso grido d'incitamento alla rivolta, suggellato da un detto popolare di lapidaria efficacia: Cando si tenet su bentu est preziosu bentulare ("quando si leva il vento, è d'uopo trebbiare").
(Da questa pagina)
Come ci informa DonQuijote82, il canto è stato interpretato,... (continua)
1. Procurade e moderare,
(continua)
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 5/4/2007 - 18:10
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Mediterraneo Ostinato
Dedicato a Hevrin Khalaf, vittima dell'odio e della violenza
Stefano Saletti: vocals, saz, oud, piano
Barbara Eramo: vocals
Pejman Tadayon: ney, daf, backing vocals
Mario Rivera: acoustic bass
Giovanni Lo Cascio: darbouka
Arnaldo Vacca: dumbak, riq, shaker
Questa nuova riflessione sul Mediterraneo abbraccia un mondo intero di immagini, sensazioni, suoni e parole, luoghi. Come e più che in passato, Stefano Saletti & Banda Ikona attraversano uno spazio sempre più denso, in cui non dobbiamo certo cercare i punti di riferimento, come si faceva un tempo, nello stupore e nella curiosità, quando si “contattava” la world music (quando si “contrattava”, allo stesso tempo, la sua forma, la sua definizione, la sua esistenza). Certo, volendo indugiare sullo stile, scopriremmo i modelli della compresenza, direi (con sincero appagamento) gli elementi basilari della... (continua)